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Off Topic => Off Topic => Topic aperto da: Stendardo - Agosto 04, 2013, 15:50:53 pm

Titolo: Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 04, 2013, 15:50:53 pm


Fonte : http://francoaschieri.blogspot.it/

Straordinariamente interessante è la relazione che ne ha fatto Don Giuseppe Ferrieri parroco di San Pietro di Santa Maria Capua Vetere che ebbe ad assisterli:
 

«Li trovai che cantavano. Appena mi videro stettero zitti, e quando il cancello di ferro si aprì, mi si strinsero intorno. Io stavo in mezzo ad essi col solito sorriso. E sono quattro: un milanese, un romano, un napoletano, uno di Aquila. Il milanese e il romano erano biondi, quello di Aquila bruno, robusto, con un’aquila sul petto; il napoletano bassotto con i calzoni da ufficiale. Mi dissero che si erano già confessati. Feci recitare l’atto di dolore e dopo poche e semplici parole li comunicai. Stavano a mani giunte, guardando fissi l’Ostia Santa, che si posò viatico per l’estremo viaggio. Un breve ringraziamento. Due pose per fotografia, io in mezzo a loro nella prima, Gesù crocifisso tra loro e me nella seconda. Un militare della M.P. mi disse che avevo altri due minuti di tempo. – Siamo già pronti! – fu la risposta. Li volli accompagnare sul luogo del supplizio. Uscii con due di loro fra quattro M.P. americani armati. Il pianto dei carcerati ci accolse alla uscita del corridoio: Figli miei, figli miei! Erano le undici antimeridiane. Fuori del portone del carcere ci accolse un grido di dolore. Un po’ di gente venuta ad assistere al macabro spettacolo. I due, il romano Tapoli Giorgio studente in medicina, e il napoletano Tedesco Vincenzo, risposero inneggiando all’Italia fascista. salii con loro sulla Gip, tra il napoletano e un M.P., facemmo un buon tratto allegramente in quella macchina da ridolini, come disse il romano, il quale mi descrisse tutte le fasi della sua morte. Alcuni credettero e dissero che anch’io ero stato condannato. Arrivammo. Due pali in una partita di grano verde, dietro una cava di pozzolana. Parecchi ufficiali erano commossi, così pure il colonnello che, dopo la prima esecuzione, si disse increscioso di dover agire in tale modo. Eccoli vicino al palo, il romano si toglie la camicia. Mi dice che non vuol farsela bucare. Gli legano le mani: io lo conforto ricordandogli Gesù morto in croce. E’ sorridente. Gli dico che pregherò per lui e che lui deve pregare per i miei giovani. Due altre funi, una sul petto, l’altra sul ventre. Passo al napoletano, sorridente, bruno. Ha sul capo una bustina bianca con l’aquila hitleriana. Mi raccomandano le lettere che hanno scritto ai loro cari; io prometto di parlare agli ufficiali, i quali mi dicono che li accontenteranno. Altri pochi istanti; bacio il napoletano, bacio il romano, incoraggio ambedue, i quali rifiutano di essere bendati. Due soldati caricano i dodici moschetti. Quel chiudere ed aprirsi mi fa il cuore a pezzi. I due eroi hanno ancora delle parole: “Il tenente di Aversa (un certo Tonini, oriundo italiano che li aveva giudicati) sa che noi siamo innocenti”. In lontananza una terrazza è affollata di gente che guarda piangendo. Un comando secco: sei dei dodici poliziotti si inginocchiano; un altro comando: puntano il fucile; un terzo comando ancora… una detonazione. Abbasso gli occhi, un colpo solo. Vidi cadere i cari giovani, mi avvicinai a loro recitando tre Requiem e un De Profundis per ciascuno. Mi raccomandai alla loro intercessione. Quattro soldati americani e due cantonieri fanno da becchini. Fotografie a non finire durante tutta l’esecuzione ed il primo atto tragico termina. Si vanno a rilevare gli altri due, che arrivano alle 11,45. Appena mi vedono mi sorridono; hanno trovato una faccia, un viso amico che è lì per confortarli. Quello di Aquila si toglie anche lui la camicia. Lo legano, desidera una sigaretta. Un capitano gliela da’, accendendola; lo stesso fa per l’altro, il milanese, simpatica figura di giovane buono. Fo’ loro coraggio. Mentre lo legano, il milanese grida tre volte: “Heil Hitler”, e l’altro risponde: “Heil”. “Noi siamo innocenti. Dio stramaledica gli inglesi!”. Io lo guardo, mi capisce: avevo detto loro di non odiare il nemico. Mi guarda e canta: “Vivere sempre vivere, senza malinconia!” Li bacio sorridente tra i sorridenti, mi scosto pochi metri; i tre soliti comandi secchi… Vi vidi abbassare pian piano, o giovani. Ascoltai il vostro rantolo: i colpi non furono precisi come la prima volta; l’anima vostra stentava ad uscire dal vostro corpo. Che strazio al mio cuore! Vi assolsi l’ultima volta “Sub conditione” , Tre requiem e un De profundis per ciascuno. Una macchina di corsa mi condusse a celebrare la Santa Messa. Il popolo mi aspettava da pochi minuti impaziente. Là si ignorava tutto. Era una bella giornata primaverile si pensava a goderla. Celebrai la Santa Messa ancora commosso e pregai per le Vostre anime benedette, per le Vostre mamme adorate. Anche Voi dal cielo pregate per me, per i miei giovani, per il mio apostolato, per l’Italia divisa in tanti partiti che la rovineranno.


L' ULTIMA LETTERA DI FRANCO ASCHIERI ALLA MAMMA
 


«Cara mamma, con l’animo pienamente sereno mi preparo a lasciare questa vita che per me è stata così breve e nello stesso tempo così piena e densa di esperienze e sensazioni. In questi ultimi momenti l’unico dolore per me è costituito dal pensiero di coloro che lascio e delle cose che non ho potuto portare a compimento. Ti prego, mamma, fai che il mio distacco da questa vita non sia accompagnato da lagrime, ma sia allietato dalla gioia serena di quegli animi eletti che sono consapevoli del significato di questo trapasso. Ieri, dopo che mi è stata comunicata la notizia, mi sono disteso sul letto ed ho provato una sensazione che avevo già conosciuta da bambino: ho sentito cioè che il mio spirito si riempiva di forza e si estendeva fino a divenire immenso, come se volesse liberarsi dai vincoli della carne per riconquistare la libertà. Non ho alcun risentimento contro coloro che stanno per uccidermi perché so che non sono che degli strumenti scelti da Dio, che ha giudicato sufficiente il ciclo spirituale da me trascorso in questa vita presente. Sappi mamma che non resti sola, perchè io resterò vicino a te per sostenerti ed aiutarti finché non verrai a raggiungermi; perché sono certo che i nostri spiriti continueranno insieme il loro cammino di redenzione, dato che il legame che ci univa su questa terra, più di quello che esiste tra madre e figlio, è stato quello che unisce due spiriti affini e giunti allo stesso grado di evoluzione. Sono certo che accoglierai la notizia con coraggio e voglio che tu sappia che in momenti difficili io ti aiuterò come tu hai aiutato me durante questa vita. In questo momento sono lì da te e ti bacio per l’ultima volta, e con te papà e tutti gli altri cari che lascio. Cara mamma termino la lettera perché il tempo dei condannati a morte è contato fino al secondo. Sono contento della morte che mi è destinata perché è una delle più belle, essendo legata ad un sacro ideale. Io cado ucciso in questa immensa battaglia per la salvezza dello spirito e della civiltà, ma so che altri continueranno la lotta per la vittoria che la Giustizia non può che assegnare a noi. Viva il Fascismo. Viva l’Europa. Franco».
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 04, 2013, 15:53:11 pm
Inno della X MAS :

Quando pareva vinta Roma antica,
sorse l'invitta Decima Legione,
vinse sul campo il barbaro nemico
Roma riebbe pace con onore.

Quando l'ignobile 8 di Settembre
abbandonò la Patria il traditore,
sorse dal mar la Decima Flottiglia
e prese l'armi al grido "Per l'Onore!".

Decima, Flottiglia nostra
che beffasti l'Inghilterra,
vittoriosa ad Alessandria,
Malta, Suda e Gibilterra.
Vittoriosa già sul mare,
ora pure sulla terra
Vincerai!
 
Navi d'Italia che ci foste tolte,
non in battaglia ma col tradimento,
nostri fratelli prigionieri o morti
noi vi facciamo questo giuramento:

noi vi giuriamo che ritorneremo
là dove Dio volle il tricolore,
noi vi giuriamo che combatteremo
finchè riavremo pace con onore!

Decima, Flottiglia nostra
che beffasti l'Inghilterra,
vittoriosa ad Alessandria,
Malta, Suda e Gibilterra.
Vittoriosa già sul mare,
ora pure sulla terra
Vincerai!



Da Wikipedia storia della X MAS :

Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/X%C2%AA_Flottiglia_MAS_(Regno_d'Italia)

Xª Flottiglia MAS (Regno d'Italia)


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.




 


X Flottiglia MAS
 






Teseo Tesei, sviluppatore del siluro a lenta corsa
 


Descrizione generale
 


Attiva
 
1939-1943;
 


Nazione
 
Regno d'Italia
 


Ruolo
 
Attacco al naviglio nemico in rada tramite sabotaggio e in mare aperto con l'uso di naviglio sottile silurante o esplodente
 


Equipaggiamento
 
Naviglio sottile; mezzi d'assalto subacquei e di superficie trasportabili da sommergibili modificati
 


Motto
 
Memento Audere Semper per la 1ª Flottiglia MAS
 Per il Re e per la bandiera per la X Flottiglia MAS[1]
 


Battaglie/guerre
 
1941: attacco alla Baia di Suda, attacco a Malta, prima forzatura del porto di Gibilterra
 1942: impresa di Alessandria, seconda e terza forzatura del porto di Gibilterra
 1943: forzatura del porto di Algeri, quarta forzatura del porto di Gibilterra
 


Decorazioni
 
MOVM: 31
 MAVM: 104
 MBVM: 32
 Croci al VM: 30
 










Comandanti
 


Comandanti degni di nota
 
Aimone di Savoia-Aosta
 Vittorio Moccagatta
 Ernesto Forza
 Junio Valerio Borghese
 



Fonti citate nel corpo del testo
 


Voci di marine militari presenti su Wikipedia
 

La X[2] Flottiglia MAS[3], anche nota come Decima MAS, X MAS, 10ª Flottiglia MAS, o "la Decima", fu un'unità speciale della Regia Marina italiana, il cui nome è legato a numerose imprese belliche di assalto, incursione o guerra insidiosa.
 
Le imprese dell'unità, soprattutto nella fase iniziale, non furono coronate dal successo e comportarono molte perdite tra gli equipaggi, come nel caso del fallito attacco a Malta. Con il perfezionamento dei mezzi, si giunse a eclatanti successi come quello della Baia di Suda (25-26 marzo 1941) o dell'impresa di Alessandria del 19 dicembre 1941, che privò per un lungo periodo la Royal Navy delle sue navi da battaglia nel Mediterraneo.
 
Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 la X Flottiglia MAS sotto il comando di Junio Valerio Borghese rimase in gran parte bloccata a La Spezia, dove si riorganizzò in corpo franco, poi entrato nella Marina Nazionale Repubblicana. Gli elementi rimasti al sud, assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di concentramento alleati, riorganizzarono l'unità con il nuovo nome di "Mariassalto": tale unità della Regia Marina, comandata dal capitano di fregata Ernesto Forza e di base a Taranto, continuò le attività belliche agli ordini degli Alleati.
 
Nel 1954 il gruppo fu ricostituito con il nome di Comsubin (Comando Subacquei ed Incursori).
 


Indice
  [nascondi]  1 Le origini: la prima guerra mondiale 1.1 Il forzamento del Canale di Fasana
 1.2 L'affondamento della corazzata Wien
 1.3 La beffa di Buccari
 1.4 Il primo forzamento di Pola
 1.5 L'affondamento della Szent István e della Viribus Unitis
 1.6 Missioni svolte nella prima guerra mondiale
 
2 Tra le due guerre mondiali: formazione della 1ª Flottiglia MAS
 3 La seconda guerra mondiale: la Xª Flottiglia MAS 3.1 Gli esordi
 3.2 La ricostruzione
 3.3 I primi successi
 3.4 L'attacco a Malta e la morte di Tesei
 3.5 L'affondamento della Valiant e della Queen Elizabeth
 3.6 Dietro le linee 3.6.1 Infiltrazione a Malta
 3.6.2 Azioni in Turchia
 
3.7 L'attività sino all'armistizio
 3.8 Fuori dal Mediterraneo
 3.9 Nel Mar Nero
 3.10 Affondamenti e danneggiamenti di naviglio sino all'armistizio
 3.11 I mezzi impiegati durante la seconda guerra mondiale
 
4 Dopo l'Armistizio 4.1 Nella Regia Marina
 4.2 Nella RSI
 
5 Il dopoguerra
 6 Documentari e filmografia
 7 Decorati con la medaglia d'oro al valor militare
 8 Note
 9 Bibliografia
 10 Voci correlate
 11 Altri progetti
 12 Collegamenti esterni
 
Le origini: la prima guerra mondiale [modifica sorgente]
 




Coppia di MAS in esercitazione, 1918 circa
Le prime unità operative risalgono alle fasi iniziali della prima guerra mondiale, quando il cantiere navale veneziano SVAN (acronimo per: Società Veneziana Automobili Navali) fornì alla Regia Marina i suoi primi mezzi speciali denominati MAS, acronimo di Motobarca Armata SVAN. Le prime due unità, MAS 1 e MAS 2 furono completate nel giugno 1915[4].
 
La Regia Marina si era interessata ai motoscafi siluranti già a partire dal 1906[5], quando venne avviata la definizione di un progetto per una «barca torpediniera mossa da motore a scoppio», com'era definita all'epoca[6], capace di raggiungere una velocità massima di venti nodi e con una lunghezza di circa 15 metri[7]. Tale progetto rimase sulla carta fino al 1914. Lo scoppio della guerra diede nuovo impulso ed alla fine del 1914 la Regia Marina prendeva contatti con alcune ditte statunitensi vagliando contemporaneamente due progetti italiani[8], quello della Maccia Marchini e quello della SVAN, che porterà poi ai modelli di serie ordinati per la prima volta il 16 aprile 1915.
 
Questi modelli vennero successivamente prodotti anche da altri cantieri come l'Isotta Fraschini e la FIAT. L'acronimo MAS passò a significare Motobarca Armata Silurante, in seguito Motobarca si trasformò in Motoscafo. L'acronimo "MAS" fu sviluppato anche con altre definizioni, fra le quali, il motto Motum Animat Spes, e quella di Gabriele D'Annunzio, che vi fece aderire, come si legge nei suoi Taccuini, il motto Memento Audere Semper (ricordati di osare sempre).
 
D'Annunzio, che fu nell'equipaggio dei tre MAS che effettuarono la Beffa di Buccari, ebbe sempre una particolare simpatia per il nascente gruppo degli incursori della Marina e la sua influenza a livello politico gli consentì di propugnarne a più riprese il potenziamento. In ogni caso il vero merito alla prosecuzione delle imprese dei MAS e del loro sviluppo dal punto di vista tecnico è da attribuire all'allora capo di Stato Maggiore della Marina Paolo Emilio Thaon di Revel, che intuì subito il potenziale offensivo dei MAS[7]. Al momento dell'armistizio di Villa Giusti le industrie italiane avevano dato alla luce 419 MAS, dei quali 244 entrarono in servizio prima dell'ottobre 1918[7].
 
Si trattava di motoscafi derivati dai natanti turistici, ai quali venivano applicati apparecchi per il lancio di siluri; imbarcazioni di questo tipo dovevano servire a moltiplicare la potenzialità offensiva navale. Non si investiva, come si era fatto fino ad allora, in poche potentissime navi da guerra, ma si realizzavano molti piccoli, agili, economici natanti, la cui funzione era quella di attaccare le navi nemiche come velocissimi "lanciasiluri", sfruttando l'effetto sorpresa. Il concetto si dimostrò efficace e questi mezzi riportarono diversi successi sotto il comando di Raffaele Rossetti e Raffaele Paolucci, fra i quali l'impresa di Pola.
 
Oltre ai MAS, da cui derivò poi il nome del reparto, gli anni della prima guerra mondiale videro l'impiego di altri mezzi più vicini a quelli poi effettivamente impiegati nella seconda guerra mondiale, tra questi il barchino saltatore e la torpedine semovente[9].
 
Fra le incursioni più eclatanti vanno ricordate le imprese di Luigi Rizzo che nel dicembre del 1917 affondò a largo di Trieste la corazzata austriaca Wien e nel giugno del 1918 al largo di Premuda attaccò ed affondò la corazzata Santo Stefano. Si trattò dei due maggiori successi ottenuti dalla Regia Marina nella prima guerra mondiale.
 
Il forzamento del Canale di Fasana [modifica sorgente]
 
Data la continua inattività della flotta austro-ungarica nel mare Adriatico, il Capo di Stato Maggiore Thaon di Revel continuò a pensare di colpire le navi nemiche direttamente entro i loro porti. Una volta comunicate le sue intenzioni ai sottoposti, il capitano di vascello Morano Pignatti nell'estate 1916 si fece avanti con una proposta per il siluramento di una nave nemica più volte individuata dai ricognitori nel Canale di Fasana, non lontano da Pola: una torpediniera avrebbe preso a rimorchio un MAS e da Venezia si sarebbe avvicinata all'obiettivo contribuendo in seguito ad abbassare le ostruzioni che impedivano l'accesso al canale; una volta fatto questo il MAS sarebbe dovuto entrare nel varco per affondare l'imbarcazione nemica, quindi avrebbe dovuto far ritorno alla "nave-madre" che, con la protezione di un cacciatorpediniere, si sarebbe subito diretta alla città di partenza[10].
 
L'idea venne approvata da Thaon di Revel e subito iniziarono i preparativi in vista della missione. Il MAS 20 venne dotato di nuovi e più silenziosi motori elettrici, mentre nella torpediniera venne installato un meccanismo che mediante due grandi pesi fissati vicino alla prua era capace di abbassare le reti di ostruzione poste all'ingresso del canale. Nella notte tra l'1 ed il 2 novembre il cacciatorpediniere Zeffiro, la torpediniera e il MAS 20 (comandati rispettivamente da Costanzo Ciano, Domenico Cavagnari e Ildebrando Goiran[11]) erano pronti a salpare comandati da Pignatti, che aveva preso posizione nello Zeffiro.
 Una volta arrivato al punto prestabilito il comandante Cavagnari manovrò abilmente la sua nave riuscendo ad abbassare in poco tempo le ostruzioni (formate da catene e cavi d'acciaio); immediatamente il motoscafo oltrepassò il varco, dove si posizionò il marinaio scelto Michelangelo De Angelis munito di lanterna con la quale avrebbe dovuto segnalare al MAS dove dirigersi per trovare facilmente l'uscita. Goiran navigò indisturbato lungo il canale in cerca di un bersaglio valido finché attorno alle ore 3:00 avvistò la sagoma del piroscafo Hars (7.400 t)[12]: Cavagnari lanciò prima un siluro e poi, non udendo nessuno scoppio, fece altrettanto con il secondo, ma neanche questo raggiunse il bersaglio a causa delle doppie reti protettive poste dagli austro-ungarici attorno all'imbarcazione. Non potendo più fare altro avendo esaurito le munizioni, il MAS volse la prua verso l'uscita recuperando il marinaio che li aspettava, e raggiunse lo Zeffiro poco tempo dopo.
 
Nonostante Pola fosse l'unica grande base dell'Adriatico, nonché centro del Comando Marina, la flotta austro-ungarica non abbandonò le sue posizioni neanche per tentare un'azione vendicativa[13]. Già dopo un anno dall'entrata in guerra la Marina italiana era riuscita a paralizzare la controparte nemica, costretta alla fonda nei suoi porti per timore di perdere le proprie navi.
 
L'affondamento della corazzata Wien [modifica sorgente]
 




Frammento della prua della Wien recuperato dopo la prima guerra mondiale ed ora esposto al Museo storico navale di Venezia
Nell'agosto 1917 la marina austro-ungarica dislocò due corazzate, la Wien e la Budapest, nel porto di Trieste per appoggiare dalla costa, se necessario, l'Esercito Imperiale Austro-Ungarico nella sua avanzata in territorio italiano.
 La Marina italiana, che aveva alcuni cannoni 381 mm/40 AVS a Grado, e il Regio Esercito, che allora comandava anche l'aviazione militare, avrebbero potuto attaccare le due navi da battaglia nemiche, ma il pericolo di danneggiare Trieste obbligò a trovare un'altra soluzione, che si concretizzò nell'usare due MAS per svolgere il delicato compito. L'esito infausto della battaglia di Caporetto ritardò le operazioni italiane di qualche mese, ma dopo la metà del novembre 1917 Morano Pignatti, lo stesso ideatore del forzamento del Canale di Fasana, mise a punto un piano di attacco che prevedeva l'utilizzazione di due torpediniere e due MAS, il numero 9 e 13[14].
 
Il 9 dicembre il gruppo di natanti italiani salpò da Venezia alle ore 17:00 raggiungendo verso le 22:45 il punto stabilito per il rilascio dei MAS (portati fin qui a rimorchio dalle torpediniere)[15]. Il MAS 9, pilotato da Luigi Rizzo, e il 13, guidato dal sottufficiale Andrea Ferrarini, navigarono silenziosamente fino alle ostruzioni che impedivano l'accesso al porto recidendo le funi metalliche grazie ad una cesoia, quindi entrarono nel vallone di Muggia in cerca delle corazzate da affondare. Una volta individuate i due comandanti si divisero ed alle ore 2:32 vennero lanciati i siluri, seguiti poco dopo da quattro esplosioni: due provenienti dalla Wien dovute al MAS di Rizzo, e due da una banchina vicina alla Budapest, mancata di poco da Ferrarini[16].
 Senza perdere tempo i due motoscafi diressero verso l'uscita dove incontrarono le torpediniere che li riportarono a Venezia.
 
La Wien ora giaceva a 15 metri sotto il livello del mare[17], ma stavolta, diversamente che dopo l'attacco al Canale di Fasana, la marina austro-ungarica tentò un'azione di forza bombardando due volte Cortellazzo, senza procedere ad ulteriori manovre.
 
La beffa di Buccari [modifica sorgente]
 




Per approfondire, vedi Beffa di Buccari.
 

Il primo forzamento di Pola [modifica sorgente]
 
La guerra vide anche impiegati i nuovi barchini saltatori, o meglio uno di essi, soprannominato Grillo una volta uscito dal Regio Arsenale di Venezia[18].
 
L'obiettivo designato era la più difesa base della k.u.k. Kriegsmarine, cioè quella di Pola. Il 9 marzo 1918 si tentò una sortita con quattro barchini, altrettante torpediniere e numerose unità di scorta, ma la formazione risultò troppo vistosa ed un analogo tentativo con due navi in meno non ebbe seguito perché arrivò tardi alla meta, sorte seguita da un'altra spedizione il 13 aprile 1918[19].
 Il 13 maggio 1918 due torpediniere, i MAS 95 e 96 (pilotati da Costanzo Ciano e Andrea Berardinelli) e il Grillo (guidato dal comandante Mario Pellegrini), scortati da cinque cacciatorpediniere, riuscirono ad avvicinarsi velocemente al punto dove il barchino sarebbe dovuto entrare in acqua. Rapidamente Pellegrini navigò con il suo insolito mezzo fino alla prima linea di ostruzioni riuscendo ad agganciare le stesse con le apposite catene di cui era dotato il Grillo, ma subito venne illuminato da un faro nemico. Poco dopo gli italiani vennero raggiunti da colpi di arma da fuoco che tuttavia non gli impedirono di arrivare a superare la quarta ostruzione. A questo punto il comandante notò accorrere verso di lui un'imbarcazione: il tempo necessario a superare l'ultima ostruzione non bastava, e il battello nemico lo avrebbe sicuramente catturato insieme al suo equipaggio ed al barchino; fu così che si decise di affondare il Grillo, ma prima l'equipaggio avrebbe tentato di lanciare i due siluri nella speranza di colpire qualcosa. L'azione non riuscì perché Giuseppe Corrias, il fuochista di bordo, e lo stesso Pellegrini, si dimenticarono di togliere la sicura ai due ordigni[20].
 Il tempo stringeva e prima che l'equipaggio potesse compiere altre azioni una cannonata colpì in pieno il barchino capovolgendolo e scaraventando il suo equipaggio in mare.
 
I tre membri dell'equipaggio (l'altro era il capo silurista Antonio Milani) vennero presi prigionieri e condotti alla base navale dove furono medicati. Terminata la guerra sarebbero tutti tornati in Italia.
 
L'affondamento della Szent István e della Viribus Unitis [modifica sorgente]
 




Per approfondire, vedi Impresa di Premuda e Impresa di Pola.
 

Missioni svolte nella prima guerra mondiale [modifica sorgente]
 




La Szent István affonda dopo essere stata silurata dal MAS del comandante Rizzo
Le tonnellate sotto specificate sono tonnellate di stazza, quindi unità di volume, e non di peso.[21]
 Durazzo, 7 giugno 1916: - 2 MAS - Berardinelli, Pagano - affondamento piroscafo Lokrum (1.000 t)
 San Giovanni di Medua, 16 giugno 1916: - 2 MAS - Berardinelli, Pagano - incursione nel porto che risultò privo di navi
 Durazzo, 26 giugno 1916: 2 MAS - Berardinelli, Pagano - affondamento piroscafo Sarajevo (1.100 t)
 Canale di Fasana, 2 novembre 1916: MAS 20 - Goiran - vengono lanciati due siluri, che però non superano le reti di protezione della nave presa come bersaglio
 Trieste, Vallone di Muggia, 9-10 dicembre 1917: MAS 9 e 13 - Luigi Rizzo, Andrea Ferrarini - affondata corazzata Wien (5.600 t) MAS 13: Ferrarini, Origoni, Volpi, Salvemini, Cassisa, Cabella, Dagnino, Piccirillo, Pessina
 MAS 9: Rizzo, Battaglini, Martini, Foggi, Mazzella, Orsi, Poltri, Camini, Sansolini
 
Beffa di Buccari, febbraio 1918: MAS 94, 95, 96 - Gabriele D'Annunzio, Costanzo Ciano, Luigi Rizzo - azione dimostrativa di forzamento del porto
 Durazzo, giugno 1918: 2 MAS - Pagano, Azzi - affondato il piroscafo Bregenz (3.900 t)
 Pola, 13-14 maggio 1918: MAS 95 e 96, 1 barchino saltatore - Ciano, Berardinelli, Pellegrini - superate quattro delle cinque ostruzioni con perdita del barchino e del suo equipaggio
 Impresa di Premuda, 10 giugno 1918: MAS 15 e 21 - Luigi Rizzo, Giuseppe Aonzo (MAS 21), Armando Gori (MAS 15) - affondata corazzata Szent István (Santo Stefano)
 Impresa di Pola, 31 ottobre-1 novembre 1918: Raffaele Rossetti, Raffaele Paolucci - forzatura del porto a nuoto con una torpedine semovente e affondamento della corazzata Viribus Unitis (20.000 t) e il vicino piroscafo Wien (7.400 t)
 
A queste missioni se ne devono aggiungere altre, di minore portata, che avevano vari obiettivi come l'attacco a forze navali, posa di mine e scorta di convogli.
 
Tra le due guerre mondiali: formazione della 1ª Flottiglia MAS [modifica sorgente]
 




I componenti della 1ª Flottiglia MAS nel 1939. Da sinistra a destra sottotenente di vascello Luigi Durand de la Penne (medaglia d'oro), capitano (GN) Teseo Tesei (medaglia d'oro), capitano Bruno Falcomatà (medaglia d'oro), capitano di fregata Paolo Aloisi (medaglia d'argento), tenente (GN) Gian Gastone Bertozzi (medaglia d'argento), tenente di vascello Gino Birindelli (medaglia d'oro), capitano (AN) Gustavo Maria Stefanini, guardiamarina Giulio Centurione.




SLC esposto al Sacrario delle Bandiere, Roma.
Negli anni dopo la fine della prima guerra mondiale la Marina non dedicò molta attenzione ai motoscafi d'assalto, data l'ormai affermata potenza italiana in ambito marittimo e visti i pacifici rapporti esistenti con Gran Bretagna e Francia, i principali "avversari" presenti nel Mediterraneo[22]. L'inizio del grande sviluppo dell'incursione subacquea risale però al 1935, quando la guerra d'Etiopia sconvolse gli equilibri politici fino a quel momento esistenti; è in quell'anno infatti che due ufficiali, Teseo Tesei ed Elios Toschi, iniziarono a mettere mano a un progetto che nei loro intenti doveva servire a colmare la disparità di mezzi tra la Regia Marina e la più potente forza navale dell'epoca, la Royal Navy, in quel periodo fortemente presente nel Mar Mediterraneo. Venne così costituita la 1ª Flottiglia MAS comandata dal capitano di fregata Paolo Aloisi, incaricata di organizzare i mezzi d'assalto della Marina, cosa che iniziò verso la fine dell'aprile 1939 in una tenuta della famiglia Salviati situata nei dintorni della foce del fiume Serchio[23]. Inoltre nel 1936, vennero realizzati i primi esemplari di barchini progettati da Aimone di Savoia-Aosta[24], comandante di GeneralMAS, dalla quale dipendevano sia la 1ª Flottiglia MAS che le motosiluranti.
 
Il punto di partenza furono le versioni rinnovate dei MAS e i siluri. Nell'idea di Toschi e Tesei il siluro diventava un mezzo di incursione subacquea. Nacque così l'SLC (siluro a lenta corsa): siluri elettrici in grado di trasportare due uomini oltre alla testa esplosiva sganciabile, che veniva fissata dai due operatori alla chiglia della nave nemica.
 Questo mezzo è meglio noto con il nomignolo di maiale: l'origine del soprannome è incerta e da una parte vi è la forma goffa del mezzo, dall'altra il fatto che erano mezzi lenti e poco agili. I maiali erano portati sul luogo delle operazioni, generalmente nelle vicinanze di un porto nemico, per mezzo di sommergibili trasportatori, modificati per ospitare alcune di queste unità sul ponte. Inizialmente non era previsto l'utilizzo dei cassoni stagni contenitori dei mezzi d'assalto, ma solo delle staffe di ancoraggio al sommergibile stesso, questo però comportava un'immersione massima per il sommergibile trasportatore di soli 30 metri, quota massima operativa sperimentata per gli SLC. Per ovviare a questa limitazione, che tra l'altro rendeva il sommergibile più facilmente visibile da parte del nemico, si decise di montare sul ponte del sommergibile dei cassoni stagni di forma cilindrica, costruiti nei cantieri OTO Melara di La Spezia
 
Oltre ai MAS e SLC vennero sviluppati anche gli MTM (Motoscafi da Turismo Modificati): i barchini esplosivi.
 
La ricerca venne interrotta con la fine della guerra d'Etiopia, per riprendere solo alla fine del 1939. Alla vigilia dello scoppio della seconda guerra mondiale la Marina decise di riprendere gli studi per l'impiego operativo del maiale e dei barchini. L'attività della flottiglia inizialmente fu tesa alla sperimentazione in segreto delle nuove armi della Marina; diventò quindi un'unità speciale, ad attività riservata.
 
La seconda guerra mondiale: la Xª Flottiglia MAS [modifica sorgente]
 




Un orologio Radiomir Panerai con quadrante luminoso attraverso una miscela a base di radio, per l'epoca materiale ad alta tecnologia, fornito alla Regia Marina per i palombari
Fu confermato l'utilizzo dei mezzi presenti nella 1ª Flottiglia e fu riconosciuta formalmente la specialità degli uomini d'assalto, sommozzatori in grado di nuotare fino a sotto le navi nemiche per collocarvi dell'esplosivo. I mezzi usati per trasportare queste testate esplosive, del peso di circa 300 kg, erano dei siluri modificati, appunto i Siluri a Lenta Corsa. Il reparto subacqueo era ora comandato dal tenente di vascello Junio Valerio Borghese. Nel centro esisteva un Reparto tecnico-sperimentale, comandato dal tenente di vascello Angelo Belloni, per gli studi e le indagini sulle applicazioni di nuove attrezzature, che dovevano migliorare l'efficienza e la sicurezza di tutte le apparecchiature subacquee in dotazione alla flottiglia. Tra gli utilizzatori vi era il Gruppo Gamma, comandato dal tenente di vascello Eugenio Wolk; questo gruppo introdusse l'impiego di pinne e guanti palmati durante gli addestramenti alle future missioni[25].
 
Quanto ai motoscafi modificati, i barchini esplosivi, essi vennero inquadrati in una unità comandata da Giorgio Giobbe, che non venne inizialmente utilizzata perché queste imbarcazioni venivano considerate "mezzi di ripiego"[26]. I "barchini" avevano il loro rifugio alla Spezia e precisamente al "Balipedio[27] Cottrau", sulla via di Porto Venere[28].
 
Per il successo delle incursioni era necessario anche un equipaggiamento speciale, non solo dal punto di vista dei mezzi offensivi, ma anche dei dispositivi di navigazione (bussole) e degli accessori (profondimetri): il tutto fu oggetto di un attento studio.
 




Un Operatore Gamma della Xª MAS.
Ma in primo piano veniva sempre la fortissima motivazione con la quale gli operatori della Xª andavano in azione, diretta contro il potenziale bellico piuttosto che contro gli uomini.
 


« Nel corso di tutta la seconda guerra mondiale i mezzi d’assalto della Marina Italiana hanno subito perdite percentuali elevatissime, hanno inflitto duri colpi al nemico in momenti particolarmente critici della situazione navale nel Mediterraneo, ma non hanno ucciso praticamente nessuno...
 ...il mezzo d'assalto è stato l'unico mezzo di guerra che mirò unicamente alla distruzione del materiale del nemico... »
 


(dal libro dell'ammiraglio Virgilio Spigai "Cento uomini contro due flotte"[25])
 

Gli esordi [modifica sorgente]
 




Il sommergibile Gondar in banchina alla Spezia; si notino a prua della falsatorre i due contenitori cilindrici destinati ad ospitare i Siluri a lenta corsa
Le prime azioni di attacco si conclusero con risultati poco incoraggianti, a volte disastrosi. Nella prima missione, denominata G.A.1, destinata ad attaccare la rada di Alessandria d'Egitto, il 22 agosto 1940 nel golfo di Bomba il sommergibile Iride, che aveva caricato quattro SLC dalla motonave Calipso, e la motonave Monte Gargano, vennero affondati dagli inglesi con elevate perdite umane. Cinque marinai dell'Iride, silurato da uno Swordfish, vennero salvati proprio da alcuni degli operatori della Xª che al momento dell'affondamento del sommergibile erano temporaneamente sulla Monte Gargano.
 Una seconda operazione contro Alessandria, la G.A.2, ed una contro Gibilterra, la B.G.1, si conclusero senza esiti positivi, anche se con minori perdite umane[29]: nella missione G.A.2 vi fu un morto e il sommergibile Gondar venne autoaffondato dopo un'agonia di diverse ore, mentre la seconda, condotta dal comandante Borghese sul sommergibile Scirè, venne annullata quando il sommergibile era già alla volta di Gibilterra, perché la squadra navale bersaglio dell'incursione era uscita dal porto. Con l'affondamento del Gondar, oltre all'equipaggio vennero fatti prigionieri dagli inglesi il comandante Giorgini e anche diversi incursori.
 
La ricostruzione [modifica sorgente]
 
Dopo questi costosi fallimenti iniziali, in seguito alla cattura del comandante Giorgini, il comando dell'intero reparto venne affidato al capitano di fregata Vittorio Moccagatta. Il 15 marzo 1941 la 1ª Flottiglia MAS fu ribattezzata proprio su proposta (fatta il 10 marzo 1941) 10ª Flottiglia MAS[30]. Il nuovo nome fu scelto in riferimento alla legione prediletta di Giulio Cesare, la Legio X Gemina.
 
Il 29 ottobre 1940 lo Scirè (comandato ancora da Borghese e con tre SLC a bordo), tentò nuovamente un'azione denominata B.G.1 contro Gibilterra, che venne interrotta e ritentata con denominazione B.G.2 il 30 dello stesso mese. La coppia de la Penne - Bianchi venne subito intravista da un'imbarcazione nemica e per non destare sospetti portarono in immersione il loro SLC, che però si guastò non permettendo più la risalita. I due assaltatori lo abbandonarono e raggiunsero a nuoto la costa spagnola. Tesei e Pedretti, che pilotavano un altro SLC, furono capaci di arrivare all'imboccatura del porto, ma al momento dell'immersione constatarono che i loro respiratori non funzionavano, e dovettero desistere affondando il mezzo e nuotando fino alla riva spagnola, da dove vennero rimpatriati assieme a de la Penne e Bianchi[31]. Birindelli e Paccagnini, nonostante problemi di galleggiamento con il loro mezzo, un respiratore bucato e una velocità alquanto ridotta, riuscirono con grande abilità ad arrivare a 70 metri dalla corazzata Barham[32] superando le reti antisiluro poste in sua difesa. A questo punto, inaspettatamente, l'SLC si bloccò sul fondale. Birindelli (rimasto solo in quanto Paccagnini era risalito in superficie per mancanza di ossigeno) tentò di trascinare la testata fin sotto la nave nemica, ma dopo poco tempo dovette abbandonare i suoi propositi in quanto stremato. Risalito in superficie tentò di fuggire, ma venne scoperto e preso prigioniero assieme a Paccagnini dai soldati inglesi.
 
La missione fu un totale insuccesso, ma almeno era stata dimostrata la capacità degli incursori di penetrare in un porto nemico ben presidiato.
 
I primi successi [modifica sorgente]
 




Per approfondire, vedi attacco alla Baia di Suda.
 



« Se la Xª MAS fosse stata pienamente operativa nel giugno 1940, quando gli inglesi non disponevano ancora dell'Ultra né di buoni sistemi di vigilanza nei porti di Alessandria, Gibilterra e La Valletta, la guerra probabilmente avrebbe avuto un esito assai diverso.[33] »
 





Il relitto della HMS York ispezionato da una squadra di marinai della torpediniera Sirio dopo la resa di Creta
La prima azione coronata da successo fu quella del 25 marzo 1941[34]: sei barchini esplosivi presero di mira diverse unità nemiche nella baia di Suda, a Creta, affondando fra l'altro l'incrociatore York. L'incursione, con al comando il tenente di vascello Luigi Faggioni, venne effettuata appunto da sei MTM che riuscirono a forzare durante la notte le ostruzioni della baia e rimasero in attesa fino a che le luci dell'alba permisero di individuare chiaramente le sagome degli obbiettivi ancorati in rada. Un barchino centrò lo York, che si adagiò sul fondale, ma con danni talmente gravi che non venne comunque recuperato; un secondo, pilotato dal sergente cannoniere Emilio Barberi, che per l'azione verrà decorato con la medaglia d'oro al valor militare[35], centrò la petroliera Pericles, ed il terzo mancò il suo bersaglio programmato centrando un molo. Le altre unità ebbero problemi di natura meccanica o relativi ai malesseri dei piloti dovuti alle condizioni estreme nelle quali operavano; gli equipaggi causarono quindi l'affondamento dei loro mezzi.
 
Alcune operazioni successive, comunque, non andarono a buon fine. Nell'aprile 1941 venne tentata una ricognizione offensiva nelle acque di Corfù (Grecia), precisamente a Porto Edda, comandata dallo stesso Moccagatta. Due MAS, il 539 e il 535, scortarono due MTS[36], il primo con equipaggio il capitano di corvetta Giorgio Giobbe e il sottotenente di vascello Aldo Massarini, ed il secondo con il sottotenente di vascello Renato Iovine ed il 2º capo motorista Enrico Cerruti. La missione venne abortita[29]. Inoltre la notte tra il 25 e il 26 maggio 1941, la missione B.G.3, ancora con obiettivo Gibilterra e basata su tre SLC partiti dal sommergibile Sciré, venne annullata, ma tutti gli operatori rientrarono alla base[29].
 
L'attacco a Malta e la morte di Tesei [modifica sorgente]
 




Per approfondire, vedi attacco a Malta.
 

Nel maggio successivo fu tentata un'altra missione contro il porto di Gibilterra, ancora con il sommergibile Scirè comandato dal tenente di vascello Junio Valerio Borghese e ancora caratterizzata da un fallimento dovuto a problemi tecnici dei mezzi.
 




Il Forte Sant'Elmo nel 2008; a destra, il vuoto occupato prima dell'attacco dalle ostruzioni fatte saltare dagli MTM italiani
A luglio un'ambiziosa e temeraria azione contro Malta, denominata Malta 2, finì invece in un disastro. Il 25 e 26 luglio 1941 la Xª MAS provò ad attaccare il possedimento inglese partendo dalla nave appoggio Diana e da due MAS, il 451 del sottotenente di vascello Giorgio Sciolette ed il 452 al comando del tenente di vascello Giobatta Parodi (recante a bordo il capitano di fregata Vittorio Moccagatta ed il capitano medico Bruno Falcomatà); con loro un consistente gruppo di barchini esplosivi e due SLC: il piano operativo prevedeva che durante la notte l'SLC facesse saltare le ostruzioni di ponte sant'Elmo che chiudevano il porto di La Valletta, e immediatamente i barchini avrebbero dovuto irrompere nel varco e colpire le navi all'ancora. L'altro SLC avrebbe dovuto attaccare i sommergibili inglesi in porto.
 

L'attacco iniziale alle ostruzioni doveva essere portato dal maggiore Tesei, fondatore del gruppo, che visto il ritardo accumulato a causa delle varie avarie ai mezzi si portò con il suo SLC insieme al 2º capo palombaro Alcide Pedretti per far saltare le ostruzioni[37]. Le difese dell'isola erano però entrate in stato di allerta grazie agli avvistamenti radar; Tesei saltò in aria col suo mezzo spolettato a tempo zero (esplosione immediata)[38] facendo crollare una parte del ponte girevole di sant'Elmo, ma ostruendo anche il passaggio; molti degli incursori che si lanciarono in successione contro l'entrata vennero falciati dalle postazioni che difendevano l'imboccatura di una delle due baie che costituiscono il porto, Marsamuscetto (l'altra è il Grand Harbour, o Porto Grande); infine, all'alba, decollarono dagli aeroporti dell'isola (Ħal Far e Luqa) trenta aerei da caccia Hurricane inglesi del 126º, 185º e 251º Squadron che individuarono le navi appoggio italiane e le colpirono duramente, causando anche molti morti e feriti, tra i quali Moccagatta, nonostante venissero contrastati da dieci caccia Macchi MC.200 del 54º Stormo. Nella battaglia aerea secondo gli italiani vennero abbattuti tre Hurricane contro due Macchi, mentre gli inglesi affermarono di aver abbattuto tre Macchi perdendo un solo Hurricane.
 

Per l'azione a Tesei verrà concessa la medaglia d'oro al valor militare alla memoria, così come a Pedretti (entrambi reduci da una prima missione contro Gibilterra e superstiti all'affondamento del sommergibile Iride durante l'operazione G.A.1), e a Moccagatta[39]. Il bilancio complessivo dell'azione fu di 15 morti, 18 prigionieri e la perdita di due MAS, due SLC e otto MTM.
 
I fallimenti furono comunque utili per accumulare esperienza e mettere a punto tecniche e materiali. Anche l'episodio di Malta, che avrebbe potuto segnare la fine dell'incursione subacquea, divenne invece lo sprone per fare meglio: nuove risorse furono assegnate ai reparti d'assalto, mentre a quelli subacquei e di superficie si affiancò il nuovo "Gruppo Gamma", costituito da nuotatori d'assalto[40].
 
Il 20 settembre 1941 finalmente i "maiali" dello Scirè a Gibilterra riuscirono ad affondare due piroscafi e una petroliera militare. Il dicembre successivo la Xª Flottiglia MAS effettuava l'azione più nota, l'affondamento delle navi da battaglia britanniche HMS Valiant e la nave ammiraglia HMS Queen Elizabeth.
 
L'affondamento della Valiant e della Queen Elizabeth [modifica sorgente]
 




Per approfondire, vedi impresa di Alessandria.
 



« ...sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse. »
 


(Winston Churchill)
 

La più celebre delle azioni della Xª Flottiglia MAS (operazione G.A.3), l'affondamento delle corazzate inglesi Valiant e Queen Elizabeth e della petroliera Sagona ormeggiate nel porto di Alessandria d'Egitto, venne effettuata il 19 dicembre 1941. Si trattò di una sorta di rivincita delle forze armate italiane per le gravi perdite navali subite nella notte di Taranto (ottobre 1940). È rimasta famosa anche come Impresa di Alessandria.
 
La notte del 3 dicembre il sommergibile Sciré comandato dal tenente di vascello Junio Valerio Borghese lasciò La Spezia per la missione G.A.3. Dopo uno scalo a Lero, in Egeo, giunti sul posto dopo il trasferimento aereo dall'Italia, per imbarcare gli operatori dei mezzi d'assalto, il 14 dicembre il sommergibile si diresse verso la costa egiziana per l'attacco previsto nella notte del 17. Una violenta mareggiata però fece ritardare l'azione di un giorno. La notte del 18, con condizioni del mare ottimali, approfittando dell'arrivo di tre cacciatorpediniere che obbligarono i britannici ad aprire un varco nelle difese del porto, i tre SLC (siluro a lenta corsa), pilotati ciascuno da due uomini di equipaggio, penetrarono nella base per dirigersi verso i loro obiettivi. Gli incursori dovevano giungere sotto la chiglia del proprio bersaglio, piazzare la carica d'esplosivo e successivamente abbandonare la zona dirigendosi a terra e autonomamente cercare di raggiungere il sommergibile che li avrebbe attesi qualche giorno dopo al largo di Rosetta.
 




La HMS Queen Elizabeth circondata da reti parasiluri nel porto di Alessandria prima dell'attacco.
L'equipaggio Durand de la Penne - Bianchi sul maiale nº 221 puntò verso la nave da battaglia Valiant. Perso il secondo a causa di un malore, de la Penne trascinò sul fondo il proprio mezzo fino a posizionarlo sotto la carena della nave da battaglia prima di affiorare, essere catturato e portato proprio sulla corazzata. Dopo poco, gli inglesi catturarono anche Bianchi, che era risalito alla superficie e si era aggrappato ad una boa di ormeggio della corazzata, e lo rinchiusero nello stesso compartimento sotto la linea di galleggiamento nel quale avevano portato Durand de la Penne, nella speranza di convincerli a rivelare il posizionamento delle cariche. Alle 05:30, a mezz'ora dallo scoppio, de la Penne chiamò il personale di sorveglianza per farsi condurre dall'ammiraglio Cunningham, comandante della Mediterranean Fleet, ed informarlo del rischio corso dall'equipaggio; ciò nonostante Cunningham fece riportare l'ufficiale italiano dov'era. All'ora prevista l'esplosione squarciò la carena della corazzata provocando l'allagamento di diversi compartimenti mentre molti altri venivano invasi dal fumo, ma il compartimento che ospitava gli italiani rimase intatto e i due vennero evacuati insieme al resto dell'equipaggio[41].
 
Martellotta e Mario Marino, sul maiale nº 222, costretti a navigare in superficie a causa di un malore del primo, condussero il loro attacco alla petroliera Sagona. Dopo aver preso terra vennero anch'essi catturati dagli egiziani. Intorno alle sei del mattino successivo ebbero luogo le esplosioni. Quattro navi furono gravemente danneggiate nell'impresa: oltre alle tre citate anche il cacciatorpediniere HMS Jervis, ormeggiato a fianco della Sagona, fu infatti vittima delle cariche posate dagli assaltatori italiani.
 




Esemplare di "Siluro San Bartolomeo" (altro tipo di "siluro a lenta corsa") della seconda guerra mondiale, esposto nel Submarine Museum, Gosport.
Antonio Marceglia e Schergat sul maiale nº 223, in una «missione perfetta»[42], «da manuale»[43] rispetto a quelle degli altri operatori, attaccarono invece la Queen Elizabeth, alla quale agganciarono la testata esplosiva del loro maiale, quindi raggiunsero terra e riuscirono ad allontanarsi da Alessandria, per essere catturati il giorno successivo, a causa dell'approssimazione con la quale il nostro servizio segreto militare, il SIM, aveva preparato la fuga: vennero date agli incursori banconote che non avevano più corso legale in Egitto e per cercare di cambiare le quali l'equipaggio perse tempo. Nonostante il tentativo degli italiani di spacciarsi per marinai francesi appartenenti all'equipaggio di una delle navi in rada, vennero riconosciuti e catturati[44].
 
Sebbene l'azione fosse stata un successo, le navi si adagiarono sul fondo, e non fu immediatamente possibile avere la certezza che non fossero in grado di riprendere il mare. Nonostante tutto, le perdite di vite umane furono molto contenute: solo 8 marinai persero la vita.[45]
 




Il sottomarino Scirè
L'azione italiana costò agli inglesi, in termini di naviglio pesante messo fuori uso, come una battaglia navale perduta e fu tenuta per lungo tempo nascosta anche a causa della cattura degli equipaggi italiani che effettuarono la missione. La Valiant subì danni alla carena in un'area di 20 x 10 m a sinistra della torre A[46], con allagamento del magazzino munizioni A e di vari compartimenti contigui. Anche gli ingranaggi della stessa torre vennero danneggiati e il movimento meccanico impossibilitato, oltre a danni all'impianto elettrico. La nave dovette trasferirsi a Durban per le riparazioni più importanti che vennero effettuate tra il 15 aprile ed il 7 luglio 1942[47]. Le caldaie e le turbine rimasero però intatte. La Queen Elizabeth invece fu squarciata sotto la sala caldaie B con una falla di 65 x 30 m che passava da dritta a sinistra, danneggiando l'impianto elettrico ed allagando anche i magazzini munizioni da 4,5", ma lasciando intatte le torri principali e secondarie. La nave riprese il mare solo per essere trasferita a Norfolk, in Virginia, dove rimase in riparazione per 17 mesi.
 
Per la prima volta dall'inizio del conflitto, la flotta italiana si trovava in netta superiorità rispetto a quella britannica, a cui non era rimasta operativa alcuna corazzata (la HMS Barham era stata a sua volta affondata da un sommergibile tedesco il 25 novembre 1941). La Mediterranean Fleet alla fine del 1941 disponeva solo di quattro incrociatori leggeri e alcuni cacciatorpediniere[48].
 
L'ammiraglio Cunningham per ingannare i ricognitori italiani decise di rimanere con tutto l'equipaggio a bordo dell'ammiraglia che, fortunatamente per lui, si appoggiò sul fondale poco profondo. Per mantenere credibile l'inganno nei confronti della ricognizione aerea, sulle navi si svolgevano regolarmente le cerimonie quotidiane, come l'alzabandiera[41]. Poiché l'affondamento avvenne in acque basse le due navi da battaglia furono recuperate negli anni successivi, ma la sconfitta rappresentò un colpo durissimo per la flotta britannica, che condizionò la strategia operativa anche ben lontano dal teatro operativo del Mediterraneo. A questo proposito, Churchill scrisse[49]:
 


« Tutte le nostre speranze di riuscire a inviare in Estremo Oriente delle forze navali dipendevano dalla possibilità d’impegnare sin dall’inizio con successo le forze navali avversarie nel Mediterraneo »
 

Tuttavia contrasti tra gli Stati Maggiori dell'Asse non permisero di sfruttare questa grande occasione di conquistare il predominio aeronavale nel Mediterraneo e occupare Malta.[50].
 
Durante il periodo dell'armistizio de la Penne venne decorato con la medaglia d'oro al valor militare[51] che gli venne appuntata dal commodoro sir Charles Morgan, ex comandante della Valiant. Stessa decorazione venne concessa agli altri cinque operatori della Xª.[52].
 
Dietro le linee [modifica sorgente]
 
Infiltrazione a Malta [modifica sorgente]
 
Una delle attività meno note del reparto fu quella di infiltrazione/esfiltrazione di sabotatori e membri dei servizi segreti dietro le linee nemiche. Uno dei casi più importanti fu quello di Carmelo Borg Pisani, sottocapomanipolo[53] della Milizia Marittima di origine maltese, irredentista venuto in Italia ed iscrittosi al Partito Nazionale Fascista per contribuire alla lotta antibritannica[54][55] [56][57] ed alla conseguente unione di Malta all'Italia.[58][59] [60] [61]
 
Nella notte tra il 17 e il 18 maggio 1942 Borg Pisani, che aveva seguito un corso di infiltrazione e tecniche di sabotaggio, si imbarcò come "sabotatore-informatore" ad Augusta sul MTSM (Motoscafo da Turismo Silurante Modificato) 214 in forza alla Xª Flottiglia Mas. Questo mezzo dipendeva dalla squadriglia di MTSM di base ad Augusta che svolgeva una intensa attività nelle acque di Malta, al comando del tenente di vascello Ongarillo Ungarelli. La notte dello sbarco Ungarelli accompagnò di persona la missione, che serviva a preparare il programmato sbarco a Malta, l'Operazione C3, che poi non venne effettuato. Data l'importanza della missione, il mezzo d'assalto, che procedeva di conserva col MTSM 218, fu scortato dalla torpediniera Abba (una torpediniera della classe Pilo, detta tre pipe) e dai MAS 451 e 452 fino a una distanza di sicurezza rispetto agli impianti radar dell'isola.
 
Separatesi dalla scorta, gli MTSM 214 e 218 proseguirono con i motori al minimo e in prossimità della costa inviarono dapprima un battello del MTSM 218 con un esperto nuotatore, che però fu trascinato dalle correnti e fatto prigioniero il giorno dopo. Successivamente l'MTSM 214 proseguì la sua navigazione silenziosa fino a circa 150 metri dalla scogliera, nella cala di Ras Id Dawara, verso il punto di approdo prescelto, posto sulla costa sud-ovest di Malta in una zona rocciosa presso l'isolotto di Filfola. Il luogo era stato scelto dallo stesso Borg Pisani, in virtù della sua conoscenza dei luoghi. Dopo l'approdo, però, l'ufficiale non riuscì a scalare la parete rocciosa e perse il battello con l'attrezzatura a causa dei marosi. Dopo due giorni di tentativi fu scorto da una vedetta inglese di pattuglia, processato ed impiccato; a Borg Pisani venne concessa la medaglia d'oro al valor militare alla memoria[62].
 
Azioni in Turchia [modifica sorgente]
 
Un altro sommozzatore che agì dietro le linee nemiche fu Luigi Ferraro, entrato negli operatori gamma nel 1942.
 
Nello stesso anno la sconfitta italo-tedesca nella seconda battaglia di El Alamein portò Ferraro ad ideare una missione che doveva svolgersi a Tripoli: egli avrebbe dovuto raggiungere la capitale libica prima degli inglesi e assumere i panni di normale cittadino per poi, una volta che la Royal Navy fosse entrata nel porto, compiere azioni di sabotaggio. Per far questo però egli chiese di portare con sé, come aiuto, sua moglie Orietta Romano[63]. Eugenio Wolk, suo comandante, dopo un'iniziale incertezza si convinse a dare il nulla osta alla missione, e così Ferraro partì alla volta di Sfax, in Tunisia[64].
 Gli eventi della guerra imposero all'italiano di rinunciare alla missione, in quanto Tripoli venne conquistata dagli inglesi prima che egli potesse raggiungerla.
 
Tornato in Italia, Junio Valerio Borghese, succeduto a Ernesto Forza nel comando della Xª Flottiglia MAS il 1º maggio 1943[65], gli affidò un'altra missione segreta: nel porto di Alessandretta gli Alleati praticavano da tempo un traffico di cromo[66], e lui avrebbe dovuto limitarlo affondando le navi che trasportavano il minerale, prestando la massima attenzione a non farsi scoprire in quanto la Turchia si era dichiarata neutrale.
 Con dei falsi documenti che attestavano il suo status di diplomatico presso il consolato italiano, Ferraro raggiunse la sua destinazione verso la metà del maggio 1943. Dopo circa un mese passato a fingere di essere un normale diplomatico con addirittura la paura dell'acqua[67], il sommozzatore italiano (aiutato dall'agente del SIM Giovanni Roccardi) entrò in azione la sera del 30 giugno 1943[68]: al largo stazionava il piroscafo Orion (7.000 t[69]) che Ferraro raggiunse a nuoto portando con sé le cariche esplosive[70], si immerse per attaccare gli ordigni alla chiglia della nave, e ritornò a riva raggiungendo il consolato senza farsi scoprire. Il 7 luglio l'Orion saltò in aria insieme al suo carico.
 Azioni simili vennero effettuate a Mersin ai danni dei piroscafi Kaituna (9 luglio) e Sicilian Prince (30 luglio), rispettivamente di 10.000 t e 5.000 t[69], e di nuovo ad Alessandretta contro la motonave Fernplant (1 agosto; 5.274 t[71]): la prima venne solamente danneggiata e un'ispezione inglese trovò una carica inesplosa, la seconda fu oggetto di controlli prima di salpare e gli ordigni vennero disinnescati, mentre la terza colò a picco[72].
 
Terminati i "bauletti" Ferraro con la scusa di una malattia tornò nell'Italia del nord e fu preso prigioniero dagli anglo-americani. Per le sue azioni gli vennero conferite quattro medaglie d'argento al valor militare, una per ogni azione. Nel dopoguerra queste gli vennero commutate con la medaglia d'oro al valor militare[73].
 
L'attività sino all'armistizio [modifica sorgente]
 




Junio Valerio Borghese assunse il comando della Xª Flottiglia MAS il 1° maggio 1943




Lo Scirè con i contenitori per tre mezzi d'assalto sul ponte di coperta
Un secondo tentativo condotto contro Alessandria nel maggio del 1942 non ebbe esito. Intanto i tedeschi richiesero l'invio di un reparto di Incursori per bloccare i porti del Mar Nero, e cinque barchini siluranti e altrettanti esplosivi con i loro equipaggi si avviarono verso la Crimea a bordo di autocarri.
 
Altri barchini partirono per il nord Africa, dove operarono lungo la costa in appoggio alle operazioni terrestri. Intanto lo Scirè, del quale Borghese aveva ceduto il comando al tenente di vascello Bruno Zelich, venne affondato davanti ad Haifa: trasportava alcuni nuotatori d'assalto, che dovevano attaccare il porto. Il 27 luglio 1942 lo Scirè lasciò la Spezia con a bordo un gruppo di incursori, facendo tappa alla base italiana di Lero nel Dodecaneso per acquisire anche i risultati della ricognizione aerea. Ripartito il 6 agosto, non diede più notizie di sé. Si saprà poi che il 10 agosto 1942 lo Scirè era stato individuato ed affondato dal peschereccio armato inglese HMS Islay proprio nei pressi di Haifa, senza alcun superstite. I corpi di due degli incursori, il tenente di vascello Egil Chersi ed il capo Del Ben vennero recuperati sulla spiaggia e tumulati dagli inglesi con gli onori militari. Allo Scirè venne concessa una delle tre medaglie d'oro al valor militare conferite ad unità navali durante la guerra[43][74].
 
A partire dal luglio 1942 a Gibilterra il ruolo dello Scirè venne assunto dal piroscafo Olterra e come osservatorio, da Villa Carmela, basi segrete della Xª Flottiglia MAS in territorio spagnolo, neutrale. All'organizzazione delle due basi partecipava anche il SIM, con personale delle tre forze armate; tra questi il maggiore Ranieri di Campello, che dopo l'8 settembre 1943 partecipò alla campagna d'Italia nel Primo Raggruppamento Motorizzato[75]. Queste basi, dalle quali nuotatori e subacquei uscivano per attaccare le navi in rada, permisero al gruppo denominato Squadriglia dell'Orsa Maggiore e successivamente ad altri gruppi una serie di operazioni coronate da successo.
 
L'andamento sfavorevole del conflitto costrinse a ridurre progressivamente il numero delle missioni.
 




Il Classe CA imbarcato sul sommergibile "Leonardo Da Vinci" durante le prove, si nota una delle morse che assicurano il CA all'avvicinatore
Vennero comunque valutate e pianificate azioni a Freetown (importante scalo per gli Alleati) e fino nel fiume Hudson a New York, ma non vennero mai realizzate. Era in programma anche un'azione per forzare il porto di Gibilterra in pieno giorno. In particolare l'azione contro il porto di New York venne valutata sia come azione in solitario della Xª Flottiglia MAS, che nella prospettiva di missione di supporto per l'azione della Regia Aeronautica denominata Operazione S. In questo caso un sommergibile della Decima avrebbe dovuto effettuare un rifornimento in pieno oceano Atlantico come scalo tecnico per l'idrovolante CANT Z.511. L'idea venne giudicata troppo azzardata, e la Regia Aeronautica optò successivamente per una missione senza scalo con un quadrimotore Savoia-Marchetti S.M.95, ma l'azione non venne mai compiuta[76]. L'azione in solitario della Xª Flottiglia MAS prevedeva, dopo la traversata atlantica iniziata a Bordeaux, l'avvicinamento al porto di New York da parte del sommergibile Leonardo da Vinci che, opportunamente modificato tramite la rimozione del cannone di bordo, avrebbe dovuto trasportare un mini sommergibile. Questo mini sommergibile, denominato CA, avrebbe poi risalito il fiume Hudson da Hamilton[77] fino al porto di New York per rilasciare gli operatori del Gruppo Gamma che avrebbero attaccato un grattacielo in città. L'attacco sarebbe stato di forte importanza dal punto di vista psicologico, si trattava infatti di dimostrare agli americani che non erano sicuri nemmeno in casa propria, ma anche questa missione rimase allo stadio di progetto a causa dell'armistizio.[78]
 
Fuori dal Mediterraneo [modifica sorgente]
 




Per approfondire, vedi XIIª Squadriglia MAS.
 

La flottiglia operò alcuni dei suoi mezzi anche al di fuori del teatro del Mediterraneo, precisamente in Finlandia e nel Mar Nero.
 
All'inizio del 1942 vennero trasferiti in Finlandia i quattro MAS della 12ª Squadriglia[79], comandata dal capitano di corvetta Bianchini. L'unità, forte di 17 ufficiali, 19 sottufficiali e 63 tra sottocapi e comuni, iniziò ad operare dal 25 luglio 1942[79]. I mezzi operarono per 90 giorni durante la guerra di continuazione con personale italiano e furono infine ceduti ai finlandesi[80] tra il 5 e il 26 giugno 1943[81]. Erano quattro mezzi della classe 500 - seconda serie, precisamente il 526, 527, 528 e 529; ognuno di essi aveva dieci uomini di equipaggio[82]. L'unità era a sua volta parte del Distaccamento navale internazionale K (Laivasto-osasto K- LOs.K.), formato il 17 maggio 1942 da tedeschi, italiani e finlandesi, che tentò senza successo di interrompere il flusso dei rifornimenti russi attraverso il lago Ladoga in direzione della città di Leningrado assediata fin dal settembre 1941, nonostante alcuni successi locali[83].
 
Nel Mar Nero [modifica sorgente]
 
Tra i reparti italiani inviati sul fronte orientale vi era anche una piccola unità della Regia Marina, distaccata dalla Xª Flottiglia MAS su esplicita richiesta tedesca per operare nel Mar Nero. L'unità, designata come 101ª Flottiglia MAS e posta al comando del capitano di fregata Francesco Mimbelli, era inizialmente composta da quattro MAS (aumentati poi a sette), sei sommergibili tascabili classe CB, cinque motoscafi siluranti e cinque barchini esplosivi.
 
L'unità venne trasferita via terra fino alle coste del Mar Nero (ove giunse nel maggio del 1942), con il nominativo di "Autocolonna M.O. Moccagatta" facendo base nei porti di Jalta e Feodosija, sulla penisola di Crimea. I MAS e i sommergibili italiani vennero subito coinvolti nelle operazioni contro la fortezza sovietica di Sebastopoli, attaccando il traffico da e verso la piazzaforte. Caduta la città (4 luglio 1942), l'unità venne spostata nel Mar d'Azov per fornire protezione al traffico navale tedesco, per poi continuare con le missioni di pattugliamento lungo le coste controllate dai sovietici.
 
La mancanza di combustibile e il cattivo andamento del conflitto influirono pesantemente sulle attività dei mezzi italiani. Il 20 maggio 1943 i MAS superstiti vennero ceduti alla Kriegsmarine, e gli equipaggi rimpatriati. I sommergibili continuarono ad operare con equipaggi italiani fino all'agosto del 1943 dalla base di Sebastopoli. A seguito dell'armistizio italiano reso noto col proclama Badoglio dell'8 settembre 1943, gli equipaggi vennero internati dai tedeschi, mentre i mezzi (ormai in pessimo stato di manutenzione) vennero acquisiti dai romeni, per finire poi nelle mani dei sovietici a Costanza nel 1944.
 
Durante la sua attività, l'unità riuscì ad affondare 3 navi da trasporto e 3 sommergibili sovietici, oltre a danneggiare l'incrociatore Molotov e il cacciatorpediniere Kharkov. Le perdite ammontarono ad un CB e a due MAS.
 
Un'altra piccola unità navale italiana operò tra il 15 agosto e il 22 ottobre 1942 sulle sponde del lago Ladoga, in appoggio alle truppe tedesche e finlandesi impegnate nell'assedio di Leningrado.
 
Nel Mar Nero, invece, le operazioni furono molto più proficue e compresero l'attacco portato, ancorché senza successo a causa della mancata esplosione di un siluro, al modernissimo conduttore di flottiglia Tashkent[84], il grave danneggiamento dell'incrociatore Molotov e quello lieve del cacciatorpediniere Kharkov, l'affondamento del sommergibile Qquoka, attacchi a motozattere, cannoniere e navi mercantili.
 
Affondamenti e danneggiamenti di naviglio sino all'armistizio [modifica sorgente]
 




Con degli MTM come questo venne effettuato l'attacco alla baia di Suda
Missioni compiute dagli incursori della Xª Flottiglia MAS durante la seconda guerra mondiale sino all'armistizio; anche in questo caso le tonnellate sotto specificate sono tonnellate di stazza, quindi unità di volume, e non di peso[85].
 Baia di Suda - 25-26 marzo 1941: affondamento dell'incrociatore York (8.250 t) e grave danneggiamento della nave cisterna Pericles (8.324 t)
 Alessandria - dicembre 1941 (operazione G.A.3): poste fuori servizio le due navi da battaglia Queen Elizabeth e Valiant; danneggiamento della nave cisterna Sagona (7.750 t) e del cacciatorpediniere Jervis (1.690 t)
 Sebastopoli - 10 giugno 1942: affondamento di una motonave da 5.000 t
 Sebastopoli - 12 giugno 1942: danneggiamento di un piroscafo da 10.000 t successivamente affondato da aerei tedeschi
 Sebastopoli - 18 giugno 1942: danneggiamento dell'incrociatore Molotov da 10.230 t e affondamento di due imbarcazioni armate
 Sebastopoli - 19 giugno 1942: affondamento del sommergibile Qquoka
 Sebastopoli - 1 luglio 1942: nell'occasione della capitolazione di Sebastopoli le unità della flottiglia svolsero un'intensa attività di rastrellamento, sostenendo scontri con motovedette e cannoniere. Affondamento di una motovedetta
 Gibilterra - luglio 1942: danneggiamento dei piroscafi Meta (1.575 t), Shuma (1.494 t), Empire Snipe (2.497 t) e Baron Douglas (3.899 t).
 Acque del Mar Nero: il tenente di vascello Emilio Legnani attaccò un incrociatore e un cacciatorpediniere affondando l'unità maggiore; venne decorato con medaglia d'oro al valor militare il 3 agosto 1942[86]
 Algeri - dicembre 1942: affondamento dei piroscafi Ocean Vanquisher (7.147 t) e Berto (1.493 t); danneggiamento dei piroscafi Empire Centaur (7.041 t) e Armattan (6.587 t)
 Gibilterra - maggio 1943: grave danneggiamento dei tre piroscafi Pat Harrison (7.000 t), Mashud (7.500 t) e Camerata (4.875 t).
 Sebastopoli - 19 maggio 1943: danneggiamento, dopo aspro combattimento, di due motovedette sovietiche.
 Alessandretta e Mersin - giugno, luglio e agosto 1943: affondamento dei piroscafi Orion (7.000 t) e Fernplant (5.274 t) e danneggiamento del piroscafo Kaituna (10.000 t)[87]
 Gibilterra - agosto 1943: affondamento della petroliera Thorshov (10.000 t) e dei piroscafi Stanridge (6.000 t) e Harrison Gray Otis (7.000 t).
 
Per le attività svolte, il reparto fu decorato di medaglia d'oro al valor militare[88] con la motivazione:
 


« Erede diretta delle glorie dei violatori di porti che stupirono il mondo con le loro gesta nella prima guerra mondiale e dettero alla Marina Italiana un primato finora ineguagliato, la X Flottiglia M.A.S. ha dimostrato che il seme gettato dagli eroi nel passato ha fruttato buona messe. In numerose audacissime imprese, sprezzante di ogni pericolo, fra difficoltà di ogni genere create, così, dalle difficili condizioni naturali, come nei perfetti apprestamenti difensivi dei porti, gli arditi dei reparti di assalto della Regia Marina, plasmati e guidati dalla X Flottiglia M.A.S., hanno saputo raggiungere il nemico nei più sicuri recessi dei muniti porti, affondando due navi da battaglia, due incrociatori, un cacciatorpediniere e numerosi piroscafi per oltre 100.000 tonnellate.
 Fascio eletto di spiriti eroici, la X Flottiglia M.A.S. è rimasta fedele al suo motto: "Per il Re e la Bandiera".
 
Mediterraneo, 1940 - 1943 »
 

I mezzi impiegati durante la seconda guerra mondiale [modifica sorgente]
 




Un siluro a lenta corsa, probabilmente al Varignano, in una foto dell'epoca Avvicinatori - qualunque natante modificato per il trasporto e le operazioni di mezzi d'assalto. Tra i tanti: sommerigibili Scirè, Ambra; motopescherecci Cefalo, Sogliola; cacciatorpediniere Granatiere, Crispi, Sella, Grecale; avviso Diana; motoveliero Costanza
 «Canguri» - due motosiluranti, classe CRDA 60 t. 2ª serie, gli MS 74 e MS 75, modificati per trasporto, messa in mare e recupero di mezzi d'assalto e SLC
 Caproni CA e Caproni CB: sommergibili tascabili
 M.A.S. - Motoscafo Anti Sommergibile
 M.S. - Motosilurante
 M.T.L. - Motoscafo Turismo Lento: unità per trasporto, messa in mare e recupero di due Siluri a Lenta Corsa; 6 unità consegnate all'armistizio[89].
 Scafo «R» - piccolo kayak in alluminio; disponeva di una carica staccabile a prua e di un'elica propulsa da motore elettrico, in aggiunta ai remi; 4 unità consegnate all'armistizio[89].
 Barchino esplosivo - circa 100 unità complessive tra[90] M.A. - Motoscafo d'Assalto
 M.A.T. - Motoscafo Avio Trasportato: motoscafo con la prua riempita di tritolo che avrebbe dovuto essere portato nel luogo dell'azione per via aerea, attaccato alla fusoliera di un idrovolante. L'interessamento di Domenico Cavagnari fece sì che nel febbraio 1936 venisse ordinato il primo M.A.T, collaudato prima della fine dell'anno con esito discreto. Nel 1937 un altro motoscafo era pronto e il 28 settembre dello stesso anno ne vennero ordinati dodici, ma successivamente la Regia Marina revocò l'ordine in quanto il M.A.T. presentava troppe incognite[91]
 M.T.M. - Motoscafo Turismo Migliorato/Modificato, la serie principale
 M.T.R. - Motoscafo Turismo Ridotto
 M.T.R.M. - Motoscafo Turismo Ridotto Modificato
 
Motoscafi siluranti - circa 90 unità complessiva[90] M.T.S. - Motoscafo Turismo Silurante, 4 unità consegnate
 M.T.S.M. - Motoscafo Turismo Silurante Modificato, 32 unità consegnate
 M.T.S.M.A. anche abbreviato in 'S.M.A.[90] - Motoscafo Turismo Silurante Modificato Allargato, ordinati 83 esemplari all'armistizio, di questi solo 3 consegnati; successivamente 97 ordinati dalla Kriegsmarine di cui circa 40 consegnati
 
V.A.S. - Vedetta Anti Sommergibile
 
Dopo l'Armistizio [modifica sorgente]
 
L'armistizio di Cassibile, reso noto l'8 settembre 1943, divise in due parti la Xª Flottiglia MAS. Quando l'ammiraglio Raffaele De Courten andò a chiedere consiglio al grande ammiraglio Paolo Thaon di Revel, questi rispose:
 


« In momenti così delicati è doveroso lasciare massima libertà alle coscienze, purché esse siano sinceramente rivolte al bene del Paese. (...)[92] »
 

Nella Regia Marina [modifica sorgente]
 
C
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 04, 2013, 15:55:34 pm
Le storia della Beffa di Buccari cui prese parte il poeta Gabriele D'Annunzio :

Da Wikipedia : http://it.wikipedia.org/wiki/Beffa_di_Buccari

Beffa di Buccari


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.




 


Beffa di Buccari
 
parte delle operazioni navali nel mare Adriatico nella prima guerra mondiale
 






I protagonisti della beffa di Buccari, da sinistra Luigi Rizzo, Gabriele D'Annunzio e Costanzo Ciano, in posa per la foto dopo la missione.
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Data
 
10 - 11 febbraio 1918
 


Luogo
 
Baia di Buccari
 


Esito
 
Inconclusivo
 


Schieramenti
 






Regia Marina
 
k.u.k. Kriegsmarine

 



Comandanti
 






Costanzo Ciano
 
Sconosciuto
 



Effettivi
 






MAS 94
 MAS 95
 MAS 96
 
Difese costiere del porto di Buccari
 



Perdite
 






Nessuna
 
Un piroscafo danneggiato
 



Voci di battaglie presenti su Wikipedia
 



[mostra]

V · D · M
 Battaglia del
 Mar Mediterraneo
(1914-1918)
 









La beffa di Buccari è un raid militare nella baia di Buccari (in croato Bakar), portato a termine da incursori della Regia Marina su MAS, nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918, durante la Prima guerra mondiale[1].
 
Nonostante le limitate conseguenze materiali, tale azione ebbe l'effetto di risollevare il morale italiano, fortemente messo a dura prova dallo sfondamento di Caporetto di alcuni mesi prima. Dopo la vittoriosa incursione su Trieste del dicembre 1917, in cui i MAS 9 e 13, rispettivamente guidati da Luigi Rizzo e Andrea Ferrarini, affondarono la corazzata austro-ungarica Wien e danneggiarono la Budapest, fu decisa un'azione di forzamento della baia di Buccari dove erano stanziate diverse unità navali nemiche[2].
 


Indice
  [nascondi]  1 I preparativi
 2 L'azione
 3 I risultati dell'azione
 4 Note
 5 Bibliografia
 6 Voci correlate
 
I preparativi [modifica]
 
Il 9 gennaio 1918 l'ammiraglio Luigi Cito emanò le direttive con foglio d'ordini 148 RR.P., e il giorno seguente l'ammiraglio Casanova, comandante della Divisione Navale di Venezia emanò gli ordini dettagliati per l'esecuzione dell'operazione contro la baia di Buccari. Le condizioni meteorologiche però non consentirono l'effettuazione dell'uscita e questa venne rinviata fino al 4 febbraio, quando una ricognizione di un idrovolante su Pola, Fiume e Buccari segnalò la presenza di quattro unità nemiche nella rada di Buccari[2]; così il 7 febbraio, tramite il foglio 514 RR.P. e l'8 con il foglio 60 RR. vennero nuovamente emanati gli ordini esecutivi per un'azione nella baia di Buccari[3]. Le unità designate all'operazione furono il MAS 94 (sottotenente di vascello CREM Andrea Ferrarini), il MAS 95 (tenente di vascello compl. Profeta De Santis), e il MAS 96 (capitano di corvetta Luigi Rizzo) con a bordo il comandante di missione capitano di fregata Costanzo Ciano[3] e Gabriele D'Annunzio[1].
 
Gli ordini prevedevano la costituzione di tre gruppi navali di cacciatorpediniere ed esploratori a traino e sostegno dei tre MAS:
 1º gruppo (capitano di fregata Pietro Lodolo) composto dall'esploratore Aquila e dai caccia Acerbi, Sirtori, Stocco, Ardente e Ardito; le unità dovevano ancorarsi a Porto Levante e tenersi pronte ad intervenire su ordine del Comando in Capo di Venezia.
 2º gruppo (capitano di fregata Arturo Ciano) composto dai caccia Animoso, Audace e Abba che dovevano rimorchiare i MAS fino a 20 miglia a ponente dell'isola di Sansego (punto "O"), qui avrebbe ceduto a rimorchio i MAS alle torpediniere e si sarebbe riposizionato ad una distanza di 50 miglia da Ancona per fornire assistenza ai MAS nella fase di rientro.
 3º gruppo (capitano di corvetta Matteo Spano) composto dalle torpediniere 18 P.N., 13 P.N. e 12 P.N., avrebbe rimorchiato i MAS fino alla congiungente Punta Kabile di Cherso - Punta Sant'Andrea (punto "A")[3].
 
Inoltre il sommergibile F5 sarebbe rimasto in agguato in un'area di 15 miglia a ponente di Pola e il sommergibile F3 a 15 miglia a sud di Capo Promontore[4].
 
L'azione [modifica]
 




La baia di Buccari
Dopo quattordici ore di navigazione, alle 22.00 circa del 10 febbraio, i tre MAS iniziarono il loro pericoloso trasferimento dalla zona compresa tra l'isola di Cherso e la costa istriana sino alla baia di Buccari dove, secondo le informazioni dello spionaggio, sostavano unità nemiche sia mercantili sia militari[1].
 


« Partiti da Venezia alle 10:45 il rimorchio durò fino alle 18:15, quando i cavi di rimorchio furono passati alle torpediniere. »
 

Questo il rapporto dell'Animoso che insieme agli altri caccia del 2º gruppo si sarebbe poi diretto verso Ancona, mentre dal rapporto della torpediniera 18 P.N.:
 


« Alle 18:30 assunta la formazione in linea di fila con i MAS al rimorchio dirigo verso l'isola di Unie[5]. »
 


Alle ore 22:15, giunti in prossimità del punto previsto, i MAS lasciarono i rimorchi e le siluranti diressero per il rientro. I tre motoscafi iniziarono quindi l'attraversamento della stretta della Farasina, senza che la batteria di Porto Re li scorgesse, e, giunti ad un miglio dalla costa, spensero i motori a scoppio per azionare quelli elettrici. Alle 0:35 i MAS giunsero all'imboccatura della baia di Buccari senza incontrare ostruzioni e individuarono gli obiettivi, tre piroscafi da carico e uno passeggeri. I bersagli vennero quindi suddivisi tra i tre MAS: il MAS 96 piroscafo 1, il MAS 94 sarebbe stato l'unico a dover colpire due piroscafi, 2 e 3, e il MAS 95 il piroscafo 4[6].
 




Due MAS in esercitazione, 1918 circa.
Alle 01:20 i MAS lanciarono i loro siluri; il MAS 95 lanciò un siluro contro l'albero di trinchetto e un siluro al centro sotto il fumaiolo del piroscafo 4; il MAS 94 lanciò un siluro al centro del piroscafo 2 e al centro del piroscafo 3, mentre il MAS 96 lanciò due siluri al fumaiolo di cui uno esplose. Dei sei siluri lanciati solo uno esplose, a dimostrazione che le unità erano protette da reti antisiluranti e che lo scoppio del secondo siluro del MAS 96 indicava la probabile rottura della rete col primo siluro che consentì la penetrazione del secondo[6]. Allo scoppio del siluro l'allarme fu immediato e i MAS presero subito la via del rientro e, giunti al punto di riunione prestabilito, rientrarono ad Ancona alle 7:45.
 
Le unità italiane riuscirono a riguadagnare il largo tra l'incredulità dei posti di vedetta austriaci che non credettero possibile che unità italiane fossero entrate fino in fondo al porto e che non reagirono con le armi, ritenendo dovesse trattarsi di naviglio austriaco[1]. Tre bottiglie suggellate dai colori nazionali furono lasciate su galleggianti nella parte più interna della baia di Buccari, con all'interno un messaggio scritto da D'Annunzio, fatto che dette all'azione l'appellativo di "beffa di Buccari"[6].
 
I risultati dell'azione [modifica]
 




Il testo dei volantini lasciati nel mare di Buccari da Gabriele D'Annunzio durante la missione.
Dal punto di vista tattico-operativo, l'azione fece emergere la totale mancanza di coordinamento nel sistema di vigilanza costiero austriaco e le numerose lacune difensive presenti, che resero possibile questa audace azione dei marinai italiani. D'altro canto però le navi, protette dalle reti, non riportarono alcun danno materiale. L'impresa costrinse il nemico ad un maggiore impegno di energie in nuovi adattamenti difensivi e di vigilanza e comunque ebbe una pesante influenza negativa sul morale austriaco[7].
 
Ma l'impresa di Buccari ebbe una grande risonanza in Italia, in una fase della guerra in cui gli aspetti psicologici stavano acquistando un'incredibile importanza. D'Annunzio ebbe un ruolo principale in questo, il messaggio lasciato nelle tre bottiglie ebbe grande diffusione e contribuì a risollevare il morale dell'esercito impegnato sul Piave[1].
 


« In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l'inosabile. E un buon compagno, ben noto - il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro - è venuto con loro a beffarsi della taglia »
 


(Testo del messaggio lasciato da D'Annunzio nelle acque di Buccari.)
 

Per l'Italia, che si stava riorganizzando dopo il disastro di Caporetto, l'eco della riuscita nell'impresa fu notevole e rinvigorì lo spirito dei soldati e della popolazione. L'entusiasmo avrebbe raggiunto il culmine pochi mesi dopo con il famoso Volo su Vienna. Dell'avventura della Baia di Buccari resta un libriccino edito nel 1918 dai consueti editori dannunziani, i Fratelli Treves, dal titolo: La Beffa di Buccari - con aggiunti La Canzone del Quarnaro, Il catalogo dei Trenta di Buccari, Il Cartello Manoscritto e Due Carte Marine. Il testo è completato dalle strofe de La Canzone del Quarnaro che, al tempo, ebbe notevole fama (successivamente il testo fu musicato da Luigi Dallapiccola nel 1930).
 
Note [modifica]
 1.^ a b c d e La beffa di Buccari (10-11 febbraio 1918). marina.difesa.it. URL consultato in data 03 dicembre 2011.
 2.^ a b Favre, op. cit., p. 232.
 3.^ a b c Favre, op. cit., p. 271.
 4.^ Favre, op. cit., pp. 271, 272.
 5.^ Entrambe le citazioni provengono da Favre, op. cit., p. 272.
 6.^ a b c Favre, op. cit., p. 272.
 7.^ Favre, op. cit., p. 233.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 04, 2013, 15:58:55 pm
Fonte : https://it.wikipedia.org/wiki/X%C2%AA_Flottiglia_MAS_(Repubblica_Sociale_Italiana)

Xª Flottiglia MAS (Repubblica Sociale Italiana)


Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.




 


Xª Flottiglia MAS
 






Descrizione generale
 


Attiva
 
1943-1945
 


Nazione
 
 Repubblica Sociale Italiana
 


Alleanza
 
 Germania
 


Tipo
 
Divisione fanteria di marina binaria con reparti di naviglio sottile
 


Dimensione
 
circa 20.000 uomini
 


Equipaggiamento
 
Unità di terra: armamento leggero da fanteria; panzerfaust; artiglieria da campagna. Unità navali: naviglio sottile
 


Soprannome
 
Decima; Divisione Decima
 


Motto
 
Per l'onore d'Italia
 


Marcia
 
Inno della Decima
 


Battaglie/guerre
 
Anzio (1944); operazione Aquila (1944); Tarnova della Selva (1944); Senio e Polesine (1945)
 


Parte di
 



Marina Nazionale Repubblicana (anche se alla costituzione era un corpo autonomo)
 







[senza fonte]
 


Voci di unità militari presenti su Wikipedia
 

La Xª[1] Flottiglia MAS (dal 1º maggio 1944, con l'unificazione di vari battaglioni, rinominata in Xª Divisione MAS[2] anche se è meglio nota semplicemente solo e soltanto come Xª MAS) è stato un corpo militare indipendente, ufficialmente parte della Marina Nazionale Repubblicana della Repubblica Sociale Italiana attivo dal 1943 al 1945. La Xª Flottiglia MAS al nord, al comando del capitano di fregata Junio Valerio Borghese in seguito all'armistizio di Cassibile strinse accordi di alleanza con il capitano di vascello Berninghaus della Marina da guerra germanica.
 
Durante i due anni che seguirono operò in coordinazione coi reparti tedeschi sia per contrastare l'avanzata alleata dopo lo sbarco di Anzio e sulla Linea Verde e nel Polesine, sia in operazioni contro la resistenza italiana, attività durante la quale l'unità impiegò metodi di repressione violenti e terroristici e si macchiò di crimini di guerra[3], e infine nel tentativo di difendere i confini nordorientali dalla controffensiva iugoslava, cercando anche di affermare l'italianità di quelle regioni di fronte alle politiche annessionistiche dell'occupante tedesco[4][5][6] sostenuto da elementi collaborazionisti serbi, croati e sloveni[7]. Peraltro questi tentativi velleitari non ottennero risultati ed i reparti inviati in Friuli furono presto fatti trasferire oltre il Piave, a Thiene, dal Gauleiter Rainer, deciso a mantenere il controllo totale della regione[8].
 
La Xª Divisione MAS si arrese il 26 aprile 1945 ai rappresentanti del Comitato di Liberazione Nazionale (CLN) nella caserma di piazzale Fiume a Milano dopo la cerimonia dell'ammaina bandiera[9].
 


Indice
  [nascondi]  1 L'armistizio
 2 Rapporti fra Xª MAS e RSI
 3 Struttura della Xª MAS
 4 Impiego operativo della Xª MAS
 5 I reparti navali
 6 Il fronte orientale
 7 Comportamento in guerra e diserzioni
 8 Il coinvolgimento nella guerra civile 8.1 Antisemitismo nel Corpo
 
9 Scioglimento, ultimi scontri e perdite
 10 Decorazioni
 11 Riferimenti postali storici
 12 Note
 13 Bibliografia
 14 Voci correlate
 15 Altri progetti
 16 Collegamenti esterni
 
L'armistizio [modifica sorgente]
 




Gruppo di soldati della Xª Flottiglia MAS
Nella confusione e nello sbandamento delle forze armate causato dalle circostanze dell'armistizio dell'8 settembre, la Xª Flottiglia MAS a differenza di quasi tutti i reparti delle Regie forze armate non si sbandò. La Xª rimasta a sud, costituì una unità denominata Mariassalto che partecipò nel 1944 e nel 1945 ad un paio di azioni, al fianco di omologhe unità britanniche, per mantenere aperto il Porto della Spezia, contro il tentativo dei tedeschi di affondare delle navi alla sua entrata. Alla prima di queste azioni prese parte Luigi Durand de la Penne una volta rimpatriato dalla prigionia.
 
Al nord, immediatamente dopo l'armistizio dell'8 settembre, molti marò della Xª Flottiglia Mas tornarono a casa[10] o si rifugiano sulle colline in attesa degli eventi[11], mentre il comando di stanza nella caserma di La Spezia non si sbandò e messo in allarme attese ordini disciplinatamente[12] evitando però di distruggere i piccoli mezzi navali all'ancora fuori della caserma di cui parte poi cadde momentaneamente in mani tedesche[13]. La serata stessa Junio Valerio Borghese raggiunse l'ammiraglio Aimone d'Aosta e inutilmente cercarono insieme di contattare Roma per avere conferma dell'armistizio e ricevere ordini[12]. La Xª MAS, continuando a rimanere priva di ordini[14], mantenne l'attività nella caserma immutata e per tutto il tempo la bandiera italiana rimase sul pennone[15]. Borghese inoltre dispose di aprire il fuoco conto chiunque avesse tentato di attaccare la caserma[15] riuscendo a respingere alcuni tentativi tedeschi di disarmare i marò[16]. Il 9 settembre gli ufficiali si riunirono per decidere la strada da intraprendere e Borghese ribadì la sua intenzione di continuare la guerra contro gli angloamericani, scegliendo l'alleanza con la Germania. L'11 settembre radunò i marinai di stanza a La Spezia spiegando la situazione e dando il permesso di congedarsi a coloro che non se la fossero sentita di continuare la guerra[17]. La maggioranza si congedò[17].
 
Egli avrebbe poi spiegato tale azione dicendo di avere fatto questo «per riscattare l'onore militare dell'Italia, riconquistare la stima della Germania e ricondurre le due nazioni sul piano dell'alleanza» (secondo le sue stesse parole tratte da una intervista concessa nel dopoguerra al giornalista e storico Ruggero Zangrandi). La Decima assunse, almeno ufficialmente, atteggiamento del tutto apolitico ed apartitico, tanto che per essere inquadrati nei marò della Xª MAS occorreva non essere iscritti ad alcun partito politico.
 
Borghese strinse dunque il 12 settembre direttamente con il Capitano di vascello Berninghaus della Marina da guerra germanica, la Kriegsmarine, una singolare alleanza che permetteva la continuazione dell'attività della Xª MAS con il Terzo Reich, conservando bandiera (a cui era stato tolto l'emblema dei Savoia) e divisa italiane, seppur sotto il controllo operativo tedesco.
 


Accordo Borghese-Berlinghaus
 14 settembre 1943
 



La Spezia, 14-9-1943
 
1) La Xª Flottiglia M.A.S. è un'unità complessa appartenente alla Marina militare italiana, con completa autonomia nel campo logistico, "organico", della giustizia e disciplinare, amministrativo;
 
2) È alleata delle Forze Armate germaniche con parità di diritti e doveri;
 
3) Batte bandiera da guerra italiana;
 
4) È riconosciuto a chi ne fà parte il diritto all'uso di ogni arma;
 
5) È autorizzata a ricuperare e armare, con bandiera ed equipaggi italiani, le unità italiane trovantisi nei porti italiani; il loro impiego operativo dipende dal comando della Marina germanica;
 
6) Il Comandante Borghese ne è il capo riconosciuto, con i diritti e i doveri inerenti a tale incarico.
 Berninghaus Capitano di Vascello J. V. Borghese Comandante

Al progetto di Borghese alla metà di settembre aderirono circa metà dei duecento ufficiali presenti alla sede della Spezia. Gli altri chiesero regolare licenza, concessa dal comandante[18]. Ben presto si unirono a quello che avrebbe formato il nucleo della futura formazione autonoma della Decima Mas nella Repubblica Sociale i trecentocinquanta marò al comando del capitano di corvetta Umberto Bardelli.
 
Fin dai primissimi giorni dopo l'armistizio iniziarono a giungere giovani volontari, spesso minorenni, attratti dalla leggenda delle gesta eroiche dei "maiali" e dalla fama del comandante Borghese, celebrati dai manifesti di propaganda che tappezzarono le città italiane. I ruolini della Decima giunsero quindi a contare complessivamente 20.000 uomini, l'entità di una divisione di fanteria.[5].
 




Junio Valerio Borghese in divisa della Xª
Altri elementi che diedero presso i giovani della Repubblica Sociale popolarità notevole al corpo furono il cameratismo che esisteva tra gli ufficiali e i marinai (istituzione del rancio unico per marinai e ufficiali e dell'uniforme di panno uguale) e il suo non conformismo (saluto meno formale rispetto ai canoni tradizionali della marina) e la promozione guadagnata sul campo e non con l'anzianità o i concorsi. Il regolamento della Decima - rivoluzionario per le Forze Armate italiane dell'epoca - era una derivazione del volontarismo garibaldino e del particolare tipo di cameratismo dei sommergibilisti, dalle cui fila provenivano Borghese, Bardelli ed altri capi del corpo.
 
L'ideologia fondante del corpo era basata sul nazionalismo e sul combattentismo, in cerca della "bella morte" in battaglia e dell'eroismo «per riscattare l'onore della nazione italiana» (agli occhi dei volontari che si arruolavano, tradito dall'armistizio dell'otto settembre, conclusosi con il crollo dell'Esercito, la consegna delle navi della Marina e la fuga del sovrano e di Badoglio al sud, lasciando il paese nel caos). Ciò trovava espressione nel motto del corpo «Per l'onore e la bandiera d'Italia» e nello scudetto in cui era disegnata una X sormontata da un teschio con una rosa in bocca e nell'Inno della Decima, scritto dalla moglie di Borghese sulle note di una canzone d'operetta.[19] L'immagine del teschio con la rosa in bocca veniva dal capitano di corvetta Salvatore Todaro: poco prima di morire aveva espresso il desiderio di un distintivo per la Xª che rendesse l'idea che la morte in combattimento era una cosa dolce, come il profumo di un fiore.
 
Nonostante la premessa di voler partecipare solo alla guerra per la "liberazione dell'Italia invasa" ben presto i reparti della Decima furono coinvolti dai tedeschi nelle operazioni di controguerriglia, ma gli ufficiali furono lasciati liberi di congedarsi senza conseguenze qualora avessero rifiutato di sollevare le armi contro altri italiani[20]. L'esasperazione e la ferocia cui giunse la guerra civile condussero alcuni elementi della Decima a macchiarsi di crimini di guerra, come la fucilazione di prigionieri, la cattura di ostaggi fra i civili, la tortura di partigiani (o civili presunti tali) catturati. Venne comunque applicata la convenzione dell'Aja che non permetteva la fucilazione di prigionieri, la cattura di ostaggi fra i civili per diritto di rappresaglia. D'altro canto, vi furono anche diversi episodi di accordi fra i reparti partigiani e quelli della Decima in funzione anti-tedesca e anti-iugoslava, soprattutto (ma non solo) al confine orientale. In molti casi si giunse a regolari scambi di prigionieri, e in un caso un ufficiale traditore della Decima - passato ai partigiani con la cassa del reparto - fu fucilato da un plotone d'esecuzione misto di resistenti e marò.
 
La Xª MAS di Borghese aumentò rapidamente i suoi numeri, sia con arruolamenti regolari sia accettando nelle proprie file disertori di altri reparti (e perfino ex-partigiani), attratti dalla paga migliore, dal regolamento peculiare della Decima e soprattutto dalla prospettiva di poter colà combattere contro gli angloamericani. Per contro, la Decima fu una delle unità della RSI che soffrì meno per le diserzioni (invece epidemiche nelle altre unità, soprattutto nell'Esercito Nazionale Repubblicano). Borghese aveva sancito la pena di morte per la diserzione e la codardia in faccia al nemico ben prima che tale pena fosse estesa alle altre Armi e Forze Armate della RSI.[21]
 
Rapporti fra Xª MAS e RSI [modifica sorgente]
 
Numerosi furono i problemi organizzativi che si erano materializzati per il nuovo corpo, sia per le oggettive condizioni economiche e militari dell'Italia settentrionale, sia a causa delle difficoltà sollevate dalle autorità tedesche e repubblicane.
 




1944: Marò della Decima MAS
Borghese negoziò direttamente con la Germania nazista i termini della sua collaborazione con l'Asse. Questo dal punto di vista della legittimità del corpo e del suo successivo inserimento nell'organico della RSI pose non pochi problemi, e caratterizzò i rapporti fra Borghese e RSI, tanto che alcuni autori stentano a considerare la Xª MAS di Borghese un corpo della Repubblica Sociale Italiana, bensì un vero e proprio corpo franco o compagnia di ventura inserita nell'ambito delle forze dell'Asse: in realtà, la Xª e la RSI mantenevano rapporti difficili, perché le autorità politiche della RSI cercavano faticosamente di ricondurre tutte le varie forze armate e di polizia sotto il suo controllo centralizzato (in quanto solo allo Stato è concesso il monopolio dell'uso della forza, secondo il diritto). D'altro canto, Borghese aveva ottenuto legittimazione dai tedeschi, attraverso il capitano di vascello Berlinghaus della Kriegsmarine, con il riconoscimento a combattere sotto bandiera italiana, ottenendo ampia autonomia. Pur rispondendo, in pratica, al comando tedesco e amministrativamente dal Ministero della Difesa repubblicano, la Xª MAS era formalmente equiparata alla Wehrmacht, e in pratica era una corpo franco, ai cui appartenenti tra l'altro era vietata l'iscrizione al Partito Fascista Repubblicano.[22]
 
Il comportamento apertamente autonomistico contro le autorità repubblicane (fino alla strafottenza) - alle quali formalmente la Decima avrebbe dovuto appartenere e da cui amministrativamente dipendeva, avendo i suoi uomini giurato secondo la formula prevista dal governo repubblicano - causò molti attriti con altri organismi della Repubblica Sociale e perfino la ventilata possibilità che Borghese tentasse un colpo di stato contro Mussolini. In seguito alle voci circolanti su questa eventualità, Borghese, convocato a Gargnano, fu posto agli arresti il 14 gennaio 1944. La voce dell'arresto di Borghese, attraverso circostanze fortuite, arrivò al comando della Decima, che valutò addirittura l'ipotesi di marciare su Salò. Probabilmente l'incidente fu risolto anche con la mediazione dei tedeschi, che non volevano una lotta intestina tra i loro alleati.[23] Tutto venne risolto in tempi brevi con il rilascio di Borghese e il seguente licenziamento del sottosegretario alla Marina, Ferruccio Ferrini, da parte di Mussolini, che lo sostituì con il contrammiraglio Giuseppe Sparzani. Borghese divenne sottocapo di Stato Maggiore ed ebbe ai suoi ordini tutte le attività operative di Marina[24]
 
All'origine di questi rapporti tesi stavano anche leggere divergenze ideologiche rispetto al fascismo mussoliniano: infatti Borghese non si iscrisse mai al Partito Fascista Repubblicano, e fra i requisiti essenziali per l'arruolamento alla Decima vi era la rinuncia all'appartenenza a qualsiasi partito, ivi compreso quello Fascista Repubblicano. Borghese, d'altronde, aveva sempre ostentato disprezzo nei confronti dei partiti e aveva la propensione per un modello di società organicista e militarista secondo il modello che realizzò con la Decima. Nella Xª MAS di Borghese non venne mai fatto il "saluto al Duce", ma solo il saluto "Decima marinai! Decima Comandante!" (di questo lo stesso Borghese venne accusato da parte di chi lo voleva esautorare dal comando della Decima).
 
Struttura della Xª MAS [modifica sorgente]
 


Regolamento della Decima
 


Il rancio è unico per tutti, ufficiali, sottufficiali e marinai
 Il panno della divisa è uguale per tutti
 Sono sospese tutte le promozioni fino alla fine della guerra, tranne che quelle per merito di guerra sul campo
 Il reclutamento è esclusivamente volontario
 Vige la pena di morte per i militari della "Decima" che vengano riconosciuti colpevoli di furto o saccheggio, diserzione, o codardia in faccia al nemico
 





Arruolamenti a La Spezia nel 1944 Comando Xª MAS Ufficio Stampa e propaganda[25]
 Servizio Ausiliario Femminile (SAF)[26]
 Servizio Amministrativo
 Servizio Sanitario
 Servizio Approvvigionamento
 Servizio Genio Armi navali
 Servizio Polizia interna
 Servizio Informazioni
 Ufficio Assistenza
 
Reparti di terra successivamente raggruppati nella "Divisione Decima", su: Battaglione "Maestrale" poi "Barbarigo"[27]
 Battaglione "Lupo"[28]
 Battaglione Nuotatori-Paracadutisti (NP)[29]
 Battaglione Bersaglieri "Fulmine"[30]
 Battaglione Guastatori Alpini "Valanga"[31]
 Battaglione "Sagittario"[32]
 3º Reggimento artiglieria di marina "Condottieri",[33] su: Gruppo artiglieria "San Giorgio"[34]
 Gruppo artiglieria "da Giussano"[35]
 Gruppo artiglieria "Colleoni"[36]
 Batteria contraerea leggera (20/65)[37]
 
Battaglione del Genio "Freccia"[38]
 Battaglione "Castagnacci"[39]
 
Reparti di terra autonomi: Gruppo d'ardimento "Medaglia d'Oro Giobbe"[40]
 Battaglione "Longobardo"[41]
 Battaglione "Pegaso"[42]
 Battaglione "Risoluti"[43]
 Battaglione "San Giusto"[44]
 Battaglione "Scirè"[45]
 Battaglione "Serenissima"[46]
 Battaglione "Vega"[47]
 Distaccamento "Umberto Cumero" (successivamente assorbito nel Distaccamento "Torino")[48]
 Distaccamento "Milano"[49]
 Distaccamento "Roma"[50]
 Distaccamento "Torino"[51]
 Compagnia "Adriatica"[52]
 Compagnia "d'Annunzio"[53]
 Compagnia "Mai Morti"[54]
 Compagnia operativa "O" (successivamente assorbita nel Distaccamento "Milano")[55]
 Compagnia "Sauro"[56]
 Gruppo contraereo "Q"[57]
 
Reparti di mare, su: Squadriglia MAS "Comandante Castagnacci"[58]
 Reparto mezzi d'assalto di superficie "Medaglia d'Oro Moccagatta", su: Comando e reparto comando
 Gruppo "Medaglia d'Oro Todaro" (Scuola mezzi d'assalto di superficie)[59]
 Base operativa di collegamento[60]
 Base operativa sud[61]
 Base operativa ovest[62]
 Base operativa est[63]
 
Reparto mezzi d'assalto subacquei, su: Scuola sommozzatori[64]
 Gruppo operativo SSB[65]
 Gruppo "Gamma" - "Medaglia d'Oro Visintini"[66]
 Gruppo trasporto mezzi d'assalto "Aradam"[67]
 Squadriglia sommergibili CA[68]
 Squadriglia sommergibili CB/CM[69]
 


Impiego operativo della Xª MAS [modifica sorgente]
 




Marzo 1944. Aspirante guardiamarina della Decima MAS durante un'ispezione a Roma presso viale Carso (quartiere della Vittoria) in occasione del dispiegamento del reparto sul fronte della testa di ponte alleata ad Anzio - Nettuno.
Dopo l'alleanza coi tedeschi, il nuovo corpo si dedico all'organizzazione militare al fine di poter recarsi al fronte a combattere gli anglo-americani. La sera del 3 marzo 1944[70][71] il battaglione "Barbarigo" (il primo reparto di fanteria della marina, guidato da Bardelli) entrò in linea a Nettuno dove venne impiegato contro gli Alleati sul fronte di Anzio-Nettuno, alle dipendenze della 175ª divisione tedesca.
 
Dopo la rotta seguita allo sfondamento di Cassino, i reparti della Decima furono impiegati in maniera disorganica anche in operazioni di polizia e di controguerriglia in Italia settentrionale contro i partigiani, mentre sul fronte della Linea Verde venivano inviati nel 1945 il "Lupo", il "Nuotatori Paracadutisti" o "NP" (Polesine), e il gruppo d'artiglieria "Colleoni" (sul fiume Senio). Questi reparti ebbero pesanti perdite in combattimento durante l'ultima offensiva nemica, e ricevettero numerose decorazioni dai tedeschi; il "Lupo" e l'"NP", dopo il crollo della linea Verde, riuscirono a ripiegare su Venezia, dove rimasero fino all'arrivo degli alleati, a cui si arresero con l'onore delle armi.
 
Nel 1945 Borghese riorganizzò la Divisione Decima nel Veneto su due Gruppi di Combattimento (di cui uno a ranghi incompleti, perché, come abbiamo visto, due battaglioni e un gruppo d'artiglieria erano aggregati alle divisioni tedesche sulla Linea Verde). L'obbiettivo era quello di costituire una grossa massa di manovra da spostare a Trieste e Fiume per evitare alle città la prevedibile occupazione titina, mentre si intensificavano i contatti con i servizi segreti regi, americani ed inglesi per favorire uno sbarco italo-inglese in Istria. Tuttavia il precipitare degli eventi e il completo controllo del cielo da parte alleato impedì alla Divisione Decima di raggiungere le posizioni previste (né d'altro canto vi fu il promesso sbarco italo-inglese). I reparti così rimasti immobilizzati si arresero alle truppe alleate con l'onore delle armi fra il 29 aprile ed il 2 maggio 1945.
 
I reparti navali [modifica sorgente]
 




Un MTM in servizio alla Xª
Reparti di naviglio sottile della Decima furono impiegati contro le forze di sbarco e di rifornimento angloamericane. Impiegati quasi esclusivamente MAS e motoscafi veloci modificati in siluranti, gli MTM. I reparti navali erano di stanza a Genova (Comando Tirreno) insieme agli "uomini Gamma" (sommozzatori), mentre la 1ª e 2ª squadriglia MAS era di stanza a La Spezia.
 
È accreditato l'affondamento di un incrociatore, un trasporto, una cannoniera e numeroso naviglio, soprattutto nella zona di Anzio.[72]
 
Il "Comando Tirreno" alla fine della guerra prese contatti con il locale CLN, prendendo efficaci contromisure a contrasto dell'opera dei guastatori tedeschi che intendevano far saltare in aria le installazioni portuali. I sommozzatori del reparto disarmarono le 80 cariche di demolizione predisposte dai germanici e autoaffondarono le loro unità MAS e VAS e si consegnarono ai partigiani.[73]
 
Il fronte orientale [modifica sorgente]
 
Subito prima della costituzione della Repubblica Sociale, i tedeschi avviarono una politica di annessione delle Tre Venezie, riunendo le province di Bolzano, Trento, Belluno, al Gau dell'Alto Tirolo, dietro il pretesto della costituzione di una zona d'operazioni nota con il nome di Alpenvorland, e quelle di Udine, Gorizia, Lubiana, Trieste, Pola e Fiume al Gau della Carinzia nell'ambito della zona d'operazioni chiamata Adriatisches Küstenland (rimase Zara, pur sotto occupazione militare tedesca, sotto il controllo delle autorità della RSI).
 
Soprattutto le terre orientali, già minacciate di annessione dagli ustascia croati alleati dei nazisti, furono teatro di aspri scontri coi partigiani di Tito, che - organizzati in formazioni di notevoli dimensioni e potenziale bellico - cercavano di sconfinare nella Venezia Giulia per poter reclamare, giusta il principio dell'uti possidetis, l'annessione di questa alla Jugoslavia.
 
Perciò la Decima Mas ebbe un notevole impiego sul fronte dell'Istria e del Carso e nelle retrovie dell'esercito tedesco soprattutto nel 1944, collaborando con i tedeschi nello scontro contro i partigiani titini (insieme agli altri cinque reggimenti italiani inquadrati nelle Forze Armate germaniche come Milizia Difesa Territoriale e ai reparti e batterie di difesa costiera). Gli scontri con i titini assumevano spesso l'aspetto tipico della guerriglia, con azioni crudeli ed atrocità alle quali seguivano altrettanto crudeli rastrellamenti da parte nazifascista, mentre solitamente le truppe titine rifiutavano la battaglia in campo aperto, dove ancora non potevano avere ragione dei tedeschi e dei loro alleati.
 
Sulla frontiera orientale i battaglioni Sagittario, Barbarigo, Lupo, appoggiati dai gruppi d'artiglieria San Giorgio ed Alberto da Giussano e da parte dei battaglioni Nuotatori Paracadutisti, guastatori Valanga e genio Freccia furono coinvolti nell'Operazione Aquila (Adler Aktion) per la distruzione delle forze del IX Korpus iugoslavo, e quindi il Fulmine fu impiegato per arginare i tentativi di invasione iugoslava della Venezia Giulia, rimanendo coinvolto in un aspro scontro con gli slavi nella Battaglia di Tarnova, dove fu quasi distrutto, riuscendo tuttavia a sbarrare il passo alle forze nemiche.
 
In seguito le autorità tedesche pretesero da Mussolini che i reparti della Decima fossero ritirati dalla Venezia Giulia, dove si erano verificati scontri anche sanguinosi con i collaborazionisti slavi[74] e con lo stesso gauleiter Rainer. Rimasero solo alcune unità minori che presidiavano le isole del Quarnaro e Trieste.[75]
 
In Istria perciò rimasero solo alcune centinaia di uomini della Decima dislocati in vari presidi a fianco dei reparti tedeschi, perlopiù catturati dai titini durante l'occupazione della Venezia Giulia insieme ai tedeschi e altri soldati della RSI e massacrati nelle tristemente note foibe, o deportati nei campi di prigionia iugoslavi.
 
Gli altri morirono a fianco degli ultimi nuclei di resistenza tedeschi nei combattimenti che divampavano contemporaneamente all'avanzata dei titini verso il Friuli e la Venezia Giulia. Essi, insieme a questi resti dell'esercito tedesco, dovevano resistere per coprire la ritirata del grosso delle truppe tedesche acquartierate nell'Istria e nella Slovenia verso l'Austria. Il caos che sconvolse le truppe tedesche prive di ordini univoci e divise nel tentare di resistere oppure ritirarsi trascinò anche i reparti repubblicani, e fra questi ovviamente quelli della Decima.
 
Gli ultimi focolai di resistenza che proseguirono fino agli inizi di maggio vennero tutti schiacciati dai titini, combattendo oppure - più spesso - promettendo salva la vita in caso di resa. Tra questi ultimi combattimenti, degno di nota quello che si svolse a Pola. Qui, dopo la firma della resa delle ultime truppe tedesche affiancate da alcuni reparti della Decima decimati dalla battaglia alle forze iugoslave l'8 maggio 1945, l’ammiraglio tedesco che aveva firmato la capitolazione venne subito dopo fucilato insieme ad un gruppo di suoi ufficiali, insieme a una decina di ufficiali italiani della Decima Mas.
 
Poco prima dell'occupazione dell'Istria da parte iugoslava, Borghese cercò un'improbabile alleanza con gli Alleati per fronteggiare l'esercito iugoslavo di Tito, che stava rapidamente avanzando: in quei tempi, era viva in molti gerarchi nazisti e fascisti la speranza di arrivare a un armistizio con gli alleati occidentali per poter continuare la guerra contro l'Unione Sovietica e il bolscevismo in generale.[76]
 
Analogamente, fra il settembre ed il dicembre del 1944 furono presi approfonditi contatti con la brigata partigiana Osoppo, al fine di costituire un corpo misto che potesse organizzare una difesa comune di quel fronte, ma il comando inglese a cui faceva riferimento la Osoppo, seppur con qualche tentennamento, rifiutò l'offerta. Poco tempo dopo a Porzûs tutti i principali esponenti della brigata partigiana furono uccisi in quanto sospettati di tradimento e per aver dato ospitalità ad una giovane, Elda Turchetti, denunciata come spia da Radio Londra, su segnalazione di agenti inglesi e il tentativo di collaborazione non ebbe séguito.
 
Negli ultimi mesi del conflitto, al fine di difendere l'italianità dell'Istria, Borghese avviò contatti con la Regia Marina al sud (ammiraglio De Courten) per favorire uno sbarco italo-alleato in Istria e salvare le terre orientali dall'avanzata delle forze iugoslave[77]. Lo sbarco studiato dalla marina italiana del Sud si sarebbe avvalso dell'appoggio delle formazioni fasciste e della Decima, con o senza l'intervento Alleato[78]. L'opposizione inglese fece fallire questo piano[79], non volendosi inimicare Stalin dopo l'accordo di Yalta[80] e favorendo così l'avanzata degli iugoslavi, che ebbero peraltro anche l'attivo sostegno della Royal Navy britannica.
 
Comportamento in guerra e diserzioni [modifica sorgente]
 
Le truppe coinvolte nelle operazioni di "grande polizia" o controguerriglia contro le forze partigiane italiane sono state oggetto di numerose critiche. La Xª MAS fu attiva in operazioni di grande polizia nel Monferrato, nelle Langhe, nel Canavese, in Carnia, in Val di Susa e in Val d'Ossola. Gli uomini della Decima si macchiarono di crimini di guerra, come torture, rappresaglie, fucilazioni sommarie.
 
Le operazioni di rastrellamento contro i civili causarono malcontento tra alcuni soldati che si erano arruolati per combattere gli Alleati e si registrarono numerose diserzioni e perfino ammutinamenti tra i marò dei reparti impiegati contro i partigiani, anziché contro gli Alleati.
 
Alcuni appartenenti alla Decima Mas si distinsero anche in azioni di saccheggio e furto a danno della popolazione civile, perseverando nell'abuso della loro autorità tanto da far preoccupare le autorità legittime e non militari:
 


« Continuano con costante preoccupazione le azioni illegali commesse dagli appartenenti alla Xª Mas. Furti, rapine, provocazioni gravi, fermi, perquisizioni, contegni scorretti in pubblico, rappresentano quasi la caratteristica speciale di questi militari. Anche il 12 novembre 1944, tra l'altro, verso le ore 20 quattro di essi si sono presentati in un magazzino di stoffe: dopo aver immobilizzato il custode ne hanno asportato quattro colli per un ingente valore [...]. La cittadinanza, oltre ad essere allarmata per queste continue vessazioni, si domanda come costoro, che dovrebbero essere sottoposti ad una rigida disciplina militare, possano agire impunemente e senza alcuna possibilità di punizione [...]. Sarebbe consigliabile pertanto, che tutto il reparto, comando compreso, sia fatto allontanare da Milano. »
 


(Appunto per il Duce di Mario Bassi, prefetto di Milano[81])
 

Nella sentenza di rinvio a giudizio del processo contro Junio Valerio Borghese, le accuse erano di aver effettuato, tra le altre cose:
 


« continue e feroci azioni di rastrellamento di partigiani e di elementi antifascisti in genere, talvolta in stretta collaborazione con le forze armate germaniche, azioni che di solito si concludevano con la cattura, le sevizie particolarmente efferate, la deportazione e la uccisione degli arrestati, e tutto ciò sempre allo scopo di contribuire a rendere tranquille le retrovie del nemico, in modo che questi più agevolmente potesse contrastare il passo agli eserciti liberatori [... ] ingiustificate azioni di saccheggio ed asportazione violenta ed arbitraria di averi di ogni genere, ciò che il più delle volte si risolveva in un ingiusto profitto personale di chi partecipava a queste operazioni »
 


(Dalla sentenza di rinvio a giudizio del processo contro Borghese, articolo del sito dell'ANPI[81])
 

Sergio Nesi, ufficiale della Xa autore di numerosi libri che difendono la stessa, sostiene che Borghese la Decima avrebbero tenuto un comportamento coraggioso ed intrepido nei confronti del nemico (ne parla al riguardo delle battaglie sul fronte di Anzio, sulla Linea Verde, durante l'Operazione Aquila e nella Battaglia di Tarnova)[82] e asserisce che nel complesso le diserzioni della Decima sarebbero state sensibilmente inferiori a quelle registrate in altre forze armate e reparti della RSI.[83] Molte azioni di furto e saccheggio attribuite a reparti della RSI o tedeschi sarebbero, secondo lui, invece da attribuirsi alle numerose bande di criminali comuni che infestavano il territorio, i quali mascherati dietro uniformi della Decima che sarebbero riusciti ad ottenere durante lo sbandamento dell'8 settembre 1943, taglieggiavano la popolazione civile con relativa impunità. Sempre secondo quanto riportato da Nesi, operazioni dello stesso genere - a scopo di propaganda antifascista - sarebbero state condotte, sempre con uniformi della Decima in qualche modo trafugate, da nuclei partigiani (secondo Nesi, nella zona della Liguria e del Cuneense)[84].
 
Nesi sostiene poi che taluni rapporti di polizia proverrebbero da uffici e comandi repubblicani ostili alla Decima, i quali avrebbero perseguito non lo scopo di riparare i numerosi torti subiti dai civili, ma quello di metterla in cattiva luce presso gli alti comandi nonché lo stesso Mussolini nell'ambito delle feroci lotte per il potere che caratterizzarono la Repubblica Sociale. Questi rapporti sarebbero stati comunque ingigantiti ed esagerati.[85] Infatti, per finanziare la guerra contro gli angloamericani, fu anche impiegato il mercato nero, acquistando armi in Svizzera tramite contrabbando di beni calmierati. Lo stesso prefetto di Milano espresse preoccupazione per le numerose azioni illegali commesse dai marò.
 
Sempre secondo l'ex ufficiale, nei confronti dei tedeschi la Decima non è stata, come sostenuto da altri, servile e collaborazionista, ma avrebbe invece seguito sempre un atteggiamento di furbesco doppiogioco, cercando di sottrarre all'alleato ogni tipo di rifornimento e materiale con ogni mezzo (compresa la corruzione, il furto, l'ubriacatura e l'inganno). Secondo l'ex ufficiale è da inquadrare in quest'ottica anche il pestaggio l'arresto del gauleiter Reiner, episodio che portò all'espulsione quasi totale delle forze di Borghese dalla Venezia Giulia, sottoposte a "zona d'operazione".[86].
 
Il coinvolgimento nella guerra civile [modifica sorgente]
 
La Decima, nata per proseguire la guerra contro gli angloamericani, fu inizialmente risparmiata dalle azioni partigiane e gappiste, fino al 23 gennaio 1944, quando un attacco dinamitardo fece saltare alla Spezia il tram che collegava il centro cittadino colla sede della Decima nella Caserma San Bartolomeo, provocando la morte di tre marò e due cittadini.
 




Uomini della Xª MAS prendono parte al rastrellamento di civili davanti Palazzo Barberini seguito all'attentato partigiano di via Rasella del 23 marzo 1944: alcuni dei fermati saranno poi trucidati alle Fosse Ardeatine
A questo punto però i suoi appartenenti furono posti di fronte alla libera scelta di congedarsi o continuare con la guerra civile
 




Manifesto del 1944 inneggiante ad una "pacificazione" fra partigiani e forze della Decima
In seguito a questo episodio, la Decima inviò dei reparti in supporto ai tedeschi per un rastrellamento nelle montagne prospicienti La Spezia, durante il quale non si ebbero scontri a fuoco, ma solo sequestri d'armi.
 
La prima rappresaglia compiuta dalla Decima risale invece al marzo 1944, quando il treno Parma-La Spezia fu bloccato dai partigiani e tutti i suoi occupanti militari (fra cui tre marò della Decima) furono passati per le armi sebbene disarmati.[87]. La Decima ordinò un rastrellamento, durante il quale 13 partigiani furono sorpresi: quattro morirono nello scontro a fuoco e altri nove furono portati alla Spezia. Di questi, un minorenne fu rilasciato, e gli altri otto furono fucilati.
 
Spostate le unità in Piemonte alla Decima fu sempre più spesso richiesta la partecipazione alle operazioni di grande polizia, richieste alle quali la formazione aderì sempre con riluttanza e mettendo a disposizioni nuclei di entità inferiore alla compagnia[88].
 
Per fronteggiare le sempre più frequenti azioni dei partigiani, viene costituita una speciale "Compagnia O" (operativa), composta da 120 uomini al comando del tenente Umberto Bertozzi. Non è chiaro invece il suo rapporto con Borghese e coi comandi della Decima: pare piuttosto plausibile che detta compagnia "O" sia stata maltollerata quanto necessario per venire incontro alle urgenze della primavera-estate 1944, e appena possibile sciolta e i suoi elementi inviati nel Distaccamento "Milano"[89].
 
Tuttavia, il 4 luglio 1944 l'episodio dell'uccisione del comandante Umberto Bardelli spinse Borghese a tornare sulla sua decisione di non impiegare i suoi uomini nella controguerriglia. Così dall'autunno 1944 anche la Decima fu massicciamente coinvolta nella guerra civile contro i partigiani italiani, dispiegando una forza ed una violenza impressionante.
 


« mentre le altre formazioni operavano in funzione antipartigiana, la Decima attese che i partigiani attaccassero per poi procedere, con riluttanza, alla guerra antipartigiana. La differenza è tuttavia assai sottile, vista la guerra civile. In ogni caso, almeno nei vertici e nelle intenzioni, la Decima non voleva combattere contro altri italiani, bensì portare a termine l’impegno d’onore verso la nazione concludendo la guerra anche con una sconfitta. Ciò determinò, in qualche caso, momenti di cavalleria e di rispetto fra le due parti in lotta e persino qualche momentaneo accordo politico »
 


(Prefazione di Giuseppe Parlato al volume di Sergio Nesi, "Junio Valerio Borghese", cit.)
 

L'8 luglio 1944 Bardelli si recò personalmente alla ricerca del guardiamarina Gaetano Oneto, disertore del "Sagittario" che, unitamente ad altri marò, era fuggito con la cassa del battaglione. Giunto nel borgo di Ozegna con una scorta, si trovò faccia a faccia coi guerriglieri della formazione "Matteotti" al comando del partigiano Piero Urati, detto Piero Piero. Per evitare uno scontro fratricida, Bardelli depose le armi e ordinò ai suoi di fare lo stesso. Iniziarono così a parlamentare coi partigiani per ottenere la consegna del disertore, in un clima di crescente tensione. Dopo aver concordato lo scambio del disertore Oneto con dei prigionieri partigiani, Bardelli lasciò il convegno con Piero Piero, ma si trovò circondato da uomini della "Matteotti". Piero Piero intimò la resa al comandante repubblicano, il quale rifiutò urlando«Barbarigo non si arrende! Fuoco!». Nel rapido scontro a fuoco che ne seguì Bardelli e 10 marò furono uccisi. Le salme furono ricomposte nell'attuale oratorio del paese e i feriti curati da alcune religiose del posto. I marò prigionieri, invece, furono catturati dai partigiani e portati "in montagna", dove sarebbero stati sottoposti a varie pressioni (fra cui la "falsa fucilazione") per indurli a disertare e passare con la "Matteotti". Furono poi rilasciati una settimana dopo, a seguito di uno scambio con prigionieri partigiani.
 
Caddero anche sette partigiani ed un civile[90].Secondo l'ufficio propaganda della Decima il corpo di Bardelli fu rinvenuto privo di due denti d'oro, mentre due caduti furono rinvenuti dai paesani ammassati contro un muro e imbrattati di sterco e con della paglia in bocca (secondo alcuni a causa del trasporto con un carretto sporco, ma tale versione risulta respinta da altra storiografia[91]).
 




La salma del comandante Umberto Bardelli ucciso dai partigiani della "Matteotti" di Piero Urati detto Piero Piero il 4 luglio 1944: secondo l'ufficio propaganda della Decima, che ha diffuso l'immagine, si noterebbe la mancanza di due denti d'oro strappati al cadavere




Le salme dei marò Fiaschi e Grosso, imbrattate di sterco
In seguito a questo evento Borghese radunò lo stato maggiore della Decima comunicando la sua decisione e ribadendo il carattere volontario della Decima. Chiunque non avesse voluto rimanere nella Decima, che era nata per combattere al fronte gli anglo-americani, e che da quel momento si trovava coinvolta nella guerra civile, avrebbe ottenuto il congedo illimitato: quindici ufficiali su duecento chiesero ed ottennero d'essere messi in congedo per non dover partecipare alla guerra civile.[92]
 
Dopo altri due mesi di imboscate e rastrellamenti si giunse ad un nuovo abboccamento fra i reparti della Decima e della formazione di Piero Piero che portò alla costituzione, caso più unico che raro, di un plotone d'esecuzione misto per l'esecuzione del disertore Oneto. Oneto dopo essere stato degradato viene fucilato nei pressi di Configlietto Val Soana da un picchetto comandato dal tenente di vascello Montanari formato da sei marò del battaglione Barbarigo e sei partigiani della Brigata De Franchi il 4 settembre 1944. All'esecuzione assistette un picchetto di venti marò della Decima e di venti partigiani.[4][91].
 
Nonostante questo episodio (che ebbe come strascico l'arresto di Piero Piero per ordine di altri capi partigiani, anche in seguito alle esazioni compiute dal gruppo in Valchiusella. Il malcontento della popolazione sfociò in un'inchiesta da parte dei partigiani dell'area che fecero cessare le requisizioni e i furti di cibo e bestiame.), la Decima si trovò coinvolta sempre più profondamente nella guerra civile. Subendo - in quanto forza militare alleata dei tedeschi e al pari delle forze militari di questi - attacchi, catture ed imboscate[93] in numero crescente, i suoi uomini reagirono sempre più violentemente, fino a perpetrare veri e propri crimini di guerra contro le popolazioni civili.
 
Fra gli episodi più significativi si inquadra l'esecuzione sommaria del partigiano garibaldino Ferruccio Nazionale, detto "Carmela", il cui corpo, immortalato in una macabra foto, è divenuto uno dei simboli della ferocia cui si giunse durante la guerra civile. Ad Ivrea il partigiano Nazionale decise di attentare alla vita del cappellano militare della Decima, don Augusto Bianco. Bloccato con una bomba a mano in pugno, proprio un istante prima che potesse scagliarla, fu sommariamente giustiziato il 29 luglio tramite impiccagione nella piazza del municipio[94]. Il corpo, lasciato appeso con cartello al collo divenuto tristemente famoso per una foto scattata da un marò (vedi foto), sarebbe dovuto rimanere appeso quale monito per la popolazione, che venne raggruppata e fatta sfilare davanti al suo cadavere[95]. Secondo le testimonianze di alcuni partigiani (raccolte però successivamente ai fatti), al momento dell'impiccagione Nazionale era praticamente già morto a causa delle torture subìte da parte dei marò della compagnia "O", generalmente ritenuta la più violenta della Decima, e, sempre secondo queste testimonianze, nell'ambito delle torture gli sarebbe anche stata mozzata la lingua[96][97]. Tuttavia, dopo poche ore, un ufficiale del battaglione "Fulmine", non ritenendo compatibile un simile spettacolo di ferocia con l'onore del proprio reparto, ordinò che il corpo fosse deposto, e cristianamente sepolto nel cimitero cittadino, alla presenza di un picchetto di marò.[4].
 




Ferruccio Nazionale, partigiano biellese impiccato dalla Xª MAS sulla piazza del municipio di Ivrea il 9 luglio 1944
La particolare crudezza che caratterizzò le azioni della Decima durante le operazioni antipartigiane è stata spiegata così dallo storico Renzo De Felice:
 


« Tipici in questo senso sono i tre stadi che spesso sono riscontrabili nel loro atteggiamento […] primo, la Decima combatte per l’onore della patria; la sua guerra è contro il nemico invasore dell’Italia e non ideologica e di partito, che divide gli italiani invece di unirli nel nome della patria, e, dunque, la Decima non combatte contro i partigiani; secondo, se però i partigiani si accaniscono contro di essa, vendichi i suoi morti; terzo, ogni forma di clemenza verso i partigiani dettata dal governo o dal PFR da considerazioni di ordine politico non può essere accettata e non riguarda la Decima, i nemici attivi della patria, coloro che uccidono chi ne difende l’onore e il territorio non possono trovare clemenza. »
 


(Renzo de Felice, Mussolini l'alleato, Einaudi)
 

I crimini di guerra e contro l'umanità della Xª MAS si svolsero essenzialmente in paesi e frazioni, dove era concentrata l'attività partigiana. Sono stati citati i seguenti episodi a carico della Decima durante il processo al suo comandante nel dopoguerra:
 Valmozzola (PR): 17 marzo 1944 fucilazione di otto partigiani presi prigionieri dopo l'uccisione di due ufficiali del battaglione Lupo della Xª Flottiglia MAS Carlotti e Pieropan[98]
 Forno (frazione di Massa), 13 giugno 1944: 68 persone (tra le quali il maresciallo dei carabinieri Ciro Siciliano, che cercò di impedire il rastrellamento), per lo più civili e qualche partigiano, vennero uccise da un reparto di SS e da uomini della Compagnia "O" della Decima al comando di Umberto Bertozzi (che secondo alcune fonti fu colui che selezionò chi tra i prigionieri sarebbe stato fucilato).[99][100]
 Borgo Ticino (NO), 13 agosto 1944: in collaborazione con le SS, fucilazione di 12 civili, saccheggio e incendio del paese. Per la prima volta viene applicato il bando Kesselring di rappresaglia per il ferimento di quattro soldati tedeschi (al paese venne chiesto un risarcimento di 300.000 lire a compensazione del fatto[101] e per evitare l'esecuzione, ma dopo aver riscosso la cifra, come ammesso anche al processo dal Capitano Krumhar che guidava il gruppo delle SS, la fucilazione e le successive violenze avvennero ugualmente).[102][103]
 Guadine (fraz. di Massa), 24 agosto 1944: rappresaglia sulla popolazione civile, ritenuta fiancheggiatrice dei partigiani, con alcune decine di civili uccisi. Il paese e le sue frazioni furono quasi completamente bruciati e distrutti. L'operazione probabilmente aveva anche lo scopo di bloccare eventuali fuggitivi dalla contemporanea azione della 16. SS-Freiwilligen-Panzergrenadier-Division Reichsführer SS, agli ordini del maggiore Walter Reder e degli uomini della Brigata Nera di Massa, che si stava svolgendo a Vinca (comune di Fivizzano).[104][105]
 Castelletto sopra Ticino (NO), 2 novembre 1944, dopo l'uccisione da parte dei partigiani del sottotenente di vascello Leonardi, pubblica esecuzione esemplare: un ufficiale della Xª MAS fa fucilare in pubblico cinque partigiani "garibaldini" detenuti ad Arona[106], dopo aver raccolto una folla obbligata ad assistere.[107]
 Crocetta del Montello (TV): tortura su partigiani catturati tramite fustigazione e ustioni con stracci imbevuti di benzina e accesi, nonché sei esecuzioni sommarie.[108][109]
 
Nel processo che Borghese subì dopo la guerra, una testimonianza suggerì anche che in alcune delle rappresaglie di cui furono protagonisti, gli uomini della Decima indossassero uniformi tedesche, probabilmente per farle attribuire esclusivamente all'esercito nazista.[103]. Tuttavia nel dispositivo della sentenza, Borghese fu condannato a 12 anni di carcere ed esclusione dai pubblici uffici solo per "collaborazione militare" coi tedeschi, escludendo il suo coinvolgimento nei crimini di guerra come la sua partecipazione ai reati di omicidio e saccheggio[110].
 
Durante gli anni sessanta seicentonovantacinque fascicoli riguardanti le stragi nazifasciste in Italia vennero "archiviati provvisoriamente" dal procuratore generale militare, principalmente per ragioni di convenienza politica, e i vari procedimenti furono bloccati, garantendo quindi l'impunità per i responsabili ancora in vita. Successivamente, nel 1994, durante la ricerca di prove a carico di Erich Priebke per la strage delle Fosse Ardeatine, venne scoperta l'esistenza di questi fascicoli (trovati in quello che giornalisticamente è stato definito l'Armadio della Vergogna): tra di questi ve ne erano diversi riferiti a fatti compiuti da personale della Decima Mas di Borghese.[111].
 
Antisemitismo nel Corpo [modifica sorgente]
 
L'antisemitismo, autoctono ma anche consono all'alleanza con i nazisti (e in generale dell'intero fascismo repubblicano, come il Manifesto di Verona dimostra), fu un tema più volte toccato della propaganda dei giornali della Decima (e talora dei suoi stessi membri). La rivista della Decima, L'Orizzonte, conteneva articoli fortemente antisemiti, come quelli di Giovanni Preziosi in cui si propugnava la teoria del complotto giudaico. Preziosi cominciò un articolo con queste parole:
 


« È storicamente dimostrato che l'attuale guerra fu voluta, attuata e preparata dal giudaismo, che ha avuto come strumento principale la massoneria... »
 

Il giornale ebbe problemi di distribuzione legati ai difficili rapporti tra Xª MAS e la Repubblica Sociale.[112]
 
Scioglimento, ultimi scontri e perdite [modifica sorgente]
 




Junio Valerio Borghese ordina l'ammaina bandiera e smobilita la Xª MAS. - Milano, Piazzale Fiume 26 aprile 1945
Verso la fine della guerra, la Xª MAS di Borghese spostò il suo quartier generale in Piemonte. Il 26 aprile, primo dei tre giorni di insurrezione che portarono alla Liberazione, Borghese sciolse la Decima presso la caserma di piazzale Fiume (odierna piazza della Repubblica) a Milano.
 
I vari reparti della Decima seguirono invece diversi destini, a seconda del luogo e del nemico a cui si arresero[4][5][113].
 I battaglioni "Barbarigo", "Lupo", "NP" e "Freccia" e il gruppo artiglieria "Colleoni", impiegati a difesa della Linea Verde dopo aver subito perdite esiziali nella battaglia contro le forze inglesi e del Commonwealth si ritirarono in piccoli nuclei oltre l'Adige verso Padova ad Albignasego ("Lupo" e "Barbarigo") dove si arresero quando furono raggiunte dal nemico, ottenendo da questo l'onore delle armi. Il "Freccia" e il "Colleoni" furono totalmente distrutti nella battaglia, e cessarono di agire come unità organiche già dagli ultimi giorni di aprile 1945, ripiegando disordinatamente.
 I reparti indivisionati nella Divisione Decima in territorio vicentino ("Sagittario", "Fulmine", "Valanga", "Castagnacci", "san Giorgio", "Alberto da Giussano", "Pegaso", "Vega") attesero l'arrivo del nemico arma-al-piede, dopo un iniziale tentativo di raggiungere la Venezia Giulia per arginare l'invasione iugoslava, frustrato dal totale controllo dell'aria da parte delle aviazioni alleate. Anche questi reparti si arresero con l'onore delle armi. I reparti concentrati a Bassano del Grappa invece si confrontarono coi partigiani, a volte combattendo a volte arrendendosi: in quest'ultimo caso gli uomini che si consegnarono furono spesso oggetto di feroci vendette.
 I reparti di Fanteria di Marina a Venezia (btg. "Serenissima" e Nuotatori Paracadutisti -NP- ed altri) si arresero con l'onore delle armi agli Alleati il 30 aprile 1945, presso l'ex collegio navale della GIL a Sant'Elena[114].
 I reparti territoriali a Torino e Milano seguirono la sorte delle altre unità repubblicane ivi presenti. Quelli di Torino non riuscirono a ripiegare verso la "zona franca" di Ivrea per arrendersi agli americani il 5 maggio successivo, e seguitarono a combattere nella caserma assediata dai partigiani. Dopo aver finito le munizioni si arresero, e oltre 60 dei superstiti furono fucilati sommariamente. Quelli di Milano subirono l'urto dell'insurrezione partigiana il 26 aprile.
 I reparti nel novarese (btg. "Scirè") furono coinvolti in scontri a fuoco coi partigiani. Quelli che si arresero dietro promessa d'aver salva la vita furono in gran parte passati per le armi.
 I reparti in Istria, a Fiume e sulle isole del Carnaro furono sistematicamente annientati dagli iugoslavi. Il battaglione "San Giusto" di Trieste invece riuscì a raggiungere via mare Venezia dove si arrese agli Alleati il 30 aprile.
 I reparti di marina a Sanremo uscirono il 26 aprile per un'ultima missione contro i franco-americani, dopodiché affondarono i propri mezzi e dispersero gli uomini. Quelli che furono catturati dai partigiani furono sommariamente uccisi.
 
I caduti accertati in operazioni belliche e di controguerriglia della Decima assommano a oltre 600. A questi vanno aggiunti gli uomini uccisi sommariamente al termine delle ostilità dopo aver ceduto le armi, in numero non precisato (si ricorda, ad esempio, l'eccidio di Valdobbiadene dei Nuotatori Paracadutisti della Decima, NP, nel maggio del 1945, ove furono trucidati 50 prigionieri di guerra).
 
Decorazioni [modifica sorgente]
 
Un totale di almeno 466 militi della Xª Flottiglia MAS della Marina Repubblicana furono insigniti di decorazioni al Valore Militare della Repubblica Sociale Italiana[115]. Tra di loro:
 3 Medaglie d'oro al valor militare[116] (tutte concesse alla memoria) Guardiamarina Alessandro Tognoloni[117], Battaglione "Barbarigo", Cisterna 24/5/1944 Alfonso Guadagni, Servizio Informazioni Xª MAS, Nisida 14/6/1944 Capitano Genio Navale Umberto Bardelli, Battaglione "Barbarigo", Ozegna 8/7/1944 Al momento della resa della RSI erano ancora al vaglio della commissione di assegnazione altre quattro proposte, ossia : S.Ten. Sergio Denti, Mezzi d'Assalto - Mare Tirreno 1944-45 Marò Giorgio Agostini, Casale Nenci 25/12/44 Marò Eugenio Bampi, Tarnova 18/1/45 S.Ten. Giovanni Biggio, Castelnuovo Perna 20/3/45 96 Medaglie d'argento al valor militare 122 Medaglie di bronzo al valor militare 245 Croci di guerra al valore militare A cui si aggiungono 122 encomi solenni, sempre concessi dalla RSI.
Riferimenti postali storici [modifica sorgente]
 
Al Comando X Flottiglia Mas venne assegnata[118]: Fp. 80015 (dal 4.5.44) e la Fp 81200 (dal 5.3.45); a La Spezia PdC.781; a Milano PdC.795; a Lonato (BS) PdC.755.
 
Note [modifica sorgente]
 
1.^ La marca di numero ordinale apposta al numero romano (di per sé già ordinale), pur essendo un errore, fu nondimeno usata dai costitutori del corpo.
 2.^ Cfr. a p. 67 in Antonio Pietra, Guerriglia e contro guerriglia: un bilancio militare della Resistenza, 1943-1945. Valdagno, G. Rossato, 1997.
 3.^ Giorgio Bocca, Storia dell'Italia partigiana, p. 478.
 4.^ a b c d Guido Bonvicini, Decima Marinai! Decima Comandante!, Mursia, Milano
 5.^ a b c Giorgio Pisanò, Gli ultimi in grigioverde, CED, 1967
 6.^ Giorgio Pisanò, Storia della guerra civile in Italia, CED, 1964 et. al.
 7.^ De Gasperi: anche quelli di Salo' difendevano Trieste - Corriere della Sera 11 ottobre 1996. URL consultato in data 19-08-2008.
 8.^ G. Bocca, Storia dell'Italia partigiana, p. 479-480.
 9.^ Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 198
 10.^ Silvio Bertoldi, Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana, BUR, 2005, pag 151
 11.^ Silvio Bertoldi, Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana, BUR, 2005, pag 158
 12.^ a b Giampaolo Pansa, Il gladio e l'alloro, Le Scie, Mondadori editore, Milano, 1991, pag 186
 13.^ Silvio Bertoldi, Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana, BUR, 2005, pag 153-157
 14.^ Sole De Felice, "La Decima Flottiglia Mas e la Venezia Giulia 1943-1945", Edizioni Settimo Sigillo, Roma, 2003, pag.53, Relazione giurata del capitano di vascello Agostino Calosi responsabile dell´Ufficio Informazioni della Regia Marina del Sud nel corso del processo tenuto contro Borghese il 24 novembre 1948 "nel caso specifico della X Flottiglia Mas debbo dire che a questo comando non arrivarono mai ordini precisi, benché dallo stesso sollecitati anche telefonicamente"
 15.^ a b Silvio Bertoldi, Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana, BUR, 2005, pag 156
 16.^ Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 160: "I tedeschi fecero numerosi tentativi di penetrare nella caserma della Xª Mas, ma, come scrisse Borghese, Li respingemmo tutti malgrado l'enorme sproporzione di forze. Nessuno ne ha mai dubitato e, anzi la fermezza dimostrata dalla flottiglia nella circostanza è stata spesso presa a esempio di ciò che sarebbe stato possibile fare in quei giorni difficili se si fosse potuto contare su unità altrettanto motivate"
 17.^ a b Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 161
 18.^ Cfr. Giorgio Pisanò, op. cit. «Chi vuole rimanere con me a difendere la Flottiglia, resti. Io non me ne vado. Ma chi di voi ha motivi validi per cercare di raggiungere le famiglie me lo dica. Sarà posto in licenza immediata, salvo il richiamo che farò non appena le circostanze lo permetteranno.»
 19.^ Emanuele Mastrangelo, I canti del Littorio, Lo Scarabeo, Bologna, 2005
 20.^ G. Bonvicini, op. cit., pag. 79. Quindici ufficiali chiesero ed ottennero da Borghese regolare foglio di congedo per non dover partecipare ai rastrellamenti antipartigiani.
 21.^ Emanuele Mastrangelo, I disertori nella RSI, su Il Secondo Risorgimento, III/2004
 22.^ Un estratto dal libro di Aurelio Lepre, La storia della Repubblica di Mussolini. Salò: il tempo dell'odio e della violenza, Mondadori, 1999, ISBN 88-04-48141-2
 23.^ Intervista a Piero Vivarelli.
 24.^ Sergio Nesi, Decima Flottiglia nostra..., Mursia, Milano, 1986, pag. 59
 25.^ L'Ufficio Stampa e Propaganda fu costituito alla Spezia il 9 settembre 1943 e disciolto a Milano il 26 aprile 1945. Il responsabile fu il sottotenente di vascello Pasca Piredda. Servizi Propaganda: resp. capitano di corvetta Cocchia
 Stampa: resp. tenente Genta e tenente Zanfagna
 Radio: resp. capitano Bruno Spampanato
 Fotografia: resp. tenente Elio Luxardo
 Giornale ufficiale della Xª Mas: La Cambusa
 

26.^ Comandante : Ausiliaria Fede Arnaud- Costituito a Roma nel 1944 come centro assistenza per i feriti in afflusso dal fronte di Anzio, venne successivamente trasferito a La Spezia e poi a Sulzano per un corso d'addestramento. Un secondo corso venne tenuto a Grandola, ed un terzo a Col di Luna.
 27.^ Costituito nel novembre 1943 (C.C. Umberto Bardelli), si distinse in combattimento sul fronte di Anzio e nella difesa di Roma. Partecipò successivamente ai combattimenti contro i partigiani yugoslavi nelle zone del Bosco di Cansiglio, nel Goriziano e nella Selva di Tarnova. Nel marzo 1945 fu inquadrato nel 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 28.^ Costituito a La Spezia tra gennaio ed aprile 1944 (C.C. Corrado de Martino). Operò in funzione antipartigiana in Garfagnana, Lunigiana e Piemonte, prima di essere trasferito al fronte sulla linea del Senio come parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 29.^ Costituito a La Spezia nell'ottobre 1943 (Cpt.G.N. Nino Buttazzoni). Inizialmente suddiviso in distaccamenti (1ª Cp. a difesa del Ministero della Marina a Montecchio Maggiore, 4ª Cp. in Val d'Intelvi, Cp."Ceccacci" a Treviso per addestramento sabotatori, Compagnia comando ad Asiago) partecipò poi ad azioni antipartigiane in Piemonte, ai combattimenti contro i partigiani yugoslavi in Friuli e Venezia Giulia, e Nel marzo 1945 fu inquadrato nel 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 30.^ Costituito a La Spezia nel marzo 1944 (Com. Corallo). Operò in funzione antipartigiana in Valle d'Aosta, Piemonte, Veneto e Friuli, distinguendosi in combattimento contro i partigiani yugoslavi nella Selva di Tarnova. Era parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 31.^ Costituito a Pavia nel Settembre 1943 con personale brevettato alla Scuola Guastatori del Genio di Banne (Cpt. Manlio Morelli). Il reparto si aggregò alla Xª nel marzo 1944, partecipando con il resto della divisione ai rastrellamenti nella zona di Ivrea per poi trasferirsi in Friuli nel goriziano e nella zona del Meduna, distinguendosi in combattimento contro le formazioni iugoslave. Era parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 32.^ Costituito a La Spezia nell'aprile 1944 (C,C, Bernardino Fumai), a partire dalla Compagnia autonoma "Mai Morti". Partecipò ai grandi rastrellamenti antipartigiani in Piemonte per poi trasferirsi in Friuli contro i partigiani iugoslavi nella zona di Salcano, distinguendosi nei combattimenti di Casale Nenzi. Era parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 33.^ Costituito a partire dal febbraio 1944 a La Spezia (Magg. Guido Boriello)
 34.^ Il gruppo partecipò ai combattimenti sul fronte di Anzio, in supporto al Battaglione "Barbarigo", per poi operare nel settore Veneto e Friulano
 35.^ Il gruppo operò in supporto alle unità della Divisione contro gli iugoslavi, ed entrò successivamente a far parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 36.^ Il gruppo non divenne mai pienamente operativo
 37.^ parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 38.^ Costituito nel 1944 (C.C. Filippo di Bernardo) nel quadro della costituzione delle unità di supporto divisionali. Sostenne le attività dei reparti da combattimento contro i partigiani yugoslavi, ed entrò successivamente a far parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 39.^ costituito inizialmente come unità di guarnigione a protezione degli enti territoriali della Marina Repubblicana dislocati sul Lago Maggiore. Operò in funzione antipartigiana in Valdossola e Valle Strona, per poi venire assorbito nella "Divisione Decima" come Battaglione complementi. Entrò successivamente a far parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 40.^ costituito a La Spezia nel febbraio 1944, operò nell'addestramento del personale dei reparti speciali della Divisione prima al Lido di Camaiore, poi a Piacenza ed a Portese sul Garda ".
 41.^ costituito nel giugno 1944 a Bordeaux (Francia) con personale in esubero di Betasom. Rientrò in Italia nell'agosto 1944".
 42.^ costituito a Montecchio Maggiore nel gennaio 1945, operò come guarnigione delle locali sedi comando della Marina Repubblicana ".
 43.^ costituito a Genova nel marzo 1944 su iniziativa del Capo di I Classe Felice Bottero, rimase fino alla fine inquadrato da soli sottufficiali con l'eccezione dell'ufficiale medico e di due tenenti dell'Esercito. Operò nella difesa costiera (comprese le batterie di Sturla, San Remo e Sampierdarena) e fornì rincalzi ai battaglioni "Lupo" e "Barbarigo" ed al Distaccamento "Milano".
 44.^ costituito a Trieste nel dicembre 1944, rimanendo sempre parte della guarnigione della città.
 45.^ costituito ad Arona nel maggio 1944, a difesa della Scuola Mezzi d'Assalto di Superficie di Sesto Calende
 46.^ costituito a Venezia nel febbraio 1944, con compiti di guarnigione. Una compagnia fu distaccata in supporto del battaglione "Valanga in Val Neduna e nella Selva di Tarnova
 47.^ costituito a Montorfano nel maggio 1944 come unità di supporto ed addestamento per il battaglione "NP"
 48.^ costituito a Torino nel marzo 1944, a difesa degli stabilimenti FIAT
 49.^ costituito a Milano nel giugno 1944 per la difesa de
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 04, 2013, 19:23:18 pm
Standarde, visto che sei così preparato sulla X Mas, sai se essa partecipò alla caccia agli Ebrei in
Italia e se provvide a consegnarli ai tedeschi affinchè venissero poi uccisi? La mia è una semplice
curiosità storica senza sottintesi polemici. Per quanto riguarda la lotta ai partigiani, è un fatto che
la X Mas si segnalò per la sua ferocia, anche inutile. Su di un corpo di un partigiano impiccato un
marò appose un cartello in cui campeggiava la scritta beffarda: "Aveva tentato di colpire la Decima".
Non sorprende che a guerra finita ci fosse un regolamento di conti anche ai danni della X Mas.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 05, 2013, 13:36:19 pm
Standarde, visto che sei così preparato sulla X Mas, sai se essa partecipò alla caccia agli Ebrei in
Italia e se provvide a consegnarli ai tedeschi affinchè venissero poi uccisi? La mia è una semplice
curiosità storica senza sottintesi polemici. Per quanto riguarda la lotta ai partigiani, è un fatto che
la X Mas si segnalò per la sua ferocia, anche inutile. Su di un corpo di un partigiano impiccato un
marò appose un cartello in cui campeggiava la scritta beffarda: "Aveva tentato di colpire la Decima".
Non sorprende che a guerra finita ci fosse un regolamento di conti anche ai danni della X Mas.

Innanzitutto ti ringrazio per l'apprezzamento .

Cercherò di risponderti rimanendo strettamente nell'ambito dei quesiti e delle osservazioni da te posti per non dilungarmi troppo .
Francamente , non so se la Decima partecipò ai rastrellamenti di ebrei , ma anche se fosse nego nella maniera più assoluta che essi fossero a conosenza della fine che facevano gli ebrei nei lager ovvero dei piani della soluzione finale  .
All'epoca , i camerati della X Mas sapevano che gli ebrei erano "nemici del popolo italiano" che andavano arrestati etc. , sapevano pure che venivano internati in Germania o in Polonia come accadeva del resto ai prigionieri di guerra , ai partigiani etc. , ma non sapevano di certo cosa gli succedeva una volta arrivati all'interno dei lager . 
La soluzione finale venne ideata da Adolf Eichmann e da Reinhar Heydrich in piena guerra durante la conferenza di Wannsee nel gennaio 1942 e doveva procedere nella massima discrezione e segretezza .
Durante la seconda guerra mondiale , dal mio punto di vista personale , ritengo che chi fosse a conoscenza di quanto realmente accadeva nei lager erano :
1)Le SS che stavano dentro e probabilmente i loro familiari cui però veniva detto di tenere la bocca chiusa ;
2)Chi ci stava dentro ovvero gli internati ;
3)La popolazione locale che abitava nei pressi dei lager ;
4)Molti alti gerarchi nazionalsocialisti tra cui quelli presenti alla conferenza di Wanssee;
5)Le associazioni ebraiche che avevano avuto notizie dai prigionieri che erano riusciti a fuggire dai lager e che informarono e sollecitarono più volte il governo inglese e quello americano di bombardare i lager ;
6)Il governo inglese ed il governo americano che erano stati dettagliatamente informati su quanto accadava nei lager in Polonia da prigionieri polacchi che erano riusciti a fuggire e che tramite la resistenza polacca erano riusciti ad informare il governo polacco in esilio a Londra e quindi il governo inglese medesimo .
Sia il governo americano che il governo inglese erano al corrente di quanto accadeva nel lager , inoltre erano a conoscenza dell'esatta ubicazione di campi come Auschwitz-Birkenau che erano stato anche fotografato dall'alto da aerei alleati , tuttavia , mentre i governi angloamericani ordinavano ai loro aerei di bombardare specificamente e sistematicamente la popolazione civile italiana e tedesca , non ci pensarono minimamente di effettuare un solo raid aereo per radere a suolo i lager . 

Per quanto riguarda il comportamento della Decima come anche quello del resto degli appartenenti alla Repubblica Sociale Italiana  e dei tedeschi nei confronti dei partigiani , bisogna tener conto di quanto segue :

1)Alla seconda Conferenza della Pace dell’Aja del 1907 parteciparono 44 nazioni che sottoscrissero tredici convenzioni e una dichiarazione: alcune ribadirono e precisarono le precedenti norme, altre rappresentarono un completamento e un ampliamento del diritto umanitario in tempo di guerra.
La Convenzione dell'Aja fu sottoscritta dalle principali nazioni che presero parte alla seconda guerra mondiale tale convenzione contiene la normativa sulle leggi ed usi della guerra terrestre .
L’art. 42 della Convenzione dell’Aja dice testualmente:
 “La popolazione ha l’OBBLIGO di continuare nelle sue attività abituali ASTENENDOSI da QUALSIASI attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi“. Secondo il diritto internazionale (Art. 1 della convenzione dell’Aia del 1907) un atto di guerra materialmente legittimo può essere compiuto solo dagli ESERCITI REGOLARI ovvero da corpi volontari i quali rispondano a determinati requisiti, cioè abbiano alla loro testa una persona responsabile per i subordinati, abbiano un segno distintivo fisso riconoscibile a distanza e PORTINO APERTAMENTE LE ARMI .
 Ciò premesso, si può senz’altro affermare che gli attentati messi in atto dai partigiani fossero ATTI ILLEGITTIMI DI GUERRA essendo stati compiuti da appartenenti a un corpo sì di volontari che però non rispondevano ad alcuno degli accennati requisiti.
Secondo l’Art. 2 della convenzione di Ginevra del 1929 non potevano essere utilizzati per una rappresaglia né feriti né prigionieri di guerra e neppure personale sanitario.
Il Tribunale di Norimberga d’altra parte affermò:
 “le misure di rappresaglia in guerra sono atti che, anche se illegali, nelle condizioni particolari in cui esse si verificano possono essere giustificati: ciò ‘in quanto l’avversario colpevole si è a sua volta comportato in maniera illegale e la rappresaglia stessa è stata intrapresa allo scopo di impedire all’avversario di comportarsi illegalmente anche in futuro.’“
Il diritto alla rappresaglia venne accolto anche alle forze britanniche nel paragrafo n.454 del “British Manual of Military Law“. Le forze americane a loro volta prevedevano la rappresaglia nel paragrafo n. 358 dei “Rules of Land Warfare del 1940. Per le truppe francesi, l’allegato I alle istruzioni di servizio del 12 agosto 1936 consentiva all’Art.29 il diritto di prendere ostaggi nel caso in cui l’atteggiamento della popolazione fosse ostile agli occupanti, e il successivo Art. 32 prevedeva l’esecuzione sommaria degli stessi ostaggi se si verificavano attentati.
Interessante anche ricordare alcune rappresaglie alleate:
 •A Stoccarda il generale francese Lattre de Tassigny minacciò l’uccisione di ostaggi tedeschi nel rapporto di 25:1 se fossero stati uccisi soldati francesi.
 •A Marcktdorf erano previste fucilazioni di ostaggi nel rapporto di 30:1.
 •A Reutlingen i francesi uccisero 4 ostaggi tedeschi affermando che era stato ucciso un motociclista che in realtà era rimasto vittima di un incidente.
 •A Tuttlingen, i francesi annunciarono il 1° maggio 1945 che per ogni soldato ucciso sarebbero stati fucilati 50 ostaggi.
 •Ad Harz le forze americane minacciarono di esecuzione punitive nel rapporto di 200:1.
 •Quando il generale americano Rose, nel marzo del 1945, rimase vittima di una imboscata, gli americani fecero fucilare per rappresaglia 110 cittadini tedeschi. (In realtà Rose era stato ucciso in un normale combattimento, soldati contro soldati – e l’imboscata è pur sempre un atto di guerra se si portano le mostrine e la divisa).
 •A Tambach, presso Coburg, in data 8 aprile 1945 il tenente americano Vincent C. Acunto fece fucilare 24 prigionieri di guerra tedeschi e 4 civili; accusato di omicidio venne assolto.
 • A Berlino l’Armata Rossa che l’occupava minacciò fucilazione di ostaggi nel rapporto di 50:1. Il testo del comunicato era il seguente: “Chiunque effettui un attentato contro gli appartenenti alle truppe d’occupazione o commette attentati per motivi di inimicizia politica, provocherà la morte di 50 ex appartenenti al partito nazista“. (Pubblicato sul quoridiano Verordnunsglatt di Berlino in data 1 luglio 1945).
 •A Soldin, Neumark, i russi andarono al di là di questa cifra: furono fucilati 120 cittadini tedeschi perchè un maggiore russo era stato ucciso nottetempo da una guardia tedesca. (che poi risultò essere stato ucciso perchè il russo gli stuprò la moglie (Mario Spataro, Dal caso Priebke al nazi gold, Ed. 7° Sigillo, vol.2, Pag. 913).
 •Una delle più gravi fu la strage di Annecy del 18 agosto 1944, in un campo di prigionieri tedeschi gestito da americani e francesi; proporzioni di 80:1.
 •A Bengasi, gli inglesi di Montgomery contro gli italiani applicarono quella del 10:1.
 


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Red- - Agosto 05, 2013, 21:47:14 pm
Secondo me la vicenda della X mas va prima di tutto inquadrata storicamente, solo così si può capire qualcosa. Dopo l'armistizio infatti ci fu chi si schierò con Mussolini e chi si schierò col nuovo governo Badoglio.
La X mas scelse Mussolini, ma era una scelta sbagliata sotto quasi tutti gli aspetti.
Se avesse potuto scegliere, probabilmente lo stesso Mussolini non avrebbe voluto che si schierassero in quel modo. E' ormai quasi certo che Mussolini trattò con vari governi alleati per tentare di mettere fine alla guerra, ma quegli stessi preferirono andare avanti, così da vincere tutto il tavolo. Storia molto scabrosa, come quasi tutte le storie importanti.
Se si analizza un pò la storia di quel preciso peridodo, ci si rende conto di quanto la vera responsabilità discenda "a cascata", dall'alto vero il basso, e man mano che scende, il livello di responsabilità oggettiva verso gli eventi cala in maniera esponenziale. A quei tempi secondo me la scala era questa: Hitler (100% ), poi Mussolini,  Rsi, etc, etc.
Per il resto mi astengo da ogni giudizio morale sulla Xmas, per vari motivi.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 06, 2013, 01:21:14 am
Innanzitutto ti ringrazio per l'apprezzamento . 
All'epoca , i camerati della X Mas sapevano che gli ebrei erano "nemici del popolo italiano"
quote
"Nemici del popolo italiano": non ti pare ridicola questa affermazione, applicata a donne e a bambini
essi pure rastrellati e consegnati ai tedeschi? Possibile che nessun marò si fosse chiesto: "Ma che
cazzo stiamo facendo? Sarebbero azioni militari e meritorie per la salvezza della patria, queste?".
Per conservare la propria rispettabilità, la X Mas avrebbe dovuto combattere solo contro gli
angloamericani. E basta. Partecipando alle rappresaglie e ai rastrellamenti a danno di inermi,
la credibilità conquistata in precedenza l'ha persa.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 02:46:33 am
Secondo me la vicenda della X mas va prima di tutto inquadrata storicamente, solo così si può capire qualcosa. Dopo l'armistizio infatti ci fu chi si schierò con Mussolini e chi si schierò col nuovo governo Badoglio.
La X mas scelse Mussolini, ma era una scelta sbagliata sotto quasi tutti gli aspetti.
Se avesse potuto scegliere, probabilmente lo stesso Mussolini non avrebbe voluto che si schierassero in quel modo. E' ormai quasi certo che Mussolini trattò con vari governi alleati per tentare di mettere fine alla guerra, ma quegli stessi preferirono andare avanti, così da vincere tutto il tavolo. Storia molto scabrosa, come quasi tutte le storie importanti.
Se si analizza un pò la storia di quel preciso peridodo, ci si rende conto di quanto la vera responsabilità discenda "a cascata", dall'alto vero il basso, e man mano che scende, il livello di responsabilità oggettiva verso gli eventi cala in maniera esponenziale. A quei tempi secondo me la scala era questa: Hitler (100% ), poi Mussolini,  Rsi, etc, etc.
Per il resto mi astengo da ogni giudizio morale sulla Xmas, per vari motivi.


Scelta sbagliata ?

Fu scelta onorevole quella di saltare opportunisticamente sul carro dei vincitori appena la situazione bellica si capovolse a sfavore dell'Asse ?

Come dovevano considerarci i tedeschi ?

Dei vigliacchi e dei traditori . Ed avevano ragione .

Il 7 Settembre i tedeschi combattevano letteralmente fianco a fianco con le truppe italiane ed il giorno successivo erano diventati da alleati ad invasori .

Mi sembra che ci sia qualcosa che non quadra...

L'Italia chiese l'armistizio non per questioni ideologiche o politiche o per qualche ideale ma per mero opportunismo semplicemente perchè stava perdendo la guerra .

Se l'Asse avesse vinto la guerra , certamente l'Italia non avrebbe chiesto alcuna resa agli Alleati .

Ecco il comunicato di resa dell'Italia dell'8 settembre :

"Il governo italiano, riconosciuta la impossibilità di continuare la impari lotta contro la soverchiante potenza avversaria, nell'intento di risparmiare ulteriori e più gravi sciagure alla Nazione ha chiesto un armistizio al generale Eisenhower, comandante in capo delle forze alleate anglo-americane."

Durante le guerre risorgimentali eravamo alleati un giorno con la Francia ed il giorno dopo con l'Austria-Ungheria .
Durante la prima guerra mondiale eravamo alleati con la triplice alleanza ed abbiamo finito la guerra con la triplice intesa .
Durante la seconda guerra mondiale eravamo alleati con la Germania ed abbiamo finito la guerra con gli Alleati (da cobelligeranti non da alleati) .

Se a livello internazionale a differenza dell'Inghilterra , della Russia , della Cina , della Francia , degli Stati Uniti d'America , della Germania etc. ciò che dice l'Italia conta come il due di picche , vedesi il caso dei marò in India , l'ingresso nel gruppo dei 5 + 1 della Germania e non dell'Italia e tanti altri casi , forse e dico forse qualche motivo ci sarà .

Il comandante il capo delle forze Alleate e futuro presidente degli Stati Uniti d'America Dwight D. Eisenhower disse testualmente :

"Tutte le Nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l'Italia è la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato in parte dal sacrificio dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana". 

Mussolini , durante la guerra , non cercò mai di trattare una resa con gli Alleati , piuttosto cercò di convincere Hitler a chiedere una pace separata con l'Unione Sovietica in modo tale da far convergere tutte le forze contro gli Alleati , ma per Hitler la questione di una resa con l'Unione Sovietica era fuori discussione .

Comunque è vero il fatto che la richiesta di resa incondizionata fatta dagli Alleati alla conferenza di Casablanca del 1942 costrinse le forze dell'Asse a combattere fino alla fine e certamente , come tu affermi ,  c'è stata una responsabilità decrescente  a "cascata" dall'alto verso il basso . 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 06, 2013, 07:31:27 am

Fonte : http://francoaschieri.blogspot.it/

Straordinariamente interessante è la relazione che ne ha fatto Don Giuseppe Ferrieri parroco di San Pietro di Santa Maria Capua Vetere che ebbe ad assisterli:
 

E... che c'entra?
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 06, 2013, 07:35:17 am
Scelta sbagliata ?

Fu scelta onorevole quella di saltare opportunisticamente sul carro dei vincitori appena la situazione bellica si capovolse a sfavore dell'Asse ?

Come dovevano considerarci i tedeschi ?

Dei vigliacchi e dei traditori . Ed avevano ragione .



Standà....
Ci avete rotto i coglioni!

Avete perso. Non rompete più il cazzo e MUTI!

La pacificazione comincia con l'ammissione delle proprie colpe non dall'ostentazione, dalla retorica e dalla mitizzazione.
Se ne parlerà, forse, quando i nostalgici riusciranno a tirare una riga netta tra ventennio e repubblica sociale.

Fino ad allora, ogni tentativo di rigirare la frittata è sgradito perché contrasta con la fame e leviolenze sofferte.


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 11:27:26 am
E... che c'entra?

Cosa significa che c'entra ?

L'oggetto del thread è quello .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 11:44:16 am
Standà....
Ci avete rotto i coglioni!

Avete perso. Non rompete più il cazzo e MUTI!

La pacificazione comincia con l'ammissione delle proprie colpe non dall'ostentazione, dalla retorica e dalla mitizzazione.
Se ne parlerà, forse, quando i nostalgici riusciranno a tirare una riga netta tra ventennio e repubblica sociale.

Fino ad allora, ogni tentativo di rigirare la frittata è sgradito perché contrasta con la fame e leviolenze sofferte.

vnd...

In questo thread si parla di storia . Non sarà certo un lustrascarpe qualsiasi degli inglesi e degli americani a dirmi cosa devo dire .

Non è retorica . SONO FATTI STORICI REALMENTE ACCADUTI .

La X MAS il suo valore se l'è conquistato sul campo di battaglia RICONOSCIUTO DAGLI STESSI ALLEATI , non sarai di certo tu o qualcun altro di sinistra che potrà modificare questo stato di fatto .

La X MAS ha avuto RIPETUTAMENTE L'ONORE DELLE ARMI DA PARTE DI INGLESI E AMERICANI .
Sono stati GLI UNICI SOLDATI DELL'ASSE DI TUTTA LA SECONDA GUERRA MONDIALE AD ESSERE INSIGNITI CON MEDAGLIE D'ORO DAGLI STESSI INGLESI E AMERICANI .

Non ci potrà mai essere riappacificazione finchè la storia sarà mistificata come un cartone animato i buoni da una parte ed i cattivi dall'altra .

Violenze e sofferenze sono state inflitte anche e soprattutto dai partigiani ai danni di civili inermi .

E' vero . La guerra è stata persa .

Ma c'è chi ha perso con onore . E chi ha vinto vigliaccamente uscendo a viso scoperto solo a guerra finita !

Ed anche questo è storia !
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: zagaro - Agosto 06, 2013, 12:49:17 pm
stai confondendo i vari reparti della Marina.

Non dimenticare che con l'armistizio tutti i militari italiani si trovarono a fare scelte spesse dolorose. 'Caserme Rosse' di Bologna significa  principalmente questo, il dilemma dei militari italiani
http://www.pianurareno.org/?q=node/542

e non furono pochi i reparti che ebbero lo stesso nome prima dell'armistizio, nella RSI e nel Regno del Sud. e ciò ad un lettore poco attento può creare confusione

premesso questo, i militari organizzati da Valerio Borghese con il nome di X Mas, poichè corpo franco o se preferisci una compagnia di ventura, sotto il profilo giuridico  fu di difficile inquadramento e per molti non erano militari benzì miliziani e quindi non soggetti alle regole della Convenzione di Ginevra, ovvero fucilazione immediata come erano i Battaglioni M di camice nere

Dopodichè vi sta  la storia dei singoli uomini.

mentre  il tuo post  non è nient'altro che quella continuazone di quell'atmosfera tipica del periodo "dell'arco costituzionale", ovvero fra chi ha accettato la Costituzione come  atto fondamentale del II°Stato Italiano, e di chi non ha capito questo come atto di sovranità del Popolo Italiano
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 12:53:45 pm
Innanzitutto ti ringrazio per l'apprezzamento . 
All'epoca , i camerati della X Mas sapevano che gli ebrei erano "nemici del popolo italiano"
quote
"Nemici del popolo italiano": non ti pare ridicola questa affermazione, applicata a donne e a bambini
essi pure rastrellati e consegnati ai tedeschi? Possibile che nessun marò si fosse chiesto: "Ma che
cazzo stiamo facendo? Sarebbero azioni militari e meritorie per la salvezza della patria, queste?".
Per conservare la propria rispettabilità, la X Mas avrebbe dovuto combattere solo contro gli
angloamericani. E basta. Partecipando alle rappresaglie e ai rastrellamenti a danno di inermi,
la credibilità conquistata in precedenza l'ha persa.

La misura di comprendere anche la famiglia era una misura che veniva applicata anche negli Stati Uniti d'America ed in altri stati esteri .
Sia nella prima che nella seconda guerra mondiale , furono internati nei campi di concentramento statunitensi italiani e tedeschi (e durante la seconda anche giapponesi) insieme con le loro famiglie che vennero liberate una volta vinta la guerra .
Gli stranieri della nazione con la quale si era in guerra venivano considerati "ostili" in quanto potevano svolgere una funzione di spie .
L'Italia fascista internò le famiglie ebree nel campo di internamento di Ferramonti di Tarsia in provincia di Cosenza :
Fonte neutra wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Campo_di_internamento_di_Ferramonti_di_Tarsia : 

"L'inizio dell'attività del campo di Ferramonti comincia il 20 giugno del 1940 quando vi giunse un primo piccolo gruppo di 160 Ebrei provenienti da Roma. Nel 1943, al momento della sua liberazione, nel campo si sarebbero trovati 1,604 internati Ebrei e 412 non Ebrei.
 
La decisione di collocare il campo in una zona insalubre e malarica deriva in realtà non da una ragione politica/razziale, ma da un interesse economico da parte del costruttore Eugenio Parrini, molto vicino ad importanti gerarchi fascisti. La sua ditta, infatti, era già presente a Ferramonti dove aveva ultimato dei lavori di bonifica. Dovendo costruire il campo di concentramento, Parrini fece in modo di utilizzare a questo scopo il cantiere già presente in loco e le baracche che ospitarono il primo gruppo di ebrei erano in realtà le baracche utilizzate in precedenza dagli operai impegnati nella bonifica. Eugenio Parrini, costruttore anche del campo di concentramento di Pisticci, impose nel campo di Ferramonti un proprio spaccio alimentare in regime di monopolio e ai prezzi da lui stabiliti. La malaria fu endemica nel campo, ma, in base a quanto riportato dai rapporti degli ufficiali inglesi, non era di una forma particolarmente grave e non vi furono morti attribuibili esclusivamente alla malaria; problemi come malnutrizione, assenza o insufficienza di riscaldamento, e carenze igienico-sanitarie rimasero endemici. Il campo era costituito da 92 capannoni situati in un perimetro di circa 160.000 m². Vi erano capannoni di 335 m², con due camerate da 30 posti, e capannoni da 268 m², che accoglievano otto nuclei familiari di cinque persone o dodici nuclei familiari da tre persone. Considerata la sua natura di luogo di detenzione, con una struttura a baraccamenti e una recinzione fatta da una staccionata di legno sormontata da una linea di filo spinato, le condizioni di vita nel campo tuttavia rimasero sempre discrete e umane. Nessuno degli internati fu vittima di violenze o fu direttamente deportato da Ferramonti in Germania. Al contrario, le autorità del campo non diedero mai seguito alle richieste tedesche. Furono purtroppo deportate solo quelle persone che, avendo chiesto un trasferimento da Ferramonti ad un confino libero in alcuni centri del nord Italia, si trovarono sotto l'occupazione tedesca dopo il settembre del 1943. Ferramonti non fu quindi in alcun modo un campo di transito per i lager tedeschi. Per questa sua peculiare caratteristica, lo storico ebreo inglese Jonathan Steinberg ha definito il campo di Ferramonti come "il più grande kibbutz del continente europeo". In effetti gli unici deceduti di morte violenta all'interno del campo furono quattro vittime di un mitragliamento da parte di un caccia alleato durante un duello aereo con un velivolo tedesco sopra il campo (27 agosto 1943). Gli internati potevano ricevere dall'esterno posta e cibo e, all'interno del campo, godettero sempre della libertà di organizzarsi eleggendo propri rappresentanti, di avere un'infermeria con annessa farmacia, una scuola, un asilo, una biblioteca, un teatro e dei propri luoghi di culto (due sinagoghe, una cappella cattolica e un'altra greco-ortodossa). Diverse coppie si formarono e sposarono nel campo, dove nacquero 21 bambini. A conferma di questa sua storia di umanità, le relazioni degli ufficiali inglesi che entrarono a Ferramonti nel 1943, descrissero il campo di Ferramonti più come un piccolo villaggio che non un campo di concentramento. Sempre in base alle loro relazioni, l'incidenza dei decessi per cause naturali avvenuti a Ferramonti fu bassa: 8-12 decessi ogni 2.000 persone. Gli ebrei deceduti nel campo sono stati regolarmente seppelliti all'interno sia del piccolo cimitero cattolico di Tarsia (16 sepolture registrate, ma solo 4 ancora presenti) che nel cimitero di Cosenza (21 sepolture registrate e tutte presenti), dove ancora è possibile vedere le loro tombe.
 
Il campo era sotto la responsabilità del ministero dell'interno e retto da un commissario di pubblica sicurezza, ma la sorveglianza esterna era affidata alla MVSN. Per l'opera di umanizzazione verso le condizioni di vita degli internati, svolta dai funzionari di polizia che si avvicendarono al comando (Paolo Salvatore in primo luogo, e quindi Leopoldo Pelosio e Mario Fraticelli) e dal cappellano del campo, il padre cappuccino fra Callisto Lopinot, si verificarono vari attriti tra le autorità di polizia e la milizia, che comportarono problemi nei confronti dei funzionari stessi. Per importanza e umanità si distinse il primo direttore, Paolo Salvatore, che venne allontanato dal campo agli inizi del 1943 per un atteggiamento troppo permissivo nei confronti degli internati. Il frate cappuccino Lopinot si prestò alacremente per aiutare tutti, senza distinzione di credo e religione. Anche il maresciallo del campo, Gaetano Marrari, viene ricordato dagli internati con grande affetto per la sua umanità.
 
Gli internati ricevettero continua assistenza dalla DELASEM, l'ente di assistenza ai profughi creato nel 1939 dall'Unione delle Comunita Ebraiche Italiane con l'autorizzazione dello stesso governo fascista. Vi operava anche la "Mensa dei bambini" di Milano, diretta da Israele Kalk. Il supporto dato dal Vaticano per mezzo del frate cappuccino Lopinot fu anche molto importante, così come l'aiuto dato da Karel Weirich con la sua organizzazione a supporto degli ebrei cecoslovacchi (Opera San Venceslao). Con il deteriorarsi della generale situazione economica dell'Italia nel corso della guerra, anche le condizioni di vita nel campo si fecero progressivamente più difficili. Dall'estate del 1942 fu concesso a tutti gli internati che lo volessero il permesso di lavorare al di fuori del campo per integrare le scarse razioni alimentari. È anche importante ricordare i vicendevoli rapporti di aiuto e di solidarietà intercorsi fra gli internati e la popolazione di Tarsia. [1]"

Capirai bene che la situazione nei campi di internamento italiani non era affatto simile a quella dei lager tedeschi .

Il punto principale su cui verte il tuo quesito è il seguente sapevano o non sapevano i militi della Decima della fine cui erano destinati gli ebrei nei lager tedeschi ?

Perchè qualora essi ne fossero a conoscenza non esiterei un attimo a definire tali azioni come ignobili e criminali , ma allo stato attuale , ritengo , che in Italia all'epoca nessuno era a conoscenza di quanto realmente accadeva nei lager tedeschi .

I crimini compiuti dai tedeschi nei lager per il modo in cui essi sono stati perpetrati sono venuti alla luce soltanto dopo la fine della guerra .

Detto questo ritengo che crimini sono stati commessi , durante la seconda guerra mondiale , da TUTTI .

Non è che un bambino italiano barbaramente ammazzato nella foibe , o un bambino giapponese perito ad Hiroshima o tedesco sciolto con la bombe illegali al fluoro ad Amburgo o ammazzato dai russi in Prussia Orientale abbia meno dignità rispetto ad un bambino ebreo morto nel ghetto di Varsavia .

Perchè non ci può essere alcuna GIUSTIFICAZIONE ETICA MORALE ED IDEOLOGICA ad esempio per gli stupri , le sevizie e le uccisioni di migliaia di donne e bambini in Ciociaria da parte delle truppe marocchine o delle truppe russe a Berlino o in Prussia Orientale(posto che in Marocco i tedeschi e gli italiani non ci sono mai stati) .

E qui trovo particolarmente illuminante la frase di Red sulla responsabilità a cascata dall'alto verso il basso .

Mettere tutti indistintamente nello stesso calderone SIGNIFICA mettere sullo stesso piano , ad esempio un soldato semplice tedesco morto in Normandia con quello che faceva Mangele ad Auschwitz , tale equiparazione SIGNIFICA SMINUIRE LA PORTATA DEI CRIMINI TEDESCHI COMMESSI NEI LAGER !

E' come voler attribuire ai partigiani comunisti italiani la responsabilità di quanto accadeva nei gulag in Unione Sovietica semplicemente per il fatto che combattevano per i medesimi ideali !

Chi , certamente si doveva chiedere quello che stavano facendo erano i tedeschi in servizio nei lager , e quello che mi stupisce è il fatto che a nessuno di questi criminali gli sia mai balenato in mente il minimo dubbio su ciò che stavano commettendo .

Se un soldato  in guerra commette un crimine è responsabile di quel crimine lui e chi gli ha dato l'ordine .

Il generale francese Juin allo scopo di incitare i goumier marocchini , algerini , tunisini e senagalesi a sfondare il fronte di Monte Cassino tenuto dai paracadutisti tedeschi disse testualmente :

« Soldati! Questa volta non è solo la libertà delle vostre terre che vi offro se vincerete questa battaglia. Alle spalle del nemico vi sono donne, case, c'è un vino tra i migliori del mondo, c'è dell'oro. Tutto ciò sarà vostro se vincerete. Dovrete uccidere i tedeschi fino all’ultimo uomo e passare ad ogni costo. Quello che vi ho detto e promesso mantengo. Per cinquanta ore sarete i padroni assoluti di ciò che troverete al di là del nemico. Nessuno vi punirà per ciò che farete, nessuno vi chiederà conto di ciò che prenderete »

il Presidente dell'Associazione Nazionale Vittime delle "Marocchinate" Emiliano Ciotti fa una stima dello stupro di massa. «Dalle numerose documentazioni raccolte oggi possiamo affermare che ci furono un minimo di 20.000 casi accertati di violenze, numero che comunque non rispecchia la verità; diversi referti medici dell'epoca riferirono che un terzo delle donne violentate, sia per vergogna o pudore, preferì non denunciare. Facendo una valutazione complessiva delle violenze commesse dal "Corpo di Spedizione Francese", che iniziò la proprie attività in Sicilia e le terminò alle porte di Firenze, possiamo affermare con certezza che ci fu un minimo di 60.000 donne stuprate, e ben 18.000 violenze carnali. I soldati magrebini mediamente stupravano in gruppi da 2 (due) o 3 (tre), ma abbiamo raccolto testimonianze di donne violentate anche da 100,200 e 300 magrebini».

Da notare che gli stupri commessi dall'Asse durante la seconda guerra mondiale si possono contare quasi sulla punta delle dita .

Comunque ti ho citato il caso delle marocchinate per dirti che in quel caso specifico ritengo che i responsabili di quel crimine di guerra furono chi ha commesso il fatto i goumier nordafricani e chi glielo ha permesso il generale francese Juin , ma posso io considerare responsabile di questo crimine anche i soldati ed i generali inglesi dell'8°Armata ad esempio ? Certo che no !

La Decima, nata per proseguire la guerra contro gli angloamericani, fu inizialmente risparmiata dalle azioni partigiane e gappiste, fino al 23 gennaio 1944, quando un attentato dinamitardo partigiano fece saltare alla Spezia il tram che collegava il centro cittadino colla sede della Decima nella Caserma San Bartolomeo, provocando la morte di tre marò e due cittadini.

La X MAS si è conquistato il proprio valore con le numerosissime gesta eroiche compiute sul campo di battaglia , ricevendo "l'onore delle armi" da parte degli stessi nemici angloamericani .
E perdonami , non sarai di certo tu o qualche altro sinistro a modificare , come ho già detto a vnd , questo stato di fatto .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 06, 2013, 13:45:56 pm
Chi ti ha detto che io sia di sinistra? Se lo pensi non hai proprio capito nulla di me: semplicemente
amo la Storia, la verità storica e non mi piacciono le mistificazioni. Rimango dell'idea che se la X MAS
si fosse occupata ESCLUSIVAMENTE degli angloamericani e della guerra contro gli angloamericani la
sua reputazione conquistata fin là MERITATAMENTE sarebbe rimasta intatta e forse sarebbe rimasto
come corpo militare nell'esercito della Repubblica. Invece SCELSE di fare il lavoro sporco occupandosi
di Ebrei e partigiani. E non mi venire a dire che non poteva sottrarvisi. Valerio Borghese aveva creato
un filo diretto con Himmler e la X MAS era l'unica formazione militare italiana ad essere rispettata dai
tedeschi che non si permisero di requisirle nemmeno una pallottola. Borghese avrebbe potuto
benissimo battere i pugni sul tavolo e dire ai tedeschi: "Cari signori, noi facciamo la guerra VERA, ai
combattenti VERI e non ai partigiani e agli Ebrei. Per i primi, rivolgetevi alla GNR e alla Muti e per gli
altri, occupatevene voi con le vostre SS. Se vi sta bene, è così. Se non vi sta bene, è così lo stesso.
Noi la guerra la facciamo agli angloamericani. Vi basta e vi avanza". Questo era il discorso da fare
e Borghese non lo fece. Partecipando al lavoro sporco contro partigiani ed Ebrei la X Mas macchiò
la sua reputazione militare, fino ad allora eccellente.
Quanto ai crimini fatti dai Russi alla popolazione civile tedesca e dai franco marocchini contro la
popolazione italiana è da dire che i primi avevano dovuto subire per ben tre anni lo stupro e la
deportazione verso la Germania delle loro donne ed è quindi comprensibile che si siano in seguito
vendicati sulle donne tedesche e che i francesi sono stati pugnalati alla schiena dall'intervento
vigliacco dell'Italia quando già la Francia era stata invasa dalle armate naziste e quindi è ovvio
che i generali francesi operativi sul territorio italiano non si mostrassero poi tanto riguardosi per
le donne italiane se si trattava di muovere all'assalto le loro truppe marocchine trattate in fondo
come carne da cannone e si appellassero persino alle loro foie e ai loro più bassi istinti. Gli ebrei
europei (tranne qualche speculatore che poi, pagando, hanno fatto opportunamente scappare)
non hanno fatto torto alcuno a nessuna popolazione eppure sono stati massacrati a milioni dai
nazisti.  E tu mi metti sullo stesso piano il loro genocidio con le altre morti nel corso della guerra?
E per concludere il discorso, io sono un nipote di un volontario delle Camicie nere che nel 1937
si è arruolato per andare a combattere in Abissinia e, fatto prigioniero dagli inglesi, è ritornato
a casa dieci anni dopo, nel 1947, perchè era un "irriducibile" che si era rifutato di collaborare
con gli Alleati durante la prigionia. Non glielo rimprovero: ha fatto quello che la sua coscienza
gli imponeva di fare. Questo mi autorizzerà a dire, spero, anche a te, quello che penso. 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 06, 2013, 14:01:35 pm

Avete perso. Non rompete più il cazzo e MUTI!


MUTI...........cos'è, Vnd, un lapsus freudiano?

Proprio a Standarte menzioni............MUTI?
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: COSMOS1 - Agosto 06, 2013, 16:16:57 pm
pare che la questione sia di moda:

http://www.ilgiornale.it/news/interni/morte-dun-soldato-tempo-delle-jene-cuc-941505.html


Citazione
Morte d'un soldato al tempo delle jene Ma vi sembra possibile che nell'agosto bastardo del 2013 un signore muoia dicendo: «Ho amato la mia patria più della mia anima»?
                    Marcello Veneziani (http://www.ilgiornale.it/autore/marcello-veneziani-46407.html)  - Mar, 06/08/2013 - 07:39   Ma vi sembra possibile che nell'agosto bastardo del 2013 un signore muoia dicendo: «Ho amato la mia patria più della mia anima»?. No, non è possibile ma è successo. Si chiamava Walter Jonna. Capitano della X flottiglia Mas, tre croci al merito di guerra, arruolato volontario a 17 anni, da ragazzo scampò a due fucilazioni già in esecuzione. Una in Russia, dove era partito da alpino (combattè pure in Grecia) e dove fu messo al muro dai russi, ma non reggendosi in piedi, cadde sui corpi dei suoi commilitoni e fu scambiato per morto. Ricoverato al centro mutilati e invalidi, raggiunse con le stampelle La Spezia e si arruolò nel settembre del '43 nella Decima Mas del Comandante Borghese. Condannato a morte dai partigiani fu confessato da un prete-partigiano, don Angelo Recalcati, che poi diventò suo amico. Ma il plotone d'esecuzione composto da finanzieri si rifiutò in extremis di aprire il fuoco; poi lui riuscì a evadere. Mi mandò il suo libro che raccontava la sua storia, «Inseguendo un sogno». Era presidente onorario dei combattenti della X Mas. Lasciate stare che era un fascista e veniva dalla scuola di mistica fascista di Giani e Pallotta. Quel che colpisce è che nei nostri giorni, popolati da sciacalli, miserie e guerre civili evocate a sproposito, deserto dei valori e irrisione d'ogni santa cosa, un soldato che già due volte aveva dato la sua vita all'Italia, sia morto professando amore per una patria morta più di lui. Lui era disposto a darle l'anima. L'ha riavuta integra e celeste, con onore

ad ogni modo, nella frase che reclama un onore, c'è già la condanna: cosa può dare un uomo in cambio della propria anima?
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 06, 2013, 16:20:40 pm
MUTI...........cos'è, Vnd, un lapsus freudiano?

Proprio a Standarte menzioni............MUTI?

Così magari è la volta buona che lo capisce!
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 17:59:27 pm
Chi ti ha detto che io sia di sinistra? Se lo pensi non hai proprio capito nulla di me: semplicemente
amo la Storia, la verità storica e non mi piacciono le mistificazioni. Rimango dell'idea che se la X MAS
si fosse occupata ESCLUSIVAMENTE degli angloamericani e della guerra contro gli angloamericani la
sua reputazione conquistata fin là MERITATAMENTE sarebbe rimasta intatta e forse sarebbe rimasto
come corpo militare nell'esercito della Repubblica. Invece SCELSE di fare il lavoro sporco occupandosi
di Ebrei e partigiani. E non mi venire a dire che non poteva sottrarvisi. Valerio Borghese aveva creato
un filo diretto con Himmler e la X MAS era l'unica formazione militare italiana ad essere rispettata dai
tedeschi che non si permisero di requisirle nemmeno una pallottola. Borghese avrebbe potuto
benissimo battere i pugni sul tavolo e dire ai tedeschi: "Cari signori, noi facciamo la guerra VERA, ai
combattenti VERI e non ai partigiani e agli Ebrei. Per i primi, rivolgetevi alla GNR e alla Muti e per gli
altri, occupatevene voi con le vostre SS. Se vi sta bene, è così. Se non vi sta bene, è così lo stesso.
Noi la guerra la facciamo agli angloamericani. Vi basta e vi avanza". Questo era il discorso da fare
e Borghese non lo fece. Partecipando al lavoro sporco contro partigiani ed Ebrei la X Mas macchiò
la sua reputazione militare, fino ad allora eccellente.
Quanto ai crimini fatti dai Russi alla popolazione civile tedesca e dai franco marocchini contro la
popolazione italiana è da dire che i primi avevano dovuto subire per ben tre anni lo stupro e la
deportazione verso la Germania delle loro donne ed è quindi comprensibile che si siano in seguito
vendicati sulle donne tedesche e che i francesi sono stati pugnalati alla schiena dall'intervento
vigliacco dell'Italia quando già la Francia era stata invasa dalle armate naziste e quindi è ovvio
che i generali francesi operativi sul territorio italiano non si mostrassero poi tanto riguardosi per
le donne italiane se si trattava di muovere all'assalto le loro truppe marocchine trattate in fondo
come carne da cannone e si appellassero persino alle loro foie e ai loro più bassi istinti. Gli ebrei
europei (tranne qualche speculatore che poi, pagando, hanno fatto opportunamente scappare)
non hanno fatto torto alcuno a nessuna popolazione eppure sono stati massacrati a milioni dai
nazisti.  E tu mi metti sullo stesso piano il loro genocidio con le altre morti nel corso della guerra?
E per concludere il discorso, io sono un nipote di un volontario delle Camicie nere che nel 1937
si è arruolato per andare a combattere in Abissinia e, fatto prigioniero dagli inglesi, è ritornato
a casa dieci anni dopo, nel 1947, perchè era un "irriducibile" che si era rifutato di collaborare
con gli Alleati durante la prigionia. Non glielo rimprovero: ha fatto quello che la sua coscienza
gli imponeva di fare. Questo mi autorizzerà a dire, spero, anche a te, quello che penso.

 

1)Gli attentati e le imboscate dei partigiani erano AZIONI ILLEGITTIME DI GUERRA . Le truppe repubblichine e tedesche hanno in questo caso agito in piena legittimità in base al diritto internazionale di guerra all'epoca vigente . E non conta niente che SUCCESSIVAMENTE a guerra finita i tribunali italiani li abbiano dichiarate azioni legittime di guerra per giustificare in qualche modo le imboscate e gli attentati dinamitardi  , perchè In base al diritto internazionale di guerra vigente all'epoca esse erano a tutti gli effetti delle azioni illegittime di guerra .

L’art. 42 della Convenzione dell’Aja dice testualmente:
 “La popolazione ha l’OBBLIGO di continuare nelle sue attività abituali astenendosi da QUALSIASI attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi“.
Secondo il diritto internazionale (Art. 1 della convenzione dell’Aia del 1907) un atto di guerra materialmente legittimo può essere compiuto solo dagli eserciti regolari ovvero da corpi volontari i quali rispondano a determinati requisiti, cioè abbiano alla loro testa una persona responsabile per i subordinati, abbiano un segno distintivo fisso riconoscibile a distanza e portino apertamente le armi.
 Ciò premesso, si può senz’altro affermare che gli attentati messi in atto dai partigiani fossero atti illegittimi di guerra essendo stati compiuti da appartenenti a un corpo sì di volontari che però non rispondevano ad alcuno degli accennati requisiti.

2)I rastrellamenti di ebrei costituivano una misura precauzionale in quanto considerati elementi stranieri  "ostili" ciò avveniva anche negli Stati Uniti d'America nei confronti di giapponesi , italiani e tedeschi .
Comunque qualora venisse accertato che i militi della X MAS erano consapevoli del fatto che gli ebrei sarebbero andati certamente a morire nei lager tedeschi io non esiterei un attimo a definire tali azioni come criminali , ignobili ed indegne .
Ma storicamente è accertato che nessuno in Italia , durante la seconda guerra mondiale , era consapevole del genocidio sistematico  su scala industriale tramite camera a gas degli ebrei . La portata dell'olocausto con tutto il suo carico di errori e di orrori venne fuori solamente a guerra finita .
Equiparare dunque i militi della X MAS ai guardiani SS dei lager significa in primo luogo sminuire la portata dei crimini commessi dalle SS nei lager ed in secondo luogo non sapere cosa significa il concetto di giustizia e di diritto .
Non si può mettere sullo stesso piano Rommel ed Himmler , l'Afrika Korps e gli Einsatzgruppen operanti in Polonia , Russia ed Ucraina .
Ripeto in guerra la responsabilità di un crimine è di chi lo commette e del superiore gerarchico che l'ha ordinato non di terze persone .
Facendo il tuo ragionamento i partigiani comunisti italiani erano moralmente responsabili di quanto accaduto nei gulag in Unione Sovietica .
E comunque i rastrellamenti di ebrei costituiscono 1/100 di tutta la storia della X MAS .

Ma non dire cazzate !

Un crimine  non DEVE MAI essere giustificato con la commissione di un altro crimine altrimenti la guerra diventa un sporco affare in cui tutte le bestialità sono lecite .

Nel libro "Berlino 1945 -La caduta" di Antony Beevor uno dei massimi esperti mondiali di storia militare che ha studiato al Winchester College e alla Royal Military Academy Sandhurst ed ex militare ha affermato , documenti alla mano , che gli stupri ai danni delle donne tedesche non avvenivano mai o quasi mai ad opera dei soldati che combattevano in prima linea ma quasi sempre dagli imboscati appartenenti alle ondate successive alla prima .

Le tue sono soltanto delle scuse per giustificare dei crimini di guerra e non c'entra assolutamente niente l'attacco dell'Italia alla Francia nel giugno 1940 perchè i soldati che commisero queste atrocità in Ciociaria NON ERANO FRANCESI , MA ERANO MAROCCHINI , ALGERINI , TUNISINI E SENEGALESI !
Ed in nessuno di questi stati africani gli italiani ed i tedeschi hanno torto 1 solo capello alla popolazione civile !
Putroppo ti stai dimostrando un falso ed un mistificatore .
A parte che l'attacco dell'Italia alla Francia era la conseguenza diretta di quanto previsto dal patto d'acciaio tra la Germania e l'Italia che prevedeva l'OBBLIGO di intervenire in guerra a fianco dell'alleato qualora uno dei due stati fosse entrato in guerra .

Numerosi crimini ai danni della popolazione civile italiana e tedesca sono stati commessi anche dagli americani , eppure gli italiani ed i tedeschi non hanno sganciato neppure una bomba negli Stati Uniti d'America !

Tu affermi :

"Gli ebrei
europei (tranne qualche speculatore che poi, pagando, hanno fatto opportunamente scappare)
non hanno fatto torto alcuno a nessuna popolazione eppure sono stati massacrati a milioni dai
nazisti.  E tu mi metti sullo stesso piano il loro genocidio con le altre morti nel corso della guerra?"

E sono concorde sulla condanna più ferma di quanto compiuto dai tedeschi nei lager ai danni della popolazione ebraica .

Ma secondo te i milioni di morti civili donne , bambini ed anziani che sono morti sotto i bombardamenti alleati in Giappone , in Italia ed in Germania avevano fatto qualcosa di male ? (molti dei quali erano deliberatamente effettuati per colpire SOLO la popolazione civile ed i piloti degli aerei sapevano perfettamente ciò che stavano facendo) . 







 

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 19:58:50 pm
stai confondendo i vari reparti della Marina.

Non dimenticare che con l'armistizio tutti i militari italiani si trovarono a fare scelte spesse dolorose. 'Caserme Rosse' di Bologna significa  principalmente questo, il dilemma dei militari italiani
http://www.pianurareno.org/?q=node/542

e non furono pochi i reparti che ebbero lo stesso nome prima dell'armistizio, nella RSI e nel Regno del Sud. e ciò ad un lettore poco attento può creare confusione

premesso questo, i militari organizzati da Valerio Borghese con il nome di X Mas, poichè corpo franco o se preferisci una compagnia di ventura, sotto il profilo giuridico  fu di difficile inquadramento e per molti non erano militari benzì miliziani e quindi non soggetti alle regole della Convenzione di Ginevra, ovvero fucilazione immediata come erano i Battaglioni M di camice nere

Dopodichè vi sta  la storia dei singoli uomini.

mentre  il tuo post  non è nient'altro che quella continuazone di quell'atmosfera tipica del periodo "dell'arco costituzionale", ovvero fra chi ha accettato la Costituzione come  atto fondamentale del II°Stato Italiano, e di chi non ha capito questo come atto di sovranità del Popolo Italiano

Non mi sembra di confondere alcun reparto della Marina  .

Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 la X Flottiglia MAS sotto il comando di Junio Valerio Borghese rimase in gran parte bloccata a La Spezia si riorganizzò dapprima in corpo franco poi entrato nella Marina Nazionale Repubblicana. Gli elementi rimasti al sud , assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di concentramento alleati, riorganizzarono l'unità con il nuovo nome di "Mariassalto": tale unità della Regia Marina, comandata dal capitano di fregata Ernesto Forza e di base a Taranto, continuò le attività belliche agli ordini degli Alleati.

La X MAS era organicamente inquadrata a tutti gli effetti nella Marina Nazionale Repubblicana era una unità militarmente e gerarchicamente organizzata facente parte delle forze armate regolari della Repubblica Sociale Italiana , portavano segni e distintivi di riconoscimento sulle divise e combattevano apertamente .
Cioè avevano tutti i requisiti di cui all'art. 1 della Convenzione dell'Aia .

Tanto è vero che gli alleati non fucilavano i prigionieri catturati della X MAS , fatte salve le dovute eccezioni come sempre del resto.

La fucilazione del filmato si riferisce al fatto che le azioni dei nuotatori paracadutisti della X MAS avvenivano dietro le linee nemiche e vennero interpretate dagli alleati come atti illegittimi di guerra e pertanto vennero fucilati , ma di norma i prigioneri della X MAS catturati dagli Alleati non venivano fucilati ed il loro status di prigionieri di guerra era di fatto riconosciuto .

Comunque ritengo che essa fu una fucilazione illegittima perchè a questo punto tutte le azioni della X MAS o dei paracadutisti avvenivano ovviamente dietro le linee nemiche perchè uno non può mica essere paracadutato in territorio amico o svolgere un'azione con un SLC in acque amiche .

Poi per quanto riguarda la Costituzione io personalmente ho accolto tutti i principi in essa contenuti ma questo non significa dover per forza accettare aprioristicamente e dogmaticamente la storia ufficiale che ci viene propinata da più di 70 anni senza avere la minima possibilità di mettere in discussione taluni avvenimenti storici .
L'Italia rimane pur sempre la mia Patria .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 06, 2013, 20:33:12 pm


1)Gli attentati e le imboscate dei partigiani erano AZIONI ILLEGITTIME DI GUERRA . Le truppe repubblichine e tedesche hanno in questo caso agito in piena legittimità in base al diritto internazionale di guerra all'epoca vigente . E non conta niente che SUCCESSIVAMENTE a guerra finita i tribunali italiani li abbiano dichiarate azioni legittime di guerra per giustificare in qualche modo le imboscate e gli attentati dinamitardi  , perchè In base al diritto internazionale di guerra vigente all'epoca esse erano a tutti gli effetti delle azioni illegittime di guerra .

L’art. 42 della Convenzione dell’Aja dice testualmente:
 “La popolazione ha l’OBBLIGO di continuare nelle sue attività abituali astenendosi da QUALSIASI attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi“.
Secondo il diritto internazionale (Art. 1 della convenzione dell’Aia del 1907) un atto di guerra materialmente legittimo può essere compiuto solo dagli eserciti regolari ovvero da corpi volontari i quali rispondano a determinati requisiti, cioè abbiano alla loro testa una persona responsabile per i subordinati, abbiano un segno distintivo fisso riconoscibile a distanza e portino apertamente le armi.
 Ciò premesso, si può senz’altro affermare che gli attentati messi in atto dai partigiani fossero atti illegittimi di guerra essendo stati compiuti da appartenenti a un corpo sì di volontari che però non rispondevano ad alcuno degli accennati requisiti.

Il fazzoletto al collo  era il segno distintivo.



Citazione
2)I rastrellamenti di ebrei costituivano una misura precauzionale in quanto considerati elementi stranieri  "ostili" ciò avveniva anche negli Stati Uniti d'America nei confronti di giapponesi , italiani e tedeschi .
Comunque qualora venisse accertato che i militi della X MAS erano consapevoli del fatto che gli ebrei sarebbero andati certamente a morire nei lager tedeschi io non esiterei un attimo a definire tali azioni come criminali , ignobili ed indegne .
Ma storicamente è accertato che nessuno in Italia , durante la seconda guerra mondiale , era consapevole del genocidio sistematico  su scala industriale tramite camera a gas degli ebrei . La portata dell'olocausto con tutto il suo carico di errori e di orrori venne fuori solamente a guerra finita .
Equiparare dunque i militi della X MAS ai guardiani SS dei lager significa in primo luogo sminuire la portata dei crimini commessi dalle SS nei lager ed in secondo luogo non sapere cosa significa il concetto di giustizia e di diritto .
Ci credo poco.

Citazione
Non si può mettere sullo stesso piano Rommel ed Himmler , l'Afrika Korps e gli Einsatzgruppen operanti in Polonia , Russia ed Ucraina .
Ripeto in guerra la responsabilità di un crimine è di chi lo commette e del superiore gerarchico che l'ha ordinato non di terze persone .
Ai tempi era solo del superiore che lo aveva ordinato.
O, nel caso non ci fosse stato alcun ordine del militare che avesse commesso il reato.

Citazione

Un crimine  non DEVE MAI essere giustificato con la commissione di un altro crimine altrimenti la guerra diventa un sporco affare in cui tutte le bestialità sono lecite .
Hai appena difeso la pratica delle rappresaglie.
Cosa che oggi pè vietata.



Citazione
Putroppo ti stai dimostrando un falso ed un mistificatore .

ROTFL
Non metto in dubbio la tua buona fede ma non posso che rotolarmi dal ridere...


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 20:56:11 pm
Il fazzoletto al collo  era il segno distintivo.


Ci credo poco.
Ai tempi era solo del superiore che lo aveva ordinato.
O, nel caso non ci fosse stato alcun ordine del militare che avesse commesso il reato.
Hai appena difeso la pratica delle rappresaglie.
Cosa che oggi pè vietata.



ROTFL
Non metto in dubbio la tua buona fede ma non posso che rotolarmi dal ridere...

1)Ma non combattevano apertamente . Ed il loro modo di operare era in palese contrasto con l'art.42 della Convenzione dell'Aia . 

E dimmi un pò i partigiani facevano imboscate e attentati e cosa dovevano fare secondo te i repubblichini ed i tedeschi ?

I rastrellamenti non andavano bene . Si dovevano forse lasciarsi ammazzare ? Mettiti per 1 secondo nei loro panni .

2)La rappreseglia era contemplata dall'articolo 42 della Convenzione dell'Aia ed è stata regolarmente applicata durante la sconda guerra mondiale non solo dai tedeschi ma anche dagli americani , dai francesi , dagli inglesi e dai russi .

Secondo l’Art. 2 della convenzione di Ginevra del 1929 non potevano essere utilizzati per una rappresaglia né feriti né prigionieri di guerra e neppure personale sanitario.
 Il Tribunale di Norimberga per quanto riguarda la rappresaglia ha affermato :
 “le misure di rappresaglia in guerra sono atti che, anche se illegali, nelle condizioni particolari in cui esse si verificano possono essere giustificati: ciò ‘in quanto l’avversario colpevole si è a sua volta comportato in maniera illegale e la rappresaglia stessa è stata intrapresa allo scopo di impedire all’avversario di comportarsi illegalmente anche in futuro.’“
 E per finire la parte legale del ‘discorso‘ ecco le condizioni che ammettevano una rappresaglia, sia per il diritto internazionale, sia per l’interpretazione data dal Tribunale di Norimberga:
 1.Dopo attacchi contro la potenza occupante, laddove la rappresaglia si rendesse necessaria dal punto di vista militare. La rappresaglia serviva innanzi tutto per impedire ulteriori delitti commessi dall’avversario.
 2.Quando le ricerche degli autori di atti illeciti avessero dato esito negativo.
 3.Che esse fossero ordinate da ufficiali superiori.
 4.Che tenessero conto della proporzionalità. Il tribunale di Norimberga confermò che “misure di ritorsione, qualora consentite, debbono essere proporzionate al fatto illecito commesso”. Questo è un punto di particolare importanza dal momento che si tratta di vite umane. Nel processo a carico dei generali List, von Weichs e Rendulic tenutosi nel 1948, la proporzione accettata dal tribunale di Norimberga come equa era 10.1 vale a dire fucilazione di dieci ostaggi per ogni soldato tedesco ucciso da un atto terroristico.
 5.Che la cerchia delle persone colpite dalla rappresaglia fosse in qualche modo in rapporto col reato commesso a danno delle forze occupanti. Che gli ostaggi o le persone destinate alla rappresaglia fossero tratte dalla cerchia della resistenza. Cosa questa che venne applicata anche dai tribunali postbellici francesi.
 
Non venivano stabiliti i criteri per la scelta degli ostaggi, ma la scelta stessa era affidata a criteri di discrezionalità.
 Il Tribunale di Norimberga a tale proposito, afferma:
 “Il criterio discrezionale nella scelta può essere disapprovato ed essere spiacevole, ma non può essere condannato e considerato contrario alle norme del diritto internazionale. Deve tuttavia esserci una connessione fra la popolazione nel cui ambito vengono scelti gli ostaggi e il reato commesso” (quindi luogo dell’attentato o l’appartenenza a gruppi clandestini che compiono atti terroristici).
 
Il diritto alla rappresaglia venne accolto anche alle forze britanniche nel paragrafo n.454 del “British Manual of Military Law“. Le forze americane a loro volta prevedevano la rappresaglia nel paragrafo n. 358 dei “Rules of Land Warfare del 1940. Per le truppe francesi, l’allegato I alle istruzioni di servizio del 12 agosto 1936 consentiva all’Art.29 il diritto di prendere ostaggi nel caso in cui l’atteggiamento della popolazione fosse ostile agli occupanti, e il successivo Art. 32 prevedeva l’esecuzione sommaria degli stessi ostaggi se si verificavano attentati.

Di seguito riporto alcune rappresaglie alleate:
 •A Stoccarda il generale francese Lattre de Tassigny minacciò l’uccisione di ostaggi tedeschi nel rapporto di 25:1 se fossero stati uccisi soldati francesi.
 •A Marcktdorf erano previste fucilazioni di ostaggi nel rapporto di 30:1.
 •A Reutlingen i francesi uccisero 4 ostaggi tedeschi affermando che era stato ucciso un motociclista che in realtà era rimasto vittima di un incidente.
 •A Tuttlingen, i francesi annunciarono il 1° maggio 1945 che per ogni soldato ucciso sarebbero stati fucilati 50 ostaggi.
 •Ad Harz le forze americane minacciarono di esecuzione punitive nel rapporto di 200:1.
 •Quando il generale americano Rose, nel marzo del 1945, rimase vittima di una imboscata, gli americani fecero fucilare per rappresaglia 110 cittadini tedeschi. (In realtà Rose era stato ucciso in un normale combattimento, soldati contro soldati – e l’imboscata è pur sempre un atto di guerra se si portano le mostrine e la divisa).
 •A Tambach, presso Coburg, in data 8 aprile 1945 il tenente americano Vincent C. Acunto fece fucilare 24 prigionieri di guerra tedeschi e 4 civili; accusato di omicidio venne assolto.
 • A Berlino l’Armata Rossa che l’occupava minacciò fucilazione di ostaggi nel rapporto di 50:1. Il testo del comunicato era il seguente: “Chiunque effettui un attentato contro gli appartenenti alle truppe d’occupazione o commette attentati per motivi di inimicizia politica, provocherà la morte di 50 ex appartenenti al partito nazista“. (Pubblicato sul quoridiano Verordnunsglatt di Berlino in data 1 luglio 1945).
 •A Soldin, Neumark, i russi andarono al di là di questa cifra: furono fucilati 120 cittadini tedeschi perchè un maggiore russo era stato ucciso nottetempo da una guardia tedesca. (che poi risultò essere stato ucciso perchè il russo gli stuprò la moglie .
 •Una delle più gravi fu la strage di Annecy del 18 agosto 1944, in un campo di prigionieri tedeschi gestito da americani e francesi; proporzioni di 80:1.
 •A Bengasi, gli inglesi di Montgomery contro gli italiani applicarono quella del 10:1. .


Domanda :

1)Come mai nessuno degli esecutori materiali di queste rappresaglie furono processati...?

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 21:07:43 pm
Se devo essere sincero il mio punto di vista personale riguardo alla rappresaglia è che pur essendo contemplata dal diritto internazionale e dai regolamenti militari di guerra essa non dovrebbe mai essere mai applicata perchè in tal modo viene meno il principio della responsabilità personale dell'illecito compiuto che non può e non deve essere mai posta in capo a terzi innocenti .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 06, 2013, 21:11:40 pm
Se devo essere sincero il mio punto di vista personale riguardo alla rappresaglia è che pur essendo contemplata dal diritto internazionale e dai regolamenti militari di guerra essa non dovrebbe mai essere mai applicata perchè in tal modo viene meno il principio della responsabilità personale dell'illecito compiuto che non può e non deve essere mai posta in capo a terzi innocenti .

Mi sento di insistere.
Già da quando ho fatto il militare io il diritto la rappresaglia non era più consentita.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 21:16:17 pm
Mi sento di insistere.
Già da quando ho fatto il militare io il diritto la rappresaglia non era più consentita.

Mi riferisco al periodo della seconda guerra mondiale ed essa è stata prevista ed applicata da tutti .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 06, 2013, 21:25:38 pm
1)Ma non combattevano apertamente . Ed il loro modo di operare era in palese contrasto con l'art.42 della Convenzione dell'Aia


Combattevano secondo la guerriglia.
(Pietro Secchia, "Tecniche di guerriglia". Raccoglie anche documenti risorgimentali  garibaldini)

Guerriglieri poveri contro un nemico ricco ed equipaggiato.



Citazione
E dimmi un pò i partigiani facevano imboscate e attentati e cosa dovevano fare secondo te i repubblichini ed i tedeschi ?
Difendersi. Ovvio.
Ma non sterminare e bruciare villaggi ipotizzando che tra i morti vi fossero i parenti dei partigiani.

Ti dirò una cosa.... se non fosse stato per  il bando di pena di morte contro i renitenti alla leva i partigiani sarebbero stati molti meno.

Citazione
I rastrellamenti non andavano bene . Si dovevano forse lasciarsi ammazzare ? Mettiti per 1 secondo nei loro panni .
Impossibile.
Comunque i rastrellamenti li facevano anche se non c'erano attentati partigiani.
Per cercare ebrei,  renitenti disertori.
Per fortuna c'erano le soffiate.



Citazione
4.Che tenessero conto della proporzionalità. Il tribunale di Norimberga confermò che “misure di ritorsione, qualora consentite, debbono essere proporzionate al fatto illecito commesso”. Questo è un punto di particolare importanza dal momento che si tratta di vite umane. Nel processo a carico dei generali List, von Weichs e Rendulic tenutosi nel 1948, la proporzione accettata dal tribunale di Norimberga come equa era 10.1 vale a dire fucilazione di dieci ostaggi per ogni soldato tedesco ucciso da un atto terroristico.

10 a 1. Stika...



Citazione
Domanda :

1)Come mai nessuno degli esecutori materiali di queste rappresaglie furono processati...?
Per la stessa ragione per la quale nessuno ha pagato per le foibe.
In ogni guerra il più sano ha la rogna.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: zagaro - Agosto 06, 2013, 21:32:04 pm
Non mi sembra di confondere alcun reparto della Marina  .

Con l'armistizio dell'8 settembre 1943 la X Flottiglia MAS sotto il comando di Junio Valerio Borghese rimase in gran parte bloccata a La Spezia si riorganizzò dapprima in corpo franco poi entrato nella Marina Nazionale Repubblicana. Gli elementi rimasti al sud , assieme a numerosi prigionieri rilasciati dai campi di concentramento alleati, riorganizzarono l'unità con il nuovo nome di "Mariassalto": tale unità della Regia Marina, comandata dal capitano di fregata Ernesto Forza e di base a Taranto, continuò le attività belliche agli ordini degli Alleati.

La X MAS era organicamente inquadrata a tutti gli effetti nella Marina Nazionale Repubblicana era una unità militarmente e gerarchicamente organizzata facente parte delle forze armate regolari della Repubblica Sociale Italiana , portavano segni e distintivi di riconoscimento sulle divise e combattevano apertamente .
Cioè avevano tutti i requisiti di cui all'art. 1 della Convenzione dell'Aia .

Tanto è vero che gli alleati non fucilavano i prigionieri catturati della X MAS , fatte salve le dovute eccezioni come sempre del resto.

La fucilazione del filmato si riferisce al fatto che le azioni dei nuotatori paracadutisti della X MAS avvenivano dietro le linee nemiche e vennero interpretate dagli alleati come atti illegittimi di guerra e pertanto vennero fucilati , ma di norma i prigioneri della X MAS catturati dagli Alleati non venivano fucilati ed il loro status di prigionieri di guerra era di fatto riconosciuto .

Comunque ritengo che essa fu una fucilazione illegittima perchè a questo punto tutte le azioni della X MAS o dei paracadutisti avvenivano ovviamente dietro le linee nemiche perchè uno non può mica essere paracadutato in territorio amico o svolgere un'azione con un SLC in acque amiche .

Poi per quanto riguarda la Costituzione io personalmente ho accolto tutti i principi in essa contenuti ma questo non significa dover per forza accettare aprioristicamente e dogmaticamente la storia ufficiale che ci viene propinata da più di 70 anni senza avere la minima possibilità di mettere in discussione taluni avvenimenti storici .
L'Italia rimane pur sempre la mia Patria .

hai mai letto  l'opininone dei russi che  in materia erano di più larghe vedute?
la stessa RSI nel suo complesso per  molti giuristi non può considerarsi come esercito belliggerante ma semplici miliziani non soggetti alle regole della convenzione di ginevra. 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: zagaro - Agosto 06, 2013, 21:36:02 pm
Mi riferisco al periodo della seconda guerra mondiale ed essa è stata prevista ed applicata da tutti .

nessun ha  mai contato i nemici morti. un generale si giudica sulla base dei propi soldati persi e non dei nemici uccisi.
quale esercito ha mai condannato un 'proprio macellaio'?

e questo da sempre e ovunque

nl 1500 i Cavalieri di Malta condannarono un loro ammiraglio per  imperizia perchè era tornato senza  la propria nave,
ma non ho mai letto dei cavalieri di malta condannare un loro ammiraglio perchè uccise troppi turchi.
(adesso ssai perchè i comananti di una nave affondano con la propria nave, perchè vanno sotto processo ed hanno sempre torto)
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 21:59:09 pm
hai mai letto  l'opininone dei russi che  in materia erano di più larghe vedute?
la stessa RSI nel suo complesso per  molti giuristi non può considerarsi come esercito belliggerante ma semplici miliziani non soggetti alle regole della convenzione di ginevra.

Vabbè ma qui siamo nel campo della fantascienza .


Se fosse come tu dici i repubblichini catturati dagli alleati non avendo lo status di prigionieri di guerra dovevano essere passati tutti per le armi ma così non avvenne .
Difatti i repubblichini fatti prigionieri dagli alleati godevano dello status di prigionieri di guerra con tutti gli annessi e connessi .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 22:16:06 pm


Combattevano secondo la guerriglia.
(Pietro Secchia, "Tecniche di guerriglia". Raccoglie anche documenti risorgimentali  garibaldini)

Guerriglieri poveri contro un nemico ricco ed equipaggiato.


Difendersi. Ovvio.
Ma non sterminare e bruciare villaggi ipotizzando che tra i morti vi fossero i parenti dei partigiani.

Ti dirò una cosa.... se non fosse stato per  il bando di pena di morte contro i renitenti alla leva i partigiani sarebbero stati molti meno.
Impossibile.
Comunque i rastrellamenti li facevano anche se non c'erano attentati partigiani.
Per cercare ebrei,  renitenti disertori.
Per fortuna c'erano le soffiate.



10 a 1. Stika...


Per la stessa ragione per la quale nessuno ha pagato per le foibe.
In ogni guerra il più sano ha la rogna.

La guerriglia in quanto tale non è ammessa da nessuna convenzione e non è prevista dal diritto internazionale nè da quello vigente nè da quello pregresso . 

"Ricco ed equipaggiato" ?

Ma quando mai . I soldati tedeschi al fronte facevano la fame come e più della popolazione civile locale .

Le  razioni di cibo tedesche nel 1945 erano risibili .

Una signora del posto mi ha detto che il bestiame sovente veniva requisito sia dai tedeschi che dai partigiani ma tutti insieme alla popolazione civile avevano fame .
Mi ha detto che subito dopo la guerra a molte ragazze venivano rasati i capelli venendo sottoposte al pubblico ludibrio con sputi , percosse ed insulti da parte della gente perchè venivano considerate delle spie dei tedeschi , lei mi disse che in realtà queste erano ragazzine di 16-17 anni che non capivano niente nè di guerra nè di politica e che se ne andavano con i soldati tedeschi più o meno della stessa età o poco più grandi semplicemente perchè si piacevano .
Davvero mi ha detto tutte queste cose se vuoi credermi . 

Chi aveva ogni ben di ... erano gli Alleati .

Ripeto all'epoca la rappresaglia era ammessa e praticata da ambo le parti dall'Asse e dagli Alleati .

Lo so cosa vuoi dirmi vnd...io ci abito nel nord Italia ed ho avuto modo di parlare con molte persone del posto che sono vissute in quel periodo le quali mi hanno detto che i partigiani all'epoca altro non erano che per la maggior parte dei ragazzi  che non capivano una mazza di politica ma che non volevano assolutamente saperne di abbandonare la propria terra per andare a morire chissà dove e pertanto si andarono a nascondere sulle montagne , la RSI a questo punto li dichiarava   ufficialmente "renitenti alla leva" condannandoli a morte e quindi divenivano per forza di cose "partigiani" insieme a sbandati del regio esercito italiano . 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 06, 2013, 22:27:07 pm
nessun ha  mai contato i nemici morti. un generale si giudica sulla base dei propi soldati persi e non dei nemici uccisi.
quale esercito ha mai condannato un 'proprio macellaio'?

e questo da sempre e ovunque

nl 1500 i Cavalieri di Malta condannarono un loro ammiraglio per  imperizia perchè era tornato senza  la propria nave,
ma non ho mai letto dei cavalieri di malta condannare un loro ammiraglio perchè uccise troppi turchi.
(adesso ssai perchè i comananti di una nave affondano con la propria nave, perchè vanno sotto processo ed hanno sempre torto)

Appunto e questo vale ancora oggi vedasi il caso Calipari , il Cermis , Abu Omar etc .

Ancora oggi in Afghanistan gli americani bombardano tranquillamente i civili senza che nessun militare americano venga processato e senza che nessuno si indigna .

Chissà perchè pur essendo da anni in Afghanistan i militari italiani tutti questi "errori" ai danni delle popolazione civile non capitano...
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 07, 2013, 00:20:03 am
Come ha detto Vnd le rappresaglie le facevano anche senza attentati ed imboscate: bastava il semplice sospetto e il considerare la zona come "ostile" per far scattare rappresaglie e altro sulla popolazione civile. Era la consapevolezza che ormai la guerra era perduta a far dimenticare sia ai
tedeschi che ai fascisti ogni e qualsiasi scrupolo. E tra quelli che ammazzavano i civili per semplici
sospetti ci furono anche marò della X Mas. Le legittimazioni a posteriori che fai tu, Standarde, sono
legittimazioni di comodo: le rappresaglie sulla popolazioni civile furono tante, troppe e furono più
che altro dovute alla consapevolezza che il mondo difeso dai nazifascisti era un mondo che stava
crollando. Fu questa consapevolezza a scatenare una ferocia senza pari, ben al di là di esigenze
di sicurezza militare. I militi della X Mas sapevano, come gli altri, che la guerra la stavano perdendo
e che ci sarebbe stata per loro la resa dei conti. Fu QUESTO a scatenare la loro rabbia. Non altro.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 07, 2013, 07:56:29 am
La guerriglia in quanto tale non è ammessa da nessuna convenzione e non è prevista dal diritto internazionale nè da quello vigente nè da quello pregresso . 

Non sono un esperto ma... mi sembra di ricordare che quello che dici non è del tutto esatto.
Quella di considerare vile l'attacco mordi e fuggi è una sciocchezza.
Fin dai tempi di Sun Tzu, la guerra si combatte con operazioni che infliggano i maggiori danni al nemico con il minimo sforzo.
Pur con tanto di regole cavalleresche.

La guerriglia è l'attacco violentissimo e concentrato, seguito da una repentina ritirata.
Lo scopo è quello di indebolire il morale del nemico che non si sente più al sicuro.


Citazione
"Ricco ed equipaggiato" ?

Ma quando mai . I soldati tedeschi al fronte facevano la fame come e più della popolazione civile locale .

Le  razioni di cibo tedesche nel 1945 erano risibili .

Ricche rispetto ai partigiani.
A differenza dei partigiani vestivano l'uniforme, mangiavano e alloggiavano al coperto.
Se non altro potevano contare sulle tasse pagate dalla stessa gente che perseguitavano (o che loro pensavano di aiutare).
I partigiani erano costretti a requisire... pardon... a rubare...
La storia dei buoni di requisizione del CLN non l'ho mai capita bene e non so quanti di questi impegni siano poi stati onorati a guerra finita.


Citazione
Una signora del posto mi ha detto che il bestiame sovente veniva requisito sia dai tedeschi che dai partigiani ma tutti insieme alla popolazione civile avevano fame .
Mi ha detto che subito dopo la guerra a molte ragazze venivano rasati i capelli venendo sottoposte al pubblico ludibrio con sputi , percosse ed insulti da parte della gente perchè venivano considerate delle spie dei tedeschi , lei mi disse che in realtà queste erano ragazzine di 16-17 anni che non capivano niente nè di guerra nè di politica e che se ne andavano con i soldati tedeschi più o meno della stessa età o poco più grandi semplicemente perchè si piacevano .
Davvero mi ha detto tutte queste cose se vuoi credermi . 

Da qualcuno avranno pure imparato, no?
Erano mignottte.
All'epoca avevamo le case chiuse.
Le brave ragazze si sposavano e le altre lavoravano nelle case chiuse.
Gli ibridi non piacevano.

Rasare i capelli non è nemmeno paragonabile alla tortura e alla fucilazione.
I capelli ti ricrescono.
Intanto mettiamo in guardia i bravi ragazzi, ti rasiamo e ti rendiamo riconoscibile. Ti sei data ai nazi-fascisti e potresti essere incinta di qualcuno di loro.
Lo hai fatto per fame, ma come hai ingannato il fascista potresti ingannare un bravo ragazzo e pretendere di farti sposare facendogli credere di essere incinta di lui.
Poi... quando i capelli saranno ricresciuti, se qualcuno vorrà, ti prenderà.

Mi sembra una decisione civile.

Non guardarla con gli occhi della donna che è scoperta e che non può più attuare il suo imbroglio.
Guardala con gli occhi di un uomo che rischia di mantenere il bastardo di chi lo voleva morto.


Citazione
Lo so cosa vuoi dirmi vnd...io ci abito nel nord Italia ed ho avuto modo di parlare con molte persone del posto che sono vissute in quel periodo le quali mi hanno detto che i partigiani all'epoca altro non erano che per la maggior parte dei ragazzi  che non capivano una mazza di politica ma che non volevano assolutamente saperne di abbandonare la propria terra per andare a morire chissà dove e pertanto si andarono a nascondere sulle montagne , la RSI a questo punto li dichiarava   ufficialmente "renitenti alla leva" condannandoli a morte e quindi divenivano per forza di cose "partigiani" insieme a sbandati del regio esercito italiano .

Infatti.
La retorica della resistenza è nata per simulare, anche all'estero, che il fascismo era stato un fatto subito e non voluto.
Questo ha consentito di risollevare il mercato, ricevere benefit sia americani che sovietici, rialzarci, ricostruire un paese e studiare...

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 07, 2013, 15:21:47 pm
Come ha detto Vnd le rappresaglie le facevano anche senza attentati ed imboscate: bastava il semplice sospetto e il considerare la zona come "ostile" per far scattare rappresaglie e altro sulla popolazione civile. Era la consapevolezza che ormai la guerra era perduta a far dimenticare sia ai
tedeschi che ai fascisti ogni e qualsiasi scrupolo. E tra quelli che ammazzavano i civili per semplici
sospetti ci furono anche marò della X Mas. Le legittimazioni a posteriori che fai tu, Standarde, sono
legittimazioni di comodo: le rappresaglie sulla popolazioni civile furono tante, troppe e furono più
che altro dovute alla consapevolezza che il mondo difeso dai nazifascisti era un mondo che stava
crollando. Fu questa consapevolezza a scatenare una ferocia senza pari, ben al di là di esigenze
di sicurezza militare. I militi della X Mas sapevano, come gli altri, che la guerra la stavano perdendo
e che ci sarebbe stata per loro la resa dei conti. Fu QUESTO a scatenare la loro rabbia. Non altro.

Molte azioni di furto e saccheggio attribuite a reparti della RSI o tedeschi sarebbero invece da attribuirsi alle numerose bande di criminali comuni che infestavano il territorio, i quali mascherati dietro uniformi della Decima che sarebbero riusciti ad ottenere durante lo sbandamento dell'8 settembre 1943, taglieggiavano la popolazione civile con relativa impunità. Secondo quanto riportato da Nesi, operazioni dello stesso genere - a scopo di propaganda antifascista - sarebbero state condotte, sempre con uniformi della Decima in qualche modo trafugate, da nuclei partigiani (secondo Nesi, nella zona della Liguria e del Cuneense) .
Fonte : National Archives and Recording administration, RG226 Records of OSS, faldoni vari; Sergio Nesi, Junio Valerio Borghese, Lo Scarabeo, Bologna .
Nesi sostiene poi che taluni rapporti di polizia proverrebbero da uffici e comandi repubblicani ostili alla Decima, i quali avrebbero perseguito non lo scopo di riparare i numerosi torti subiti dai civili, ma quello di metterla in cattiva luce presso gli alti comandi nonché lo stesso Mussolini nell'ambito delle feroci lotte per il potere che caratterizzarono la Repubblica Sociale. Questi rapporti sarebbero stati comunque ingigantiti ed esagerati .
Fonte : National Archives and Recording administration, RG226 Records of OSS, faldoni vari; Sergio Nesi, Junio Valerio Borghese, Lo Scarabeo, Bologna .
Ed ecco tutta lo storia della Decima in relazione al suo coinvolgimento nella guerra civile , il resto sono solo delle menzogne vigliacche .   
La Decima, nata per proseguire la guerra contro gli angloamericani, fu inizialmente risparmiata dalle azioni partigiane e gappiste, fino al 23 gennaio 1944, quando un attacco dinamitardo fece saltare alla Spezia il tram che collegava il centro cittadino colla sede della Decima nella Caserma San Bartolomeo, provocando la morte di tre marò e due cittadini.
A questo punto però i suoi appartenenti furono posti di fronte alla libera scelta di congedarsi o continuare con la guerra civile .
In seguito a questo episodio, la Decima inviò dei reparti in supporto ai tedeschi per un rastrellamento nelle montagne prospicienti La Spezia, durante il quale non si ebbero scontri a fuoco, ma solo sequestri d'armi.
La prima rappresaglia compiuta dalla Decima risale invece al marzo 1944, quando il treno Parma-La Spezia fu bloccato dai partigiani e tutti i suoi occupanti militari (fra cui tre marò della Decima) furono passati per le armi sebbene disarmati .
Fonte : Sergio Nesi, Junio Valerio Borghese. Un principe, un comandante, un italiano, Lo Scarabeo, Bologna, 2004 .
A questo punto , la Decima ordinò un rastrellamento, durante il quale 13 partigiani furono sorpresi: quattro morirono nello scontro a fuoco e altri nove furono portati alla Spezia. Di questi, un minorenne fu rilasciato, e gli altri otto furono fucilati.
Spostate le unità in Piemonte alla Decima fu sempre più spesso richiesta la partecipazione alle operazioni di grande polizia, richieste alle quali la formazione aderì sempre con riluttanza e mettendo a disposizioni nuclei di entità inferiore alla compagnia .
Fonte : Massimiliano Capra Casadio, La Decima Mas di Junio Valerio Borghese, i comandi tedeschi e le formazioni partigiane, in I sentieri della ricerca, n. 5, Centro Studio Piero Ginocchi .
Per fronteggiare le sempre più frequenti azioni dei partigiani, viene costituita una speciale "Compagnia O" (operativa), composta da 120 uomini al comando del tenente Umberto Bertozzi. Non è chiaro invece il suo rapporto con Borghese e coi comandi della Decima: pare piuttosto plausibile che detta compagnia "O" sia stata maltollerata quanto necessario per venire incontro alle urgenze della primavera-estate 1944, e appena possibile sciolta e i suoi elementi inviati nel Distaccamento "Milano" .
Fonte : Massimiliano Capra Casadio, La Decima Mas di Junio Valerio Borghese, i comandi tedeschi e le formazioni partigiane, in I sentieri della ricerca, n. 5, Centro Studio Piero Ginocchi . Questo anche per il giornalista e saggista Giorgio Pisanò autore di diversi libri sull'argomento .
Tuttavia, il 4 luglio 1944 l'episodio dell'uccisione del comandante Umberto Bardelli spinse Borghese a tornare sulla sua decisione di non impiegare i suoi uomini nella controguerriglia. Così dall'autunno 1944 anche la Decima fu massicciamente coinvolta nella guerra civile contro i partigiani italiani, dispiegando una forza ed una violenza impressionante.
Nella Prefazione di Giuseppe Parlato al volume di Sergio Nesi, "Junio Valerio Borghese", sono ben spiegati come si svolsero REALMENTE I FATTI , si dice testualmente :
« mentre le altre formazioni operavano in funzione antipartigiana,LA DECIMA ATTESE CHE I PARTIGIANI ATTACCASSERO PER POI PROCEDERE, con riluttanza, alla guerra antipartigiana. La differenza è tuttavia assai sottile, vista la guerra civile. In ogni caso, almeno nei vertici e nelle intenzioni, la Decima non voleva combattere contro altri italiani, bensì portare a termine l’impegno d’onore verso la nazione concludendo la guerra anche con una sconfitta. Ciò determinò, in qualche caso, momenti di cavalleria e di rispetto fra le due parti in lotta e persino qualche momentaneo accordo politico »
L'8 luglio 1944 Bardelli si recò personalmente alla ricerca del guardiamarina Gaetano Oneto, disertore del "Sagittario" che, unitamente ad altri marò, era fuggito con la cassa del battaglione. Giunto nel borgo di Ozegna con una scorta, si trovò faccia a faccia coi guerriglieri della formazione "Matteotti" al comando del partigiano Piero Urati, detto Piero Piero. Per evitare uno scontro fratricida, Bardelli depose le armi e ordinò ai suoi di fare lo stesso. Iniziarono così a parlamentare coi partigiani per ottenere la consegna del disertore, in un clima di crescente tensione. Dopo aver concordato lo scambio del disertore Oneto con dei prigionieri partigiani, Bardelli lasciò il convegno con Piero Piero, ma si trovò circondato da uomini della "Matteotti". Piero Piero intimò la resa al comandante repubblicano, il quale rifiutò urlando«Barbarigo non si arrende! Fuoco!». Nel rapido scontro a fuoco che ne seguì Bardelli e 10 marò furono uccisi. Le salme furono ricomposte nell'attuale oratorio del paese e i feriti curati da alcune religiose del posto. I marò prigionieri, invece, furono catturati dai partigiani e portati "in montagna", dove sarebbero stati sottoposti a varie pressioni (fra cui la "falsa fucilazione") per indurli a disertare e passare con la "Matteotti". Furono poi rilasciati una settimana dopo, a seguito di uno scambio con prigionieri partigiani.Caddero anche sette partigiani ed un civile . (targa commemorativa sul posto) .
Secondo l'ufficio propaganda della Decima il corpo di Bardelli fu rinvenuto privo di due denti d'oro, mentre due caduti furono rinvenuti dai paesani ammassati contro un muro e imbrattati di sterco e con della paglia in bocca (secondo alcuni a causa del trasporto con un carretto sporco, ma tale versione risulta respinta da altra storiografia) .
Fonte : Sergio Nesi, Ozegna, 8 luglio 1944, Lo Scarabeo, Bologna, 2008 .
In seguito a questo evento Borghese radunò lo stato maggiore della Decima comunicando la sua decisione e ribadendo il carattere volontario della Decima. Chiunque non avesse voluto rimanere nella Decima, che era nata per combattere al fronte gli anglo-americani, e che da quel momento si trovava coinvolta nella guerra civile, avrebbe ottenuto il congedo illimitato: quindici ufficiali su duecento chiesero ed ottennero d'essere messi in congedo per non dover partecipare alla guerra civile .
Fonte : Mario Bordogna, Junio Valerio Borghese e la Xª Flottiglia MAS, Mursia, Milano, 2007. .
Dopo altri due mesi di imboscate e rastrellamenti si giunse ad un nuovo abboccamento fra i reparti della Decima e della formazione di Piero Piero che portò alla costituzione, caso più unico che raro, di un plotone d'esecuzione misto per l'esecuzione del disertore Oneto. Oneto dopo essere stato degradato viene fucilato nei pressi di Configlietto Val Soana da un picchetto comandato dal tenente di vascello Montanari formato da sei marò del battaglione Barbarigo e sei partigiani della Brigata De Franchi il 4 settembre 1944. All'esecuzione assistette un picchetto di venti marò della Decima e di venti partigiani.
Fonte : Guido Bonvicini, Decima Marinai! Decima Comandante!, Mursia, Milano .
Fonte : Sergio Nesi, Ozegna, 8 luglio 1944, Lo Scarabeo, Bologna, 2008 .
Nonostante questo episodio (che ebbe come strascico l'arresto di Piero Piero per ordine di altri capi partigiani, anche in seguito alle esazioni compiute dal gruppo in Valchiusella. Il malcontento della popolazione sfociò in un'inchiesta da parte dei partigiani dell'area che fecero cessare le requisizioni e i furti di cibo e bestiame.), la Decima si trovò coinvolta sempre più profondamente nella guerra civile. Subendo - in quanto forza militare alleata dei tedeschi e al pari delle forze militari di questi - attacchi, catture ed imboscate .
Fonte : Circa le catture o - secondo il gergo militare di allora "prelevamenti" di militari in libera uscita o in licenza - si veda Giorgio Pisanò, Gli ultimi in grigioverde, cit., voll. I e II, in particolare riguardo alle disposizioni del gen. Farina in materia di sicurezza dei militari in libera uscita .
Fra gli episodi più significativi si inquadra l'esecuzione sommaria del partigiano garibaldino Ferruccio Nazionale, detto "Carmela", il cui corpo, immortalato in una macabra foto, è divenuto uno dei simboli della ferocia cui si giunse durante la guerra civile. Ad Ivrea il partigiano Nazionale decise di attentare alla vita del cappellano militare della Decima, don Augusto Bianco. Bloccato con una bomba a mano in pugno, proprio un istante prima che potesse scagliarla, fu sommariamente giustiziato il 29 luglio tramite impiccagione nella piazza del municipio .
Fonte : Ricciotti Lazzero, "La Decima MAS", p.95-96, Garzanti, Milano, 1984 .
Il corpo, lasciato appeso con cartello al collo divenuto tristemente famoso per una foto scattata da un marò , sarebbe dovuto rimanere appeso quale monito per la popolazione, che venne raggruppata e fatta sfilare davanti al suo cadavere .
Fonte : Ferruccio Nazionale "Carmela" .
Tuttavia, dopo poche ore, un ufficiale del battaglione "Fulmine", non ritenendo compatibile un simile spettacolo di ferocia con l'onore del proprio reparto, ordinò che il corpo fosse deposto, e cristianamente sepolto nel cimitero cittadino, alla presenza di un picchetto di marò.
Fonte : Guido Bonvicini, Decima Marinai! Decima Comandante!, Mursia, Milano .
Lo storico Renzo De Felice , attualmente considerato il massimo studioso del fascismo (e quindi che ne sa certamente qualcosina in più di te Massimo) nel suo libro edito da Einaudi ed intitolato "Mussolini l'alleato" , disse testualmente :
« Tipici in questo senso sono i tre stadi che spesso sono riscontrabili nel loro atteggiamento […] primo, la Decima combatte per l’onore della patria; la sua guerra è contro il nemico invasore dell’Italia e non ideologica e di partito, che divide gli italiani invece di unirli nel nome della patria, e, dunque, la Decima non combatte contro i partigiani; secondo, se però i partigiani si accaniscono contro di essa, vendichi i suoi morti; terzo, ogni forma di clemenza verso i partigiani dettata dal governo o dal PFR da considerazioni di ordine politico non può essere accettata e non riguarda la Decima, i nemici attivi della patria, coloro che uccidono chi ne difende l’onore e il territorio non possono trovare clemenza. »
Pertanto , come è stato ben spiegato da storici e saggisti del calibro di Renzo De Felice e Giorgio Pisanò che , sicuramente , sull'argomento ne sanno più di me ed anche di te , Massimo , quella della Decima fu una REAZIONE LEGITTIMA NON VOLUTA ai continui assassini di propri camerati parte dei partigiani e non perchè la Decima "stava perdendo la guerra" che è una castroneria grossa quando una casa e storicamente falsa in relazione ai fatti storici REALMENTE ACCADUTI .
Di tutte le rappresaglie LEGITTIMAMENTE COMPIUTE in base al diritto di rappresaglia previsto dalla Convenzione dell'Aia e dal diritto internazionale vigente all'epoca (diritto di rappresaglia che , ripeto , veniva esercitato regolarmente anche da americani , francesi , inglesi e russi) , SOLO DUE EPISODI DI TUTTA LA GUERRA possono essere considerati dei crimini compiuti dalla X MAS :
1)A Forno (frazione di Massa) ;
2)A Crocetta di Montello (Treviso) .
La Decima Mas , però , nel corso di tutta la seconda guerra mondiale ha compiuto DECINE DI MIGLIAIA di azioni di guerra TUTTE LEGITTIME , il tuo in definitiva sembra essere un maldestro tentativo da strapazzo di voler far apparire il comportamento in guerra tenuto dalla Decima MAS come L'ECCEZIONE al posto della REGOLA e la  REGOLA al posto dell'ECCEZIONE .


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 07, 2013, 15:53:56 pm
Non sono un esperto ma... mi sembra di ricordare che quello che dici non è del tutto esatto.
Quella di considerare vile l'attacco mordi e fuggi è una sciocchezza.
Fin dai tempi di Sun Tzu, la guerra si combatte con operazioni che infliggano i maggiori danni al nemico con il minimo sforzo.
Pur con tanto di regole cavalleresche.

La guerriglia è l'attacco violentissimo e concentrato, seguito da una repentina ritirata.
Lo scopo è quello di indebolire il morale del nemico che non si sente più al sicuro.


Ricche rispetto ai partigiani.
A differenza dei partigiani vestivano l'uniforme, mangiavano e alloggiavano al coperto.
Se non altro potevano contare sulle tasse pagate dalla stessa gente che perseguitavano (o che loro pensavano di aiutare).
I partigiani erano costretti a requisire... pardon... a rubare...
La storia dei buoni di requisizione del CLN non l'ho mai capita bene e non so quanti di questi impegni siano poi stati onorati a guerra finita.


Da qualcuno avranno pure imparato, no?
Erano mignottte.
All'epoca avevamo le case chiuse.
Le brave ragazze si sposavano e le altre lavoravano nelle case chiuse.
Gli ibridi non piacevano.

Rasare i capelli non è nemmeno paragonabile alla tortura e alla fucilazione.
I capelli ti ricrescono.
Intanto mettiamo in guardia i bravi ragazzi, ti rasiamo e ti rendiamo riconoscibile. Ti sei data ai nazi-fascisti e potresti essere incinta di qualcuno di loro.
Lo hai fatto per fame, ma come hai ingannato il fascista potresti ingannare un bravo ragazzo e pretendere di farti sposare facendogli credere di essere incinta di lui.
Poi... quando i capelli saranno ricresciuti, se qualcuno vorrà, ti prenderà.

Mi sembra una decisione civile.

Non guardarla con gli occhi della donna che è scoperta e che non può più attuare il suo imbroglio.
Guardala con gli occhi di un uomo che rischia di mantenere il bastardo di chi lo voleva morto.


Infatti.
La retorica della resistenza è nata per simulare, anche all'estero, che il fascismo era stato un fatto subito e non voluto.
Questo ha consentito di risollevare il mercato, ricevere benefit sia americani che sovietici, rialzarci, ricostruire un paese e studiare...
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 07, 2013, 16:33:38 pm
Non sono un esperto ma... mi sembra di ricordare che quello che dici non è del tutto esatto.
Quella di considerare vile l'attacco mordi e fuggi è una sciocchezza.
Fin dai tempi di Sun Tzu, la guerra si combatte con operazioni che infliggano i maggiori danni al nemico con il minimo sforzo.
Pur con tanto di regole cavalleresche.

La guerriglia è l'attacco violentissimo e concentrato, seguito da una repentina ritirata.
Lo scopo è quello di indebolire il morale del nemico che non si sente più al sicuro.


Ricche rispetto ai partigiani.
A differenza dei partigiani vestivano l'uniforme, mangiavano e alloggiavano al coperto.
Se non altro potevano contare sulle tasse pagate dalla stessa gente che perseguitavano (o che loro pensavano di aiutare).
I partigiani erano costretti a requisire... pardon... a rubare...
La storia dei buoni di requisizione del CLN non l'ho mai capita bene e non so quanti di questi impegni siano poi stati onorati a guerra finita.


Da qualcuno avranno pure imparato, no?
Erano mignottte.
All'epoca avevamo le case chiuse.
Le brave ragazze si sposavano e le altre lavoravano nelle case chiuse.
Gli ibridi non piacevano.

Rasare i capelli non è nemmeno paragonabile alla tortura e alla fucilazione.
I capelli ti ricrescono.
Intanto mettiamo in guardia i bravi ragazzi, ti rasiamo e ti rendiamo riconoscibile. Ti sei data ai nazi-fascisti e potresti essere incinta di qualcuno di loro.
Lo hai fatto per fame, ma come hai ingannato il fascista potresti ingannare un bravo ragazzo e pretendere di farti sposare facendogli credere di essere incinta di lui.
Poi... quando i capelli saranno ricresciuti, se qualcuno vorrà, ti prenderà.

Mi sembra una decisione civile.

Non guardarla con gli occhi della donna che è scoperta e che non può più attuare il suo imbroglio.
Guardala con gli occhi di un uomo che rischia di mantenere il bastardo di chi lo voleva morto.


Infatti.
La retorica della resistenza è nata per simulare, anche all'estero, che il fascismo era stato un fatto subito e non voluto.
Questo ha consentito di risollevare il mercato, ricevere benefit sia americani che sovietici, rialzarci, ricostruire un paese e studiare...

All'epoca della seconda guerra mondiale era in vigore la Convenzione dell'Aja che è la convenzione internazionale fondamentale in materia .

L'art.42 della Covenzione dell'Aja , vigente all'epoca della seconda guerra mondiale , escludendo "qualsiasi attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari" esclude de facto anche la "guerriglia" . Difatti tale articolo recita testualmente :
“La popolazione ha l’obbligo di continuare nelle sue attività abituali astenendosi da qualsiasi attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi“.
Ribadisco il mio punto di vista personale sul carattere vile e vigliacco delle azioni partigiane perchè non c'è niente di più vile e vigliacco che fare imboscate a soldati in libera uscita in bar , treni o sui mezzi in transito ammazzare per poi fuggire a nascondersi sulle montagne .
La rabbia di fronte a simile modus operandi aumentava e dismisura . 
Non è detto , molti partigiani stavano molto meglio rispetto ai soldati tedeschi , venivano riforniti regolarmente di viveri dai propri parenti che abitavano vicino alle montagne , godendo di supporto logistico , inoltre molti di questi vivevano in baite riscaldate una situazione decisamente migliore rispetto a quella di vivere in una trincea sulla linea gotica con le razioni ridotte ed a migliaia di chilometri da casa .
Fatte le dovute eccezioni , non erano mignotte come non erano mignotte quelle che se ne andavano con i partigiani , per quanto ne so mi sembravano semplicemente ragazze cui piacevano i ragazzi tal dei tali senza tener conto della divisa indossata o dell'area politica d'appartenenza.
A dire il vero a molte di queste ragazze non solo vennero rasate i capelli...molte vennero anche stuprate e brutalmente torurate ed infine assassinate senza alcuna colpa...se non quella di essere state viste insieme ai fascisti ed ai tedeschi...dando adito alla maldicenza della gente...
Sarebbe stato assurdo se i fascisti ed i tedeschi oltre che a reprimere i partigiani se la prendevano anche con le loro mogli o fidanzate solo perchè appunto fidanzate e mogli dei partigiani a meno di un loro coinvolgimento diretto o indiretto collegato ad eventi di natura prettamente bellica . 
E' una cosa totalmente illogica da un punto di vista bellico .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 07, 2013, 20:09:58 pm
Quali che siano state le iniziali inibizioni della X Mas alla guerra antipartigiana, venne superate con
la decisione di partecipare alla guerra civile, distogliendosi dalla guerra contro gli angloamericani.
Ogni persona sensata della X Mas doveva a questo punto capire che la guerra non si poteva più
vincere visto che i nazifascisti avevano praticamente contro oramai il mondo intero. Si doveva salvare
l'onore, a questo punto, non puntando più alla vittoria, oramai divenuta impossibile? Benissimo: ci si
concentrava pertanto SOLO sulla guerra contro gli angloamericani e ci si affidava, per vendicare
i propri camerati uccisi da partigiani, alla GNR e alla brigata Muti lasciando che QUESTE facessero il
lavoro sporco. In questo modo la reputazione morale della X Mas sarebbe rimasta cristallina. Così
non si è fatto e la reputazione venne infangata dalle violenze (spesso inutili) compiute dai militi della
Decima con il pretesto della vendetta. Se la X Mas scomparve dopo il 25 Aprile un buon motivo c'è!
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Red- - Agosto 07, 2013, 21:51:56 pm
Pillole:

...faccio un pò di storiografia, salvo errori, da quel che ricordo e da appassionato della II GM.
Dunque, la squadriglia Mas in realtà nasce durante la prima guerra mondiale. Serviva un'unità dotata di mezzi navali piccoli e veloci, che potessero causare danni a grandi navi con veloci incursioni. Nacque così il Motoscafo Armato di Siluri, il MAS, appunto.
Nella II GM Il principe Valerio Borghese prese il comando della nuova flotta, E MAS significò Motoscafo Anti Sommergibile o qls del genere, ma in sostanza cambiò poco. Poi arrivò il D'annunzio che, da sborone qual era, li ribattezzò Memento Auder Semper (ricordati sempre di osare), ma l'acronimo in realtà non significava quello, ovviamente.
Gli diedero il nome di "decima" in ricordo della decima legione romana, che a quanto pare si rese famosa per il suo valore. Ma in realtà non esisteva nè la nona e nè la ottava.

Durante la II GM si rese nota per alcune azioni in effetti efficaci. I motoscafi erano dotati di due siluri, di cannoncini e mitragliatrici. Si avvicinavano senza essere visti, colpivano e poi si dileguavano.
Il problema arrivò ad un certo punto, mi pare nel 41 o giù di lì, cioè quando gli alleati montarono i primi prototipi di radar. In quel modo riuscivano e vederli anche da lontano e li facevano fuori come mosche.
E così la flottiglia MAS andò in crisi; poi si riorganizzò e si specializzò in incursioni di tipi diverso, cioè andavano di persona, con muta e bombe, a sabotare le navi nemiche.

Non ricordo come e perchè si adattarono anche ad azioni di terra, forse Standarte lo ricorda.
Dopo l'armistizio e con la RSI, la decima fu mandata a tentare di sgomberare le alpi dai partigiani, in particolare quelle piemontesi, questo perchè i tedeschi pensavano, dopo il D Day, che gli alletati potessero passare di lì per arrivare in Italia, e quindi ordinarono al Duce (ormai servo di Hitler) di mandare là delle truppe per preparare la difesa.
Perchè i tedeschi scelsero proprio la decima non lo so, probabilmente perchè era l'unità meglio armata, addestrata e più motivata. In pratica erano dei fanatici, via.  ^_^  ..Cmq la X MAs non riuscì a sgomberare le alpi dai partigiani.
Quanto fossero davvero addestrati non saprei, a naso io direi che lo erano meno dei nazisti, i quali davvero erano soldati di prim'ordine, pure se anche loro fanatici e per di più pazzoidi.  :cool:
A mio avviso quello che fece a suo modo "grande" la decima fu in primis il loro comandante, Junio Valerio Borghese; pochi lustri fa fu accusato di un tentativo di colpo di stato (il "golpe Borghese"), per ciò fuggì in svizzera (se non erro) e lì morì.

Che cosa fece poi, alla fine, di tanto straordinario io non lo ricordo bene, ma certo non è che conosca per filo e per segno ogni azione della X MAS. :dry:

Come nota a margine, quel che mi pare certo è che non è vero che furono "l'unica unità cui gli avversari riconobbero merito", vien da pensare agli alpini dell'ARMIR ad esempio, di cui si disse "...gli unici che possano considerarsi non vinti in terra di Russia". E già che ci siamo ricordiamo pure che agli alpini in ritirata in Russia, i civili russi offrivano pane e latte, ai tedeschi offrivano al massimo bastonate; si sa di diversi alpini che sposarono donne del posto, o che ritornarono là dopo la guerra, ma non si sa di alcun tedesco che abbia fatto altrettanto.

Ps.
...Questa è soltanto la storia secondo me.  ^_^  Accetto critiche ed eventuali.

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 08, 2013, 07:46:50 am

Quanto fossero davvero addestrati non saprei, a naso io direi che lo erano meno dei nazisti, i quali davvero erano soldati di prim'ordine, pure se anche loro fanatici e per di più pazzoidi.  :cool:


Una leggerissima correzione.
I soldati tedeschi non erano fanatici.
Le erano le SS. Che erano temute sia da noi che dagli stessi militari tedeschi.

Sentendo i racconti di mio nonno ho sempre avuto la sensazione che vi fosse una certa ammirazione per i tedeschi.
"A disiu che lur a ieru la rasa superiur. E a l'aviu rasun!
Cata mai na machina tedesca, citu."
("Dicevano di essere la razza superiore. E avevano ragione! Non comprare mai una macchina tedesca, piccolo.").

C'era un certo rispetto cavalleresco da parte dei partigiani, verso i soldati tedeschi.
Erano pur sempre soldati di leva. Mandati a combattere lontano da casa loro.
Bene o male, tranne qualche personaggio davvero carismatico, i comandanti partigiani erano ufficiali del Regio Esercito.
La linea di comando verso i vertici del CLN che avevano dichiarato di operare nel rispetto delle convenzioni internazionali del diritto umanitario era ben definita.
La nonna raccontava di un tedesco che era corso ad avvisare dell'imminente rastrellamento e avvertiva le donne: "nascondete uomini!"
Resta sempre il dubbio che si fosse trattato di un gioco sadico piuttosto che di un vero atto di insubortinazione (eroico, soltanto dal nostro punto di vista) ma... tant'è.


Alla fine di un combattimento, raccolti i tedeschi arresisi (che venivano regolarmente usati per lo scambio di prigionieri) i feriti venivano lasciati sul campo perché i partigiani salvo i casi più semplici non avrebbero potuto prestare loro delle cure.
Il capo si rivolse al cap. tedesco, a terra e disse: "Vi lasciamo tutti vivi (tanto per dire) ma lascio a te questi tre feriti".
E il crucco, a quanto pare, se ne prese cura.


Ovviamente lo stesso riguardo non poteva esserci verso  i repubblichini, torturatori e servi dell'occupante, che erano considerati a tutti gli effetti dei traditori, venuti meno al giuramento prestato e, quindi, disprezzati.


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 08:31:16 am
Quali che siano state le iniziali inibizioni della X Mas alla guerra antipartigiana, venne superate con
la decisione di partecipare alla guerra civile, distogliendosi dalla guerra contro gli angloamericani.
Ogni persona sensata della X Mas doveva a questo punto capire che la guerra non si poteva più
vincere visto che i nazifascisti avevano praticamente contro oramai il mondo intero. Si doveva salvare
l'onore, a questo punto, non puntando più alla vittoria, oramai divenuta impossibile? Benissimo: ci si
concentrava pertanto SOLO sulla guerra contro gli angloamericani e ci si affidava, per vendicare
i propri camerati uccisi da partigiani, alla GNR e alla brigata Muti lasciando che QUESTE facessero il
lavoro sporco. In questo modo la reputazione morale della X Mas sarebbe rimasta cristallina. Così
non si è fatto e la reputazione venne infangata dalle violenze (spesso inutili) compiute dai militi della
Decima con il pretesto della vendetta. Se la X Mas scomparve dopo il 25 Aprile un buon motivo c'è!

A volte sono portato a chiedermi se gli amici qmmisti con cui interloquisco e dibatto leggano ciò che scrivo . Ho ripetuto fino alla nausea in questo thread che in base al diritto internazionale vigente all'epoca la cui fonte principale in tema di diritto bellico era costituita dalla Convenzione dell'Aja , i camerati della Decima agivano legittimamente .
Nessuna macchia (fatti salvi sporadici episodi) quindi nelle azioni contro i partigiani da parte dei camerati della Decima , erano azioni che rientavano nel novero di quelle permesse e contemplate dalla Convenzione dell'Aja .
L’art. 42 della Convenzione dell’Aja dice testualmente:
“La popolazione ha l’obbligo di continuare nelle sue attività abituali astenendosi da qualsiasi attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi“.
Secondo il diritto internazionale (Art. 1 della convenzione dell’Aia del 1907) un atto di guerra materialmente legittimo può essere compiuto solo dagli eserciti regolari ovvero da corpi volontari i quali rispondano a determinati requisiti, cioè abbiano alla loro testa una persona responsabile per i subordinati, abbiano un segno distintivo fisso riconoscibile a distanza e portino apertamente le armi.
Ciò premesso, si può senz’altro affermare che gli attentati messi in atto dai partigiani fossero atti illegittimi di guerra essendo stati compiuti da appartenenti a un corpo sì di volontari che però non rispondevano ad altri requisiti.
Consapevole di questo, il governo del Sud, per mezzo di Badoglio, aveva diramato l’ordine a tutti gli uomini della Resistenza di evitare di fare attentati nelle città, proprio per evitare quel tipo di prevedibili rappresaglie che avrebbero coinvolto anche civili in esercizio del diritto di rappresaglia .
La guerriglia non era contemplata da nessun diritto bellico nazionale e internazionale di ogni paese che ha partecipato al secondo conflitto mondiale ed il diritto di rappresaglia , all'epoca , era una misura contemplata ed applicata sistematicamente da tutti anche dagli americani , dai francesi , dagli inglesi e dai russi .
E poi , francamente , non capisco cosa ci sia di eticamente e moralmente scorretto nel fare la guerra a chi ti fa la guerra .
Per quanto riguarda il fatto che i camerati della Decima avrebbero dovuto abbandonare la lotta perchè ormai era tutto perduto , il mio punto di vista personale e che , al contrario , numerosi avvenimenti storici stanno a dimostrare che  tutti quei popoli che smettono di lottare perchè "non ne vale la pena" finiscono inevitabilmente per tollerare i peggiori soprusi piuttosto che riprendere a lottare per la propria libertà ed autodeterminazione ., finendo per divenire una "colonia" della potenza egemone di turno .
Il vincitore detta sempre le regole al vinto .
Il genio di Carl Phillip Gottlieb Von Clausewitz generale , scrittore e teorico militare prussiano nella sue opera intitolata "Le Tre Confessioni" enuncia in maniera lapidaria questo corollario
"La scandalosa macchia di un vile assoggettamento non può mai essere cancellata . Questa goccia di veleno nel sangue di un popolo trapassa i posteri , paralizza e spegne la forza delle successive generazioni . All'opposto , il tramonto stesso della libertà dopo una lotta sanguinosa e onorevole assicura la risurrezione del popolo ed è il nocciolo vitale dal quale un giorno un nuovo albero trarrà sicure radici."
Il suo saggio "Della guerra" fu utilizzato nei corsi d'accademia di molte nazioni, sia europee che extra europee, affermandosi come uno dei più letti testi di teoria della guerra; il suo successo si internazionalizzò però solo dopo la guerra Franco-Prussiana, quando nelle accademie si diffuse una maggiore curiosità verso l'esercito tedesco, che era riuscito a sconfiggere l'esercito francese, considerato il migliore del mondo fino a quel momento. Il pensiero di von Clausewitz fu notevolmente influenzato dalla filosofia hegeliana, e per questo la fortuna delle sue opere fu condizionata anche dalla diffusione di metodi di ragionare collegati con questa scuola di pensiero. Von Clausewitz, anche per questa ragione, fu molto letto e commentato anche in ambienti marxisti e marxisti-leninisti, e "Della guerra" fece parte dei corsi di studio delle accademie militari sovietiche.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 09:08:59 am
Pillole:

...faccio un pò di storiografia, salvo errori, da quel che ricordo e da appassionato della II GM.
Dunque, la squadriglia Mas in realtà nasce durante la prima guerra mondiale. Serviva un'unità dotata di mezzi navali piccoli e veloci, che potessero causare danni a grandi navi con veloci incursioni. Nacque così il Motoscafo Armato di Siluri, il MAS, appunto.
Nella II GM Il principe Valerio Borghese prese il comando della nuova flotta, E MAS significò Motoscafo Anti Sommergibile o qls del genere, ma in sostanza cambiò poco. Poi arrivò il D'annunzio che, da sborone qual era, li ribattezzò Memento Auder Semper (ricordati sempre di osare), ma l'acronimo in realtà non significava quello, ovviamente.
Gli diedero il nome di "decima" in ricordo della decima legione romana, che a quanto pare si rese famosa per il suo valore. Ma in realtà non esisteva nè la nona e nè la ottava.

Durante la II GM si rese nota per alcune azioni in effetti efficaci. I motoscafi erano dotati di due siluri, di cannoncini e mitragliatrici. Si avvicinavano senza essere visti, colpivano e poi si dileguavano.
Il problema arrivò ad un certo punto, mi pare nel 41 o giù di lì, cioè quando gli alleati montarono i primi prototipi di radar. In quel modo riuscivano e vederli anche da lontano e li facevano fuori come mosche.
E così la flottiglia MAS andò in crisi; poi si riorganizzò e si specializzò in incursioni di tipi diverso, cioè andavano di persona, con muta e bombe, a sabotare le navi nemiche.

Non ricordo come e perchè si adattarono anche ad azioni di terra, forse Standarte lo ricorda.
Dopo l'armistizio e con la RSI, la decima fu mandata a tentare di sgomberare le alpi dai partigiani, in particolare quelle piemontesi, questo perchè i tedeschi pensavano, dopo il D Day, che gli alletati potessero passare di lì per arrivare in Italia, e quindi ordinarono al Duce (ormai servo di Hitler) di mandare là delle truppe per preparare la difesa.
Perchè i tedeschi scelsero proprio la decima non lo so, probabilmente perchè era l'unità meglio armata, addestrata e più motivata. In pratica erano dei fanatici, via.  ^_^  ..Cmq la X MAs non riuscì a sgomberare le alpi dai partigiani.
Quanto fossero davvero addestrati non saprei, a naso io direi che lo erano meno dei nazisti, i quali davvero erano soldati di prim'ordine, pure se anche loro fanatici e per di più pazzoidi.  :cool:
A mio avviso quello che fece a suo modo "grande" la decima fu in primis il loro comandante, Junio Valerio Borghese; pochi lustri fa fu accusato di un tentativo di colpo di stato (il "golpe Borghese"), per ciò fuggì in svizzera (se non erro) e lì morì.

Che cosa fece poi, alla fine, di tanto straordinario io non lo ricordo bene, ma certo non è che conosca per filo e per segno ogni azione della X MAS. :dry:

Come nota a margine, quel che mi pare certo è che non è vero che furono "l'unica unità cui gli avversari riconobbero merito", vien da pensare agli alpini dell'ARMIR ad esempio, di cui si disse "...gli unici che possano considerarsi non vinti in terra di Russia". E già che ci siamo ricordiamo pure che agli alpini in ritirata in Russia, i civili russi offrivano pane e latte, ai tedeschi offrivano al massimo bastonate; si sa di diversi alpini che sposarono donne del posto, o che ritornarono là dopo la guerra, ma non si sa di alcun tedesco che abbia fatto altrettanto.

Ps.
...Questa è soltanto la storia secondo me.  ^_^  Accetto critiche ed eventuali.

Allora Red , mi permetto di fare delle osservazioni laddove personalmente ritengo che ci siano delle inesattezze storiche intendendo che su tutto il resto su cui non intevengo è da ritenersi storicamente veritiero .
Ovviamente chiunque , a sua volta , può esprimere il proprio dissenso personale motivandolo storicamente rispetto al mio punto di vista inerente questi avvenimenti storici .
Non siamo mica come quelle deficienti femministe che per non essere pubblicamente messe in discussione ricorrono sistematicamente alla censura .
D'Annunzio operò prima del Principe Borghese , inoltre , non sono d'accordo che D'Annunzio fosse uno "sborone" in quanto egli oltre ad essere scrittore, poeta, drammaturgo, aviatore, militare, politico e giornalista italiano si conquistò sul campo di battaglia il suo valore come soldato .
Ottimo aviatore, nel settembre 1915 partecipò a un'incursione aerea su Trento e nei mesi successivi, sul fronte carsico, a un attacco lanciato sul monte San Michele nel quadro delle battaglie dell'Isonzo. Il 16 gennaio del 1916, a seguito di un atterraggio d'emergenza, nell'urto contro la mitragliatrice dell'aereo riportò una lesione all'altezza della tempia e dell'arcata sopraccigliare destra. La ferita non curata per un mese provocò la perdita dell'occhio.
In quei mesi compose il Notturno utilizzando delle sottili strisce di carta che gli permettevano di scrivere nella più completa oscurità, necessaria per la convalescenza dalla ferita che l'aveva temporaneamente accecato.
Tuttavia, ben presto tornò a combattere. Contro i consigli dei medici, continuò a partecipare ad azioni belliche aeree e di terra: nel settembre 1916 a un'incursione su Parenzo e, nell'anno successivo (1917), con la III Armata, alla conquista del Veliki e al cruento scontro presso le foci del Timavo nel corso della decima battaglia dell'Isonzo. Nel marzo 1918 con il grado di maggiore, assume il comando della Squadra aerea di San Marco .
Fonte : http://www.retecivica.trieste.it/triestecultura/dannunzio/eilvolo.asp .
Le imprese aeree contro il porto di Cattaro (1917) e il Volo su Vienna e la partecipazione sui MAS alla Beffa di Buccari (1918) completarono il suo stato di servizio. Al termine del conflitto «egli apparteneva di diritto alla generazione degli assi e dei pluridecorati...» e il coraggio dimostrato, unitamente ad alcune celebri imprese di cui era stato protagonista, ne consolidarono ulteriormente la popolarità. Si congedò con il grado di tenente colonnello, inusuale, all'epoca, per un militare non di carriera. 

Il Volo su Vienna .
Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Volo_su_Vienna

Volo su Vienna
 
Il volo su Vienna del 9 agosto 1918 fu una trasvolata compiuta da 11 Ansaldo S.V.A. dell'87ª Squadriglia Aeroplani, detta la Serenissima. Dieci erano monoposto, pilotati da Antonio Locatelli, Girolamo Allegri detto fra' Ginepro, Lodovico Censi, Aldo Finzi, Pietro Massoni, Giordano Bruno Granzarolo, Giuseppe Sarti, Francesco Ferrarin, Masprone e Contratti; l'ultimo era un biposto pilotato dal Capitano Natale Palli. Il Maggiore Gabriele d'Annunzio, comandante della Squadra Aerea S. Marco, era nell'abitacolo anteriore; con loro Garibaldo Marussi, di nove anni, figlio di Nino Marussi, scultore fiumano, amico di Gabriele d'Annunzio.
 
Il volo era stato progettato dallo stesso D'Annunzio, più di un anno prima, ma difficoltà tecniche, legate soprattutto al problema dell'autonomia degli apparecchi per un volo di mille chilometri, avevano indotto il Comando Supremo dapprima a negare il consenso e poi a ordinare delle prove di collaudo. Il 4 settembre del 1917 D'Annunzio aveva compiuto un volo di dieci ore senza particolari problemi, così l'autorizzazione necessaria all'impresa arrivò sotto forma di un bizzarro messaggio che avrebbe voluto attingere al dannunzianesimo (moda dell'epoca):
 


« Il volo avrà carattere strettamente politico e dimostrativo; è quindi vietato di recare qualsiasi offesa alla città ... Con questo raid l'ala d'Italia affermerà la sua potenza incontrastata sul cielo della capitale nemica.
 
Sarà vostro Duce il Poeta, animatore di tutte le fortune della Patria, simbolo della potenza eternamente rinnovatrice della nostra razza.
 Questo annunzio sarà il fausto presagio della Vittoria»
 

Un primo tentativo venne compiuto il 2 agosto, ma a causa della nebbia i 13 apparecchi che vi parteciparono dovettero rinunciare. Un secondo tentativo si compì l'8 agosto, ma il vento contrario fece rinunciare anche questa volta. Finalmente la mattina del 9 agosto, alle ore 05:50, dal campo di aviazione di San Pelagio (Due Carrare - Padova) partirono undici apparecchi. I velivoli di Ferrarin, Masprone e Contratti dovettero atterrare non appena partiti, mentre Sarti fu costretto ad atterrare per noie al motore, posandosi sul campo di Wiener Neustadt ed incendiando lo S.V.A. prima della cattura.
 
Gli altri nove compirono l'impresa, giungendo su Vienna alle 9:20 e lanciando 50 000 copie di un manifestino in italiano preparato da D'Annunzio che recitava:
 


« In questo mattino d'agosto, mentre si compie il quarto anno della vostra convulsione disperata e luminosamente incomincia l'anno della nostra piena potenza, l'ala tricolore vi apparisce all'improvviso come indizio del destino che si volge.
 
Il destino si volge. Si volge verso di noi con una certezza di ferro. È passata per sempre l'ora di quella Germania che vi trascina, vi umilia e vi infetta.
 La vostra ora è passata. Come la nostra fede fu la più forte, ecco che la nostra volontà predomina e predominerà sino alla fine. I combattenti vittoriosi del Piave, i combattenti vittoriosi della Marna lo sentono, lo sanno, con una ebbrezza che moltiplica l'impeto. Ma, se l'impeto non bastasse, basterebbe il numero; e questo è detto per coloro che usano combattere dieci contro uno. L'Atlantico è una via che già si chiude; ed è una via eroica, come dimostrano i nuovissimi inseguitori che hanno colorato l'Ourcq di sangue tedesco.
 Sul vento di vittoria che si leva dai fiumi della libertà, non siamo venuti se non per la gioia dell'arditezza, non siamo venuti se non per la prova di quel che potremo osare e fare quando vorremo, nell'ora che sceglieremo.
 Il rombo della giovane ala italiana non somiglia a quello del bronzo funebre, nel cielo mattutino.
 Tuttavia la lieta audacia sospende fra Santo Stefano e il Graben una sentenza non revocabile, o Viennesi.
 Viva l'Italia! »
 

Il testo di D'Annunzio venne giudicato mancante di efficacia, nonché impossibile da rendere correttamente in tedesco, da Ferdinando Martini che così commentò:
 


« Quando D'Annunzio fece le sue prime prove come soldato, la gente, poco fidando nel suo valore o nella sua bellica abilità, disse: "Scriva e non faccia". Ora io dico di lui, dopo altre molte prove: "Faccia e non scriva" »
 


(Ferdinando Martini)
 

Furono perciò lanciate anche 350 000 copie di un secondo, più pratico quanto efficace, manifestino scritto da Ugo Ojetti e tradotto in tedesco:
 




VIENNESI!
 
Imparate a conoscere gli italiani.
 Noi voliamo su Vienna, potremmo lanciare bombe a tonnellate. Non vi lanciamo che un saluto a tre colori: i tre colori della libertà.
 Noi italiani non facciamo la guerra ai bambini, ai vecchi, alle donne.
 Noi facciamo la guerra al vostro governo nemico delle libertà nazionali, al vostro cieco testardo crudele governo che non sa darvi né pace né pane, e vi nutre d'odio e d'illusioni.
 VIENNESI!
 
Voi avete fama di essere intelligenti. Ma perché vi siete messi l'uniforme prussiana? Ormai, lo vedete, tutto il mondo s'è volto contro di voi.
 Volete continuare la guerra? Continuatela, è il vostro suicidio. Che sperate? La vittoria decisiva promessavi dai generali prussiani? La loro vittoria decisiva è come il pane dell'Ucraina: si muore aspettandola.

 POPOLO DI VIENNA, pensa ai tuoi casi. Svegliati! VIVA LA LIBERTÀ! VIVA L'ITALIA! VIVA L'INTESA!

Un comunicato ufficiale del Comando Supremo riportò:
 


« Zona di guerra, 9 agosto 1918. Una pattuglia di otto apparecchi nazionali, un biposto e sette monoposti, al comando del maggiore D'Annunzio, ha eseguito stamane un brillante raid su Vienna, compiendo un percorso complessivo di circa 1.000 chilometri, dei quali oltre 800 su territorio nemico. I nostri aerei, partiti alle ore 5:50, dopo aver superato non lievi difficoltà atmosferiche, raggiungevano alle ore 9:20 la città di Vienna, su cui si abbassavano a quota inferiore agli 800 metri, lanciando parecchie migliaia di manifesti.
 Sulle vie della città era chiaramente visibile l'agglomeramento della popolazione.
 
I nostri apparecchi, che non vennero fatti segno ad alcuna reazione da parte del nemico, al ritorno volarono su Wiener-Neustadt, Graz, Lubiana e Trieste. La pattuglia partì compatta, si mantenne in ordine serrato lungo tutto il percorso e rientrò al campo di aviazione alle 12:40.
 
Manca un solo nostro apparecchio che, per un guasto al motore, sembra sia stato costretto ad atterrare nelle vicinanze di Wiener-Neustadt. »
 

In effetti non vi fu reazione da parte delle forze austroungariche: solo due caccia austriaci che avevano avvistato la formazione si affrettarono ad atterrare per avvertire il comando, ma non furono creduti.
 
L'impressione che questo raid produsse in Italia e nel mondo fu enorme. A Roma fu lanciata la proposta d'incoronare D'Annunzio sul Campidoglio, ma egli rifiutò.
 
Il ritorno avvenne dopo poco più di 7 ore e mille chilometri di volo, sempre allo stesso aeroporto di partenza.
 
Il valore propagandistico dell'impresa fu soprattutto a uso interno italiano, mentre l'episodio fu militarmente irrilevante.
 
L'episodio fece molta impressione anche a Vienna . I manifestini vennero gelosamente conservati dai viennesi, tanto più in un momento in cui c'era forte penuria di alimenti e tanta sfiducia nelle sorti della guerra. Il sorvolo di D'Annunzio e le parole di Ojetti creavano ulteriori apprensioni da parte dei viennesi, che, oltre ai problemi interni, sentivano arrivare dal fronte di guerra le voci del malcontento dei loro soldati.
 






 







 




 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 09:14:12 am
La Beffa di Buccari .

Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Beffa_di_Buccari

Beffa di Buccari

La beffa di Buccari è un raid militare nella baia di Buccari (in croato Bakar), portato a termine da incursori della Regia Marina su MAS, nella notte tra il 10 e l'11 febbraio 1918, durante la Prima guerra mondiale.
 
Nonostante le limitate conseguenze materiali, tale azione ebbe l'effetto di risollevare il morale italiano, fortemente messo a dura prova dallo sfondamento di Caporetto di alcuni mesi prima. Dopo la vittoriosa incursione su Trieste del dicembre 1917, in cui i MAS 9 e 13, rispettivamente guidati da Luigi Rizzo e Andrea Ferrarini, affondarono la corazzata austro-ungarica Wien e danneggiarono la Budapest, fu decisa un'azione di forzamento della baia di Buccari dove erano stanziate diverse unità navali nemiche.
 
I preparativi
 
Il 9 gennaio 1918 l'ammiraglio Luigi Cito emanò le direttive con foglio d'ordini 148 RR.P., e il giorno seguente l'ammiraglio Casanova, comandante della Divisione Navale di Venezia emanò gli ordini dettagliati per l'esecuzione dell'operazione contro la baia di Buccari. Le condizioni meteorologiche però non consentirono l'effettuazione dell'uscita e questa venne rinviata fino al 4 febbraio, quando una ricognizione di un idrovolante su Pola, Fiume e Buccari segnalò la presenza di quattro unità nemiche nella rada di Buccari[2]; così il 7 febbraio, tramite il foglio 514 RR.P. e l'8 con il foglio 60 RR. vennero nuovamente emanati gli ordini esecutivi per un'azione nella baia di Buccari[3]. Le unità designate all'operazione furono il MAS 94 (sottotenente di vascello CREM Andrea Ferrarini), il MAS 95 (tenente di vascello compl. Profeta De Santis), e il MAS 96 (capitano di corvetta Luigi Rizzo) con a bordo il comandante di missione capitano di fregata Costanzo Ciano[3] e Gabriele D'Annunzio[1].
 
Gli ordini prevedevano la costituzione di tre gruppi navali di cacciatorpediniere ed esploratori a traino e sostegno dei tre MAS:
 1º gruppo (capitano di fregata Pietro Lodolo) composto dall'esploratore Aquila e dai caccia Acerbi, Sirtori, Stocco, Ardente e Ardito; le unità dovevano ancorarsi a Porto Levante e tenersi pronte ad intervenire su ordine del Comando in Capo di Venezia.
 2º gruppo (capitano di fregata Arturo Ciano) composto dai caccia Animoso, Audace e Abba che dovevano rimorchiare i MAS fino a 20 miglia a ponente dell'isola di Sansego (punto "O"), qui avrebbe ceduto a rimorchio i MAS alle torpediniere e si sarebbe riposizionato ad una distanza di 50 miglia da Ancona per fornire assistenza ai MAS nella fase di rientro.
 3º gruppo (capitano di corvetta Matteo Spano) composto dalle torpediniere 18 P.N., 13 P.N. e 12 P.N., avrebbe rimorchiato i MAS fino alla congiungente Punta Kabile di Cherso - Punta Sant'Andrea (punto "A")[3].
 
Inoltre il sommergibile F5 sarebbe rimasto in agguato in un'area di 15 miglia a ponente di Pola e il sommergibile F3 a 15 miglia a sud di Capo Promontore[4].
 
L'azione
 
La baia di Buccari
Dopo quattordici ore di navigazione, alle 22.00 circa del 10 febbraio, i tre MAS iniziarono il loro pericoloso trasferimento dalla zona compresa tra l'isola di Cherso e la costa istriana sino alla baia di Buccari dove, secondo le informazioni dello spionaggio, sostavano unità nemiche sia mercantili sia militari[1].
 


« Partiti da Venezia alle 10:45 il rimorchio durò fino alle 18:15, quando i cavi di rimorchio furono passati alle torpediniere. »
 

Questo il rapporto dell'Animoso che insieme agli altri caccia del 2º gruppo si sarebbe poi diretto verso Ancona, mentre dal rapporto della torpediniera 18 P.N.:
 


« Alle 18:30 assunta la formazione in linea di fila con i MAS al rimorchio dirigo verso l'isola di Unie[5]. »
 


Alle ore 22:15, giunti in prossimità del punto previsto, i MAS lasciarono i rimorchi e le siluranti diressero per il rientro. I tre motoscafi iniziarono quindi l'attraversamento della stretta della Farasina, senza che la batteria di Porto Re li scorgesse, e, giunti ad un miglio dalla costa, spensero i motori a scoppio per azionare quelli elettrici. Alle 0:35 i MAS giunsero all'imboccatura della baia di Buccari senza incontrare ostruzioni e individuarono gli obiettivi, tre piroscafi da carico e uno passeggeri. I bersagli vennero quindi suddivisi tra i tre MAS: il MAS 96 piroscafo 1, il MAS 94 sarebbe stato l'unico a dover colpire due piroscafi, 2 e 3, e il MAS 95 il piroscafo 4[6].
 




Due MAS in esercitazione, 1918 circa.
Alle 01:20 i MAS lanciarono i loro siluri; il MAS 95 lanciò un siluro contro l'albero di trinchetto e un siluro al centro sotto il fumaiolo del piroscafo 4; il MAS 94 lanciò un siluro al centro del piroscafo 2 e al centro del piroscafo 3, mentre il MAS 96 lanciò due siluri al fumaiolo di cui uno esplose. Dei sei siluri lanciati solo uno esplose, a dimostrazione che le unità erano protette da reti antisiluranti e che lo scoppio del secondo siluro del MAS 96 indicava la probabile rottura della rete col primo siluro che consentì la penetrazione del secondo[6]. Allo scoppio del siluro l'allarme fu immediato e i MAS presero subito la via del rientro e, giunti al punto di riunione prestabilito, rientrarono ad Ancona alle 7:45.
 
Le unità italiane riuscirono a riguadagnare il largo tra l'incredulità dei posti di vedetta austriaci che non credettero possibile che unità italiane fossero entrate fino in fondo al porto e che non reagirono con le armi, ritenendo dovesse trattarsi di naviglio austriaco[1]. Tre bottiglie suggellate dai colori nazionali furono lasciate su galleggianti nella parte più interna della baia di Buccari, con all'interno un messaggio scritto da D'Annunzio, fatto che dette all'azione l'appellativo di "beffa di Buccari"[6].
 
I risultati dell'azione
 
Dal punto di vista tattico-operativo, l'azione fece emergere la totale mancanza di coordinamento nel sistema di vigilanza costiero austriaco e le numerose lacune difensive presenti, che resero possibile questa audace azione dei marinai italiani. D'altro canto però le navi, protette dalle reti, non riportarono alcun danno materiale. L'impresa costrinse il nemico ad un maggiore impegno di energie in nuovi adattamenti difensivi e di vigilanza e comunque ebbe una pesante influenza negativa sul morale austriaco[7].
 
Ma l'impresa di Buccari ebbe una grande risonanza in Italia, in una fase della guerra in cui gli aspetti psicologici stavano acquistando un'incredibile importanza. D'Annunzio ebbe un ruolo principale in questo, il messaggio lasciato nelle tre bottiglie ebbe grande diffusione e contribuì a risollevare il morale dell'esercito impegnato sul Piave[1].
 


« In onta alla cautissima Flotta austriaca occupata a covare senza fine dentro i porti sicuri la gloriuzza di Lissa, sono venuti col ferro e col fuoco a scuotere la prudenza nel suo più comodo rifugio i marinai d'Italia, che si ridono d'ogni sorta di reti e di sbarre, pronti sempre a osare l'inosabile. E un buon compagno, ben noto - il nemico capitale, fra tutti i nemici il nemicissimo, quello di Pola e di Cattaro - è venuto con loro a beffarsi della taglia »
 


(Testo del messaggio lasciato da D'Annunzio nelle acque di Buccari.)
 

Per l'Italia, che si stava riorganizzando dopo il disastro di Caporetto, l'eco della riuscita nell'impresa fu notevole e rinvigorì lo spirito dei soldati e della popolazione. L'entusiasmo avrebbe raggiunto il culmine pochi mesi dopo con il famoso Volo su Vienna. Dell'avventura della Baia di Buccari resta un libriccino edito nel 1918 dai consueti editori dannunziani, i Fratelli Treves, dal titolo: La Beffa di Buccari - con aggiunti La Canzone del Quarnaro, Il catalogo dei Trenta di Buccari, Il Cartello Manoscritto e Due Carte Marine. Il testo è completato dalle strofe de La Canzone del Quarnaro che, al tempo, ebbe notevole fama (successivamente il testo fu musicato da Luigi Dallapiccola nel 1930).
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 09:37:47 am
Impresa di Fiume .

Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Impresa_di_Fiume

L'Impresa di Fiume fu l'avvenimento storico in occasione del quale Gabriele D'Annunzio guidò un gruppo di circa 2.600 militari ribelli del Regio Esercito - i Granatieri di Sardegna - da Ronchi, presso Monfalcone, a Fiume, città della quale D'Annunzio proclamò l'annessione al Regno d'Italia il 12 settembre 1919.
 
Osteggiato dal governo italiano, D'Annunzio tentò di resistere alle pressioni che gli giungevano dall'Italia. Nel frattempo, l'approvazione del Trattato di Rapallo, il 12 novembre 1920, trasformò Fiume in uno stato indipendente. D'Annunzio proclamò la Reggenza Italiana del Carnaro. Il 24 dicembre 1920 l'esercito italiano procedette con la forza allo sgombero dei legionari fiumani dalla città.
 
Filippo Tommaso Marinetti, durante il periodo della sua presenza a Fiume nel settembre 1919, definì gli autori dell'impresa disertori in avanti.
 
Antefatti
 
Secondo il censimento ungherese del 1910 (nel quale fu richiesta la lingua d'uso), la popolazione di Fiume era pari a 49.806 abitanti, e così suddivisa: 24.212 dichiaravano di avere come lingua d'uso l'italiano, 12.926 il serbocroato e altre lingue, soprattutto ungherese, sloveno e tedesco. Nel censimento non si consideravano i dati della località di Sussak, quartiere a maggioranza croata sorto in epoca recente a est della Fiumara. Quest'ultimo era il corso d'acqua che suddivideva la municipalità di Fiume (formalmente dipendente dalla Corona Ungherese in qualità di Corpus Separatum) dal Regno di Croazia. La città di Fiume aveva sempre lottato contro la propria annessione al Regno di Croazia, reclamata invece dalla minoranza croata.
 
Alla conclusione del primo conflitto mondiale, dalle trattative di pace, l'Italia ottenne le terre irredente di Trento e Trieste ma l'opposizione del presidente americano Woodrow Wilson condusse a una situazione di stallo per quanto riguardava la Dalmazia e Fiume, non promessa all'Italia col patto di Londra e reclamata dagli italiani in quanto abitata prevalentemente da connazionali. Inoltre già nell'ottobre 1918 a Fiume si era costituito un Consiglio nazionale che propugnava l'annessione all'Italia.[1] di cui fu nominato presidente Antonio Grossich. I rappresentanti italiani a Parigi Vittorio Emanuele Orlando e Sidney Sonnino, dopo aver polemicamente abbandonato il tavolo delle trattative il 24 aprile, non avendo colto risultati sperati vi fecero ritorno il 5 maggio.
 
La marcia su Fiume
 

A Fiume, già ad aprile Giovanni Host-Venturi e Giovanni Giuriati avevano iniziato a creare una Legione fiumana costituita da volontari per difendere la città in particolare dal contingente francese, filo-jugoslavo.[2]
 
Nel frattempo Gabriele D'Annunzio si era recato a Roma per tenere una serie di comizi in favore dell'italianità di Fiume. I discorsi infuocati di D'Annunzio suscitarono l'emozione soprattutto dei moltissimi giovani reduci che ritornati dalla guerra erano rimasti disoccupati.[3] In particolare si insistette sull'onta della vittoria mutilata che induceva un revanscismo delle aspettative di carattere nazionalista. Intanto a Fiume la situazione diveniva sempre più incandescente e si susseguivano costantemente manifestazioni della popolazione a favore dell'italianità della città e incidenti tra i vari reparti delle quattro nazioni che al termine del conflitto avevano occupato la città (italiani, francesi, inglesi, americani). A Parigi si decisero così alcune sanzioni e l'allontanamento dei Granatieri di Sardegna, reparto che si era dimostrato particolarmente irrequieto. I Granatieri, sotto il comando del generale Mario Grazioli, lasciarono Fiume il 25 agosto 1919 sfilando in mezzo alla popolazione di Fiume che cercò di trattenerli con suppliche e manifestazioni di italianità[4]. I Granatieri di Sardegna si acquartierarono a Ronchi. Da qui sette ufficiali inviarono a D'Annunzio una lettera in cui lo invitavano a porsi a capo di una spedizione che a Fiume ne rivendicasse l'italianità:
 


« Sono i Granatieri di Sardegna che Vi parlano. È Fiume che per le loro bocche vi parla. Quando, nella notte del 25 agosto, i granatieri lasciarono Fiume, Voi, che pur ne sarete stato ragguagliato, non potete immaginare quale fremito di entusiasmo patriottico abbia invaso il cuore del popolo tutto di Fiume… Noi abbiamo giurato sulla memoria di tutti i morti per l'unità d'Italia: Fiume o morte! e manterremo, perché i granatieri hanno una fede sola e una parola sola. L'Italia non è compiuta. In un ultimo sforzo la compiremo. »
 


(Dalla lettera inviata a D'Annunzio da alcuni ufficiali dei Granatieri di Sardegna)
 

La Marcia di Ronchi
 
Dopo alcuni giorni D'Annunzio ruppe gli indugi e garantì il proprio arrivo a Ronchi per il 7 settembre, ma a causa di una intempestiva febbre poté onorare il proprio impegno solo l'11 dello stesso mese. Intanto a Ronchi erano già arrivati numerosi volontari.
 
D'Annunzio informò Mussolini solo il giorno prima della partenza[5] per Fiume quando, sciolta ogni riserva, gli inviò una lettera chiedendogli sostegno.
 
« Mio caro compagno, il dado è tratto. Parto ora. Domattina prenderò Fiume con le armi. Il Dio d'Italia ci assista. Mi levo dal letto febbricitante. Ma non è possibile differire. Anche una volta lo spirito domerà la carne miserabile... Sostenete la Causa vigorosamente, durante il conflitto. Vi abbraccio. »
 
(Dalla lettera inviata da D'Annunzio a Mussolini immediatamente prima della partenza per Fiume[6])
 

Qui giunsero anche i volontari al seguito del tenente Guido Keller dotati di autocarri su cui presero posto buona parte dei convenuti. Il 12 settembre i granatieri comandati dal maggiore Carlo Reina[7] intrapresero la Marcia di Ronchi. Messisi in viaggio verso Fiume, alla colonna via via si unirono altri volontari tra cui alcuni gruppi di bersaglieri che in realtà avrebbero dovuto bloccarlo[8]. Oltrepassato il confine presidiato dal generale Vittorio Emanuele Pittaluga, dopo essersi congiunto con la Legione Fiumana di Host-Venturi, D'Annunzio prese possesso della città acclamato dalla popolazione italiana e dai volontari lì presenti. Nel pomeriggio D'Annunzio proclamò l'annessione all'Italia di Fiume.
 


« Italiani di Fiume! Nel mondo folle e vile, Fiume è oggi il segno della libertà; nel mondo folle e vile vi è una sola verità: e questa è Fiume; vi è un solo amore: e questo è Fiume! Fiume è come un faro luminoso che splende in mezzo ad un mare di abiezione... Io soldato, io volontario, io mutilato di guerra, credo di interpretare la volontà di tutto il sano popolo d'Italia proclamando l'annessione di Fiume. »
 


(Dal discorso tenuto da D'Annunzio il 12 settembre dal Palazzo del Governo di Fiume)
 

Questa giornata sarà in seguito celebrata dallo stesso poeta come il giorno della "Santa Entrata", ricalcando il nome col quale per secoli venne ricordato l'ingresso dei rappresentanti veneziani a Zara nel 1409.
 
Il giorno seguente i francesi e gli inglesi preferirono evitare che l'azione finisse in un bagno di sangue, anche se alcuni morti in realtà vi furono. Arrivò a Fiume il 22 settembre la Nave della Regia marina "Cortellazzo" (ex incrociatore Marco Polo) che si unì ai legionari di D'Annunzio.
 
Le reazioni del governo Nitti
 
D'Annunzio costituì un "Gabinetto di Comando" al cui vertice pose Giovanni Giuriati.
 
Il governo italiano guidato da Francesco Saverio Nitti disconobbe l'azione del Vate e, intenzionato a ottenere la resa e l'abbandono della città da parte dei legionari, nominò Commissario straordinario per la Venezia-Giulia Pietro Badoglio, con il compito di risolvere la situazione. Il nuovo commissario straordinario fissò la propria sede a Trieste e come primo atto fece gettare dei volantini su Fiume in cui si minacciavano i legionari di essere considerati disertori e quindi di poter essere puniti dai Tribunali militari.
 
L'ultimatum di Badoglio non fu accolto e non sortì alcun effetto. Nitti allora decise di porre la città sotto assedio impedendo l'afflusso di viveri. A ciò D'Annunzio rispose in maniera sprezzante chiamando in causa Nitti:
 


« Impotente a domarci. Sua indecenza la Degenerazione adiposa si propone di affamare i bambini e le donne che con le bocche santificate gridano "Viva l'Italia"... Raccogliete pel popolo di Fiume viveri e denaro! »
 


(Da un appello scritto da D'Annunzio al popolo italiano)
 

Il 16 settembre inviò anche una polemica lettera a Mussolini contestandogli lo scarso impegno finanziario nell'impresa:
 


« Mio caro Mussolini, mi stupisco di voi e del popolo italiano. Io ho rischiato tutto, ho fatto tutto, ho avuto tutto. Sono padrone di Fiume, del territorio, d'una parte della linea d'armistizio, delle navi; e dei soldati che non vogliono obbedire se non a me. Nessuno può togliermi di qui. Ho Fiume; tengo Fiume finché vivo, inoppugnabilmente. E voi tremate di paura! Voi che lasciate mettere sul collo il piede porcino del più abbietto truffatore che abbia mai illustrato la storia del canagliume universale. Qualunque altro paese - anche la Lapponia - avrebbe rovesciato quell'uomo, quegli uomini. E voi stete lì a cianciare, mentre noi lottiamo d'attimo in attimo, con un'energia che fa di quest'impresa la più bella dopo la dipartita dei Mille. Dove sono i combattenti, gli arditi, i volontari, i futuristi? Io ho tutti soldati qui, tutti soldati in uniforme, di tutte le armi. È un'impresa di regolari. E non ci aiutate neppure con sottoscrizioni e collette. Dobbiamo fare tutto da noi, con la nostra povertà. Svegliatevi! E vergognatevi anche. Se almeno mezza Italia somigliasse ai Fiumani, avremmo il dominio del mondo. Ma Fiume non è se non una cima solitaria dell'eroismo, dove sarà dolce morire ricevendo un ultimo sorso della sua acqua. Non c'è proprio nulla da sperare? E le vostre promesse? Bucate almeno la pancia che vi opprime, e sgonfiatela. Altrimenti verrò io quando avrò consolidato qui il mio potere. Ma non vi guarderò in faccia. Su! Scuotetevi, pigri nell'eterna siesta! Io non dormo da sei notti; e la febbre mi divora. Ma sto in piedi. E domandate come, a chi m'ha visto. Alalà »
 


(La lettera inviata da D'Annunzio a Benito Mussolini direttore del Popolo d'Italia)
 

Questa lettera apparve sul Popolo d'Italia il 20 settembre emendata dalle parti più polemiche (quelle che appaiono in corsivo). Al riguardo è da rimarcare che mai in seguito D'Annunzio contestò la censura alla sua lettera. Mussolini avviò rapidamente una sottoscrizione pubblica per finanziare Fiume che raccolse quasi tre milioni di lire. Una prima tranche di denaro, ammontante a 857.842 lire, fu consegnata a D'Annunzio ai primi di ottobre, altro denaro in seguito. Parte del denaro, con un'autorizzazione pubblica del poeta, fu utilizzata per finanziare lo squadrismo milanese.[9]
 


« Mio caro Benito Mussolini, chi conduce un'impresa di fede e di ardimento, tra uomini incerti o impuri, deve sempre attendersi d'essere rinnegato e tradito "prima che il gallo canti per la seconda volta". E non deve addontarsene né accorarsene. Perché uno spirito sia veramente eroico, bisogna che superi la rinnegazione e il tradimento. Senza dubbio voi siete per superare l'una e l'altro. Da parte mia, dichiaro anche una volta che - avendo spedito a Milano una compagnia di miei legionari bene scelti per rinforzo alla vostra e nostra lotta civica - io vi pregai di prelevare dalla somma delle generosissime offerte il soldo fiumano per quei combattenti. Contro ai denigratori e ai traditori fate vostro il motto dei miei "autoblindo" di Ronchi, che sanno la via diritta e la meta prefissa.
 Fiume d'Italia, 15 febbraio 1920 Gabriele D'Annunzio. »
 
Intanto il 25 settembre tre battaglioni di bersaglieri destinati all'assedio della città, lasciate le proprie posizioni completi di armi e salmerie disertarono e raggiunsero i legionari. L'avvenimento spinse Badoglio a rassegnare le proprie dimissioni, che furono però respinte.[10]
 
Il 7 ottobre Mussolini si recò a Fiume dove incontrò D'Annunzio, mentre il 10 dello stesso mese gli Uscocchi presero possesso di un'imbarcazione carica di armi e munizioni.
 
Al fine di risolvere la situazione che si rendeva sempre più esplosiva Nitti acconsentì a tentare una soluzione più diplomatica. In effetti a partire dal 20 ottobre 1919 cominciarono degli incontri tra Badoglio e D'Annunzio che, durati circa due mesi, non approdarono ad alcun accordo.
 
Il 26 ottobre si tennero a Fiume le elezioni che videro scontrarsi le due principali compagini politiche, da una parte i fautori dell'annessione all'Italia guidati da Riccardo Gigante e dall'altra parte gli autonomisti guidati da Riccardo Zanella. Vinse la lista annessionistica con circa il 77% dei consensi e Gigante divenne sindaco della città venendo ufficialmente proclamato il 26 novembre.
 
La spedizione a Zara
 
Mentre ancora duravano gli incontri con Badoglio, D'Annunzio il 14 novembre prese l'iniziativa di recarsi a Zara. Infatti il 14 novembre si imbarcò sulla nave Nullo insieme a Guido Keller, Giovanni Giuriati, Giovanni Host-Venturi e Luigi Rizzo. A Zara venne benevolmente accolto dall'ammiraglio Enrico Millo, divenuto governatore di quei territori occupati, che davanti al Vate prese solennemente l'impegno di non abbandonare la Dalmazia finché questa non fosse stata ufficialmente annessa all'Italia.
 
Alle Elezioni politiche italiane del 1919 tenutesi il 16 novembre Francesco Saverio Nitti fu riconfermato al governo (Governo Nitti II).
 
La questione del plebiscito
 
Il nuovo governo italiano preparò un nuovo testo (definito Modus vivendi), che consegnò a D'Annunzio il 23 novembre. Con questo testo il governo italiano si impegnava innanzitutto a impedire che la città potesse essere annessa al nuovo stato jugoslavo e ad ottenere per essa l'annessione all'Italia o almeno di conferirle lo status di 'città libera', con relative garanzie e statuto speciale. D'Annunzio rifiutò il testo reclamando l'annessione immediata, ma nella notte il testo fu affisso sui muri della città per portarlo alla conoscenza dei cittadini fiumani. Su di esso si poteva leggere:
 


« L'annessione formale, oggi è assolutamente impossibile. Però il governo d'Italia assume solenne l'impegno e vi dà formale garanzia che l'annessione possa avvenire in un periodo prossimo...
 Cittadini! Se voi rifiutate queste proposte, voi comprometterete in modo fors'anche irreparabile la città, i vostri ideali, i vostri più vitali interessi. Decidete! Decidete voi, che siete figli e i padroni di voi e di Fiume, e non permettete, non tollerate che altri abusino del vostro nome, del vostro diritto, e degli interessi supremi d'Italia e di Fiume. »
 


(Parte del testo del volantino affisso nottetempo sui muri di fiume per conto del governo italiano)
 

Il 15 dicembre il Consiglio nazionale della città di Fiume approvò le proposte del governo italiano con 48 voti favorevoli e 6 contrari. Gli elementi più accesi della popolazione e dei legionari contestarono le decisioni prese dal Consiglio arrivando anche a intimidire gli elementi più moderati pertanto si preferì indire un plebiscito per decidere il da farsi. Molti legionari favorevoli a continuare l'occupazione della città si lasciarono anche andare a intimidazioni nei confronti degli elementi più moderati ottenendo la benevola tolleranza del Vate.[11] La rivista nazionalista "La Vedetta d'Italia" fu chiusa per qualche giorno.[12]
 
Il testo del quesito fu il seguente:
 


« È da accogliersi la proposta del governo italiano dichiarata accettabile dal Consiglio nazionale nella seduta del 15 dicembre 1919, sciogliendo Gabriele d'Annunzio e i suoi legionari dal giuramento di tenere Fiume fino a che l'annessione non sia decretata e attuata?. »
 


(Testo del plebiscito votato dai cittadini fiumani il 18 dicembre 1919)
 

Lo scrutinio iniziò la sera stessa mostrando un andamento nettamente favorevole all'accoglimento delle proposte italiane, ma allo stesso tempo legionari contrari alla piattaforma proposta dal governo italiano bloccarono lo scrutinio sequestrando anche le urne.[13] D'Annunzio decise allora di sospendere lo stesso e di invalidarlo.
 


« Mi sono state riferite e provate le irregolarità commesse da una parte e dall'altra durante la votazione plebiscitaria: le giudico di tale natura da togliere alla votazione ogni efficacia di decisione... »
 


(Con queste parole D'Annunzio decise di invalidare il plebiscito)
 

Badoglio dal canto suo interruppe ogni possibile ulteriore trattativa e lasciò l'incarico. Al suo posto subentrò il generale Enrico Caviglia. A Fiume invece il capo gabinetto Giovanni Giuriati adirato per l'annullamento del plebiscito si dimise scrivendo a D'Annunzio:
 


« Io sono venuto a Fiume per difendere le secolari libertà di questa terra, non per violentarle o reprimerle »
 


(Testo della lettera con la quale Giovanni Giuriati rassegnò le proprie dimissioni da capo gabinetto)
 

Gli subentrò Alceste De Ambris, ex sindacalista rivoluzionario e interventista, giunto a Fiume nel gennaio del 1920.
 
Il gabinetto De Ambris
 
In quei giorni, anche a causa di un cambio di rotta in senso rivoluzionario e popolare impresso dallo stesso De Ambris, si iniziarono a temere in Italia ipotesi di svolte in senso repubblicano e addirittura il timore di un tentativo di colpo di stato.
 
Filippo Turati in quei giorni scrisse:
 


« Il povero Nitti è furibondo per le indegne cose di Fiume […]. Non solo proclamano la repubblica di Fiume, ma preparano lo sbarco in Ancona, due raid aviatori armati sopra l'Italia e altre delizie del genere. Fiume è diventato un postribolo, ricetto di malavita e di prostitute più o meno high-life. Nitti mi parlò di una marchesa Incisa, che vi sta vestita da ardita con tanto di pugnale. Purtroppo non può dire alla Camera tutte queste cose, per l'onore d'Italia. »
 

Nella stessa Fiume gli ufficiali del Regio esercito vivevano con disagio la nuova situazione tanto che lo stesso generale Caviglia pensò di poter fruttare un eventuale dissidio interno alla città tra monarchici e repubblicani. Inoltre alcune decisioni dello stesso D'Annunzio alimentavano i dubbi e le polemiche interne. Nel marzo 1920 un furto compiuto da alcuni legionari ai danni di alcuni commercianti scatenò le ire del capitano dei Carabinieri Rocco Vadalà, che richiese al Vate lo scioglimento dal giuramento per poter abbandonare la città. Dopo alcune resistenze iniziali i Reali Carabinieri abbandonarono la città seguiti da alcuni ufficiali di altre armi.
 
Al contempo il problema degli approvvigionamenti diventò sempre più pressante tanto che circa quattromila bambini dovettero sfollare da Fiume con il supporto dei Fasci Italiani di Combattimento e delle organizzazioni femminili.[14]
 
Il 22 aprile gli autonomisti di Riccardo Zanella, ostili ai legionari dannunziani, con l'appoggio dei socialisti, proclamarono lo sciopero generale.[15]
 
L'11 maggio cadde il governo presieduto da Francesco Saverio Nitti. Al suo posto subentrò un nuovo governo presieduto da Giovanni Giolitti, che si insediò il 15 maggio.
 
La Reggenza Italiana del Carnaro
 
 
Proclamazione della Reggenza italiana del Carnaro.
La situazione di stallo in cui si trovava la città di Fiume da ormai diversi mesi, e forse la rinuncia ufficiale dell'Ungheria a ogni diritto sull'antico possedimento, spinsero D'Annunzio a una nuova azione, la proclamazione di uno stato indipendente, la Reggenza Italiana del Carnaro, proclamata ufficialmente il 12 agosto 1920.
 


« La vostra vittoria è in voi. Nessuno può salvarvi, nessuno vi salverà: non il Governo d'Italia che è insipiente ed è impotente come tutti gli antecessori; non la nazione italiana che, dopo la vendemmia della guerra, si lascia pigiare dai piedi sporchi dei disertori e dei traditori come un mucchio di vinacce da far l'acquerello... Domando alla Città di vita un atto di vita. Fondiamo in Fiume d'Italia, nella Marca Orientale d'Italia, lo Stato Libero del Carnaro. »
 


(Dal discorso di D'Annunzio del 12 agosto 1920 in cui proclamò la Reggenza Italiana del Carnaro)
 

L'8 settembre, pochi giorni dopo la proclamazione dell'indipendenza fu promulgata la Carta del Carnaro. La politica dannunziana a Fiume, anche per via di tentennamenti, non fu univoca. Se l'obiettivo di partenza era il ricongiungimento di Fiume all'Italia, in seguito, vista l'impossibilità di raggiungere tale obiettivo tentò di costituire uno stato indipendente. La struttura di questo nuovo Stato, basandosi sulla Carta del Carnaro redatta da Alceste De Ambris, avrebbe creato uno stato basato su valori propugnati dal sindacalismo rivoluzionario e sotto certi aspetti vicini a quelli che si pensavano esser nati nella Russia dei Soviet.[senza fonte] D'altronde in quel periodo l'affermarsi del regime leninista in Unione Sovietica era avvertito negli strati della piccola borghesia e dei reduci militari in modo controverso: da una parte era forte la paura dei sovversivi; dall'altra era avvertibile un sentimento di interesse per qualcosa di nuovo che stava nascendo.
 
Il 12 settembre fu presentato il vessillo del nuovo Stato. Come atto di frattura la Reggenza fu il primo stato a riconoscere ufficialmente l'Unione Sovietica. Questo risultò per molti inaccettabile, causando la defezione di molti legionari fedeli alla monarchia, in particolare dei carabinieri. Si cominciò inoltre a fornire asilo a tutti coloro che erano costretti ad abbandonare il proprio paese per problemi politici.
 
Il nuovo Stato vide l'ingresso nel governo di personalità come Giovanni Host-Venturi, Maffeo Pantaleoni e Icilio Bacci.
 
Il presidente del Consiglio Nazionale Antonio Grossich espresse le proprie perplessità riguardo alla proclamazione dell'indipendenza.
 
Il Trattato di Rapallo
 
Per approfondire, vedi Trattato di Rapallo (1920).
 

Nel frattempo il 12 novembre 1920 sia l'Italia sia la Jugoslavia firmarono il Trattato di Rapallo, in cui si impegnarono a garantire e a rispettare l'indipendenza dello Stato libero di Fiume. Tutti i partiti politici italiani accolsero favorevolmente l'accordo stipulato. Anche Mussolini e De Ambris considerarono positivo il nuovo Trattato[16] Mussolini lo difese inoltre sul Popolo d'Italia cercando di convincere la propria recalcitrante base.
 
Pochi giorni dopo il generale Caviglia comunicò a D'Annunzio i dettagli del trattato di Rapallo. Il capo gabinetto De Ambris avvertì D'Annunzio del desiderio di pace espresso dalla popolazione e dagli amici in Italia:
 


« ...lo stato d'animo dei fiumani è in complesso per l'accettazione del Trattato di Rapallo. In Italia domina lo stesso sentimento anche negli amici più fedeli, i quali non lo dicono apertamente solo per non avere l'aria di abbandonarci. »
 


(Alceste De Ambris a D'Annunzio prima che quest'ultimo respingesse il Trattato di Rapallo)
 

D'Annunzio pochi giorni dopo decise di rifiutare il trattato. Seguirono alcuni giorni di frementi contatti ma, quando il Trattato di Rapallo fu ufficialmente approvato dal Regno d'Italia, il generale Caviglia si risolse a intimare l'ultimatum a D'Annunzio. Al rifiuto del Vate Fiume fu completamente circondata e, dopo 48 ore di tempo concesse per far evacuare i cittadini stranieri, il mattino della vigilia di Natale fu sferrato l'attacco.
 
Il Natale di sangue
 

 

Un primo attacco a Fiume fu sferrato la vigilia di Natale, che D'Annunzio battezzò come il Natale di sangue. Dopo una tregua di un giorno la battaglia ricominciò il 26 dicembre e, vista la resistenza dei legionari, verso mezzogiorno incominciò il bombardamento navale della città da parte della nave Andrea Doria, che proseguì fino al 27 dicembre. Vi furono alcune decine di morti da entrambe le parti nel corso degli scontri.
 
Il 28 dicembre D'Annunzio riunì il Consiglio nazionale e si decise ad accettare un incontro con gli emissari del governo italiano e ad accettare i termini del Trattato di Rapallo. Rassegnò conseguentemente le proprie dimissioni con una lettera fatta consegnare dal comandante dei legionari Giovanni Host-Venturi e dal sindaco Riccardo Gigante:
 


« Io rassegno nelle mani del Podestà e del Popolo di Fiume i poteri che mi furono conferiti il 12 settembre 1919 e quelli che il 9 settembre 1920 furono conferiti a me e al Collegio dei Rettori adunati in Governo Provvisorio. Io lascio il Popolo di Fiume arbitro unico della propria sorte, nella sua piena coscienza e nella sua piena volontà... Attendo che il popolo di Fiume mi chieda di uscire dalla città, dove non venni se non per la sua salute. Ne uscirò per la sua salute. E gli lascerò in custodia i miei morti, il mio dolore, la mia vittoria. »
 


(Dalla lettera scritta da D'Annunzio in cui rassegnava le dimissioni al generale Ferrario)
 

Il 31 dicembre 1920, al termine del Natale di sangue, vista la sconfitta, D'Annunzio firmò la resa e da quel momento ebbe vita lo Stato libero di Fiume.
 
Nel gennaio 1921 i legionari fiumani cominciarono ad abbandonare Fiume, mentre D'Annunzio partì per ultimo il 18 gennaio alla volta di Venezia.
 
Antonio Gramsci difese dalle colonne de L'Ordine Nuovo tanto D'Annunzio quanto la Legione di Fiume, mentre i dirigenti dei Fasci Italiani di Combattimento elaborarono una mozione di condanna per l'attacco a Fiume da parte dell'esercito regio, firmata all'unanimità con l'unica astensione di Benito Mussolini.
 
La conquista della città durò poco, ma il suo valore simbolico fu rilevantissimo. L’adesione di Mussolini al trattato (il quale, annullando i risultati dell’esperienza fiumana, cagionava un danno pesante all’immagine di D’Annunzio) causò l’indignazione del Vate e di molti degli stessi fascisti lontani dal centro direttivo di Milano, i quali manifestarono la propria contrarietà alla decisione degli organi centrali, scatenando un moto di protesta interno al partito e auspicando la successione del poeta abruzzese alla guida dei Fasci Italiani di Combattimento.[17]
 
Lo Stato libero di Fiume
 

Nell'anno 1921 si tennero le prime elezioni parlamentari, alle quali parteciparono gli autonomisti e i Blocchi Nazionali pro-italiani. Il Movimento Autonomista ricevette 6558 voti e i Blocchi Nazionali (Partito Nazionale Fascista, Partito Liberale e Partito Democratico) 3443 voti. Presidente divenne il capo del Movimento Autonomista, ossia Riccardo Zanella che intraprese una politica di allontanamento dall'Italia.
 
Con un colpo di mano, nel 1922, i Blocchi Nazionali presero il potere a Fiume e il governo legale scappò a Porto Re (Kraljevica) nel Regno di Jugoslavia.
 
Fiume verrà annessa a tutti gli effetti allo stato italiano solo nel 1924 dallo stesso Mussolini. Come nelle altre regioni annesse vi fu introdotta una politica di italianizzazione.
 
Riflessi politici
 
Si nota in molti ambiti il favore del Fascismo nei confronti dell'esperienza fiumana, a partire dall'assorbimento delle tecniche di comunicazione di massa adottate dal Comandante (così veniva chiamato D'Annunzio durante l'Impresa di Fiume) e il metodo per impostare il personale carisma furono utilizzate anche da Mussolini (ad esempio le adunate oceaniche e molti slogan).
 
Con la promulgazione delle leggi razziali del 1938, un articolo di esse prevedeva esplicitamente l'esclusione di ogni tipo di provvedimento contrario agli ex legionari fiumani.[18]
 
La popolarità di D'Annunzio al tempo era altissima, e non solo per la sua attività di letterato: lo stesso Lenin, contestando l'inattività dei socialisti italiani, definì D'Annunzio come uno degli uomini (insieme a Benito Mussolini e Filippo Tommaso Marinetti) in grado di realizzare la rivoluzione in Italia[19][20]
 
La complessità dell'esperienza fiumana altro non era che lo specchio della contestuale complessità del primo dopoguerra, un'epoca in cui nasceva un movimento atipico come il fascismo: un movimento nazionalista e socialista, non marxista, legato a doppio filo con il sindacalismo rivoluzionario (Vedi Sansepolcrismo e Fasci Italiani di Combattimento).
 
Roberto Vivarelli, storico socialista e docente di storia contemporanea alla Scuola Normale Superiore di Pisa, indica nell'Impresa di Fiume una svolta decisiva del processo di decadimento e di crisi dello Stato liberale: l'impresa contribuì a rendere pubblica ed esasperatamente chiara la realtà di uno Stato debole oberato da interessi di parte e spesso corrotto. In questo contesto Mussolini, appoggiò la sortita di D'Annunzio e né sfruttò il momento propizio. Mussolini comprendeva l'intuito di D'Annunzio: l'impresa era la grande occasione per restituire all'Italia quella unità che il patto di Londra le aveva sottratto.[21]
 
D'Annunzio cercò appoggio politico in diverse fazioni (rifiutando però di incontrare Antonio Gramsci): il suo limite fu però soprattutto quello di mostrare scarsità di vedute in campo militare, considerata l'efficienza che avrebbero potuto avere gli Arditi, corpo speciale di assaltatori, nell'eventuale difesa di Fiume. Lo svolgersi degli eventi storici lascia intendere come ci sarebbe stato bisogno di difensori di una buona caratura militare, che invece evidentemente mancarono.
 
Proficua fu per contro la collaborazione tra D'Annunzio e Alceste De Ambris per quanto riguarda la Carta del Carnaro. De Ambris nel carteggio conferma il proprio intento di essere a fianco di D'Annunzio sotto la bandiera della libertà, ma in opposizione alla reazione[22], nel tentativo di trasformare l'impresa di Fiume in un laboratorio rivoluzionario per far affermare in Italia uno Stato impostato sui principi del sindacalismo rivoluzionario. Tale impostazione fu appoggiata dai nazionalisti discendenti dall'ala repubblicano-socialista-irredentista, nonché dallo stesso Mussolini.
 
Il rapporto tra D'Annunzio e Mussolini fu complesso: dopo la richiesta di reperire fondi per la Libera Repubblica Fiumana tramite Il Popolo d'Italia, realizzata poi con successo da Mussolini stesso, D'Annunzio si indispettì per l'approvazione del trattato di Rapallo, ammonendo i legionari a non aderire al fascismo fino al famoso volo dell'Arcangelo, episodio interpretabile in varie maniere, ma in cui D'Annunzio rischiò comunque la vita.[senza fonte]
 
Non solo Benito Mussolini, ma anche Antonio Gramsci, dopo il Natale di sangue, il 6 gennaio 1921 su L'Ordine Nuovo, scrisse a difesa di D'Annunzio e dei legionari: "L'onorevole Giolitti in documenti che sono emanazione diretta del potere di Stato ha più di una volta, con estrema violenza, caratterizzato l'avventura fiumana. I legionari sono stati presentati come un'orda di briganti, gente senza arte né parte, assetata solo di soddisfare le passioni elementari della bestialità umana: la prepotenza, i quattrini, il possesso di molte donne. D'Annunzio, il capo dei legionari, è stato presentato come un pazzo, come un istrione, come un nemico della patria, come un seminatore di guerra civile, come un nemico di ogni legge umana e civile. Ai fini di governo, sono stati scatenati i sentimenti più intimi e profondi della coscienza collettiva: la santità della famiglia violata, il sangue fraterno sparso freddamente, la integrità e la libertà delle persone lasciate in balìa di una soldataglia folle di vino e di lussuria, la fanciullezza contaminata dalla più sfrenata libidine. Su questi motivi il governo è riuscito a ottenere un accordo quasi perfetto: l'opinione pubblica fu modellata con una plasticità senza precedenti."
 
Il quadro storico e, soprattutto, l'atmosfera dell'Impresa di Fiume sono rappresentati dagli articoli dei giornali del periodo: su tutte La Testa di Ferro, di Mario Carli, e i manifesti dell'associazione Yoga di Guido Keller. In questo frangente Mario Carli è un personaggio di grande interesse, in quanto interpreta il doppio ruolo di artista e politico: fra i firmatari del Manifesto del futurismo, capitano degli Arditi, simpatizzante dei Bolscevichi a Fiume, radicale e ortodosso nel pensiero.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 10:13:34 am
Pillole:

...faccio un pò di storiografia, salvo errori, da quel che ricordo e da appassionato della II GM.
Dunque, la squadriglia Mas in realtà nasce durante la prima guerra mondiale. Serviva un'unità dotata di mezzi navali piccoli e veloci, che potessero causare danni a grandi navi con veloci incursioni. Nacque così il Motoscafo Armato di Siluri, il MAS, appunto.
Nella II GM Il principe Valerio Borghese prese il comando della nuova flotta, E MAS significò Motoscafo Anti Sommergibile o qls del genere, ma in sostanza cambiò poco. Poi arrivò il D'annunzio che, da sborone qual era, li ribattezzò Memento Auder Semper (ricordati sempre di osare), ma l'acronimo in realtà non significava quello, ovviamente.
Gli diedero il nome di "decima" in ricordo della decima legione romana, che a quanto pare si rese famosa per il suo valore. Ma in realtà non esisteva nè la nona e nè la ottava.

Durante la II GM si rese nota per alcune azioni in effetti efficaci. I motoscafi erano dotati di due siluri, di cannoncini e mitragliatrici. Si avvicinavano senza essere visti, colpivano e poi si dileguavano.
Il problema arrivò ad un certo punto, mi pare nel 41 o giù di lì, cioè quando gli alleati montarono i primi prototipi di radar. In quel modo riuscivano e vederli anche da lontano e li facevano fuori come mosche.
E così la flottiglia MAS andò in crisi; poi si riorganizzò e si specializzò in incursioni di tipi diverso, cioè andavano di persona, con muta e bombe, a sabotare le navi nemiche.

Non ricordo come e perchè si adattarono anche ad azioni di terra, forse Standarte lo ricorda.
Dopo l'armistizio e con la RSI, la decima fu mandata a tentare di sgomberare le alpi dai partigiani, in particolare quelle piemontesi, questo perchè i tedeschi pensavano, dopo il D Day, che gli alletati potessero passare di lì per arrivare in Italia, e quindi ordinarono al Duce (ormai servo di Hitler) di mandare là delle truppe per preparare la difesa.
Perchè i tedeschi scelsero proprio la decima non lo so, probabilmente perchè era l'unità meglio armata, addestrata e più motivata. In pratica erano dei fanatici, via.  ^_^  ..Cmq la X MAs non riuscì a sgomberare le alpi dai partigiani.
Quanto fossero davvero addestrati non saprei, a naso io direi che lo erano meno dei nazisti, i quali davvero erano soldati di prim'ordine, pure se anche loro fanatici e per di più pazzoidi.  :cool:
A mio avviso quello che fece a suo modo "grande" la decima fu in primis il loro comandante, Junio Valerio Borghese; pochi lustri fa fu accusato di un tentativo di colpo di stato (il "golpe Borghese"), per ciò fuggì in svizzera (se non erro) e lì morì.

Che cosa fece poi, alla fine, di tanto straordinario io non lo ricordo bene, ma certo non è che conosca per filo e per segno ogni azione della X MAS. :dry:

Come nota a margine, quel che mi pare certo è che non è vero che furono "l'unica unità cui gli avversari riconobbero merito", vien da pensare agli alpini dell'ARMIR ad esempio, di cui si disse "...gli unici che possano considerarsi non vinti in terra di Russia". E già che ci siamo ricordiamo pure che agli alpini in ritirata in Russia, i civili russi offrivano pane e latte, ai tedeschi offrivano al massimo bastonate; si sa di diversi alpini che sposarono donne del posto, o che ritornarono là dopo la guerra, ma non si sa di alcun tedesco che abbia fatto altrettanto.

Ps.
...Questa è soltanto la storia secondo me.  ^_^  Accetto critiche ed eventuali.

La Decima Legio "Gemina" fu realmente esistita e fu la legione prediletta da Caio Giulio Cesare , in pratica , quando c'era da togliere le castagne dal fuoco o da risolvere situazioni disperate per Roma  , Cesare faceva sempre ricorso alla X° Gemina .
Anche l'Ottava Legio "Augusta" e la Nona Legio "Hispana" sono realmente esistite .
"Non ricordo come e perchè si adattarono anche ad azioni di terra, forse Standarte lo ricorda."
Dopo l'8 Settembre 1943 la Decima MAS si dedicò anche all'organizzazione militare terrestre al fine di poter recarsi al fronte e combattere gli anglo-americani secondo il seguente ordine :
 Comando Xª MAS Ufficio Stampa e propaganda
L'Ufficio Stampa e Propaganda fu costituito alla Spezia il 9 settembre 1943 e disciolto a Milano il 26 aprile 1945. Il responsabile fu il sottotenente di vascello Pasca Piredda. Servizi Propaganda: resp. capitano di corvetta Cocchia
 Stampa: resp. tenente Genta e tenente Zanfagna
 Radio: resp. capitano Bruno Spampanato
 Fotografia: resp. tenente Elio Luxardo
 Giornale ufficiale della Xª Mas: La Cambusa
Servizio Ausiliario Femminile (SAF)
Comandante : Ausiliaria Fede Arnaud- Costituito a Roma nel 1944 come centro assistenza per i feriti in afflusso dal fronte di Anzio, venne successivamente trasferito a La Spezia e poi a Sulzano per un corso d'addestramento. Un secondo corso venne tenuto a Grandola, ed un terzo a Col di Luna.
 Servizio Amministrativo
 Servizio Sanitario
 Servizio Approvvigionamento
 Servizio Genio Armi navali
 Servizio Polizia interna
 Servizio Informazioni
 Ufficio Assistenza
 
Reparti di terra successivamente raggruppati nella "Divisione Decima", su:
Battaglione "Maestrale" poi "Barbarigo"
Costituito nel novembre 1943 (C.C. Umberto Bardelli), si distinse in combattimento sul fronte di Anzio e nella difesa di Roma. Partecipò successivamente ai combattimenti contro i partigiani yugoslavi nelle zone del Bosco di Cansiglio, nel Goriziano e nella Selva di Tarnova. Nel marzo 1945 fu inquadrato nel 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima" .
 Battaglione "Lupo"
Costituito a La Spezia tra gennaio ed aprile 1944 (C.C. Corrado de Martino). Operò in funzione antipartigiana in Garfagnana, Lunigiana e Piemonte, prima di essere trasferito al fronte sulla linea del Senio come parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 Battaglione Nuotatori-Paracadutisti (NP)
Costituito a La Spezia nell'ottobre 1943 (Cpt.G.N. Nino Buttazzoni). Inizialmente suddiviso in distaccamenti (1ª Cp. a difesa del Ministero della Marina a Montecchio Maggiore, 4ª Cp. in Val d'Intelvi, Cp."Ceccacci" a Treviso per addestramento sabotatori, Compagnia comando ad Asiago) partecipò poi ad azioni antipartigiane in Piemonte, ai combattimenti contro i partigiani yugoslavi in Friuli e Venezia Giulia, e Nel marzo 1945 fu inquadrato nel 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 Battaglione Bersaglieri "Fulmine"
Costituito a La Spezia nel marzo 1944 (Com. Corallo). Operò in funzione antipartigiana in Valle d'Aosta, Piemonte, Veneto e Friuli, distinguendosi in combattimento contro i partigiani yugoslavi nella Selva di Tarnova. Era parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 Battaglione Guastatori Alpini "Valanga"
Costituito a Pavia nel Settembre 1943 con personale brevettato alla Scuola Guastatori del Genio di Banne (Cpt. Manlio Morelli). Il reparto si aggregò alla Xª nel marzo 1944, partecipando con il resto della divisione ai rastrellamenti nella zona di Ivrea per poi trasferirsi in Friuli nel goriziano e nella zona del Meduna, distinguendosi in combattimento contro le formazioni iugoslave. Era parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 Battaglione "Sagittario"
Costituito a La Spezia nell'aprile 1944 (C,C, Bernardino Fumai), a partire dalla Compagnia autonoma "Mai Morti". Partecipò ai grandi rastrellamenti antipartigiani in Piemonte per poi trasferirsi in Friuli contro i partigiani iugoslavi nella zona di Salcano, distinguendosi nei combattimenti di Casale Nenzi. Era parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima"
 3º Reggimento artiglieria di marina "Condottieri",
Costituito a partire dal febbraio 1944 a La Spezia (Magg. Guido Boriello)
su: Gruppo artiglieria "San Giorgio"
Il gruppo partecipò ai combattimenti sul fronte di Anzio, in supporto al Battaglione "Barbarigo", per poi operare nel settore Veneto e Friulano
 Gruppo artiglieria "da Giussano"
Il gruppo operò in supporto alle unità della Divisione contro gli iugoslavi, ed entrò successivamente a far parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 Gruppo artiglieria "Colleoni"
Il gruppo non divenne mai pienamente operativo
 Batteria contraerea leggera (20/65)
parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 
Battaglione del Genio "Freccia"
Costituito nel 1944 (C.C. Filippo di Bernardo) nel quadro della costituzione delle unità di supporto divisionali. Sostenne le attività dei reparti da combattimento contro i partigiani yugoslavi, ed entrò successivamente a far parte del 1º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 Battaglione "Castagnacci"
costituito inizialmente come unità di guarnigione a protezione degli enti territoriali della Marina Repubblicana dislocati sul Lago Maggiore. Operò in funzione antipartigiana in Valdossola e Valle Strona, per poi venire assorbito nella "Divisione Decima" come Battaglione complementi. Entrò successivamente a far parte del 2º Gruppo di Combattimento della "Divisione Decima".
 
Reparti di terra autonomi: Gruppo d'ardimento "Medaglia d'Oro Giobbe"
costituito a La Spezia nel febbraio 1944, operò nell'addestramento del personale dei reparti speciali della Divisione prima al Lido di Camaiore, poi a Piacenza ed a Portese sul Garda ".
 Battaglione "Longobardo"
costituito nel giugno 1944 a Bordeaux (Francia) con personale in esubero di Betasom. Rientrò in Italia nell'agosto 1944".
 Battaglione "Pegaso"
costituito a Montecchio Maggiore nel gennaio 1945, operò come guarnigione delle locali sedi comando della Marina Repubblicana ".
 Battaglione "Risoluti"
costituito a Genova nel marzo 1944 su iniziativa del Capo di I Classe Felice Bottero, rimase fino alla fine inquadrato da soli sottufficiali con l'eccezione dell'ufficiale medico e di due tenenti dell'Esercito. Operò nella difesa costiera (comprese le batterie di Sturla, San Remo e Sampierdarena) e fornì rincalzi ai battaglioni "Lupo" e "Barbarigo" ed al Distaccamento "Milano".
 Battaglione "San Giusto"
costituito a Trieste nel dicembre 1944, rimanendo sempre parte della guarnigione della città.
 Battaglione "Scirè"
costituito ad Arona nel maggio 1944, a difesa della Scuola Mezzi d'Assalto di Superficie di Sesto Calende
 Battaglione "Serenissima"
costituito a Venezia nel febbraio 1944, con compiti di guarnigione. Una compagnia fu distaccata in supporto del battaglione "Valanga in Val Neduna e nella Selva di Tarnova
 Battaglione "Vega"
costituito a Montorfano nel maggio 1944 come unità di supporto ed addestamento per il battaglione "NP"
 Distaccamento "Umberto Cumero" (successivamente assorbito nel Distaccamento "Torino")
costituito a Torino nel marzo 1944, a difesa degli stabilimenti FIAT
 Distaccamento "Milano"
costituito a Milano nel giugno 1944 per la difesa del comando della Xª in Piazza Fiume, e successivamente rinforzato con una compagnia del Battaglione "Risoluti" e la Compagnia operativa "O"
 Distaccamento "Roma"
costituito a Roma nel 1944 per compiti amministrativi, servì da comando tappa per il Battaglione "Barbarigo" e da centro reclutamento.
 Distaccamento "Torino"
costituito a Torino nel giugno 1944 sulla forza di una Compagnia con compiti di guarnigione, assorbì successivamente il distaccamento "Umberto Cumero" ed altre unità fino ad assumere la consistenza di un Battaglione.
 Compagnia "Adriatica"
costituita a Ravenna, servì come guarnigione dell'isola di Cherso
 Compagnia "d'Annunzio"
costituita a Fiume nel maggio 1944 con compiti di guarnigione
 Compagnia "Mai Morti"
costituita a Trieste nell'ottobre 1943, venne successivamente trasferita a Novara e successivamente sciolta a La Spezia per motivi disciplinari.
 Compagnia operativa "O" (successivamente assorbita nel Distaccamento "Milano")
costituita a La Spezia nel luglio 1944 a difesa del comando della Xª. Quando il comando si trasferì a Milano, venne assorbita dal locale Distaccamento
 Compagnia "Sauro"
costituita a Pola con personale in esubero del 3º Reggimento "San Marco" della RSI per la protezione della locale Base Sommergibili CB
 Gruppo contraereo "Q"
costituito a Gavirate, servì inizialmente a difesa dello Stato Maggiore della Marina Repubblicana a Lonato e poi a difesa del comando della Xª a Milano .

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 08, 2013, 10:32:03 am
Molte azioni di furto e saccheggio attribuite a reparti della RSI o tedeschi sarebbero invece da attribuirsi alle numerose bande di criminali comuni che infestavano il territorio, i quali mascherati dietro uniformi della Decima che sarebbero riusciti ad ottenere durante lo sbandamento dell'8 settembre 1943, taglieggiavano la popolazione civile con relativa impunità. Secondo quanto riportato da Nesi, operazioni dello stesso genere - a scopo di propaganda antifascista - sarebbero state condotte, sempre con uniformi della Decima in qualche modo trafugate, da nuclei partigiani (secondo Nesi, nella zona della Liguria e del Cuneense) .




Con la stessa logica potremmo dire che furti, stupri ed esecuzioni sommarie che macchierebbero l'onorabilità dei partigiani sarebbero stati commessi da repubblichini allo scopo di alimentare un sentimento antipartigiano.
Era persino più facile, quindi più probabile....
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 08, 2013, 11:28:52 am
La guerriglia in quanto tale non è ammessa da nessuna convenzione e non è prevista dal diritto internazionale nè da quello vigente nè da quello pregresso . 
La Resistenza si è sviluppata in ogni Nazione occupata dalle forze dell'Asse, non è stato uno sporadico caso italiano.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 08, 2013, 11:35:55 am
Standarte, non c'entra nulla menzionare gli atti di valore di D'Annunzio, di Rizzo, di Ciano (Costanzo,
il padre, non di Galeazzo, il figlio) e di paragonarli alle azioni della X Mas durante la RSI. Per gloriose
che fossero state durante la guerra contro l'Inghilterra, divennero infamanti durante la guerra civile
contro degli inermi e contro prigionieri che dovevano essere rispettati o perlomeno fucilati senza
prima infliggere loro mortificazioni ed insolenze e non seviziati, massacrati di botte e poi impiccati
come la Decima spesso ha fatto. E' vero che i militi rischiavano la vita in imboscate tese dai partigiani
ma questa non è una buona scusa per infierire selvaggiamente su partigiani catturati o su sospettati
di connivenze con i partigiani. Azioni di questo tipo disonorano chi le fa, Convenzione dell'Aja o no.
Persino staffette (donne) dei partigiani vennero spesso violentate dai militi repubblichini quando
furono catturate. E tu ti stupisci che poi i partigiani violentassero le ausiliarie della Repubblica di Salò?
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 08, 2013, 11:48:31 am
Standarte
Citazione
All'epoca della seconda guerra mondiale era in vigore la Convenzione dell'Aja che è la convenzione internazionale fondamentale in materia .

L'art.42 della Covenzione dell'Aja , vigente all'epoca della seconda guerra mondiale , escludendo "qualsiasi attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari" esclude de facto anche la "guerriglia" . Difatti tale articolo recita testualmente :
“La popolazione ha l’obbligo di continuare nelle sue attività abituali astenendosi da qualsiasi attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi“.

Parlavo di guerriglia.

Citazione
Ribadisco il mio punto di vista personale sul carattere vile e vigliacco delle azioni partigiane perchè non c'è niente di più vile e vigliacco che fare imboscate a soldati in libera uscita in bar , treni o sui mezzi in transito ammazzare per poi fuggire a nascondersi sulle montagne .

Bar? Possibile...
Più che altro convogli, truppe in spostamento e caserme.
Non è vigliacco.
La guerra è guerra...
La si combatte con i mezzi a disposizione.
la guerra partigiana era sbilanciata e la si combatteva con ciò che si aveva.
I partigiani non potevano contare sul rifornimento di armi e munizioni.


Citazione
La rabbia di fronte a simile modus operandi aumentava e dismisura .
Non è detto , molti partigiani stavano molto meglio rispetto ai soldati tedeschi , venivano riforniti regolarmente di viveri dai propri parenti che abitavano vicino alle montagne , godendo di supporto logistico , inoltre molti di questi vivevano in baite riscaldate una situazione decisamente migliore rispetto a quella di vivere in una trincea sulla linea gotica con le razioni ridotte ed a migliaia di chilometri da casa .

I parenti erano di uno, non di tutti.

Citazione
Fatte le dovute eccezioni , non erano mignotte come non erano mignotte quelle che se ne andavano con i partigiani , per quanto ne so mi sembravano semplicemente ragazze cui piacevano i ragazzi tal dei tali senza tener conto della divisa indossata o dell'area politica d'appartenenza.

Erano mignotte.
Anche la maggior parte di quelle che andavano in montagna coi partigiani.
Non erano costrette dalla pena di morte ai renitenti.
Ci andavano apposta per stare col loro bello.
Creando il disservizio che la presenza femminile, generalmente, crea nelle formazioni armate: gelosie, disunità, competizione, rivalità.


Citazione
A dire il vero a molte di queste ragazze non solo vennero rasate i capelli...molte vennero anche stuprate e brutalmente torurate ed infine assassinate senza alcuna colpa...se non quella di essere state viste insieme ai fascisti ed ai tedeschi...dando adito alla maldicenza della gente...

Le false accuse sono sempre esistite.
Conoscevo un ex partigiano monarchico badogliano.
Appena dopo il 25 aprile fu messo dagli inglesi ad amministrare non so bene che cosa e si presentò da lui una ragazza rasata a presentare una richiesta.
Lei lo riconobbe e ne nacque un battibecco.
- Guardate che cosa mi avete fatto!
Al che lui replicò con estrema franchezza:
- signorina, se fosse stato per me lei sarebbe stata fucilata.

Continuarono ad incontrarsi... In paese ci si conosce tutti.
Ma non si rivolsero mai più la parola.

Lui mi disse che era spiaciuto per quello che le aveva detto.
Ma in un periodo storico nel quale si vendeva il vicino di casa con una spiata per cinque chili di sale, chi familiarizzava troppo col nemico era, per forze di cose un traditore.

Poi... riguardo gli stupri...
Le false accuse sono sempre esistite.

Citazione
Sarebbe stato assurdo se i fascisti ed i tedeschi oltre che a reprimere i partigiani se la prendevano anche con le loro mogli o fidanzate solo perchè appunto fidanzate e mogli dei partigiani a meno di un loro coinvolgimento diretto o indiretto collegato ad eventi di natura prettamente bellica .
E' una cosa totalmente illogica da un punto di vista bellico .

Guarda che mi sembra che lo abbiano fatto.

Beh... poi... la stessa rappresaglia è un prendersela con qualcuno che non c'entra...
Ancorchè prevista dalla convenzioni internazionali del tempo.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 12:26:02 pm
Pillole:

...faccio un pò di storiografia, salvo errori, da quel che ricordo e da appassionato della II GM.
Dunque, la squadriglia Mas in realtà nasce durante la prima guerra mondiale. Serviva un'unità dotata di mezzi navali piccoli e veloci, che potessero causare danni a grandi navi con veloci incursioni. Nacque così il Motoscafo Armato di Siluri, il MAS, appunto.
Nella II GM Il principe Valerio Borghese prese il comando della nuova flotta, E MAS significò Motoscafo Anti Sommergibile o qls del genere, ma in sostanza cambiò poco. Poi arrivò il D'annunzio che, da sborone qual era, li ribattezzò Memento Auder Semper (ricordati sempre di osare), ma l'acronimo in realtà non significava quello, ovviamente.
Gli diedero il nome di "decima" in ricordo della decima legione romana, che a quanto pare si rese famosa per il suo valore. Ma in realtà non esisteva nè la nona e nè la ottava.

Durante la II GM si rese nota per alcune azioni in effetti efficaci. I motoscafi erano dotati di due siluri, di cannoncini e mitragliatrici. Si avvicinavano senza essere visti, colpivano e poi si dileguavano.
Il problema arrivò ad un certo punto, mi pare nel 41 o giù di lì, cioè quando gli alleati montarono i primi prototipi di radar. In quel modo riuscivano e vederli anche da lontano e li facevano fuori come mosche.
E così la flottiglia MAS andò in crisi; poi si riorganizzò e si specializzò in incursioni di tipi diverso, cioè andavano di persona, con muta e bombe, a sabotare le navi nemiche.

Non ricordo come e perchè si adattarono anche ad azioni di terra, forse Standarte lo ricorda.
Dopo l'armistizio e con la RSI, la decima fu mandata a tentare di sgomberare le alpi dai partigiani, in particolare quelle piemontesi, questo perchè i tedeschi pensavano, dopo il D Day, che gli alletati potessero passare di lì per arrivare in Italia, e quindi ordinarono al Duce (ormai servo di Hitler) di mandare là delle truppe per preparare la difesa.
Perchè i tedeschi scelsero proprio la decima non lo so, probabilmente perchè era l'unità meglio armata, addestrata e più motivata. In pratica erano dei fanatici, via.  ^_^  ..Cmq la X MAs non riuscì a sgomberare le alpi dai partigiani.
Quanto fossero davvero addestrati non saprei, a naso io direi che lo erano meno dei nazisti, i quali davvero erano soldati di prim'ordine, pure se anche loro fanatici e per di più pazzoidi.  :cool:
A mio avviso quello che fece a suo modo "grande" la decima fu in primis il loro comandante, Junio Valerio Borghese; pochi lustri fa fu accusato di un tentativo di colpo di stato (il "golpe Borghese"), per ciò fuggì in svizzera (se non erro) e lì morì.

Che cosa fece poi, alla fine, di tanto straordinario io non lo ricordo bene, ma certo non è che conosca per filo e per segno ogni azione della X MAS. :dry:

Come nota a margine, quel che mi pare certo è che non è vero che furono "l'unica unità cui gli avversari riconobbero merito", vien da pensare agli alpini dell'ARMIR ad esempio, di cui si disse "...gli unici che possano considerarsi non vinti in terra di Russia". E già che ci siamo ricordiamo pure che agli alpini in ritirata in Russia, i civili russi offrivano pane e latte, ai tedeschi offrivano al massimo bastonate; si sa di diversi alpini che sposarono donne del posto, o che ritornarono là dopo la guerra, ma non si sa di alcun tedesco che abbia fatto altrettanto.

Ps.
...Questa è soltanto la storia secondo me.  ^_^  Accetto critiche ed eventuali.

Mussolini , all'epoca , non era servo di Hitler . C'era il patto d'acciaio da rispettare . Anche perchè Hitler dopo l'8 settembre 1943 avrebbe potuto tranquillamente decidere di annettere al Reich tutto il centro-nord Italia come fece con la Repubblica di Vichy , difatti , dopo lo sbarco alleato in Marocco ed in Algeria non contrastato della truppe di Vichy , tedeschi ed italiani invasero la parte di Francia sotto il controllo del Governo di Vichy , stato satellite del Terzo Reich , con l'Operazione Anton, e anche la Tunisia, togliendo ogni autonomia allo Stato francese della Repubblica di Vichy .
La lotta ai partigiani si rese necessaria solo per evitare che continuassero le imboscate e gli attacchi dinamitardi ai danni dei fascisti e dei tedeschi . 
Sulle alpi piemontesi non operarono solo i militi della Decima Mas ma anche altri reparti terrestri , inoltre , nella Repubblica Sociale Italiana c'erano reparti che in quanto a preparazione e motivazione non erano inferiori alla decima si pensi solo al Battaglione "Vendetta" delle SS italiane .
Nel marzo del 1944 il battaglione "Vendetta", facente parte del reggimento comandato del tenente colonnello Carlo Federico Degli Oddi fu schierato a Nettuno. Il reggimento combatté duramente contro gli Alleati durante lo sbarco, tenendo un fronte di oltre 4 km per 70 giorni ed infliggendo perdite superiori di 20 volte al nemico rispetto alle proprie. Dopo gli scontri 340 su 650 volontari delle SS morirono. Ai legionari italiani, per l'alto valore dimostrato, fu permesso dall'alto comando tedesco di fregiarsi delle rune SS sul classico sfondo nero che li integrò ufficialmente nelle Waffen SS.
Per quanto concerne invece il fatto che la Decima MAS non riuscì "a sgomberare le alpi dai partigiani" c'è da dire che le operazioni poste in essere dai fascisti e dai tedeschi in tutto il nord Italia nell'autunno del 1944 mandò in crisi la resistenza tanto che nel Dicembre 1944 tutta la resistenza italiana era composta da 20.000 uomini (sono questi i veri combattenti della resistenza), poco più di una divisione tedesca a pieni effettivi .
Fonte : S.Peli, La Resistenza in Italia, p. 134.
Solo a guerra finita ovvero pochi giorni prima o persino poche ore prima dell'arrivo dei carri armati alleati nelle varie città del nord Italia a seconda della loro ubicazione e con l'esercito tedesco in rotta verso la Germania , esplose la resistenza con l'insurrezione generale e gli effettivi della resistenza passarono in pochi giorni a 300.000 unità uomini ed anche donne (In pratica , tolta qualche scaramuccia con le colonne tedesche in fuga e con qualche reparto fascista rimasto in citta ed ormai completamente circondato ed isolato , è stata un sfilata o quasi.) 
Fonte : Atti del Comando generale del Corpo volontari della libertà (Giugno 1944-aprile 1945), a cura di Giorgio Rochat, prefazione di Ferruccio Parri. Franco Angeli, 1972

Definire "fanatici" e "pazzoidi" dei soldati per il semplice fatto che combattono e non si arrendono , cioè non fanno altro che il loro mestiere , mi sembra solo un'offesa gratuita alla loro dignità di uomini e di soldati .
Del resto non Hitler o Mussolini ma il primo ministro inglese Winston Churchill disse testualmente :
"GLI ITALIANI PERDONO LE GUERRE COME SE FOSSERO PARTITE DI CALCIO E LE PARTITE DI CALCIO COME SE FOSSERO GUERRE ."

Quello che rese grande la Decima MAS prima dell'8 Settembre 1943 in tutto il mondo furono le seguenti azioni militari coronate da successo :
Baia di Suda - 25-26 marzo 1941: affondamento dell'incrociatore York (8.250 t) e grave danneggiamento della nave cisterna Pericles (8.324 t)
 Alessandria - dicembre 1941 (operazione G.A.3): poste fuori servizio le due navi da battaglia Queen Elizabeth e Valiant; danneggiamento della nave cisterna Sagona (7.750 t) e del cacciatorpediniere Jervis (1.690 t)
 Sebastopoli - 10 giugno 1942: affondamento di una motonave da 5.000 t
 Sebastopoli - 12 giugno 1942: danneggiamento di un piroscafo da 10.000 t successivamente affondato da aerei tedeschi
 Sebastopoli - 18 giugno 1942: danneggiamento dell'incrociatore Molotov da 10.230 t e affondamento di due imbarcazioni armate
 Sebastopoli - 19 giugno 1942: affondamento del sommergibile Qquoka
 Sebastopoli - 1 luglio 1942: nell'occasione della capitolazione di Sebastopoli le unità della flottiglia svolsero un'intensa attività di rastrellamento, sostenendo scontri con motovedette e cannoniere. Affondamento di una motovedetta
 Gibilterra - luglio 1942: danneggiamento dei piroscafi Meta (1.575 t), Shuma (1.494 t), Empire Snipe (2.497 t) e Baron Douglas (3.899 t).
 Acque del Mar Nero: il tenente di vascello Emilio Legnani attaccò un incrociatore e un cacciatorpediniere affondando l'unità maggiore; venne decorato con medaglia d'oro al valor militare il 3 agosto 1942[86]
 Algeri - dicembre 1942: affondamento dei piroscafi Ocean Vanquisher (7.147 t) e Berto (1.493 t); danneggiamento dei piroscafi Empire Centaur (7.041 t) e Armattan (6.587 t)
 Gibilterra - maggio 1943: grave danneggiamento dei tre piroscafi Pat Harrison (7.000 t), Mashud (7.500 t) e Camerata (4.875 t).
 Sebastopoli - 19 maggio 1943: danneggiamento, dopo aspro combattimento, di due motovedette sovietiche.
 Alessandretta e Mersin - giugno, luglio e agosto 1943: affondamento dei piroscafi Orion (7.000 t) e Fernplant (5.274 t) e danneggiamento del piroscafo Kaituna (10.000 t)[87]
 Gibilterra - agosto 1943: affondamento della petroliera Thorshov (10.000 t) e dei piroscafi Stanridge (6.000 t) e Harrison Gray Otis (7.000 t).
 
Per le attività svolte, il reparto fu decorato di medaglia d'oro al valor militare con la motivazione:
 


« Erede diretta delle glorie dei violatori di porti che stupirono il mondo con le loro gesta nella prima guerra mondiale e dettero alla Marina Italiana un primato finora ineguagliato, la X Flottiglia M.A.S. ha dimostrato che il seme gettato dagli eroi nel passato ha fruttato buona messe. In numerose audacissime imprese, sprezzante di ogni pericolo, fra difficoltà di ogni genere create, così, dalle difficili condizioni naturali, come nei perfetti apprestamenti difensivi dei porti, gli arditi dei reparti di assalto della Regia Marina, plasmati e guidati dalla X Flottiglia M.A.S., hanno saputo raggiungere il nemico nei più sicuri recessi dei muniti porti, affondando due navi da battaglia, due incrociatori, un cacciatorpediniere e numerosi piroscafi per oltre 100.000 tonnellate.
 Fascio eletto di spiriti eroici, la X Flottiglia M.A.S. è rimasta fedele al suo motto: "Per il Re e la Bandiera".
 
Mediterraneo, 1940 - 1943 »
 
Tu non lo ricordi bene "cosa fece di tanto strordinario la X MAS" ma forse se lo ricorda meglio il nemico inglese  . Solo in riferimento all'"Impresa di Alessandria" ad opera dei marò della Decima MAS , il Primo Ministro inglese Winston Churchill disse :

« ...sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse. »

Non ho mai detto che la Decima MAS fu  "l'unica unità cui gli avversari riconobbero merito" . Si pensi solo ai paracadutisti della Folgore in Africa settentrionale (in questo caso specifico la storia cessa di essere storia per entrare nella leggenda...) .
Il nemico così si espresse :

- W. Churchill alla Camera dei Deputati, 21 novembre 1942:
 
" Dobbiamo davvero inchinarci di fronte ai resti di quelli che furono i Leoni della Folgore" -
 


- Il giorno 11 novembre 1942 il nemico comunica dal Cairo :
 
" I resti della divisione italiana Folgore hanno resistito oltre ogni limite delle possibilità umane" -
 
Il giorno 8 novembre 1942 il nemico comunica dal Cairo:
 
" La resistenza opposta dalla divisione di paracadutisti Folgore è invero ammirevole" -
 
Un ufficiale del Corpo d'Armata, riuscito fortunosamente a prendere contatto con la colonna
dei paracadutisti, così scriveva al suo comando:
 
" Ho percorso tutta la linea della Folgore. E' commovente vedere questi ragazzi scarni, affaticati,
dagli occhi lucidi, scavare buche, pulire i fucili mitragliatori e prepararsi all'estrema resistenza.
 E' la più bella prova del dominio della volontà.
 E' manifestazione di virtù incomparabile." -
 
L’Ottava Armata inglese aveva schierato nel settore, la 7a Divisione corazzata, i Desert Rats, “i Topi del deserto”, un’unità di veterani di molte battaglie africane, e tre divisioni di fanteria. Un totale di circa 50.000 uomini, con 400 pezzi di artiglieria, 350 carri e 250 blindati. Le scorte di munizioni, viveri ed equipaggiamenti erano praticamente illimitate.
A queste forze la Folgore metteva in campo circa 3.500 paracadutisti, più altri 1.000 uomini (31° Battaglione guastatori d’Africa e un battaglione di fanteria della Divisione Pavia), un’ottantina di pezzi d’artiglieria, 5 carri (tedeschi) , nessun veicolo proprio, penuria assoluta di munizioni ed equipaggiamenti, viveri in quantità e qualità talmente misere da causare serie malattie debilitanti a più del 30% della forza effettiva (si pensi solo che nel deserto africano la razione d'acqua per i paracadutisti era di poco più di 1 litro d'acqua messo che sapeva di benzina perchè veniva messo negli stessi bidoni dove veniva messa la benzina , inoltre gli artiglieri dei pochi pezzi controcarro da 47/32 per riuscire a bloccare i carri armati nemici dovevano cercare di colpirli non solo a distanza ravvicinata ma anche sui cingoli dato che la pesante blindatura dei corazzati unita alla scarsa efficacia penetrante del 43/32 non permettava neanche di scalfire la blindatura del carro e spesso accadeva che quando i carri armati nemici individuavano la postazione del cannone si ponevano a distanza di sicurezza facendo un comodo tiro al bersaglio , a ciò si aggiunga la posizione statica e quindi facile dal colpire del controcarro rispetto ad un bersaglio in movimento quel è il carro armato) .
 
In sintesi i rapporti di forza erano di 1 a 13 per gli uomini, 1 a 5 per le artiglierie, 1 a 70 per i carri.
A questo quadro si aggiunga il dominio incontrastato dei cieli degli alleati e le continue incursioni aeree sulle posizioni della Folgore .

Ebbene , nonostante ciò , la linea tenuta dalla Folgore non fu sfondata . La Battaglia di El-Alamein , infatti , fu persa perchè gli alleati sfondarono il fronte nord e non quello sud tenuto dai paracadutisti tedeschi della Ramke e da quelli della Folgore .

Dei 6.450 paracadutisti della Folgore arrivati nel Luglio 1942 in Africa solo 340 erano ancora vivi ed operativi  nel Novembre 1942 dopo la battaglia di El-Alamein andando successivamente a costituire il Battaglione "Folgore Tunisia" .

Da ultimo , quel comunicato si riferisce non a tutta l'ARMIR (all'epoca dei fatti ridenominata 8°Armata) ma solo ad una sua parte : il Corpo d'Armata Alpino (Divisioni alpine Cuneense , Julia e Tridentina con alle spalle la divisione di fanteria Vicenza) .

Anche se bisogna tener presente che forse quel comunicato è un falso storico .


La leggenda del bollettino n.630 Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Reparti_italiani_al_fronte_orientale

Forse un falso storico quello del bollettino n. 630 del Comando supremo russo, emesso da Radio Mosca l'8 febbraio 1943 abbia recitato:
 
Sono tuttora discordanti le opinioni sull'esattezza della citazione: alcuni asseriscono che nel testo, annunciando il travolgimento delle forze dell'Asse sul fronte del medio Don e la caduta di Stalingrado, si precisò:

« ... soltanto il Corpo d'armata alpino italiano deve ritenersi imbattuto sul suolo di Russia... »

Per amore della verità storica, non esistono prove che tale citazione sia vera e pare essere stata inventata in Italia durante la guerra fredda .

Fonte : http://www.ana.it/dotAsset/3bffd258-9756-489b-bfe8-1ec61520df60 (articolo di Mario Rizza, pubblicato sul numero di febbraio 1993 del mensile "L'Alpino") .
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 12:35:15 pm
La Resistenza si è sviluppata in ogni Nazione occupata dalle forze dell'Asse, non è stato uno sporadico caso italiano.

E con ciò ?

Secondo il diritto bellico vigente all'epoca non era ammessa  , come non erano ammessi i "terroristi" e le "spie" che non non godevano di alcun tipo di tutela in caso di cattura da parte del nemico chiunque esso fosse Asse o Alleati .
La Convenzione dell'Aja è chiara .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 08, 2013, 12:50:45 pm
Standarte, non c'entra nulla menzionare gli atti di valore di D'Annunzio, di Rizzo, di Ciano (Costanzo,
il padre, non di Galeazzo, il figlio) e di paragonarli alle azioni della X Mas durante la RSI. Per gloriose
che fossero state durante la guerra contro l'Inghilterra, divennero infamanti durante la guerra civile
contro degli inermi e contro prigionieri che dovevano essere rispettati o perlomeno fucilati senza
prima infliggere loro mortificazioni ed insolenze e non seviziati, massacrati di botte e poi impiccati
come la Decima spesso ha fatto. E' vero che i militi rischiavano la vita in imboscate tese dai partigiani
ma questa non è una buona scusa per infierire selvaggiamente su partigiani catturati o su sospettati
di connivenze con i partigiani. Azioni di questo tipo disonorano chi le fa, Convenzione dell'Aja o no.
Persino staffette (donne) dei partigiani vennero spesso violentate dai militi repubblichini quando
furono catturate. E tu ti stupisci che poi i partigiani violentassero le ausiliarie della Repubblica di Salò?

Massimo ,
Ho parlato di D'Annunzio perchè è stato definito da Red uno "sborone" che non mi pare una definizione corretta essendosi conquistata la sua reputazione di soldato sul campo di battaglia non a chiacchiare , inoltre , non ho paragonato in alcun modo le gesta di D'Annunzio a quelle della X MAS e della Repubblica Sociale Italiana .
I partigiani(generalmente) non facevano prigionieri fascisti , idem i fascisti (generalmente) nei confronti dei partigiani !
Con le differenza che i secondi costituivano un esercito regolare e combettavano il nemico apertamente ed i primi commettevano delle azioni di guerra illegittimi !
Alllora adesso mi citi tutte le toture e sevizie che avrebbero fatto quelli della Decima , le compariamo con le azioni di guerra legittime e poi facciamo una proprozione per valutare il comportamento generale tenuto dalla Decima MAS .
Poi ti elenco TUTTE LE SCHIFEZZE CHE HANNO COMPIUTO DI PARTIGIANI : TUTTE LE TORTURE , I SOPRUSI , LE ANGHERIE , GLI STUPRI E LE SEVIZIE AI DANNI DI CIVILI INERMI DONNE E BAMBINI CHE CON I FASCISTI NON C'ENTRAVANO NULLA !
Gli sciacalli hanno avuto , la scusa buona per commettere ogni genere di nefandezza , di saccheggi e di schifezze .
Per cui , a questo punto , per ogni crimine attribuito alla Decima facciamo i paragoni con quelli commessi dagli omologhi partigiani !
Purtroppo avete le bende davanti agli occhi per essere un minimo obiettivi con i sinistri è sempre stato così .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: COSMOS1 - Agosto 08, 2013, 13:31:38 pm
io capisco la polemica tra partigiani e fascisti, sarei anche interessato a vedere una qualche sana autocritica che però manca, ma quello che davvero non capisco è perchè non si attribuisca all'unico vero responsabile tutta la colpa:

il re ha nominato Mussolini primo ministro
il re lo ha fatto arrestare (ma da quando un primo ministro sfiduciato si arresta?)
il re se l'è fatto scappare (beffa! forse l'unica azione rocamboloesca compiuta dai tedeschi in tutta la guerra!)
il re è a sua volta scappato lasciando senza ordini l'esercito

ora: discutere su quale sia l'autorità legittima in una situazione nella quale l'autorità legittima fugge è davvero un bel rompicapo! Ci furono eroi in buona fede che fecero scelte diverse, è un peccato che ci furono anche fanatici che fecero scelte diverse (http://www.santiebeati.it/dettaglio/92787) (se tutti i fanatici avessero scelto una parte sarebbe più facile giudicare)

ma che l'unico a dover rispondere di tutte le scelte sbagliate sia colui che è scappato, che ci sia ancora qualcuno sul suolo italiano che porta quel nome, che non sia stato cancellato ogni riferimento a quella dinastia da ogni piazza, strada, monumento italiano, è davvero incomprensibile!
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 08, 2013, 14:07:25 pm
Standarte, parli di mancata obiettività da parte della gente di sinistra (e io, come ti ho detto, NON SONO DI SINISTRA) ma anche tu ti difendi bene, quanto ad autoreferenzialità. Qui NESSUNO dice che
i partigiani fossero (tutti) anime candide: intruppati in mezzo a loro ci furono anche opportunisti,
quelli che volevano semplicemente sfuggire all'arruolamento, rubagalline da strapazzo, delinquenti,
furbastri, approfittatori, ladri che con il pretesto della lotta al nazifascismo volevano vivere di ruberie
e quant'altro. Ma ce ne furono di ogni risma e colore anche tra i militi della repubblica di Salò. Tu stai
un pò troppo santificando i combattenti di Salò come degli eroi che volevano riscattare l'onore dell'
Italia macchiato con l'8 Settembre. Ce ne furono, intendiamoci. Ma ci furono anche coloro che per
motivi assai meno nobili (ed ignobili) si schierarono con Mussolini. Tu vedi solo il marcio che c'era
dall'altra parte (e ce n'era). Ma non vedi il marcio che c'era tra i soldati di Salò. MALE! MOLTO MALE!
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Red- - Agosto 08, 2013, 20:58:40 pm
Massimo ,
Ho parlato di D'Annunzio perchè è stato definito da Red uno "sborone" ...
No, c'è un equivoco, il buon D'annunzio è un personaggio che ha appassionato anche me in tempi passati, ricordo persino a "quasi-memoria" alcune sue poesie, sono stato anche visitare la sua casa sul Garda.
Dicavo "sborone" in senso scherzoso, bisogna ammettere che cmq era sempre un pò sopra le righe, aveva il mito del superuomo e delle imprese epiche e certo più di una gli è riuscita. Ma sempre un pò sborone rimaneva.
Al di la delle battute, forse mitizzare un uomo è sempre un pò sbagliato; alla fine certamemte era solo un uomo, appunto, con le sue vittorie e le sue sconfitte.
Ricordo il volante del motoscafo tutto ripiegato su sè stesso: sul lago di Garda aveva cercato di battere il record di velocità su lago, ma il motoscafo si era rovesciato ed era andato in mille pezzi; lui ci aveva perso un occhio e pure l'altro era mal messo, inoltre si era mezzo sfasciato anche lui.
Cmq ai tempi di Mussolini era l'unico che poteva rivaleggiare con quest'ultimo quanto a carisma e personalità, però era oramai troppo vecchio e malandato, e quindi era fuori dai giochi che contano.
Nella sua casa esiste una stanzetta tutta tappezzata di rosso scuro che fungeva da anticamera. Una volta il duce andò da lui per discutere ovviamente di cose politiche (in realtà si discuteva della sua "messa da parte"), D'annunzio in quella occasione lo fece aspettare due ore nella piccola anticamera a rimirare una sua poesia incisa apposta su uno specchio opaco, cioè che al posto dell'argento era foderato di piombo.
L'indomito personaggio faceva sapere al Duce:
Teco porti lo specchio di Narciso?
Questo è piombato vetro, o mascheraio
Aggiusta le tue maschere al tuo viso
Ma pensa che sei vetro contro acciaio

 :P
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Red- - Agosto 08, 2013, 21:35:40 pm
Curiosità: nelò racconto precedente sono andato a memoria ed ho riferito quel che ci disse la guida a suo tempo. La memoria però è fallibile; sull'incidente del motoscafo sono certo di ricordare bene, ma da una veloce ricerca in rete si leggono ben tre motivi per cui D'annunzio perse l'occhio: 1- lo perse in battaglia; 2-in un incidente aereo; 3-durante un atterragio con l'idrovolante. La guida ci disse a suo tempo che lo perse tentando di battere il record di velocità sul lago.
Non che sia così importante, però è notevole che siano proposte tante spiegazioni. Del resto è un mito :P
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 08, 2013, 21:36:33 pm
E con ciò ?
Che i veri "patrioti" se ne infischiano delle convenzioni dell'Aia, specialmente se i "nuovi amici" ti deportano lontano da casa a fare lo schiavo per produrre armi o per sostituire, nei campi, gli uomini inviati nella tua Patria a depredare tutto quello che c'è da depredare.
E come ti ha già ben detto vnd, chi ha avuto il torto di scegliere la parte "sbagliata" adesso deve stare ben zitto, muto e rassegnato.
Chi, come mio padre, a rischio della sua vita, perchè "renitente alla leva" in una repubblica mai esistita, oppure perchè fedeli al giuramento al Re ed alla Patria, "scelsero" di arruolarsi nelle file partigiane, non deve rispondere delle sue azioni a gente come te che crede sia "doveroso ed onorevole" rispettare una legge anche se ti obbliga ad eliminare delle persone per avere un credo religioso o politico diverso dal tuo.
Standarte, la pacificazione è avvenuta quando, ministro della giustizia Togliatti,  hanno liberato tutti i fascisti detenuti nelle carceri italiane, cosa vuoi ancora? Cosa tiri fuori a fare la storia della X MAS, lascia riposare i morti in pace, dimentica, anzi ricordati di un passato in cui l'Italia si è ritrovata nella più completa rovina, senza un ponte ancora intatto,  una strada intera, o un capannone industriale ancora in piedi; questo è stato il risultato di un 20ennio di politica fascista.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 09, 2013, 00:17:36 am
Alllora adesso mi citi tutte le toture e sevizie che avrebbero fatto quelli della Decima , le compariamo con le azioni di guerra legittime e poi facciamo una proprozione per valutare il comportamento generale tenuto dalla Decima MAS.
Le SS (Schutz Staffen, formazioni paramilitari naziste che al termine del conflitto, al processo di Norimberga, sarebbero state definite organizzazione criminale) si distinsero per crudeltà, vuoi nell'opera di repressione antipartigiana, vuoi nella cattura e deportazione di civili e segnatamente di ebrei avviati ai Lager. In tutte le maggiori città italiane le SS organizzarono luoghi di tortura. Esse vennero coadiuvate con non minore crudeltà delle forze fasciste della Repubblica Sociale Italiana, particolarmente dalle "Brigate Nere" e dalla “X Mas”.

Il 23 settembre, data ufficiale di nascita della Repubblica di Salò, Mussolini rientra in Italia e si stabilisce alla Rocca delle Caminate (Predappio), già sua residenza estiva.
Contemporaneamente i tedeschi articolano il regime di occupazione militare. Albert Kesselring (1885-1960), comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, dirama un'ordinanza in cui dichiara "il territorio dell'Italia a me sottoposto territorio di guerra" e subordina alle sue direttive "le autorità e le organizzazioni civili italiane". Le province di Udine, Gorizia e Trieste ("Zona di operazioni Litorale Adriatico") vengono affidate al Gauleiter della Carinzia e quelle di Bolzano, Trento e Belluno ("Zona di operazioni delle Prealpi")  a quello del Tirolo e vi viene perseguita una politica sistematica di germanizzazione in vista di una futura annessione alla "Grande Germania". Le due zone sono escluse dall'autorità di Salò: la nascita della Rsi coincide dunque con la cessione di fatto di ampie aree del paese allo straniero.
Il progetto tedesco di "satellizzazione economica e politica" dell'Italia si manifesta fin dai primi giorni che seguono l'armistizio dell'8 settembre, con un Paese ridisegnato in diverse realtà politico-amministrative e con un solo denominatore comune: l'asservimento alle esigenze belliche dell'occupante. Di questo progetto la Repubblica di Salò costituisce il necessario paravento diplomatico e propagandistico, con una forza militare del tutto subalterna ai tedeschi.
Nominalmente gli uomini a disposizione della cosiddetta Guardia Nazionale Fascista erano 150 mila. Si trattava perlopiù di giovani con un addestramento militare assai approssimativo. Quanto all'esercito il potenziale era stato assorbito quasi completamente dai tedeschi, con 100 mila uomini incorporati in reparti al comando di Kesselring, 50 mila reclutati nell'aviazione tedesca con compiti antiaerei e altre migliaia in diversi organismi germanici.
Solo 25 mila uomini costituivano le divisioni destinate alla forza armata di Salò e nel gennaio del 1944 si trovavano ancora in Germania per l'addestramento. Alla scarsità di uomini si aggiungeva la precarietà dell'armamento, anch'esso dipendente dalla volontà tedesca.
Anche la direzione della lotta contro le forze partigiane era completamente accentrata nelle mani del comando tedesco. La copertura politica della Repubblica Sociale non bastava a nascondere la fragilità di un apparato statale creato e sostenuto dalle truppe del Reich.

L'obiettivo dell'amministrazione militare tedesca era duplice: da una parte asservire l'economia italiana alle esigenze belliche e dall'altra reclutare manodopera da impiegare al servizio del Reich. Le linee direttrici prevedevano la ridistribuzione territoriale delle imprese (trasferimento al nord degli impianti dell'Italia centromeridionale per sottrarli all'avanzata delle truppe anglo-americane); il decentramento delle stesse industrie settentrionali per evitare che la concentrazione favorisse i bombardamenti; la chiusura degli impianti non essenziali agli scopi bellici. La maggior parte di ciò che veniva prodotto - beni di consumo o beni attinenti l'attività bellica - veniva avviata verso la Germania.
Nel febbraio 1944 partirono 6.930 vagoni merci carichi di materiali in ferro, prodotti chimici, minerali e tessili e 727 vagoni di beni di consumo, dalla porcellana alla biancheria, dalle pipe alle molle per i materassi; a marzo i carichi furono rispettivamente di 6.018 e 544 vagoni; in aprile 6.056 e 801 vagoni; in totale 321.592 tonnellate, per un valore di circa mezzo miliardo di marchi dell'epoca, più o meno due terzi dell'intera produzione. All'acquisizione di prodotti finiti si aggiungeva poi la requisizione di interi impianti e il loro trasferimento in Germania.
Un ulteriore strumento di assoggettamento economico era rappresentato dalla requisizione di manodopera. Nelle regioni del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, sottoposte ad amministrazione speciale, la precettazione assunse i caratteri della deportazione in massa di gran parte della popolazione maschile valida. Nel resto del territorio italiano occupato il reclutamento coatto era affidato alle autorità fasciste.
Disoccupati, operai licenziati, scioperanti, partigiani catturati, civili fermati durante i rastrellamenti, intere classi di precettati, gli stessi detenuti comuni delle carceri, diventarono un serbatoio di forza lavoro da trasferire in Germania al servizio del Reich. Caricati sui vagoni e deportati nei Lager, gli italiani di queste regioni morirono a migliaia, sacrificati al disegno bellico del Nazismo. A tutto questo si aggiungano i contributi di guerra imposti al governo di Salò: dieci miliardi mensili per tutto il 1944.
Grazie anche all'appoggio della Repubblica di Salò, l'Italia era diventata una preda di guerra, assoggettata ad un regime di occupazione non diverso da quello riservato agli altri Paesi europei sotto il controllo tedesco.

Albert Kesselring
Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre stragi di civili), Albert Kesselring (1885-1960), comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri otto anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento.
A tale affermazione rispose Piero Calamandrei (1889-1956), con una famosa epigrafe -recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio del partigiano Duccio Galimberti (1906-1944) -, dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del criminale nazista.
L'epigrafe afferma:

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA  


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 00:34:07 am
Standarte, parli di mancata obiettività da parte della gente di sinistra (e io, come ti ho detto, NON SONO DI SINISTRA) ma anche tu ti difendi bene, quanto ad autoreferenzialità. Qui NESSUNO dice che
i partigiani fossero (tutti) anime candide: intruppati in mezzo a loro ci furono anche opportunisti,
quelli che volevano semplicemente sfuggire all'arruolamento, rubagalline da strapazzo, delinquenti,
furbastri, approfittatori, ladri che con il pretesto della lotta al nazifascismo volevano vivere di ruberie
e quant'altro. Ma ce ne furono di ogni risma e colore anche tra i militi della repubblica di Salò. Tu stai
un pò troppo santificando i combattenti di Salò come degli eroi che volevano riscattare l'onore dell'
Italia macchiato con l'8 Settembre. Ce ne furono, intendiamoci. Ma ci furono anche coloro che per
motivi assai meno nobili (ed ignobili) si schierarono con Mussolini. Tu vedi solo il marcio che c'era
dall'altra parte (e ce n'era). Ma non vedi il marcio che c'era tra i soldati di Salò. MALE! MOLTO MALE!

Il mio è un tentativo di portare a galla la verità su fatti storici inerenti alla seconda guerra mondiale .

1)Io non ho parlato dei repubblichini in generale , ma della Decima MAS . Ed anche se facciamo un paragone tra i crimini compiuti dai repubblichi e quelli compiuti dai partigiani , non c'è paragone sul fatto che i partigiani abbiano commesso molti più crimini rispetto ai repubblichini .
Per cui è vero che sono stati commessi dai crimini da parte dei repubblichini ma la bilancia pende decisamente a sfavore dei partigiani . 
Si pensi solo agli stupri : quelli commessi dai fascisti e dai tedeschi si possono contare sulla punta delle dita . Inoltre non mi risulta 1 solo caso di stupro ad opera dei camerati della X MAS durante tutta la seconda guerra mondiale .
Quelli commessi dai partigiani , dopo l'arrivo degli alleati , erano praticamente la regola tenuto conto che molte di queste donne con i fascisti non c'entravano una mazza . 
Detto questo bisogna ammettere che sono stati commessi dei crimini di guerra deplorabili ed ignobili anche dai repubblichini .

2)Un'analisi obiettiva dovrebbe comprendere TUTTO quello che fece la X MAS e non solo far riferimento a casi sporadici .
E , GENERALMENTE , se si pensa alle MIGLIAIA di azioni di guerra legittime ha compiuto la X MAS sia in mare che in terra dall'inizio della seconda guerra mondiale si può senz'altro affermare che , GENERALMENTE , il comportamento in guerra tenuto dai camerati della Decima MAS fu corretto ed onorevole , e questo è stato confermato dagli stessi Alleati che hanno premiato con medaglie d'oro camerati della X MAS fatti da loro prigionieri pertanto non è "autoreferenzialità" è stato lo stesso nemico che ha riconosciuto il valore della Decima Flottiglia MAS sul campo di battaglia .
A me risulta che la X MAS abbia ecceduto solo in 2 casi :
A Forno (frazione di Massa) ed a Crocetta di Montello (Treviso) ma le azioni di guerra della X MAS non furono 2 ma MIGLIAIA , pertanto , una valutazione che sia un minimo obiettiva non può prescindere dal tener conto di questi dati !
Quando si esprime un giudizio su di una divisione si dovrebbe darlo tenendo conto di tutto .
Da ciò si evince che il mio è un parere obiettivo il tuo è fazioso .
Tu non sarai di sinistra ma la tua analisi storica èmi sembra identica a quello di un sinistro .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 00:37:44 am
No, c'è un equivoco, il buon D'annunzio è un personaggio che ha appassionato anche me in tempi passati, ricordo persino a "quasi-memoria" alcune sue poesie, sono stato anche visitare la sua casa sul Garda.
Dicavo "sborone" in senso scherzoso, bisogna ammettere che cmq era sempre un pò sopra le righe, aveva il mito del superuomo e delle imprese epiche e certo più di una gli è riuscita. Ma sempre un pò sborone rimaneva.
Al di la delle battute, forse mitizzare un uomo è sempre un pò sbagliato; alla fine certamemte era solo un uomo, appunto, con le sue vittorie e le sue sconfitte.
Ricordo il volante del motoscafo tutto ripiegato su sè stesso: sul lago di Garda aveva cercato di battere il record di velocità su lago, ma il motoscafo si era rovesciato ed era andato in mille pezzi; lui ci aveva perso un occhio e pure l'altro era mal messo, inoltre si era mezzo sfasciato anche lui.
Cmq ai tempi di Mussolini era l'unico che poteva rivaleggiare con quest'ultimo quanto a carisma e personalità, però era oramai troppo vecchio e malandato, e quindi era fuori dai giochi che contano.
Nella sua casa esiste una stanzetta tutta tappezzata di rosso scuro che fungeva da anticamera. Una volta il duce andò da lui per discutere ovviamente di cose politiche (in realtà si discuteva della sua "messa da parte"), D'annunzio in quella occasione lo fece aspettare due ore nella piccola anticamera a rimirare una sua poesia incisa apposta su uno specchio opaco, cioè che al posto dell'argento era foderato di piombo.
L'indomito personaggio faceva sapere al Duce:
Teco porti lo specchio di Narciso?
Questo è piombato vetro, o mascheraio
Aggiusta le tue maschere al tuo viso
Ma pensa che sei vetro contro acciaio

 :P

Pardon , ho capito male io allora .

Tutto corretto ciò che hai scritto Red .

Permettimi solo di fare un appunto : a quanto mi risulta l'occhio non venne perso in quell'occasione .
Il 16 gennaio del 1916, a seguito di un atterraggio d'emergenza, nell'urto contro la mitragliatrice dell'aereo riportò una lesione all'altezza della tempia e dell'arcata sopraccigliare destra. La ferita non curata per un mese provocò la perdita dell'occhio.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 00:40:42 am
Curiosità: nelò racconto precedente sono andato a memoria ed ho riferito quel che ci disse la guida a suo tempo. La memoria però è fallibile; sull'incidente del motoscafo sono certo di ricordare bene, ma da una veloce ricerca in rete si leggono ben tre motivi per cui D'annunzio perse l'occhio: 1- lo perse in battaglia; 2-in un incidente aereo; 3-durante un atterragio con l'idrovolante. La guida ci disse a suo tempo che lo perse tentando di battere il record di velocità sul lago.
Non che sia così importante, però è notevole che siano proposte tante spiegazioni. Del resto è un mito :P

Come non detto ritiro il mio appunto fatto in precedenza , date queste tue precisazioni che , personalmente , ritengo che siano corrette .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 02:05:11 am
Che i veri "patrioti" se ne infischiano delle convenzioni dell'Aia, specialmente se i "nuovi amici" ti deportano lontano da casa a fare lo schiavo per produrre armi o per sostituire, nei campi, gli uomini inviati nella tua Patria a depredare tutto quello che c'è da depredare.
E come ti ha già ben detto vnd, chi ha avuto il torto di scegliere la parte "sbagliata" adesso deve stare ben zitto, muto e rassegnato.
Chi, come mio padre, a rischio della sua vita, perchè "renitente alla leva" in una repubblica mai esistita, oppure perchè fedeli al giuramento al Re ed alla Patria, "scelsero" di arruolarsi nelle file partigiane, non deve rispondere delle sue azioni a gente come te che crede sia "doveroso ed onorevole" rispettare una legge anche se ti obbliga ad eliminare delle persone per avere un credo religioso o politico diverso dal tuo.
Standarte, la pacificazione è avvenuta quando, ministro della giustizia Togliatti,  hanno liberato tutti i fascisti detenuti nelle carceri italiane, cosa vuoi ancora? Cosa tiri fuori a fare la storia della X MAS, lascia riposare i morti in pace, dimentica, anzi ricordati di un passato in cui l'Italia si è ritrovata nella più completa rovina, senza un ponte ancora intatto,  una strada intera, o un capannone industriale ancora in piedi; questo è stato il risultato di un 20ennio di politica fascista.

Fammi capire Cassiodoro .

I marò della X MAS dovevano lasciarsi massacrare dai partigiani senza reagire ?
E' per caso un crimine fare la guerra a chi ti fa la guerra ?
Non mi pare affatto !
Le tue sono delle pretese assurde e pretestuose che nessun esercito al mondo avrebbe mai accettato di porre in essere .
Fare la guerra ai partigiani che a loro volta facevano la guerra ai repubblichini non mi pare che sia un crimine quanto piuttosto una "normale" dialettica bellica .
E questo anche senza tener conto della Convenzione dell'Aja .
I tedeschi erano alleati non sono stati mandati a "depredare" un bel niente erano alleati degli italiani contro gli Alleati fin dal 1940 .
Italiani e tedeschi conducevano la medesima guerra .
Chi dovrebbe avere un pò di dignità dovresti essere tu , Cassiodoro , che sei venuto come uno sciacallo a lordare ed infangare la memoria dei militi della Decima MAS . Io , fino ad ora , non mi sono mai permesso di andare nei thread o nei post altrui per mettere in discussione l'operato comunque discutibile dei partigiani in base al criterio che ognuno nei propri spazi rende omaggio alla memoria dei propri morti .
Cassiodoro , chi come mio nonno scelse di non tradire l'alleato tedesco nel momento in cui la guerra si volgeva al peggio per le forze dell'Asse per l"onore d'Italia" (dato che fino a quando l'Asse vinceva la guerra i partigiani opportunisticamente non esistevano) non deve rispondere della sue azioni a gente come te che pensa che sia doveroso ammazzare e commettere i peggiori soprusi  su preti e civili innocenti semplicemente perchè non si ha la tessera del partito comunista o ancora più semplicemente per avere l'occasione per dare sfogo ai peggiori atti di sadismo e di vigliaccheria verso donne e bambini che con i fascisti ed il fascismo non avevano proprio nulla a che spartire .
Cassiodoro , e per parlare di Togliatti...
Nel 1992, qualche anno dopo l'apertura degli Archivi di Mosca, lo storico Franco Andreucci, scopre una lettera scritta da Palmiro Togliatti (alias "Ercoli") il 15 febbraio 1943 a Vincenzo Bianco (allora funzionario del Komintern). Nella lettera, siddivisa in vari capitoli, Togliatti risponde alle varie questioni politiche sollevate dal Bianco. Al terzo capitolo (vedi pagine 7, 8 e 9) della lettera, dove Bianco evidentemente chiedeva a Togliatti di fare qualcosa per i tanti prigionieri italiani nei Gulag russi in Siberia , la risposta di Togliatti è agghiacciante: "...L'altra questione sulla quale sono in disaccordo con te, è quella del trattamento dei prigionieri. Non sono per niente feroce, come tu sai. Sono umanitario quanto te, o quanto può esserlo una dama della Croce Rossa. La nostra posizione di principio rispetto agli eserciti che hanno invaso la Unione Sovietica, è stata definita da Stalin, e non vi è più niente da dire. Nella pratica, però, se un buon numero dei prigionieri morirà, in conseguenza delle dure condizioni di fatto, non ci trovo assolutamente niente da dire, anzi e ti spiego il perché. Non c'è dubbio che il popolo italiano è stato avvelenato dalla ideologia imperialista e brigantista del fascismo. Non nella stessa misura che il popolo tedesco, ma in misura considerevole. Il veleno è penetrato tra i contadini, tra gli operai, non parliamo della piccola borghesia e degli intellettuali, è penetrato nel popolo, insomma. Il fatto che per migliaia e migliaia di famiglie la guerra di Mussolini, e soprattutto la spedizione contro la Russia, si concludano con una tragedia, con un lutto personale, è il milgiore, è il più efficace degli antidoti. Quanto più largamente penetrerà nel popola la convinzione che aggressione contro altri paesi significa rovina e morte per il proprio, significa rovina e morte per ogni cittadino individualmente preso, tanto meglio sarà per l'avvenire d'Italia...".

Alla data del 15 febbraio 1943, si presume che i prigionieri dell'ARMIR nei Gulag della Siberia erano ancora circa 50.000. Togliatti, forse poteva far poco, ma la risposta che diede a Bianco non lascia dubbi, non volle neanche tentare di far quel poco, altro che "dama di Croce Rossa"!. E questo è gravissimo. La pubblicazione di questa lettera, provocò immediatamente largo (e giusto) sdegno, anche perché la maggior parte delle famiglie in lutto per i loro cari, erano proprio contadini e operai, cioè coloro a cui Togliatti chiese a guerra finita, sostegno per la sua politica. Togliatti non tendendo la mano a quei poveri cristi in prigione, non puniva i fascisti, con il suo "migliore e più efficace degli antidoti.." puniva soprattutto  ragazzi di 20-22 anni di campagna, obbligati ad andare in Russia, i volontari erano pochissimi e questo Togliatti lo sapeva...
Di questi 50.000 PRIGIONIERI ITALIANI DI GUERRA CHE AVREBBERO DOVUTO GODERE DI TUTTI I DIRITTI PREVISTI DALLA CONVENZIONE DELL'AJA , NE TORNARONO SOLO POCHE DECINE !
E , MENTRE PER I TEDESCHI LA DUREZZA DELLA PRIGIONIA ERA "GIUSTIFICATA" PER COME I TEDESCHI AVEVANO TRATTATO I RUSSI , CON QUALE GIUSTIFICAZIONE ETICAMENTE ACCETTABILE SI FACEVANO MORIRE DEI RAGAZZI ITALIANI CHE GODEVANO A TUTTI GLI EFFETTI DELLO STATUS DI "PRIGIONIERI DI GUERRA" ?
Non è stato forse un comportamento criminale quello di Togliatti...?
Da ultimo guarda che quei ponti e quelle strade il fascismo li aveva costruiti non abbattuti , anzi il fascismo ha costruito dal nulla intere città ! (se vuoi ti faccio anche l'elenco di tutte le opere pubbliche fatte dal fascismo ma credo che mi ci vorrebbe un libro e non un post) :
Centro Colonico Villaggio Marconi (oggi Centro Agricolo) , Borgo Portella della Croce , Borgo Petilia , Giacomo Schirò , Borgo Vicaretto ,
Bosco Salice (oggi Marconia) , Borgo Baccarato , Borgo Antonio Cascino , Borgo Domenico Borzellino , Borgo Antonio Bonsignore ,
Venusio , Mussolinia di Sicilia (oggi Santo Pietro) , Arborea , Linnas , Pompongias , Sassu , S'Ungroni , Tanca Marchese , Torrevecchia ,
Policoro , Fertilia , Carbonia , Santa Gilla , San Priamo , Bacu Abis , Cortoghiana , Strovina , Luri ,Villaggio Calik , Tramariglio ,
Scanzano Jonico , Campo Giavesu , Cepich (oggi in croato Polje Cepic) , Arsia (oggi in croato Rasa) , Pozzo Littoria d'Arsia (oggi in croato Podlabin) 
Sant'Eufemia Lamezia , Levade , Sottopédena (oggi in croato Podpican) , Uble , Luigi Razza , Portolago , Cos , Pigadia ,
San Pietro a Maida Scalo , Campochiaro (oggi in greco Eleussa) , San Marco di Cattavia (oggi in greco Kattavia)
Curinga Scalo , Torre in Lambi (oggi in greco Lambi) , Anguillara di Coo (oggi in greco Linopotis) ,
Villaggio Frasso , San Benedetto Colimbi (oggi in greco Kolymbia) , Villaggio Beda Littoria , Villaggio Luigi di Savoia ,
Villapiana Scalo , Villaggio Primavera , Villaggio Giovanni Berta , Villaggio Maddalena , Villaggio Bianchi , Villaggio Baracca ,
Sibari , Villaggio Battisti , Villaggio Breviglieri , Villaggio D'Annunzio , Villaggio Castel Benito (oggi in libico Ben Ghashir)
Thurio , Castelverde (oggi in libico Gasr Garabulli) , Aro , Littorio , Villaggio Giordani , Villaggio Mameli , Villaggio Oberdan ,
Cantinella , Villaggio Filzi , Villaggio Sauro , Villaggio Ivo Oliveti , Villaggio musulmano Chadra ,
Villaggio di Piana Sibari 1 , Villaggio musulmano Al Fajr , Villaggio musulmano Jadida , Villaggio musulmano Mansura ,
Villaggio di Piana Sibari 2 , Villaggio musulmano Nahiba , Villaggio musulmano Zahra , Villaggio musulmano Mahamura ,
Villaggio di Piana Sibari 3 , Villaggio musulmano Nahima , Villaggio Micca , Villaggio Crispi , Villaggio Gioda , Villaggio Garibaldi ,
Villaggio Santa Rita , Villaggio Marconi , Villaggio Tazzoli , Villaggio Borgo Torelli , Villaggio Corradini , Villaggio Littoriano ,
Libertinia , Massaua , Decamerè , Tessenei , Villaggio Duca degli Abruzzi , Vittorio d'Africa ,
Borgo Sferro
Pergusa
Borgo Lupo
Borgo Giuliano

Littoria (oggi Latina)
Sabaudia
Pomezia
Pontinia
Guidonia
Colleferro
Borgo San Pietro
Acilia
Maccarese
San Cesareo
Villaggio Breda
Fratelli Grinzato
Candiana-Borgo Littorio
Sant'Ambrogio in Fiera
Villaggio Costanzo Ciano
Brentella
Sabbioni
Borgo Roma
Pasubio
Torviscosa
Fossalon
Sdobba
Borgo Brunner
Aquilinia
Villaggio della Rivoluzione
Predappio Nuova
Anita
Volania
Costanzo Ciano
Villa Santa Croce
Alberese
Albinia
Ampio
Spergolaia
Niccioleta Ribolla
Calambrone
Tirrenia
Tomba
Villaggio Operaio dell'Elce
Mataurillia
Salle del Littorio (Salle Nuova)
Aielli Stazione
Fonte Cerreto
Celdit
San Salvo Marina
Nuova Cliternia
Segezia
Incoronata
Borgo Giardinetto
Borgo Cervaro
Loconia (Canosa di Puglia)
Borgo Mezzanone
Tavernola
Marina di Siponto
Borgo Cardigliano
Borgo Grappa
Borgo Piave
Borgo Perrone
Ginosa Marina
Conca d'Oro


     
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 09, 2013, 02:29:25 am
sei venuto come uno sciacallo a lordare ed infangare la memoria dei militi della Decima MAS . Io , fino ad ora..
Quelli come te fanno rimpiangere ai partigiani di aver deposto le armi troppo in fretta, ed agli altri ad aver concesso l'ammistia ai fascisti troppo in fretta.
Te lo  ripeto, la pacificazione c'è gia stata con l'ammistia ed il reintrego nelle funzioni di tutti i funzionari fascisti, la storia la scrivono i vincitori, rassegnati, quelli della X MAS non erano altro che marionette in mano ai tedeschi, creati da personaggi che volevano trarre profitto e privilegio in una situazione che loro hanno ritenuto "conveniente" stare dalla parte di chi stava depredando l'Italia.
Il comandante della X MAS, Valerio Borghese ha usufruito dell'amnistia generale concessa dal governo di allora, dal Ministro della Giustizia comunista Palmiro togliatti.
La storia la scrivono i Vincitori, i tedeschi, dopo l'8 settembre 1943 sono diventati invasori, fattene una ragione.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 02:49:01 am
Le SS (Schutz Staffen, formazioni paramilitari naziste che al termine del conflitto, al processo di Norimberga, sarebbero state definite organizzazione criminale) si distinsero per crudeltà, vuoi nell'opera di repressione antipartigiana, vuoi nella cattura e deportazione di civili e segnatamente di ebrei avviati ai Lager. In tutte le maggiori città italiane le SS organizzarono luoghi di tortura. Esse vennero coadiuvate con non minore crudeltà delle forze fasciste della Repubblica Sociale Italiana, particolarmente dalle "Brigate Nere" e dalla “X Mas”.

Il 23 settembre, data ufficiale di nascita della Repubblica di Salò, Mussolini rientra in Italia e si stabilisce alla Rocca delle Caminate (Predappio), già sua residenza estiva.
Contemporaneamente i tedeschi articolano il regime di occupazione militare. Albert Kesselring (1885-1960), comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, dirama un'ordinanza in cui dichiara "il territorio dell'Italia a me sottoposto territorio di guerra" e subordina alle sue direttive "le autorità e le organizzazioni civili italiane". Le province di Udine, Gorizia e Trieste ("Zona di operazioni Litorale Adriatico") vengono affidate al Gauleiter della Carinzia e quelle di Bolzano, Trento e Belluno ("Zona di operazioni delle Prealpi")  a quello del Tirolo e vi viene perseguita una politica sistematica di germanizzazione in vista di una futura annessione alla "Grande Germania". Le due zone sono escluse dall'autorità di Salò: la nascita della Rsi coincide dunque con la cessione di fatto di ampie aree del paese allo straniero.
Il progetto tedesco di "satellizzazione economica e politica" dell'Italia si manifesta fin dai primi giorni che seguono l'armistizio dell'8 settembre, con un Paese ridisegnato in diverse realtà politico-amministrative e con un solo denominatore comune: l'asservimento alle esigenze belliche dell'occupante. Di questo progetto la Repubblica di Salò costituisce il necessario paravento diplomatico e propagandistico, con una forza militare del tutto subalterna ai tedeschi.
Nominalmente gli uomini a disposizione della cosiddetta Guardia Nazionale Fascista erano 150 mila. Si trattava perlopiù di giovani con un addestramento militare assai approssimativo. Quanto all'esercito il potenziale era stato assorbito quasi completamente dai tedeschi, con 100 mila uomini incorporati in reparti al comando di Kesselring, 50 mila reclutati nell'aviazione tedesca con compiti antiaerei e altre migliaia in diversi organismi germanici.
Solo 25 mila uomini costituivano le divisioni destinate alla forza armata di Salò e nel gennaio del 1944 si trovavano ancora in Germania per l'addestramento. Alla scarsità di uomini si aggiungeva la precarietà dell'armamento, anch'esso dipendente dalla volontà tedesca.
Anche la direzione della lotta contro le forze partigiane era completamente accentrata nelle mani del comando tedesco. La copertura politica della Repubblica Sociale non bastava a nascondere la fragilità di un apparato statale creato e sostenuto dalle truppe del Reich.

L'obiettivo dell'amministrazione militare tedesca era duplice: da una parte asservire l'economia italiana alle esigenze belliche e dall'altra reclutare manodopera da impiegare al servizio del Reich. Le linee direttrici prevedevano la ridistribuzione territoriale delle imprese (trasferimento al nord degli impianti dell'Italia centromeridionale per sottrarli all'avanzata delle truppe anglo-americane); il decentramento delle stesse industrie settentrionali per evitare che la concentrazione favorisse i bombardamenti; la chiusura degli impianti non essenziali agli scopi bellici. La maggior parte di ciò che veniva prodotto - beni di consumo o beni attinenti l'attività bellica - veniva avviata verso la Germania.
Nel febbraio 1944 partirono 6.930 vagoni merci carichi di materiali in ferro, prodotti chimici, minerali e tessili e 727 vagoni di beni di consumo, dalla porcellana alla biancheria, dalle pipe alle molle per i materassi; a marzo i carichi furono rispettivamente di 6.018 e 544 vagoni; in aprile 6.056 e 801 vagoni; in totale 321.592 tonnellate, per un valore di circa mezzo miliardo di marchi dell'epoca, più o meno due terzi dell'intera produzione. All'acquisizione di prodotti finiti si aggiungeva poi la requisizione di interi impianti e il loro trasferimento in Germania.
Un ulteriore strumento di assoggettamento economico era rappresentato dalla requisizione di manodopera. Nelle regioni del Trentino-Alto Adige e del Friuli-Venezia Giulia, sottoposte ad amministrazione speciale, la precettazione assunse i caratteri della deportazione in massa di gran parte della popolazione maschile valida. Nel resto del territorio italiano occupato il reclutamento coatto era affidato alle autorità fasciste.
Disoccupati, operai licenziati, scioperanti, partigiani catturati, civili fermati durante i rastrellamenti, intere classi di precettati, gli stessi detenuti comuni delle carceri, diventarono un serbatoio di forza lavoro da trasferire in Germania al servizio del Reich. Caricati sui vagoni e deportati nei Lager, gli italiani di queste regioni morirono a migliaia, sacrificati al disegno bellico del Nazismo. A tutto questo si aggiungano i contributi di guerra imposti al governo di Salò: dieci miliardi mensili per tutto il 1944.
Grazie anche all'appoggio della Repubblica di Salò, l'Italia era diventata una preda di guerra, assoggettata ad un regime di occupazione non diverso da quello riservato agli altri Paesi europei sotto il controllo tedesco.

Albert Kesselring
Processato nel 1947 per crimini di Guerra (Fosse Ardeatine, Marzabotto e altre stragi di civili), Albert Kesselring (1885-1960), comandante in capo delle forze armate di occupazione tedesche in Italia, fu condannato a morte. La condanna fu commutata nel carcere a vita. Ma già nel 1952, in considerazione delle sue "gravissime" condizioni di salute, egli fu messo in libertà. Tornato in patria fu accolto come un eroe e un trionfatore dai circoli neonazisti bavaresi, di cui per altri otto anni fu attivo sostenitore. Pochi giorni dopo il suo rientro a casa Kesselring ebbe l'impudenza di dichiarare pubblicamente che non aveva proprio nulla da rimproverarsi, ma che - anzi - gli italiani dovevano essergli grati per il suo comportamento durante i 18 mesi di occupazione, tanto che avrebbero fatto bene a erigergli... un monumento.
A tale affermazione rispose Piero Calamandrei (1889-1956), con una famosa epigrafe -recante la data del 4.12.1952, ottavo anniversario del sacrificio del partigiano Duccio Galimberti (1906-1944) -, dettata per una lapide "ad ignominia", collocata nell'atrio del Palazzo Comunale di Cuneo in segno di imperitura protesta per l'avvenuta scarcerazione del criminale nazista.
L'epigrafe afferma:

Lo avrai
camerata Kesselring
il monumento che pretendi da noi italiani
ma con che pietra si costruirà
a deciderlo tocca a noi.
Non coi sassi affumicati
dei borghi inermi straziati dal tuo sterminio
non colla terra dei cimiteri
dove i nostri compagni giovinetti
riposano in serenità
non colla neve inviolata delle montagne
che per due inverni ti sfidarono
non colla primavera di queste valli
che ti videro fuggire.
Ma soltanto col silenzio del torturati
Più duro d'ogni macigno
soltanto con la roccia di questo patto
giurato fra uomini liberi
che volontari si adunarono
per dignità e non per odio
decisi a riscattare
la vergogna e il terrore del mondo.
Su queste strade se vorrai tornare
ai nostri posti ci ritroverai
morti e vivi collo stesso impegno
popolo serrato intorno al monumento
che si chiama
ora e sempre
RESISTENZA  


1)E' FALSO TOLTI 2 SINGOLI EPISODI DI GUERRA , IN CUI TRA L'ALTRO I CAMERATI DELLA DECIMA , AVEVANO REAGITO A PRECEDENTI ATTICCHI DI PARTIGIANI . I MILITI DELLA DECIMA MAS NON HANNO COMMESSO ALCUNA DELLE "CRUDELTA'" CUI TU LE ATTRIBUISCI !
E' falso anche parlare di "feroce repressione" , semplicemente succedeva che i partigiani volevano ammazzare i repubblichini ed i tedeschi e questi a loro volta reagivano anche duramente .
Cosa avrebbero dovuto fare i repubblichi ed i tedeschi ogni volta che i partigiani ammazzavano vigliaccamente i propri camerati tramite vigliacche imboscate e vigliacchi attentati dinamitardi , dovevano forse invitarli a cena ?
I partigiani facevano la guerra non meno crudelmente ai repubblichini ed ai tedeschi , inoltre si sono macchiati di crimini contro l'umanità per il sadismo e le torture inflitte ai prigionieri di guerra repubblichini e per gli stupri , la violenza , i saccheggi , gli abusi ed ogni genere di angheria  e soprusi ai danni della popolazione civile inerme !
1)E' storicamente falso quello che tu affermi . I tedeschi avrebbero tranquillamente potuto fare a meno della Repubblica Sociale Italiana anzi ti dirò di più che se Mussolini non avesse deciso di istituire la Rapubblica Sociale Italiana , i tedeschi avrebbero trasformato l'Italia come la Polonia , a causa del tradimento dell'8 Settembre , come avevano minacciato di fare .

2)I tuoi dati sono totalmente falsi .
Solo l'Esercito Nazionale Repubblicano contava 250.000 mila uomini e combattè quasi esclusivamente con gli Alleati e non contro i partigiani .

1)Esercito Nazionale Repubblicano : 250.000 uomini fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Esercito_Nazionale_Repubblicano
2)Guardia Nazionale Repubblicana : 140.000 uomini fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Guardia_Nazionale_Repubblicana

Senza contare la Marina Nazionale Repubblicana , l'Areonautica Nazionale Repubblicana , le Brigate Nere e quelle autonome (come la X Flottiglia MAS , la Legione Autonoma Mobile Ettore Muti , le Forze di Polizia , le Fiamme Bianche , i Servizi Speciali , le SS italiane . 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 02:54:23 am
Fonte : http://www.ilduce.net/repubblicasocialeitaliana.htm

REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA

 
- L ’ INFAMIA E IL TRADIMENTO dell'8 Settembre 1943

Il 14 maggio 1943 la radio annunciava: “Ogni resistenza è cessata in Tunisia per ordine del Duce”. Questo significava che l’ultimo lembo d’Africa era stato perduto dalle forze dell’Asse. Le sorti della guerra volgono al peggio. Ora è il territorio italiano esposto agli attacchi nemici.
E nella notte fra il 9 e il 10 luglio 1943 scatta l’”Operazione Husky” : le armate settima americana agli ordini del Gen. Patton (66000 uomini) e ottava inglese agli ordini del Gen. Montgomery (100000 uomini) sbarcano nella Sicilia sud-orientale sopraffacendo le nostre difese.
Il 22 cade Palermo. La Sicilia è ormai perduta. La popolazione, messa alla fame. La notizia che tutti i siciliani avrebbero accolto con gioia gli anglo-americani acclamandoli è sicuramente non vera. Infatti un po’ in tutto il sud si ebbe una vera e propria resistenza fascista.
Alcuni uomini politici fascisti, fra cui Grandi, chiedono la convocazione del Gran Consiglio del Fascismo. E il Segretario Nazionale Carlo Scorza, d’accordo con Mussolini, lo convoca per il 24 luglio alle ore 17.
Dopo la relazione di Mussolini e alcuni interventi, prende la parola Grandi per illustrare il suo ordine del giorno che propone, in estrema sintesi, di mettere la situazione nelle mani del re. Mussolini avverte che l’approvazione di quell’ O.d.G. metterebbe in crisi il regime e propone di rinviare la discussione, data anche l’ora ormai tarda. Ma Grandi e altri chiedono di andare avanti. Sono ormai passate le ore 2 del 25 luglio allorchè si passa alla votazione degli O.d.G. Quello di Grandi viene approvato con 19 sì, 7 no e 1 astenuto . Farinacci, il 28° membro, vota il proprio O.d.G. Sono le ore 2,40 del 25 luglio 1943.
La mattina del 25 trascorre senza che nulla accada. Mussolini si reca a Palazzo Venezia come di consueto e sbriga le cose correnti. Però chiede al re di anticipare alle ore 17 di quello stesso giorno, domenica, la consueta udienza settimanale del lunedì.
E alle 17 va dal Re. Non si sa molto del colloquio, nel quale il re comunica a Mussolini che lo sostituirà con Badoglio. Il colloquio, però, si conclude con una cordiale stretta di mano. Certo Mussolini non poteva immaginare che, uscito dalla sala dell’udienza, avrebbe trovato i carabinieri incaricati di arrestarlo.
Il re affida l’incarico di formare il nuovo governo al Generale Pietro Badoglio che annuncia subito che la guerra continua a fianco dell’alleato germanico e vieta qualsiasi manifestazione. In realtà egli avvia da subito contatti con gli anglo-americani per trattare le condizioni di un armistizio. Le trattative proseguono ma gli alleati anglo-americani vogliono la resa senza condizioni.
E il 3 settembre 1943 a Cassibile, presso Siracusa, il Gen. Castellano firma l’armistizio. Lo stesso giorno gli alleati sbarcano in Calabria e cominciano a risalire la penisola. Badoglio e il re, che temono le reazioni della Germania, cui fino all’ultimo si è giurata amicizia e rispetto del patto di alleanza, vorrebbero ritardare l’annuncio dell’armistizio (intanto, ad armistizio già firmato, i bombardieri americani continuano a seminare morte in Italia), ma la radio americana, alle ore 17,45 dell’8 settembre diffonde la notizia. E due ore dopo anche Badoglio è costretto a dare l’annuncio. Subito dopo fugge con il re, la sua famiglia e alcuni generali e il 9 è a Brindisi, in territorio già occupato dagli ex-nemici.
L’esercito italiano, lasciato senza ordini, si disperde, la flotta, ancora in piena efficienza, vergognosamente va a Malta a consegnarsi agli inglesi.
Molti italiani sono indignati e non riescono ad accettare la resa ignominiosa.
Lo stesso Eisenhower nel suo “Diario di guerra” scrisse: “…la resa dell’Italia fu uno sporco affare. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l’Italia è la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato solo in parte dal sacrificio dei combattenti della R.S.I…”.
In effetti quando all’armistizio “corto” firmato il 3 settembre e che constava di soli 12 articoli e contemplava soltanto la cessazione delle attività militari, seguì l’armistizio “lungo” firmato da Badoglio a Malta sulla nave “Nelson” il 29 settembre, ci si rese conto della eccezionale durezza delle condizioni: Il nuovo testo, composto da 44 minuziosi articoli, stabiliva che al governo italiano veniva tolta, praticamente, ogni potestà. Tutto, assolutamente tutto, doveva passare sotto il controllo degli anglo-americani, che imposero, addirittura, delle modifiche legislative. In pratica l’Italia del sud perdeva ogni sovranità. E i tedeschi, che, dopo l’arresto di Mussolini avevano fatto affluire numerose truppe, catturano e deportano in Germania molti sbandati.
Regna il caos. Modesti tentativi di resistenza ai tedeschi si hanno a Roma ma cessano subito.
Il 12 settembre un audace commando di SS atterra con degli alianti a Campo Imperatore sul Gran Sasso e libera il Duce. Il comportamento del Gen. Fernando Soleti e dei carabinieri di guardia evita il conflitto e ogni spargimento di sangue. Una “Cicogna”, piccolo apparecchio da ricognizione, lo conduce a Roma da dove, su un aereo militare, raggiunge Monaco di Baviera.
Alcune fonti ritengono che Mussolini, stanco e sfiduciato, avrebbe considerato anche la possibilità di ritirarsi, ma avrebbe poi accettato, su insistenza di Hitler, di creare il nuovo stato per evitare all’Italia le probabili rappresaglie dei tedeschi, furiosi per il vile tradimento.
Il 13 ottobre Badoglio, contraddicendo clamorosamente la sua dichiarata volontà di voler ottenere la pace, dichiara guerra ai tedeschi.


- NASCE IL NUOVO STATO

Il 18 settembre Mussolini parla da Radio Monaco, e gli italiani possono riudire la voce ben nota.
I fascisti, che fin dal 9 settembre avevano riaperto molte sedi, si riorganizzarono rapidamente. Il 1 marzo 1944 Pavolini, in una relazione a Mussolini, comunicherà che “sono stati ricostituiti 1072 Fasci con 487.000 iscritti”. Roma ne contò 35.000, Milano 20.000, Ferrara 14.000.
Il 23 settembre Mussolini rientra in Italia e, alla Rocca delle Caminate, sua residenza personale, costituisce il Governo della nuova Repubblica. Il giorno 23 stesso alle ore 14 si ha, nella sede dell’ambasciata germanica a Roma, la prima breve riunione del governo, presieduta da Pavolini.
Il nuovo stato si chiamerà Repubblica Sociale Italiana (tale denominazione verrà deliberata dal Consiglio dei Ministri il 24 novembre 1943). Essa avrà Mussolini come Capo dello Stato e del governo e Ministro degli Esteri, con Graziani Ministro della Difesa Nazionale, Buffarini Guidi Ministro dell’Interno, Ferdinando Mezzasoma Ministro della Cultura Popolare e tutti gli altri.
Il 28 settembre 1943 inizia il funzionamento del nuovo Stato.
Il giorno 11 novembre furono costituiti i Tribunali Straordinari Provinciali per giudicare i fascisti che avevano tradito e un tribunale straordinario speciale per giudicare i membri del Gran Consiglio che avevano votato l’O.d.G. Grandi, accusati di tradimento. Fra essi c’era anche Galeazzo Ciano, marito di Edda figlia del Duce. Il processo ebbe inizio alle ore 9 dell’8 gennaio 1944 a Verona in Castelvecchio. Il 10 gennaio alle ore 13,40 fu emessa la sentenza. Furono comminate 18 condanne a morte (Cianetti, che aveva ritirato il suo voto a favore fu condannato a 30 anni di reclusione). Ma la maggior parte dei condannati a morte aveva riparato all’estero e furono condannati in contumacia. Solo cinque erano presenti al processo : Ciano, De Bono, Marinelli, Pareschi e Gottardi. Essi furono fucilati l’11 gennaio 1944.
Il 22 febbraio 1944 il Duce nomina il nuovo Direttorio del Partito Fascista Repubblicano. Intanto il nuovo stato aveva cominciato a funzionare regolarmente. Le condizioni erano drammatiche: le città erano martoriate dai bombardamenti (il 20 ottobre 1944 suscitò orrore il bombardamento della scuola di Gorla a Milano, dove trovarono la morte 300 bambini. I civili morti per bombardamenti assommeranno a 64.000), il problema degli approvvigionamenti era impellente, i rapporti spesso non facili con i tedeschi complicavano ulteriormente le cose. A tutto questo, poi, cominciò ad aggiungersi il problema dei partigiani, con i primi assassinii di fascisti. Si trattava in prevalenza di giovani renitenti alla leva che si erano rifugiati in montagna, ma anche di vecchi antifascisti, specie comunisti, che intravedevano la possibilità di abbattere il Fascismo. Ci furono anche dei tentativi di sciopero.
Malgrado tutto ciò i trasporti continuarono a funzionare anche se fra mille difficoltà, le fabbriche continuarono il loro lavoro, le scuole riaprirono regolarmente, l’amministrazione pubblica faceva il proprio dovere, l’economia era governata con mano ferma (l’inflazione, ad esempio, era insignificante se paragonata con quella scatenatasi al sud, nelle terre occupate). Subito dopo l’8 settembre i tedeschi avevano introdotto i Marchi d’occupazione. Una delle prime preoccupazioni del Ministro delle finanze fu quella di farli ritirare. Ciò accadde il 25 ottobre 1943. Da quella data essi persero ogni valore legale. In data 1° dicembre venne costituito un Comitato Economico Italiano col compito di studiare le questioni economiche, con particolare riguardo all’economia di guerra. E in data 5 dicembre viene istituito un Comitato nazionale dei prezzi, con Carlo Fabrizi Commissario, alle dirette dipendenze del Duce.
A riprova di come le cose abbiano sempre continuato a funzionare a dovere durante la R.S.I. sta la testimonianza davvero non sospetta del Maggiore americano Michael Noble del 15° Gruppo di armate alleato. Egli, inviato a Milano per riorganizzare l’uscita dei quotidiani, vi giunse il 27 aprile 1945 e rimase stupito per l’ordine e la normalità che vi regnavano: “…Per prima cosa restai sorpreso vedendo grandi palazzi pieni di una vita normale, i tram che funzionavano, i cinema e i teatri aperti regolarmente, gli uffici pubblici in piena attività, la gente che stava seduta ai caffè vestita decorosissimamente. Era uno spettacolo nuovo ed estremamente civile…”.
Molto intensa fu l’azione di governo tesa a mantenere integro il potere di acquisto della moneta, a mantenere ad alti livelli la produzione agricola e industriale, a mantenere su buoni livelli il tenore di vita della popolazione.
E anche in tale situazione di assoluta emergenza (si pensi alle ingentissime spese militari, alle spese per mantenere in efficienza i servizi continuamente devastati dalle incursioni aeree…), il bilancio dello Stato chiudeva rigorosamente in pareggio.
Anche l’Opera Nazionale Balilla era risorta. In una relazione di Renato Ricci del 19 febbraio 1944 si dice che si sono “costituiti 66 centri provinciali, 2255 vecchi ufficiali rispondono alle chiamate; 50000 organizzati, 8740 ospiti nelle colonie; 300.000 refezioni scolastiche giornaliere”.
Né furono dimenticati gli italiani internati in Germania che avevano rifiutato di aderire alla R.S.I. In data 11.10.1944 si apprende che la Croce Rossa Italiana assiste 520.000 connazionali in Germania.
Ciò fu fatto con la prima Assemblea Nazionale del P.F.R. che si riunì a Verona in Castelvecchio il 14 novembre 1943. Ad esso parteciparono: 3 rappresentanti per ogni federazione, in gran parte elettivi, i delegati regionali, i capi delle organizzazioni sindacali, i membri del governo, i direttori dei giornali quotidiani e dei principali settimanali, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e degli Enti Morali della Nazione. Il Congresso fissò nei 18 punti di un Manifesto Programmatico quella che sarebbe stata la politica interna, estera e sociale della nuova Repubblica. Nacquero, così, i famosi “18 punti di Verona”:

In materia costituzionale interna
1 – Sia convocata la Costituente, potere sovrano di origine popolare, che dichiari la decadenza della Monarchia, condanni solennemente l’ultimo Re traditore e fuggiasco, proclami la Repubblica Sociale e ne nomini il Capo.
2 – La Costituente sia composta dai rappresentanti delle provincie invase attraverso le delegazioni degli sfollati e dei rifugiati sul suolo libero.
Comprenda altresì le rappresentanze dei combattenti; quelle dei prigionieri di guerra, attraverso i rimpatriati per minorazione; quelle degli italiani all’estero; quelle della Magistratura, delle Università e di ogni altro Corpo o Istituto la cui partecipazione contribuisca a fare della Costituente la sintesi di tutti i valori della Nazione.
3 – La Costituente repubblicana dovrà assicurare al cittadino – soldato, lavoratore e contribuente – il diritto di controllo e di responsabile critica sugli atti della pubblica amministrazione.
Ogni cinque anni il cittadino sarà chiamato a pronunziarsi sulla nomina del Capo della Repubblica.
Nessun cittadino, arrestato in flagrante, o fermato per misure preventive, potrà essere trattenuto oltre i sette giorni senza un ordine della autorità giudiziaria. Tranne il caso di flagranza, anche per perquisizioni domiciliari occorrerà un ordine dell’autorità giudiziaria.
Nell’esercizio delle sue funzioni la Magistratura agirà con piena indipendenza.
4 – La negativa esperienza elettorale già fatta dall’Italia e l’esperienza parzialmente negativa di un metodo di nomina troppo rigidamente gerarchico contribuiscono entrambe ad una soluzione che concilii le opposte esigenze. Un sistema misto (ad esempio, elezione popolare dei rappresentanti alla Camera e nomina dei Ministri per parte del Capo della Repubblica e del Governo, e nel Partito, elezione di Fascio salvo ratifica e nomina del Direttorio nazionale per parte del Duce) sembra il più consigliabile.
5 – L’organizzazione a cui compete l’educazione del popolo ai problemi politici è unica.
Nel Partito, ordine di combattenti e di credenti, deve realizzarsi un organismo di assoluta purezza politica, degno di essere il custode dell’idea rivoluzionaria.
La sua tessera non è richiesta per alcun impiego od incarico.
6 – La religione della Repubblica è la cattolica apostolica romana. Ogni altro culto che non contrasti alle leggi è rispettato.
7 – Gli appartenenti alla razza ebraica sono stranieri. Durante questa guerra appartengono a nazionalità nemica.

In politica estera
8 – Fine essenziale della politica estera della Repubblica dovrà essere l’unità, l’indipendenza, l’integrità territoriale della Patria nei termini marittimi ed alpini segnati dalla natura, dal sacrificio di sangue e dalla storia, termini minacciati dal nemico con l’invasione e con le promesse ai Governi rifugiati a Londra. Altro fine essenziale consisterà nel far riconoscere la necessità degli spazi vitali indispensabili ad un popolo di 45 milioni di abitanti sopra una area insufficiente a nutrirli.
Tale politica si adopererà inoltre per la realizzazione di una comunità europea, con la federazione di tutte le Nazioni che accettino i seguenti principi fondamentali:
a) eliminazione dei secolari intrighi britannici dal nostro Continente;
b) abolizione del sistema capitalistico interno e lotta contro le plutocrazie mondiali;
c) valorizzazione, a beneficio dei popoli europei e di quelli autoctoni, delle risorse naturali dell’Africa, nel rispetto assoluto di quei popoli, in ispecie musulmani, che, come l’Egitto, sono già civilmente e nazionalmente organizzati.

In materia sociale
9 – Base della Repubblica Sociale e suo oggetto primario è il lavoro, manuale, tecnico, intellettuale, in ogni sua manifestazione.
10 – La proprietà privata, frutto del lavoro e del risparmio individuale, integrazione della personalità umana, è garantita dallo Stato. Essa non deve però diventare disintegratrice della personalità fisica e morale di altri uomini, attraverso lo sfruttamento del loro lavoro.
11 – Nell’economia nazionale tutto ciò che per dimensioni o funzioni esce dall’interesse singolo per entrare nell’interesse collettivo, appartiene alla sfera di azione che è propria dello Stato.
I pubblici servizi, e di regola, le fabbricazioni belliche debbono venire gestiti dallo Stato a mezzo di Enti parastatali.
12 – In ogni azienda (industriale, privata, parastatale, statale) le rappresentanze dei tecnici e degli operai coopereranno intimamente – attraverso una conoscenza diretta della gestione – all’equa ripartizione degli utili tra il fondo di riserva, il frutto al capitale azionario e la partecipazione agli utili stessi per parte dei lavoratori.
In alcune imprese ciò potrà avvenire con una estensione delle prerogative delle attuali Commissioni di fabbrica. In altre, sostituendo i Consigli di amministrazione con Consigli di gestione composti da tecnici e da operai con un rappresentante dello Stato. In altre, ancora, in forma di cooperativa parasindacale.
13 – Nell’agricoltura, l’iniziativa privata del proprietario trova il suo limite là dove l’iniziativa stessa viene a mancare. L’esproprio delle terre incolte e delle aziende mal gestite può portare alla lottizzazione fra braccianti da trasformare in coltivatori diretti, o alla costituzione di aziende cooperative, parasindacali, o parastatali, a seconda delle varie esigenze dell’economia agricola.
Ciò è del resto previsto dalle leggi vigenti, alla cui applicazione il Partito e le organizzazioni sindacali stanno imprimendo l’impulso necessario.
14 – E’ pienamente riconosciuto ai coltivatori diretti, agli artigiani, ai professionisti, agli artisti il diritto di esplicare le proprie attività produttive individualmente, per famiglie o per nuclei, salvo gli obblighi di consegnare agli ammassi la quantità di prodotti stabiliti dalla legge o di sottoporre a controllo le tariffe delle prestazioni.
15 – Quello della casa non è soltanto un diritto di proprietà, è un diritto alla proprietà. Il Partito iscrive nel suo programma la creazione di un Ente nazionale per la casa del popolo, il quale, assorbendo lo Istituto esistente e ampliandone al massimo l’azione, provveda a fornire in proprietà la casa alle famiglie dei lavoratori di ogni categoria, mediante diretta costruzione di nuove abitazioni o graduale riscatto delle esistenti. In proposito è da affermare il principio generale che l’affitto – una volta rimborsato il capitale e pagatone il giusto frutto – costituisce titolo di acquisto.
Come primo compito, l’Ente risolverà i problemi derivanti dalle distruzioni di guerra, con requisizione e distribuzione di locali inutilizzati e con costruzioni provvisorie.
16 – Il lavoratore è iscritto d’autorità nel sindacato di categoria, senza che ciò gli impedisca di trasferirsi in altro sindacato quando ne abbia i requisiti. I sindacati convergono in una unica Confederazione che comprende tutti i lavoratori, i tecnici, i professionisti, con esclusione dei proprietari che non siano dirigenti o tecnici. Essa si denomina Confederazione generale del Lavoro, della Tecnica e delle Arti.
I dipendenti delle imprese industriali dello Stato e dei servizi pubblici formano sindacati di categoria, come ogni altro lavoratore.
Tutte le imponenti provvidenze sociali realizzate dal Regime fascista in un ventennio restano integre. La Carta del Lavoro ne costituisce nella sua lettera la consacrazione, così come costituisce nel suo spirito il punto di partenza per l’ulteriore cammino.
17 – In linea di attualità il Partito stima indilazionabile un adeguamento salariale per i lavoratori attraverso l’adozione di minimi nazionali e pronte revisioni locali, e più ancora per i piccoli e medi impiegati tanto statali che privati. Ma perché il provvedimento non riesca inefficace e alla fine dannoso per tutti occorre che con spacci cooperativi, spacci d’azienda, estensione dei compiti della “Provvida”, requisizione dei negozi colpevoli di infrazioni e loro gestione parastatale o cooperativa, si ottenga il risultato di pagare in viveri ai prezzi ufficiali una parte del salario. Solo così si contribuirà alla stabilità dei prezzi e della moneta e al risanamento del mercato. Quanto al mercato nero, si chiede che gli speculatori – al pari dei traditori e dei disfattisti – rientrino nella competenza dei Tribunali straordinari e siano passibili di pena di morte.
18 – Con questo preambolo alla Costituente il Partito dimostra non soltanto di andare verso il popolo, ma di stare col popolo.
Da parte sua, il popolo italiano deve rendersi conto che vi è per esso un solo modo di difendere le sue conquiste di ieri, oggi, domani : ributtare l’invasione schiavistica delle plutocrazie anglo-americane, la quale, per mille precisi segni, vuole rendere ancora più angusta e misera la vita degli italiani. V’è un solo modo di raggiungere tutte le mete sociali: combattere, lavorare, vincere.
E la politica sociale fu quella che caratterizzò veramente la R.S.I. Il 30 giugno 1944 entra in vigore la legge sulla socializzazione che era stata approvata il 12 febbraio. Il 22 gennaio 1945 viene socializzata la FIAT, il 1 febbraio la Pirelli, la Morelli, la Snia Viscosa, la Marzotto, i Lanifici Rossi… E il 5 aprile 1945 la socializzazione viene estesa a tutte le aziende.
In data 15 gennaio 1945 era stato creato il Ministero del Lavoro, trasformando in Ministero il Commissariato Nazionale del Lavoro che funzionava fin dal 7 dicembre 1943. Il nuovo ministero assorbì anche la politica sociale che era di competenza del Ministero dell’Economia Corporativa, il quale, da allora, assunse la denominazione di Ministero per la Produzione Industriale.
Il governo della RSI aveva sede sul lago di Garda, a Salò. Mussolini aveva la sua sede a Gargnano nella Villa Orsoline, mentre la sua residenza era a Villa Feltrinelli.
E, naturalmente, impegno prioritario del governo della RSI era quello di contrastare, a fianco dei tedeschi, l’avanzata degli anglo-americani. La situazione si faceva sempre più drammatica. Eppure lo Stato continua a funzionare, Mussolini difende con le unghie e con i denti l’autonomia della sua Repubblica e tenta disperatamente, anche con atti di grande clemenza, di attenuare gli effetti nefasti della guerra civile. E anche l’attività legislativa non si arresta.

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 03:30:21 am
Quelli come te fanno rimpiangere ai partigiani di aver deposto le armi troppo in fretta, ed agli altri ad aver concesso l'ammistia ai fascisti troppo in fretta.
Te lo  ripeto, la pacificazione c'è gia stata con l'ammistia ed il reintrego nelle funzioni di tutti i funzionari fascisti, la storia la scrivono i vincitori, rassegnati, quelli della X MAS non erano altro che marionette in mano ai tedeschi, creati da personaggi che volevano trarre profitto e privilegio in una situazione che loro hanno ritenuto "conveniente" stare dalla parte di chi stava depredando l'Italia.
Il comandante della X MAS, Valerio Borghese ha usufruito dell'amnistia generale concessa dal governo di allora, dal Ministro della Giustizia comunista Palmiro togliatti.
La storia la scrivono i Vincitori, i tedeschi, dopo l'8 settembre 1943 sono diventati invasori, fattene una ragione.

Amnistia de che ?

I prigionieri repubblichini DOPO LA FINE DELLE GUERRA , erano tenuti ILLEGALMENTE PRIGIONIERI DAI PARTIGIANI !

Togliatti fu costretto a dare l'aministia perchè nel 1945 , dopo la fine della guerra , la Corte Internazionale Permanente riconobbe alla truppe della Repubblica Sociale Italiana la qualità di "combattenti regolari" ed il trattamento riservato ai "prigionieri di guerra" . 

Marionette di chi ?

Dopo il tradimento di Badoglio e del re ell'8 Settembre 1943 ci fu l'accordo il 14 Settembre 1943 tra il tedesco Capitano di Vascello Berlinghaus e l'italiano il Principe Junio Valerio Borghese che prevedeva testualmente :


Accordo Borghese-Berlinghaus
 14 settembre 1943
 



La Spezia, 14-9-1943
 
1) La Xª Flottiglia M.A.S. è un'unità complessa appartenente alla Marina militare italiana, con completa autonomia nel campo logistico, "organico", della giustizia e disciplinare, amministrativo;
 
2) È alleata delle Forze Armate germaniche con parità di diritti e doveri;
 
3) Batte bandiera da guerra italiana;
 
4) È riconosciuto a chi ne fà parte il diritto all'uso di ogni arma;
 
5) È autorizzata a ricuperare e armare, con bandiera ed equipaggi italiani, le unità italiane trovantisi nei porti italiani; il loro impiego operativo dipende dal comando della Marina germanica;
 
6) Il Comandante Borghese ne è il capo riconosciuto, con i diritti e i doveri inerenti a tale incarico.
 Berninghaus Capitano di Vascello J. V. Borghese Comandante


Questa è storia !

La Decima MAS non ha fatto altro che continuare a combattere la guerra a fianco dell'alleato germanico senza tradire opportunisticamente l'allenaza quando la guerra era chiaramente persa !

La Decima MAS non combattè per la vittoria ma per l'"onore d'Italia" .

Tanto è vero che il Principe Borghese inoltre dispose dopo l'8 Settembre 1943 e prima dell'accordo bilaterale con il Capitano di Vascello tedesco Berlingheus , di aprire il fuoco conto chiunque avesse tentato di attaccare la caserma
Fonte : Silvio Bertoldi, Salò vita e morte della Repubblica Sociale Italiana, BUR, 2005, pag 156
riuscendo a respingere alcuni tentativi tedeschi di disarmare i marò .
Fonte : Jack Greene e Alessandro Massignani, Il principe nero, Junio Valerio Borghese e la Xª MAS, Oscar Mondadori, 2008, pag. 160: "I tedeschi fecero numerosi tentativi di penetrare nella caserma della Xª Mas, ma, come scrisse Borghese, Li respingemmo tutti malgrado l'enorme sproporzione di forze. Nessuno ne ha mai dubitato e, anzi la fermezza dimostrata dalla flottiglia nella circostanza è stata spesso presa a esempio di ciò che sarebbe stato possibile fare in quei giorni difficili se si fosse potuto contare su unità altrettanto motivate"

Le scelte opportunistiche , vigliacche e di comodo le lasciamo ad altri che da fascisti come Dario Fo e Giorgio Bocca e tanti altri...  , alla fine della guerra , fecero il classico "salto della quaglia" e si scoprirono magicamente partigiani...!

Rassegnati , quando tra 100 anni molto probabilmente l'Occidente crollerà con tutto il suo marciume capitalistico in cui voi ci sguazzate perfettamente (perchè prima o poi questo sistema crollerà e con esso anche vostra sorella il femminismo perchè nulla è eterno...)  , l'8 settembre verrà per sempre ricordato come la data del tradimento vigliacco e di "Morte della Patria" mentre il 25 Aprile 1945 verrà ricordata ai posteri come una data di perenne infamia di quando i "vigliacchi si autoproclamano eroi" .

La guerra è stata vinta dagli Alleati non dai partigiani il cui contributo alla vittoria , militarmente parlando , è stato risibile , la guerra era chiaramente persa già nel 1942 (con la sconfitta ad El Alamein ed a Stalingrado) era solo un questione di tempo, il mondo era praticamente contro l'Asse .
Questa è la storia vera .

E questo non lo affermo solo io , i vostri padroni angloamericani hanno manifestato il disprezzo per il nemico che aveva tradito il proprio alleato  , dopo l'8 settembre 1943 , coniando un nuovo neologismo da Badoglio ,

"to badogliate" che per gli Alleati significa letteralmente "tradire con disonore il proprio alleato" .

Mai nulla di simile è stato coniato a carico dai repubblichini da parte degli Alleati .

"La resa dell’Italia fu uno sporco affare. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma l’Italia è la sola ad aver perduto questa guerra con disonore, salvato solo in parte dal sacrificio dei combattenti della Repubblica Sociale Italiana"

(Il Presidente degli Stati Uniti d'America Dwight D. Eisenhower)
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 03:56:26 am
Con questo , ci tengo a precisarlo , non voglio difendere a spada tratta il fascismo che io , personalmente , sono consapevole abbia storicamente commesso degli errori e degli orrori (vedasi le leggi razziali del 1938 , la soppressione dei partiti politici etc.) nè voglio (e non l'ho mai fatto) giustificare in alcun modo l'ingobile crimine perpetrato dai nazionalsocialisti ai danni del popolo ebraico , anche se i sinistri , ogni volta che strumentalizzano le vicende del popolo ebraico , fanno finta di dimenticare che nel loro paese , in Unione Sovietica , sono stati uccisi più ebrei che nella Germania nazionalsocialista .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 09, 2013, 05:27:51 am
Citazione da: Standarte
Amnistia de che ?

I prigionieri repubblichini DOPO LA FINE DELLE GUERRA , erano tenuti ILLEGALMENTE PRIGIONIERI DAI PARTIGIANI !

Che ti piaccia o no, c'è stata l'amnistia, e Borghese era dentro per " collaborazionismo con i tedeschi e fu condannato a due ergastoli per aver fatto eseguire ai suoi uomini «continue e feroci azioni di rastrellamento» ai danni dei partigiani che, di solito, si concludevano con «la cattura, le sevizie particolarmente efferate, la deportazione e l'uccisione degli arrestati», allo scopo di rendere tranquille le retrovie dell'esercito invasore, e per la fucilazione di otto partigiani a Valmozzola. "

Citazione da: Standarte
..la guerra era chiaramente persa già nel 1942 (con la sconfitta ad El Alamein ed a Stalingrado) era solo un questione di tempo, il mondo era praticamente contro l'Asse .
Questa è la storia vera.
Benissimo, solo dei pazzi e degli illusi che si credevano eroi, hanno potuto far continuare la guerra per ancora tre anni, facendo pagare alle popolazioni un prezzo altissimo, anche in Giappone, dove hanno provato sulla loro pelle le devastazioni causate dalla bomba atomica.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 06:04:04 am
Che ti piaccia o no, c'è stata l'amnistia, e Borghese era dentro per " collaborazionismo con i tedeschi e fu condannato a due ergastoli per aver fatto eseguire ai suoi uomini «continue e feroci azioni di rastrellamento» ai danni dei partigiani che, di solito, si concludevano con «la cattura, le sevizie particolarmente efferate, la deportazione e l'uccisione degli arrestati», allo scopo di rendere tranquille le retrovie dell'esercito invasore, e per la fucilazione di otto partigiani a Valmozzola. "
Benissimo, solo dei pazzi e degli illusi che si credevano eroi, hanno potuto far continuare la guerra per ancora tre anni, facendo pagare alle popolazioni un prezzo altissimo, anche in Giappone, dove hanno provato sulla loro pelle le devastazioni causate dalla bomba atomica.

Chiacchiare dei tribunali dei vincitori .

1)Il Principe Borghese non era un "collaborazionista" di nessuno , era soltanto un uomo che ha deciso l'8 Settembre 1943 di non tradire l'alleato tedesco .
2)E' falso il passaggio in cui si afferma : "le sevizie particolarmente efferate" ci sono stati se e no 2 casi in cui la Decima ha ecceduto che nel computo delle MIGLIAIA DI AZIONI DI GUERRA condotte dalla X° Flottiglia M.A.S. non sono nulla ;
3)I "rastrellamenti" la "cattura e la deportazione" . Non ho capito ancora cosa dovevano fare i militi della X MAS nei confronti dei partigiani che ammazzavano continuamente i loro camerati . Invitarli a cena ?
Le azioni partigiane , in base alle convenzioni vigenti all'epoca , erano AZIONI ILLEGITTIME DI GUERRA .
Se li andavano a prendere in montagna (rastrellamenti) e li catturavano non vedo proprio cosa ci sia nulla di male .
I partigiani facevano la guerra ai repubblichini ed ai tedeschi e questi ultimi idem .
Ripeto si aspettavano che i repubblichini ed i tedeschi non reagissero di fronte ai continui assassini di loro camerati ?
4)C'era una sentenza della Corte Penale Permanente e Togliatti dovette semplicemente eseguirla , se non lo avesse fatto gli americani avrebbero aggrottato il sopracciglio e Togliatti sarebbe subito scattato sull'attenti , tanto è vero che vennero "amnistiati" solo i prigionieri italiani presenti in Italia non quelli in Unione Sovietica che Togliatti , servo di Stalin , fece morire deliberatamente nei gulag in Siberia .
Pazzi ed illusi ?
I più grandi personaggi della storia vennero definiti quando erano in vita "pazzi" ed "illusi" , Giulio Cesare , Napoleone , Galileo Galilei etc. eppure adesso sono comunemente considerati dei "grandi uomini"...
Non è che si "credevano eroi" .
Il valore dimostrato in battaglia di reparti come la X° Flottiglia MAS o dei paracadutisti della Folgore , dell'esercito tedesco e di quello nipponico è stato UNANIMAMENTE e RIPETUTAMENTE riconociuto dai propri nemici e nè tu nè nessun altro potrà mai togliere  ciò che questi uomini si sono conquistati a caro prezzo . 
Al contrario , mai nessun nemico dei partigiani ha mai riconosciuto 1 solo gesto eroico da parte dei partigiani in battaglia , semplicemente perchè non c'è mai stato .
Ammetto il valore in battaglia della resistenza della popolazione russa a Leningrado che non è assolutamente comparabile agli atti di scacallaggio , alle imboscate ed agli attentati dinamitardi messi in atto dai partigiani .

Il poeta , saggista e traduttore Ezra Weston Loomis Pound disse :

"Se un uomo non è disposto a lottare per le sue idee , o le sue idee non valgono nulla , o non vale nulla lui ."   
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 06:20:10 am
Standarte
Parlavo di guerriglia.

Bar? Possibile...
Più che altro convogli, truppe in spostamento e caserme.
Non è vigliacco.
La guerra è guerra...
La si combatte con i mezzi a disposizione.
la guerra partigiana era sbilanciata e la si combatteva con ciò che si aveva.
I partigiani non potevano contare sul rifornimento di armi e munizioni.


I parenti erano di uno, non di tutti.

Erano mignotte.
Anche la maggior parte di quelle che andavano in montagna coi partigiani.
Non erano costrette dalla pena di morte ai renitenti.
Ci andavano apposta per stare col loro bello.
Creando il disservizio che la presenza femminile, generalmente, crea nelle formazioni armate: gelosie, disunità, competizione, rivalità.


Le false accuse sono sempre esistite.
Conoscevo un ex partigiano monarchico badogliano.
Appena dopo il 25 aprile fu messo dagli inglesi ad amministrare non so bene che cosa e si presentò da lui una ragazza rasata a presentare una richiesta.
Lei lo riconobbe e ne nacque un battibecco.
- Guardate che cosa mi avete fatto!
Al che lui replicò con estrema franchezza:
- signorina, se fosse stato per me lei sarebbe stata fucilata.

Continuarono ad incontrarsi... In paese ci si conosce tutti.
Ma non si rivolsero mai più la parola.

Lui mi disse che era spiaciuto per quello che le aveva detto.
Ma in un periodo storico nel quale si vendeva il vicino di casa con una spiata per cinque chili di sale, chi familiarizzava troppo col nemico era, per forze di cose un traditore.

Poi... riguardo gli stupri...
Le false accuse sono sempre esistite.

Guarda che mi sembra che lo abbiano fatto.

Beh... poi... la stessa rappresaglia è un prendersela con qualcuno che non c'entra...
Ancorchè prevista dalla convenzioni internazionali del tempo.

1)Appunto ed in base all'articolo 42 della sopraccitata Convenzione neanche la "guerriglia" era ammessa .

2)Il problema era che le azioni dei partigiani per il modo in cui erano condotte erano considerate dalle convenzioni vigenti all'epoca azioni illegittime di guerra .
Erano atti terroristici , mordi e fuggi , che non facevano altro che aumentare la rabbia in chi li subiva .
Mi colpisci e ti vai a nascondere  sulle montagne , mi colpisci e te ne vai  di nuovo a nascondere sulle montagne e poi succede che uno si incazza...O non è normale che uno si incazza...?
Oppure non so i repubblichini ed i tedeschi avrebbero dovuto subire passivamente gli attacchi dei partigiani ?
Non credo di dire eresie se affermo queste cose .

3)Non sono tanto informato sulle donne nella seconda guerra mondiale . Comunque che io sappia all'epoca in Francia , in Italia etc. esistevano i bordelli e se un repubblichino o un soldato tedesco voleva scopare andava in quei posti che erano ampiamente frequentati dai soldati che andavano li per ubriacarsi , gozzovigliare e fare caciara , per cui mi pare un pò improbabile che ci fossero mignotte in giro , però ripeto , dovrei informarmi meglio , so che ci sono stati casi in cui delle donne facevano il doppio gioco prima con i tedeschi e poi con i partigiani e viceversa , ,m a non credo che fosse la regola .

Per il resto vnd non posso di certo dissentire da quanto affermi perchè spesso le fonti in merito sono contrastanti e contradditorie .   
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 07:33:40 am
AVVISO .

A me personalmente potete offendermi quanto volete  .

Ma non permetterò che la memoria di soldati il cui valore è stato unanimanente riconosciuto perfino dal nemico venga ulteriormente lordato da qualche merdoso nostalgico del comunismo .


Per cui da ora in poi provvederò a cestinare i messaggi dal contenuto storicamente falso e menzognero .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 09, 2013, 13:15:53 pm
Ripeto: tra i soldati repubblichini della X Mas c'erano quelli che volevano riscattare l'onore dell'Italia
continuando a combattere accanto a coloro che considerarono i loro alleati e quelli che volevano approfittare del momento per saccheggiare, ammazzare a piacimento e sfruttare la popolazione.
Lo stesso dicasi per i partigiani. Solo che per i partigiani riscattare l'onore dell'Italia significava
combattere i tedeschi e i fascisti i cui crimini cominciavano ad affiorare ed essere noti.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 09, 2013, 13:16:48 pm
Ma non permetterò che la memoria di soldati il cui valore è stato unanimanente riconosciuto perfino dal nemico venga ulteriormente lordato da qualche merdoso nostalgico del comunismo .
Non permetterò che appiccichi ai partigiani l'etichetta di "comunisti"
La lotta partigiana in Italia fu caratterizzata dall’impegno unitario di tutto il fronte delle opposizioni che il fascismo con la violenza e la persecuzione aveva tentato di stroncare con ogni mezzo. Cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici,  
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 13:54:06 pm
Ripeto: tra i soldati repubblichini della X Mas c'erano quelli che volevano riscattare l'onore dell'Italia
continuando a combattere accanto a coloro che considerarono i loro alleati e quelli che volevano approfittare del momento per saccheggiare, ammazzare a piacimento e sfruttare la popolazione.
Lo stesso dicasi per i partigiani. Solo che per i partigiani riscattare l'onore dell'Italia significava
combattere i tedeschi e i fascisti i cui crimini cominciavano ad affiorare ed essere noti.

E' falso .

1)Dovresti valutare il comportamento tenuto dalla Decima MAS in maniera GENERALE .
La Decima Flottiglia MAS , GENERALMENTE , per la MIGLIAIA DI AZIONI DI GUERRA CHE HA EFFETTUATO E' UNA UNITA' CHE , SOSTANZIALMENTE , SI E' COMPORTATA IN MANIERA ONOREVOLE .
Ripeto , la tua valutazione è faziosa perchè non valuta il comportamento generale tenuto dalla Decima MAS durante la seconda guerra mondiale .
E' come dire che la 62°Armata che ha combattuto contro la 6°Armata a Stalingrado si sia comportanta in maniera disonorevole durante la seconda guerra mondiale perchè alcuni suoi soldati a Berlino nel 1945 ridenominata 8°Armata della Guardia abbiano commesso stupri , abusi  violenze e saccheggi (ampiamente documentati) .
Un parere obiettivo , dovrebbe , a mio modo di vedere , valutare il comportamento generale in realzione alla quantità di azioni di guerra compiute .
Altro punto :
1)E' stato detto che militi della X MAS abbiano commesso degli stupri .
E' falso . NON c'è alcun documento storico o resoconto , anche partigiano , che riferisca di 1 solo episodio in cui i camerati della X MAS abbiano stuprato qualcuna .

E' falsa anche la tua seconda osservazione , francamente credevo che conoscessi la storia ma mi devo ricredere .

Quali "crimini" sono affiorati durante la guerra ? Se di crimini si tratta e non di rastrellamenti e di reazioni a loro volta dovuti a crimini compiuti dai partigiani ? 

La maggior parte dei partigiani era comunista e combattavano per far diventare l'Italia una dittatura comunista satellite dell'Unione Sovietica , solo che gli americani e gli inglesi non glielo hanno permesso , tanto è vero che alla fine della guerra molti reparti partigiani non deposero le armi perchè l'Italia non divenne una dittatura comunista , ci volle l'intervento dello stesso Togliatti per fargli consegnare le armi . 
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 14:02:23 pm
Non permetterò che appiccichi ai partigiani l'etichetta di "comunisti"
La lotta partigiana in Italia fu caratterizzata dall’impegno unitario di tutto il fronte delle opposizioni che il fascismo con la violenza e la persecuzione aveva tentato di stroncare con ogni mezzo. Cattolici, comunisti, liberali, socialisti, azionisti, monarchici, anarchici,

La maggior parte dei partigiani era costituita da comunisti che volevano far divantare l'Italia una dittatura comunista satellite dell'Unione Sovietica , non combattevano di certo per l'attuale democrazia , solo che gli inglesi e gli americani non glielo hanno permesso .

Nell'eccidio di Porzus i partigiani comunisti italiani della Garibaldi traditori che volevano consegnare il Friuli alla Jugoslavia , hanno fucilato i partigiani italiani cattolici , azionisti ed indipendenti che invece volevano che il Friuli restasse italiano .

Fonte : http://diavolineri.net/ospitalieri/comunismo/friuli-1945-partigiani-della-osoppo-fucilati-da-comunisti/

Friuli 1945: partigiani comunisti fucilano una formazione della Brigata Osoppo, costituita da partigiani cattolici, azionisti e indipendenti. Il motivo? Ancora in discussione.
 
STRAGE DI PORZUS, UN’OMBRA CUPA SULLA RESISTENZA

7 febbraio 1945, mercoledì, alle 14.30. Nelle malghe di Porzus, due casolari sopra Attimis, in provincia di Udine, ha sede il comando Gruppo brigate est della divisione Osoppo, formata dai cosiddetti “fazzoletti verdi” della Resistenza, partigiani cattolici, azionisti e indipendenti. Giungono in zona cento partigiani comunisti, agli ordini di Mario Toffanin (nome di battaglia Giacca) sotto le false spoglie di sbandati in cerca di rifugio dopo uno scontro con i nazifascisti. In realtà, è una trappola: alla malga vengono uccisi il comandante della Osoppo, Francesco De Gregori (nome di battaglia Bolla), il commissario politico Enea, al secolo Gastone Valente, una giovane donna sospettata di essere una spia, Elda Turchetti e un giovane, Giovanni Comin, che si trovava a Porzus perché aveva chiesto di essere arruolato nella Osoppo. Il capitano Aldo Bricco, che si trovava alle malghe perché doveva sostituire Bolla, riesce a fuggire e salva la vita perché i suoi inseguitori, dopo averlo colpito con alcune raffiche di mitra, lo credono morto.
 Altri venti partigiani osovani vengono catturati e condotti prima a Spessa di Cividale e poi nella zona del Bosco Romagno, sopra Ronchi di Spessa, una ventina di chilometri più a valle. Due dei prigionieri si dichiarano disposti a passare tra i garibaldini. Gli altri saranno tutti uccisi e sbrigativamente sotterrati tra il 10 e il 18 febbraio. Della cosa si cercò di non far trapelare nulla. Ancora un mese dopo c’era chi assicurava che i capi Bolla ed Enea erano tenuti prigionieri dai garibaldini o dagli sloveni.
 
“… La propaganda clericale del tempo descriveva i partigiani comunisti, inquadrati nelle Brigate Garibaldi, come dei Satana spergiuri che volevano consegnare il Friuli alla Jugoslavia. Furono del resto pure inglobati nella Osoppo molti fascisti, come il Reggimento Alpini Tagliamento (formazione della Repubblica di Salò) che operava nella zona con il compito di combattere i “comunisti jugoslavi” e questo avvenne con la mediazione dell’Arcivescovado di Udine (Arcivescovo Nogara). Lo scopo della Osoppo e della Tagliamento infatti coincideva, l’obiettivo comune era quello di criminalizzare i partigiani delle Garibaldi.
 In molte zone facevano persino presidi misti, cioè repubblichini e osovani.
 Quelli della Osoppo, si appropriavano delle forniture inglesi che spettavano alle Garibaldi, l’accordo con gli inglesi era che il 30% di ogni lancio fatto alla Osoppo doveva essere destinato alle Garibaldi. Quelli della Osoppo non rispettarono mai l’accordo ed i Garibaldini per approvvigionarsi e procurarsi armi dovevano assaltare i presidi tedeschi e fascisti… “
 (da un’intervista rilasciata nel 1996 dal comandante partigiano Mario Toffanin, Giacca)
 “… La Grande Slovenia, volevano i partigiani comunisti. Noi volevamo solo combattere per la libertà, non per il comunismo, ed eravamo favorevoli a lasciare ad un referendum dopo la liberazione la scelta sui confini… Bolla, il comandante, alzava la bandiera, bandiera italiana, bandiera con lo stemma sabaudo. Io lo mettevo in guardia: attento, gli dicevo, la vedono i comunisti e i partigiani sloveni, quello stemma a loro ricorda il fascismo, toglila. E lui no, cocciuto, perché credeva sopra ogni cosa all’Italia, senza compromessi, senza tante prudenze politiche… Avevamo sempre operato insieme, anche se noi cattolici ci preoccupavamo, oltre che della onestà dei fini, anche della onestà dei mezzi. Ci furono discussioni assai accese con i comandanti comunisti sulla necessità di azioni che comportavano sacrifici di vite umane”.
 (da un’intervista rilasciata nel 1997 da Monsignor Aldo Moretti, Lino, Medaglia d’Oro al valor militare, uno dei fondatori della Divisione Osoppo).
 Quando nel 1997 il regista Renzo Martinelli doveva girare gli esterni del suo film Porzus, si trovò alle prese con i divieti di diversi sindaci, che non consentirono le riprese sui loro territori. Erano passati più di cinquant’anni, ma di Porzus molti non volevano neppure parlare; non mancò chi chiese di vietare la presentazione del film a Venezia. Cattive coscienze, risentimenti, fanatismo ideologico duro a morire, uniti ad una insopprimibile abitudine a riscrivere la storia con ottica di parte, hanno fatto sì che a tutt’oggi restino dei punti interrogativi su quella cupa vicenda. Non abbiamo la pretesa di poter fornire tutte le risposte; confidiamo solo che una rilettura seria e serena sia possibile, a passioni sopite e senza nessuna preconcetto. E speriamo che cinquantasei anni di distanza siano sufficienti, non foss’altro per rendersi conto che non esiste causa, per nobile che sia, che possa trarre giovamento dalle falsificazioni della realtà.
 Molti segreti se li portò nella tomba Mario Toffanin, Giacca. A differenza di altri, Giacca su Porzus aveva parlato molto, dando tante versioni diverse, con una sola costante: “se li avessi di nuovo davanti, li accopperei ancora tutti”. Morì, ottantaseienne, venerdì 22 gennaio 1999, nell’ospedale della cittadina di Sesana, in Slovenia. Era lui il comandante dei reparti che compirono l’eccidio. Il protagonista della vicenda, almeno il più visibile; non necessariamente il più consapevole.
 Partigiani contro partigiani, con accuse reciproche, fino al tragico epilogo di sangue. Nella vicenda di Porzus si materializza violentemente quello che fu il problema centrale della Resistenza: la competizione, più che la collaborazione, tra i diversi gruppi ideologici. In più si aggiunsero le rivendicazioni territoriali slovene, che avevano una loro legittimità storica, ma che contribuirono ad arroventare una situazione già calda.
 Ma non possiamo leggere queste vicende, accadute in quell’estremo lembo di territorio italiano tra le provincie di Udine e Gorizia, se prima non accenniamo brevemente alla nascita della Resistenza in Italia e ai suoi sviluppi.
 Una storiografia oleografica ci ha spesso presentato la Resistenza come un movimento di popolo, una spontanea ribellione di massa contro l’oppressione fascista e nazista. Se vogliamo guardare più realisticamente ai fatti, partiamo da una data fondamentale: 25 luglio 1943. Il Gran Consiglio del Fascismo vota a maggioranza un ordine del giorno presentato da Dino Grandi, che, chiedendo il ripristino dei poteri degli organi costituzionali (Parlamento, Corona), di fatto sfiducia Mussolini, mettendo fine a diciotto anni di una dittatura che, se negli anni precedenti aveva goduto di un grande seguito popolare, aveva poi gettato l’Italia nella tragedia della seconda guerra mondiale. Il Re Vittorio Emanuele III fa arrestare Mussolini e nomina Primo Ministro il Maresciallo Pietro Badoglio. Sul 25 luglio, sulle effettive intenzioni degli uomini che causarono la caduta del Duce, si discute e si discuterà ancora a lungo. Ma resta un dato di fatto: il fascismo fu liquidato dai fascisti e dal Re, né le attività clandestine di gruppi antifascisti ebbero alcun peso sull’estromissione di Mussolini dal potere.
 Le ambiguità di Badoglio, l’illusione di poter tenere a bada contemporaneamente gli Alleati e i tedeschi, le incertezze di un Re più preoccupato delle sorti della Corona che di quelle della Patria, si tradussero in un mese e mezzo di politica ambivalente e pasticciona, col solo risultato di consentire ai tedeschi, che avevano ben poca fiducia nella lealtà del nuovo governo italiano, di rinforzare massicciamente la propria presenza militare nella penisola (limitata, al 25 luglio, a quattro divisioni). Quando l’otto settembre di quel tragico 1943 fu reso noto l’armistizio firmato unilateralmente cinque giorni prima dall’Italia con gli Alleati, le truppe tedesche furono pronte a disarmare numerosi reparti dell’esercito italiano e ad arrestare e deportare centinaia di migliaia di militari dell’ex alleato, ora considerato traditore. Lo sbandamento delle forze armate in quei terribili giorni fu quasi totale, anche se non mancarono episodi di resistenza eroica da parte di unità che non accettarono supinamente il disarmo. La nascita di quell’ombra di stato che fu la Repubblica Sociale e la conseguente divisione dell’Italia tra repubblica fascista al Nord, e Regno del Sud (nei territori che via via venivano conquistati dagli Alleati risalendo la penisola), segnarono l’inizio della guerra civile in Italia.
 Le prime bande che si costituirono in funzione antitedesca e antifascista erano formate perlopiù da militari che erano riusciti a sottrarsi ai rastrellamenti massicci che le truppe germaniche iniziarono subito dopo l’otto settembre, o che non accettarono di servire nella Repubblica Sociale, considerata, a ragione, poco più che un paravento dei veri padroni, i tedeschi. Si trattava di unità isolate, senza collegamenti tra loro e senza una strategia definita, generalmente guidate da ufficiali che si sentivano comunque vincolati dal giuramento di fedeltà al Re. Ma la Resistenza assunse ben presto caratteristiche marcatamente politiche; l’armistizio preludeva inevitabilmente a uno sganciamento dell’Italia dall’alleanza con la Germania, con le inevitabili ritorsioni che sarebbero venute (come vennero) da quest’ultima. I partiti politici antifascisti, che iniziavano a ricomparire dalla clandestinità al passo dell’avanzata degli Alleati sul territorio italiano, non potevano rischiare un altro “25 luglio”, restando tagliati fuori dal gioco; le sorti della guerra erano segnate, la sconfitta della Germania era considerata inevitabile (anche se nessuno credeva che ci sarebbero voluti ancora quasi due anni di guerra) e si trattava di prepararsi per il futuro assetto che l’Italia avrebbe dovuto assumere al termine del conflitto. Il primo CLN (Comitato di Liberazione Nazionale) sorse a Roma, già il 9 settembre 43. Lo fondarono Ivanoe Bonomi, indipendente, Alcide De Gasperi (Democrazia Cristiana), Alessandro Casati (partito liberale), Pietro Nenni (partito socialista), Mauro Scoccimarro (partito comunista) e Ugo La Malfa (partito d’azione). Aderì poi al CLN anche Meuccio Ruini, in rappresentanza della democrazia del lavoro. Al CLN Bonomi rivendicò il diritto di essere considerato come “l’unica organizzazione capace di assicurare la vita del paese”. Era un’affermazione perlomeno ottimistica, se non poco realistica, considerando che al momento il CLN rappresentava poco più che sé stesso, in una situazione nazionale di estrema confusione. Ma era stato gettato il seme, e l’incitamento “per chiamare gli italiani alla lotta e alla resistenza e per riconquistare all’Italia il posto che le compete nel consesso delle libere nazioni” veniva da un organismo politico e si sarebbe concretizzato nella costituzione di bande partigiane che esplicitamente si richiamavano agli ideali politici dei partiti di riferimento. I partigiani di Italia Libera aderivano al partito d’azione, una formazione d’élite che si sarebbe dissolta molto presto dopo la guerra, ma che raccoglieva uomini di grande valore come Parri, Lussu, Valiani, Garosci. Le Fiamme Verdi erano i partigiani di ispirazione cattolica, forti soprattutto nel Bresciano e nell’Udinese; con loro si unirono anche molti liberali e indipendenti. Le Brigate Garibaldi, braccio armato del partito comunista, furono il primo gruppo partigiano a darsi una struttura organica, istituendo a Milano, all’inizio del novembre 43, un Comando Generale, con Luigi Longo comandante generale e Pietro Secchia commissario politico.
 Sarebbe qui interessante anche approfondire le differenze tra Resistenza al Nord e al Sud, ma non vogliamo esulare troppo dal nostro tema. Da quanto finora esposto appare già evidente che il movimento partigiano ebbe, aldilà del denominatore comune della lotta contro fascisti e nazisti, la caratteristica di raccogliere gruppi politici tra loro antitetici, riflettendo quell’innaturale alleanza tra Unione Sovietica e mondo capitalista, resa inevitabile dalla comune lotta contro il nazismo. Tuttavia ci sono alcuni punti che è importante sottolineare, perché ci aiuteranno a capire meglio la genesi di eventi come la strage di Porzus.
 
La Resistenza non ebbe in Italia un peso militare determinante, né lo avrebbe potuto avere, perché restò sempre un fenomeno elitario e comunque in buona parte legato, per la sua sopravvivenza, ai rifornimenti di armi, viveri, materiale, che gli Alleati iniziarono ad effettuare alla fine del 1943, dopo un primo incontro avuto in Svizzera da Ferruccio Parri con Allen Dulles, capo dei servizi segreti americani. Gli angloamericani del resto avevano interesse a mantenere il contatto e, per quanto possibile, il controllo sui gruppi partigiani, sia per operazioni di sabotaggio, di appoggio, di informazione, sia perché questi costituivano comunque la longa manus di quei partiti politici che avrebbero determinato la politica italiana del dopoguerra. E l’alleanza tra gruppi che sopra definivamo antitetici fece sì che nel movimento partigiano si trovassero contemporaneamente monarchici e repubblicani, liberali e comunisti, militari gelosi delle propria apoliticità contrapposti a quanti invece consideravano la Resistenza anzitutto un fenomeno politico. Una posizione del tutto peculiare era poi quella del partito comunista, che fu il partito che diede più combattenti di tutti gli altri alle forze partigiane, ma che era guardato con sospetto dai gruppi “alleati” per i suoi mai recisi legami con Mosca, e che a sua volta ricambiava con sospetto gli altri gruppi, ai quali via via attribuiva simpatie monarchiche, badogliane, capitaliste, se non addirittura tout court fasciste.
 Se formalmente i gruppi partigiani dipendevano dal CLN e, per l’alta Italia, dal CLNAI (Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia, costituito alla fine del 1943), delegato del CLN romano, di fatto la gran miscela di gruppi diversi generò anche due visioni ben diverse dello stesso concetto di lotta partigiana. I gruppi che facevano capo alla democrazia cristiana e che raccoglievano tra loro anche la maggior parte delle prime bande autonome (di origine, come vedevamo, perlopiù militare), nonché liberali e spesso anche azionisti, furono sovente accusati di attendismo dai comunisti quando decidevano di evitare scontri diretti con le truppe tedesche, se la disparità di forze faceva presumere l’inutilità militare dello scontro. Viceversa furono una creatura comunista i GAP (Gruppi di Azione Patriottica), piccoli gruppi di non più di cinque – dieci elementi, che agivano soprattutto nelle città, con azioni veloci contro tedeschi e fascisti. Le azioni dei GAP spesso non avevano alcun peso dal punto di vista militare, ma il loro scopo era dichiaratamente quello di mantenere una tensione contro l’occupante e di mantenere sempre vivo lo spirito di lotta del combattente partigiano, nonché quello, meno dichiarato, di mostrare a nemici e alleati che il partito comunista sapeva colpire con decisione e durezza.
 Alle accuse di attendismo spesso veniva controbattuto, accusando i comunisti di inutile spietatezza e cinismo, perché le azioni dei GAP provocavano poi l’inevitabile rappresaglia tedesca. L’attentato di via Rasella, con la conseguente strage alle fosse Ardeatine, resta in questo senso emblematico. Ma, se vogliamo fare un altro esempio, un attentato come quello che costò la vita al filosofo Giovanni Gentile fu un’altra azione decisa autonomamente dal partito comunista ed attuata dai GAP, in un quadro di una lotta sempre più crudele.
 Pensiamo di aver delineato abbastanza il quadro di frazionamento e di rivalità intestine che contraddistinse tanti momenti della lotta partigiana; ci scusiamo con gli amici lettori per la non breve digressione, peraltro indispensabile per inquadrare gli avvenimenti che andremo a rileggere.
 La Divisione Osoppo era nata nella notte fra il 7 e l’8 marzo ’44, quando si erano incontrati al seminario di Udine don Ascanio De Luca, don Aldo Moretti e il parroco di Attimis, don Zani. In quella riunione era stata battezzata l’organizzazione clandestina con il nome del paese friulano, Osoppo, dove i patrioti risorgimentali combatterono gli austriaci. I partigiani che la componevano erano quasi tutti ex alpini, di tendenze democristiane, azioniste o liberali; i simboli della divisa erano il cappello con la penna d’aquila e il fazzoletto verde, “colore della speranza e delle nostre montagne, che ci distinguerà chiaramente dai fazzoletti rossi”, come disse uno dei fondatori, Don De Luca.
 La base per il reclutamento e le prime azioni fu l’eccentrico e disabitato castello Ceconi a Pielungo, nella val d’Arzino. I due capitani Grassi (Verdi) e Cencig (Manlio), e don De Luca (Aurelio) formarono i primi reparti, rifornendosi di armi attraverso i lanci aerei organizzati dalle missioni alleate. Si presentò subito la questione dei rapporti con le formazioni garibaldine. Se comune appariva la guerra all’occupante tedesco, diverse erano le posizioni relative al “dopo” e cioè alla sistemazione dei confini a conflitto concluso. I trattati del 1924 avevano inserito nel territorio italiano ampie regioni miste o a maggioranza slava; correzioni e rettifiche apparivano ovvie; ma le rivendicazioni slovene erano inaccettabili per gli osovani. La comunanza ideologica tra sloveni e garibaldini alimentava il sospetto che questi ultimi volessero realizzare un’annessione “di fatto”. Le formazioni comuniste a loro volta ricambiavano la diffidenza, sospettando gli osovani di atteggiamenti reazionari, accusandoli di avere come primo scopo non la lotta ai nazifascisti, bensì la lotta ai comunisti. In questo clima, i periodici tentativi (ve ne furono una ventina) di creare un comando unificato finirono sempre nel nulla.
 In particolare, un comando unificato si sarebbe dovuto costituire dopo un’incursione tedesca nel castello di Pielungo. Nel vecchio maniero gli osovani avevano rinchiuso alcuni militari tedeschi catturati in uno scontro. Reparti tedeschi, con un’improvvisa azione di commando, riuscirono a liberare i loro commilitoni. L’episodio ebbe conseguenze immediate: CLN udinese e regionale veneto (CRV) intervennero destituendo i due principali responsabili dell’Osoppo, Grassi – Verdi e De Luca – Aurelio, accusati di comportamento imprudente, non avendo predisposto sufficienti servizi di guardia, e affidarono al maggiore Manzin-Abba il comando provvisorio. Per i due capi osovani, arresto “sulla parola”, in attesa di decisioni. Cosa per nulla gradita a quelli dell’Osoppo, anzi. Peggio ancora fu quando a metà agosto, in un incontro CLN-garibaldini-osovani a San Francesco, sopra Pielungo, fu stabilito il nuovo organigramma dell’Osoppo. Al comando militare Abba, del Partito d’Azione, suo vice il comunista Bocchi-Ninci, capo delle Garibaldi. Commissario il comunista Lizzero-Andrea, vice-commissario l’azionista Comessatti-Spartaco. In pratica il “comando unificato” era posto in mano ai comunisti e agli azionisti, considerati loro paravento. Le formazioni osovane reagirono con una specie di golpe, al quale CLN e garibaldini dovettero arrendersi. Destituiti gli azionisti Abba e Spartaco, i vecchi comandanti tornarono ai loro posti. Ribaltamento incruento per fortuna, ma che la diceva lunga, se gli uni e gli altri si fronteggiavano mitra in spalla.
 D’altra parte difficilmente gli osovani potevano accettare quella che di fatto si sarebbe tradotta in un “inglobamento” nelle formazioni garibaldine, quando le stesse, poche settimane prima, in località Piancicco, avevano sottratto, mitra alla mano, un carico di armi destinate alla Osoppo, paracadutate dagli Alleati.
 Pur in questa continua contrapposizione, garibaldini e osovani riescono a combattere insieme quando, il 27 settembre 1944, irrompono da Tarvisio 30.000 uomini tra tedeschi, fascisti e cosacchi, ben decisi ad eliminare due zone libere, comprendenti 55 comuni sulle montagne e territori pedemontani al di qua e al di là del Tagliamento. Quest’oasi di libertà, che durava da poco più di due settimane, viene devastata con artiglieria, carri armati e due treni blindati. In tre giorni di battaglia nel triangolo Tarcento – Bergogna – Cividale i partigiani perdono oltre 400 uomini tra morti e dispersi. Il 2 ottobre i tedeschi attaccano nuovamente su tutto il fronte partigiano, da Meduno a Bordano, lasciando mano libera alle truppe cosacche, che si abbandonano ad ogni tipo di violenza. Le forze partigiane devono ripiegare. Il gruppo Brigate est della Divisione Osoppo si porta nella zona di Attimis, ponendo il proprio comando alle malghe di Porzus. In zona è presente anche la brigata Garibaldi – Natisone, che ha il suo comando nel vicino villaggio di Canebola.
 La fratellanza d’armi che ha visto garibaldini e osovani combattere assieme sta nuovamente svanendo, perché altri avvenimenti erano nel frattempo maturati.
 Il 6 settembre le truppe sovietiche, occupata la Romania, si erano congiunte all’armata popolare di Josip Broz (Tito). Con grande delusione degli alleati (che al futuro maresciallo avevano sacrificato il generale Mihailovic, leader della resistenza monarchica) Tito attuò la “svolta stalinista”. La pressione per definire la linea di frontiera lungo il Tagliamento si fece via via più accentuata. Risale al 9 settembre il messaggio di Kardelj, capo delle forze di liberazione slovene e luogotenente di Tito, ai capi comunisti dell’Alta Italia. Kardelj parlava di una “comune presa di potere nella regione Giulia di comunisti italiani e sloveni”. Ad una prima missione segreta, a giugno, del plenipotenziario sloveno prof. Urban (Anton Vratusa) al CLNAI di Milano aveva fatto seguito una seconda trasferta a settembre, con precise richieste sulla delimitazione dei confini. Cadorna, comandante militare del CLNAI si era dichiarato contrario, mentre Longo era favorevole alle richieste slovene. Fu deciso un rinvio a guerra conclusa, ma le aspirazioni slovene e la disponibilità comunista non erano un segreto e il clima di diffidenza e sospetto ai confini orientali non poteva che aumentare. Contribuì poi a gettare benzina sul fuoco la lettera di Palmiro Togliatti, segretario del partito comunista, con la quale si ordinava al comando della brigata Garibaldi – Natisone di porsi alle dipendenze operative del IX Corpus sloveno; la lettera conteneva anche il testo dell’ordine del giorno da approvare: “I partigiani italiani riuniti il 7 novembre in occasione dell’anniversario della Grande Rivoluzione (rivoluzione russa del 1917; n.d.a.) accettano entusiasticamente di dipendere operativamente dal IX Corpus sloveno, consapevoli che ciò potrà rafforzare la lotta contro i nazifascisti, accelerare la liberazione del Paese e instaurare anche in Italia, come già in Jugoslavia, il potere del popolo”.
 Parlavamo in precedenza del potere più formale che sostanziale del CLN sulla condotta della guerra partigiana: di fatto un ordine operativo come quello sopra citato avrebbe dovuto pervenire, al più, dal comando del CLNAI. Se è doveroso riconoscere al partito comunista il più alto contributo, in uomini e in sangue, alla lotta di liberazione, è altrettanto doveroso sottolineare come il partito comunista perseguì sempre e comunque la sua propria politica, che si sostanziava nella cooperazione con gli altri partiti democratici (la cosiddetta svolta di Salerno era la rassicurazione che il PCI seguiva una via italiana al socialismo) attuata da Togliatti nel Regno del Sud e contemporaneamente nell’atteggiamento “internazionalista” che significava di fatto l’acquiescenza ai progetti sovietici che, nel caso dei confini orientali italiani, erano ben chiari e facevano conto sul leader jugoslavo Tito, allora considerato un docile stalinista.
 In questo clima non c’è da stupirsi che gli osovani respingano la proposta di integrarsi anch’essi nel IX Corpus: la proposta poteva avere un senso dal punto di vista operativo, per porre sotto un unico comando tutte le forze impegnate nella lotta contro fascisti e nazisti. Ma ormai l’ordine normale delle cose era stravolto: gli alleati erano tra loro avversari sempre meno il comune nemico poteva cementare una fiducia che non esisteva più. Il 7 novembre 1944, mentre a Canebola i garibaldini festeggiano l’adesione alle formazioni di Tito, a Porzus il capitano De Gregori (Bolla), che già si trovava a forza ridotta perché molti partigiani erano stati inviati in licenza per la sospensione invernale delle operazioni, convoca i suoi e fa presente la situazione di tensione che si è creata con la Garibaldi – Natisone. “Vogliono farci sloggiare. Chi vuole andarsene è libero di farlo. Io resto”. Restarono alle malghe in una ventina.
 Chi volle l’eccidio del 7 febbraio? La risposta a tutt’oggi non è sicura. Di certo c’è l’esistenza di una lettera firmata da Kardelj, indirizzata a Vincenzo Bianchi, nome di battaglia Vittorio, rappresentante del Partito comunista italiano presso il IX Corpus, che era tornato da Mosca insieme con Togliatti, in cui lo si invita a liquidare le formazioni partigiane che, in Friuli, non accettano di porsi agli ordini del IX Corpus. Ed altrettanto certo è che, dopo il rifiuto degli osovani a integrarsi nel comando del IX Corpus sloveno, incominciano a circolare, sempre più insistenti, le voci di tradimento. Queste voci d’altra parte trovavano facile esca in alcuni contatti, peraltro mai negati dai partigiani osovani, sia con la Decima Mas, sia con il federale fascista di Udine, Cabai, che si fa latore di un’ambigua proposta dell’ SS Sturmbannfuhrer (tenente colonnello) Von Hallesleben, comandante della piazza di Pordenone. In entrambi i casi si propone agli osovani di formare un fronte comune contro i comunisti e, nel caso della Decima Mas, contro comunisti e nazisti, in nome della difesa dell’italianità del Friuli. Erano gli ultimi mesi di una guerra le cui sorti erano ormai chiare a tutti e nell’atmosfera un po’ surreale da si salvi chi può le proposte stravaganti non mancavano. Bisogna sottolineare che in entrambi i casi fu la Osoppo ad essere sollecitata alle trattative, che non furono una sua iniziativa; e in entrambi i casi le proposte furono respinte. Ma mentre le proposte tedesche furono dirette ed immediatamente rifiutate con due lettere (28 dicembre 1944 e 10 gennaio 1945) di don Aldo Moretti consegnate all’arcivescovo Nogara, che a sua volta le consegnò al federale Cabai, nelle proposte di Borghese, comandante la Decima Mas, non mancò chi vide lo zampino del maggiore Nicholson, che guidava la missione inglese in zona, e che avrebbe voluto così acuire, in chiave anticomunista, la divisione tra osovani e garibaldini. In questo groviglio ambiguo due cose sono certe: il comando della Osoppo non strinse alcun accordo con fascisti e nazisti, ma il fatto stesso degli avvenuti contatti servì ad alimentare il clima ormai avvelenato tra osovani e garibaldini. Più interessante, dal punto di vista sostanziale, ci sembra la vicenda di Elda Turchetti. Questa ragazza di Pagnacco, paese dove i tedeschi avevano depositi di carburante, viene segnalata da Radio Londra (probabilmente su analoga segnalazione del maggiore Nicholson) come spia al soldo dei nazisti. Spaventata, si rivolge a un amico partigiano garibaldino per protestare la propria innocenza. Questi l’accompagna da Mario Toffanin, Giacca, comandante dei GAP di Udine, che si comporta in modo decisamente strano. Se fosse stato sicuro che la Turchetti era una spia Giacca l’avrebbe senza dubbio uccisa; nel dubbio, l’avrebbe dovuta consegnare al proprio comando per gli accertamenti. Invece Elda Turchetti viene consegnata da Giacca a Tullio Bonitti, capo della polizia interna della Osoppo, che a sua volta conduce la ragazza a Porzus. Perché una sospetta spia veniva consegnata proprio alla formazione più volte accusata di mantenere ambigui rapporti col nemico? Ci fu chi disse che la Turchetti venne consegnata alla Osoppo per fare realmente la spia, per conto di Giacca contro la Osoppo. Difficile sapere la verità, perché la Turchetti fu uccisa a Porzus.
 E siamo arrivati a parlare nuovamente di Mario Toffanin, Giacca. Padovano, nato il 9 novembre 1912, a tredici anni era già operaio ai Cantieri San Marco di Trieste. Iscritto dal 1933 al partito comunista clandestino; sei anni dopo, ricercato, riparava a Zagabria. Aderì al movimento partigiano di Tito fin dall’invasione delle forze dell’Asse nell’aprile del 1941. I compagni jugoslavi dovevano avere in lui molta fiducia perché lo inviarono in missione prima alla federazione comunista di Trieste, poi a quella di Udine per “dare la sveglia” ai compagni italiani. Giacca non fu mai un partigiano combattente vero e proprio: trovò la sua collocazione migliore nei GAP. Del resto, era poco propenso alla disciplina di tipo militare, ma in compenso era fedelissimo al partito. E dalla federazione comunista di Udine gli arrivò l’ordine di “liquidare” il problema della presenza osovana a Porzus, con la specifica che si trattava di un ordine del comando supremo. L’ordine è del 28 gennaio 1945. Il tempo di organizzare l’azione, radunando un centinaio di uomini dei GAP a Ronchi di Spessa e il 7 febbraio Giacca sale alle malghe di Porzus, coadiuvato dai suoi luogotenenti Aldo Plaino e Vittorio Iuri. Pare che gran parte degli uomini fossero all’oscuro degli scopi della missione; molti ignoravano anche dove si stesse andando.
 Il comandante osovano Bolla non si allarma per le segnalazioni delle sentinelle, che vedono salire alle malghe la lunga fila di uomini: era atteso un battaglione di rinforzo, richiesto al comando divisione Osoppo proprio per l’acuirsi delle tensioni tra garibaldini e osovani. Gli uomini di Giacca ostentano un’aria dimessa, nascondono le armi sotto gli abiti, pochissimi portano il fazzoletto rosso. Spiegano alle sentinelle di essere partigiani sbandati dopo uno scontro con i nazifascisti; ma mentre in due parlamentano con le guardie della Osoppo, il grosso degli uomini inizia ad accerchiare la zona. Poi, è la strage. Il capitano Bricco si salva, come vedevamo in apertura, solo perché viene ritenuto morto. Tra i venti partigiani portati via, si salvano solo Leo Patussi e Gaetano Valente, il cuoco, che, per aver salva la pelle, chiedono di essere accettati tra i garibaldini. Per gli altri non c’è scampo. L’irruzione alle malghe non aveva portato alcuna prova del “tradimento” della Osoppo, salvo la presenza in luogo della Turchetti; ma vedevamo prima che era stato lo stesso Giacca a consegnare la presunta spia agli osovani.
 Le uccisioni durano fino al 18 febbraio nel Bosco Romagno, dove poi verranno ritrovati i corpi, mal sotterrati.
 Dopo l’azione a Porzus, Toffanin, Plaino e Iuri, i triumviri che avevano guidato i battaglioni di GAP, fecero una relazione scritta, indirizzata alla Federazione comunista di Udine e al Comando del IX Corpus Sloveno, nella quale si sottolineava che l’azione era stata effettuata “col pieno consenso della Federazione del partito”. La relazione (che, come si nota, non era indirizzata ad alcun organo della Resistenza) cercava di giustificare le uccisioni con affermazioni fantasiose (i comandanti Bolla ed Enea che al momento della fucilazione non trovano di meglio che gridare “viva il fascismo internazionale”, i partigiani osovani “figli di papà” che “giacevano in comodi sacchi a pelo ed erano provvisti di tutti i conforti”), ma non allegava alcuna prova concreta.
 Quanto è accaduto alle malghe inizia a delinearsi. Quando Mario Lizzero, commissario politico delle brigate Garibaldi in Friuli viene a sapere dell’accaduto va su tutte le furie e chiede che Giacca e i suoi luogotenenti siano fucilati. Non riesce ad ottenerlo, riuscirà solo a farli destituire dalle loro cariche di comando nei GAP. Ostelio Modesti e Alfio Tambosso, segretario e vice segretario della federazione del PCI di Udine, forse iniziano a rendersi conto che è stata una grave imprudenza affidare la missione a Mario Toffanin, ottimo elemento per le azioni spicce e violente dei GAP, ma rozzo e violento e con un certificato penale già ben nutrito di reati, furto, rapina, omicidio, sequestro di persona, che nulla avevano a che vedere con azioni militari o politiche. Ma adesso è troppo tardi per i ripensamenti e viene scelta la linea di condotta peggiore, quella di gettare tutta la croce addosso a Giacca, (che avrebbe mal inteso gli ordini) favorendone peraltro l’espatrio in Jugoslavia, insieme ad altri implicati nella strage.
 Dopo che un’inchiesta del Comando Regionale Veneto non è approdata a nulla, il CLN di Udine decide la costituzione di una commissione d’inchiesta, formata da un rappresentante della Osoppo, uno della Garibaldi e presieduta da un membro del CNL stesso. Ostelio Modesti, il segretario del PCI di Udine, ha continuato la sua politica dello struzzo, opponendo inerzia al Comando Regionale che gli chiedeva di incontrare i responsabili della spedizione alle malghe. Ora la commissione del CLN dovrebbe chiarire le cose, ma si fa ancora tutto il possibile per ritardare, finché si arriva al 25 aprile, all’ordine di insurrezione generale, che fa passare ovviamente in secondo piano qualsiasi altra questione.
 Sarà la magistratura ordinaria ad occuparsi della strage di Porzus, in seguito alla denuncia presentata il 23 giugno 1945 al Procuratore del Re di Udine dal Comando Divisioni Osoppo. Il processo ebbe inizio solo sei anni dopo, nell’ottobre 1951, davanti alla Corte d’Assise di Lucca, dove era stato trasferito per “legittimo sospetto” e motivi di ordine pubblico e dopo un palleggiamento tra magistratura ordinaria e militare. Il dibattimento d’appello si svolse a Firenze tra l’1 marzo e il 30 aprile 1954. Dopo quasi un decennio dalla strage di Porzus veniva resa definitiva la sentenza che condannava Giacca e i suoi due luogotenenti all’ergastolo. Tutti e tre erano riparati da anni in Jugoslavia. Chi pagò un conto probabilmente non suo fu Ostelio Modesti, condannato a trent’anni, di cui nove scontati effettivamente. Parimenti conobbero il carcere altri imputati minori, che nessuno si era preoccupato di far espatriare, mentre per effetto di successive amnistie e indulti le condanne all’ergastolo vennero definitivamente cancellate il 15 maggio 1973. A questo punto Mario Toffanin avrebbe potuto tranquillamente tornare in patria; ma i suoi conti con la giustizia non si limitavano a reati politici o comunque connessi ad eventi della guerra partigiana. L’ex gappista, stabilì la Procura della Repubblica di Trieste, doveva scontare trent’anni per effetto di cumulo di pene definitive, irrogate per una serie impressionante di reati, dal sequestro di persona, alla rapina aggravata, all’estorsione, al concorso in omicidio aggravato e continuato. E Toffanin restò in Jugoslavia, rilasciando spesso interviste in cui rivendicava la legittimità della sua azione a Porzus, volta all’eliminazione di “spie e traditori”.
 Le inchieste e l’interminabile processo avevano comunque lasciato irrisolto il problema centrale: chi aveva dato l’ordine dell’azione a Porzus? E l’ordine era di uccidere, o la parola liquidare andava diversamente intesa? Come dicevamo sopra, l’atteggiamento del PCI di Udine, nella persona del segretario Modesti, fu il peggiore, perché volle difendere a tutti i costi una causa persa, probabilmente temendo più gravi ripercussioni per tutto l’apparato di partito e per la stessa operatività delle brigate Garibaldi, che peraltro nulla autorizza a dire che fossero implicate coi loro comandanti nella strage. Modesti sbagliò con le sue mille reticenze, ma ebbe la dignità di farsi in silenzio anche il carcere, forse non meritato, ma subìto in nome di una disciplina di partito che si può disapprovare, ma che, laddove viene pagata di persona, è degna di rispetto.
 Francamente ci appare incredibile pensare come mandanti della strage di Porzus lo stesso PCI o il comando della Garibaldi – Natisone; se esponevamo ampiamente tutti i contrasti profondi che dividevano garibaldini e osovani, non per questo crediamo che questi contrasti potessero sfociare in atti di selvaggia crudeltà, eseguiti a freddo e senza altra motivazione che l’odio ideologico. Piuttosto ci pare credibile l’opinione espressa da Alberto Buvoli, direttore dell’Istituto Friulano per la Storia del movimento di Liberazione, che in un’intervista del 30 luglio 1997 al Corriere della Sera diceva: “L’ordine di intervenire a Porzus venne dagli Sloveni. La responsabilità della federazione comunista di Udine è semmai di aver affidato il compito a Giacca, noto squilibrato, con una fedina penale già sporca. Quando Lizzero, commissario politico delle Brigate Garibaldi venne a sapere della strage, chiese che Giacca e i suoi venissero fucilati… ma Giacca era protetto dagli sloveni”. Ci permettiamo di aggiungere una notazione a quanto dichiarato da Buvoli: con ogni probabilità il comando del IX Corpus diede l’ordine dell’azione, imponendo anche che fosse compiuta dal Toffanin, che era comunque un loro uomo, da loro proveniva e da loro, non a caso, tornò. Giacca era il più qualificato per eseguire un ordine nello stile di chi, non scordiamolo, inventò le foibe come strumento di dialettica politica con gli oppositori. A poco vale obiettare che l’irrilevante numero di osovani non avrebbe potuto costituire alcun ostacolo all’eventuale dilagare fino al Tagliamento del IX Corpus. Se il pericolo non esisteva sotto il profilo militare, era comunque da eliminare una sacca di dissidenza, altrettanto pericolosa in un’ottica di cieco fanatismo politico. A questo punto la funzione del PCI di Udine sarebbe stata solo e unicamente quella di “passacarte”, perché neanche la scelta di Toffanin come esecutore era loro. Purtroppo, come dicevamo, una disciplina di partito rigida e assoluta impedì di fare piena luce. Ma riteniamo che la nostra ipotesi non sia del tutto priva di fondamento.
 E qui potremmo chiudere questa breve rilettura di una delle pagine più tristi della nostra storia nazionale. Ma c’è un ultimo mistero, questo destinato a restare irrisolto. Cosa spinse Sandro Pertini nel luglio del 78, appena eletto Presidente della Repubblica, a concedere la grazia a Giacca? L’ex gappista, lo ricordavamo prima, aveva un pesante debito con la giustizia per reati ordinari, essendo estinte le pene per i fatti di Porzus da provvedimenti di successivi indulti e amnistie. Il settimanale L’Espresso pubblicò, il 25 settembre 1997, un’inchiesta al proposito, ma si scontrò con una diffusa epidemia di amnesia, malattia che aveva colpito il consigliere giuridico di Pertini, il segretario generale del Quirinale, perfino il funzionario della presidenza che si occupava all’epoca proprio delle pratiche di grazia. Quanto al guardasigilli dell’epoca, il professor Bonifacio, era già morto da diversi anni. Mistero. Tuttavia Mario Toffanin, comandante Giacca, nonostante la grazia restò in Slovenia. Forse perché la sentiva come la sua patria, forse perché temeva di fare qualche spiacevole incontro rientrando in Italia.
 
“Giacca” all’epoca della Resistenza di PAOLO DEOTTO
 
Bibliografia
 
Porzus, due volti della Resistenza, di Marco Cesselli – Ed. La Pietra, Milano 1975
 
Porzus, dialoghi sopra un processo da rifare, di Alexandra Kersevan – Ed. Kappa Vu, Udine 1997
 
L’Italia della guerra civile, di Indro Montanelli e Mario Cervi – Ed. Rizzoli, Milano 1983
 
L’esercito di Salò, di Giampaolo Pansa – Ed. Mondadori, Milano 1970
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 14:05:03 pm
Fonte : http://stragipartigiane.blogspot.it/

QUI SONO RIPORTATE SOLAMENTE ALCUNI DELLE STRAGI COMPIUTE DAI "LIBERATORI" NELLE "GLORIOSE"  GIORNATE DEL 25 APRILE 1945
 










La strage di Oderzo (Treviso)
 
Negli ultimi giorni di aprile del 1945, esattamente il 28, 126 giovani militi dei Btg. “Bologna” e “Romagna” della GNR e 472 uomini della Scuola Allievi Ufficiali di Oderzo della R.S.I. (450 allievi più 22 ufficiali) si arresero al C.L.N. con la promessa di avere salva la vita. L’accordo fu sottoscritto nello studio del parroco abate mitrato Domenico Visentin, presenti il nuovo sindaco di Oderzo Plinio Fabrizio, Sergio Martin in rappresentanza del C.L.N., il Col, Giovanni Baccarani, comandante della Scuola di Oderzo e il maggiore Amerigo Ansaloni comandante del Btg. Romagna. Ma quando scesero i partigiani della Brigata Garibaldi “Cacciatori della pianura” comandati dal partigiano Bozambo l’accordo fu considerato carta straccia e il 30 aprile cominciarono a uccidere. Molti furono massacrati senza pietà fra il 30 aprile e il 15 maggio. La maggior parte, ben 113, fu uccisa al Ponte della Priula, frazione di Susegana e gettati nel Piave. Pare si trattasse di 50 uomini del “Bologna”, 23 del “Romagna”, 12 della Brigata Nera, 4 della X^ MAS, e gli altri di altri reparti fra cui gli allievi della scuola. Altri furono trucidati sul fiume Monticano.La banda di "Bozambo", "boia di Montaner", al matrimonio tra Adriano Venezian e Vittorina Arioli, entrambi partigiani, al banchetto di addio al celibato di Venezian uno della banda affermò :- Ti auguriamo che tu abbia ad avere dodici figli e perché questo augurio abbia ad essere consacrato domandiamo che siano uccisi, vittime di propiziazione, dodici fascisti -.Fu così che la mattina del 16 maggio scelsero tredici allievi ufficiali della Scuola di Oderzo e li assassinarono nei pressi del Ponte della Priula. (Particolare delle stragi di Oderzo). (Contributo di Francesco Fatica dell’ISSES Napoli)Vedi anche, qui appresso i caduti sulla corriera della morte. In totale le vittime fra gli ufficiali della scuola di Oderzo furono 144.
 


La corriera della morte
 Verso la metà di maggio (esattamente nella notte fra il 14 e il 15) tre camion della Pontificia Opera di Assistenza venivano dal bresciano e trasportavano verso sud reduci della R.S.I. che cercavano di rientrare a casa. Uno veniva da Rezzato, uno da Erbusco e uno da Brescia. Su quest’ultimo c’erano anche 15 o 16 allievi della scuola di Oderzo. A Bondanello, però, la polizia partigiana che aveva sede nella casa del popolo di Moglia, fermò i camion (almeno due). Il primo, proveniente da Brescia trasportava 43 persone. Queste furono consegnate alla polizia partigiana di Concordia che ne rinchiuse 25 (pare) a Villa Medici, ribattezzata “Villa del pianto”. Questi furono depredati di tutto e massacrati il 17 maggio. Gli altri, due notti dopo, vennero caricati su un camion e fatti proseguire per Carpi . Ma giunti a San Possidonio furono scaricati, condotti a gruppi nella campagna circostante, depredati, seviziati e uccisi. Era la notte del 19 maggio. Fra tanto orrore un fatto ancora più orrendo: fra quei poveretti c’era anche una giovane donna con marito e figlio. Questi ultimi finirono massacrati con gli altri. La donna, al sesto mese di gravidanza, fu violentata da nove uomini e poi abbandonata in stato confusionale davanti ad un albergo di Modena. Dalle risultanze processuali pare che gli uccisi fossero, in totale, più di ottanta. Diversi responsabili furono identificati ma, come al solito, pur essendo stati ritenuti colpevoli, beneficiarono dell’amnistia (e del minaccioso sostegno del partito comunista) e rimasero impuniti.
 


Gli uccisi di Pescarenico (Lecco)
 La sera del 26 aprile transitò per Lecco una colonna di 160 uomini del Gruppo Corazzato “Leonessa” e del Btg. “Perugia” che ripiegava su Como. A Pescarenico furono attaccati dai partigiani. Asserragliati in alcune case i militi si difesero per tutta la notte e per tutto il giorno 27. A sera, avendo quasi esaurite le munizioni, fu trattata la resa. Le condizioni erano che i militi dovevano avere la libertà e gli ufficiali la prigionia secondo la Convenzione di Ginevra. Dopo la resa tutti gli uomini furono picchiati e insultati e minacciati tutti di morte. Il giorno 28 i tredici ufficiali e tre vice brigadieri furono uccisi. Prima di morire lasciarono ai religiosi che li assistettero,toccanti lettere per i familiari.
 


La strage di Monte Manfrei (Savona)
 In questo luogo isolato dell’Appennino Ligure, fra Genova e Savona, nei giorni tragici di fine aprile, primi maggio 1945, i partigiani trucidarono i 200 marò del presidio di Sassello della Divisione “San Marco”, quando la guerra si era ormai conclusa. I cadaveri, sepolti sotto poca terra nei dintorni, non sono stati ancora rinvenuti tutti, anche per l’omertà delle popolazioni, minacciate ancora adesso dagli assassini dell’epoca. Una grande croce ricorda ora i caduti e ogni anno, l’8 luglio, numerose persone salgono lassù e li ricordano con una toccante cerimonia.
 



L'eccidio di Cadibona (Savona)
 
Fu una esecuzione illegale di 38 prigionieri politici fascisti durante il viaggio di trasferimento dalle carceri di Alessandria a Savona.
 

L'11 maggio 1945, trentotto prigionieri politici fascisti, cioè appartenenti alle disciolte formazioni della Repubblica Sociale Italiana, collaboratori dei nazi-fascisti, vennero uccisi in una località a breve distanza dall'abitato di Cadibona, lungo la strada statale che porta alla galleria di Altare.
 

Essi appartenevano ad un gruppo di 52 persone, fra le quali 13 donne, detenute nelle carceri di Alessandria e poste in traduzione per Savona per essere giudicate dalla Corte di Assise Straordinaria. Erano scortate da cinque agenti di Pubblica Sicurezza ausiliari: tre sottufficiali e due guardie, tutti ex partigiani.
 

L’azione penale contro i presunti responsabili dell’uccisione dei detenuti politici era promossa dalla Questura di Savona soltanto nel 1950. A conclusione della lunga istruttoria il giudice rinviava i cinque partigiani e l'allora commissario dell'Ufficio politico della Questura di Savona, al giudizio della Corte d’Assise. Gli imputati, durante l’interrogatorio, negavano d’aver preso parte materialmente all’eccidio. Questi asserivano che sarebbe stato compiuto da partigiani a loro sconosciuti, i quali avrebbero ricevuto l’ordine per telefono, ordine partito dall’ufficio politico della questura di Savona.
 

Iniziatosi il dibattimento davanti la Corte di Assise di Verona questo veniva sospeso per impedimento (grave malattia) di uno degli imputati, e rinviato a nuovo ruolo. Intanto sopravveniva il Decreto del Presidente della Repubblica in data 11 luglio 1959 n. 460 il quale coll’art. 1 lett. a) concede amnistia per i reati politici ai sensi dell’art. 8 C.P. commessi dal 25 luglio 1943 al 18 giugno 1946, e gli atti venivano trasmessi al Tribunale ai sensi dell’art. 153 II° cpv C.P. per l’eventuale provvedimento di estinzione.
 

Con la sentenza del 14 ottobre 1959 tutti gli imputati vengono amnistiati.
 



La strage di Rovetta (Bergamo)
 Il 26 aprile 1945 un plotone della 6^ Compagnia della Legione Tagliamento di presidio al Passo della Presolana, al quale si aggiunsero alcuni militi della 5^, sentite le notizie della disfatta tedesca decise, malgrado la contrarietà di alcuni, di arrendersi, sollecitato in tal senso anche dal Franceschetti, proprietario dell’albergo che ospitava i militi e si diresse verso Clusone. Ma, giunti a Rovetta (BG), trattarono la resa col locale C.L.N. che promise un trattamento conforme alle convenzioni internazionali. Erano 46 militi comandati dal giovane S.Ten. Panzanelli di 22 anni. Deposte le armi, furono alloggiati nelle locali scuole elementari. Il prete del luogo, Don Giuseppe Bravi, era anche segretario del C.L.N. locale e garantiva il rispetto degli accordi. Ma una masnada di feroci partigiani, giunti da Lovere su due camion, impose la consegna dei prigionieri e il 28 aprile, dopo feroci maltrattamenti, 43 di loro (uno, Fernando Caciolo, della 5^ Cmp, sedicenne di Anagni, riuscì a fuggire e tre giovanissimi, Chiarotti Cesare, 1931, di Milano, Ausili Enzo, 1928, di Roma e Bricco Sergio, 1929, di Como, vennero risparmiati) vennero condotti presso il cimitero di Rovetta e qui fucilati. Ben 28 di loro avevano meno di 20 anni. L’ultimo ad essere ucciso, dopo aver assistito alla morte di tutti i camerati, fu il Vice brigadiere Giuseppe Mancini, figlio di Edvige Mussolini sorella del Duce.Dopo la guerra alcuni di quei partigiani ritenuti responsabili della strage furono individuati e processati. Ma la sentenza fu di non luogo a procedere in forza del Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 194 del 12 aprile 1945, firmato da Umberto di Savoia, che in un unico articolo dichiarava non punibili le azioni partigiane di qualsiasi tipo perché da considerarsi “azioni di guerra”. Fu, cioè, dalla viltà dei giudici, considerata azione di guerra legittima anche il massacro di prigionieri inermi compiuta, per giunta, quando la guerra era ormai terminata.
 


La strage di Lovere (Bergamo)
 Mercoledì 25 aprile 1945 un piccolo presidio della Legione “Tagliamento”, 26 militi della 4^ Cmp, II Rgt, di stanza nell’edificio delle scuole elementari a Piancamuno in Val Canonica venne sorpreso da un gruppo di partigiani fra i quali erano dei polacchi in divisa tedesca. Malgrado la sorpresa i militi reagiscono, ma le perdite sono gravi : 9 morti fra cui il comandante aiutante maresciallo Ernesto Tartarini e tre feriti. Anche il comandante partigiano, però, tale Luigi Macario, viene ucciso insieme ad altri due, cosicché i partigiani, rimasti senza comandante, cedono al fuoco intenso dei militi superstiti e si ritirano. A questo punto giunge in aiuto una squadra del plotone Guastatori al comando del brigadiere Amerigo De Lupis.Egli si rende conto che i tre feriti che giaccioni all’Ospedale di Darfo non hanno una assistenza adeguata. Uno dei tre, infatti, Sandro Fumagalli, muore la mattina del 26Allora nel pomeriggio il De Lupis, con una piccola scorta, porta i due feriti. ancora vivi all’Ospedale di Lovere, sul lago d’Iseo. Ma egli non sa che i partigiani stanno occupando la città. Al mattino, infatti, il locale presidio del 612° Comando Provinciale della G.N.R. comandato dal Ten. Agostino Ginocchio si è arreso a un gruppo di partigiani e altri partigiani stanno affluendo dalle montagne. Così il De Lupis e i suoi uomini vengono sorpresi all’uscita dall’Ospedale e catturati. Condotti presso la casa canonica (Palazzo Bazzini) che veniva utilizzata come prigione, vennero rinchiusi insieme agli uomini del Ten. Ginocchio. Testimoni dell’epoca affermano che ai prigionieri vennero inflitti pesanti maltrattamenti. Il 30 aprile un legionario, Giorgio Femminini di 20 anni, ottenne di potersi sposare con la sorella di un commilitone, Laura Cordasco, così fu condotto in chiesa col De Lupis e il commilitone Vito Giamporcaro come testimoni. Ma poichè la cerimonia si prolungava i partigiani condussero via tutti gli uomini del De Lupis e li portarono dietro il cimitero dove furono massacrati con raffiche di mitra. Gli uccisi furono sei: Amerigo De Lupis, Aceri Giuseppe, Femminini Giorgio, Mariano Francesco, Giamporcaro Vito, Alletto Antonino. I due legionari: Le Pera Giovanni e De Vecchi Francesco, ricoverati, come si è detto, in ospedale per gravi ferite, furono quasi ogni giorno percossi e maltrattati e, infine, prelevati da partigiani fra il 7 e l’ 8 di Giugno, oltre 40 giorni dopo la fine della guerra, percossi, seviziati e, infine, gettati nel lago e annegati.
 


I massacrati di Ponte Crenna (Pavia)
 Il 12 agosto 1944 quattro giovani militi venivano catturati dai partigiani e barbaramente assassinati a Ponte Crenna nell’Oltrepo Pavese. Fra essi Walter Nannini, medaglia d’Argento alla memoria.
 


La strage di S.Eufemia e Botticino Sera (Brescia)
 Fra il 9 e il 13 maggio 1945 furono prelevati 11 fascisti a Lumezzane e altri a Toscolano Maderno. Orribilmente seviziati, 23 vennero uccisi proprio di fronte alla chiesa di S.Eufemia mentre altri 16 vennero uccisi e gettati in una fossa a Botticino, in una località detta Mulì de l’Ora. I civili erano 16 e 23 i militari di cui 9 erano della Divisione San Marco. I cadaveri furono ritrovati in stato di avanzata decomposizione, con tracce di inaudita violenza e le unghie strappate. Autori dell’eccidio furono i partigiani comandati da tale Tito Tobegia.
 


L’eccidio dell’Ospedale psichiatrico di Vercelli
 Nei giorni dal 23 al 26 aprile 1945 si erano concentrate a Vercelli tutte le forze della R.S.I. della zona, circa 2000 uomini, che andarono a costituire la Colonna Morsero, dal nome del Capo Provincia di Vercelli Michele Morsero. Tale colonna partì da Vercelli alle ore 15 del 26 aprile, dirigendo verso nord per raggiungere la Valtellina. I reparti che costituivano la colonna erano : Il 604° Comando Provinciale GNR Vercelli Comandato dal Colonnello Giovanni Fracassi, la VII^ B.N. “Punzecchi di Vercelli, parte della XXXVI^ B.N. “Mussolini” di Lucca, CXV° Btg “Montebello”, I° Btg granatieri “Ruggine”, I° Btg d’assalto”Ruggine”, I° Btg rocciatori (poi controcarro) “Ruggine”, III° Btg d’assalto “Pontida”. La colonna raggiunse Castellazzo, a Nord di Novara, la mattina del 27 aprile e, dopo trattative, la sera decise, dopo molte incertezze, di arrendersi ai partigiani di Novara dietro promessa di essere trattati da prigionieri di guerra. Il 28 aprile i prigionieri vengono condotti a Novara e rinchiusi in massima parte nello stadio. Subito cominciarono gli insulti e i maltrattamenti e il 30 cominciarono i prelevamenti di gruppi di fascisti dei quali non si ebbe più notizia. Lo stesso accadde nei giorni successivi insieme a feroci pestaggi. Il 2 maggio Morsero viene portato a Vercelli e fucilato. Intanto sono giunti gli americani che tentano di ristabilire un minimo di legalità. Ma il Corriere di Novara dell’8 maggio parla di molti cadaveri di fascisti ripescati nel canale Quintino Sella. Finché il 12 maggio giungono da Vercelli i partigiani della 182^ Brigata Garibaldi di “Gemisto” cioè Francesco Moranino che prelevano circa 140 fascisti elencati in una loro lista. Questi uomini saranno le vittime della più incredibile ferocia. Portati all’Ospedale Psichiatrico di Vercelli saranno, in buona parte massacrati all’interno di questo. Le pareti dei locali dove avvenne l’eccidio erano lorde di sangue fino ad altezza d’uomo. Altri saranno schiacciati in un cortile da un autocarro, altri fucilati nell’orto accanto alla lavanderia, altri, pare tredici, fucilati a Larizzate e altri ancora, infine, portati con due autocarri e una corriera (quindi in numero rilevante) al ponte di Greggio sul canale Cavour e qui, a quattro a quattro, uccisi e gettati nel canale. Nei giorni successivi i cadaveri ritrovati nei canali di irrigazione alimentati dal canale Cavour furono più di sessanta. Solo il giorno 13 maggio, domenica, gli americani prenderanno il controllo dei prigionieri ed eviteranno altri massacri. Era già pronta la lista dei prigionieri da prelevare quello stesso giorno alle ore 18.
 


Il massacro di Schio (Vicenza)
 La notte del 7 luglio 1945 una pattuglia partigiana irruppe nel carcere di Schio dove erano detenute 91 persone presunti fascisti. Di queste, che erano state radunate in uno stanzone e contro cui furono sparate molte raffiche di mitra, ne furono massacrate ben 54 di cui 19 donne, mentre 14 rimasero ferite (11 in modo grave). Il tribunale militare alleato individuò alcuni degli esecutori materiali del crimine ed emise alcune condanne, però mai eseguite. Dai dibattimenti emerse che molte di quelle persone non avevano alcuna colpa e nei loro confronti era già pronto l’ordine di scarcerazione. Il governatore militare alleato ebbe ad affermare che i fatti di Schio “costituiscono una macchia per l’Italia ed hanno avuto una larga pubblicità nei giornali statunitensi, britannici e sudafricani dove vengono considerati senza attenuanti".
 


Il massacro di Avigliana (Torino)
 Qui furono uccisi, a guerra finita, dopo che si erano arresi ed erano stati disarmati, 33 militari della R.S.I..
 


I morti di Agrate Conturbia (NO)
 "Caduti per la Patria” sta scritto su una croce che fa la guardia a 33 salme di fascisti senza nome, trucidati nel sottostante bosco detto “la Bindellina”.
 


I feroci massacri del Biellese
 A Bocchetta Sessera (Vercelli) una stele ricorda le decine di cadaveri di fascisti, non solo uomini ma anche donne, stuprate e seviziate prima di essere uccise, che si presume ancora si trovino nel bosco sottostante. Fu questa, una delle zone dove la ferocia partigiana toccò livelli inimmaginabili. Qui operava Francesco Moranino detto Gemisto che, ricordiamolo, nel 1955 fu condannato all’ergastolo dalla Corte d’Appello di Firenze per strage di partigiani non comunisti e che fuggì a Praga, da dove rientrò in Italia dopo che il P.C.I. lo ebbe fatto eleggere Senatore.
 


Gli N.P. trucidati a Valdobbiadene (Treviso)
 Qui, dopo che il 9 marzo 1945 il grosso del Btg N.P. della X^ fu trasferito sul fronte del Senio, rimasero a presidio soltanto 45 marò. Essi, che avevano sempre vissuto in buona armonia con la popolazione e, quindi, pensavano di non avere nulla da temere, dopo il 25 aprile, a guerra finita, si consegnarono ai partigiani della Brigata “Mazzini” (Comandante Mostacetti). Ma nella notte fra il 4 e il 5 maggio essi furono divisi in tre gruppi per essere, si disse loro, trasferiti altrove. Il primo gruppo fu condotto in località Saccol di Valdobbiadene, spinto in una galleria e, qui, trucidato a colpi di mitra e di bombe a mano. La galleria, poi, fu fatta saltare per occultare il crimine. Il secondo gruppo fu condotto in località Madean di Combai. Qui ai marò vennero legate le mani dietro la schiena con filo di ferro, indi, dopo essere stati depredati, vennero uccisi e bruciati. Stessa sorte ebbe il terzo gruppo, condotto in località Bosco di Segusino.
 


L’eccidio del 2° R.A.U.
 Gli uomini del 2° R.A.U. ( Reparti Arditi Ufficiali) appartenente al R.A.P (Raggruppamento Anti Partigiano), che operava in Piemonte, si arresero ai partigiani il 27 aprile a Cigliano, a nord di Torino, essendo stato promesso il trattamento dovuto ai prigionieri di guerra e l’onore delle armi. Ma il 29 vengono divisi in due gruppi: nel primo vengono inclusi quasi tutti gli ufficiali, le ausiliarie e due signore mogli di ufficiali, nel secondo gli altri. Il primo gruppo viene condotto a Graglia fra inauditi maltrattamenti, senza cibo ne acqua per tre giorni. Fu negata l’acqua anche alla signora Della Nave, incinta. Il 2 di Maggio 1945 furono divisi in tre gruppi: il primo fu condotto al ruscello che divide il comune di Graglia da quello di Netro, il secondo in località Paiette e il terzo alla Cascina Quara presso il Santuario. E furono tutti trucidati. Oggi tutte le salme riposano in una tomba-ossario nel cimitero di Graglia dove una lapide bronzea recante il gladio della R.S.I. che ne ricorda il sacrificio.
 


L’eccidio dei fratelli Govoni
 Alle ore 23 dell’11 Maggio 1945, venerdì, ad Argelato (Bologna), frazione Casadio, podere Grazia, assieme al altri dieci fascisti prelevati a San Giorgio in Piano, partigiani emiliani trucidavano, dopo averli condotti, legati a 3 a 3, presso una fossa anticarro, i sette fratelli Govoni che erano stati prelevati a Pieve di Cento la mattina alle 6,30 : Dino, 40 anni, falegname, Marino, 34 anni, contadino, Emo, 31 anni, falegname, Giuseppe, 29 anni, contadino, Augusto, 27 anni, contadino, Primo, 22 anni, contadino e Ida, di appena venti anni, sposata ad Argelato e madre di un bambino. Prima della morte tutti furono picchiati a sangue e seviziati in vario modo. Solo Dino e Marino avevano militato nella R.S.I., Marino come brigadiere della G.N.R. e Dino come semplice milite. Nel 1951, quando fu scoperta la fossa dove giacevano i corpi dei 7 fratelli insieme a quelli degli altri dieci fascisti, si scoprì lì vicino un’altra fossa con i resti di 25 cadaveri.
 


Gli uccisi del XIV Btg Costiero da Fortezza
 Il 5 Maggio 1945, a guerra ormai conclusa, 20 militi del battaglione, che aveva valorosamente combattuto a difesa dei confini orientali, si consegnarono ai partigiani, fidando nelle leggi internazionali che tutelano i prigionieri di guerra. Ma i partigiani, totalmente irrispettosi di ogni legge, li condussero, dopo molte marce, a Sella Doll di Montesanto e qui, fattili inginocchiare sul bordo di una trincea della prima guerra mondiale, barbaramente li uccisero con un colpo alla nuca.
 


La strage di Codevigo (Padova)
 Qui nei primi giorni del Maggio 1945 (fra il 3 e il 13) furono seviziate e uccise oltre 365 persone fra cui 17 fascisti (uomini e donne) dello stesso Codevigo (12 maggio). I militari, appartenenti a formazioni R.S.I. della provincia di Ravenna, erano stati catturati negli ultimi giorni di aprile e chiusi in carcere. Ma i partigiani romagnoli di Arrigo Boldrini li prelevarono dicendo che li avrebbero condotti a Ravenna. Li condussero, invece, a Codevigo e qui, dopo averli seviziati, li condussero al ponte sul fiume Brenta e li uccisero a due a due, gettandoli poi nel fiume. Molte salme furono trascinate via dalla corrente. Altre, gettate nei cimiteri dei dintorni, furono recuperate per l’opera instancabile di Rosa Melai che, il 27 maggio 1962 riuscì a inaugurare l’Ossario dove potè radunare le salme ritrovate. Oggi sono 114 i caduti che qui hanno trovato riposo e rispetto.
 

I trucidati a Ponte di Greggio (VC)
 I fatti avvennero nei primi giorni del Maggio 1945.
 


I massacri dei bersaglieri del “Mussolini”
 
Come è noto il Btg di bersaglieri volontari “Mussolini” fronteggiò gli slavi del X° Corpus sul fronte orientale fin dal 10/12 ottobre 1943. Il 30 Aprile 1945, dopo la morte di Mussolini e la resa delle truppe italo-tedesche, anche gli uomini del “Mussolini” decisero di arrendersi ai partigiani di Tito, alle condizioni stabilite che prevedevano l’immediato rilascio dei soldati e la trattenuta dei soli ufficiali per accertare eventuali responsabilità. Ma i “titini” si guardarono bene dal rispettare le condizioni concordate e, invece di lasciare liberi i soldati, condussero tutti a Tolmino e li rinchiusero in una caserma. Da qui qualcuno fortunatamente riuscì a fuggire, ma, dopo alcuni giorni, 12 ufficiali e novanta volontari furono prelevati, condotti sul greto dell’Isonzo e, qui, trucidati. Dopo altri giorni altri dodici furono prelevati, condotti a Fiume e uccisi. E ancora il 18 maggio dall’Ospedale Militare di Gorizia furono prelevati 50 degenti e uccisi. Dieci erano bersaglieri. Intanto i sopravvissuti avevano iniziato una marcia allucinante, senza cibo né acqua, picchiati e seviziati, e altri furono uccisi durante la marcia. Finalmente giunsero al tristemente famoso campo di prigionia di Borovnica ove fame, epidemie, sevizie e torture inumane seminano morte fra gli odiatissimi bersaglieri. Alla chiusura di quel campo, nel 1946, i sopravvissuti furono internati in altri campi ove le condizioni non migliorarono assolutamente. Alla fine, il 26 giugno 1947, soltanto 150 bersaglieri, ridotti in condizioni inumane, poterono tornare in Italia. Dei quasi quattrocento caduti del battaglione, ben 220 furono quelli uccisi dopo il 30 aprile 1945.
 




La strage delle Ausiliarie
 Negli ultimi giorni dell’ Aprile e nei primi di Maggio 1945 l’odio bestiale dei partigiani si scatenò con particolare accanimento contro le donne che avevano prestato servizio in qualità di ausiliarie nell’esercito della R.S.I. Esse subirono torture, pestaggi, sovente stupri ripetuti, e si tentò di umiliarle in ogni modo, spesso denudandole ed esponendole così al ludibrio di folle imbestialite.Giorgio Pisanò, nella sua “Storia delle Forze Armate della R.S.I.” (cui si rinvia per approfondimenti) ricorda diecine di casi di ausiliarie, spesso giovanissime, catturate da sole o in piccoli gruppi e, poi, martirizzate e trucidate. L’elenco delle ausiliarie cadute che compare in detta opera è di 200 nominativi, ma si avverte che tale elenco non è completo proprio perché non è mai stato possibile fare luce completa sulla quantità di crimini commessi dai partigiani in quella primavera di sangue a danno di queste giovani donne coraggiose e fedeli fino alla fine. Nella sola Torino ne furono massacrate 18.
 


L’olocausto della “Monterosa”
 Tra il 24 e il 25 Aprile tutte le truppe schierate sul fronte alpino occidentale ricevettero l’ordine di ripiegare sul fondovalle. Così anche gli uomini della Divisione Alpina “Monterosa” iniziarono il ripiegamento. E, a cominciare dal 26 aprile, molti reparti, ad evitare spargimenti di sangue ormai inutili, si arresero al C.L.N. della zona avendo formali promesse di trattamento conforme alle leggi internazionali. Purtroppo tali leggi non furono rispettate e anche qui, come altrove, decine e decine di uomini ormai disarmati, furono trucidati con bestiale ferocia. Non è possibile ricostruire tutti i fatti, molti dei quali, probabilmente, non sono mai stati resi noti. E’ molto noto, invece, il caso degli uomini del Btg “Bassano” che si erano arresi il 26 aprile al C.L.N. di Saluzzo. Come al solito essi avevano avuto ampie garanzie di salvaguardia della loro incolumità. Ma, ancora come il solito, tali promesse non erano state rispettate. E l’Avv. Andrea Mitolo di Bolzano, già ufficiale del “Bassano”, con una circostanziata denuncia alla Procura della Repubblica di Saluzzo, descrive la fine di ventidue uomini, ufficiali e soldati, trucidati dai partigiani di “Gianaldo” (Italo Berardengo) dopo che si erano arresi ed erano stati disarmati.Né, parlando della Monterosa, possiamo non ricordare l’infame attentato alla tradotta che trasportava sul fronte occidentale gli uomini della “Monterosa” che erano stati ritirati dal fronte della Garfagnana. Tra Villafranca e Villanova d’Asti fu minata la linea ferroviaria e l’esplosione, provocata al passaggio della tradotta, travolse due vagoni e uccise 27 alpini ferendone altri 21 anche in modo molto grave. Malgrado l’odiosità del vile attentato non fu attuata alcuna rappresaglia.
 


I trucidati della Divisione “Littorio”
 Negli ultimi giorni di Aprile anche i reparti della “Littorio” che, come è noto, difendevano i confini occidentali, iniziarono il ripiegamento verso il fondo valle. Anche qui, come altrove, i reparti che rimasero in armi fino all’arrivo degli anglo-americani, si consegnarono a questi e furono avviati ai campi di concentramento.Quelli, invece, come il III° Btg del 3° Rgt granatieri, si consegnarono ai partigiani, ebbero sorte diversa. Era stato raggiunto un accordo coi partigiani del capitano Aldo Quaranta per un indisturbato deflusso di tuti i reparti e il III° Btg, giunto il 27 aprile a Borgo San Dalmazzo, si arrese al capo del CLN del luogo, tale Oratino. L’accordo era che i militari sarebbero stati messi gradualmente in libertà forniti di lasciapassare. Fra gli uomini del Btg e i partigiani non c’erano mai stati scontri o altri incidenti, per cui il patto fu accettato dagli uomini della “Littorio” fidando nella parola dell’Oratino. Ma anche questa volta gli uomini del CLN e i partigiani non tennero fede alla parola data e il Maggiore Grisi, comandante del III Btg, il maggiore Montecchi, il Ten. Buccianti, il Cap. Calabrò, i Marescialli Sanvitale e Magni, il Caporal Maggiore Sciaratta ed altri furono uccisi alcuni dopo un processo sommario, altri senza processo e, soprattutto, senza che fossero loro contestate reali colpe.
 


I morti della Divisione “San Marco”
 Negli ultimi giorni di Aprile, a guerra conclusa, molti uomini della Divisione “San Marco” furono uccisi dai partigiani. Giorgio Pisanò, nella sua “Storia delle Forze Armate della R.S.I.” ne elenca alcune centinaia fra cui circa 300 ignoti ancora in divisa ma privi di ogni segno di riconoscimento, trucidati a Colle di Cadibona, Monte Manfrei (vedi sopra), Passo del Cavallo, Santa Eufemia e in altri luoghi.Il Deposito Divisionale, ritiratosi a Lumezzane V.T., qui il 27 aprile accettò la resa con l’onore delle armi e un promesso salvacondotto per tutti. Ma una volta deposte le armi i partigiani, fedifraghi come sempre, condussero gli ufficiali a Gardone e, dopo due giorni, li trucidarono a S.Eufemia della Fonte (BS). Fra di essi il Comandante del Deposito Ten. Col. Zingarelli, la cui salma, ritrovata con le altre orrendamente mutilate, potè essere identificata in virtù di un maglione blu che era solito indossare.
 


I trucidati della 29° Divisione SS italiane
 I reparti più atti al combattimento di questa divisione ( Btg “Debica” e Gruppo di combattimento “Binz”) si arresero agli americani nei giorni 29 e 30 aprile. Il resto della divisione, invece, ( Btg Pionieri e Btg dislocati a Mariano Comense e a Cantù) dopo una strenua resistenza condotta fino all’esaurimento delle munizioni, fu catturato dai partigiani. Gli ufficiali furono tutti trucidati. Il Ten. Luigi Ippoliti, ferito, fu prelevato in ospedale il 5 maggio 1945, condotto presso il cimitero di Meda e qui massacrato legato alla barella.
 


I caduti del 3° Rgt. Bersaglieri volontari
 Il I° Btg era schierato a Genova e a levante di Genova. I reparti che erano a levante di Genova si sacrificarono quasi interamente per contrastare l’avanzata del negri della 92^ Div. “Buffalo”. I reparti che si trovavano in città furono attaccati dai partigiani e si difesero fino all’ultima cartuccia. Essendo ormai disarmati, furono catturati e, immediatamente, quasi tutti uccisi. Il II° Btg si trovava, invece, in Liguria in difesa del confine occidentale. Quando giunse l’ordine di ripiegamento, risalì insieme alla 34^ Div. Tedesca fino a Quagliuzzo in Piemonte e qui, il 3 maggio, si arrese al CNL locale previo rilascio di un lasciapassare per tutti gli uomini. Malgrado il lasciapassare, però, il Cap. Francoletti e il Ten. Casolini furono condotti sul greto della Dora e qui massacrati. I corpi non furono mai ritrovati. Questo Btg ebbe anche due giovani mascotte, di quattordici e dodici anni, assassinate dai partigiani.
 


I caduti dei Guastatori del Genio II° Btg.
 Anche questo reparto (che aveva poi assunto il nome di II° Btg Pionieri “Nettuno”) ebbe i suoi caduti dopo la cessazione delle ostilità. Nei giorni successivi al 25 aprile 1945 il Btg fu sciolto a Somma Lombardo (Varese). La popolazione del luogo si adoperò in ogni modo per salvare gli uomini del Btg, favorendo il rientro nelle loro famiglie. Malgrado il generoso intervento, i partigiani catturarono il Capitano Dino Borsani e, dopo due settimane di torture, lo trucidarono insieme a tre militari sulle rive del Ticino. Era il 10 maggio 1945.
 


Gli uccisi del Btg Volontari Mutilati “Onore e Sacrificio”
 Anche questo Battaglione che la Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra aveva voluto costituire (come già accadde durante la campagna etiopica del 1936), ebbe trucidati molti dei suoi appartenenti. Il Btg era stato costituito a Milano e qui era sempre rimasto, a svolgere compiti territoriali. Dopo la resa anche su questi mutilati infierì la ferocia partigiana e, allorché ebbero deposto le armi, molti furono gli assassinati.
 


L’eccidio di Ozegna
 Pur non essendo accaduto dopo il termine della guerra, si ritiene opportuno narrare qui anche questo fatto, per la vigliaccheria con cui venne consumato l’agguato. L’8 di luglio del 1944 un reparto motorizzato del Btg “Barbarigo” della X^ MAS, che dalla metà di giugno si trovava in Piemonte, al ritorno da una missione fece sosta nella piazza di Ozegna. Lo comandava il Capitano di Corvetta Umberto Bardelli, comandante del Battaglione. Sulla stessa piazza si trovavano alcuni partigiani coi quali Bardelli avviò una pacata discussione invitandoli a non combattere contro altri italiani per conto dello straniero invasore. La conversazione fu pacata e i partigiani ammisero che occorreva fare fronte comune contro gli stranieri. Ma l’atteggiamento remissivo e non ostile nascondeva l’agguato. Infatti, mentre essi parlavano in quel modo con Bardelli, un centinaio di partigiani si ammassarono nelle vie che sboccavano nella piazza e, non appena i parlamentari partigiani si allontanarono, un inferno di fuoco si scatenò sugli uomini del “Barbarigo”. Bardelli tentò di organizzare la resistenza, gridando: - Barbarigo non si arrende - , ma cadde quasi subito sotto il fuoco delle armi partigiane della banda di Piero Urati (detto Piero Pieri) insieme a dodici marò. I sopravvissuti, molti dei quali erano feriti, dovettero arrendersi.
 


Il massacro del Distaccamento “Torino” della X^
 Il 26 aprile 1945 le forze del Presidio militare di Torino lasciarono la città agli ordini del comandante regionale militare Gen. Adami-Rossi. Ma il distaccamento “Torino” della Decima Flottiglia MAS non le seguì e si chiuse nella caserma Montegrappa preparandosi ad una resistenza ad oltranza. Disponeva anche di qualche carro armato. La resistenza durò tre giorni ma alla fine, esaurito il carburante per i carri e scarseggiando le munizioni, il 30 aprile cessò. Qualcuno riuscì a mettersi in salvo attraverso certi cunicoli sotterranei, ma sui rimasti si abbattè la ferocia partigiana. Circa 70 uomini furono fucilati nel cortile della caserma, altri furono massacrati dalle varie formazioni partigiane che avevano partecipato all’assalto e alla cattura di prigionieri. Alla fine, dopo che avevano dovuto assistere al martirio dei camerati, vennero fucilate anche tutte le ausiliarie del reparto.
 


Il sacrificio della Compagnia “Adriatica” della X^ MAS
 All’atto dell’abbandono di Ravenna il Ten. Di Vasc. Giannelli costituì, coi marinai presenti, una compagnia di fucilieri. Era il 1° dicembre 1944. Spostatasi a Chioggia, la compagnia si aggregò alla X^ e, nel gennaio 1945, partì per Fiume e, da qui, si portò sull’isola di Cherso. Qui, nel maggio 1945, la compagnia si sacrificò pressoché per intero per la difesa dell’isola.
 


Il sacrificio della Compagnia “D’Annunzio” della X^ MAS
 Costituitasi a Fiume nel maggio 1944, fu l’estremo avamposto della Decima sui confini orientali. Posta alla difesa di Fiume, costituì anche tre distaccamenti: Laurana, Lussimpiccolo e Lussingrande. Il 25 aprile 1945 Laurana venne attaccata dai “titini” e i 130 marinai si difesero strenuamente fino all’arrivo dei soccorsi. Ma ben 90 caddero nello scontro. Gli altri due distaccamenti si difesero eroicamente fino alla totale distruzione. Fiume si difese con uguale valore fino al 1° maggio, nella vana attesa di uno sbarco anglo-americano. E il 2 maggio i superstiti furono catturati dagli iugoslavi. Ben pochi rientrarono dalla prigionia nel 1947.
 


Il sacrificio della Compagnia “Sauro” della X^ MAS
 Costituita a Pola nel settembre 1943 con gli uomini del deposito del Reggimento San Marco rimasti, dopo la visita di Borghese passò alle dipendenze della X^. A fine aprile e fino al 3 maggio combattè strenuamente fino all’ultimo per la difesa della città. Pochi sopravvissero e furono catturati dagli slavi.
 


I trucidati della base operativa “Est” della X^
 La Base “Est” aveva sede a Brioni Maggiore ma, a fine aprile, col precipitare degli eventi, si concentrò presso il Comando di Marina-Pola. Dopo aver partecipato alla difesa della città, quando essa cadde il personale fu catturato dagli slavi. Solo quattro marinai furono risparmiati. Ufficiali, sottufficiali e 50 fra graduati e marinai furono trucidati a Portorose, a Brioni e a Pola.
 


Il sacrificio della Scuola Sommozzatori della X^
 Questa scuola, costituita a Portofino nel gennaio 1944, nell’estate fu trasferita in Istria, sul confine orientale, a Portorose. Una parte del personale, catturata negli ultimi giorni di aprile, fu subito passata per le armi. Altri, caduti prigionieri a Pola ove si erano concentrati, finirono nei terribili campi di concentramento iugoslavi. Pochi i sopravvissuti.
 


I morti del Btg. “Sagittario” della X^
 Il 30 aprile 1945 il Btg., insieme ad altri reparti del II° Gruppo di Combattimento, raggiunse Marostica e qui, secondo gli ordini, si dette in prigionia agli americani. Ma, dopo la resa, il Comandante Ten.Vasc.F.M. Ugo Franchi e numerosi marinai, furono prelevati e assassinati dai partigiani.
 


L’assassinio del Maggiore Adriano Visconti
 Il 29 aprile 1945 a Gallarate il Primo Gruppo Caccia dell’Aeronautica Repubblicana si arrendeva al CLN del luogo previo accordo che garantiva a tutti l’incolumità. Gli ufficiali vennero condotti a Milano nella Caserma del “Savoia Cavalleria” in Via Vincenzo Monti. Qui, contrariamente agli accordi, gli ufficiali, cui era stato concesso di tenere le proprie armi, vennero disarmati. E mentre attraversavano il cortile della caserma, il Maggiore Adriano Visconti, comandante del Gruppo e il S.Ten. Valerio Stefanini, Aiutante Maggiore, vennero vilmente assassinati con raffiche di mitragliatore sparati alle spalle. Furono sepolti nel cortile stesso della caserma.
 


I massacrati del Btg. “Folgore”
 Il 29 aprile 1945 il Btg. “Folgore” del Rgt “Folgore” si stava dirigendo verso Venaria Reale. Contemporaneamente una pattuglia su un autocarro si diresse a Torino per ritirare alcuni autocarri presso il deposito reggimentale e per recuperare i feriti del Btg presso l’O.M. Ma a Porta Susa un blocco partigiano impedì la realizzazione del progetto. Allora il sottufficiale capo-pattuglia parlamentò coi partigiani ed ebbe l’assicurazione che i feriti sarebbero stati rispettati. Purtroppo, invece, tutti i feriti furono massacrati. Il 1° maggio il Btg., giunto a Strambino il giorno prima, si sciolse, e il Capitano Fredda sciolse gli uomini da ogni obbligo. Ma quasi nessuno abbandonò il reparto che il 5 maggio, ad Ivrea, si consegnò in prigionia di guerra agli americani ricevendo l’onore delle armi. L’ausiliaria Portesan e il sergente maggiore Ciardella furono i soli a lasciare il Btg il 2 maggio, ma, appena fuori dalla zona presidiata, furono trucidati dai partigiani.
 


Le stragi di Genova
 Fra il 26 e il 27 aprile 1945 cessava la resistenza dei presidi della GNR rimasti in città. Con l’assunzione del potere da parte del CLN iniziarono i massacri che coinvolsero anche gran parte dei familiari dei militi. Massacri che continuarono anche dopo l’arrivo a Genova della 92^ Div. “Buffalo” americana.
 


Le stragi di Imperia
 I partigiani entrarono in Imperia il 25 aprile 1945. Fu subito costituita una “commissione di giustizia” che arrestò 500 fascisti o presunti tali. Si disse che era per salvaguardarne la vita. Ma il 4 maggio una quarantina di loro fu seviziata e uccisa. E anche nella provincia avvennero massacri spaventosi.
 


Le stragi di Milano
 Il 608° Comando Provinciale GNR, fedele alle consegne, non si sbandò il 25 aprile 1945 e, chiusisi i vari distaccamenti nelle caserme, resistè fino all’ultima cartuccia. Dopo di che, malgrado le promesse di rispetto della vita, ci furono i massacri, compiuti prevalentemente dai partigiani dell’Oltrepo pavese. Interi plotoni vennero passati per le armi. E le uccisioni continuarono anche quando i pochi superstiti ritornarono alle loro case dai campi di concentramento.
 


Le stragi di Varese
 Anche qui le forze del 609° Com. Prov. GNR rimaste sul posto, dopo essere state sopraffatte il 26 aprile 1945, subirono le atroci vendette dei partigiani che, dopo aver subito fucilato il Cap. Osvaldo Pieroni con alcuni altri, continuarono fino a tutto maggio le esecuzioni sommarie, abbandonando insepolti i cadaveri, spesso rimasti senza nome.
 


Le stragi di Como
 Nella notte del 27 aprile 1945 il Colonnello Vanini aveva ordinato la resa e lo scioglimento del 610° Com. Prov. GNR. Ciò fu fatto, come dagli altri reparti della R.S.I., per evitare il bombardamento della città che sarebbe stato richiesto dai partigiani. Subito dopo cominciarono, anche qui, le sevizie e le uccisioni di numerosissimi militari, che continuarono per quasi tutto maggio.
 


Le stragi di Sondrio
 Il 25 aprile 1945 a Sondrio comandava i circa 3000 uomini della R.S.I. il generale Onorio Onori che avrebbe dovuto organizzare il famoso ridotto della Valtellina. Altri 1000 uomini al comando del Maggiore Renato Vanna sono a Tirano e cercano di raggiungere Sondrio. Il Maggiore Vanna, con 300 uomini, tenta di forzare gli sbarramenti opposti dai partigiani, ma ecco che il generale Onori e Rodolfo Parmeggiani, federale di Sondrio, gli vanno incontro a Ponte in Valtellina, a 9 Km da Sondrio, gli comunicano di essersi arresi il giorno prima e lo invitano a fare altrettanto. E’ il 29 aprile. Tutti i prigionieri vengono chiusi nel carcere di via Caimi o nell’ex casa del Fascio. E qui, malgrado le solite promesse di trattamento civile e conforme alle convenzioni internazionali, ai primi di maggio ebbero inizio le uccisioni di massa. Il 4 maggio furono prelevati 8 uomini, condotti ad Ardenno, obbligati a scavarsi la fossa e uccisi. Il 6 maggio ne furono prelevati 13, condotti a Buglio in Monte e uccisi. Il 7 maggio fu la volta di altri 15. Condotti vicino a Bagni del Masino, furono mitragliati alle gambe e, poi, bruciati vivi. Si calcola che, in totale, gli uccisi siano stati oltre 200. Secondo alcuni addirittura 500. Fra gli uccisi anche l’ausiliaria Angela Maria Tam, il maggiore Vanna e due Capitani medici. Il S.Ten. Paganella fu gettato da un campanile. Molti uccisi ebbe anche il I° Btg Milizia Francese, dipendente dallo stesso Comando.
 


Le stragi di Brescia
 Gli uomini del 613° Com. Prov. GNR si arresero fra il 28 e il 30 aprile 1945. Subito ci furono sevizie e uccisioni compiute dai partigiani. Il maggiore Spadini subì un vergognoso processo e fu condannato a morte e fucilato il 13.2.1946. Il 23.4.1960 la vedova ricevette una telefonata del Ministro di Grazia e Giustizia On. Guido Gonella che gli annunciava l’annullamento della sentenza della Corte d’Assise Straordinaria di Brescia e la riabilitazione del marito.
 


Le stragi di Pavia
 Le forze del 616° Com. Prov. GNR furono particolarmente pressate dalle ingenti bande partigiane della zona. Il 25 aprile 1945 il presidio di Strabella visse un episodio eroico. Per consentire al grosso delle truppe di ritirarsi verso nord, dodici giovanissimi volontari si assunsero il compito di impegnare le forze partigiane. I dodici giovani, poi ridotti a sei, si difesero disperatamente per tutto il giorno e tutta la notte. Poi accettarono la resa con l’onore delle armi. Ma poco dopo, furiosi per essere stati tenuti in scacco da sei ragazzi, i partigiani li prelevarono (ad eccezione di uno che riuscì a fuggire) e li fucilarono insieme ad altre 14 persone. La stessa sorte fu riservata a molti militi degli altri presidi.
 


Le stragi di Vicenza
 Gli uomini del 619° Com.Prov. GNR, all’atto dello sfondamento del fronte nell’aprile 1945 si ritirarono verso le montagne. Ma qui dovettero arrendersi ai partigiani. Vari distaccamenti, però, si difesero strenuamente finchè vennero sopraffatti e massacrati con inaudita ferocia. Vedi anche il terribile massacro di Schio.
 


Le stragi di Treviso
 Anche in questa provincia gli uomini del 620° Com. Prov. GNR, dopo la resa avvenuta fra il 27 e il 30 aprile 1945, subirono la feroce vendetta partigiana. A Revine Lago, a Oderzo, a Susegana furono soppressi centinaia di uomini. Quelli del presidio di Fregona, arresisi il 27 aprile, furono portati a Piano del Cansiglio e infoibati.
 


Le stragi di Padova
 Il 623° Com. Prov. GNR cessò di esistere il 28 aprile 1945. In tutta la provincia infierirono gli uomini della brigata garibaldina di “Bulow” (Boldrini) che commisero innumerevoli eccidi.
 


Le stragi di Bologna
 Il 629° Com. Prov. GNR partecipò, il 21 aprile 1945, alla difesa di Bologna, poi si ritirò verso il Po e qui si sciolse. I suoi uomini furono braccati e moltissimi furono gli assassinati e lasciati senza sepoltura.Pare che gli uccisi dopo il 21 aprile 1945 nel bolognese ammontino a 773 di cui 334 civili fra cui 42 donne.
 


Le stragi di Parma
 Il 631° Com. Prov: GNR partecipò alla difesa della città il 23 aprile 1945, poi una colonna si ritirò fino a Casalpusterlengo ove si sciolse. Ma i presidi di Colorno e di Salsomaggiore furono massacrati al completo. E il 26 aprile a Parma in via Giuseppe Rondinoni furono uccisi 10 bersaglieri della divisione “Italia”.
 


Le stragi di Modena
 Il 633° Com.Prov.GNR nell’aprile 1945 si ritirò ordinatamente fino quasi a Como dove si sciolse. Ma nella provincia di Modena le uccisioni indiscriminate di fascisti continuarono fino al 1946. I fascisti uccisi nel modenese pare ammontino a 893.
 


Le stragi di Forlì
 Gli uomini del 636° Com. Prov. GNR ripiegati al nord, confluirono nel Btg. “Romagna” che fu inviato nel Veneto. Qui, negli ultimi giorni di aprile 1945 avvenne la resa e, dopo la resa, il pressoché totale annientamento ad opera dei partigiani.
 
Le stragi del 3° Rgt M.D.T. “D’Annunzio”.
 
Il 3° Reggimento “Gabriele D’Annunzio”, che era di stanza a Fiume, negli ultimi giorni di aprile 1945 tentò il ripiegamento verso Trieste e Gorizia. I suoi uomini, costretti ad arrendersi agli slavi il 3 maggio subirono orrende sevizie, numerose uccisioni, e anche infoibamenti.
 


La strage di Graglia (Bi) : 2 maggio 1945.
 Il 27 aprile 1945, dopo un disperato combattimento durato 14 ore, si arresero ai partigiani una trentina di persone appartenenti al R.A.U. (Raggruppamento Arditi Ufficiali) e al R.A.P. fra cui 28 ufficiali cinque ausiliarie e due mogli di ufficiali che avevano raggiunto i mariti. Una di queste, moglie del Ten. Della Nave, era incinta. I fatti accaddero a Cigliano (Bi) nell’albergo “Cavallino Bianco” dove era trincerato il grosso dei soldati. Il R.A.P. di presidio a Cigliano era comandato dal Ten Mancuso mentre il 2° R.A.U. giunto di rinforzo era comandato dal Magg. Filippo Galamini. I prigionieri vennero concentrati in parte al “Cavallino Bianco” e in parte altrove. Il mattino del 28 gli uomini del RAU vengono condotti prima a Dorzano, poi ad Aral Grande, infine, il 1° maggio a Graglia ove tutti furono rinchiusi in una stanza dell’albergo “Belvedere” di Graglia. Furono giorni terribili di percosse e sevizie, pressochè senza mangiare. Alla donna incinta fu negato anche un bicchiere d’acqua. Il giorno 2 maggio, poi, in più riprese, vennero condotti fuori. Il primo gruppo fu condotto presso un ruscello che divide il comune di Graglia da quello di Netro e qui tutti furono massacrati. Il secondo gruppo viene massacrato in località Pairette. Il terzo gruppo fu ucciso alla cascina Quara nei pressi del Santuario, il quarto in località Portioli. Ultime a morire furono le donne, uccise dietro il cimitero. Non ci fu pietà neppure per la donna incinta. Essa, gettata a terra con uno spintone, fu uccisa con una raffica di mitra insieme al bambino che portava in grembo.
 

1 maggiore INVREA Marcello
 
2 maggiore GALAMINI Filippo
 
3 capitano ANDRIULLI
 
4 capitano TOPPI Guido
 
5 capitano GILI
 
6 capitano CASINI
 
7 tenente DELLA NAVE
 
8 tenente VISCONTI DI MODRONE Emanuele
 
9 sottotenente CANDORELLI Salvatore
 
10 sottotenente PICCINELLI Luigi
 
11 sottotenente GOBBI Giorgio
 
12 sottotenente TOSCANO Guerino - 17 anni
 
13 sottotenente MATTARESE
 
14 sottotenente CIAMPOLILLO
 
15 sottotenente RENZI
 
16 sottotenente PICCIONI
 
17 sottotenente SCALSEGGI
 
18 sottotenente PETRICCI
 
19 sottotenente GIOVANNETTI Paolo
 
20 sottotenente COLUCCI Gelsomino
 
21 sottotenente CANEPA
 
22 sottotenente COTTALORDA
 
23 sottotenente BRIGANTI Lauro
 
24 sottotenente FOSSATI Benito
 
25 sottotenente TOSI Romano
 
26 sottotenente PAPIANI Giovanni
 
27 sottotenente GIACCONE
 
28 sottotenente CORTI
 
29 ausiliaria ROCCHIETTI Lucia
 
30 ausiliaria GIRARDI Italia
 
31 ausiliaria CHANDRE’ Rina
 
32 ausiliaria “ROSA”
 
33 ausiliaria “VITTORIA”
 
34 PAOLUCCI Carla (incinta) – moglie del tenente Della Nave
 
35 ANTONIETTA – moglie del capitano Toppi Guido
 



PIACENZA 9 SETTEMBRE 1944 – LA SALMA DEL QUATTORDICENNE GIUSEPPE CALANDRA UCCISO DAI PARTIGIANI A FONTANAFREDDA, VEGLIATA DA DUE APPARTENENTI ALL’ ORGANIZZAZIONE GIOVANILE DEL PARTITO NEL SACRARIO DELLA FEDERAZIONE DI PIACENZA. ANCHE IL PADRE GIUSEPPE CADDE SUCCESSIVAMENTE ION UNO SCONTRO CON I PARTIGIANI
 






I MARTIRI DI PONTE CRENNA (PV)
 




CAMION DELLA CITTA' DEL VATICANO CHE RACCOGLIE
 
I CADAVERI DEI FASCISTI GIUSTIZIATI PER STRADA
 




BRUNILDE TANZI, SERGIO LUPARIA, ENRICO MENEGHINI
 
UCCISI A MILANO NEL 1946 DALLA VOLANTE ROSSA
 


MILANO 17 GENNAIO 1947
  IL CORPO DI EVA MACIACCHINI
 UCCISA DALLA VOLANTE ROSSA
 RINVENUTO IN UN PRATO PRESSO LAMBRATE






CIMIETRO DI SUSEGANA (TREVISO)
  IN QUESTA FOSSA COMUNE
 
 RESTARONO SEPOLTI PER MOLTI ANNI OLTRE CENTO SOLDATI
 
DELLA R.S.I. MASSACRATI NEL 1945
 











Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 09, 2013, 14:11:17 pm
francamente credevo che conoscessi la storia ma mi devo ricredere .
La storia io la conosco mille volte meglio di te. Il punto è che io non difendo alcuna tesi precostituita.
Tu parti dal presupposto che la X Mas si sia SEMPRE comportata onorevolmente il che è storicamente
falso: ammirevole il suo comportamento durante la guerra contro gli inglesi, si macchiò di misfatti,
anche inutili contro i semplici sospettati di collusione con i partigiani, per non parlare delle sevizie e
delle percosse alle quali sottoposero i partigiani catturati. Bisognava fucilarli perchè non era legittima
la loro guerra?  Benissimo: ma perchè allora il sadismo gratuito, le violenze, le mortificazioni inflitte ai
prigionieri e ai cadaveri? Non mi pare onorevole (visto che sei così sensibile all'"onore") affiggere su
un cadavere di un partigiano impiccato ( e non fucilato) il cartello con la scritta: "Aveva tentato
di colpire la Decima". Il modo in cui si trattano i cadaveri del nemico squalifica anche chi fino a quel
momento aveva combattuto con valore.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 14:25:55 pm
La storia io la conosco mille volte meglio di te. Il punto è che io non difendo alcuna tesi precostituita.
Tu parti dal presupposto che la X Mas si sia SEMPRE comportata onorevolmente il che è storicamente
falso: ammirevole il suo comportamento durante la guerra contro gli inglesi, si macchiò di misfatti,
anche inutili contro i semplici sospettati di collusione con i partigiani, per non parlare delle sevizie e
delle percosse alle quali sottoposero i partigiani catturati. Bisognava fucilarli perchè non era legittima
la loro guerra?  Benissimo: ma perchè allora il sadismo gratuito, le violenze, le mortificazioni inflitte ai
prigionieri e ai cadaveri? Non mi pare onorevole (visto che sei così sensibile all'"onore") affiggere su
un cadavere di un partigiano impiccato ( e non fucilato) il cartello con la scritta: "Aveva tentato
di colpire la Decima". Il modo in cui si trattano i cadaveri del nemico squalifica anche chi fino a quel
momento aveva combattuto con valore.

Ma lo vedi quanto sei falso ?

Ho ripetuto 1000 volte che , personalmente , gli unici eccessi della Decima MAS , si sono verificati a Forno frazione di Massa ed in provincia di Treviso più la probabile esesuzione di Ferruccio Nazionale (che è stato bloccato 1 secondo prima che lanciasse una bomba contro il cappellano militare della X MAS) .
ALTRI ECCESSI NON CI SONO STATI ! Sono si e no 3 episodi ma la Decima MAS di azioni di guerra ne ha compiuti MIGLIAIA !
Altri crimini non ci sono se si tiene conto del diritto di rappresaglia previsto dalle convenzioni vigenti all'epoca ed applicato da tutti americani , inglesi , francesi e russi .
Pertanto sei falso quando scrivi che io avrei scritto che la Decima si è SEMPRE comportata bene . 
L'ho ripetuto decine di volte nel corso di questo thread .
I partigiani già durante la guerra torturavano , fucilavano e compivano i paggiori atti di sadismo contro i repubblichini ci sono stati casi SPORADICI in cui la Decima gli ha restituito TUTTO il maltolto .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 14:30:08 pm
La storia io la conosco mille volte meglio di te. Il punto è che io non difendo alcuna tesi precostituita.
Tu parti dal presupposto che la X Mas si sia SEMPRE comportata onorevolmente il che è storicamente
falso: ammirevole il suo comportamento durante la guerra contro gli inglesi, si macchiò di misfatti,
anche inutili contro i semplici sospettati di collusione con i partigiani, per non parlare delle sevizie e
delle percosse alle quali sottoposero i partigiani catturati. Bisognava fucilarli perchè non era legittima
la loro guerra?  Benissimo: ma perchè allora il sadismo gratuito, le violenze, le mortificazioni inflitte ai
prigionieri e ai cadaveri? Non mi pare onorevole (visto che sei così sensibile all'"onore") affiggere su
un cadavere di un partigiano impiccato ( e non fucilato) il cartello con la scritta: "Aveva tentato
di colpire la Decima". Il modo in cui si trattano i cadaveri del nemico squalifica anche chi fino a quel
momento aveva combattuto con valore.

Ti cito soltanto un fatto avvenuto DURANTE la guerra ad opera della brigata garibaldi ma di fatti come questi , purtroppo , ce ne sono CENTINAIA , e , purtroppo , NESSUN LIBRO DI STORIA PARLA DI QUESTI FATTI !

Brigata Garibaldi
Questa storia, tratta da “Il Triangolo della Morte” Ed. Mursia, di Giorgio e Paolo Pisanò, ripercorre una delle tante eroiche imprese della Brigata Partigiana per eccellenza: “La Brigata Garibaldi” ovvero il nucleo partigiano che ha combattuto con tenacia e sprezzo del pericolo per la libertà e la democrazia.

Ines Gozzi, una bella ventiquattrenne di Castelnuovo Rangone (MO), è una studentessa universitaria, laureanda in lettere. Conoscendo la lingua tedesca è diventata l’nterprete del locale Comando Germanico. Ciò ha significato la salvezza del paese quando i partigiani hanno ucciso due soldati tedeschi nella zona e questi volevano distruggere l’abitato. E’ stata proprio Ines Gozzi a interporsi e a battersi perchè la rappresaglia fosse evitata. Così, da quel giorno, tutti gli abitanti di Castelnuovo Rangone lo sanno e gliene sono grati.

Ma tutti sanno anche che la ragazza è fidanzata con un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana e questa è una colpa imperdonabile agli occhi dei “partigiani assassini -salvatori della patria- ed eroi coraggiosi pluridecorati“!

La notte del 21 gennaio 1945 una squadra di partigiani della brigata “Garibaldi” fa irruzione in casa Gozzi prelevando Ines e suo padre.

I due vengono portati in un casolare in aperta campagna e qui, davanti al genitore legato, la ragazza subisce le più atroci sevizie e le violenze più indicibili da tutti i “coraggiosi” componenti dell’”onorata” Brigata Garibaldi.

I partigiani garibaldini ubriachi la posseggono a turno, la picchiano, gli sputano addosso, le tagliano le unghie fino alla carne, gli spengono dei mozziconi di sigaretta negli occhi, poi le urinano addosso.
Tutto questo orrore davanti al padre legato, costretto ad assistere al martirio di quell’unica figlia nell’impotenza e nella consapevolezza che non ne sarebbero usciti vivi. Dopo essersi accaniti contro la povera Ines, i partigiani infieriscono su quel padre che oramai non si rendeva più conto di cosa stesse accadendo tanto era il dolore che gli avevano provocato quei porci stramaledetti!

All’alba del 22 gennaio 1945, dopo la lunga notte di baldoria, i “coraggiosi partigiani garibaldini“  finiscono padre e figlia con numerosi colpi di pistola alla testa. Verranno ritrovati e riesumati alcuni giorni dopo. I
l corpo della ragazza è tanto straziato, tanto sfigurato da dover essere nascosto agli occhi della madre.
Sui muri di Castelnuovo Rangone qualcuno scrive: “Bestie, avete ucciso la nostra salvatrice“.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 09, 2013, 15:38:55 pm
Ho detto e confermo che ci sono stati numerosissimi e vergognosi eccessi commessi dai partigiani
contro semplici sospettati di aver favorito i nazifascisti e, nel caso dei comunisti, di tutti coloro che
non la pensavano come loro dopo il 25 Aprile, nel famoso triangolo della morte in Emilia, dove tutti
quelli che non erano comunisti in quei momenti hanno rischiato la pelle e molti ce l'hanno lasciata.
E hai ragione quando dici che volevano sostituire una dittatura con un'altra dittatura. Difatti è così.
La lotta al nazifascismo era solo il primo passo verso l'istituzione della "dittatura del proletariato".
Ma CON LA STESSA FRANCHEZZA qui ti dico e ti ripeto che la X Mas ha commesso vergognosi eccessi
per i quali oggi è (purtroppo) più famosa (tristemente) che per le azioni gloriose da essa compiute
contro gli Inglesi ad Alessandria, a Suda, a Malta e a Gibilterra. Ed è un VERO PECCATO. Simili
vergogne poteva lasciarle alla GNR, alla brigata Muti, alla banda Koch. Non farle essa stessa.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 15:41:53 pm
Ho detto e qui confermo che ci sono stati numerosissimi e vergognosi eccessi commessi dai partigiani
contro semplici sospettati di aver favorito i nazifascisti e, nel caso dei comunisti, di tutti coloro che
non la pensavano come loro dopo il 25 Aprile, nel famoso triangolo della morte in Emilia, dove tutti
quelli che non erano comunisti in quei momenti hanno rischiato la pelle e molti ce l'hanno lasciata.
E hai ragione quando dici che volevano sostituire una dittatura con un'altra dittatura. Difatti è così.
La lotta al nazifascismo era solo il primo passo verso l'istituzione della "dittatura del proletariato".
Ma CON LA STESSA FRANCHEZZA qui ti dico e ti ripeto che la X Mas ha commesso vergognosi eccessi
per i quali oggi è (purtroppo) più famosa (tristemente) che per le azioni gloriose da essa compiute
contro gli Inglesi ad Alessandria, a Suda, a Malta e a Gibilterra. Ed è un VERO PECCATO. Simili
vergogne poteva lasciarle alla GNR, alla brigata Muti, alla banda Koch. Non farle essa stessa.

Oh , finalmente ! Ti ringrazio per questa precisazione storica che condivido .
Solo 1 appunto : la Decima MAS ha fatto legittimamente la guerra a chi (i partigiani) gli faceva la guerra , pur essendoci stati da parte dei militi della Decima dei casi sporadici di eccessi che tuttavia sono in numero proporzionale irrisorio rispetto alle azioni di guerra compiute .
La stessa cosa non posso dirla , perchè non sarebbe storicamente vera , della Muti o delle brigate nere o della banda Koch da te citate .   
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 09, 2013, 21:10:55 pm
 Standarte - Oggi alle 06:04:04
Citazione
    Chiacchiare dei tribunali dei vincitori .


Se permetti, tra le chiacchiere dei nostalgici perdenti e quelle di un tribunale ancorché "vincitore", la valenza maggiore l'avrà quest'ultimo.
Che è pur sempre un tribunale....


Citazione
    1)Il Principe Borghese non era un "collaborazionista" di nessuno , era soltanto un uomo che ha deciso l'8 Settembre 1943 di non tradire l'alleato tedesco .

Senti....
I fottutissimi alleati tedeschi hanno tradito, loro, per primi, gli italiani, in Russia.

[Anzi... il primo otto settembre, inteso come tradimento dei vertici militari italiani nei confronti della truppa, è stato proprio in Russia.
La Russia è un crimine che fece perdere per sempre la fiducia degli Italiani nelle proprie istituzioni.]

Quindi, Borghese era un collaborazionista.



Citazione
    2)E' falso il passaggio in cui si afferma : "le sevizie particolarmente efferate" ci sono stati se e no 2 casi in cui la Decima ha ecceduto che nel computo delle MIGLIAIA DI AZIONI DI GUERRA condotte dalla X° Flottiglia M.A.S. non sono nulla ;

Forse non è chiaro.
Un uomo onesto ruba una volta e diventa ladro.

Non sono nulla un cazzo.
Bisognerebbe avere il coraggio di dirlo in faccia a chi le ha subite.

Le sevizie ad un condannato a morte non sono certo pratiche consentite da nessun regolamento o convenzione.
Lo so che mi dirai che "anche i partigiani facevano....".

A parte che bisognerebbe vedere se questi fantomatici partigiani "facevano" o non "facevano".
Poi, bisognerebbe vedere se, quando, eventualmente,  "facevano", erano partigiani o semplici criminali.
Trattandosi le bande partigiane, organizzazioni militari a tutti gli effetti, per loro pretesa, quindi, identificabili e armate con i mezzi a disposizione, inseriti in una struttura organizzata in gerarchia i cui vertici hanno dichiarato di volersi conformare alle convenzioni umanitarie, avrebbero, di fatto avuto le medesime responsabilità, sia i criminali che i superiori, per omessa vigilanza.
Tuttavia, in merito alla colpa in vigilanza, esiste un'attenuante leggera da applicarsi ai comandanti partigiani che non può essere applicata ai repubblichini.
Ossia che la vigilanza di bande di volontari sparse su montagne, già per questo considerate criminali dall'esercito nemico occupante e dai collaborazionisti, è un po' più difficile da esercitarsi rispetto a quella dell'ufficialotto, repubblichino, stipendiato, paffuto, nutrito, armato e dotato di munizioni, che dorme comodamente in un letto, al  riparo e al caldo e che gode di licenze e libere uscite.

Non mancarono i crimini partigiani. E non mancanono nemmeno lei condanne a morte, comminate e regolarmente eseguite dai partigiani nei confronti di grassatori ex-partigiani.
[L'Enigma Codecà", Lorenzo Gianotti]

Citazione
    3)I "rastrellamenti" la "cattura e la deportazione" . Non ho capito ancora cosa dovevano fare i militi della X MAS nei confronti dei partigiani che ammazzavano continuamente i loro camerati . Invitarli a cena ?
    Le azioni partigiane , in base alle convenzioni vigenti all'epoca , erano AZIONI ILLEGITTIME DI GUERRA .

Veramente a far le spese dei rastrellamenti erano i paesani dei partigiani....
Che al più potevano avere la colpa di nutrire e ricoverare i propri figli...
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 09, 2013, 21:53:27 pm
Standarte - Oggi alle 06:04:04

Se permetti, tra le chiacchiere dei nostalgici perdenti e quelle di un tribunale ancorché "vincitore", la valenza maggiore l'avrà quest'ultimo.
Che è pur sempre un tribunale....


Senti....
I fottutissimi alleati tedeschi hanno tradito, loro, per primi, gli italiani, in Russia.

[Anzi... il primo otto settembre, inteso come tradimento dei vertici militari italiani nei confronti della truppa, è stato proprio in Russia.
La Russia è un crimine che fece perdere per sempre la fiducia degli Italiani nelle proprie istituzioni.]

Quindi, Borghese era un collaborazionista.


Forse non è chiaro.
Un uomo onesto ruba una volta e diventa ladro.

Non sono nulla un cazzo.
Bisognerebbe avere il coraggio di dirlo in faccia a chi le ha subite.

Le sevizie ad un condannato a morte non sono certo pratiche consentite da nessun regolamento o convenzione.
Lo so che mi dirai che "anche i partigiani facevano....".

A parte che bisognerebbe vedere se questi fantomatici partigiani "facevano" o non "facevano".
Poi, bisognerebbe vedere se, quando, eventualmente,  "facevano", erano partigiani o semplici criminali.
Trattandosi le bande partigiane, organizzazioni militari a tutti gli effetti, per loro pretesa, quindi, identificabili e armate con i mezzi a disposizione, inseriti in una struttura organizzata in gerarchia i cui vertici hanno dichiarato di volersi conformare alle convenzioni umanitarie, avrebbero, di fatto avuto le medesime responsabilità, sia i criminali che i superiori, per omessa vigilanza.
Tuttavia, in merito alla colpa in vigilanza, esiste un'attenuante leggera da applicarsi ai comandanti partigiani che non può essere applicata ai repubblichini.
Ossia che la vigilanza di bande di volontari sparse su montagne, già per questo considerate criminali dall'esercito nemico occupante e dai collaborazionisti, è un po' più difficile da esercitarsi rispetto a quella dell'ufficialotto, repubblichino, stipendiato, paffuto, nutrito, armato e dotato di munizioni, che dorme comodamente in un letto, al  riparo e al caldo e che gode di licenze e libere uscite.

Non mancarono i crimini partigiani. E non mancanono nemmeno lei condanne a morte, comminate e regolarmente eseguite dai partigiani nei confronti di grassatori ex-partigiani.
[L'Enigma Codecà", Lorenzo Gianotti]

Veramente a far le spese dei rastrellamenti erano i paesani dei partigiani....
Che al più potevano avere la colpa di nutrire e ricoverare i propri figli...

1)Ed infatti quel tribunale ha fatto affermazioni storicamente false a carico del Principe Borghese . Poi dimentichi che anche i nostalgici dei partigiani che per l'80% erano comunisti sono "perdenti" dato che il muro di Berlino è crollato nell'89 e con esso è crollato tutto il marciume comunista .

2)I tedeschi i Russia non hanno tradito proprio nessuno . Durante la ritirata di Russia nelle stesse colonne degli alpini combattevano e morivano assiderati anche il tedeschi della 289°Divisione di fanteria comandata dal generale Eibl , anzi molti resoconti storici di alpini affermano che se gli alpini SI SONO SALVATI DAGLI ACCERCHIAMENTI RUSSI E' STATA PROPRIO PER LA PRESENZA DEI POCHISSIMI SEMOVENTI TEDESCHI CHE VENNERO UTILIZZATI COME ARIETI PER FONDARE GLI ACCERCHIAMENTI RUSSI !
La Wermacht ha avuto l'80% delle perdite a causa dell'Armata Rossa ed ha combattuto i russi fino alla fine .
I tedeschi combattevano e morivano di fame e di freddo in Russia a Mosca a Stalingrado a Leningrado etc. proprio come gli italiani , i rumeni , gli ungheresi ed i finlandesi . 
Anzi ti dirò di più che i tedeschi davano la colpa della sconfitta a Stalingrado ai rumeni poichè nel fronte di Stalingrado i russi hanno sfondato dalla parte dei rumeni ed hanno accerchiato con una manovra a tenaglia di tedeschi della 6°Armata a Kalac .
Inoltre il Caucaso è stato abbandonato dalla 1° Armata Corazzata del generale Von Kleist proprio a causa dello sfondamento del fonte del Don dove stavano gli italiani per evitare che dopo Stalingrado i russi accerchiassero l'intero gruppo d'armate sud .
Qualsiasi professore di storia contemporanea ti riderebbe in faccia .

2)Come bisognerebbe dirlo in faccia a tutti i parenti delle vittima torturate e seviziate dai partigiani che non avevano nulla a che spartire con i repubblichi .

3)TUTTE LE BRIGATE PARTIGIANE SI SONO MACCHIATE DI CRIMINI DI GUERRA E DI CRIMINI CONTRO L'UMANITA' QUESTA E' STORIA , tu sei il tipico comunista con la faccia tosta che si permette di negare l'evidenza quando ci sono migliaia di documenti storici che comprovano chiaramente le responsabilità dei partigiani nel commettere  sia crimini di guerra che crimini contro l'umanità !

Qui di seguito riporto solo un piccolo elenco di ciò che fecero gli "eroi" partigiani...

Brigata Garibaldi
Questa storia, tratta da “Il Triangolo della Morte” Ed. Mursia, di Giorgio e Paolo Pisanò, ripercorre una delle tante eroiche imprese della Brigata Partigiana per eccellenza: “La Brigata Garibaldi” ovvero il nucleo partigiano che ha combattuto con tenacia e sprezzo del pericolo per la libertà e la democrazia.

Ines Gozzi, una bella ventiquattrenne di Castelnuovo Rangone (MO), è una studentessa universitaria, laureanda in lettere. Conoscendo la lingua tedesca è diventata l’nterprete del locale Comando Germanico. Ciò ha significato la salvezza del paese quando i partigiani hanno ucciso due soldati tedeschi nella zona e questi volevano distruggere l’abitato. E’ stata proprio Ines Gozzi a interporsi e a battersi perchè la rappresaglia fosse evitata. Così, da quel giorno, tutti gli abitanti di Castelnuovo Rangone lo sanno e gliene sono grati.

Ma tutti sanno anche che la ragazza è fidanzata con un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana e questa è una colpa imperdonabile agli occhi dei “partigiani assassini -salvatori della patria- ed eroi coraggiosi pluridecorati“!

La notte del 21 gennaio 1945 una squadra di partigiani della brigata “Garibaldi” fa irruzione in casa Gozzi prelevando Ines e suo padre.

I due vengono portati in un casolare in aperta campagna e qui, davanti al genitore legato, la ragazza subisce le più atroci sevizie e le violenze più indicibili da tutti i “coraggiosi” componenti dell’”onorata” Brigata Garibaldi.

I partigiani garibaldini ubriachi la posseggono a turno, la picchiano, gli sputano addosso, le tagliano le unghie fino alla carne, gli spengono dei mozziconi di sigaretta negli occhi, poi le urinano addosso.
Tutto questo orrore davanti al padre legato, costretto ad assistere al martirio di quell’unica figlia nell’impotenza e nella consapevolezza che non ne sarebbero usciti vivi. Dopo essersi accaniti contro la povera Ines, i partigiani infieriscono su quel padre che oramai non si rendeva più conto di cosa stesse accadendo tanto era il dolore che gli avevano provocato quei porci stramaledetti!

All’alba del 22 gennaio 1945, dopo la lunga notte di baldoria, i “coraggiosi partigiani garibaldini“  finiscono padre e figlia con numerosi colpi di pistola alla testa. Verranno ritrovati e riesumati alcuni giorni dopo. I
l corpo della ragazza è tanto straziato, tanto sfigurato da dover essere nascosto agli occhi della madre.
Sui muri di Castelnuovo Rangone qualcuno scrive: “Bestie, avete ucciso la nostra salvatrice“.

Bastiglia (MO) Era una notte calda e umida a Bastiglia (MO) quando la sera del 27 aprile 1945 alcuni partigiani (Brigata Garibaldi) si introdussero nell’abitazione di Walter Ascari, lo derubarono, fecero razzia di carni e salumi; lo prelevarono e lo trasportarono in aperta campagna.

Ascari non era fascista, ma neanche comunista, era un benestante e questa era una grandissima colpa durante le “Radiose Giornate” quindi colpendo Walter Ascari avrebbero colpito lo “Stato Borghese“.

Giunti in località Montefiorino alcuni partigiani estrassero dei bastoni e cominciarono a colpire il malcapitato come dei forsennati; altri con l’ausilio di una canna di bambù lo seviziarono fino a rompergli l’ano e parte dell’intestino. Ma era ancora ben poca cosa, una fine orrenda attendeva il povero Walter Ascari. “A morte!” “A morte!” Urlavano gli assassini… Per la sua mattanza finale, i gloriosi e pluridecorati eroi garibaldini pensano a qualcosa di diverso dalla solita raffica di mitra…  Qualcosa di speciale… Qualcosa che soltanto la loro mente perversa e assassina poteva immaginare, qualcosa che va aldilà dell’umana cattiveria.

Lo appesero per i polsi ad un grosso ramo in modo che il corpo del moribondo fosse ben teso assicurandolo per i piedi al terreno con una corda. Poi, con una grossa sega da boscaiolo a quattro mani, lo tagliarono in due! Da vivo! Il suo corpo fu gettato in seguito in una porcilaia. Quando lo ritrovarono, ben poco era rimasto di quel pover’uomo.

Nel Modenese la “giustizia proletaria” fu esercitata con particolare ferocia contro le donne, fasciste o presunte tali. Oltre alle violenze consumate sulle malcapitate già destinate a morte, subito prima della loro soppressione, non furono pochi i casi di sevizie e violenze d’ogni sorta.
Episodi di sequestro e di detenzione di prigioniere prelevate e tenute in vita fino all’inservibilità delle medesime come “oggetti sessuali” per i loro partigiani sequestratori, nella sola provincia di Modena, se ne contano circa duemila.

E’ noto il caso di Prima Stefanini Cattabriga e Paolina Cattabriga, di Cavezzo (MO) madre e figlia, quest’ultima di 15 anni, prelevate il 16 aprile 1945 dalla tristemente nota “banda di Cavezzo” il nucleo partigiano alle dirette dipendenze della Brigata Partigiana Garibaldi, e costrette ad un calvario di 12 giorni prima di ottenere la “grazia della morte“.

“Azione di guerra“, naturalmente, così il C.L.N. commentò l’accaduto.

Un altro membro della famiglia Cattabriga, Angiolino, fratello di Paolina, in seguito alle percosse, mutilazioni, bruciature in quasi l’80% del corpo da parte dei sanguinari partigiani, impazzì e morì nell’ospedale di Mirandola.

Un altro caso conosciuto (sono assai di più quelli di cui non se ne sa niente…) è quello di Rosalia Paltrinieri, di Medolla. Ella aveva il “torto” di essere la segretaria del Fascio femminile locale, nel quale si era impegnata prodigandosi e mettendosi a disposizione di tutti i suoi concittadini.
Era convinta di non avere nulla da temere, perciò, nonostante nella zona si vociferava su quanto stessero combinando i partigiani, preferì rimanere al suo posto. Nonostante tutto, aveva fiducia nei propri simili… perchè aveva avuto la “sbadataggine” di considerare i partigiani appartenenti alla specie umana…

Ma pagò per la sua “colpa“: un gruppo di gappisti le invasero la casa, bastonarono a morte il marito così violentemente da fargli schizzare via il cervello dalla scatola cranica; poi la violentarono davanti ai suoi  tre bambini.
Alla fine, come da copione, le svaligiarono l’abitazione e la portarono con loro conducendola in un casolare in aperta campagna, dove nel frattempo era stata trascinata anche una certa Jolanda Pignatti.
Qui, le due sventurate ebbero modo di “espiare” ancora a lungo la “colpa” di essere fasciste (violenze d’ogni genere) finchè furono costrette a scavarsi la fossa.
Ma Rosalia Paltrinieri, la morte se la dovette proprio guadagnare: “non le fu fatta la grazia di un colpo alla nuca“. Venne legata e fatta stendere viva nella fossa che lei stessa aveva scavato; a questo punto i “coraggiosi partigiani patrioti” la ricoprirono accuratamente di terra.

Uno dei coraggiosi partecipanti a questa “eroica azione di guerra“, ebbe modo di vantarsene nei giorni successivi, insistendo compiaciuto e soddisfatto sul particolare che Rosalia Paltrinieri, mentre soffocava sotto le palate di terra che le venivano gettate addosso, invocava ancora i suoi bambini.

NOVARA
Nel campo sportivo sono rinchiusi un centinaio di appartenenti a formazioni militari fasciste operanti nel vercellese. Vengono in seguito condotti all’Ospedale psichiatrico; una notte, i “partigiani” di Moranino, li uccidono nei modi più barbari. Molti furono schiacciati sotto le ruote di pesanti automezzi, e tutti subirono atroci sevizie.

SANTUARIO DELLA GRAGLIA (BIELLA)
Un gruppo di Ufficiali, 23, più cinque donne ausiliarie e due mogli di Ufficiali, che erano stati catturati dopo un aspro combattimento a Cigliano e che si erano arresi poiché era stata loro promessa salva la vita, sono condotti ai piedi del Santuario di Graglia nei pressi di Biella e rinchiusi in uno stanzone dell’albergo Belvedere; a piccoli gruppi furono prelevati e condotti in luoghi diversi nei dintorni del Santuario. Furono trucidati in modo bestiale, compresa la moglie di uno degli ufficiali che attendeva un bambino; terminata la strage, gli assassini si divisero il bottino composto da tutto quello che avevano addosso le vittime.

ODERZO (TREVISO)
Centodiciassette allievi ufficiali del Collegio Brandolini, nonostante le promesse fatte da parte del CLN di mantenere salva la vita ai militi fascisti, sono tutti fucilati sul Ponte della Priula. Uno degli scampati ha raccontato che i suoi camerati furono legati alle mani con fili di ferro, seviziati, raccolti in gruppo presso l’argine del fiume e falciati con il fuoco delle armi automatiche.

SCHIO (VICENZA)
Cinquantacinque fascisti o presunti tali, detenuti nel carcere di Schio sono uccisi in una delle più bestiali esecuzioni di massa. In due stanzoni sono rinchiusi novanta prigionieri, dodici partigiani armati di fucili mitragliatori, sparano all’impazzata sul gruppo di uomini e donne che, in un caos immaginabilmente incredibile, cadono gli uni sugli altri in un impressionante lago di sangue. 55 di questi risultarono uccisi e 31 feriti gravemente.

REVINE LAGO (TREVISO)
Ventuno militari fascisti furono trucidati in quella località in una zona in prossimità delle fornaci.
 

RECOARO TERME (VICENZA)
Diciotto persone sono trucidate il 21 Maggio, ma molte altre in quei giorni persero la vita in quella località: si può citare la sorte toccata a due militi prelevati dai partigiani, condotti sulle rive del Brenta e bastonati a sangue; nella sabbia del fiume fu scavata una buca e i due furono interrati. Solo le loro teste affioravano dal suolo. E su quelle teste alcuni di quei criminali si esercitarono al tiro a segno tra schizzante ed insulti atroci. Le urla dei due disgraziati non ebbero altro effetto che quello di divertire i loro carnefici. Poi gli spasimi dei due, oramai moribondi, furono soffocati dalle palate di terra con le quali ricoprirono le loro teste. Poi il Brenta si ingrossò, rimosse la sabbia e restituì alla luce i due volti deformati. I cani randagi banchettarono quel giorno con i miseri resti, e brandelli di carne umana furono disseminati lungo la riva. Poi gli “eroi” ritornarono e cosparsero quello che rimaneva dei due cadaveri, con benzina e vi appiccarono fuoco.
MONDOVI’ (CUNEO)
Dodici alpini della Divisione Monterosa sono massacrati dopo essere stati tenuti per tre giorni completamente senza alimenti.

ROVETTA (BERGAMO)
Quarantacinque giovani appartenenti alle formazioni della Legione camicie nere “Tagliamento”, sono fucilati in questa località; la loro età oscillava tra i quindici anni del più giovane e ventidue anni il più vecchio.

S. MARTINO D’ALBARO (GENOVA)
Trenta persone imprigionate nelle scuole di quel centro, sono prelevate dai partigiani e portate in località sconosciuta: di loro non si avrà più nessuna notizia.

VADO (SAVONA)
Undici persone sono prelevate dalle carceri, fucilati e sepolti in una fossa comune. Uno dei disgraziati è stato sepolto ancora in vita.

ONEGLIA (IMPERIA)
Trentun fascisti vengono prelevati dal carcere di Oneglia; con le mani legate dietro la schiena da filo spinato vengono bestialmente percossi, poi condotti al cimitero e dopo averne mutilati diversi, tutti vengono trucidati e sepolti a fior di terra, accanto ai cadaveri di alcune donne prima stuprate e poi fucilate.

BAJARDO (IMPERIA)
In questa località è trucidata la famiglia Laura, composta di sette persone. La madre ed un figlio di undici anni furono trovati in aperta campagna sepolti sino al collo con il capo spaccato in due.

BORGHETTO VARA (LA SPEZIA)
Ventitré militi della GNR, oltre ad un ufficiale ed un maresciallo sono prelevati dai partigiani: bastonati a sangue, sono condotti a Costa Cavallara, dove saranno fucilati e fatti precipitare dentro una caverna

BOLOGNA
Davanti alle macerie dell’Ospedale Maggiore sono massacrati decine e decine di fascisti assieme a parecchie donne.

DECIMA DI PERSICETO (BOLOGNA)
Dodici cittadini di Decima, rinchiusi in una stanza del Dopolavoro locale sono torturati per vari giorni, poi una notte caricati su di un camion sono portati in località sconosciuta. I loro corpi non furono mai ritrovati.
Altre 8 persone, tra le quali due sorelle di sedici e diciotto anni furono uccise in questa località.

SALA BOLOGNESE (BOLOGNA)
Trentanove furono i trucidati fascisti in questo piccolissimo centro.

FERRARA
Strage nelle carceri ferraresi; diciassette fascisti sono barbaramente trucidati all’interno di una delle celle.

COMACCHIO (FERRARA)
Undici persone sono prelevate dalle carceri per essere interrogati presso la sede dell’ANPI (Ass. Naz. Partigiani), due sono bestialmente percossi poi tutti vengono condotti a morte.

REGGIO EMILIA
Venticinque fascisti vengono prelevati dalle carceri e su di un camion condotti verso Bagnolo in Piano, per un’uscita di strada del camion, tre riusciranno a fuggire, gli altri verranno tutti trucidati.

NOVELLARA (REGGIO EMILIA)
Il Dott. Barbieri, per pochi mesi segretario del locale fascio repubblicano, dopo essere stato violentemente percosso, veniva rinchiuso in una gabbia di legno ed esposto agli insulti della plebaglia. Dopo alcuni giorni di torture veniva finito a colpi di arma da fuoco.

IMOLA
Diciassette fascisti appartenenti alla Brigata Nera, provenienti da Verona, vengono trucidati in questa località

CODEVIGO
Ventisette fascisti ravennati vengono condotti in questa località e fucilati.

SUSEGANA (TREVISO)
Venti appartenenti alla Guardia Nazionale Repubblicana di questa zona vengono brutalmente trucidati.

VITTORIO VENETO
Nel “bus de la luna”, baratro profondissimo del Monte Cansiglio, centinaia di catturati della Repubblica Sociale Italiana, vengono precipitati dentro dai partigiani; in un sol giorno vengono “infoibati” sessanta alpini del battaglione di Conegliano Veneto.

MIANE (TREVISO)
In località Combai viene esumata una fossa con quaranta salme irriconoscibili; erano stati prelevati dai partigiani a Cernaglia della Battaglia.

SALESINO (PADOVA)
Sei fascisti vengono trucidati; tra loro il segretario comunale di quel paese: venne ucciso dentro una cassa irta di chiodi che gli si conficcarono nella carne straziandolo sino alla morte.

CHIOGGIA
Venti persone vengono prelevate dalle carceri, alcuni appartenevano alle BB.NN.; vennero portati alle foci del Brenta e trucidati.

PORDENONE
Undici fascisti vennero prelevati dalle carceri e poi fucilati.

ISTRIA E VENEZIA GIULIA
Migliaia e migliaia furono gli italiani “infoibati” dai comunisti italiani e titini. Il loro numero non è mai stato stabilito con esattezza.




Mentre i reparti militari si andavano smobilitando e i loro uomini erano catturati, tanti si arrendevano ai partigiani, anziché attendere le truppe anglo-americane, poiché questi giuravano e spergiuravano che avrebbero avuto salvata la vita e non avrebbero torto loro un capello.

Moltissimi reparti, anche numerosi, che avrebbero potuto almeno contrastare le forze delle bande partigiane con possibilità di sopravvivenza sino all’arrivo di truppe regolari, caddero, invece, nei tranelli delle promesse dei partigiani.
Le formazioni comuniste si dedicavano al lavoro che chiamavano di “ripulitura“. Nelle case, nelle strade vi fu una battuta di caccia senza precedenti, condotta con accanimento, determinazione e programmazione.

Basti pensare che nella sola città di Milano. nelle giornate di fine Aprile 1945, si rinvenivano giornalmente nelle strade, in media, oltre duecento morti, generalmente abbandonati senza documenti che ne potessero rendere possibile l’identificazione.

Vi erano in giro, come al tempo dei monatti di manzoniana memoria, appositi automezzi che caricavano i cadaveri e li trasportavano negli obitori, dove vi era in continuazione un lunghissimo pellegrinaggio di parenti che, a rischio della loro vita andavano alla ricerca dei congiunti.

Le donne che non furono uccise, furono costrette a subire oltraggi degni delle orde barbariche di Gengis Kan.
Tutta la ferocia, il livore, l’odio e lo spirito di vendetta esplosero in un modo irresponsabile, alimentato da uomini della sovversione rossa che agivano con disposizioni ben precise.

Un’intera classe dirigente e politica fu eliminata in un gigantesco genocidio.
Fu una cosa selvaggia, che non si può spiegare solamente come l’esplosione della rabbia e della vendetta del periodo della guerra civile, in quanto uccisioni, ritorsioni e rappresaglie furono compiute da entrambi gli schieramenti, ma è appunto spiegabile solamente come vera e propria programmazione delle centrali moscovite in quanto si doveva eliminare il maggior numero tra coloro che, con tutta certezza, si sarebbero opposti con tutte le loro forze alla penetrazione comunista che cercava di prolungare la guerra civile in un’illusoria speranza di conquista del potere assoluto.


4)Veramente a fare le spese delle ferocia dei partigiani furono civili inermi donne e bambini che con il fascismo ed i fascisti non c'entravano una mazza .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Red- - Agosto 09, 2013, 23:52:14 pm

QUI SONO RIPORTATE SOLAMENTE ALCUNI DELLE STRAGI COMPIUTE DAI "LIBERATORI" NELLE "GLORIOSE"  GIORNATE DEL 25 APRILE 1945

....

Per me stai facendo una cosa senza senso: se si vuole chiacchierare di storia e storiografia io ci sto, se intendi solo imporre un punto di vista morale, la cosa è molto meno divertente e non mi piace più.
Tu capirai la differenza tra una cosa e l'altra, spero.

...E comunque i post più lunghi di una pagina video non li legge quasi nessuno.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: ilmarmocchio - Agosto 10, 2013, 00:16:08 am
Io francamente non capisco questo accappigliarsi su questioni storiche che dovrebbero essere ormai acquisite.
L'Italia, guidata da un regime dittatoriale ben accetto dalla popolazione, entrò in guerra in modo ignominoso ( pugnalata alla Francia ) e ridicolo al tempo stesso ( dichiarazione di guerra a USA e URSS !!! ).
la guerra venne combattuta a fianco di un alleato che riportò spettacolari vittorie grazie anche  alla vergognosa attitudine di attaccare Stati neutrali ( Olanda e belgio , come già nella 1 guerra mondiale  ).
L' Italia , dopo ridicoli eventi belllici ( in primis reni NON spezzate alla Grecia ) , venne sconfitta nel 43 .
la germania si rese protagonista di quel che sappiamo e , insieme al Giappone, oppose una  ottusa resistenza che veramente avrebbe meritato la totale distruzione nucleare.
Noi ovviamente accorremmo in soccorso dei vincitori, e ci raccontiamo di esserci liberati.
la verità è che l'Italia firmò non un armistizio, ma una resa senza condizioni.
Ora, io mi domando :
non sarebbe ora di non parlare più di un periodo storico a dir poco vergognoso ?
Gli americani stanno ancora a parlare della loro guerra civile ?
Abbiamo fatto una figura di merda.
Basta, guardiamo al futuro, ammesso di averne uno :doh:
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Mercimonio - Agosto 10, 2013, 06:57:51 am
appunto perche' il Re e Badoglio han firmato la resa senza condizioni non c'e' alcun futuro per l'italia, l'italia com'era intesa prima non esiste piu' di fatto, e' solo un protettorato Nato, solo il Vaticano resta sovrano per quel che puo' contare la sovranita' su un territorio di 1km quadrato.



Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 10, 2013, 07:36:01 am
Molte azioni di furto e saccheggio attribuite a reparti della RSI o tedeschi sarebbero invece da attribuirsi alle numerose bande di criminali comuni che infestavano il territorio, i quali mascherati dietro uniformi della Decima che sarebbero riusciti ad ottenere durante lo sbandamento dell'8 settembre 1943, taglieggiavano la popolazione civile con relativa impunità. Secondo quanto riportato da Nesi, operazioni dello stesso genere - a scopo di propaganda antifascista - sarebbero state condotte, sempre con uniformi della Decima in qualche modo trafugate, da nuclei partigiani (secondo Nesi, nella zona della Liguria e del Cuneense) .

http://www.storia900bivc.it/pagine/collelys.html
Questo è un'esempio della correttezza nel combattimento dei repubblichini.
Uccidono con l'inganno e poi infieriscono sui prigionieri prima di procedere all'esecuzione.

Indossarono dei fazzoletti rossi al collo, l'uniforme partigiana (il fazzoletto rosso identificava le Brigate Garibaldi), attirarono i fuggiaschi partigiani e li catturarono.
Erano sbandati cremonesi e non conoscevano la zona.

Ora... si badi... Io non contesto l'inganno.
Le convenzioni non lo prevederanno (rendersi riconoscibili). Anzi, indossando l'uniforme nemica si veniva identificati per le spie e passati immediatamente per le armi.
Ma le convenzioni avrebbero previsto il cavallo di troia?
La guerra è fatta di astuzie. Ognuno aguzza l'ingegno a modo suo...
Massimo risultato col minimo sforzo.
Il nemico lo si attacca dove è debole... Perché attaccarlo dove è più forte?
La cavalleria è un lusso che metti in atto solo quando le cose vanno bene.

Non contesto nemmeno la fucilazione.

Io contesto le inutili sevizie prima dell'uccisione di quei ragazzi.
Lo sfogo delle pulsioni sessuali sadiche e omosessuali represse da parte di individui in uniforme, stipendiati, armati e nutriti da uno stato fantoccio.
Ma pur sempre uno stato che, indegnamente rappresentavano e che contribuirono, con la loro indisciplina, a rendere maggiormente impopolare (per fortuna).

Citazione
I numerosi scontri che si svolsero sul colle del Lys, tra le valli di Lanzo e di Susa, zona di fondamentale importanza strategica, culminarono nella battaglia del 2 luglio 1944. La distribuzione del nemico nell'area era capillare, a causa della presenza della linea ferroviaria Torino-Modane, importante collegamento tra l'Italia occupata e la Francia sud-orientale. I partigiani, solitamente impegnati in azioni di sabotaggio, a fine giugno decisero di portare una serie di attacchi ai presidi tedeschi di fondovalle, senza però riuscire nella difficile impresa. La reazione tedesca non si lasciò attendere e si concretizzò in un'intensificazione dei rastrellamenti, che ebbe come sbocco finale la sanguinosa battaglia, combattuta a Favella, nel comune di Rubiana, da reparti della 17a brigata Garibaldi "Cima".
La formazione partigiana, cui si erano aggregati una quarantina di ex prigionieri di guerra sovietici, per la maggior parte georgiani, si dispose a ferro di cavallo per fronteggiare l'attacco nazifascista e coprire la ritirata dei compagni inermi. La fuga venne ostacolata da alcuni fascisti che, indossato il fazzoletto rosso dei garibaldini, incitarono i ribelli ad unirsi a loro per poi, giunti a breve distanza, investirli con raffiche di mitra. Nella battaglia, che si prolungò per due ore, ci furono numerose perdite: sei georgiani persero la vita e  ventisei partigiani catturati dai tedeschi, anziché essere considerati prigionieri di guerra, vennero trucidati, dopo aver sopportato indicibili torture.  [sevizie]
Oggi sul colle del Lys si eleva un monumento dedicato ai circa duemila partigiani caduti durante la guerra di liberazione nelle valli piemontesi.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 10, 2013, 07:59:51 am
1)Ed infatti quel tribunale ha fatto affermazioni storicamente false a carico del Principe Borghese .


Peccato che siano le chiacchiere di una minoranza di nostalgici contro la sentenza di un trubunale regolare.


Citazione
Poi dimentichi che anche i nostalgici dei partigiani che per l'80% erano comunisti sono "perdenti" dato che il muro di Berlino è crollato nell'89 e con esso è crollato tutto il marciume comunista .

Non lo dimentico affatto.
Anzi.
Il comunismo è stata una grande lezione di vita, come il fascismo. Entrambe sono esperienze da non ripetersi.


Citazione
2)I tedeschi i Russia non hanno tradito proprio nessuno


Avrebbero dovuto garantire il vettovagliamento e non lo fecero.
Spararono agli italiani che cercarono di salire sui loro camion.


Citazione
3)TUTTE LE BRIGATE PARTIGIANE SI SONO MACCHIATE DI CRIMINI DI GUERRA E DI CRIMINI CONTRO L'UMANITA' QUESTA E' STORIA ,

No. Questo è revisionismo storico di impronta fascista, non è storia.
In particolare l'avverbio TUTTE.

E' matematicamente inaccettabile.


Citazione
tu sei il tipico comunista con la faccia tosta che si permette di negare l'evidenza quando ci sono migliaia di documenti storici che comprovano chiaramente le responsabilità dei partigiani nel commettere  sia crimini di guerra che crimini contro l'umanità !

Io non nego l'evidenza. Io non sono comunista.
Non potrei esserlo.

Citazione
Qui di seguito riporto solo un piccolo elenco di ciò che fecero gli "eroi" partigiani...

Alcune faranno anche riferimento a fatti veri, pulite della retorica.
Ma hanno tutta l'aria d'essere copincollate da www.rsi.it...
Un sito che consulto ma che ho imparato a prendere poco sul serio.
Citazione

Le formazioni comuniste si dedicavano al lavoro che chiamavano di “ripulitura“. Nelle case, nelle strade vi fu una battuta di caccia senza precedenti, condotta con accanimento, determinazione e programmazione.


Non puoi pensare che una guerra civile finisca da un giorno all'altro.
O puoi credere che si possa diventare improvvisamente amici di uno che ti ha sparato fino a dieci minuti prima?
O, peggio, ti ha ucciso un figlio?
I nodi vengono al pettine.
Il Gen. Alexander disse: "vi dò tempo tre giorni per fare pulizia. Al quarto giorno non voglio vedere più morti per le strade".
Secondo te a che cosa alludeva?
Esatto... lo stesso che in genere voi sostenete abbia dato dei codardi ai partigiani... pur avendo loro lanciato armi e viveri per tutta la guerra di resistenza...
I conti non tornano....
La resa dei conti.
C'è anche un bel libro, da leggere. Di un certo oliva.
Non un pirla qualsiasi...
E' il docente di storia militare della Scuola di Applicazione dell'Esercito.


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 10, 2013, 12:58:48 pm
Per me stai facendo una cosa senza senso: se si vuole chiacchierare di storia e storiografia io ci sto, se intendi solo imporre un punto di vista morale, la cosa è molto meno divertente e non mi piace più.
Tu capirai la differenza tra una cosa e l'altra, spero.

...E comunque i post più lunghi di una pagina video non li legge quasi nessuno.

Red , se permetti la storia va raccontata tutta .

Non è possibile che nei libri di storia certi fatti non siano mai stati deliberatamente raccontati affinchè la gente comune ne rimanesse allo scuro .
Non è un modo corretto di fare storia e un modo di fare politica , perchè , ti ripeto , a mio parere , quando si parla di storia bisognerebbe citare tutti i fatti storici . 
Titolo: uesto
Inserito da: Stendardo - Agosto 10, 2013, 13:26:19 pm
http://www.storia900bivc.it/pagine/collelys.html
Questo è un'esempio della correttezza nel combattimento dei repubblichini.
Uccidono con l'inganno e poi infieriscono sui prigionieri prima di procedere all'esecuzione.

Indossarono dei fazzoletti rossi al collo, l'uniforme partigiana (il fazzoletto rosso identificava le Brigate Garibaldi), attirarono i fuggiaschi partigiani e li catturarono.
Erano sbandati cremonesi e non conoscevano la zona.

Ora... si badi... Io non contesto l'inganno.
Le convenzioni non lo prevederanno (rendersi riconoscibili). Anzi, indossando l'uniforme nemica si veniva identificati per le spie e passati immediatamente per le armi.
Ma le convenzioni avrebbero previsto il cavallo di troia?
La guerra è fatta di astuzie. Ognuno aguzza l'ingegno a modo suo...
Massimo risultato col minimo sforzo.
Il nemico lo si attacca dove è debole... Perché attaccarlo dove è più forte?
La cavalleria è un lusso che metti in atto solo quando le cose vanno bene.

Non contesto nemmeno la fucilazione.

Io contesto le inutili sevizie prima dell'uccisione di quei ragazzi.
Lo sfogo delle pulsioni sessuali sadiche e omosessuali represse da parte di individui in uniforme, stipendiati, armati e nutriti da uno stato fantoccio.
Ma pur sempre uno stato che, indegnamente rappresentavano e che contribuirono, con la loro indisciplina, a rendere maggiormente impopolare (per fortuna).

1)Ed io l'inganno lo contesto , invece ,
Quento da te citato è un caso SPORADICO perchè per ognuna di queste azioni che sono da condannare e che rappresentano delle violazioni delle Convenzioni in tema di diritto bellico e ce ne sono centinaia di migliaia che sono state compiute nel pieno rispetto delle leggi di guerra .
Al contrario , TUTTE le azioni dei partigiani erano condotte nella maniera più VIGLIACCA tramite imboscate a uomini o mezzi isolati ed attentati dinamitardi a strutture e mezzi in transito .
Nessun onore , nessuna dignità , nessuna regola .
E non mi tirare fuori la storia che i repubblichini ed i tedeschi erano più numerosi e meglio armati , perchè i repubblichini ed i tedeschi si battevano faccia a faccia ed apertamente contro gli Allati nonostante la schiacchiante e totale superiorità numerica , di armamenti , di mezzi , di equipaggiamenti , di viveri etc.
I partigiani avrebbero potuto fare come fecero i polacchi ed anche gli italiano che costituirono degli appositi corpi di liberazione che combattevano apertamente a seguito delle truppe alleate , invece , preferirono condurre una lotta vigliacca mordi e fuggi e poi ti nascondi , mordi , fuggi e poi ti nascondi per poi avere la faccia tosta , alla fine della guerra , e con le truppe alleate che dilagavano nella pianura padana , di scendere dalle montagne e di autoproclamarsi "vincitori" della seconda guerra mondiale , distruibuendo medaglie d'oro in gran quantità che , militarmente ed eroicamente parlando , hanno lo stesso valore di un patacca di piombo .
Questa , purtroppo , è storia .
Non potete paragonarvi di certo agli spartani di Leonida , come pretendete di fare .
E la gente purtroppo vi crede perchè si è voluto che la gente non sapesse come realmente sono andati i fatti .

Mentre i reparti militari si andavano smobilitando e i loro uomini erano catturati, tanti si arrendevano ai partigiani, anziché attendere le truppe anglo-americane, poiché questi giuravano e spergiuravano che avrebbero avuto salvata la vita e non avrebbero torto loro un capello.

Moltissimi reparti, anche numerosi, che avrebbero potuto almeno contrastare le forze delle bande partigiane con possibilità di sopravvivenza sino all’arrivo di truppe regolari, caddero, invece, nei tranelli delle promesse dei partigiani.

Pre la cronaca ti cito solo due episodi storici ma questo modus operanti dei partigiani a conferma di come erano sono centinaia :

1) SANTUARIO DELLA GRAGLIA (BIELLA)
Un gruppo di Ufficiali, 23, più cinque donne ausiliarie e due mogli di Ufficiali, che erano stati catturati dopo un aspro combattimento a Cigliano e che si erano arresi poiché era stata loro promessa salva la vita, sono condotti ai piedi del Santuario di Graglia nei pressi di Biella e rinchiusi in uno stanzone dell’albergo Belvedere; a piccoli gruppi furono prelevati e condotti in luoghi diversi nei dintorni del Santuario. Furono trucidati in modo bestiale, compresa la moglie di uno degli ufficiali che attendeva un bambino; terminata la strage, gli assassini si divisero il bottino composto da tutto quello che avevano addosso le vittime.

2)ODERZO (TREVISO)
Centodiciassette allievi ufficiali del Collegio Brandolini, nonostante le promesse fatte da parte del CLN di mantenere salva la vita ai militi fascisti, sono tutti fucilati sul Ponte della Priula. Uno degli scampati ha raccontato che i suoi camerati furono legati alle mani con fili di ferro, seviziati, raccolti in gruppo presso l’argine del fiume e falciati con il fuoco delle armi automatiche.


Ed i quanto a crudeltà , sadismo e sevizie i partigiani italiani sono dei MAESTRI rispetto ai quali i repubblichi non sono altro che dei PICCOLI PIVELLI :

1)RECOARO TERME (VICENZA)
Diciotto persone sono trucidate il 21 Maggio, ma molte altre in quei giorni persero la vita in quella località: si può citare la sorte toccata a due militi prelevati dai partigiani, condotti sulle rive del Brenta e bastonati a sangue; nella sabbia del fiume fu scavata una buca e i due furono interrati. Solo le loro teste affioravano dal suolo. E su quelle teste alcuni di quei criminali si esercitarono al tiro a segno tra schizzante ed insulti atroci. Le urla dei due disgraziati non ebbero altro effetto che quello di divertire i loro carnefici. Poi gli spasimi dei due, oramai moribondi, furono soffocati dalle palate di terra con le quali ricoprirono le loro teste. Poi il Brenta si ingrossò, rimosse la sabbia e restituì alla luce i due volti deformati. I cani randagi banchettarono quel giorno con i miseri resti, e brandelli di carne umana furono disseminati lungo la riva. Poi gli “eroi” ritornarono e cosparsero quello che rimaneva dei due cadaveri, con benzina e vi appiccarono fuoco.

2)Un altro caso conosciuto (sono assai di più quelli di cui non se ne sa niente…) è quello di Rosalia Paltrinieri, di Medolla. Ella aveva il “torto” di essere la segretaria del Fascio femminile locale, nel quale si era impegnata prodigandosi e mettendosi a disposizione di tutti i suoi concittadini.
Era convinta di non avere nulla da temere, perciò, nonostante nella zona si vociferava su quanto stessero combinando i partigiani, preferì rimanere al suo posto. Nonostante tutto, aveva fiducia nei propri simili… perchè aveva avuto la “sbadataggine” di considerare i partigiani appartenenti alla specie umana…

Ma pagò per la sua “colpa“: un gruppo di gappisti le invasero la casa, bastonarono a morte il marito così violentemente da fargli schizzare via il cervello dalla scatola cranica; poi la violentarono davanti ai suoi  tre bambini.
Alla fine, come da copione, le svaligiarono l’abitazione e la portarono con loro conducendola in un casolare in aperta campagna, dove nel frattempo era stata trascinata anche una certa Jolanda Pignatti.
Qui, le due sventurate ebbero modo di “espiare” ancora a lungo la “colpa” di essere fasciste (violenze d’ogni genere) finchè furono costrette a scavarsi la fossa.
Ma Rosalia Paltrinieri, la morte se la dovette proprio guadagnare: “non le fu fatta la grazia di un colpo alla nuca“. Venne legata e fatta stendere viva nella fossa che lei stessa aveva scavato; a questo punto i “coraggiosi partigiani patrioti” la ricoprirono accuratamente di terra.

Uno dei coraggiosi partecipanti a questa “eroica azione di guerra“, ebbe modo di vantarsene nei giorni successivi, insistendo compiaciuto e soddisfatto sul particolare che Rosalia Paltrinieri, mentre soffocava sotto le palate di terra che le venivano gettate addosso, invocava ancora i suoi bambini.



3)NOVARA
Nel campo sportivo sono rinchiusi un centinaio di appartenenti a formazioni militari fasciste operanti nel vercellese. Vengono in seguito condotti all’Ospedale psichiatrico; una notte, i “partigiani” di Moranino, li uccidono nei modi più barbari. Molti furono schiacciati sotto le ruote di pesanti automezzi, e tutti subirono atroci sevizie.

4)E’ noto il caso di Prima Stefanini Cattabriga e Paolina Cattabriga, di Cavezzo (MO) madre e figlia, quest’ultima di 15 anni, prelevate il 16 aprile 1945 dalla tristemente nota “banda di Cavezzo” il nucleo partigiano alle dirette dipendenze della Brigata Partigiana Garibaldi, e costrette ad un calvario di 12 giorni prima di ottenere la “grazia della morte“.

“Azione di guerra“, naturalmente, così il C.L.N. commentò l’accaduto.



Mi dispiace , ma simili nefandezze per un uomo che abbia un briciolo di dignità , non possono e non DEVONO essere in alcun modo giustificate .

Titolo: Re:uesto
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 10, 2013, 14:14:16 pm
Citazione da: Standarte
1)Ed io l'inganno lo contesto , invece....
Te lo abbiamo detto già in tanti, lascia perdere e goditi la libertà che hai, invece di rimembrare un passato che ha lasciato all'Italia solo morti e distruzioni...
Prenditi la "libertà" di capire da dove è iniziato, con le devastazioni delle case del popolo e con l'uccisione di Matteotti.
Violenza ha sempre chiamato violenza, fattene una ragione.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 10, 2013, 14:35:50 pm


Peccato che siano le chiacchiere di una minoranza di nostalgici contro la sentenza di un trubunale regolare.


Non lo dimentico affatto.
Anzi.
Il comunismo è stata una grande lezione di vita, come il fascismo. Entrambe sono esperienze da non ripetersi.

 

Avrebbero dovuto garantire il vettovagliamento e non lo fecero.
Spararono agli italiani che cercarono di salire sui loro camion.


No. Questo è revisionismo storico di impronta fascista, non è storia.
In particolare l'avverbio TUTTE.

E' matematicamente inaccettabile.


Io non nego l'evidenza. Io non sono comunista.
Non potrei esserlo.

Alcune faranno anche riferimento a fatti veri, pulite della retorica.
Ma hanno tutta l'aria d'essere copincollate da www.rsi.it...
Un sito che consulto ma che ho imparato a prendere poco sul serio.

Non puoi pensare che una guerra civile finisca da un giorno all'altro.
O puoi credere che si possa diventare improvvisamente amici di uno che ti ha sparato fino a dieci minuti prima?
O, peggio, ti ha ucciso un figlio?
I nodi vengono al pettine.
Il Gen. Alexander disse: "vi dò tempo tre giorni per fare pulizia. Al quarto giorno non voglio vedere più morti per le strade".
Secondo te a che cosa alludeva?
Esatto... lo stesso che in genere voi sostenete abbia dato dei codardi ai partigiani... pur avendo loro lanciato armi e viveri per tutta la guerra di resistenza...
I conti non tornano....
La resa dei conti.
C'è anche un bel libro, da leggere. Di un certo oliva.
Non un pirla qualsiasi...
E' il docente di storia militare della Scuola di Applicazione dell'Esercito.

1)La verità viene a galla analizzando la storia , non tramite le sentenza dei tribunali , che come tutti sappiamo spesso si sono rivelate sbagliate .
Non è di certo una sentenza di tribunale che può decretare o assolvere da una colpa storica o presunta tale ma un'analisi obiettiva e dettagliata della storia .   
I tribunali italiani hanno definito l'attentato dinamitardo di via Rasella una "legittima azione di guerra" , ma in realtà se si analizza un minimo obiettivamente quanto contenuto nella Convezione dell'Aja e vigente all'epoca dei fatti , essa non era in alcun modo una "legittima azione di guerra" ed i tedeschi non fecero altro che applicare il diritto di rappresaglia previsto dalla medesima convenzione ed applicato regolarmente anche da americani , francesi , inglesi e russi .
Comunque  in quel caso sono stati fucilati 5 prigionieri in più rispetto a quanto previsto ed è lì che a mio modo di vedere si è concretizzata la violazione del diritto vigente all'epoca e quindi il crimine di guerra . 

2)Condivido sia il comunismo ed il fascismo sono esperienza da non ripetersi e che non si ripeteranno perchè mai nel corso della storia umana un'epoca si è ripetuta per due volte .

3)Cazzate .
Il vettovagliamento della 8°Armata era compito dei serivizi logistici della medesima armata non dei tedeschi .
E perchè ci sono stati dei casi SPORADICI (quanti 2 o 3 su milioni di soldati presenti ?) in cui dei soldati semplici tedeschi hanno fatto questo allora la Germania ha tradito l'Italia ?
Ma lo vedi che dici cazzate ?
Ed allora quando i tedeschi , come è stato raccontato in libri di alpini tornati dalla Russia , bussavano alle isbe occupate dagli italiani durante la ritirata e venivano cacciati a calci in culo e per questo morivano assiderati perchè di notte la temperatura scendeva anche a -45° C cosa dobbiamo dire ?
Ma lo conosci il valore della parola "tradimento" ?
I tedeschi hanno combattuto contro i russi con tutte le loro forze fino alla fine delle guerra e fin dentro la Germania , è inutile che citi dei casi di singoli soldati per voler dimostrare teorie risibili ed infantili !
Lo stesso Corpo d'Armata alpino è stato soccorso e rifocillato alla fine della ritirata dagli stessi tedeschi che erano riusciti a costituire una nuova linea di difesa .

4)I siti che parlando dei crimini dei partigiani sul web sono CENTINAIA !
Se vuoi ti posso anche citare i passi dei libri scritti da un giornalista , saggista e scrittore italiano DI SINISTRA ED EX COMUNISTA esperto di resistenza : GIAMPAOLO PANSA !
Che si è laureato con una tesi sulla "Guerra partigiana tra Genova e il Po" ; e che ha scritto libri come "Il sangue dei vinti" , "Sconosciuto 1945" e ... "LA GRANDE BUGIA" !

5)Mi correggo escludo i partigiani cattolici . MA TUTTE le brigate partigiane comuniste ovvero la Brigata Garibaldi e le Brigate GAP e SAP che costituivano l'80% dei partigiani totali , si sono macchiate di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità !
Non è "revisionismo storico di impronta fascista" . E' la verità contro la menzogna .
Ti cito solo 3 casi storici che riguardano TUTTE le formazioni partigiane comunista :
1)Alcuni della Brigata Garibaldi
Questa storia, tratta da “Il Triangolo della Morte” Ed. Mursia, di Giorgio e Paolo Pisanò, ripercorre una delle tante eroiche imprese della Brigata Partigiana per eccellenza: “La Brigata Garibaldi” ovvero il nucleo partigiano che ha combattuto con tenacia e sprezzo del pericolo per la libertà e la democrazia.

Ines Gozzi, una bella ventiquattrenne di Castelnuovo Rangone (MO), è una studentessa universitaria, laureanda in lettere. Conoscendo la lingua tedesca è diventata l’nterprete del locale Comando Germanico. Ciò ha significato la salvezza del paese quando i partigiani hanno ucciso due soldati tedeschi nella zona e questi volevano distruggere l’abitato. E’ stata proprio Ines Gozzi a interporsi e a battersi perchè la rappresaglia fosse evitata. Così, da quel giorno, tutti gli abitanti di Castelnuovo Rangone lo sanno e gliene sono grati.

Ma tutti sanno anche che la ragazza è fidanzata con un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana e questa è una colpa imperdonabile agli occhi dei “partigiani assassini -salvatori della patria- ed eroi coraggiosi pluridecorati“!

La notte del 21 gennaio 1945 una squadra di partigiani della brigata “Garibaldi” fa irruzione in casa Gozzi prelevando Ines e suo padre.

I due vengono portati in un casolare in aperta campagna e qui, davanti al genitore legato, la ragazza subisce le più atroci sevizie e le violenze più indicibili da tutti i “coraggiosi” componenti dell’”onorata” Brigata Garibaldi.

I partigiani garibaldini ubriachi la posseggono a turno, la picchiano, gli sputano addosso, le tagliano le unghie fino alla carne, gli spengono dei mozziconi di sigaretta negli occhi, poi le urinano addosso.
Tutto questo orrore davanti al padre legato, costretto ad assistere al martirio di quell’unica figlia nell’impotenza e nella consapevolezza che non ne sarebbero usciti vivi. Dopo essersi accaniti contro la povera Ines, i partigiani infieriscono su quel padre che oramai non si rendeva più conto di cosa stesse accadendo tanto era il dolore che gli avevano provocato quei porci stramaledetti!

All’alba del 22 gennaio 1945, dopo la lunga notte di baldoria, i “coraggiosi partigiani garibaldini“  finiscono padre e figlia con numerosi colpi di pistola alla testa. Verranno ritrovati e riesumati alcuni giorni dopo. I
l corpo della ragazza è tanto straziato, tanto sfigurato da dover essere nascosto agli occhi della madre.
Sui muri di Castelnuovo Rangone qualcuno scrive: “Bestie, avete ucciso la nostra salvatrice“.

Bastiglia (MO) Era una notte calda e umida a Bastiglia (MO) quando la sera del 27 aprile 1945 alcuni partigiani (Brigata Garibaldi) si introdussero nell’abitazione di Walter Ascari, lo derubarono, fecero razzia di carni e salumi; lo prelevarono e lo trasportarono in aperta campagna.

Ascari non era fascista, ma neanche comunista, era un benestante e questa era una grandissima colpa durante le “Radiose Giornate” quindi colpendo Walter Ascari avrebbero colpito lo “Stato Borghese“.

Giunti in località Montefiorino alcuni partigiani estrassero dei bastoni e cominciarono a colpire il malcapitato come dei forsennati; altri con l’ausilio di una canna di bambù lo seviziarono fino a rompergli l’ano e parte dell’intestino. Ma era ancora ben poca cosa, una fine orrenda attendeva il povero Walter Ascari. “A morte!” “A morte!” Urlavano gli assassini… Per la sua mattanza finale, i gloriosi e pluridecorati eroi garibaldini pensano a qualcosa di diverso dalla solita raffica di mitra…  Qualcosa di speciale… Qualcosa che soltanto la loro mente perversa e assassina poteva immaginare, qualcosa che va aldilà dell’umana cattiveria.
Lo appesero per i polsi ad un grosso ramo in modo che il corpo del moribondo fosse ben teso assicurandolo per i piedi al terreno con una corda. Poi, con una grossa sega da boscaiolo a quattro mani, lo tagliarono in due! Da vivo! Il suo corpo fu gettato in seguito in una porcilaia. Quando lo ritrovarono, ben poco era rimasto di quel pover’uomo.

2)Alcuni dei GAP :
Nel libro i "Balilla andarono a Salò" (pag. 152-153) , Giorgio Albertazzi racconta la pietosa riesumazione dei corpi di alcuni suoi camerati uccisi da una imboscata vigliacca tesa loro dai GAP . A quei soldati erano stati cavati gli occhi con gli uncini della "M" mussoliniana che il reparto aveva sulle mostrine .
Italina Bocchi Morisi, di sessant'anni, era madre del Dr. Francesco Bocchi, vice-federale repubblichino di Modena. La sera del 16 marzo 1945, Italina si avviò, come era solita fare, incontro al figlio che rincasava. Ma una pattuglia di «gappisti» 3, già da tempo in agguato, aprì il fuoco contro il Dr. Bocchi fulminandolo sotto gli occhi della madre. Italina Bocchi si gettò urlando sul corpo del figlio e i «gappisti», allora, uccisero anche lei. Le salme di Italina Bocchi e di suo figlio restarono abbandonate per la strada fino al mattino seguente.

3)Alcuni dei SAP :
Era un bravo veterinario; è entrato molte volte in casa mia. Amico di mio padre, veniva chiamato ogni qualvolta una mucca, nella stalla del contadino, partoriva il vitello. Svolto il suo lavoro, beveva un bicchiere di quello buono e ripartiva. In zona era conosciuto e stimato da tutti. Il 9 gennaio 1945, a San Damaso, un paesino a pochi chilometri da Modena, fu la volta dell'intera famiglia Pallotti, composta da Carlo Pallotti, veterinario, dalla moglie Maria e dai figli Luciano, di quattordici anni, e Maria Luisa, di dodici. Su questo tragico episodio ecco quanto ha scritto, sul settimanale Candido, del 30 maggio 1956, il giornalista Antonio De Carlo, già ufficiale in servizio permanente effettivo e addetto, dopo l'8 settembre, ai «servizi speciali» del Governo del Re, operanti nel territorio modenese agli ordini del Colonnello Duca: «Erano circa le 19,00 e la campagna del modenese, quella sera, era avvolta da una nebbia fittissima. Il contadino Fernando Vaschieri era intento a puntellare la porta della sua casa con un paio di paletti. Aveva salutato da poco il Dr. Pallotti, un veterinario di Modena, che, proprio quel mattino, era andato ad abitare al piano di sopra. Vaschieri stava quindi per chiudere l'uscio, allorché dovette alzare le mani, minacciato dai mitra di alcuni individui, sbucati dalla nebbia. Questi individui si avvicinarono sempre più ed entrarono in casa; i loro volti avevano quel beffardo sorriso di chi protegge la propria vigliaccheria puntando un'arma da fuoco contro un inerme. "Siamo partigiani - dissero - e abbiamo l'ordine di portare al nostro comando il Dr. Pallotti". Vaschieri fu spinto in un angolo, accanto ai suoi familiari, ammutoliti dal terrore. I partigiani salirono al piano superiore dove abitava la famiglia del Dr. Carlo Pallotti. Questi aveva ottenuto due anguste stanzette, perché il giorno precedente era stato costretto ad abbandonare la villetta, dov'era sfollato, in seguito al tentativo di una squadra di "gappisti" di sfondare la porta. In quella occasione, i partigiani comunisti avevano preso a sparare sulle finestre e la bimba del dottore, Maria Luisa, di dodici anni, s'era messa a letto, spaventatissima, con una febbre da cavallo. L'altro figliolo, Luciano, s'era dimostrato più coraggioso, ma dopo aver chiamato in segreto il babbo, gli disse che aveva molta paura e che, per il bene di tutti, sarebbe stato meglio trasferirsi altrove. Il veterinario allora aveva chiesto provvisoriamente a Vaschieri quelle due stanzette. Salendo una scaletta, i tre armati raggiunsero lestamente il piano superiore. Vaschieri intese il grido di una bambina e il pianto disperato di un ragazzo. E poi ancora un grido di donna; vi fu un tramestio, come di seggiole violentemente sbattute e un tizio, rimasto di guardia alla porta, ad un tratto corse di sopra. Si udì allora un ordine secco seguito da alcune raffiche di mitra.
Poi, più nulla. Carlo Pallotti, sua moglie e i due bambini, giacevano riversi sul pavimento di mattoni, unendo i loro rivoli di sangue. Uno degli sparatori si chinò sul corpo crivellato del veterinario: era ancora caldo di vita; il sangue seguitava a uscire a fiotti dalla gola, e c'era pericolo che la bella giubba di pelle indossata dal morente si sporcasse. Allora Carlo Pallotti fu spogliato e il suo carnefice si rimirò con soddisfazione in uno specchio pendente da una parete. Alla signora Maria furono tolti gli orecchini, l'orologio da polso e le fedi. A Maria Luisa venne strappata una medaglietta della Madonna. Così terminò l'"azione di guerra"! I "giustizieri" ridiscesero le scale, diedero una voce a Vaschieri e scaricarono ancora i mitra contro una parete urlandogli: "Non ti muovere fino all'alba. Stattene tranquillo perché hai visto cosa succede ai nostri nemici". Fernando Vaschieri si strinse presso i suoi familiari, inebetito, incapace di comprendere ciò che era successo. La fiamma di una candela fissata su di una bottiglia cominciò a sussultare perché la cera s'era tutta consumata. Il contadino ebbe terrore di rimanere al buio; si mosse, cercò una nuova candela, la accese e si rimise al solito cantuccio. Su una mensoletta una sveglia scandiva gli attimi interminabili di angoscia. Ma ad un tratto, Vaschieri avvertì un lamento: era una voce fioca che proveniva dal piano di sopra. Non c'erano dubbi: era la voce di Maria Luisa. Si trattava di un pianto sommesso, rotto a tratti da un'invocazione straziante: "Papà, mamma, perché non rispondete? Anche voi avete tanto male? E allora perché non vieni tu, Gesù, ad aiutarmi"? Vaschieri guardò l'orologio sulla parete. Era trascorsa appena un'ora dalla strage. La bimba di sopra chiamava; la sua voce era sempre più fioca: "Gesù, perché non vieni"? C'era da accorrere presso la bimba. Ma il contadino Fernando Vaschieri non aveva un cuore di leone e non volle disobbedire agli ordini dei carnefici. Non ebbe nemmeno il coraggio di affrontare il pericolo del coprifuoco per correre poco distante, chiamare aiuto e cercare un medico per la povera Maria Luisa: "Tanto è destinata a morire", si scusò con sé stesso. E non si scosse nemmeno quando, all'alba, la piccina cessò di invocare Gesù». A guerra finita, i massacratori della famiglia Pallotti vennero identificati dalla polizia, e il 31 marzo 1949 il Prefetto di Modena indirizzò al Ministero degli Interni un dispaccio che terminava come segue: «L'orrendo crimine, per la qualità delle vittime e l'efferatezza con cui fu consumato, destò unanime raccapriccio e nulla fu lasciato intentato, sebbene senza risultato, per addivenire scoperti i suoi autori. D'ordine del Questore Marzano, indagini sono state riprese e condotte senza interruzione giorno e notte con massimo impegno e hanno portato a scoperta e arresto autori delitto. Hanno partecipato strage: Reggianini Michele, di anni ventotto; Maletti Dante, di anni ventinove; Sarnesi Savino, di anni ventitre; Benassi Ennio, di anni ventitre; Costantini Giuseppe, di anni quarantuno; Menabue Gerardo, di anni trentacinque, e altri due non ancora identificati facenti parte squadre S.A.P. e G.A.P.». I partigiani arrestati confessarono la strage. Sottoposti a diversi processi, solo il Reggianini e il Costantini vennero condannati rispettivamente a trenta e a sedici anni di carcere. Gli altri imputati furono assolti per aver agito in base agli ordini superiori e perché il fatto costituiva un'«azione di guerra» (?!). La tragedia della provincia di Modena non terminò con l'arrivo delle truppe anglo-americane. Per mesi interi, squadre di terroristi rossi seminarono ovunque la morte, macchiandosi di centinaia di delitti.

No , vnd

Ci sono certi fatti che per il modo atroce , sadico e crudele in cui sono stati compiuto non POSSONO E NON HANNO ALCUNA GIUSTIFICAZIONE !

NON SI POSSONO GIUSTIFICARE IN ALCUN MODO CERTE ATROCITA' CHE SIANO ESSE COMPIUTE DALL'UNA O DALL'ALTRA PARTE !


 





 
Titolo: Re:uesto
Inserito da: Stendardo - Agosto 10, 2013, 14:55:32 pm
Te lo abbiamo detto già in tanti, lascia perdere e goditi la libertà che hai, invece di rimembrare un passato che ha lasciato all'Italia solo morti e distruzioni...
Prenditi la "libertà" di capire da dove è iniziato, con le devastazioni delle case del popolo e con l'uccisione di Matteotti.
Violenza ha sempre chiamato violenza, fattene una ragione.


Sei proprio sicuro che noi in Europa siamo liberi ?

Sei proprio sicuro che una persona in Europa può liberamente dire ciò che vuole senza che venga punito penalmente...?

In Germania , in Francia o in Austria c'è gente che per aver messo in dubbio le cifre dell'olocausto (che comunque c'è stato in tutta la sua portata di orrori) sta scontando ancora adesso anni di carcare !
In Francia un uomo che passaggiava con una magliatta con su disegnata una famiglia formata da padre madre e due figli è stato arrestato .
Nel Regno Unito una hostess della British Airways che indossava una collanina con il crocifisso è stata licenziata .
Negli Stati Uniti d'America ci sono centinaia di uomini che perdono il posto di lavoro per aver fatto semplicemente un apprezzamento ad una collega diventando in automatico "violenza sessuale"
Ma di cosa stiamo parlando...?
Fammi il piacere va...
Lo storico Renzo De Felice che è unanimamante considerato il più grande esperto di fascismo ha scritto che per gran parte del fascismo ci sono stati gli "anni del consenso da parte del popolo italiano" a causa di politiche che hanno realmente favorito il benessere del popolo italiano .

Ti cito un sito di sinistra :

Fonte : http://www.metaforum.it/archivio/2009/showthreadafcd.html
 
Troppo spesso si parla di Mussolini e di Fascismo solo in senso negativo, addirittura viene identificata questa parola come soppressione di ogni diritto e libertà eppure il 80% delle leggi e dei regolamenti anche in ambito contrattuale e salariale come tutela dei piu' deboli risalgono a quel periodo.
 Senza nulla togliere alle atrocita' poi compiute con Hitler, ma giusto per informazione.
 
1. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3184
2. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 3158
3. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841
4. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 653
5. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 2277
6. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 798
7. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 2055
8. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 1312
9. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 928
10. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.1397
11. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 1827
12. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.1768
13. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n. 264
14. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura); 1923
15. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 817
16. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 1048
17. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.138
18. Istituto Autonomo Case Popolari
19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali
20. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859)
21. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico.). I comunisti la chiamarono casa del popolo
22. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori)
23. Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI del 21 aprile 1927
24. Lotta contro l’analfabetismo: eravamo tra i primi in Europa, ma dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni – studenti medi da 326.604 a 674.546 – universitari da 43.235 a 71.512
25. Fondò il doposcuola per il completamento degli alunni
26. Istituì l’educazione fisica obbligatoria nelle scuole
27. Abolizione della schiavitù in Etiopia
28. Lotta contro la malaria
29. Colonie marine, montane e solari
30. Refezione scolastica
31. Obbligo scolastico fino ai 14 anni
32. Scuole professionali
33. Magistratura del Lavoro
34. Carta della Scuola

Opere architettoniche e infrastrutture


35. Bonifiche paludi Pontine, Emilia, Sardegna, Bassa Padana, Coltano, Maremma Toscana, Sele ed appoderamento del latifondo siciliano. Con la fondazione delle città di Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pomezia, Guidonia, Carbonia, Fertilia, Segezia, Alberese, Mussolinia (oggi Alborea), Tirrenia, Tor Viscosa, Arsia e Pozzo Littorio e di 64 borghi rurali, 1933 – 1939
36. Parchi nazionali del Gran Paradiso, dello Stelvio, dell’Abruzzo e del Circeo
37. Centrali Idroelettriche ed elettrificazione delle linee Ferroviarie
38. Roma: Viale della Conciliazione
39. Progetto della Metropolitana di Roma
40. Tutela paesaggistica ed idrologica
41. Impianti di illuminazione elettrica nelle città
42. Prosciugamento del Lago di Nemi (1931) per riportare alla luce navi romane
43. Creazione degli osservatori di Trieste, Genova, Merate, Brera, Campo Imperatore
44. Palazzo della Previdenza Sociale in ogni capoluogo di Provincia
45. Fondazione di 16 nuove Province
46. Creazione dello Stadio dei Marmi (di fronte allo stadio si trova ancora un enorme obelisco con scritto “Mussolini Dux”)
47. Creazione quartiere dell’EUR
48. Ideazione dello stile architettonico “Impero”, ancora visibile nei palazzi pubblici delle città più grandi
49. Creazione del Centro sperimentale di Guidonia (ex Montecelio), dotata del più importante laboratorio di galleria del vento di allora (distrutto nel 1944 dalle truppe tedesche che abbandonavano Roma)
50. Costruzione di numerose dighe
51. Fondò l’istituto delle ricerche, profondo stimatore di Marconi che mise a capo dello stesso istituto grazie alla sua grandiosa invenzione della radio e dei primi esperimenti del radar, non finiti a causa della sua morte
52. Costruzione di molte università tra cui la Città università di ROMA
53. Inaugurazione della Stazione Centrale di Milano nel 1931 e della Stazione di Santa Maria Novella di Firenze
54. Costruzione del palazzo della Farnesina di Roma, sede del Ministero degli Affari Esteri
55. Opere eseguite in Etiopia: 60.000 operai nazionali e 160.000 indigeni srotolarono sul territorio più di 5.000 km di strade asfaltate e 1.400 km di piste camionabili. Avevano trasformato non solo Addis Abeba, ma anche oscuri villaggi in grandi centri abitati (Dessiè, Harar, Gondar, Dire, Daua). Alberghi, scuole, fognature, luce elettrica, ristoranti, collegamenti con altri centri dell’impero, telegrafo, telefono, porti, stazioni radio, aeroporti, financo cinematografi e teatri. Crearono nuovi mercati, numerose scuole per indigeni, e per gli indigeni crearono: tubercolosari, ospizi di ricovero per vecchi e inabili al lavoro, ospedali per la maternità e l’infanzia, lebbrosari. Quello di Selaclacà: oltre 700 posti letto e un grandioso istituto per studi e ricerche contro la lebbra. Crearono imprese di colonizzazione sotto forme di cooperative finanziate dallo stato, mulini, fabbriche di birra, manifatture di tabacchi, cementifici, oleifici, coltivando più di 75.000 ettari di terra.
56. Sviluppo aeronautico, navale, cantieristico

Opere politiche e diplomatiche


57. Patti Lateranensi, 11/02/1929
58. Tribunale del popolo
59. Tribunale speciale
60. Emanò il codice penale (1930), il codice di procedura penale (1933, sostituito nel 1989), il codice di procedura civile (1940), il codice della navigazione (1940), il codice civile (1942) e numerose altre disposizioni vigenti ancora oggi (il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il Codice della Strada, le disposizioni relative a: polizia urbana, rurale, annonaria, edilizia, sanitaria, veterinaria, mortuaria, tributaria, demaniale e metrica)
61. Conferenza di Losanna
62. Conferenza di Locarno
63. Conferenza di Stresa
64. Patto a quattro
65. Patto anti-Comintern

Opere espansionistiche


66. Riconquista della Libia
67. Conquista dell’Etiopia
68. Guerra di Spagna

Opere economiche e finanziarie


69. Istituto di Ricostruzione Industriale (I.R.I.), 1932
70. Istituto Mobiliare Italiano (I.M.I.), 1933
71. Casse Rurali ed Artigiane, R.D. 26 agosto 1937, n. 1706
72. Riforma bancaria: tra il 1936 e il 1938 la Banca d’Italia passò completamente in mano pubblica e il suo Governatore assunse il ruolo di Ispettore sull’esercizio del credito e la difesa del risparmio
73. Socializzazione delle imprese. Legge della R.S.I., 1944
74. Parità aurea della lira
75. Battaglia del grano
76. 1929: crisi finanziaria mondiale. Il mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37 miliardi di lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000 nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che ospitano 215.000 persone, 3131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94 edifici pubblici, ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in 2493 comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione idrauliche e arginature, canale Navicelli; nel 1922 i bacini montani artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184, aumentati 6 milioni e 663 mila k.w. e 17.000 km di linee elettriche; nel 1932 c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche per un risparmio di 600.000 tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di strade statali, provinciali e comunali, 436 km di autostrade. Le prime autostrade in Italia furono la Milano-Laghi e la Serravalle-Genova (al casello di Serravalle Scrivia si trova una scultura commemorativa con scritto ancora “Anno di inizio lavori 1930, ultimato lavori 1933”)
77. Salvò dalla bancarotta l’Ansaldo, il Banco di Roma e l’Ilva (1923-24)
78. Attacco al latifondo siciliano
79. Accordi commerciali con tutti gli Stati compreso l’Urss
80. Pareggio di bilancio già dal 1924

Opere sportive e culturali


81. Costruzione dell’Autodromo di Monza, 10/09/1923
82. Fondazione di CINECITTA’
83. Creazione dell’ente italiano audizione radiofoniche (EIAR), anno 1927
84. Primi esperimenti della televisione che risalgono all’anno 1929 per volere del Duce; nel dicembre del ’38 l’ufficio stampa dell’EIAR comunicò che nei primi mesi del ’39 sarebbero iniziati servizi regolari di televisione. Il 4 giugno 1939 alla Mostra del Leonardo ci furono alcune trasmissione sperimentali, sul Radiocorriere apparvero i programmi e persino le pubblicità di alcuni paleolitici apparecchi televisivi. Purtroppo il progetto venne abbandonato a causa dell’entrata in guerra
85. Istituzione della Mostra del Cinema di Venezia, prima manifestazione del genere al mondo, nata nel 1932 per opera del direttore dell’Istituto Luce, De Feo, e dell’ex ministro delle Finanze Giovanni Volpi di Misurata
86. Creazione dell’albo dei giornalisti, anno 1928
87. Fondazione dell’istituto LUCE, anno 1925
88. Nel 1933 appoggiò la prima trasvolata atlantica compiuta da Italo Balbo (tra l’altro, fu in quella occasione che venne inaugurata la “posta aerea”)
89. Accademia d’Italia (Marconi, Pirandello, Mascagni, ecc.)
90. Littoriali della cultura e dell’arte

Opere di utilità varie


91. Registro per armi da fuoco
92. Istituzione della guardia forestale
93. Istituzione dell’archivio statale, anno 1923
94. Fondazione della FAO
95. Fondazione dei consorzi agrari
96. Annessione della Guardia di Finanza nelle forze armate
97. Istituzione di treni popolari per la domenica con il 70% di sconto, anno 1932
98. Istituì il Corpo dei Vigili del Fuoco.
99. Ammodernò il Pubblico Catasto urbano e dei terreni 100. Mappò tutto il territorio nazionale compilando le mappe altimetriche usate ancora oggi, e che non sono mai state aggiornate da allora .

Ripeto Cassiodoro

Ci sono certe atrocità commesse dall'una e dall'altra parte che per il modo in cui sono state compiute non possono e non devono trovare alcuna giustificazioni !

Ad un  partigiano che stupra ed uccide una donna che con il fascismo non c'entrava nulla consapevole dell'impunità derivante dal caos dell'epoca oppure che tortura un prete perchè cito testualmente : "I preti devono morire tutti" che giustificazione a posteriori vorresti dare ? Idem con patate , che giustificazione potrei darei io alla banda Koch ed alle torture inflitte da essa sia a Roma che a Milano ?
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 10, 2013, 15:09:49 pm
Avviso ai naviganti: sarebbe il caso di piantarla ormai. Ognuno ha detto la sua e si tiene le sue idee
giuste o sbagliate che siano. Ognuno ha menzionato fatti ed opinioni e c'è abbastanza materia per
farsi la convinzione che ognuno reputa giusta. Dò ragione a Marmocchio: questa pagina di Storia
patria è vergognosa e faremmo bene a ricordarla il meno possibile. Un consiglio a Vnd e Cassiodoro
Standarte è inconvincibile. Lasciamolo alle sue certezze. Non vi rinuncerà per nulla al mondo.
Un consiglio a Standarte: su questo forum si contesta e si combatte il FEMMINISMO, non la sinistra:
ricordati che la Sinistra (quella Vera e che io scrivo con la S maiuscola) considerava il femminismo un
movimento qualunquista, interclassista e piccolo borghese (quale è). Gente di sinistra lo combatte,
oggi. E questo, caro Standarte, non dovrebbe che farti piacere. In questo forum ci sono ed è giusto
che ci siano maschi di sinistra. Fattene una ragione. E rassegnati a convivere e confrontarti con loro.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 10, 2013, 15:26:27 pm
Avviso ai naviganti: sarebbe il caso di piantarla ormai. Ognuno ha detto la sua e si tiene le sue idee
giuste o sbagliate che siano. Ognuno ha menzionato fatti ed opinioni e c'è abbastanza materia per
farsi la convinzione che ognuno reputa giusta. Dò ragione a Marmocchio: questa pagina di Storia
patria è vergognosa e faremmo bene a ricordarla il meno possibile. Un consiglio a Vnd e Cassiodoro
Standarte è inconvincibile. Lasciamolo alle sue certezze. Non vi rinuncerà per nulla al mondo.
Un consiglio a Standarte: su questo forum si contesta e si combatte il FEMMINISMO, non la sinistra:
ricordati che la Sinistra (quella Vera e che io scrivo con la S maiuscola) considerava il femminismo un
movimento qualunquista, interclassista e piccolo borghese (quale è). Gente di sinistra lo combatte,
oggi. E questo, caro Standarte, non dovrebbe che farti piacere. In questo forum ci sono ed è giusto
che ci siano maschi di sinistra. Fattene una ragione. E rassegnati a convivere e confrontarti con loro.

Come io vi lascio alle vostre certezze ed al "mito della resistenza" .
Il femminismo è stato un prodotto di esponenti marxisti e capitalisti .
A partire da Engels... inventore del "mito del patriarcato" .
Ciò non toglie che ci siano uomini di sinistra autenticamente antifemministi e che personalmente stimo primi fra tutti Fabrizio Marchi e Mauro Recher .
La sinistra , anche quella con la S maniuscola come anche il centro e la destra , a chiacchiare è sempre stata a favore dei poveri nella sostanza , però , ha sempre provveduto ad ingrossarsi la pancia fregandosene altamente dei più deboli .
70 anni di partitocrazia stanno a dimostrare che ho perfettamente ragione , in 70 anni di partitocrazia la situazione è andata sempre paggiorando...
Chi è stato realmente a favore dei poveri sono le associazioni cattoliche come la Caritas o i missionari in Africa , Asia ed America Latina .
Massimo , vnd ha incensato più volte in questo forum i partigiani senza che io sia mai intervenuto potendolo anche fare per mettere in discussione il loro operato , proprio per una questione di rispetto delle diverse sensibilità .
Non ci sto che , però , veniate a lordare pubblicamente la memoria dei caduti dell'altra parte con la pretesa , per giunta , che io stia zitto senza aver possibilità di controbattere storicamente .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: COSMOS1 - Agosto 10, 2013, 17:49:42 pm
posto che la QM è un disagio connesso con il femminismo

che risvegliarsi alla QM in qualche modo comporta essere antifemministi

la discussione sul fatto che sia possibile essere antifemministi meglio a destra o a sinistra o sia indifferente non è del tutto banale
ritornarci sopra periodicamente potrebbe anche servire, forse si aprono nuove prospettive

ma la discussione non va da nessuna parte se consiste in una descrizione agiografica della propria parte
anche ammesso (e non concesso) che Mussolini sia stato davvero l'Uomo della Provvidenza, ciò ha gran poco significato per l'antifemminismo del 2013 ->
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Red- - Agosto 10, 2013, 22:10:32 pm
Red , se permetti la storia va raccontata tutta .

Non è possibile che nei libri di storia certi fatti non siano mai stati deliberatamente raccontati affinchè la gente comune ne rimanesse allo scuro .
Non è un modo corretto di fare storia e un modo di fare politica , perchè , ti ripeto , a mio parere , quando si parla di storia bisognerebbe citare tutti i fatti storici .
Standarte, la questione secondo me è complessa. Esiste la storia ed esiste la storiografia.
La prima è il fatto così come si è verificato, la seconda è il racconto che ne fa chi si occupa poi di scrivere i libri. (Anche il racconto della storia ha influenza sul mondo).
Tutti i fatti storici non li conosci nemmeno tu. (più di qualche imprecisione...)
Alla fine, molto pragmaticamente, tenuto conto del fatto che la storiografia è disciolta in mille rivoli ed è cmq imprecisa, quel che conviene fare è tenere per buono quel che fa più bene al mondo, e certo il fascismo non ne ha fatto molto, di bene al mondo.

Poi su Mussolini la storiografia è stata più imprecisa che nella media, ma questo è un altro discorso. SE se ne potesse parlare in maniera molto serena e non ideologica, a me piacerebbe, ma visto che non si può fare, lasciamo stare. Che è meglio. :P


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 11, 2013, 12:27:53 pm
Standarte, la questione secondo me è complessa. Esiste la storia ed esiste la storiografia.
La prima è il fatto così come si è verificato, la seconda è il racconto che ne fa chi si occupa poi di scrivere i libri. (Anche il racconto della storia ha influenza sul mondo).
Tutti i fatti storici non li conosci nemmeno tu. (più di qualche imprecisione...)
Alla fine, molto pragmaticamente, tenuto conto del fatto che la storiografia è disciolta in mille rivoli ed è cmq imprecisa, quel che conviene fare è tenere per buono quel che fa più bene al mondo, e certo il fascismo non ne ha fatto molto, di bene al mondo.

Poi su Mussolini la storiografia è stata più imprecisa che nella media, ma questo è un altro discorso. SE se ne potesse parlare in maniera molto serena e non ideologica, a me piacerebbe, ma visto che non si può fare, lasciamo stare. Che è meglio. :P

Non mi trovi d'accordo .
Un libro di storia deve raccontare tutti i fatti storici di modo che il lettore si possa fare un idea completa di quanto è realmente avvenuto senza essere condizionato dall'interpretazione personale data dallo storico .
Perchè così facendo la storiografia può essere facilmente preda di interpretazioni di tipo politico piegando la verità storica a fini politici .
Lo storico dovrebbe attenersi in maniera fredda ed obiettiva a raccontare i fatti storici così come sono avvenuti lasciando la libertà ad ognuno di formarsi la propria idea in tutta scienza e coscienza .
In realtà ciò avviene per quasi tutti le epoche storiche , soltanto per il periodo del fascismo e della seconda guerra mondiale sembra che la storiografia prevalga sulla storia difatti quel periodo storico è putroppo ancora un tabù .
Certamente tutti i fatti storici non li conosco neanche io e non nutro neanche la presuzione di conoscere e di sapere tutto , tuttavia ritengo che i fatti storici da me esposti siano realmente accaduti e ti chiederei di segnalarmi queste "imprecisioni" di modo che si possa valutare se davvero esse siano delle imprecisioni o meno...
Toglimi una curiosità Red :
Hai deciso tu cosa "fa più bene al mondo" o hai avuto una rivelazione divina dall'alto dei Cieli ?
Vedi Red , l'errore dei rossi è proprio quello di credere di aver trovato il "Santo Graal" nelle loro teorie e di avere pertanto l'assurda pretesa di essere gli unici depositari e portatori al mondo della verità e di conseguenza  di ciò che è bene e male e tu , purtroppo , ne hai dato poco fa una dimostrazione lampante .
Ti racconterò una barzelletta così proprio per sdrammatizzare un pò :
Un giorno un bambino torna dal proprio padre di sinistra ed ex comunista e gli fa : "Papà i coccodrilli volano !"
Ed il padre : "Ma che dici ? I cocodrilli non volano !"
Ed il figlio : "Ma si papà ti dico che è così ! I coccodrilli volano !" .
Ed il padre un pò perplesso gli fa : "Senti , ma chi ti ha detto questa cosa ?" .
Ed il figlio : "Ho letto che lo ha detto Marx !"
Allora il padre ci pensa un pò su e dopo un pò risponde al figlio : "Basso , basso quasi radenti all'acqua ma volano !" 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 12, 2013, 13:32:14 pm
http://www.esperienzedidattiche.com/Nuova%20cartella/materiali/5.%202%20luglio%201944,%20l%27eccidio%20del%20colle%20del%20Lys.wmv

Dal 2:30 è ben spiegato l'eroismo delle brigate nere che tanta ammirazione e tanta popolarità suscita (ma soltanto in alcuni).
La maggior parte sente ancora prudere le mani.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 12, 2013, 13:55:00 pm
1)La verità viene a galla analizzando la storia , non tramite le sentenza dei tribunali , che come tutti sappiamo spesso si sono rivelate sbagliate .

Veniamo di definire questo "spesso".
Perché a me non risulta.

Citazione
Non è di certo una sentenza di tribunale che può decretare o assolvere da una colpa storica o presunta tale ma un'analisi obiettiva e dettagliata della storia .   

Lo farebbero le chiacchiere?

Citazione
I tribunali italiani hanno definito l'attentato dinamitardo di via Rasella una "legittima azione di guerra" , ma in realtà se si analizza un minimo obiettivamente quanto contenuto nella Convezione dell'Aja e vigente all'epoca dei fatti , essa non era in alcun modo una "legittima azione di guerra" ed i tedeschi non fecero altro che applicare il diritto di rappresaglia previsto dalla medesima convenzione ed applicato regolarmente anche da americani , francesi , inglesi e russi .

Fu azione di guerra perché l'obiettivo era militare.
L'azione è assolutamente in linea con le attuali convenzioni.


Citazione
Comunque  in quel caso sono stati fucilati 5 prigionieri in più rispetto a quanto previsto ed è lì che a mio modo di vedere si è concretizzata la violazione del diritto vigente all'epoca e quindi il crimine di guerra . 
Non è a tuo avviso.
E' la sentenza di un tribunale a decretarlo.
Allora.... quando ti piace le sentenze di tribunale contano?


Citazione
4)I siti che parlando dei crimini dei partigiani sul web sono CENTINAIA !

E tu vai a beccare proprio i più farlocchi.

Citazione
Se vuoi ti posso anche citare i passi dei libri scritti da un giornalista , saggista e scrittore italiano DI SINISTRA ED EX COMUNISTA esperto di resistenza : GIAMPAOLO PANSA !
Che si è laureato con una tesi sulla "Guerra partigiana tra Genova e il Po" ; e che ha scritto libri come "Il sangue dei vinti" , "Sconosciuto 1945" e ... "LA GRANDE BUGIA" !

Guarda che i libri di Pansa li ho letti.
Ma, appunto, è un giornalista.
Non uno storico.


Citazione
5)Mi correggo escludo i partigiani cattolici . MA TUTTE le brigate partigiane comuniste ovvero la Brigata Garibaldi e le Brigate GAP e SAP che costituivano l'80% dei partigiani totali , si sono macchiate di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità !
Non è "revisionismo storico di impronta fascista" . E' la verità contro la menzogna .

Prima di tutto.... tra le brigate garibaldi c'erano anche preti.
Anche se non erano comunisti.
http://www.esperienzedidattiche.com/Nuova%20cartella/materiali/5%20%20Don%20Lavagno%20e%20Costanzo.jpg
La Resistenza fu diversa da zona a zona.
Uno saliva in montagna e si univa a chi c'era.
Non sempre si poteva scegliere.

Citazione
Pisanò

ROTFL

Citazione
No , vnd

Ci sono certi fatti che per il modo atroce , sadico e crudele in cui sono stati compiuto non POSSONO E NON HANNO ALCUNA GIUSTIFICAZIONE !

NON SI POSSONO GIUSTIFICARE IN ALCUN MODO CERTE ATROCITA' CHE SIANO ESSE COMPIUTE DALL'UNA O DALL'ALTRA PARTE !

Guarda che qui quello che giustifica i crimini, per la precisione, fascisti, sei tu.
Non io.
Sei tu che sminuisci i fatti della decima.

Io i criminali li vorrei vedere tutti i galera, fascisti e "partigiani"....

Ma non dimenticare che si semina ciò che si raccoglie.
Il popolo quando procede al linciaggio è incontrollabile.




 

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 15:38:22 pm
http://www.esperienzedidattiche.com/Nuova%20cartella/materiali/5.%202%20luglio%201944,%20l%27eccidio%20del%20colle%20del%20Lys.wmv

Dal 2:30 è ben spiegato l'eroismo delle brigate nere che tanta ammirazione e tanta popolarità suscita (ma soltanto in alcuni).
La maggior parte sente ancora prudere le mani.

1)Io ho voluto ricordare i militi della X° Flottiglia M.A.S. non quelli delle brigate nere ;

2)A differenza di decine e decine di reparti fascisti che si batterono eroicamente durante la seconda guerra mondiale oltre alla X° Flottiglia M.A.S. , i paracadutisti della Folgore , i battaglioni giovani fascisti a Bir el Gobi , l'epopea di Giarabub , le gesta eroiche dei bersaglieri che destarono così tanto l'ammirazione di Erwin Rommel da fargli dire : "Il soldato tedesco ha stupito il mondo . Il bersagliere italiano ha stupito il soldato tedesco." , le divisioni corazzate "Ariete" e Littorio" , le motorizzate "Trento" e "Trieste" , il battaglione Savoia Cavalleria in Russia , in Etiopia e tanti altri ancora etc. che scrivere le proprie geste di eroismo sarebbe troppo lungo..., NESSUN reparto partigiano si è mai battuto CON ONORE il loro tratto distintivo FU LA VIGLIACCHERIA , LA FEROCIA ED IL SADISMO SIA IN GUERRA SIA DOPO LA GUERRA ;
A differenza di molte truppe fasciste , nessun reparto partigiano ha mai ricevuto 1 solo "onore delle armi" per il valore in battaglia sia da parte degli Alleati sia da parte dei nemici ; si sono dati tra di loro delle medaglie d'oro a iosa il cui valore , militarmente ed eroicamente , parlando è pari a quello di una patacca di piombo ;

3)La cosa che più mi provoca il voltastomaco e vedere i vigliacchi atteggiarsi ad eroi , le torture e gli stupri ai danni di civili inermi definite dal C.N.L. "azioni di guerra" ; mi spiace ma la storia non può essere manipolata in questo modo tanto meschino .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 15:41:48 pm
http://www.esperienzedidattiche.com/Nuova%20cartella/materiali/5.%202%20luglio%201944,%20l%27eccidio%20del%20colle%20del%20Lys.wmv

Dal 2:30 è ben spiegato l'eroismo delle brigate nere che tanta ammirazione e tanta popolarità suscita (ma soltanto in alcuni).
La maggior parte sente ancora prudere le mani.

1)Sai vnd anche leggendo , ad esempio , quanto accadde nella cartiera della morte può far venire da prudere la mani a molte persone che non sanno niente delle schifezze commesse dai partigiani...
Ecco , questi sono gli "eroi" che vengono commemorati ogni 25 Aprile...

Fonte : http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=424:la-cartiera-della-morte-di-roberto-roggero&catid=53:storia&Itemid=123

La cartiera della morte, di Roberto Roggero







Nomi e riferimenti tratti dal libro di Antonio Serena, "La Cartiera della morte - Mignagola 1945", Casa Editrice Mursia, 2009"
 



La cartiera della morte Di Roberto Roggero
 
Stragi dimenticate
 



LA CARTIERA DELLA MORTE
 




Aprile-maggio 1945: il Paese è nel caos, si scatena la rabbia delle formazioni comuniste. Fra queste una particolarmente feroce agisce nei pressi di Treviso negli impianti delle cartiere Burgo.
 
Nelle settimane seguenti la fine della guerra in Italia, la Cartiera Burgo di Mignagola, zona a cavallo fra Breda di Piave, S.Biagio Callalta e Carbonera, non lontano da Treviso, è adibita a campo di prigionia dove, oltre agli arrestati fra le fila della Guardia Nazionale Repubblicana e Milizia RSI, sono riunite centinaia di persone rastrellate nel territorio, accusate di collaborazionismo o semplicemente sospettate. Il numero delle vittime non è mai stato stabilito con precisione. Solo un centinaio quelle identificate, molte altre, almeno novecento, sono sparite nelle acque del fiume Sile.
 
La banda del “Falco”
 
La formazione partigiana che per prima prende possesso della cartiera è comandata da un tale Piovesan, coadiuvato da elementi che parevano scelti per la loro predisposizione a sadismo e ferocia. Fra questi i tristemente celebri Luigi Pozzi, detto “Volpe” e Gino Simionato, detto “Falco” o “Buriccio”.
 
Secondo varie testimonianze, sono oltre 2.000 le persone prigioniere alla cartiera Burgo, diventata il regno incontrastato della banda di “Falco”, che concede mano libera ai propri uomini, assetati di vendetta, i quali si macchiano di crimini che vanno dalla fucilazione senza processo, a torture, stupri, sequestri di persona, uccisioni a colpi di bastone, piccone o badile, e crocifissioni.
 
Con quella di “Falco”, altre formazioni irregolari imperversano nella zona, come la banda “Cirillo” (Francesco Sabatucci), di Giampaolo Bottacin, di “Paoli” (Vladimiro Dorigo, che aveva autorità sulle formazioni “Fabris”), “Fortunello” (Antonio Sponchiado), “Romi” (Luigi Pagotto), la banda “Piton” (Dionisio Maschio), la “Balilla” (Dino Piaser), la banda “Russo” (Sebastiano Pastrello) e altre, spesso coadiuvate dal regista occulto di molti crimini, il già citato “Volpe”. Tristemente famose anche le formazioni “Matteotti”, nelle quali erano presenti alcuni soldati sovietici, come lo spietato capitano Walter Shadicov, uso a scaricare la propria pistola addosso a coloro che giudicava avere “una faccia antipatica” oppure a massacrare i volti dei medesimi con il calcio di un mitra.
 
Alla “cartiera maledetta” morire per una raffica di mitra era considerata quasi una fortuna, tuttavia, nonostante le prove a carico sull’assassinio accertato di oltre 400 persone (e le centinaia di cui non si è potuto sapere nulla), gli uomini della “banda Falco” vengono successivamente graziati in quanto tali atti sono fatti rientrare nella “lotta contro il nazifascismo”.
 
Il “Falco”, ovvero Gino Simionato, nato a Preganziol il 7 novembre 1920, comandante del battaglione “Falchi delle Grave”, è uno dei più controversi protagonisti della Guerra di Liberazione. Pare giunga nella zona del Piave nel settembre 1944, dopo aver combattuto nel territorio di Valdobbiadene, nei quadri della brigata partigiana “Mazzini”, e si fa subito notare per ferocia e determinazione. Uno dei compagni più assidui è Carlo Bisetto, detto “Zebra” o “Canea”, ex operaio della cartiera, che gli stessi componenti della banda definiscono fra i più crudeli e sanguinari. C’è poi Alfonso Benedetti, detto “Ferro”, uno dei più giovani ma non per questo meno spietato, ex commissario politico e membro di un tribunale del popolo, costretto a fuggire in Francia perché gli stessi compagni lo isolano a causa degli atti di cui si è reso colpevole. Tristemente celebre anche tale Silvio Cadono detto “Senna”, personaggio violento, alcolizzato, temuto dai suoi stessi compagni.
 
La cartiera Burgo è il regno di questi personaggi, che fra l’altro riescono ad ammassare in una località poco lontana, oltre 65 quintali di armi e munizioni, denunciate poi dalla popolazione, stanca degli abusi compiuti in nome di una libertà che ben poco aveva a che vedere con la sconfitta del nazifascismo.
 
 
 
L’Italia nel caos
 
In quella parte del Paese dove la presenza comunista era molto forte, la guerra, e le varie guerre personali, caratterizzano in modo drammatico lo scorcio di storia delle settimane precedenti la resa e dei mesi successivi. Non era raro che anche all’interno delle bande partigiane, rivalità e giochi politici conducessero a tragici epiloghi, un esempio per tutti, le malghe di Porzus. Episodi drammatici accadono non solo alla cartiera di Mignagola, ma in tutto il territorio dell’Italia nord orientale, come i venti giovani Carabinieri che, pur non avendo mai preso parte a nessuna azione militare, sono barbaramente torturati e massacrati alle Cave di Predil.
 
Fra le centinaia di persone uccise nei modi più barbari, alla cartiera i prigionieri venivano solitamente portati all’interno di stanzoni vuoti, per gli interrogatori, spesso condotti da Marcello Caldato noto come “Sauro”, quindi trasferiti in altre stanze dove il sangue sulle pareti e i fori dei proiettili sui muri erano un chiaro segno.
 
Francesco Grifoni, ex maresciallo della Guardia Nazionale Repubblicana, è fra gli arrestati il 30 aprile ’45, accolti a calci e pugni e derubati di ogni avere. Capitava che gruppi di internati venissero costretti a danzare scalzi sui vetri, prima di essere fucilati. Grifoni riferisce poi che le condizioni di prigionia si fanno più drammatiche quando alla cartiera cominciano ad arrivare i partigiani rimasti fino ad allora nascosti sui monti, fra cui molti che erano passati per le mani della polizia fascista o tedesca. Per questi la sete di vendetta è quindi al massimo. La confusione era padrona della situazione, tanto che non vengono nemmeno tenuti registri con i nomi dei prigionieri o elenchi con il materiale sequestrato.
 
 
 
L'intervento del CLN e degli alleati
 
 
 
Inizialmente, il comando delle formazioni “Garibaldi per il territorio di Treviso è situato nella elegante Villa Dal Vesco, i cui proprietari sono assassinati nel febbraio 1945. Poco tempo dopo vengono allestiti posti di blocco armati lungo tutte le strade del territorio, e cominciano gli arresti. Le persone sospettate di collaborazionismo, oppure esplicitamente denunciate sono rinchiuse nella cartiera Burgo.
 
Il 30 aprile una jeep americana con tre militari arriva alla cartiera ordinando la cessazione delle attività. In seguito all'intimazione degli americani, il 1° maggio il comando delle Brigate Garibaldi viene spostato all'asilo parrocchiale di Carbonera, ma arresti, torture ed uccisioni continuano.
 
I sei partiti politici impegnati nella liberazione e riuniti nel CLN (più il Partito Repubblicano) non riescono però ad estendere la propria autorità al settore militare, gestito dalle autorità alleate. Tuttavia il CLN aveva proprie strutture militari con una propria gerarchia, ma i rapporti con le formazioni partigiane combattenti non erano sempre facili e lineari. In particolare, il meglio organizzato era senza dubbio il PCI, con divisioni, brigate e battaglioni. Sui fatti di Mignagola il CLN ordina un'inchiesta, estesa anche ai fatti della Strage di Oderzo, e in seguito alle indagini compiute viene ordinato l’arresto di Gino Simionato, “Falco”, considerato responsabile dell'eccidio.
 
 
 
Processi farsa e testimonianze insabbiate
 
Oltre al quello di Francesco Grifoni (sopravvissuto perché trasferito al carcere di Treviso), i resoconti sugli orrori della cartiera di Mignagola sono diversi, e tutti incentrati su torture, episodi di inaudita ferocia. Testimonianze dirette di persone che porteranno fino alla morte i segni delle angherie subite sia a livello fisico che psicologico, e che non dimenticheranno i volti dei loro aguzzini, come tale “Dante”, al secolo Giovanni Brambullo, il cui passatempo era lo spaccare teste con una vanghetta militare, o un certo Antonio Pol, che si divertiva a mettere il fez fascista in testa ai prigionieri fissandolo con chiodi e martello, gettando poi i corpi nel fiume Sile, oppure sovrintendendo alle esecuzioni dei prigionieri che venivano crocifissi ad assi di legno.
 
Nella seconda metà del maggio 1945, al tribunale di Treviso giungono le prime segnalazioni dei familiari delle vittime, quindi i rapporti dei Carabinieri che segnalano le zone in cui sarebbero sepolti decine di corpi.
 
Ai primi di giugno 1945 il giudice Giovanni Berlanda ordina la esumazione e inizia ufficialmente il procedimento d’inchiesta. Le indagini compiute dal Tribunale Penale di Trieste risultano difficoltose fin dal principio a causa della reticenza di molti testimoni, tanto che in un rapporto dei Carabinieri si legge che “Nessuno vuole parlare...tutti sono terrorizzati, perché i colpevoli sono ancora in circolazione... coloro che potrebbero dare preziose notizie, vivono sotto l'incubo della rappresaglia o della vendetta”. Contro gli autori della strage viene infine istruito un processo nell'estate del 1945.
 
Alle udienze presiedute dal giudice Aldo Loasses è chiamato a testimoniare anche il parroco di Carbonera, don Ernesto Dal Corso: “La maggior parte delle uccisioni avvenne in seguito a processi burla,ai quali presenziavano tali Roberto Polo, Antonio Sponchiado, Giovanni Brambullo, Silvio Zancanaro, Gino Trevisi...(componenti della banda partigiana che aveva arbitrariamente costituito Corte Speciale del Tribunale del Popolo presso la cartiera – ndr)…Ho potuto apprendere dallo stesso Sponchiado che il 30 aprile era giunto l'ordine perentorio degli alleati di sospendere ogni esecuzione. Successivamente, invece, dicono che Gino Simionato abbia ucciso una quarantina di persone  a colpi di badile, ma si parlava anche di gente bruciata viva, amputazioni, pestaggi, insomma, una vera galleria degli orrori…”.
 
Anche il partigiano Marcello Caldato, (“Sauro”), rende testimonianza al processo: “Dopo che dal comando Piazza di Treviso era venuto l'ordine di sospendere le esecuzioni, credo che non ne siano più state fatte, anzi in cartiera lo posso escludere, fuori non lo posso sapere. Delle uccisioni fatte dal Falco, posso dire quanto mi è stato riferito, perché, se ben ricordo, i fatti sono avvenuti nel pomeriggio del 28; non posso dire se tale data sia precisa. Mi è stato riferito che nel pomeriggio sono venuti in cartiera Falco, Barba (Enrico Chiarin – ndr) e altri partigiani con un'autoblinda, reduci da un combattimento sostenuto a Monastier, dove era stato ucciso un cugino di Barba e un fratello di Falco. Hanno chiesto se ci fossero persone già condannate da fucilare. Fu loro detto di no, però so che c'erano 15 elementi della GNR che si erano arresi alla caserma Salsa, dopo aver consumato tutte le munizioni e dopo aver ucciso, sparando, il partigiano Laganà e ferito un altro partigiano, mentre si avvicinavano alla caserma con bandiera bianca per intimare la resa. Mi fu detto che Falco, Barba e qualche altro entrarono nello stanzone dove erano rinchiusi e li fecero fuori tutti a colpi di Sten...”.
 
Un’altra testimonianza è quella del partigiano Aldo Tognana, comandante della Piazza Militare di Treviso, riportata da ”Il Gazzettino” il 22 ottobre 2007: “Quando sono scesi i partigiani dalle montagne sono incominciate le retate. Una mattina passo il ponte di Santa Margherita e non c'era più nemmeno il parapetto del Sile. Era tutto coperto di sangue, di notte avevano portato lì i prigionieri, fascisti e non, li avevano uccisi e gettati nel fiume o bruciati nei forni della cartiera, o ancora sciolti nelle vasche di acido”.
 
Il seguito della vicenda è storia nota. Diversi aguzzini della cartiera sono identificati, arrestati, molti riescono a fuggire oltre confine, rifugiandosi fra le formazioni di partigiani jugoslavi, altri sono condannati a pesanti pene detentive e in maggior parte graziati. Altri fanno perdere le loro tracce. Il “Falco” è processato per l’omicidio dell’attore ventottenne Elio Marcuzzo (uno dei protagonisti di “Ossessione” di Luchino Visconti) e del fratello Armando, accusati di collaborazionismo per avere effettuato la traduzione, dal tedesco all’italiano, di un atto amministrativo richiesto dal Comune di Treviso. Anche questo caso, come gli altri, viene fatto rientrare nella lotta al nazifascismo e compreso quindi nella cosiddetta “amnistia Togliatti”.
 
La sentenza pronunciata nei confronti di Gino Simionato e dei suoi complici è la seguente: “Imputati di omicidio volontario ai sensi dell'art. 575 C.P. in relazione all'art. 81 cpv. C.P. e per taluni casi anche art. 61, n. 4 C.P. per avere negli ultimi giorni di aprile ed i primi di maggio 1945, in Mignagola e in altre località del mandamento di Treviso, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, adoperando talvolta sevizie o agendo con crudeltà, cagionato la morte delle seguenti persone, catturate nel corso dei ripetuti rastrellamenti compiuti da formazioni partigiane impegnate nella lotta contro i fascisti o altri collaborazionisti dei tedeschi invasori o ritenuti tali:...(seguono i nomi delle 33 vittime al momento identificate - ndr) ...Per quanto sia altamente deplorevole la indiscriminazione con cui taluni partigiani o patrioti ebbero a sfogare la mal repressa rabbia, troppo spesso senza accertarsi prima della colpevolezza dei singoli individui rastrellati, fra i quali si trovavano certamente giovani aderenti al movimento contrario non per loro volontà, bensì per necessità o per costrizione; per quanto ripugni il pensiero che questi ultimi abbiano meritato di avere la vita stroncata, per mere apparenze e presunzioni, alle volte fallaci, resta pur fuori discussione l'intenzione, offuscata sia pure da torbide passioni di parte, mirante alla rappresaglia e allo sterminio contro chi direttamente o indirettamente aveva prestato il proprio braccio o la propria mente al servizio del nemico invasore e quindi estranea a ogni motivo o fine di vendetta personale non politica.
 
P.Q.M. visto gli art. 378,591 C.P.P., 151 C.P. e 2 e 4 N.1D.P. 22-6-1946, n.4 e 1 comma primo D.L.L. 17-XI-1945, n.719, sulle conformi conclusioni del P.M. dichiara non doversi procedere a carico degli imputati indicati in epigrafe in ordine ai reati loro rubricati, perchè estinti per effetto amnistia. Treviso, 24 giugno 1954.    Il Giudice Istruttore Favara”.
 
Simionato, prosciolto per i fatti della “cartiera della morte”, viene poi riconosciuto colpevole di altri reati e rimane in carcere dal 1946 al 1954, dopodichè ripara in Francia e se ne perdono le tracce.
 
Questa, come molte altre vicende dell’immediato dopoguerra, accadute in altri paesi liberati, in gran parte non sono stati ancora chiariti o volutamente dimenticati, perché coperti dalla volontà di silenzio dettato dalla ragione di stato nel periodo delle nuove alleanze.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 16:25:35 pm
Veniamo di definire questo "spesso".
Perché a me non risulta.

Lo farebbero le chiacchiere?

Fu azione di guerra perché l'obiettivo era militare.
L'azione è assolutamente in linea con le attuali convenzioni.

Non è a tuo avviso.
E' la sentenza di un tribunale a decretarlo.
Allora.... quando ti piace le sentenze di tribunale contano?


E tu vai a beccare proprio i più farlocchi.

Guarda che i libri di Pansa li ho letti.
Ma, appunto, è un giornalista.
Non uno storico.


Prima di tutto.... tra le brigate garibaldi c'erano anche preti.
Anche se non erano comunisti.
http://www.esperienzedidattiche.com/Nuova%20cartella/materiali/5%20%20Don%20Lavagno%20e%20Costanzo.jpg
La Resistenza fu diversa da zona a zona.
Uno saliva in montagna e si univa a chi c'era.
Non sempre si poteva scegliere.

ROTFL

Guarda che qui quello che giustifica i crimini, per la precisione, fascisti, sei tu.
Non io.
Sei tu che sminuisci i fatti della decima.

Io i criminali li vorrei vedere tutti i galera, fascisti e "partigiani"....

Ma non dimenticare che si semina ciò che si raccoglie.
Il popolo quando procede al linciaggio è incontrollabile.

1)Per giudicare se una azione militare sia lecita o meno bisogna considerare il diritto bellico vigente all'epoca non quello fatto a posteriori . Questa è una regola elementare del diritto .
Durante la seconda guerra mondiale la Covenzione dell'Aja definiva qualsiasi atto ostile contro la potenza occupante come illegittimo e prevedeva il diritto di rappresaglia .
Tale diritto fu ampiamente utilizzato anche da amaricani , francesi , inglesi e russi .
Ormai è la centesima volta che lo ripeto...
I repubblichini ed i tedeschi in riferimento alle rappresaglie hanno agito nel rispetto della Convenzione dell'Aja .
Chi contesta questo è solo un grandissmo ipocrita perchè a questo punto dovrebbero essere condannati anche gli americani , gli inglesi , i francesi ed i russi !
E non fa niente che dopo la guerra i tribunali dei vincitori hanno capovolto totalmente la frittata condannando SOLO le rappresaglie repubblichine e tedesche e non anche quelle degli Alleati e capovolgendo quanbto contenuto nella Convenzione dell'Aja statuendo la legittimità , A POSTERIORI , degli atti di vigliaccheria dei partigiani ovvero le imboscate e gli attentati dinamitardi .
Appunto con le attuali quelle dei tribunali dei vincitori , non quella neutra della Convenzione dell'Aja fatta prima della prima guerra mondiale !
I tribunali dei vincitori in tal modo hanno voluto "giustificare" la guerra vigliacca portata avanti dai partigiani .

2)Io ti ho citato la Convenione dell'Aja perchè è stata stipulata nel 1907 molto prima dell'avvento del fascismo e del nazionalsocialismo !
E , all'epoca della seconda guerra mondiale era in vigore tale convenzione non quella dei tribunali dei vincitori !
La convenione dell'Aja è una convenzione sul diritto bellico del tutto neutra ed apoliticizzata .
Il C.N.L. ha definito "azioni di guerra" stupri e torture a civili inermi !
MA NON FAMMI RIDERE CHE SEI RIDICOLO !
Le donne stuprate e le torture e le sevizie ai danni di civili inermi ad opera dei partigiani e definite cito testualmente : "azioni di guerra" sono davvero "azioni di guerra" ?
Ripeto NON FARMI RIDERE !

3)Dunque secondo te i crimini dei partigiani con testimoni , date , ore e luoghi e soprattutto morti sono stati tirati fuori dal cilindro da Pansa ?

4)I crimini dei partigiani sono fatti storici . Negare è negare la verità storica , soltanto un partigiano può essere così vigliacco e meschino da negare ciò che è ormai evidente .
Ma putroppo per te la verità batte sempre la menzogna .
Sui cimini dei partigiani ci sono anche testimonianze degli stessi partigiani...
Allora se tu neghi i crimini dei partigiani , chi mi impedirebbe di negare quelli commessi sui partigiani  ?
Ma io non nego gli errori mentre tu hai la faccia tosta di negare l'evidenza !
Pure se i morti resusciterebbero saresti capace di negare e questo mi da il senso della misura di quanto vali eticamente e moralmente .

5)La brigata garibaldi era comunista e non me ne frega niente che al cuo interno di fossero dei "Don Gallo" .
I crimini contro l'umanità la brigata garibaldi comunista li ha compiuti eccome , come tutte le altre brigate comuniste , si sono tutte macchiate di crimini infami . g.a.p. , s.a.p. e brigata garibaldi , non se ne salva una !

6)E quale crimine avrei giustificato per la precisione ?

7)Ed è proprio qui che sta la differenza tra me e te .
Non ci può essere nessuna giustificazione etica e morale gli atti di tortura e di sadismo !

Tu affermi :

"Ma non dimenticare che si semina ciò che si raccoglie.
Il popolo quando procede al linciaggio è incontrollabile."

Domanda :

Ma che giustificazione a posteriori vorresti dare a simili accadimenti ad esempio...?

L'Eccidio di Argelato avvenuto tra l'8 maggio e l'11 maggio 1945, a guerra finita, fu l’esecuzione sommaria, effettuata con metodi di particolare ferocia, di 17 persone, alcune sospettate di simpatie politiche per il fascismo, avvenuto ad Argelato in provincia di Bologna.
17 persone furono sequestrate, condotte in un podere, e seviziate; poi, portate in un campo, furono strangolate con filo telefonico, e sepolte in una fossa anticarro.
Sette vittime erano fratelli, i fratelli Govoni, (Dino, Emo, Augusto, Ida, Marino, Giuseppe, Primo), di cui due soltanto erano fascisti, sequestrati a Pieve di Cento, una era una donna di 20 che in passato aveva collaborato con la polizia fascista e resasi complice di massacri di padri di famiglia ed esecuzioni sommarie. Seviziati e poi massacrati a colpi di roncole, vanghe e zappe l'11 maggio, i partigiani seviziarono nuovamente, la mattina del 12, i 7 fratelli che giacevano a terra rantolando per il massacro del giorno prima; successivamente li seppellirono, alcuni dei quali ancora vivi, in una fossa anticarro.


E per finire ti cito il comunista Giorgio Bocca PARTIGIANO che è sempre stato osannato dalla sinistra . Anche lui si è inventato tutto...?

“La gente, pur continuando a odiare i tedeschi, si domandava la ragione del soffrire e la scorgeva nell’azione dei partigiani…e urlava, pregava, minacciava perché i partigiani stessero lontani. Cosa vogliono, dicevano, quei disgraziati in montagna? Non fanno che provocare dolori, scappano, non sanno combattere, ci fan bruciare la case” (Giorgio Bocca, partigiani della montagna, ed Bertello Cuneo 1945).
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 12, 2013, 17:17:07 pm
Standarte
Citazione
1)Per giudicare se una azione militare sia lecita o meno bisogna considerare il diritto bellico vigente all'epoca non quello fatto a posteriori .

Ma se il diritto bellico dell'epoca è incompleto perché non può aver previsto tutte le casistiche, è lecito considerare le nuove convenzioni nell'esame dei fatti storici.

Citazione
I repubblichini ed i tedeschi in riferimento alle rappresaglie hanno agito nel rispetto della Convenzione dell'Aja .


Le convenzioni dell'Aja  autorizzavano anche l'asportazione dei genitali, degli occhi e del cuore?


Citazione
2)Io ti ho citato la Convenione dell'Aja perchè è stata stipulata nel 1907 molto prima dell'avvento del fascismo e del nazionalsocialismo !
E , all'epoca della seconda guerra mondiale era in vigore tale convenzione non quella dei tribunali dei vincitori !

All'epoca era già stata siglata la  Convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra, Ginevra, 27 luglio 1929.
Che, tuttavia, visti i suoi limiti sarà abrogata nel 1949.

Citazione
Il C.N.L. ha definito "azioni di guerra" stupri e torture a civili inermi !
MA NON FAMMI RIDERE CHE SEI RIDICOLO !
Le donne stuprate e le torture e le sevizie ai danni di civili inermi ad opera dei partigiani e definite cito testualmente : "azioni di guerra" sono davvero "azioni di guerra" ?
Ripeto NON FARMI RIDERE !

Questo è doppiamente falso, è quasi femminista.
Io non ho mai scritto che le stupro fosse previsto da alcuna convenzione.
Nè risulta che il CLN abbia considerato lecite certe pratiche.
Il CLN, aveva invece dichiarato di svolgere le operazioni in conformità con le leggi e gli usi di guerra.

Va da se che, aderire o meno ad una convenzione, non è considerabile "crimine di guerra".
E' chiminale far parte di un Paese firmatario ma non applicarla.

Citazione
3)Dunque secondo te i crimini dei partigiani con testimoni , date , ore e luoghi e soprattutto morti sono stati tirati fuori dal cilindro da Pansa ?

Pansa ha scritto dei romanzetti. Nei suoi libri non cita le fonti.
Questo rende inutile la discussione accademica  dei suoi lavoro.

Lo storico che ha trattato gli stessi temi del Pansa ma con stile accademico è Gianni Oliva.


Citazione
4)I crimini dei partigiani sono fatti storici .

Anche quelli fascisti.

Citazione
Negare è negare la verità storica , soltanto un partigiano può essere così vigliacco e meschino da negare ciò che è ormai evidente .

Io non nego nulla.
Preciso:
- il reato commesso da uno sbandato, al di fuori di un'operazione di combattimento, non è ascrivibile a tutte le formazioni partigiane.
- Lo stesso non si può dire per ciò che concerne il reato commesso da un repubblichino in uniforme, per giunta controllato da un ufficiale.

Citazione
5)La brigata garibaldi era comunista e non me ne frega niente che al cuo interno di fossero dei "Don Gallo" .

Tu hai parlato di partigiani cattolici.
Rileggiti.

Citazione
I crimini contro l'umanità la brigata garibaldi comunista li ha compiuti eccome , come tutte le altre brigate comuniste , si sono tutte macchiate di crimini infami . g.a.p. , s.a.p. e brigata garibaldi , non se ne salva una !

Balle.


6)E quale crimine avrei giustificato per la precisione ?

Riporto il passaggio:
"2)E' falso il passaggio in cui si afferma : "le sevizie particolarmente efferate" ci sono stati se e no 2 casi in cui la Decima ha ecceduto che nel computo delle MIGLIAIA DI AZIONI DI GUERRA condotte dalla X° Flottiglia M.A.S. non sono nulla ; "

Citazione
7)Ed è proprio qui che sta la differenza tra me e te .
Non ci può essere nessuna giustificazione etica e morale gli atti di tortura e di sadismo !
Le tue valutazioni personali non mi interessano.
Tanto più se si basano su affermazioni false.


Citazione
Tu affermi :

"Ma non dimenticare che si semina ciò che si raccoglie.
Il popolo quando procede al linciaggio è incontrollabile."

Domanda :

Ma che giustificazione a posteriori vorresti dare a simili accadimenti ad esempio...?

Io mi riferivo ai fatti post bellici tanto cari al Pansa.


Citazione
L'Eccidio di Argelato avvenuto tra l'8 maggio e l'11 maggio 1945, a guerra finita, fu l’esecuzione sommaria, effettuata con metodi di particolare ferocia, di 17 persone, alcune sospettate di simpatie politiche per il fascismo, avvenuto ad Argelato in provincia di Bologna.

E tu l'hai capito benissimo.
E' proprio questo il punto.

I fatti post bellici non possono essere classificati come reati commessi da partigiani.
Visto che le formazioni partigiane erano state sciolte, si tratta indubbiamente di vendette private commesse da cittadini esasperati.
Con la resistenza non c'entrano nulla.

Nemmeno i reati del triangolo rosso sono reati partigiani.
Si tratta di azioni commesse da ex-partigiani comunisti frustrati per la "rivoluzione mutilata".

Ma senza CLN non si può più parlare di partigiani.
Si tratta un inutile tentativo di deliggittimare la resistenza.

Citazione
17 persone furono sequestrate, condotte in un podere, e seviziate; poi, portate in un campo, furono strangolate con filo telefonico, e sepolte in una fossa anticarro.
Sette vittime erano fratelli, i fratelli Govoni, (Dino, Emo, Augusto, Ida, Marino, Giuseppe, Primo), di cui due soltanto erano fascisti, sequestrati a Pieve di Cento, una era una donna di 20 che in passato aveva collaborato con la polizia fascista e resasi complice di massacri di padri di famiglia ed esecuzioni sommarie. Seviziati e poi massacrati a colpi di roncole, vanghe e zappe l'11 maggio, i partigiani seviziarono nuovamente, la mattina del 12, i 7 fratelli che giacevano a terra rantolando per il massacro del giorno prima; successivamente li seppellirono, alcuni dei quali ancora vivi, in una fossa anticarro.


Appunto.
Questa è una vendetta privata. Non un'azione partigiana.

Citazione
E per finire ti cito il comunista Giorgio Bocca PARTIGIANO che è sempre stato osannato dalla sinistra . Anche lui si è inventato tutto...?

“La gente, pur continuando a odiare i tedeschi, si domandava la ragione del soffrire e la scorgeva nell’azione dei partigiani…e urlava, pregava, minacciava perché i partigiani stessero lontani. Cosa vogliono, dicevano, quei disgraziati in montagna? Non fanno che provocare dolori, scappano, non sanno combattere, ci fan bruciare la case” (Giorgio Bocca, partigiani della montagna, ed Bertello Cuneo 1945).

Capitava.
Molta gente capisce soltanto i problemi quando ci sbatte il muso.
Chi non aveva figli o nipoti in età da militare, poteva non capire.
Ma la verità è che la maggior parte della gente di montagna era con loro. I partigiani non avrebbero mai potuto sopravvivere per 19 mesi se non avessero avuto dalla loro la popolazione.

E la popolazione fu con loro anche a causa (o grazie) ai crimini commessi dai fascisti.

 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 18:32:47 pm
Standarte
Ma se il diritto bellico dell'epoca è incompleto perché non può aver previsto tutte le casistiche, è lecito considerare le nuove convenzioni nell'esame dei fatti storici.


Le convenzioni dell'Aja  autorizzavano anche l'asportazione dei genitali, degli occhi e del cuore?


All'epoca era già stata siglata la  Convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra, Ginevra, 27 luglio 1929.
Che, tuttavia, visti i suoi limiti sarà abrogata nel 1949.

Questo è doppiamente falso, è quasi femminista.
Io non ho mai scritto che le stupro fosse previsto da alcuna convenzione.
Nè risulta che il CLN abbia considerato lecite certe pratiche.
Il CLN, aveva invece dichiarato di svolgere le operazioni in conformità con le leggi e gli usi di guerra.

Va da se che, aderire o meno ad una convenzione, non è considerabile "crimine di guerra".
E' chiminale far parte di un Paese firmatario ma non applicarla.

Pansa ha scritto dei romanzetti. Nei suoi libri non cita le fonti.
Questo rende inutile la discussione accademica  dei suoi lavoro.

Lo storico che ha trattato gli stessi temi del Pansa ma con stile accademico è Gianni Oliva.


Anche quelli fascisti.

Io non nego nulla.
Preciso:
- il reato commesso da uno sbandato, al di fuori di un'operazione di combattimento, non è ascrivibile a tutte le formazioni partigiane.
- Lo stesso non si può dire per ciò che concerne il reato commesso da un repubblichino in uniforme, per giunta controllato da un ufficiale.

Tu hai parlato di partigiani cattolici.
Rileggiti.

Balle.


6)E quale crimine avrei giustificato per la precisione ?

Riporto il passaggio:
"2)E' falso il passaggio in cui si afferma : "le sevizie particolarmente efferate" ci sono stati se e no 2 casi in cui la Decima ha ecceduto che nel computo delle MIGLIAIA DI AZIONI DI GUERRA condotte dalla X° Flottiglia M.A.S. non sono nulla ; "
Le tue valutazioni personali non mi interessano.
Tanto più se si basano su affermazioni false.


Io mi riferivo ai fatti post bellici tanto cari al Pansa.


E tu l'hai capito benissimo.
E' proprio questo il punto.

I fatti post bellici non possono essere classificati come reati commessi da partigiani.
Visto che le formazioni partigiane erano state sciolte, si tratta indubbiamente di vendette private commesse da cittadini esasperati.
Con la resistenza non c'entrano nulla.

Nemmeno i reati del triangolo rosso sono reati partigiani.
Si tratta di azioni commesse da ex-partigiani comunisti frustrati per la "rivoluzione mutilata".

Ma senza CLN non si può più parlare di partigiani.
Si tratta un inutile tentativo di deliggittimare la resistenza.

Appunto.
Questa è una vendetta privata. Non un'azione partigiana.

Capitava.
Molta gente capisce soltanto i problemi quando ci sbatte il muso.
Chi non aveva figli o nipoti in età da militare, poteva non capire.
Ma la verità è che la maggior parte della gente di montagna era con loro. I partigiani non avrebbero mai potuto sopravvivere per 19 mesi se non avessero avuto dalla loro la popolazione.

E la popolazione fu con loro anche a causa (o grazie) ai crimini commessi dai fascisti.

1)E' Falso .
La Convezione dell'Aja è completa e comprende tutte le casistiche .
L’art. 42 della Convenzione dell’Aja dice testualmente:
 “La popolazione ha l’obbligo di continuare nelle sue attività abituali astenendosi da qualsiasi attività dannosa nei confronti delle truppe e delle operazioni militari. La potenza occupante può pretendere che venga data esecuzione a queste disposizioni al fine di garantire la sicurezza delle truppe occupanti e al fine di mantenere ordine e sicurezza. Solo al fine di conseguire tale scopo la potenza occupante ha la facoltà, come ultima ratio, di procedere alla cattura e alla esecuzione degli ostaggi“.
Tale articolo esclude "QUALSIASI ATTIVITA' DANNOSA NEI CONFRONTI DELLE TRUPPE E DELLE OPERAZIONI MILITARI" .
Sai cosa significa "QUALSIASI" o ti citare il Treccani per farti comprendere cosa significa il termine "QUALSIASI" ?

2)Ripeto . Io condanno QUALSIASI TORTURA sia essa compiuta da QUALCHE reparto repubblichino sia essa compiuta da TUTTE le formazioni partigiane comuniste .
E' inutile che fai il finto tonto , sono disposto a ripetertelo milioni di volte .

3)Secondo il diritto internazionale (Art. 1 della convenzione dell’Aia del 1907) un atto di guerra materialmente legittimo può essere compiuto solo dagli eserciti regolari ovvero da corpi volontari i quali rispondano a determinati requisiti, cioè abbiano alla loro testa una persona responsabile per i subordinati, abbiano un segno distintivo fisso riconoscibile a distanza e PORTINO APERTAMENTE LE ARMI .
 Ciò premesso, si può senz’altro affermare che gli attentati messi in atto dai partigiani fossero atti illegittimi di guerra esendo stati compiuti da appartenenti a un corpo sì di volontari ma che però NON PORTAVANO APERTAMENTE LE ARMI .
Pertanto i partigiani , secondo il diritto bellico internazionale VIGENTE ALL'EPOCA DEI FATTI , non godevano del cd "status di prigionieri di guerra ."
La Convezione di Ginevra non considerava i partigiani prigionieri di guerra . 

3)"Il CLN, aveva invece dichiarato di svolgere le operazioni in conformità con le leggi e gli usi di guerra."

IL cnl AVEVA  DICHIARATO SI MA NON MANTENNE MAI FEDE ALLA PAROLA DATA !

Mentre i reparti militari si andavano smobilitando e i loro uomini erano catturati, tanti si arrendevano ai partigiani, anziché attendere le truppe anglo-americane, poiché il cnl i giurava e spergiurava che avrebbero avuto salvata la vita e non avrebbero torto loro un capello.

LEGGI BENE , PRIMA DI PARLARE LEGGI BENE QUANTO STO PER SCRIVERE ! E NON  FARE IL FINTO TONTO !

QUESTA E' UNA FONTE NEUTRA WIKIPEDIA , LA STRAGE DI ODERZO E' STORICAMENTE AVVENUTA E RICONOSCIUTA DA TUTTI !

Strage di Oderzo




Strage di Oderzo
 

Il complesso, ora restaurato, delle ex carceri di Oderzo
 

La Strage di Oderzo, avvenuta in due fasi il 30 aprile e il 15 maggio 1945, fu l'esecuzione sommaria di centotredici persone appartenenti o sospettate di appartenere alla Repubblica Sociale Italiana o al Partito Fascista.
 


Indice
  [nascondi]  1 La resa
 2 La violazione della resa
 3 La prima strage 3.1 Gli autori della strage
 
4 Eventi successivi
 5 Il processo e le condanne
 6 Il cippo commemorativo
 7 Note
 8 Bibliografia
 9 Voci correlate
 
La resa
 
Il 28 aprile 1945 nella Casa Canonica di Oderzo fu firmato, alla presenza del parroco, abate Domenico Visentin, e il nuovo sindaco della città Plinio Fabrizio, un accordo tra il Comitato di Liberazione Nazionale, rappresentato dal sig. Sergio Martin, e da due rappresentanti della RSI, il colonnello Giovanni Baccarani, comandante della Scuola Allievi Ufficiali di Oderzo, e il maggiore Amerigo Ansaloni, comandante del Battaglione Romagna. Il risultato dell'accordo, che prevedeva la consegna delle armi per un lasciapassare partigiano per rientrare a casa, fu la resa incondizionata di tutte le forze fasciste di Oderzo:[1] in tutto circa 600 uomini, 130 appartenenti a due battaglioni, il "Bologna" e il "Romagna" e 470 allievi della scuola ufficiali di Oderzo, i quali consegnarono le armi concentrandosi nei locali del "Sigismondo Brandolini", collegio gestito dai Giuseppini del Murialdo a sud della città.
 
La violazione della resa
 
Poco dopo giunsero in città i partigiani della brigata "Cacciatori della pianura", appartenenti alla Brigate Garibaldi e legati al Partito Comunista Italiano i quali, venuti a sapere dei fascisti concentrati al Brandolini, decisero di considerare nullo l'accordo preso e di istituire un tribunale di guerra.
 
Compito del tribunale di guerra era applicare in modo rigido la cosiddetta "Legge della Montagna", un insieme di disposizioni interne al gruppo per stabilire le pene da applicare a tedeschi e fascisti.
 
La prima strage
 
Nei giorni del 29 e 30 aprile furono eliminate 124 persone, rastrellate tra i reparti dei Btg. "Bologna" e "Romagna".
 Non fu svolto alcun processo e, come recita la sentenza del processo di Velletri, "non vi fu mai un collegio giudicante...; non vi fu possibilità di difesa per gli accusati, non furono contestati agli accusati fatti specifici..., le sentenze di condanna a morte non furono pronunciate, ...la vita e la morte di ciascuno dipendevano dall'arbitrio più sconfinato" [2].
 
Le prime eliminazioni avvennero già la mattina del 30: tredici prigionieri furono prelevati in due fasi dalle carceri, fucilati lungo le rive del Monticano ed i corpi gettati nel fiume.
 
Nel pomeriggio i cento condannati, più altri ventiquattro aggiunti sul momento, furono schierati in cortile, in un clima di confusione e disorganizzazione dovuta alla pioggia e alla sete di vendetta di alcuni presenti. A tutti furono legati le mani dietro la schiena e detto che sarebbero stati trasferiti in un campo di concentramento.
 Al momento di partire ci si accorse che negli unici mezzi a disposizione, un'ambulanza e un grosso camion di bestiame, non c'era posto per tutti: fu così che alcuni rimasero al Brandolini e, senza saperlo, si salvarono la vita: tra questi alcuni militi del "Romagna". Recita la sentenza del processo di Velletri: "le sentenze di condanna a morte non furono pronunziate... non fu compilata nemmeno una lista completa dei prigionieri mandati a morte al Ponte della Priula.... la vita e la morte di ciascuno dipendeva dall'arbitrio più sconfinato". Molti scampati furono poi ripresi, nonostante il lasciapassare rilasciato dal CLN, e furono massacrati nel campo di sterminio partigiano di Mignagola di Carbonera e nella strage della "corriera fantasma" a San Possidonio (Modena).[3]
 
A sera i due camion, scortati, partirono per Ponte della Priula, impiegando circa due ore a compiere gli appena 22 km di distanza. Dopo essere stati tradotti in un grande prato presso le rive del Piave, furono tutti uccisi.
 
Un particolare impressionante è datato 16 maggio, quando in occasione delle nozze di due partigiani, Adriano Venezian detto il Biondo e Vittorina Arioli detta Anita, cui furono augurati dodici figli, si provvide, come atto propiziatore, all'uccisione di dodici allievi ufficiali della scuola, avvenuta sempre nei pressi del Ponte della Priula.[4]
 
Gli autori della strage
 
Tra gli autori della strage vanno ricordati tale "Bozambo", detto "Il boia di Montaner", nominato vice-capo della Polizia di Oderzo, e Gino Simionato detto "Falco", originario di Preganziol, tristemente noto nella Marca Trevigiana per numerose efferatezze essendo stato coinvolto, tra l'altro, nella strage della cartiera di Mignagola. La mattina del primo maggio gli esecutori della strage costrinsero dei contadini a seppellire i cadaveri.
 
Eventi successivi
 
Tre giorni dopo la strage i "Cacciatori della Pianura", probabilmente su pressione del CLN[senza fonte] - che aveva tentato di opporsi all'eccidio - si assunsero la responsabilità dell'accaduto, con un manifesto affisso in città il 4 maggio:
 


« Determinato dalla necessità dello stato di guerra, Codesto Comando il 30 aprile dovette procedere alle esecuzioni capitali dei criminali di guerra, dopo regolare processo della propria Corte Marziale, che necessariamente ha agito al di fuori di ogni avvicinamento sia con il Cln locale, sia con la Commissione Giustizia. »
 


(Brigata Cacciatori della Pianura)
 

Due giorni dopo,un partigiano di Faenza, giunto a Oderzo e dichiaratosi commissario politico della ventottesima Brigata Garibaldi "Mario Gordini", chiese e ottenne a fatica di prelevare dalle carceri cittadine e dai rinchiusi al Brandolini altri tredici prigionieri, militi della Guardia Nazionale Repubblicana che avevano agito nella sua zona per poi scappare a nord.
 
Ma invece di ricondurli in Romagna per il processo, il 15 maggio l'ignoto partigiano insieme a Bozambo condusse i tredici sempre a Ponte della Priula. Di questi dodici furono fucilati a mezzanotte; il tredicesimo, un ragazzo di 18 anni che affermava di conoscere la cassa del Battaglione Romagna, venne giustiziato nei pressi della chiesa di Fontanelle.
 
Il processo e le condanne [modifica sorgente]
 
Il 16 maggio 1953, al termine del processo tenutosi a Velletri, alcuni degli autori della strage furono condannati a pene variabili, dai ventiquattro ai trenta anni di reclusione. Tuttavia il momento politico e i forti condizionamenti politici che già avevano impedito un serio processo di epurazione, suggerirono al Parlamento e al governo di varare una serie di amnistie e condoni ad ampio raggio, grazie ai quali i condannati per la strage scontarono solo cinque anni di detenzione. Nel 1957 infatti la Corte d'appello di Roma estinguerà per amnistia i reati in quanto commessi in "lotta contro il fascismo".
 
Il cippo commemorativo [modifica sorgente]
 
A ricordo della strage i sopravvissuti innalzarono un piccolo cippo presso il luogo delle esecuzioni. Fu segretamente inaugurato la notte del 4 novembre 1966; la mattina dopo era già stato imbrattato di vernice rossa e immediatamente fatto ripulire dal Comune.
 



E’ noto il caso di Prima Stefanini Cattabriga e Paolina Cattabriga, di Cavezzo (MO) madre e figlia, quest’ultima di 15 anni, prelevate il 16 aprile 1945 dalla tristemente nota “banda di Cavezzo” il nucleo partigiano alle dirette dipendenze della Brigata Partigiana Garibaldi, e costrette ad un calvario di 12 giorni prima di ottenere la “grazia della morte“.
“Azione di guerra“, naturalmente, così il C.L.N. commentò l’accaduto.
Fonte : http://blog.libero.it/mcsar/commenti.php?msgid=8737496

Ti ho anche citato i casi delle ripetute torture , stupri , uomini gettati nei forni ancora vivi o sciolti vivi nell'acido inflitte alla Cartiera !

E come questi i casi in cui il C.N.L. definì "azioni di guerra" le più crudeli torture si contano a decine !

Ma tu fai il finto tonto !

La convenzione dell'Aja nella STRAGRANDE maggiornaza dei casi VENNE RISPETTATA dai repubblichini .

Ti ripeto per la 1.000.000 volta il diritto di rappresaglia era previsto dalla convenzione dell'Aja ! 

Le TORTURE NON ERANO LA REGOLA NELL'OPERATO DELLA X MAS CI FURONO SOLO 2 EPISODI MA LA X MAS DI AZIONI DI GUERRA NE FECE DECINE DI MIGLIAIA !

Nel valutare l'operato di una divisione di dovrebbe valutare in maniera complessiva !

Il diritto di rappresaglia era invece legittimo previsto dalle leggi vigenti all'epoca ed applicato anche dagli alleati !

CONTINUA PURE A FARE IL FINTO TONTO , ED IO MI LIMITERO' A RIPETERTI SEMPRE LE STESSE COSE !

4)Non c'è un episodio citato da Pansa 1 SOLO che non sia realmente accaduto . Pansa perla di fatti che sono realmente accaduto come il famoso Triangolo della Morte .
Ti sfido pubblicamente a citarmi un solo caso di tortura , eccidi , stupri o altre nefandezze partigiane che Pansa si sia inventato !
Inutile forse è la tua ottusità...
Anche lo storico ebreo Sergio Luzzatto , dichiarò in seguito che nelle sue opere «nulla si inventa» e c'è «rispetto per la storia» .
Fonte : 13.^ http://www.corriere.it/cultura/13_aprile_16/I-compagni-dimenticati-del-partigiano-Primo-Levi_f7dd888c-a676-11e2-bce2-5ecd696f115c.shtml

5)Certo però a differenza dei repubblichini , TUTTI i reparti partigiani comunisti si sono macchiati di crimini .

6)Ma sei stupido o fai finta di essere stupido ?

I crimini partigiani non furono il gesto isolato di qualche sbandato ma azioni sistematiche poste in essere da interi reparti di partigiani !

Ad esempio negli orrori della Cartiera di Mignagola operarono intere formazioni partigiani GARIBALDINE COMUNISTE che compirono i peggiori atti di crudeltà e ferocia che una mente umana possa concepire e che furono "giustificati" dai tribunali dei vincitori come "lotta al nazifascismo" .

Fonte : http://it.wikipedia.org/wiki/Strage_della_cartiera_di_Mignagola

Fonte : http://www.riscossacristiana.it/index.php?option=com_content&view=article&id=424:la-cartiera-della-morte-di-roberto-roggero&catid=53:storia&Itemid=123

MA SE TU NON SAI LEGGERE IN ITALIANO , O MEGLIO NON VUOI LEGGERE I CRIMINI COMMESSI DAI PARTIGIANI COMUNISTI NON E' COLPA MIA !

Io mi limiterò a ripeterti sempre le stesse cose .

7)Tutte le formazioni partigiane comuniste non cattoliche si sono macchiate di crimini di guerra e di crimini contro l'umanità !
Ma se tu non leggi cosa scrivo non è colpa mia !
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 18:35:51 pm
Avviso a vnd :

Non riuscirai a far cancellare il thread .

Personalmente  da adesso in poi mi dedicherò solo a questo thread .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 18:46:54 pm
Standarte
Ma se il diritto bellico dell'epoca è incompleto perché non può aver previsto tutte le casistiche, è lecito considerare le nuove convenzioni nell'esame dei fatti storici.


Le convenzioni dell'Aja  autorizzavano anche l'asportazione dei genitali, degli occhi e del cuore?


All'epoca era già stata siglata la  Convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra, Ginevra, 27 luglio 1929.
Che, tuttavia, visti i suoi limiti sarà abrogata nel 1949.

Questo è doppiamente falso, è quasi femminista.
Io non ho mai scritto che le stupro fosse previsto da alcuna convenzione.
Nè risulta che il CLN abbia considerato lecite certe pratiche.
Il CLN, aveva invece dichiarato di svolgere le operazioni in conformità con le leggi e gli usi di guerra.

Va da se che, aderire o meno ad una convenzione, non è considerabile "crimine di guerra".
E' chiminale far parte di un Paese firmatario ma non applicarla.

Pansa ha scritto dei romanzetti. Nei suoi libri non cita le fonti.
Questo rende inutile la discussione accademica  dei suoi lavoro.

Lo storico che ha trattato gli stessi temi del Pansa ma con stile accademico è Gianni Oliva.


Anche quelli fascisti.

Io non nego nulla.
Preciso:
- il reato commesso da uno sbandato, al di fuori di un'operazione di combattimento, non è ascrivibile a tutte le formazioni partigiane.
- Lo stesso non si può dire per ciò che concerne il reato commesso da un repubblichino in uniforme, per giunta controllato da un ufficiale.

Tu hai parlato di partigiani cattolici.
Rileggiti.

Balle.


6)E quale crimine avrei giustificato per la precisione ?

Riporto il passaggio:
"2)E' falso il passaggio in cui si afferma : "le sevizie particolarmente efferate" ci sono stati se e no 2 casi in cui la Decima ha ecceduto che nel computo delle MIGLIAIA DI AZIONI DI GUERRA condotte dalla X° Flottiglia M.A.S. non sono nulla ; "
Le tue valutazioni personali non mi interessano.
Tanto più se si basano su affermazioni false.


Io mi riferivo ai fatti post bellici tanto cari al Pansa.


E tu l'hai capito benissimo.
E' proprio questo il punto.

I fatti post bellici non possono essere classificati come reati commessi da partigiani.
Visto che le formazioni partigiane erano state sciolte, si tratta indubbiamente di vendette private commesse da cittadini esasperati.
Con la resistenza non c'entrano nulla.

Nemmeno i reati del triangolo rosso sono reati partigiani.
Si tratta di azioni commesse da ex-partigiani comunisti frustrati per la "rivoluzione mutilata".

Ma senza CLN non si può più parlare di partigiani.
Si tratta un inutile tentativo di deliggittimare la resistenza.

Appunto.
Questa è una vendetta privata. Non un'azione partigiana.

Capitava.
Molta gente capisce soltanto i problemi quando ci sbatte il muso.
Chi non aveva figli o nipoti in età da militare, poteva non capire.
Ma la verità è che la maggior parte della gente di montagna era con loro. I partigiani non avrebbero mai potuto sopravvivere per 19 mesi se non avessero avuto dalla loro la popolazione.

E la popolazione fu con loro anche a causa (o grazie) ai crimini commessi dai fascisti.

Ma che cazzo stai dicendo ? Di quale atto isolato parli ?

LA STRAGE DELLA CARTIERA DI MIGNAGOLA AVVENNE QUANDO LA GUERRA NON ERA ANCORA FINITA AD ESEMPIO E FU COMPIUTA DA INTERI REPARTI DELLA BRIGATA PARTIGIANA COMUNISTA GARIBALDI !

La cartiera della morte, di Roberto Roggero







Nomi e riferimenti tratti dal libro di Antonio Serena, "La Cartiera della morte - Mignagola 1945", Casa Editrice Mursia, 2009"
 



La cartiera della morte Di Roberto Roggero
 
Stragi dimenticate
 



LA CARTIERA DELLA MORTE
 




Aprile-maggio 1945: il Paese è nel caos, si scatena la rabbia delle formazioni comuniste. Fra queste una particolarmente feroce agisce nei pressi di Treviso negli impianti delle cartiere Burgo.
 
Nelle settimane seguenti la fine della guerra in Italia, la Cartiera Burgo di Mignagola, zona a cavallo fra Breda di Piave, S.Biagio Callalta e Carbonera, non lontano da Treviso, è adibita a campo di prigionia dove, oltre agli arrestati fra le fila della Guardia Nazionale Repubblicana e Milizia RSI, sono riunite centinaia di persone rastrellate nel territorio, accusate di collaborazionismo o semplicemente sospettate. Il numero delle vittime non è mai stato stabilito con precisione. Solo un centinaio quelle identificate, molte altre, almeno novecento, sono sparite nelle acque del fiume Sile.
 
La banda del “Falco”
 
La formazione partigiana che per prima prende possesso della cartiera è comandata da un tale Piovesan, coadiuvato da elementi che parevano scelti per la loro predisposizione a sadismo e ferocia. Fra questi i tristemente celebri Luigi Pozzi, detto “Volpe” e Gino Simionato, detto “Falco” o “Buriccio”.
 
Secondo varie testimonianze, sono oltre 2.000 le persone prigioniere alla cartiera Burgo, diventata il regno incontrastato della banda di “Falco”, che concede mano libera ai propri uomini, assetati di vendetta, i quali si macchiano di crimini che vanno dalla fucilazione senza processo, a torture, stupri, sequestri di persona, uccisioni a colpi di bastone, piccone o badile, e crocifissioni.
 
Con quella di “Falco”, altre formazioni irregolari imperversano nella zona, come la banda “Cirillo” (Francesco Sabatucci), di Giampaolo Bottacin, di “Paoli” (Vladimiro Dorigo, che aveva autorità sulle formazioni “Fabris”), “Fortunello” (Antonio Sponchiado), “Romi” (Luigi Pagotto), la banda “Piton” (Dionisio Maschio), la “Balilla” (Dino Piaser), la banda “Russo” (Sebastiano Pastrello) e altre, spesso coadiuvate dal regista occulto di molti crimini, il già citato “Volpe”. Tristemente famose anche le formazioni “Matteotti”, nelle quali erano presenti alcuni soldati sovietici, come lo spietato capitano Walter Shadicov, uso a scaricare la propria pistola addosso a coloro che giudicava avere “una faccia antipatica” oppure a massacrare i volti dei medesimi con il calcio di un mitra.
 
Alla “cartiera maledetta” morire per una raffica di mitra era considerata quasi una fortuna, tuttavia, nonostante le prove a carico sull’assassinio accertato di oltre 400 persone (e le centinaia di cui non si è potuto sapere nulla), gli uomini della “banda Falco” vengono successivamente graziati in quanto tali atti sono fatti rientrare nella “lotta contro il nazifascismo”.
 
Il “Falco”, ovvero Gino Simionato, nato a Preganziol il 7 novembre 1920, comandante del battaglione “Falchi delle Grave”, è uno dei più controversi protagonisti della Guerra di Liberazione. Pare giunga nella zona del Piave nel settembre 1944, dopo aver combattuto nel territorio di Valdobbiadene, nei quadri della brigata partigiana “Mazzini”, e si fa subito notare per ferocia e determinazione. Uno dei compagni più assidui è Carlo Bisetto, detto “Zebra” o “Canea”, ex operaio della cartiera, che gli stessi componenti della banda definiscono fra i più crudeli e sanguinari. C’è poi Alfonso Benedetti, detto “Ferro”, uno dei più giovani ma non per questo meno spietato, ex commissario politico e membro di un tribunale del popolo, costretto a fuggire in Francia perché gli stessi compagni lo isolano a causa degli atti di cui si è reso colpevole. Tristemente celebre anche tale Silvio Cadono detto “Senna”, personaggio violento, alcolizzato, temuto dai suoi stessi compagni.
 
La cartiera Burgo è il regno di questi personaggi, che fra l’altro riescono ad ammassare in una località poco lontana, oltre 65 quintali di armi e munizioni, denunciate poi dalla popolazione, stanca degli abusi compiuti in nome di una libertà che ben poco aveva a che vedere con la sconfitta del nazifascismo.
 
 
 
L’Italia nel caos
 
In quella parte del Paese dove la presenza comunista era molto forte, la guerra, e le varie guerre personali, caratterizzano in modo drammatico lo scorcio di storia delle settimane precedenti la resa e dei mesi successivi. Non era raro che anche all’interno delle bande partigiane, rivalità e giochi politici conducessero a tragici epiloghi, un esempio per tutti, le malghe di Porzus. Episodi drammatici accadono non solo alla cartiera di Mignagola, ma in tutto il territorio dell’Italia nord orientale, come i venti giovani Carabinieri che, pur non avendo mai preso parte a nessuna azione militare, sono barbaramente torturati e massacrati alle Cave di Predil.
 
Fra le centinaia di persone uccise nei modi più barbari, alla cartiera i prigionieri venivano solitamente portati all’interno di stanzoni vuoti, per gli interrogatori, spesso condotti da Marcello Caldato noto come “Sauro”, quindi trasferiti in altre stanze dove il sangue sulle pareti e i fori dei proiettili sui muri erano un chiaro segno.
 
Francesco Grifoni, ex maresciallo della Guardia Nazionale Repubblicana, è fra gli arrestati il 30 aprile ’45, accolti a calci e pugni e derubati di ogni avere. Capitava che gruppi di internati venissero costretti a danzare scalzi sui vetri, prima di essere fucilati. Grifoni riferisce poi che le condizioni di prigionia si fanno più drammatiche quando alla cartiera cominciano ad arrivare i partigiani rimasti fino ad allora nascosti sui monti, fra cui molti che erano passati per le mani della polizia fascista o tedesca. Per questi la sete di vendetta è quindi al massimo. La confusione era padrona della situazione, tanto che non vengono nemmeno tenuti registri con i nomi dei prigionieri o elenchi con il materiale sequestrato.
 
 
 
L'intervento del CLN e degli alleati
 
 
 
Inizialmente, il comando delle formazioni “Garibaldi per il territorio di Treviso è situato nella elegante Villa Dal Vesco, i cui proprietari sono assassinati nel febbraio 1945. Poco tempo dopo vengono allestiti posti di blocco armati lungo tutte le strade del territorio, e cominciano gli arresti. Le persone sospettate di collaborazionismo, oppure esplicitamente denunciate sono rinchiuse nella cartiera Burgo.
 
Il 30 aprile una jeep americana con tre militari arriva alla cartiera ordinando la cessazione delle attività. In seguito all'intimazione degli americani, il 1° maggio il comando delle Brigate Garibaldi viene spostato all'asilo parrocchiale di Carbonera, ma arresti, torture ed uccisioni continuano.
 
I sei partiti politici impegnati nella liberazione e riuniti nel CLN (più il Partito Repubblicano) non riescono però ad estendere la propria autorità al settore militare, gestito dalle autorità alleate. Tuttavia il CLN aveva proprie strutture militari con una propria gerarchia, ma i rapporti con le formazioni partigiane combattenti non erano sempre facili e lineari. In particolare, il meglio organizzato era senza dubbio il PCI, con divisioni, brigate e battaglioni. Sui fatti di Mignagola il CLN ordina un'inchiesta, estesa anche ai fatti della Strage di Oderzo, e in seguito alle indagini compiute viene ordinato l’arresto di Gino Simionato, “Falco”, considerato responsabile dell'eccidio.
 
 
 
Processi farsa e testimonianze insabbiate
 
Oltre al quello di Francesco Grifoni (sopravvissuto perché trasferito al carcere di Treviso), i resoconti sugli orrori della cartiera di Mignagola sono diversi, e tutti incentrati su torture, episodi di inaudita ferocia. Testimonianze dirette di persone che porteranno fino alla morte i segni delle angherie subite sia a livello fisico che psicologico, e che non dimenticheranno i volti dei loro aguzzini, come tale “Dante”, al secolo Giovanni Brambullo, il cui passatempo era lo spaccare teste con una vanghetta militare, o un certo Antonio Pol, che si divertiva a mettere il fez fascista in testa ai prigionieri fissandolo con chiodi e martello, gettando poi i corpi nel fiume Sile, oppure sovrintendendo alle esecuzioni dei prigionieri che venivano crocifissi ad assi di legno.
 
Nella seconda metà del maggio 1945, al tribunale di Treviso giungono le prime segnalazioni dei familiari delle vittime, quindi i rapporti dei Carabinieri che segnalano le zone in cui sarebbero sepolti decine di corpi.
 
Ai primi di giugno 1945 il giudice Giovanni Berlanda ordina la esumazione e inizia ufficialmente il procedimento d’inchiesta. Le indagini compiute dal Tribunale Penale di Trieste risultano difficoltose fin dal principio a causa della reticenza di molti testimoni, tanto che in un rapporto dei Carabinieri si legge che “Nessuno vuole parlare...tutti sono terrorizzati, perché i colpevoli sono ancora in circolazione... coloro che potrebbero dare preziose notizie, vivono sotto l'incubo della rappresaglia o della vendetta”. Contro gli autori della strage viene infine istruito un processo nell'estate del 1945.
 
Alle udienze presiedute dal giudice Aldo Loasses è chiamato a testimoniare anche il parroco di Carbonera, don Ernesto Dal Corso: “La maggior parte delle uccisioni avvenne in seguito a processi burla,ai quali presenziavano tali Roberto Polo, Antonio Sponchiado, Giovanni Brambullo, Silvio Zancanaro, Gino Trevisi...(componenti della banda partigiana che aveva arbitrariamente costituito Corte Speciale del Tribunale del Popolo presso la cartiera – ndr)…Ho potuto apprendere dallo stesso Sponchiado che il 30 aprile era giunto l'ordine perentorio degli alleati di sospendere ogni esecuzione. Successivamente, invece, dicono che Gino Simionato abbia ucciso una quarantina di persone  a colpi di badile, ma si parlava anche di gente bruciata viva, amputazioni, pestaggi, insomma, una vera galleria degli orrori…”.
 
Anche il partigiano Marcello Caldato, (“Sauro”), rende testimonianza al processo: “Dopo che dal comando Piazza di Treviso era venuto l'ordine di sospendere le esecuzioni, credo che non ne siano più state fatte, anzi in cartiera lo posso escludere, fuori non lo posso sapere. Delle uccisioni fatte dal Falco, posso dire quanto mi è stato riferito, perché, se ben ricordo, i fatti sono avvenuti nel pomeriggio del 28; non posso dire se tale data sia precisa. Mi è stato riferito che nel pomeriggio sono venuti in cartiera Falco, Barba (Enrico Chiarin – ndr) e altri partigiani con un'autoblinda, reduci da un combattimento sostenuto a Monastier, dove era stato ucciso un cugino di Barba e un fratello di Falco. Hanno chiesto se ci fossero persone già condannate da fucilare. Fu loro detto di no, però so che c'erano 15 elementi della GNR che si erano arresi alla caserma Salsa, dopo aver consumato tutte le munizioni e dopo aver ucciso, sparando, il partigiano Laganà e ferito un altro partigiano, mentre si avvicinavano alla caserma con bandiera bianca per intimare la resa. Mi fu detto che Falco, Barba e qualche altro entrarono nello stanzone dove erano rinchiusi e li fecero fuori tutti a colpi di Sten...”.
 
Un’altra testimonianza è quella del partigiano Aldo Tognana, comandante della Piazza Militare di Treviso, riportata da ”Il Gazzettino” il 22 ottobre 2007: “Quando sono scesi i partigiani dalle montagne sono incominciate le retate. Una mattina passo il ponte di Santa Margherita e non c'era più nemmeno il parapetto del Sile. Era tutto coperto di sangue, di notte avevano portato lì i prigionieri, fascisti e non, li avevano uccisi e gettati nel fiume o bruciati nei forni della cartiera, o ancora sciolti nelle vasche di acido”.
 
Il seguito della vicenda è storia nota. Diversi aguzzini della cartiera sono identificati, arrestati, molti riescono a fuggire oltre confine, rifugiandosi fra le formazioni di partigiani jugoslavi, altri sono condannati a pesanti pene detentive e in maggior parte graziati. Altri fanno perdere le loro tracce. Il “Falco” è processato per l’omicidio dell’attore ventottenne Elio Marcuzzo (uno dei protagonisti di “Ossessione” di Luchino Visconti) e del fratello Armando, accusati di collaborazionismo per avere effettuato la traduzione, dal tedesco all’italiano, di un atto amministrativo richiesto dal Comune di Treviso. Anche questo caso, come gli altri, viene fatto rientrare nella lotta al nazifascismo e compreso quindi nella cosiddetta “amnistia Togliatti”.
 
La sentenza pronunciata nei confronti di Gino Simionato e dei suoi complici è la seguente: “Imputati di omicidio volontario ai sensi dell'art. 575 C.P. in relazione all'art. 81 cpv. C.P. e per taluni casi anche art. 61, n. 4 C.P. per avere negli ultimi giorni di aprile ed i primi di maggio 1945, in Mignagola e in altre località del mandamento di Treviso, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, adoperando talvolta sevizie o agendo con crudeltà, cagionato la morte delle seguenti persone, catturate nel corso dei ripetuti rastrellamenti compiuti da formazioni partigiane impegnate nella lotta contro i fascisti o altri collaborazionisti dei tedeschi invasori o ritenuti tali:...(seguono i nomi delle 33 vittime al momento identificate - ndr) ...Per quanto sia altamente deplorevole la indiscriminazione con cui taluni partigiani o patrioti ebbero a sfogare la mal repressa rabbia, troppo spesso senza accertarsi prima della colpevolezza dei singoli individui rastrellati, fra i quali si trovavano certamente giovani aderenti al movimento contrario non per loro volontà, bensì per necessità o per costrizione; per quanto ripugni il pensiero che questi ultimi abbiano meritato di avere la vita stroncata, per mere apparenze e presunzioni, alle volte fallaci, resta pur fuori discussione l'intenzione, offuscata sia pure da torbide passioni di parte, mirante alla rappresaglia e allo sterminio contro chi direttamente o indirettamente aveva prestato il proprio braccio o la propria mente al servizio del nemico invasore e quindi estranea a ogni motivo o fine di vendetta personale non politica.
 
P.Q.M. visto gli art. 378,591 C.P.P., 151 C.P. e 2 e 4 N.1D.P. 22-6-1946, n.4 e 1 comma primo D.L.L. 17-XI-1945, n.719, sulle conformi conclusioni del P.M. dichiara non doversi procedere a carico degli imputati indicati in epigrafe in ordine ai reati loro rubricati, perchè estinti per effetto amnistia. Treviso, 24 giugno 1954.    Il Giudice Istruttore Favara”.
 
Simionato, prosciolto per i fatti della “cartiera della morte”, viene poi riconosciuto colpevole di altri reati e rimane in carcere dal 1946 al 1954, dopodichè ripara in Francia e se ne perdono le tracce.
 
Questa, come molte altre vicende dell’immediato dopoguerra, accadute in altri paesi liberati, in gran parte non sono stati ancora chiariti o volutamente dimenticati, perché coperti dalla volontà di silenzio dettato dalla ragione di stato nel periodo delle nuove alleanze.




CI SONO PERFINO ATTI DEI TRIBUNALI DEI VICITORI ! TESTIMONIANZE RESE DAI PARTIGIANI !



SAI CHE TI DICO VND ?

CHE NON HAI PROPRIO ALCUNA DIGNITA' NEGARE QUESTI FATTI STORICI SIGNIFICA AMMAZZARLI DUE VOLTE QUESTI POVERI CRISTI CHE SONO MORTI !

MA DEL RESTO QUALE DIGNITA' DI UOMO PUO' AVERE CHI ESALTA I VIGLIACCHI ?

Ma la brigata Garibaldi fu parte attiva di tantissime di queste stragi !

PER LA CENTESIMA VOLTA TI CITO ANCHE L'EPISODIO DI INES GOZZI AD OPERA DEI LURIDI PARTIGIANI COMUNISTI DELLA GARIBALDI DURANTE LA GUERRA !

RICORDATI CHE INES GOZZI E' REALMENTE ESISTITA COME SONO ANCHE RALMENTE ESISTITI I SUOI AGUZZINI MEMBRI DELLA BRIGATA GARIBALDI CHE LE FECERO QUEL CHE LE FECERO DURANTE LA GUERRA E NON DOPO !

Brigata Garibaldi
Questa storia, tratta da “Il Triangolo della Morte” Ed. Mursia, di Giorgio e Paolo Pisanò, ripercorre una delle tante eroiche imprese della Brigata Partigiana per eccellenza: “La Brigata Garibaldi” ovvero il nucleo partigiano che ha combattuto con tenacia e sprezzo del pericolo per la libertà e la democrazia.

Ines Gozzi, una bella ventiquattrenne di Castelnuovo Rangone (MO), è una studentessa universitaria, laureanda in lettere. Conoscendo la lingua tedesca è diventata l’nterprete del locale Comando Germanico. Ciò ha significato la salvezza del paese quando i partigiani hanno ucciso due soldati tedeschi nella zona e questi volevano distruggere l’abitato. E’ stata proprio Ines Gozzi a interporsi e a battersi perchè la rappresaglia fosse evitata. Così, da quel giorno, tutti gli abitanti di Castelnuovo Rangone lo sanno e gliene sono grati.

Ma tutti sanno anche che la ragazza è fidanzata con un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana e questa è una colpa imperdonabile agli occhi dei “partigiani assassini -salvatori della patria- ed eroi coraggiosi pluridecorati“!

La notte del 21 gennaio 1945 una squadra di partigiani della brigata “Garibaldi” fa irruzione in casa Gozzi prelevando Ines e suo padre.

I due vengono portati in un casolare in aperta campagna e qui, davanti al genitore legato, la ragazza subisce le più atroci sevizie e le violenze più indicibili da tutti i “coraggiosi” componenti dell’”onorata” Brigata Garibaldi.

I partigiani garibaldini ubriachi la posseggono a turno, la picchiano, gli sputano addosso, le tagliano le unghie fino alla carne, gli spengono dei mozziconi di sigaretta negli occhi, poi le urinano addosso.
Tutto questo orrore davanti al padre legato, costretto ad assistere al martirio di quell’unica figlia nell’impotenza e nella consapevolezza che non ne sarebbero usciti vivi. Dopo essersi accaniti contro la povera Ines, i partigiani infieriscono su quel padre che oramai non si rendeva più conto di cosa stesse accadendo tanto era il dolore che gli avevano provocato quei porci stramaledetti!

All’alba del 22 gennaio 1945, dopo la lunga notte di baldoria, i “coraggiosi partigiani garibaldini“  finiscono padre e figlia con numerosi colpi di pistola alla testa. Verranno ritrovati e riesumati alcuni giorni dopo. I
l corpo della ragazza è tanto straziato, tanto sfigurato da dover essere nascosto agli occhi della madre.
Sui muri di Castelnuovo Rangone qualcuno scrive: “Bestie, avete ucciso la nostra salvatrice“.



Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 19:38:45 pm
vnd

La pacchia è finita .

Dato che continui a lordare questo thread da me inizialmente aperto per ricordare i caduti della X°Flottiglia M.A.S. , io personalmente non esiterò ad intervenire ogni volta che tu parli nel forum di sinistra , fascisti e partigiani .

I crimini dei partigiani furono compiuti sia DURANTE che DOPO la fine della seconda guerra mondiale !

Decine di migliaia di persone vennero barbaramente ammazzate dai partigiani ! Le cui atrocità commesse costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità !

Come puoi pensare che sia stato il singolo gesto di qualche sbandato ?

Come fai a dire che decine di migliaia di persone siano state uccise per "vendetta privata" da persone "isolate" ?

Ma per caso hai bevuto alcolici ? :hmm:

Si proprio così la popolazione era con i partigiani.... :D

Tanto è vero che tutti i partigiani venivano catturati proprio grazie alle segnalazioni della popolazione....

Ecco un piccolo elenco di crimini commessi dai partigiani . Adesso mi dici quale di questo è storicamente falso e mai avvenuto...

Indice:

Agrate Conturbia (I morti di)

Acqui Terme (La strage di)

Argenta (La strage di)

Ausiliarie (La strage delle)

Avigliana (Il massacro di)

Base Operativa Est della X^ Mas (I trucidati della)

Battaglione “Sagittario” della X^ (I morti del)

Bersaglieri volontari (I caduti del 3° Rgt)

Biellese (I feroci massacri del)

Bologna (Le stragi di)

Botticino Sera e Santa Eufemia (La strage di)

Brescia (Le stragi di)

Brigate Nere (Il tributo di sangue delle)

Busto Arsizio (La strage nel carcere di)

Cartiera Burgo (Le stragi della)

Casteggio (La strage di)

Cesena (La strage del carcere di)

Codevigo (La strage di)

Collegno (La strage di)

Comacchio (La strage di)

Como (Le stragi di)

Compagnia “Adriatica” della X^ Mas (Il sacrificio della)

Compagnia “D’Annunzio” della X^ Mas (Il sacrificio della)

Compagnia “Sauro” della X^ Mas (Il sacrificio della)

Corriera della morte (La)

Distaccamento “Torino” della X^ (Il massacro del)

Ferrara (Eccidio del carcere giudiziario di)

Finalborgo (La strage di)

Foibe istriane (L’orrore delle)

Folgore (I massacrati del Btg)

Forlì (Le stragi di)

Francavilla Fontana (Brindisi) (Il rogo di)

Gazzaniga (La strage di)

Genova ( Le stragi di)

Govoni (L’eccidio dei fratelli)

Graglia (La strage di)

Guastatori del Genio II Btg (I caduti dei)

Imperia (Le stragi di)

Imperia (La strage del carcere di)

Liguria (Le stragi in)

Littorio (I trucidati della)

Lovere (Le prime vittime)

Lovere (La strage di)

Milano (Le stragi di)

Modena (Le stragi di)

Modenese (nefandezze nel)

Montebello (Gli uccisi del Btg)

Monte Manfrei (La strage di)

Monterosa (L’olocausto della)

Mussolini (I massacri del Btg)

9 settembre (Il sacrificio del Btg)

Oderzo (La strage di)

Omegna (Le stragi di)

Onesti Mario (La strage dei ragazzini di)

“Onore e Sacrificio” (Gli uccisi del Btg volontari mutilati)

Ospedale Psichiatrico di Vercelli (La strage dell’)

Ossero (La strage di)

Ozegna (L’eccidio di)

Padova (Le stragi di)

Pallotti Carlo (La strage della famiglia di)

Parma (Le stragi di)

Pavia (Le stragi di)

Pescarenico (Gli uccisi di)

Ponte Crenna (I massacrati di)

Ponte della Bastia (Gli scomparsi al)

Ponte di Greggio (I trucidati di)

Reggio Emilia (Le stragi di)

Rovetta (La strage di)

Samarate Varese (La strage di)

San Marco (I morti della Divisione

San Possidonio (La corriera della morte di)

Scalfaro Oscar Luigi (Le condanne a morte richieste dal P.M.)

Schio (Il massacro di)

Scuola Sommozzatori della X^ Mas (Il sacrificio della)

Secondo R.A.U. (L’eccidio del)

Sondrio (Le stragi di)

Sordevolo (La strage di)

Stradella (La strage di)

Stremiz Udine (L’eccidio di)
3° Rgt Milizia Difesa Territoriale “G.D’Annunzio” (Le stragi del)

Thiene (La strage nel carcere di)

Torino : L’assassinio dell’Aviere ferito Cristiano Fulvio

Trausella (TO) (Assassinio della levatrice di)

Treviso (Le stragi di)

Urgnano (L’eccidio di)

Valdobbiadene ( Gli N.P. trucidati a)
Varese (Le stragi di)

29^ Divisione SS (I trucidati della)

Vicenza (Le stragi di)

Visconti Adriano (L’assassinio del Maggiore)
Volto di Rosolina (Rovigo) (L’eccidio di)
Zogno (La strage di)

XIV Btg Costiero (Gli uccisi del)

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 19:52:59 pm
1)Appunto ci furono 2 episodi di torture ad opera di militi della Decima , ma le azioni di guerra furono MIGLIAIA . Il 99,9% delle azioni della Decima MAS furono azioni legittime di guerra .
Pertanto si può ragionavolmente dire che il comportamento complessivo della Decima fu corretto , pur nella condanna di questi singoli episodi .
Non puoi mica pretendere che io dica il falso .

2)Le affermazioni di Giorgio Bocca partigiano e sempre osannato dalla sinistra dimostra che la popolazione non stava da nessuna parte .
Tutto le forze armate della Repubblica Sociale Italiana assommavano ad 1.500.000 soldati .
I partigiani , invece , oscillavano tra i 50.000 - 60.000 (estate 1944) ed i 20.000- 30.000 (dicembre 1944) .
Ciò vuol dire che la resistenza NON ERA SENTITA NE' PARTECIPATA DA PARTE DEL POPOLO ITALIANO che nel nord contava più di 25.000.000 di persone !
E tu lo dovresti sapere bene , perchè ogni volta che mi capita di parlare con qualche anziano del posto (ed io abito al nord) mi dicono sempre "I fascisti...?Devi vedere quello che hanno fatto i partigiani...!"

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 20:05:30 pm
I crimini di Pescarenico(Lecco) , di Monte Mafrei (Savona) , di Oderzo , di Rovetta (Bergamo) , di Vercelli , di Valdabbinenei (Treviso) , i crimini contro il 2° R.A.U. , contro la "Monterosa" e la "Littorio" etc. etc. furono compiuti tutti da formazioni partigiane DURANTE la guerra !
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 20:07:22 pm
Fonte : http://www.unmondoditaliani.com/giuseppina-ghersi-violentata-e-uccisa-per-un-tema-che-aveva-ricevuto-il-plauso-di-mussolini-una-martire-da-non-dimenticare.htm

Anche questo avvenne DURANTE la guerra...

GIUSEPPINA GHERSI, VIOLENTATA E UCCISA PER UN TEMA CHE AVEVA RICEVUTO IL PLAUSO DI MUSSOLINI. UNA MARTIRE DA NON DIMENTICARE.

di Mina Cappussi -

LA PICCOLA AVEVA SCRITTO UN TEMA E LA MAESTRA L’AVEVA INVIATO AL CAPO DEL GOVERNO, RICEVENDO I COMPLIMENTI DELLA SEGRETERIA PARTICOLARE DEL DUCE, A TREDICI ANNI, DI QUALE ALTRA COLPA AVREBBE POTUTO MACCHIARSI? COLLABORAZIONISMO, LA SENTENZA DEL TRIBUNALE PARTIGIANO. DOPO INAUDITE VIOLENZE, RASATA A ZERO, IL CAPO IMBRATTATO DI VERNICE ROSSA. FINITA CON UN COLPO DI PISTOLA E GETTATA DAVANTI ALLE MURA DEL CIMITERO DI ZINOLA SU UN CUMULO DI CADAVERI. IL CORPO DISTESO NELLA FILA PER DIVERSI GIORNI. AVEVANO INFIERITO IN MANIERA BRUTALE SU DI LEI, SENZA RIUSCIRE A CANCELLARE LA SUA GIOVANE ETA'. UNA MANO PIETOSA AVEVA STESO SU DI LEI UNA SUDICIA COPERTA GRIGIA. L’ESPOSTO DEL PAPA’ GIOVANNI ALLA PROCURA DI SAVONA. DOPO 65 ANNI E’ GIUNTA L’ORA DI FARE GIUSTIZIA.

(UNMONDODITALIANI) Giuseppina Ghersi (1931 – 30 aprile 1945) era una studentessa di 13 anni dell'istituto magistrale "Maria Giuseppa Rossello" del quartiere “La Villetta” di Savona. Una bambina accorta e diligente, figlia di commercianti ortofrutticoli abitava in via Tallone, attualmente via Donizetti. Dall’esposto del padre, Giovanni Ghersi, presentato al Procuratore della Repubblica di Savona in data 29 aprile 1949, di cui è possibile chiedere copia all’Archivio di Stato di Savona, e che consta di sei cartelle minuziosamente vergate a mano, riportato e parzialmente visibile all’indirizzo: http://www.ragazzidelmanfrei.it/giuseppinaghersi3.php?nws=5 leggiamo che: “Il 25 aprile ‘45, alle 5 pomeridiane” i partigiani, appena entrati a Savona, chiedono ai Ghersi del “materiale di medicazione” che la famiglia non esita a “fornire volentieri”. Il giorno successivo, come di consueto, i coniugi si dirigono verso il loro banco di frutta e verdura, ma in zona San Michele, poco dopo le 6.00 del mattino, sono fermati da due partigiani armati di mitra. Vengono portati al Campo di Concentramento di Legino , situato nella zona dell’odierno complesso delle Scuole Medie Guidobono, dove un terzo partigiano sequestra loro le chiavi dell’appartamento e del magazzino. Dopo circa mezz’ora viene deportata al Campo anche la cognata e i partigiani, senza testimoni, possono finalmente procedere rubando le merci dal negozio e tutti i beni della famiglia presenti in casa. Solo Giuseppina manca all’appello perché ospitata da alcuni amici di famiglia in Via Paolo Boselli 6/8.
 

I Ghersi, ormai detenuti da due giorni senza lo straccio di un’accusa, chiedono spiegazioni ai partigiani che rispondono rassicurandoli. Viene loro detto che si tratta di un semplice controllo e che hanno bisogno di fare delle domande alla figlioletta. Siccome Giuseppina aveva precedentemente vinto un concorso a tema ricevendo, via lettera, i complimenti da parte del Segretario Particolare del Duce in persona, trattandosi di una bonaria quisquilia, i genitori si persuadono circa le intenzioni dei partigiani e, accompagnati da uomini armati, vanno a prendere la piccola. L’intera famiglia Ghersi viene dunque tradotta nuovamente al Campo di Concentramento dove inizia il primo giorno di follia. E’ il pomeriggio del 27 Aprile 1945: madre e figlia vengono malmenate e stuprate mentre il padre, bloccato da cinque uomini, è costretto ad assistere al macabro spettacolo percosso dal calciodi un fucile su schiena e testa. Per tutta la durata della scena gli aguzzini chiedono al padre di rivelare dove avesse nascosto altro denaro e oggetti preziosi.

Giuseppina cade probabilmente in stato comatoso perché, come riferisce l’esposto al Procuratore, “non aveva più la forza di chiamare suo papà”.

Verso sera inizia a piovere e le belve, stanche di soddisfare i propri istinti, conducono Giovanni e Laura Ghersi presso il Comando Partigiano di Via Niella dove viene chiaramente detto che a loro carico non è emerso nulla. Nonostante ciò i partigiani li rinchiudono nel carcere Sant’Agostino.
Giuseppina subisce da sola un lungo calvario di sofferenze finché, il 30 Aprile 1945, viene finita con un colpo di pistola per poi essere gettata davanti alle mura del Cimitero di Zinola su un cumulo di cadaveri. Il corpo viene disteso dal personale del luogo nella fila dei riconoscimenti dove per diversi giorni. Qui viene notato dal Sig. Stelvio Murialdo per alcuni agghiaccianti particolari. Riportiamo, testualmente, dalla memoria del Sig. Stelvio Murialdo: “E proprio il primo era un cadavere di donna molto giovane; erano terribili le condizioni in cui l' avevano ridotta, evidentemente avevano infierito in maniera brutale su di lei, senza riuscire a cancellare la sua giovane eta'. Una mano pietosa aveva steso su di lei una SUDICIA COPERTA GRIGIA che parzialmente la ricopriva dal collo alle ginocchia. La guerra ci aveva costretto a vedere tanti cadaveri e in verità, la morte concede ai morti una distesa serenità; ma lei , quella sconosciuta ragazza NO!!! L' orrore era rimasto impresso sul suo viso, una maschera di sangue, con un occhio bluastro, tumefatto e l' altro spalancato sull' inferno. Ricordo che non riuscivo, come paralizzato, a staccarmi da quella povera disarticolata marionetta, con un braccio irrigidito verso l' alto,come a proteggere la fronte, mentre un dito spezzato era piegato verso il dorso della mano.”

La Sig.ra Ghersi viene rilasciata dopo 12 giorni di detenzione ed è costretta a recarsi presso al sede Comunista del quartiere Fornaci per domandare le chiavi della propria casa. Queste le vengono restituite solo il giorno successivo quando, accompagnata da un caporione del PCI, può riappropriarsi parzialmente dell’appartamento: il funzionario politico provvede infatti a sigillare tutte le camere eccetto una stanzetta e la cucina.

E’ quasi estate e il marito viene liberato dal carcere l’11 giugno senza mai essere stato interrogato per tutta la durata della detenzione. In questa circostanza apprende la notizia della morte di sua figlia e, nonostante il tremendo peso che aggrava il suo cuore, ritrova dentro casa la moglie prossima alla follia.

Il Sig. Ghersi si rivolge alla Questura dove, per via delle ruberie, gli viene corrisposto un acconto di 150.000 Lire mentre un agente si offre d’aiutarlo nella rimozione dei sigilli apposti ai locali della propria casa.

L’uomo, dovendo provvedere a moglie e cognata, viene assunto “per compassione” presso il consorzio ortofrutticolo dove riesce a percepire il minimo necessario per sopravvivere.
 Sembra quasi che le cose tendano verso una certa normalizzazione, quando la notte dell’11 Luglio, a un mese esatto dalla scarcerazione di Giovanni, si iniziano ad avvertire alcuni rumori che svegliano di sobbalzo la famiglia. Un gruppo non identificato di persone cerca di forzare la porta di casa Ghersi che, fortunatamente, non cede.

Giovanni e Laura non riescono più a sostenere l’onere delle violenze subite e fuggono da Savona affrontando una vita di stenti e povertà incontrando in ogni dove il sospetto dei funzionari politici del Pci. Situazione del tutto simile a quella dei profughi istriani che, giunti in Italia, si trovano costretti a fuggire in altri paesi per via della pressione esercitata sul Governo, da parte del Partito Comunista Italiano. “Abbiamo dovuto scappare - si legge nell’esposto del Sig Giovanni - all’alba come ladri, da casa nostra, dalla nostra città , senza mezzi e senza lavoro, vivendo per anni in povertà e miseria, pur sapendo che gli assassini della mia bambina di appena 13 anni, vivevano nel lusso impuniti, onorati e riveriti, con i nostri soldi e di tutti quelli che erano morti o che erano dovuti scappare.

LA MEMORIA NEGATA

Negli anni ’50 il Sig. Stelvio Murialdo insieme ad altri amici decide di fissare un incontro periodico per cercare di dar voce alle storie negate dalla vulgata resistenziale. Nasce il primo gruppo dell’Associazione Ragazzi del Manfrei. Sono anni difficili attraversati da un filo rosso di omicidi come testimonia, ad esempio, il delitto del Commissario Salemi messo a tacere dalla misteriosa “Pistola Silenziosa”. L’unico ambiente che accoglie queste testimonianze è quello del Movimento Sociale Italiano col conseguente isolamento che ne consegue. I familiari delle vittime così come i testimoni oculari sono tacciati di essere dei nostalgici del Fascismo e né i giornali né gli autori di storia locale concedono cittadinanza a simili storie.

Passano i decenni finché, a livello nazionale, sembra aprirsi qualche spiraglio di speranza: il 2005 è l’anno del primo giorno del ricordo per i martiri delle Foibe e, timidamente, nel 2008 alcuni iniziano a chiedere alla locale sede de La Stampa di Savona la possibilità di parlare finalmente di Giuseppina Ghersi. Il Consigliere di Circoscrizione Vito Cafueri chiede, senza successo, che la piccola ottenga una targa in sua memoria nel quartiere Fornaci. Sembra comunque che il clima stia cambiando: l'ex senatore del Pci Giovanni Urbani, all'epoca commissario politico della divisione partigiana Gin Bevilacqua, dichiara: «Sono sceso a Savona proprio quel giorno ma non sapevo di questo episodio che merita di certo un approfondimento negli archivi. Non sarebbe un caso isolato. Venivamo da una guerra civile in cui era successo veramente di tutto» ma le reazioni non tardanoe la Sig.ra Vanna Vaccani Artioli, per 27 anni Segretaria Provinciale e Consigliere Nazionale dell’Anpi afferma: «Mi ricordo Giuseppina Ghersi. Era poco più che una ragazzina ma collaborava con i fascisti. La sua fu sicuramente un'esecuzione». L’infondata accusa di collaborazionismo non può essere ribattuta perché, nel contempo, i parenti di uno dei partigiani probabilmente coinvolti nel fatto, denunciano La Stampa richiedendo un risarcimento che per legge spetta loro visto che il crimine in questione è stato amnistiato dalla Repubblica Italiana e a nessuno può essere imputato. I giornali scelgono di non parlare più del fatto fino all’11 febbraio 2010 quando La Stampa concede un piccolo ritaglio alla notizia dell’interpellanza del Consigliere Comunale Alfredo Remigio che, in sostegno all’iniziativa lanciata dai Ragazzi del Manfrei, chiede che sia “intitolato uno spazio pubblico o, quantomeno, istituito un Giorno del Ricordoin memoria di Giuseppina Ghersi”. Il Comune di Savona respinge la richiesta e in tutta Italia, via internet, sorgono gruppi spontanei in sostegno alla memoria di Giuseppina Ghersi. i Settori dell’estrema sinistra insorgono su vari siti e blog.

L’enciclopedia “libera” Wikipedia nega ripetutamente la possibilità di redigere una pagina a memoria dei fatti, mentre l’Anpi, alla richiesta di collaborazione avanzata dai Ragazzi del Manfrei, risponde col silenzio.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 20:51:15 pm
Nella foto Giuseppina Ghersi e dietro gli "eroi" partigiani...

http://img547.imageshack.us/img547/5024/aesc.jpg

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 12, 2013, 20:51:26 pm
1)Appunto ci furono 2 episodi di torture ad opera di militi della Decima , ma le azioni di guerra furono MIGLIAIA . Il 99,9% delle azioni della Decima MAS furono azioni legittime di guerra .
Pertanto si può ragionavolmente dire che il comportamento complessivo della Decima fu corretto , pur nella condanna di questi singoli episodi .
Non puoi mica pretendere che io dica il falso .

2)Le affermazioni di Giorgio Bocca partigiano e sempre osannato dalla sinistra dimostra che la popolazione non stava da nessuna parte .
Tutto le forze armate della Repubblica Sociale Italiana assommavano ad 1.500.000 soldati .
I partigiani , invece , oscillavano tra i 50.000 - 60.000 (estate 1944) ed i 20.000- 30.000 (dicembre 1944) .
Ciò vuol dire che la resistenza NON ERA SENTITA NE' PARTECIPATA DA PARTE DEL POPOLO ITALIANO che nel nord contava più di 25.000.000 di persone !
E tu lo dovresti sapere bene , perchè ogni volta che mi capita di parlare con qualche anziano del posto (ed io abito al nord) mi dicono sempre "I fascisti...?Devi vedere quello che hanno fatto i partigiani...!"

E' evidente che frequentiamo gente diversa.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 20:54:50 pm
E' evidente che frequentiamo gente diversa.

Ma a chi vorresti prendere in giro...?
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 12, 2013, 21:51:52 pm
vnd

La pacchia è finita .

Dato che continui a lordare questo thread da me inizialmente aperto per ricordare i caduti della X°Flottiglia M.A.S. , io personalmente non esiterò ad intervenire ogni volta che tu parli nel forum di sinistra , fascisti e partigiani .

I crimini dei partigiani furono compiuti sia DURANTE che DOPO la fine della seconda guerra mondiale !

Decine di migliaia di persone vennero barbaramente ammazzate dai partigiani ! Le cui atrocità commesse costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità !

Come puoi pensare che sia stato il singolo gesto di qualche sbandato ?

Come fai a dire che decine di migliaia di persone siano state uccise per "vendetta privata" da persone "isolate" ?

Ma per caso hai bevuto alcolici ? :hmm:

Si proprio così la popolazione era con i partigiani.... :D

Tanto è vero che tutti i partigiani venivano catturati proprio grazie alle segnalazioni della popolazione....

Ecco un piccolo elenco di crimini commessi dai partigiani . Adesso mi dici quale di questo è storicamente falso e mai avvenuto...




Pacchia?
Quale pacchia?

Parteggi spudoratamente per una parte che ha collaborato a far fuori almeno tredici milioni di persone.
Uomini, donne e bambini.

E vorresti dare a me lezioni di storia e civiltà?

Al posto tuo farei meno il gradasso.
Altro che arroccarsi su posizioni indifendibili.




Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 12, 2013, 22:10:12 pm
Ma a chi vorresti prendere in giro...?

No. Chi vuoi prendere in giro tu.

Dici che vivi al Nord.
Ma i tuoi nonni non erano del Nord, vero?

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 22:22:35 pm
Pacchia?
Quale pacchia?

Parteggi spudoratamente per una parte che ha collaborato a far fuori almeno tredici milioni di persone.
Uomini, donne e bambini.

E vorresti dare a me lezioni di storia e civiltà?

Al posto tuo farei meno il gradasso.
Altro che arroccarsi su posizioni indifendibili.


E tu invece ne parteggi per una che ne ha causati almeno 100.000.000 milioni...
Uomini , donne e bambini .
E vorresti dare a me lezioni di storia e civiltà? (citandoti)
 

Io ho voluto ricordare la X° MAS non altro . Non ci sto che vengano etichettati tutti come dei "criminali" in quanto la stragrande maggioranza di loro si battè valorosamente e questo è stato ampiamente riconosciuto anche dal nemico .
Non ci sto che i vigliacchi vengano ricordati da eroi .
La guerra fini ad Aprile 1945 perchè il 19 Aprile 1945 venne sfondata la Linea Gotica a sud di Bologna e le truppe inglesi , canadesi , neozelandesi , polacche , indiane , statunitensi , brasiliane , greche  della Francia Libera e del Regno d'Italia dilagarono nelle città del Nord Italia . 
Io crimini compiuti dai repubblichini e dai tedeschi come le stragi di Marzabotto e Sant'Anna di Stazzema , li riconosco e li ammetto e soprattutto li condanno .
Come pure ho sempre condannato gli errori commessi dal fascismo come le leggi razziali del 1938 etc.
Sei tu che neghi i crimini commessi dai partigiani , li sminuisci , li travisi e li giustifichi .
Così facendo tu ammazzi 2 volte tutti gli uomini , donne e bambini che sono morti a causa dei crimini partigiani .
Ma a te non te ne frega niente...
A te interesse che venga propagandato e diffuso il "mito" degli eroi della resistenza...un mito che non esiste...una farsa...una presa in giro...una burla...
Nessun gradasso , io non mi invento nulla , io mi limito solo a riportare dei fatti storici , e se questi fatti storici che riporto tu ritieni che non siano mai accaduti o che siano accaduti diversamente mi citi il fatto storico specifico , mi spieghi le tue motivazioni e si discute di questo .
La tua è solo arroganza tipica dei sinistri nel voler difendere un dogma creato ad arte...
Come un mulo col paraocchi...
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 22:23:21 pm
No. Chi vuoi prendere in giro tu.

Dici che vivi al Nord.
Ma i tuoi nonni non erano del Nord, vero?

Dalla parte materna , dalla parte paterna no .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 12, 2013, 22:27:52 pm
Tu puoi pure continuare ad andare a piagnucolare da Cosmos in wiki chiedendo che io non sia più un wiki , ma , non puoi di certo pretendere che io scriva ciò che più ti aggrada .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 12, 2013, 23:27:56 pm
Scusate di nuovo: TUTTI. Adesso ve lo devo proprio dire:
LA VOLETE PIANTARE UNA BUONA VOLTA CON QUESTA SERIE DI BOTTA E RISPOSTA CHE NON APPRODA A NULLA E NON SERVE A NULLA, SI' O NO?
Sul tema si è già discusso. Adesso questa non è più una discussione: è una EUNUCOMACHIA.
E chi sa il greco conosce il significato della parola. Gli adulti, gli uomini hanno parlato abbastanza.
Adesso vanno avanti a litigare tra loro solo i bambini petulanti. Ora spero si taccia.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 08:21:38 am
Scusate di nuovo: TUTTI. Adesso ve lo devo proprio dire:
LA VOLETE PIANTARE UNA BUONA VOLTA CON QUESTA SERIE DI BOTTA E RISPOSTA CHE NON APPRODA A NULLA E NON SERVE A NULLA, SI' O NO?
Sul tema si è già discusso. Adesso questa non è più una discussione: è una EUNUCOMACHIA.
E chi sa il greco conosce il significato della parola. Gli adulti, gli uomini hanno parlato abbastanza.
Adesso vanno avanti a litigare tra loro solo i bambini petulanti. Ora spero si taccia.

Quoto Massimo .

Credo che in questo thread ognuno di noi abbia avuto ampiamente la possibilità di esprimere il proprio punto di vista ed ognuno possa farsi di conseguenza una propria idea in tutta scienza e coscienza .

Detto questo la discussione ha ormai assunto un tono ripetitivo e pedulante , inoltre , non si può pretendere di monopolizzare il forum con una discussione che  verte su un oggetto che non è comunque attinente alla questione maschile . 

Mi sembra che vnd voglia fare il furbetto sperando di esasperare la situazione a tal punto che il thread venga cancellato... ;)

Pertanto qualora dovesse insistere su questa linea , chiederò al moderatore di sezione di bloccare la discussione da me aperta , non prima però di avergli fornito un'ultima risposta .  :)
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 08:33:03 am

E tu invece ne parteggi per una che ne ha causati almeno 100.000.000 milioni...


Continui a scrivere stupidaggini.
Dare ragione a Massimo non può assolverti.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 08:41:26 am
Dalla parte materna , dalla parte paterna no .

L'avevo intuito.

Ho il forte sospetto che chi ha passato quegli anni di guerra al sicuro, nel Regno d'Italia del re fuggitivo, non può capire e, di conseguenza, tramandare.
Chi invece ha subito la dominazione nazifascista e la fame connessa, specie se aveva figli o nipoti in età di leva, guardava a tale disgrazia con altra prospettiva.

Anche l'approccio alle limitazioni della libertà connesse al fascismo è stato diverso a seconda che si vivesse in un'area libera o ancora sotto il dominio feudale o criminale.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 08:44:30 am
Quoto Massimo .

Credo che in questo thread ognuno di noi abbia avuto ampiamente la possibilità di esprimere il proprio punto di vista ed ognuno possa farsi di conseguenza una propria idea in tutta scienza e coscienza .

Detto questo la discussione ha ormai assunto un tono ripetitivo e pedulante , inoltre , non si può pretendere di monopolizzare il forum con una discussione che  verte su un oggetto che non è comunque attinente alla questione maschile . 

Mi sembra che vnd voglia fare il furbetto sperando di esasperare la situazione a tal punto che il thread venga cancellato... ;)

Pertanto qualora dovesse insistere su questa linea , chiederò al moderatore di sezione di bloccare la discussione da me aperta , non prima però di avergli fornito un'ultima risposta .  :)

Nessuno vuol fare il furbo.
Salvo voler a tutti i costi fare propaganda revisionista su un forum che per natura deve trattare altri temi.
Ti è stato detto che esiste una sezione apposta per le scaramucce tra moderatori e tu perseveri nel tuo assurdo show.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 08:53:03 am
Continui a scrivere stupidaggini.
Dare ragione a Massimo non può assolverti.

Non è forse vero che il comunismo abbia fatto più di 100.000.000 milioni di morti...?

Lo so che ogni volta che si snocciolano queste cifre ai rossi dà tanto fastidio ed iniziate ad offendere...

Ho dato ragione a Massimo sulla forma e sul tono che ha assunto il thread non sul merito della discussione .

Ti ringrazio , ma io non ho bisogno della tua assoluzione .  :)
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 09:31:39 am
Non è forse vero che il comunismo abbia fatto più di 100.000.000 milioni di morti...?

Lo so che ogni volta che si snocciolano queste cifre ai rossi dà tanto fastidio ed iniziate ad offendere...

Ho dato ragione a Massimo sulla forma e sul tono che ha assunto il thread non sul merito della discussione .

Ti ringrazio , ma io non ho bisogno della tua assoluzione .  :)

La stupidaggine è darmi del comunista.

Non sono comunista.
Né la Resistenza può considerarsi totalmente comunista nonostante possa esservi stato il tentativo comunista di monopolizzarla.
E questo lo dovresti sapere, visto che dici di aver fatto il classico...

Io sono Italiano e chi offende la Resistenza offende me in quanto Italiano.

E per quanto un gruppo di sbandati indisciplinati possano aver commesso dei crimini, mai questi crimini potranno raggiungare per  infamia
quelli fascisti:

Il Delitto Matteotti
La distruzione di decine di case del popolo
Gli assalti sanguinari alle sedi di partito
L'uccisione di Amendola
L'uccisione dei Fratelli Rosselli
La guerra d'Etiopia (il massacro di 30mila civili, anziani, donne, bambini e mendicanti)
L'uso di gas nervino in Etiopia e Libia.
I crimini del campo di concentramento di Arbe (Rab).
L'uccisione di 1200 religiosi cristiano copti.
La seconda guerra mondiale accanto a Germania e Giappone
La guerra civile scatenata in Italia con le stragi continue di civili (S.Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine, Marzabotto, e via discorrendo)
I campi di sterminio (Bolzano, Risiera di San Saba)
Il campo di concentramento a Fossoli
La repressione crudele dalla popolazione istriana che portò alle foibe
L'aggressione all'URSS con migliaia di morti o dispersi
La guerra civile spagnola con un particolare ricordo di Guernica
Le leggi raziali
L'espulsione dei non fascisti dai lavori statali (ferrovieri, scuola)
I tanti italiani sacchettati (con la rena) e costretti a mangiare sapone o bere olio di ricino
I preti democratici, che nonostante il concordato del 1929, vengono assassinati. Primo fra tutti don Minzoni.

Sforzarsi di cercare le vergogne della guerra è sempre ipresa vana.
Perché la guerra è vergogna di per se.
Ingrassa il ricco e affama il povero.
Viene combattuta dai tanti, deboli, messi gli uni contro gli altri, ad esclusivo beneficio dei pochi, comodi, al caldo e lontano da ogni fronte.

Sentire un nostalgico fascista che si lamenta della reazione pur criminale, incivile e violenta di frange incontrollate di ex partigiani, mi ricorda molto quei musulmani che si lamentano per le crociate.
Dimenticando che le crociate furono la reazione a quasi quattrocento anni di soprusi, incursioni, stragi e furti.
Lamentarsi degli effetti senza mai interrogarsi sulle cause è di una disonestà intellettuale ripugnante.

Non ho alcuna intenzione di assolverti o condannarti. Nè ne avrei titolo.
Sei tu il peggior giudice di te stesso.
Sei tu che ti condanni.


W la Resistenza.
W l'Italia.


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 10:00:54 am
L'avevo intuito.

Ho il forte sospetto che chi ha passato quegli anni di guerra al sicuro, nel Regno d'Italia del re fuggitivo, non può capire e, di conseguenza, tramandare.
Chi invece ha subito la dominazione nazifascista e la fame connessa, specie se aveva figli o nipoti in età di leva, guardava a tale disgrazia con altra prospettiva.

Anche l'approccio alle limitazioni della libertà connesse al fascismo è stato diverso a seconda che si vivesse in un'area libera o ancora sotto il dominio feudale o criminale.
.

Conosci per caso i miei nonni ? Come fai ad esprimere un giudizio su di loro se non lo conosci...?

1)Il nonno materno è stato un bersagliere in servizio a Gorizia , in Jugoslavia , in Istra ed in Dalmazia ed è stato ferito ad un piede da una scheggia nel corso di un combattimento contro i partigiani .
Ha vissuto in tutto e per tutto , sulla propria pelle , chi sono i partigiani , ed in quelle zone i partigiani titini in collaborazione con i partigiani comunisti italiani hanno fatto fuori nelle foibe migliaia di famiglie italiane in una pulizia etnica feroce e spietata , ammazzati in quanto colpevoli solo di essere italiani .
Non era fascista era della DC , ma ogni volta che si parlava di resistenza e di partigiani gli veniva il sangue alla testa .
Mia madre mi dice sempre che il nonno era solito dirle : "I fascisti...? Devi vedere quello che hanno combinato i partigiani...!"

2)Il nonno paterno partì volontario e si fece prima la campagna greco-albanese e poi venne spedito in Tunisia .
Ti racconterò un episodio che mi ha raccontato la sorella di mio nonno...
In Tunisia era a bordo di un unità corazzata quando la sua unità subì un violentissimo bombardamento da parte di numerosi aerei alleati , egli era molto devoto di un Santo ed durante questi momenti terribili , prese l'immaginetta del Santo e lo pregò di salvargli la vita . Quando finì il bombardamento uscì fuori dalla torretta del carro e constatò che era rimasto l'unico sopravvissuto di tutta la sua unità corazzata .
Sono sicurissimo che mia madre di questo fatto non ne era assolutamente a conoscenza , ma il Signore volle che io nascessi lo stesso giorno in cui viene venerato quel Santo , esattemente nell'ora in cui uscì la processione religiosa di quel Santo ed io ho avuto l'onore di  portarne il nome .     
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 10:08:07 am
Nessuno vuol fare il furbo.
Salvo voler a tutti i costi fare propaganda revisionista su un forum che per natura deve trattare altri temi.
Ti è stato detto che esiste una sezione apposta per le scaramucce tra moderatori e tu perseveri nel tuo assurdo show.

Nessuna propaganda revisionista .

Io ho parlato della X°Flottiglia MAS , sei tu che hai indirizzato il discorso su altri argomenti .

E , per quanto riguarda l'attinenza , io ho postato questo argomento nella sezione off topic , sei tu che anche in sezione specifiche sulla qm continui a postare canzoni di partigiani a parlare di sinistra e di fascismo a sproposito anche quando non c'entra nulla .

A me piace agire alla luce del sole , sei tu che perseveri nei tuoi giochetti da dietro in maniera direi stucchevole .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 10:24:01 am
La stupidaggine è darmi del comunista.

Non sono comunista.
Né la Resistenza può considerarsi totalmente comunista nonostante possa esservi stato il tentativo comunista di monopolizzarla.
E questo lo dovresti sapere, visto che dici di aver fatto il classico...

Io sono Italiano e chi offende la Resistenza offende me in quanto Italiano.

E per quanto un gruppo di sbandati indisciplinati possano aver commesso dei crimini, mai questi crimini potranno raggiungare per  infamia
quelli fascisti:

Il Delitto Matteotti
La distruzione di decine di case del popolo
Gli assalti sanguinari alle sedi di partito
L'uccisione di Amendola
L'uccisione dei Fratelli Rosselli
La guerra d'Etiopia (il massacro di 30mila civili, anziani, donne, bambini e mendicanti)
L'uso di gas nervino in Etiopia e Libia.
I crimini del campo di concentramento di Arbe (Rab).
L'uccisione di 1200 religiosi cristiano copti.
La seconda guerra mondiale accanto a Germania e Giappone
La guerra civile scatenata in Italia con le stragi continue di civili (S.Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine, Marzabotto, e via discorrendo)
I campi di sterminio (Bolzano, Risiera di San Saba)
Il campo di concentramento a Fossoli
La repressione crudele dalla popolazione istriana che portò alle foibe
L'aggressione all'URSS con migliaia di morti o dispersi
La guerra civile spagnola con un particolare ricordo di Guernica
Le leggi raziali
L'espulsione dei non fascisti dai lavori statali (ferrovieri, scuola)
I tanti italiani sacchettati (con la rena) e costretti a mangiare sapone o bere olio di ricino
I preti democratici, che nonostante il concordato del 1929, vengono assassinati. Primo fra tutti don Minzoni.

Sforzarsi di cercare le vergogne della guerra è sempre ipresa vana.
Perché la guerra è vergogna di per se.
Ingrassa il ricco e affama il povero.
Viene combattuta dai tanti, deboli, messi gli uni contro gli altri, ad esclusivo beneficio dei pochi, comodi, al caldo e lontano da ogni fronte.

Sentire un nostalgico fascista che si lamenta della reazione pur criminale, incivile e violenta di frange incontrollate di ex partigiani, mi ricorda molto quei musulmani che si lamentano per le crociate.
Dimenticando che le crociate furono la reazione a quasi quattrocento anni di soprusi, incursioni, stragi e furti.
Lamentarsi degli effetti senza mai interrogarsi sulle cause è di una disonestà intellettuale ripugnante.

Non ho alcuna intenzione di assolverti o condannarti. Nè ne avrei titolo.
Sei tu il peggior giudice di te stesso.
Sei tu che ti condanni.


W la Resistenza.
W l'Italia.

1)Tu mi hai detto che io difendo chi ha fatto tredici milioni di morti .
Suppongo che ti riferissi al nazionalsocialismo .
Al che ,  io rammentandoti i 100.000.000 milioni di morti del comunismo volevo farti capire sulla stupidaggine della tua affermazione riferita ai tredici milioni di morti .

2)L'80% della resistenza fu comunista . Il 100% dei crimini partigiani , invece , furono tutti comunisti .

3)No tu sei un sinistro . un vero Italiano non avrebbe MAI e poi MAI PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO ACCETTATO di collaborare con i partigiani titini nelle FOIBE per massacrare le famiglia italiane COMPORTANDOSI DA TRADITORI ED AGENDO IN QUESTO MODO CON LA SPECIFICA INTENZIONE DI CEDERE IL SACRO SUOLO DELLA PATRIA : TRIESTE , L'ISTRIA , FIUME E LA DALMAZIA ALL'INVASORE TITINO !

4)E' falso .
Sbandati un cazzo !
Erano brigate partigiane a tutti gli effetti che hanno commesso quei vergognosi crimini !
I crimini dei partigiani per il SADISMO , LA CATTIVERIA , LA FEROCIA E PER LA VIGLIACCHERIA sono molto peggiori rispetto a quelli dei repubblichini !

5)I partigiani passeranno alla storia come massimo esempio DI VILTA' E DI VIGLIACCHERIA .
Si sono semplicemente comportati come delle CAROGNE VIGLIACCHE DURANTE LA GUERRA e COME DEI VIGLIACCHI ASSASSINI DOPO LA GUERRA .
Hanno avuto il coraggio di farsi avanti solo a guerra finita .
La guerra è stata vinta dagli Alleati e loro si sono presi i meriti .

A fronte degli errori che ha commesso il fascismo ti cito un sito di sinistra :

http://www.metaforum.it/archivio/2009/showthreadafcd.html

1. Assicurazione invalidità e vecchiaia, R.D. 30 dicembre 1923, n. 3184
2. Assicurazione contro la disoccupazione, R.D. 30 dicembre 1926 n. 3158
3. Assistenza ospedaliera ai poveri R.D. 30 dicembre 1923 n. 2841
4. Tutela del lavoratore di donne e fanciulli R.D 26 aprile 1923 n. 653
5. Opera nazionale maternità ed infanzia (O.N.M.I.) R.D. 10 dicembre 1925 n. 2277
6. Assistenza illegittimi e abbandonati o esposti, R.D. 8 maggio 1925, n. 798
7. Assistenza obbligatoria contro la TBC, R.D. 27 ottobre 1927 n. 2055
8. Esenzione tributaria per le famiglie numerose R.D. 14 maggio 1928 n. 1312
9. Assicurazione obbligatoria contro le malattie professionali, R.D. 13 maggio 1928 n. 928
10. Opera nazionale orfani di guerra, R.D.26 luglio 1929 n.1397
11. Istituto Nazionale della Previdenza Sociale (I.N.P.S.), R.D. 4 ottobre 1935 n. 1827
12. Settimana lavorativa di 40 ore, R.D. 29 maggio 1937 n.1768
13. Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (I.N.A.I.L.), R.D. 23 marzo 1933, n. 264
14. Istituzione del sindacalismo integrale con l’unione delle rappresentanze sindacali dei datori di lavoro (Confindustria e Confagricoltura); 1923
15. Ente Comunale di Assistenza (E.C.A.), R.D. 3 giugno 1937, n. 817
16. Assegni familiari, R.D. 17 giugno 1937, n. 1048
17. I.N.A.M. (Istituto per l’Assistenza di malattia ai lavoratori), R.D. 11 gennaio 1943, n.138
18. Istituto Autonomo Case Popolari
19. Istituto Nazionale Case Impiegati Statali
20. Riforma della scuole “Gentile” del maggio 1923 (l’ultima era del 1859)
21. Opera Nazionale Dopolavoro (nel 1935 disponeva di 771 cinema, 1227 teatri, 2066 filodrammatiche, 2130 orchestre, 3787 bande, 1032 associazioni professionali e culturali, 6427 biblioteche, 994 scuole corali, 11159 sezioni sportive, 4427 di sport agonistico.). I comunisti la chiamarono casa del popolo
22. Guerra alla Mafia e alla Massoneria (vedi “Prefetto di ferro” Cesare Mori)
23. Carta del lavoro GIUSEPPE BOTTAI del 21 aprile 1927
24. Lotta contro l’analfabetismo: eravamo tra i primi in Europa, ma dal 1923 al 1936 siamo passati dai 3.981.000 a 5.187.000 alunni – studenti medi da 326.604 a 674.546 – universitari da 43.235 a 71.512
25. Fondò il doposcuola per il completamento degli alunni
26. Istituì l’educazione fisica obbligatoria nelle scuole
27. Abolizione della schiavitù in Etiopia
28. Lotta contro la malaria
29. Colonie marine, montane e solari
30. Refezione scolastica
31. Obbligo scolastico fino ai 14 anni
32. Scuole professionali
33. Magistratura del Lavoro
34. Carta della Scuola

Opere architettoniche e infrastrutture


35. Bonifiche paludi Pontine, Emilia, Sardegna, Bassa Padana, Coltano, Maremma Toscana, Sele ed appoderamento del latifondo siciliano. Con la fondazione delle città di Littoria, Sabaudia, Aprilia, Pomezia, Guidonia, Carbonia, Fertilia, Segezia, Alberese, Mussolinia (oggi Alborea), Tirrenia, Tor Viscosa, Arsia e Pozzo Littorio e di 64 borghi rurali, 1933 – 1939
36. Parchi nazionali del Gran Paradiso, dello Stelvio, dell’Abruzzo e del Circeo
37. Centrali Idroelettriche ed elettrificazione delle linee Ferroviarie
38. Roma: Viale della Conciliazione
39. Progetto della Metropolitana di Roma
40. Tutela paesaggistica ed idrologica
41. Impianti di illuminazione elettrica nelle città
42. Prosciugamento del Lago di Nemi (1931) per riportare alla luce navi romane
43. Creazione degli osservatori di Trieste, Genova, Merate, Brera, Campo Imperatore
44. Palazzo della Previdenza Sociale in ogni capoluogo di Provincia
45. Fondazione di 16 nuove Province
46. Creazione dello Stadio dei Marmi (di fronte allo stadio si trova ancora un enorme obelisco con scritto “Mussolini Dux”)
47. Creazione quartiere dell’EUR
48. Ideazione dello stile architettonico “Impero”, ancora visibile nei palazzi pubblici delle città più grandi
49. Creazione del Centro sperimentale di Guidonia (ex Montecelio), dotata del più importante laboratorio di galleria del vento di allora (distrutto nel 1944 dalle truppe tedesche che abbandonavano Roma)
50. Costruzione di numerose dighe
51. Fondò l’istituto delle ricerche, profondo stimatore di Marconi che mise a capo dello stesso istituto grazie alla sua grandiosa invenzione della radio e dei primi esperimenti del radar, non finiti a causa della sua morte
52. Costruzione di molte università tra cui la Città università di ROMA
53. Inaugurazione della Stazione Centrale di Milano nel 1931 e della Stazione di Santa Maria Novella di Firenze
54. Costruzione del palazzo della Farnesina di Roma, sede del Ministero degli Affari Esteri
55. Opere eseguite in Etiopia: 60.000 operai nazionali e 160.000 indigeni srotolarono sul territorio più di 5.000 km di strade asfaltate e 1.400 km di piste camionabili. Avevano trasformato non solo Addis Abeba, ma anche oscuri villaggi in grandi centri abitati (Dessiè, Harar, Gondar, Dire, Daua). Alberghi, scuole, fognature, luce elettrica, ristoranti, collegamenti con altri centri dell’impero, telegrafo, telefono, porti, stazioni radio, aeroporti, financo cinematografi e teatri. Crearono nuovi mercati, numerose scuole per indigeni, e per gli indigeni crearono: tubercolosari, ospizi di ricovero per vecchi e inabili al lavoro, ospedali per la maternità e l’infanzia, lebbrosari. Quello di Selaclacà: oltre 700 posti letto e un grandioso istituto per studi e ricerche contro la lebbra. Crearono imprese di colonizzazione sotto forme di cooperative finanziate dallo stato, mulini, fabbriche di birra, manifatture di tabacchi, cementifici, oleifici, coltivando più di 75.000 ettari di terra.
56. Sviluppo aeronautico, navale, cantieristico

Opere politiche e diplomatiche


57. Patti Lateranensi, 11/02/1929
58. Tribunale del popolo
59. Tribunale speciale
60. Emanò il codice penale (1930), il codice di procedura penale (1933, sostituito nel 1989), il codice di procedura civile (1940), il codice della navigazione (1940), il codice civile (1942) e numerose altre disposizioni vigenti ancora oggi (il Testo Unico delle Leggi di Pubblica Sicurezza, il Codice della Strada, le disposizioni relative a: polizia urbana, rurale, annonaria, edilizia, sanitaria, veterinaria, mortuaria, tributaria, demaniale e metrica)
61. Conferenza di Losanna
62. Conferenza di Locarno
63. Conferenza di Stresa
64. Patto a quattro
65. Patto anti-Comintern

Opere espansionistiche


66. Riconquista della Libia
67. Conquista dell’Etiopia
68. Guerra di Spagna

Opere economiche e finanziarie


69. Istituto di Ricostruzione Industriale (I.R.I.), 1932
70. Istituto Mobiliare Italiano (I.M.I.), 1933
71. Casse Rurali ed Artigiane, R.D. 26 agosto 1937, n. 1706
72. Riforma bancaria: tra il 1936 e il 1938 la Banca d’Italia passò completamente in mano pubblica e il suo Governatore assunse il ruolo di Ispettore sull’esercizio del credito e la difesa del risparmio
73. Socializzazione delle imprese. Legge della R.S.I., 1944
74. Parità aurea della lira
75. Battaglia del grano
76. 1929: crisi finanziaria mondiale. Il mondo del capitalismo è nel caos: il Duce risponde con 37 miliardi di lavori pubblici e in 10 anni vengono costruite 11.000 nuove aule in 277 comuni, 6.000 case popolari che ospitano 215.000 persone, 3131 fabbricati economici popolari, 1.700 alloggi, 94 edifici pubblici, ricostruzione dei paesi terremotati, 6.400 case riparate, acquedotti, ospedali, 10 milioni di abitanti in 2493 comuni hanno avuto l’acqua assicurata, 4.500 km di sistemazione idrauliche e arginature, canale Navicelli; nel 1922 i bacini montani artificiali erano 54, nel 1932 erano arrivati a 184, aumentati 6 milioni e 663 mila k.w. e 17.000 km di linee elettriche; nel 1932 c’erano 2.048 km di ferrovie elettriche per un risparmio di 600.000 tonnellate di carbone; costruiti 6.000 km di strade statali, provinciali e comunali, 436 km di autostrade. Le prime autostrade in Italia furono la Milano-Laghi e la Serravalle-Genova (al casello di Serravalle Scrivia si trova una scultura commemorativa con scritto ancora “Anno di inizio lavori 1930, ultimato lavori 1933”)
77. Salvò dalla bancarotta l’Ansaldo, il Banco di Roma e l’Ilva (1923-24)
78. Attacco al latifondo siciliano
79. Accordi commerciali con tutti gli Stati compreso l’Urss
80. Pareggio di bilancio già dal 1924

Opere sportive e culturali


81. Costruzione dell’Autodromo di Monza, 10/09/1923
82. Fondazione di CINECITTA’
83. Creazione dell’ente italiano audizione radiofoniche (EIAR), anno 1927
84. Primi esperimenti della televisione che risalgono all’anno 1929 per volere del Duce; nel dicembre del ’38 l’ufficio stampa dell’EIAR comunicò che nei primi mesi del ’39 sarebbero iniziati servizi regolari di televisione. Il 4 giugno 1939 alla Mostra del Leonardo ci furono alcune trasmissione sperimentali, sul Radiocorriere apparvero i programmi e persino le pubblicità di alcuni paleolitici apparecchi televisivi. Purtroppo il progetto venne abbandonato a causa dell’entrata in guerra
85. Istituzione della Mostra del Cinema di Venezia, prima manifestazione del genere al mondo, nata nel 1932 per opera del direttore dell’Istituto Luce, De Feo, e dell’ex ministro delle Finanze Giovanni Volpi di Misurata
86. Creazione dell’albo dei giornalisti, anno 1928
87. Fondazione dell’istituto LUCE, anno 1925
88. Nel 1933 appoggiò la prima trasvolata atlantica compiuta da Italo Balbo (tra l’altro, fu in quella occasione che venne inaugurata la “posta aerea”)
89. Accademia d’Italia (Marconi, Pirandello, Mascagni, ecc.)
90. Littoriali della cultura e dell’arte

Opere di utilità varie


91. Registro per armi da fuoco
92. Istituzione della guardia forestale
93. Istituzione dell’archivio statale, anno 1923
94. Fondazione della FAO
95. Fondazione dei consorzi agrari
96. Annessione della Guardia di Finanza nelle forze armate
97. Istituzione di treni popolari per la domenica con il 70% di sconto, anno 1932
98. Istituì il Corpo dei Vigili del Fuoco.
99. Ammodernò il Pubblico Catasto urbano e dei terreni 100. Mappò tutto il territorio nazionale compilando le mappe altimetriche usate ancora oggi, e che non sono mai state aggiornate da allo
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 10:26:50 am
Nessuna propaganda revisionista .

Io ho parlato della X°Flottiglia MAS , sei tu che hai indirizzato il discorso su altri argomenti .

E , per quanto riguarda l'attinenza , io ho postato questo argomento nella sezione off topic , sei tu che anche in sezione specifiche sulla qm continui a postare canzoni di partigiani a parlare di sinistra e di fascismo a sproposito anche quando non c'entra nulla .

A me piace agire alla luce del sole , sei tu che perseveri nei tuoi giochetti da dietro in maniera direi stucchevole .

Ho sempre risposto alle tue domande...

In quanto alla decima, c'è un fatto inequivocabile che la squalifica.
Dal 43 al 45 i padroni dell'Italia del Nord erano i crucchi. E i fascisti erano i loro umili servitori.
A prescindere dalle vittorie...
Basta che rubi una volta perché anche l'uomo più onesto diventi ladro.
Basta tradire una volta per essere traditore.

Io posto continuamente canzoni partigiane?
Ma davvero?

Ho visto come ti piace agire alla luce del sole.
Fino a prova contraria sono io che ti ho anche scritto in privato. Proprio perché amo dire le cose in faccia.

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 10:37:14 am
1)Tu mi hai detto che io difendo chi ha fatto tredici milioni di morti .
Suppongo che ti riferissi al nazionalsocialismo .

Servendo il quale i repubblichini si sono resi complici.

Citazione
2)L'80% della resistenza fu comunista . Il 100% dei crimini partigiani , invece , furono tutti comunisti .

Questo è tutto da dimostrare.
Fonti?


Citazione
3)No tu sei un sinistro . un vero Italiano non avrebbe MAI e poi MAI PER NESSUNA RAGIONE AL MONDO ACCETTATO di collaborare con i partigiani titini nelle FOIBE per massacrare le famiglia italiane COMPORTANDOSI DA TRADITORI ED AGENDO IN QUESTO MODO CON LA SPECIFICA INTENZIONE DI CEDERE IL SACRO SUOLO DELLA PATRIA : TRIESTE , L'ISTRIA , FIUME E LA DALMAZIA ALL'INVASORE TITINO !

Tu hai le traveggole. Io all'epoca non ero nemmeno nato!
Tuttavia, ripeto. le foibe furono un crimine ma lamentarsi delle foibe senza interrogarsi sulle cause che le hanno generate è da musulmani chiagnifuttisti.


Citazione
4)E' falso .
Sbandati un cazzo !
Erano brigate partigiane a tutti gli effetti che hanno commesso quei vergognosi crimini !
I crimini dei partigiani per il SADISMO , LA CATTIVERIA , LA FEROCIA E PER LA VIGLIACCHERIA sono molto peggiori rispetto a quelli dei repubblichini !

Sbagliato.
Tiho già detto che i repubblichini nutriti, pagati, in uniforme, armati e pasciuti erano molto più vili nel servire i crucchi.

Citazione
5)I partigiani passeranno alla storia come massimo esempio DI VILTA' E DI VIGLIACCHERIA .
Si sono semplicemente comportati come delle CAROGNE VIGLIACCHE DURANTE LA GUERRA e COME DEI VIGLIACCHI ASSASSINI DOPO LA GUERRA .
Hanno avuto il coraggio di farsi avanti solo a guerra finita .
La guerra è stata vinta dagli Alleati e loro si sono presi i meriti .

Sarà... Ma con gli stessi parametri i tuoi non hanno fatto una migliore figura.


Citazione
A fronte degli errori che ha commesso il fascismo ti cito un sito di sinistra :

http://www.metaforum.it/archivio/2009/showthreadafcd.html

1. Assicurazione invalidità e vecchiaia,  ecc.

Senti... Io non ho mai criticato più di tanto Mussolini...
Soltanto che sono abbastanza lucido da riconoscere che c'è stato un 25 luglio... e un 8 settembre.
Un prima e un dopo....

Ha fatto le pensioni? E che mai vorrà dire? tutti le hanno fatte....
Oh... In vent'anni è riuscito a fare qualcosa di buono persino Berlusconi.
Che... voglio dire...
Anche se adesso non mi viene in mente niente...
A sì... ha rimesso gli esami a settembre, che prima aveva tolto.

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 10:37:39 am
La stupidaggine è darmi del comunista.

Non sono comunista.
Né la Resistenza può considerarsi totalmente comunista nonostante possa esservi stato il tentativo comunista di monopolizzarla.
E questo lo dovresti sapere, visto che dici di aver fatto il classico...

Io sono Italiano e chi offende la Resistenza offende me in quanto Italiano.

E per quanto un gruppo di sbandati indisciplinati possano aver commesso dei crimini, mai questi crimini potranno raggiungare per  infamia
quelli fascisti:

Il Delitto Matteotti
La distruzione di decine di case del popolo
Gli assalti sanguinari alle sedi di partito
L'uccisione di Amendola
L'uccisione dei Fratelli Rosselli
La guerra d'Etiopia (il massacro di 30mila civili, anziani, donne, bambini e mendicanti)
L'uso di gas nervino in Etiopia e Libia.
I crimini del campo di concentramento di Arbe (Rab).
L'uccisione di 1200 religiosi cristiano copti.
La seconda guerra mondiale accanto a Germania e Giappone
La guerra civile scatenata in Italia con le stragi continue di civili (S.Anna di Stazzema, Fosse Ardeatine, Marzabotto, e via discorrendo)
I campi di sterminio (Bolzano, Risiera di San Saba)
Il campo di concentramento a Fossoli
La repressione crudele dalla popolazione istriana che portò alle foibe
L'aggressione all'URSS con migliaia di morti o dispersi
La guerra civile spagnola con un particolare ricordo di Guernica
Le leggi raziali
L'espulsione dei non fascisti dai lavori statali (ferrovieri, scuola)
I tanti italiani sacchettati (con la rena) e costretti a mangiare sapone o bere olio di ricino
I preti democratici, che nonostante il concordato del 1929, vengono assassinati. Primo fra tutti don Minzoni.

Sforzarsi di cercare le vergogne della guerra è sempre ipresa vana.
Perché la guerra è vergogna di per se.
Ingrassa il ricco e affama il povero.
Viene combattuta dai tanti, deboli, messi gli uni contro gli altri, ad esclusivo beneficio dei pochi, comodi, al caldo e lontano da ogni fronte.

Sentire un nostalgico fascista che si lamenta della reazione pur criminale, incivile e violenta di frange incontrollate di ex partigiani, mi ricorda molto quei musulmani che si lamentano per le crociate.
Dimenticando che le crociate furono la reazione a quasi quattrocento anni di soprusi, incursioni, stragi e furti.
Lamentarsi degli effetti senza mai interrogarsi sulle cause è di una disonestà intellettuale ripugnante.

Non ho alcuna intenzione di assolverti o condannarti. Nè ne avrei titolo.
Sei tu il peggior giudice di te stesso.
Sei tu che ti condanni.


W la Resistenza.
W l'Italia.


"Sentire un nostalgico fascista che si lamenta della reazione pur criminale, incivile e violenta di frange incontrollate di ex partigiani, mi ricorda molto quei musulmani che si lamentano per le crociate."

Ripeto quello che tu dici E' FALSO .

1)I crimini dei partigiani comunisti furono compiuti interi reparti di partigiani comunisti (non ex partigiani) sia DURANTE che DOPO la guerra !

Negare questo è un comportamento criminale perchè significa ammazzare tutte quelle persone 2 volte !

Non mi interessa che un comunista mi accusi di essere un "nostalgico fascista" , a me interessa che venga a galla le VERITA' STORICA !

 




Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 10:38:36 am
1)Alcuni crimini compiuti da REPARTI PARTIGIANI COMUNISTI DURANTE LA GUERRA :

La strage di Oderzo (Treviso)
Negli ultimi giorni di aprile del 1945, esattamente il 28, 126 giovani militi dei Btg. “Bologna” e “Romagna” della GNR e 472 uomini della Scuola Allievi Ufficiali di Oderzo della R.S.I. (450 allievi più 22 ufficiali) si arresero al C.L.N. con la promessa di avere salva la vita. L’accordo fu sottoscritto nello studio del parroco abate mitrato Domenico Visentin, presenti il nuovo sindaco di Oderzo Ing. Plinio Fabrizio, Dr. Sergio Martin presidente del C.L.N., il Col, Giovanni Baccarani, comandante della Scuola di Oderzo e il maggiore Amerigo Ansaloni comandante del Btg. Romagna. Ma quando scesero i partigiani della Brigata Garibaldi “Cacciatori della pianura” comandati dal partigiano Bozambo l’accordo fu considerato carta straccia e il 30 aprile cominciarono a uccidere. Quel giorno furono massacrati senza pietà 13 uomini sulle rive del Monticano. La maggior parte, ben 100,  furono uccisi al Ponte della Priula, frazione di Susegana e gettati nel Piave il 12 maggio. Pare si trattasse di 50 uomini del “Bologna”, 23 del “Romagna”, 12 della Brigata Nera, 4 della X^ MAS, e gli altri di altri reparti fra cui gli allievi della scuola.   Infine:

LA BANDA DI “BOZAMBO”, “BOIA DI MONTANER”, AL MATRIMONIO TRA ADRIANO VENEZIAN E VITTORINA ARIOLI, ENTRAMBI PARTIGIANI

Al banchetto di addio al celibato di Venezian uno della banda affermò :- Ti auguriamo che tu abbia ad avere dodici figli e perché questo augurio abbia ad essere consacrato domandiamo che siano uccisi, vittime di propiziazione, dodici fascisti -.

Fu così che la mattina del 17 maggio scelsero tredici allievi ufficiali della Scuola di Oderzo e li assassinarono nei pressi del Ponte della Priula. (Particolare delle stragi di Oderzo).

( Contributo di Francesco Fatica dell’ISSES Napoli)

Vedi anche, qui appresso i caduti sulla corriera della morte. In totale le vittimo fra gli ufficiali della scuola di Oderzo furono 144.

 

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La corriera della morte

Verso la metà di maggio (esattamente nella notte fra il 14 e il 15) tre camion della Pontificia Opera di Assistenza venivano dal bresciano e trasportavano verso sud reduci della R.S.I. che cercavano di rientrare a casa. Uno veniva da Rezzato, uno da Erbusco e uno da Brescia. Su quest’ultimo c’erano anche 15 o 16 allievi della scuola di Oderzo. A Bondanello, però, la polizia  partigiana che aveva sede nella casa del popolo di Moglia, fermò i camion (almeno due). Il primo, proveniente da Brescia trasportava 43 persone. Queste furono consegnate alla polizia partigiana di Concordia che ne rinchiuse 25 (pare) a Villa Medici, ribattezzata “Villa del pianto”. Questi furono depredati di tutto e massacrati il 17 maggio.  Gli altri, due notti dopo, vennero caricati su un camion e fatti proseguire per Carpi . Ma giunti a San Possidonio furono scaricati, condotti a gruppi nella campagna circostante, depredati, seviziati e uccisi. Era la notte del 19 maggio. Fra tanto orrore un fatto ancora più orrendo: fra quei poveretti c’era anche una giovane donna con marito e figlio. Questi ultimi finirono massacrati con gli altri. La donna, al sesto mese di gravidanza, fu violentata da nove uomini e poi abbandonata in stato confusionale davanti ad un albergo di Modena. Dalle risultanze processuali pare che gli uccisi fossero, in totale, più di ottanta. Diversi responsabili furono identificati ma, come al solito, pur essendo stati ritenuti colpevoli, beneficiarono dell’amnistia (e del minaccioso sostegno del partito comunista) e rimasero impuniti.

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Gli uccisi di Pescarenico (Lecco)

La sera del 26 aprile transitò per Lecco una colonna di 160 uomini del Gruppo Corazzato “Leonessa” e del Btg. “Perugia” che ripiegava su Como. A Pescarenico furono attaccati dai partigiani. Asserragliati in alcune case i militi si difesero per tutta la notte e per tutto il giorno 27. A sera, avendo quasi esaurite le munizioni, fu trattata la resa. Le condizioni erano che i militi dovevano avere la libertà e gli ufficiali la prigionia secondo la Convenzione di Ginevra. Dopo la resa tutti gli uomini furono picchiati e insultati e minacciati tutti di morte. Il giorno 28 i tredici ufficiali e tre vice brigadieri furono uccisi. Prima di morire lasciarono ai religiosi che li assistettero, toccanti lettere per i familiari.

 

Seguono importanti contributi e l’elenco dei caduti del “Leonessa”, realizzati con la collaborazione di Michele Tosca:

 1) Lecco quarantasei anni dopo - articolo del 1991
"Fu un barbaro eccidio non una dolorosa necessità"

A Lecco, dopo quarantasei anni dall'aprile del 1945, taluno ancora si chiedeva come realmente andarono le cose nei giorni 26, 27, 28 aprile durante e dopo la sanguinosa battaglia che ebbe come epicentro il borgo di Pescarenico e, come protagonisti, da una parte centosessanta uomini del Gruppo "M" Leonessa e del Battaglione "Perugia" e dall'altra un numero imprecisato molto più rilevante dei partigiani della 55a Brigata Rosselli (ed altre).

Si leggeva infatti sul quotidiano cittadino del 27 aprile 1991 che "sulla tragica vicenda lecchese del 28 aprile 1945 era sempre stata fornita la motivazione di dolorosa necessita’: come a dire che i sedici giovani ufficiali e sottoufflciali della "Leonessa e del "Perugia", fucilati al campo sportivo di Lecco, per ordine del Comando partigiano, si fossero macchiati di crimini di guerra tali da costringere un sedicente tribunale del popolo a prendere la "dolorosa decisione" di assassinarli con giudizio sommario, malgrado si trattasse di militari in regolare uniforme, con precisi segni di riconoscimento e perciò stesso da considerarsi prigionieri di guerra tutelati dalla convenzione dell'Aja.

Nessuna diversa interpretazione dei fatti é sul piano giuridico, storico e morale possibile, nessun'altra e per nessun motivo. Del resto un atto di resa presuppone la cessazione contestuale del fuoco e quindi anche degli attacchi agli asserragliati.. Questo è fin troppo evidente.

Quei sedici ufficiali e sottoufficiali della "Leonessa" e del "Perugia" si erano arresi, dopo strenui combattimenti protrattisi dal tramonto del 26 aprile, al tramonto del 27 aprile, sulla base di precise condizioni sottoscritte da entrambe le parti e che prevedevano, dopo la cessazione del fuoco

1° - Onore delle armi secondo codice di guerra,

            2° - Salvacondotto entro tre giorni per i mllitari di truppa, libe:i così   

                di    rient:rare alle loro case,

            3° - Applicazione della Convenzione di Ginevra sui prigionieri di

                 guerra per tutti.

A quel momento i morti delle nostre fila erano nove, numerosi i feriti.

Cessato il fuoco, il 1° punto fu rispettato. Ci inquadrammo sul luogo degli scontri e procedemmo in formazione, affiancati dai partigiani sino alle scuole Ghislanzoni. Marciavamo con le nostre armi in spalla. La gente di Lecco sui marciapiedi, restava muta a guardare. Nessuna invettiva salì contro di noi. Probabilmente perché nessuno sapeva che l'ultima nostra preoccupazione, prima della resa, era stata di mettere fuori uso le armi.

Va chiarito una volta per tutte che, se vi fosse stato anche il più marginale dei rilievi da sollevare nei nostri confronti, quella sfilata drammatica ma solenne e silenziosa non avrebbe potuto esserci consentita.

Quello che accadde dopo,oltrepassato il cancello della nostra prima prigione,fu lo scatenamento della barbarie, com’e’ noto a tutti e come risulta dal memoriale di Luigi Brusa, Rettore del Santuario della Vittoria, ampiamente diffuso, pubblicato e abbastanza ricco di particolari, peraltro la relazione dei carristi Lombardi e Mandelli, allegata al fascicolo pubblicato di recente a cura dei Reduci del Gruppo "M Leonessa", attualmente in corso di ristampa, per una più vasta e approfondita documentazione storica, rispecchia con precisione e puntualità, financo nei particolari più terribili, i fatti.

Ci é stato chiesto: come eravate finiti a Lecco, quella sera? Una lapide sbrecciata e annerita dal tempo parla sul posto di nemico "nazifascista" in fuga. Da qualche anno quella lapide é stata guastata e non più sistemata, sicché l'elenco nominativo di tutti i caduti partigiani é scomparso, effetto di una debole e ingenerosa mancanza di memoria storica.

Noi arrivammo a quel tragico "appuntamento sul lago" dopo un difficile ripiegamento dall'Appennino fra Parma e Piacenza e la Val Trebbia. Il reparto aveva dovuto tenere la zona resistendo alla pressione sempre più ravvicinata di reparti partigiani e di calmucchi (ex prigionieri tedeschi) sotto gli attacchi quotidiani dei cacciabombardieri anglo-americani mirati alla distruzione dei pozzi petroliferi dell'Agip.

Può sembrare incredibile ma quei pozzi petroliferi avevano assicurato il funzionamento dei mezzi motorizzati in dotazione al Gruppo, il resto andava alle Forze armate repubblicane (vedi relazione Borgatti).

Ai primi di aprile i pozzi petroliferi di Montechino (Piacenza) furono infine bombardati con il fosforo, incendiati e praticamente distrutti dagli aerei anglo-americani, ciò nonostante il reparto della Leonessa mantenne malgrado tutto la posizione, ripiegando su Piacenza soltanto dopo il 20 di aprile.

La notte del traghettamento sul Po, il 23 o 24, esplose sotto gli attacchi aerei financo l'arsenale di Piacenza; le avanguardie corazzate americane in tale scenario apocalittico furono a lungo contrastate dai giovanissimi carristi della R.S.I..

Arrivammo, con i pochi mezzi rimasti, a Bergamo il 25 aprile, giusto in tempo per organizzare la colonna al comando del Tenente Ferraris, completa di due batterie di cannoni da 75/27. L'ordine ricevuto per radio da Milano era di raggiungere al più presto Como per poi arrivare al R.A.R. in Valtellina. In forza di quell'ordine, la colonna formatasi a Bergamo si mosse con i mezzi corazzati, con le due batterie di cannoni, con un reparto di esploranti e di motociclisti e con numerosi autocarri sovraccarichi di armi, munizioni e carburanti.

La pioggia, la nebbia e il caso determinarono lungo il percorso lo sdoppiamento della colonna e il conseguente dimezzamento del relativo potenziale in uomini e mezzi del troncone in movimento verso Lecco, direzione Como.

Alle porte di Lecco avvenne l’incontro con il Battaglione "Perugia" in gravi difficoltà per avarie agli automezzi. I Legionari del "Perugia" salirono così in gran parte sui nostri auto-carri e riprendemmo a muoverci insieme, una quarantina della "Leonessa e circa centoventi del "Perugia".

Fummo fermati all'altezza del ponte ferroviario sul Corso, in località Pescarenico all'altezza di via Como, da un intenso fuoco di mitragliatrici. Durante le ore successive ci fu un crescente scambio di raffiche, di attacchi e contrattacchi con i primi feriti e i primi caduti.

Frattanto fu posto in atto l'accerchiamento della colonna e quindi fu deciso di asserragliarci in tre case del Borgo Pescarenico. Gli scontri, il giorno dopo, furono violentissimi. Vennero impiegati contro i militari della "Leonessa" e del «Perugia» tutti i mezzi di cui la 55a Brigata Rosselli disponeva per effetto degli aviolanci ango-americani. Di più c'erano le armi consegnate dai tedeschi, già arresisi il 25 e il 26 aprile.

Circa la denominazione……"controllata" delle formazioni che parteciparono con grande e da noi riconosciuta audacia alle operazioni, ci fù detto. che si trattava appunto della 55a Brigata Rosselli. Successivamente la stampa di Lecco di quei giorni pubblicò servizi e interviste con vari comandanti, tutti coperti da nome di battaglia, sicché resta tuttora problematico assegnare la competenza e la responsabilità delle trattative per il cessate il fuoco a questo o quel personaggio.

Così come non é mai stata resa nota la composizione del "tribunale del popolo" che sentenziò la fucilazione dei sedici Ufficiali e Sottoufficiali della "Leonessa" e del "Perugia". In ogni caso la volontà di procedere a una esecuzione di massa e successivamente alla decimazione e non ancora alla eliminazione degli Ufficiali e Sottoufficiali furono sempre prese dinnanzi a noi da uomini vistosamente bardati di rosso.

Con i commilitoni del "Perugia" fraternizzammo subito e per tutta la giornata di fuoco, dividendo poi insieme le esperienze crudeli e violente della feroce prigionia al Ghislanzoni, ad Acquate, nel campo P.W. di Modena e poi ancora al campo 10 di Coltano.

Dagli eventi di quei giorni a Lecco i nostri caduti non sono stati lasciati soli. Vi è stata sempre la cura e il ricordo dei loro commilitoni sopravvissuti, e ciò si é concretizzato in un cippo eretto nel sacrario della "Piccola Caprera" dove ogni anno ci rechiamo a rendere onore a tutti i nostri caduti disseminati in Italia.

Va detto anche che, per interessamento di cittadini di Lecco, e in particolare della signora Mariadele Tentori, che videro lo svolgersi della battaglia e seguirono le sorti dei fucilati, dopo alcuni anni le autorità cittadine hanno ufficializzato la traslazione dei resti dal cimitero di Acquate, al santuario della Vittoria, dove sono stati tumulati accanto ai caduti di tutte le guerre, in forma solenne e con picchetto d'onore dell'Esercito italiano.

Quando i sedici giovani Ufficiali e Sottoufficiali furono portati dinanzi al plotone di esecuzione avevano già subito ogni sorta.di oltraggio e di violenza, di scherno ed umiliazione. In quell'aula della scuola Ghislanzoni dov'erano ammassati centosessanta giovani "di Pescarenico", esplose la furia bestiale di aguzzini che non potevano avere niente in comune con i combattenti che ci avevano attaccato in armi riuscendo a distruggere ogni cosa intorno a noi, incendiando la nostra colonna, bombardandoci con bazooka, con mortai, con armi pesanti, con due "dingo" blindate, alla fine addirittura con una sorta di treno blindato, venendo all'assalto allo scoperto e invano più volte, malgrado tutto. Gli scontri finali erano avvenuti a distanza ravvicinata, a tiro di bomba a mano. Ci si poteva quasi guardare negli occhi. Quanti fossero non saprei dire. Certamente - mi si lasci questo convincimento - non erano gli stessi che infierirono su di noi in quella tragica e profanata aula di scuola. Volevano in un primo tempo dare luogo alla strage, come infatti altrove é accaduto, ad esempio laddove allievi ufficiali delle varie scuole e ragazzi in camicia nera sono stati trucidati in massa. Poi i caporioni di quella pagina di furore selvaggio ripiegarono sulla soluzione "umanitaria" della decimazione e, visto che il conto tornava, sedici su centosessanta, accettarono alla fine l'olocausto offerto dagli ufficiali e sottoufficiali per salvare la vita ai ragazzi più giovani.

Il ricordo é fermo alle parole del Tenente Ferraris, quando insieme al Sottotenente Satta, venne alle nostre postazioni per illustrarci le modalità della resa respingendo la nostra alternativa di una sortita finale, alla grande e in bellezza. Con i due Ufficiali della "Leonessa" c'era un indescrivibile rapporto di sorridente amicizia: ci dissero però con molta fermezza che una sortita, in quelle condizioni essendo quasi del tutto esaurite le munizioni, avrebbe sicuramente portato a uno scempio imperdonabile di vite giovanissime. Come "veterani" all'età di diciannove anni, avevamo il dovere di curarci dei ragazzi più giovani, taluni di sedici anni.

Si è scritto, sempre nel giornale citato della presenza nelle case di Pescarenico di falchi e colombe: non é vero, c'erano semplicemente dei giovani che avevano conosciuto lunghe esperienze di guerra e ragazzini volontari di recente arruolamento.

L'ambizione dentro l'animo di taluno di noi poteva essere quella di diventare - o prima o poi - ufficiali come Ferraris e Satta; arrivare alla RAR (ridotta délla Valtellina), raggiungendo Mussolini a Como e poi, magari vedendo realizzato il progetto a lungo accarezzato della divisione corazzata "M" per l'estrema difesa della R.S.I..

Il non essere ancora ufficiali ci salvò invece la vita; il destino era tutto scritto. Non ci rimase che fermare e disarmare qualche carrista più giovane nell'atto di tentare il suicidio con la pistola di ordinanza, ascoltare le parole del Tenente Ferraris al momento di uscire dalle macerie delle case sbrecciate e fumanti, dinnànzi al cadavere del Sergente Alessandri, caduto in battaglia.

E poi quella maledetta prigione, l'addio dei nostri camerati, la loro ultima indimenticabile lezione di vita.

Queste riflessioni vanno ai giovani del F.D.G. di Lecco, che hanno voluto ricordare, sul luogo della esecuzione, i sedici martiri del 28 aprile 1945, chiedendoci di aiutarli a conoscere la verità. Era un appuntamento al quale avevo sempre pensato, quello di consegnare a dei giovani la testimonianza intorno a quelle giornate.

L'incontro a Lecco, promosso dal F.D.G., dirigente Alberto Arrighi, e della locale subfederazione, dirigente il professor Redaelli, alla presenza dello studioso dottor Viganò, ha avuto un interessante seguito con la presentazione del volume "Appuntamento sul lago" di Fabio Andriola, approfondita ricerca storica sulle vicende dell'aprile 1945 di rara e quindi preziosa efficacia.

La verità storica é che ci fu alla fine, e soltanto alla fine, una resa a condizioni da parte nostra, due su tre di quelle condizioni furono tradite e ne seguì dunque un eccidio a guerra conclusa, una vigliaccata e un crimine senza giustificazione.

Non credevamo, dopo tanto tempo, che ci fosse bisogno di chiarire alcunché, visto che proprio nella città di Lecco gli uomini della «Leonessa» hanno ricevuto gli onori militari, da vivi e da morti.

I giovani della F.D.G. hanno poeticamente chiamato la testimonianza di Ezra Pound e di Cesare Pavese. Un accostamento intellettualmente nobile che ha vanificato del tutto la tesi ciarlatana e sbrigativa della "dolorosa necessità", buona per mettere in pace la coscienza di chi ha il suo tornaconto nel cancellare la memoria storica degli eventi.

Lecco, oggi. Città ad alto reddito pro-capite corre velocemente al traguardo della provincia. Grande centro industriale sul lago di Como ai piedi della Valsassina e del Resegone di manzoniana memoria vive le contraddizioni laceranti di una società cittadina operosa, freneticamente impegnata a colmare i vuoti lasciati dallo Stato, i ritardi nell'attraversamento sotterraneo del centro, nella costruzione dell'autostrada per la Valtellina.

Nel grande cantiere della Lecco 1991 credo che sia ben difficile trovare occasione per i momenti di riflessione storica, di onesta rimeditazione intellettuale. Come in ogni centro di attività febbrile del mondo, la gente pensa giustamente a costruire, a edificare l'immagine di ciò che sarà la cittadina nel 2000, e vive l'ebrezza di questa lotta contro l'inerzia dello Stato, contro la pigrizia mentale e le regole lassiste del potere; può darsi che giorno dopo giorno, goccia dopo goccia, finisca col cancellare il ricordo del passato e la stessa memoria storica.

Si cerchi di capire il perché del nostro "no" a una tale ipotesi; in così lunghi e intensi anni di impegno civile abbiamo coltivato una condizione umana e morale di rifiuto permanente e globale di tutti i feticci agitati per esorcizzare la nostra anima di uomini irrinunciabiimente liberi. In questo senso siamo sinceri sino alla provocazione e crediamo che sulla realtà di oggi, così come sulle verità di ieri, noi tutti, anziani e giovani, abbiamo le carte per confrontarci con gli altri, sui problemi, sulle attese civili della gente.

Ma abbiamo anche intenzione di guardare alle cose con il lucido rigore di una certa intelligenza del mondo nel quale viviamo nel senso cioé della sua cognizione profonda e meditata.

Per questo ci sentiamo di rifiutare il senso di una giustificazione ipocrita di certi eventi come stati di necessità, anche se dolorosa.

---------------------------

2) CADUTI DEL GRUPPO CORAZZATO "LEONESSA" DELLA R.S.I. 

 

Capitano:

 Aristide Lissa 07.06.44 - Santino di S.Bernardino Verbano NO

 Tenenti:

Giovanni Ferraris 28.04.45 - Acquate di Lecco CO

Giannino Peri 00.02.45 - Autostrada TO-MI in seguito mitragliamento aereo

Giorgio Savoia 23.02.45 - Velleia - Gropparello Val d'Arda

 

 

Sottotenenti:

Bruno Berneschi 09.03.45 - Cisterna D'Asti

Ferdinando Camaiora 05.04. .45 Montechino-Groppparello PC

 Valerio Cappelli 21.03.44 - Valp&lice - Pinerolo TO

Cesare De Giovanni 06.02.45 - Gassino Torinese TO

Roberto Petruzzi 13.02.46 - Pinerolo TO (trucidato al rientro da PI)

Armando Rinetti 26.04.45 - Piacenza Montale - morto nel carro semimovente L6 di Mimmo Bontempelli

Bruno Satta 28.04.45 - Acquate di Lecco CO

Stelvio Zenobi 05.04.45 - Montechino - Gropparello PC

Aiuto Capo:

Ernesto Battaille 01.01.45 - Milano- Piazza Firenze

 Brigadieri:

Giuseppe Alessandri 27.04.45 - Pescarenico Lecco Co

Giuseppe Berini 04.05.45 - S.Eufemia di Brescia

Silvio Pilloni 06.02.45 - Gassino Torinese TO-

Savazzi - Piemonte

 Vice Brigadiere:

Augusto Fumarola 06.04.45 - Rivergaro PC

Gottieri Pietro 25.04.45 - Piacenza (arso vivo mentre faceva

saltare il carro L3 di Mainardi)

Zanovello

Legionari:

Alberton Giuseppe 28.08.44 – Moncalieri TO

Valentino Mbini 29.12.44 - Torino

Aletteo 00.00.44 - Torino

Arnaldo Berini 04.05.45 - S.Eufemia di Brescia

Beretti 00.00.44 - Varallo Sesia

Mario Bonomi 21.03.44 - Valpellice Pinerdo TO

Rinaldo Brugnoli 16.03.45 - Rallio di Rivergaro PC

Esquilio Cerri 21.03.45 - Pinerolo TO

Cipollina 00.00.44 - Varallo Sesia

Renato Claps 30.06.44 - Lanzo TO

Antonio D'Agostino 27.04.45 - Torino

Achille Dejana 00.05.45 - Disperso durante il trasferimento ad Ivrea

Mariano Di Giovanbattista 05.04.45 - Torino

Fossati 00.00.00 - Torino

Carlo Gaffuri 10.04.45 – Osp. militare di Piacenza in seguito a ferite riportate a  Gropparello PC

Emilio Legori 27.04.45 - Torino

Gregorio Maina 00.12.44 - Torino (mitragliamento aereo)

Carlo Manni 14.03.45 - Gropparello PC

Guido Minozzi 11.03.45 - Gropparello PC

Saverio Mazzoldi

Andrea Monzaschi 29.01.45 - Brescia (mitragliamento aereo)

Motisi 00.00.44 - Varallo Sesia

Giovanbattista Nobili 14.03.45 - Ospedale militare di Piacenza

Alberto Onorati 26.04.45 - Montale di Piacènza

Cesare Pecis 00.12.45 - Ospedale di Taranto al rientro dalla prigionia

Pelagatti 00.00.44 - Varallo Sesia

Sauro Saccomandi 30.01.45 - Torino

Giorgio Scoppino 06.02.45 - Gassino Torinese TO

Natale Spinella 06.02.45 - Gassino Torinese TO

Bruno Taddei 00.05.45 - Torino

Albino Valentino 29.12.44 - Torino

Emiliano Zini - Milano

Ufficiali               n° 12

Sottoufficiali        n° 08

Legionari             n° 32

Totale militari      n° 52

 

 

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La strage di Monte Manfrei (Savona)

In questo luogo isolato dell’Appennino Ligure, fra Genova e Savona, nei giorni tragici di fine aprile, primi maggio 1945, i partigiani trucidarono  i 200 marò del presidio di Sassello della Divisione “San Marco”, quando la guerra si era ormai conclusa. I cadaveri, sepolti sotto poca terra nei dintorni, non sono stati ancora rinvenuti tutti, anche per l’omertà delle popolazioni, minacciate ancora adesso dagli assassini dell’epoca. Una grande croce ricorda ora i caduti e ogni anno, l’8 luglio, numerose persone salgono lassù e li ricordano con una toccante cerimonia.

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La strage di Rovetta (Bergamo)

Il 26 aprile 1945 un plotone della 6^ Compagnia della Legione Tagliamento di presidio al Passo della Presolana, al quale si aggiunsero alcuni militi della 5^, sentite le notizie della disfatta tedesca decise, malgrado la contrarietà di alcuni, di arrendersi, sollecitato in tal senso anche dal Franceschetti, proprietario dell’albergo che ospitava i militi e si diresse verso Clusone. Ma, giunti a Rovetta (BG), trattarono la resa col locale C.L.N. che promise un trattamento conforme alle convenzioni internazionali. Erano 46 militi  comandati dal giovane S.Ten. Panzanelli di 22 anni. Deposte le armi, furono alloggiati nelle locali scuole elementari. Il prete del luogo, Don Giuseppe Bravi, era anche segretario del C.L.N. locale e garantiva il rispetto degli accordi. Ma una masnada di feroci partigiani, giunti da Lovere su due camion, impose la consegna dei prigionieri e il 28 aprile, dopo feroci maltrattamenti, 43 di loro (uno, Fernando Caciolo, della 5^ Cmp, sedicenne di Anagni, riuscì a fuggire e tre giovanissimi, Chiarotti Cesare, 1931, di Milano, Ausili Enzo, 1928, di Roma e Bricco Sergio, 1929, di Como, vennero risparmiati) vennero condotti presso il cimitero di Rovetta e qui fucilati. Ben 28 di loro avevano meno di 20 anni. L’ultimo ad essere ucciso, dopo aver assistito alla morte di tutti i camerati, fu il Vice brigadiere Giuseppe Mancini, figlio di Edvige Mussolini sorella del Duce.

 Dopo la guerra alcuni di quei partigiani ritenuti responsabili della strage furono individuati e processati. Ma la sentenza fu di non luogo a procedere in forza del Decreto Legislativo Luogotenenziale n. 194 del 12 aprile 1945, firmato da Umberto di Savoia, che in un unico articolo dichiarava non punibili le azioni partigiane di qualsiasi tipo perché da considerarsi “azioni di guerra”. Fu, cioè, dalla viltà dei giudici, considerata azione di guerra legittima anche il massacro di prigionieri inermi compiuta, per giunta, quando la guerra era ormai terminata.

Vedi l’elenco degli uccisi

(Redatto con la collaborazione del ricercatore Giuliano Fiorani)

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO:




 

      COMITATO ONORANZE CADUTI DI ROVETTA

 

 

Bergamo 26/05/2008

 

COMUNICATO STAMPA

 

 

Questo notte i “ soliti ignoti” hanno distrutto nel cimitero di Rovetta  le lapidi commemorative dei 43 legionari uccisi e di Padre Antonio il loro Cappellano

 

COMMENTO
Evidentemente gli eredi degli assassini di allora continuano a covare il loro odio insensato e bestiale. Tanto insensato e tanto bestiale da infierire contro delle lapidi che ricordano dei morti. L’estrema inciviltà dell’atto qualifica gli autori come persone profondamente disturbate e incapaci di sentimenti normali. Dio abbia pietà delle loro anime.

 

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La strage di Lovere (Bergamo)

Mercoledì 25 aprile 1945 un piccolo presidio della Legione “Tagliamento”, 26 militi della 4^ Cmp, II Rgt, di stanza nell’edificio delle scuole elementari a Piancamuno in Val Canonica venne sorpreso da un gruppo di partigiani fra i quali erano dei polacchi in divisa tedesca. Malgrado la sorpresa i militi reagiscono, ma le perdite sono gravi : 9 morti fra cui il comandante aiutante maresciallo Ernesto Tartarini e tre feriti. Anche il comandante partigiano, però, tale Luigi Macario, viene ucciso insieme ad altri due, cosicché i partigiani, rimasti senza comandante, cedono al fuoco intenso dei militi superstiti e si ritirano. A questo punto giunge in aiuto una squadra del plotone Guastatori al comando del brigadiere Amerigo De Lupis.

 Egli si rende conto che i tre feriti che giaccioni all’Ospedale di Darfo non hanno una assistenza adeguata. Uno dei tre, infatti, Sandro Fumagalli, muore la mattina del 26. Allora nel pomeriggio il De Lupis, con una piccola scorta, porta i due feriti ancora vivi all’Ospedale di Lovere, sul lago d’Iseo. Ma egli non sa che i partigiani stanno occupando la città. Al mattino, infatti, il locale presidio del 612° Comando Provinciale della G.N.R. comandato dal Ten. Agostino Ginocchio si è arreso a un gruppo di partigiani e altri partigiani stanno affluendo dalle montagne. Così il De Lupis e i suoi uomini vengono sorpresi all’uscita dall’Ospedale e catturati. Condotti presso la casa canonica (Palazzo Bazzini) che veniva utilizzata come prigione, vennero rinchiusi insieme agli uomini del Ten. Ginocchio. Testimoni dell’epoca affermano che ai prigionieri vennero inflitti pesanti maltrattamenti. Il 30 aprile un legionario, Giorgio Femminini di 20 anni, ottenne di potersi sposare con la sorella di un commilitone, Laura Cordasco, così fu condotto in chiesa col De Lupis e il commilitone Vito Giamporcaro come testimoni. Ma poichè la cerimonia si prolungava i partigiani condussero via tutti gli uomini del De Lupis e li portarono dietro il cimitero dove furono massacrati con raffiche di mitra.  Gli uccisi furono sei: Amerigo De Lupis, Aceri Giuseppe, Femminini Giorgio, Mariano Francesco, Giamporcaro Vito, Alletto Antonino. I due legionari: Le Pera Giovanni e De Vecchi Francesco, ricoverati, come si è detto, in ospedale per gravi ferite, furono quasi ogni giorno percossi e maltrattati e, infine, prelevati da partigiani fra il 7 e l’ 8 di Giugno, oltre 40 giorni dopo la fine della guerra, percossi, seviziati e, infine, gettati nel lago e annegati. Vedi la documentazione.

(redatto con la collaborazione preziosa di Giuliano Fiorani e Sergio Geroldi)

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I massacrati di Ponte Crenna (Pavia)

Il 12 agosto 1944 quattro giovani militi venivano catturati dai partigiani e barbaramente assassinati a Ponte Crenna nell’Oltrepo Pavese. Fra essi Walter Nannini, medaglia d’Argento alla memoria.

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La strage di S.Eufemia e Botticino Sera (Brescia)

Fra il 9 e il 13 maggio 1945 furono prelevati 11 fascisti a Lumezzane e altri a Toscolano Maderno. Orribilmente seviziati, 23 vennero uccisi proprio di fronte alla chiesa di S.Eufemia mentre altri 16 vennero uccisi e gettati in una fossa a Botticino, in una località detta Mulì de l’Ora. I civili erano 16 e 23 i militari di cui 9 erano della Divisione San Marco. I cadaveri furono ritrovati in stato di avanzata decomposizione, con tracce di inaudita violenza e le unghie strappate. Autori dell’eccidio furono i partigiani comandati da tale Tito Tobegia.

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L’eccidio dell’Ospedale psichiatrico di Vercelli
  Nei giorni dal 23 al 26 aprile 1945 si erano concentrate a Vercelli tutte le forze della R.S.I. della zona, circa 2000 uomini, che andarono a costituire la Colonna Morsero, dal nome del Capo Provincia di Vercelli Michele Morsero. Tale colonna partì da Vercelli alle ore 15 del 26 aprile, dirigendo verso nord per raggiungere la Valtellina. I reparti che costituivano la colonna erano : Il 604° Comando Provinciale GNR Vercelli Comandato dal Colonnello Giovanni Fracassi, la VII^ B.N. “Punzecchi di Vercelli, parte della XXXVI^ B.N. “Mussolini” di Lucca, CXV° Btg “Montebello”, I° Btg granatieri “Ruggine”, I° Btg d’assalto”Ruggine”, I° Btg rocciatori (poi controcarro) “Ruggine”, III° Btg d’assalto “Pontida”. La colonna raggiunse Castellazzo, a Nord di Novare, la mattina del 27 aprile e, dopo trattative, la sera decise, dopo molte incertezze, di arrendersi ai partigiani di Novara dietro promessa di essere trattati da prigionieri di guerra. Il 28 aprile i prigionieri vengono condotti a Novara e rinchiusi in massima parte nello stadio. Subito cominciarono gli insulti e i maltrattamenti e il 30 cominciarono i prelevamenti di gruppi di fascisti dei quali non si ebbe più notizia. Lo stesso accadde nei giorni successivi insieme a feroci pestaggi. Il 2 maggio Morsero viene portato a Vercelli e fucilato. Intanto sono giunti gli americani che tentano di ristabilire un minimo di legalità. Ma il Corriere di Novara dell’8 maggio parla di molti cadaveri di fascisti ripescati nel canale Quintino Sella. Finché il 12 maggio giungono da Vercelli i partigiani della 182^ Brigata Garibaldi di “Gemisto” cioè Francesco Moranino che prelevano circa 140 fascisti elencati in una loro lista. Questi uomini saranno le vittime della più incredibile ferocia. Portati all’Ospedale Psichiatrico di Vercelli saranno, in buona parte massacrati all’interno di questo. Le pareti dei locali dove avvenne l’eccidio erano lorde di sangue fino ad altezza d’uomo. Altri saranno schiacciati in un cortile da un autocarro, altri fucilati nell’orto accanto alla lavanderia, altri, pare tredici,  fucilati a Larizzate e altri ancora, infine, portati con due autocarri e una corriera (quindi in numero rilevante) al ponte di Greggio sul canale Cavour e qui, a quattro a quattro, uccisi e gettati nel canale. Nei giorni successivi i cadaveri ritrovati nei canali di irrigazione alimentati dal canale Cavour furono più di sessanta.

 Solo il giorno 13 maggio, domenica, gli americani prenderanno il controllo dei prigionieri ed eviteranno altri massacri. Era già pronta la lista dei prigionieri da prelevare quello stesso giorno alle ore 18.

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Il massacro di Schio (Vicenza)
La notte fra il 6 e il 7 luglio 1945 una pattuglia partigiana irruppe nel carcere di Schio dove erano detenute 91 persone, fascisti o presunti tali. (1) Di queste, che erano state radunate in uno o due stanzoni e contro cui furono sparate molte raffiche di mitra, ne furono massacrate ben  54 di cui 19 donne, mentre 14 rimasero ferite (11 in modo grave). Il tribunale militare alleato individuò alcuni degli esecutori materiali del crimine ed emise alcune condanne, però mai eseguite.  Dai dibattimenti emerse che molte di quelle persone non avevano alcuna colpa e nei loro confronti era già pronto l’ordine di scarcerazione. Il governatore militare alleato ebbe ad affermare che i fatti di Schio “ costituiscono una macchia per l’Italia ed hanno avuto una larga pubblicità nei giornali statunitensi, britannici e sudafricani dove vengono considerati senza attenuanti ”.
Note: (1) 5 erano della Brigata Nera, 3 della Polizia Ausiliaria, 3 Ausiliarie, 34 fascisti e gli altri arrestati come tali, su semplice indicazione di un partigiano. C’erano ragazze diciassettenni, donne gravide, vecchi…Fra loro c’erano: Il Primario dell’Ospedale di Schio Dr. Michele Arlotta, il Commissario Prefettizio Dr. Giulio Vescovi, i fascisti RSI Mario Plebani, Tadiello Rino, Domenico e Isidoro Marchioro, il Dr. Diego Capozzo, Vice Comm.Pref., Anna Franco di 16 anni, Calcedonio Pillitteri, reduce dalla Russia, il vecchio Dr. Antonio Sella, che fu Podestà di Valoli del Pasubio, Giuseppe Stefani già Podestà di Valdastico. (da “Nuovo Fronte” n. 247 del Giugno 2005, pag. 10 , articolo firmato U.S.)

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Il massacro di Avigliana (Torino)
Qui furono uccisi, a guerra finita, dopo che si erano arresi ed erano stati disarmati, 33 militari della R.S.I.

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I morti di Agrate Conturbia (NO)

“Caduti per la Patria” sta scritto su una croce che fa la guardia a 33 salme di fascisti

senza nome (fra cui due o tre donne), trucidati nel sottostante bosco detto “la Bindillina”  dai partigiani della zona. Solo nel 1959 fu possibile individuarle in fosse comuni e riesumarle. Ma si presume che gli uccisi il quel bosco siano stati molti di più, forse alcune centinaia. Infatti negli anni novanta, durante la costruzione di un campo da golf, vennero trovate molte ossa umane che, molto disinvoltamente, vennero gettate in una discarica insieme alle sterpaglie. (Nuovo Fronte n. 247 Giugno 2005)

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I feroci massacri del Biellese
A Bocchetta Sessera (Vercelli) una stele ricorda le decine di cadaveri di fascisti, non solo uomini ma anche  donne, stuprate e seviziate prima di essere uccise, che si presume ancora si trovino nel bosco sottostante. Fu questa, una delle zone dove la ferocia partigiana toccò livelli inimmaginabili. Qui operava Francesco Moranino detto Gemisto che, ricordiamolo, nel 1955 fu condannato all’ergastolo dalla Corte d’Appello di Firenze per strage di partigiani non comunisti e che fuggì a Praga, da dove rientrò in Italia dopo che il P.C.I. lo ebbe fatto eleggere Senatore

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Gli N.P. trucidati a Valdobbiadene (Treviso)

Qui, dopo che il 9 marzo 1945 il grosso del Btg N.P. della X^ fu trasferito sul fronte del Senio, rimasero a presidio soltanto 45 marò. Essi, che avevano sempre vissuto in buona armonia con la popolazione e, quindi, pensavano di non avere nulla da temere, dopo il 25 aprile, a guerra finita, si consegnarono ai partigiani della Brigata “Mazzini” (Comandante Mostacetti). Ma nella notte fra il 4 e il 5 maggio essi furono divisi in tre gruppi per essere, si disse loro, trasferiti altrove. Il primo gruppo fu condotto in località Saccol di Valdobbiadene, spinto in una galleria e, qui, trucidato a colpi di mitra e di bombe a mano. La galleria, poi, fu fatta saltare per occultare il crimine. Il secondo gruppo fu condotto in località Medean di Comboi. Qui ai marò vennero legate le mani dietro la schiena con filo di ferro, indi, dopo essere stati depredati, vennero uccisi e bruciati. Stessa sorte ebbe il terzo gruppo, condotto in località Bosco di Segusino.

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L’eccidio del 2° R.A.U.

Gli uomini del 2° R.A.U. ( Reparti Arditi Ufficiali) appartenente al R.A.P (Raggruppamento Anti Partigiano), che operava in Piemonte, si arresero ai partigiani il 27 aprile a Cigliano, a nord di Torino, essendo stato promesso il trattamento dovuto ai prigionieri di guerra e l’onore delle armi. Ma il 29 vengono divisi in due gruppi: nel primo vengono inclusi quasi tutti gli ufficiali, le ausiliarie e due signore mogli di ufficiali, nel secondo gli altri. Il primo gruppo viene condotto a Graglia fra inauditi maltrattamenti, senza cibo ne acqua per tre giorni. Fu negata l’acqua anche alla signora Della Nave, incinta. Il 2 di Maggio 1945 furono divisi in tre gruppi: il primo fu condotto al ruscello che divide il comune di Graglia da quello di Netro, il secondo in località Paiette e il terzo alla Cascina Quara presso il Santuario. E furono tutti trucidati. Oggi tutte le salme riposano in una tomba-ossario nel cimitero di Graglia dove una lapide bronzea recante il gladio della R.S.I. che ne ricorda il sacrificio.

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L’eccidio dei fratelli Govoni

Alle ore 23 dell’11 Maggio 1945, venerdì, ad Argelato (Bologna), frazione Casadio, podere Grazia, assieme al altri dieci fascisti prelevati a San Giorgio in Piano, partigiani emiliani trucidavano, dopo averli condotti, legati a 3 a 3, presso una fossa anticarro, i sette fratelli Govoni che erano stati prelevati a Pieve di Cento la mattina alle 6,30 : Dino, 40 anni, falegname, Marino, 34 anni, contadino, Emo, 31 anni, falegname, Giuseppe, 29 anni, contadino,  Augusto, 27 anni, contadino, Primo, 22 anni, contadino e Ida, di appena venti anni, sposata ad Argelato e madre di un bambino. Prima della morte tutti furono picchiati a sangue e seviziati in vario modo. Solo Dino e Marino avevano militato nella R.S.I., Marino come brigadiere della G.N.R. e Dino come semplice milite. Nel 1951, quando fu scoperta la fossa dove giacevano i corpi dei 7 fratelli insieme a quelli degli altri dieci fascisti, si scoprì lì vicino un’altra fossa con i resti di 25 cadaveri.

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Gli uccisi del XIV Btg Costiero da Fortezza

 Il 5 Maggio 1945, a guerra ormai conclusa, 20 militi del battaglione, che aveva valorosamente combattuto a difesa dei confini orientali, si consegnarono ai partigiani, fidando nelle leggi internazionali che tutelano i prigionieri di guerra. Ma i partigiani, totalmente irrispettosi di ogni legge, li condussero, dopo molte marce, a Sella Doll di Montesanto e qui, fattili inginocchiare sul bordo di una trincea della prima guerra mondiale, barbaramente li uccisero con un colpo alla nuca.

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La strage di Codevigo (Padova)

 Qui nei primi giorni del Maggio 1945 (fra il 3 e il 13) furono seviziate e uccise oltre 365 persone fra cui 17 fascisti (uomini e donne) dello stesso Codevigo (12 maggio). I militari, appartenenti a formazioni R.S.I. della provincia di Ravenna, erano stati catturati negli ultimi giorni di aprile e chiusi in carcere. Ma i partigiani romagnoli di Arrigo Boldrini li prelevarono dicendo che li avrebbero condotti a Ravenna. Li condussero, invece, a Codevigo e qui, dopo averli seviziati, li condussero al ponte sul fiume Brenta e  li uccisero a due a due,  gettandoli poi nel fiume. Molte salme furono trascinate via dalla corrente. Altre, gettate nei cimiteri dei dintorni, furono recuperate per l’opera instancabile di Rosa Melai che, il 27 maggio 1962 riuscì a inaugurare l’Ossario dove potè radunare le salme ritrovate. Oggi sono 114 i caduti che qui hanno trovato riposo e rispetto.

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I trucidati a Ponte di Greggio (VC)

 I fatti avvennero nei primi giorni del Maggio 1945. Un numero imprecisato di fascisti della Repubblica Sociale Italiana vennero trucidati e i loro corpi gettati dal ponte nelle acque del canale Cavour. (Vedi la voce “Ospedale psichiatrico di Vercelli”)

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I massacri dei bersaglieri del “Mussolini”

Come è noto il Btg di bersaglieri volontari “Mussolini” fronteggiò gli slavi del X° Corpus sul fronte orientale fin dal 10/12 ottobre 1943. Il 30 Aprile 1945, dopo la morte di Mussolini e la resa delle truppe italo-tedesche, anche gli uomini del “Mussolini” decisero di arrendersi ai partigiani di Tito, alle condizioni stabilite che prevedevano l’immediato rilascio dei soldati e la trattenuta dei soli ufficiali per accertare eventuali responsabilità. Ma i “titini” si guardarono bene dal rispettare le condizioni concordate e, invece di lasciare liberi i soldati, condussero tutti a Tolmino e li rinchiusero in una caserma. Da qui qualcuno fortunatamente riuscì a fuggire, ma, dopo alcuni giorni, 12 ufficiali e novanta volontari furono prelevati, condotti sul greto dell’Isonzo e, qui, trucidati. Dopo altri giorni altri dodici furono prelevati, condotti a Fiume e uccisi. E ancora il 18 maggio dall’Ospedale Militare di Gorizia furono prelevati 50 degenti e uccisi. Dieci erano bersaglieri. Intanto i sopravvissuti avevano iniziato una marcia allucinante, senza cibo né acqua, picchiati e seviziati, e altri furono uccisi durante la marcia. Finalmente giunsero al tristemente famoso campo di prigionia di Borovnica ove fame, epidemie, sevizie e torture inumane seminano morte fra gli odiatissimi bersaglieri. Alla chiusura di quel campo, nel 1946, i sopravvissuti furono internati in altri campi ove le condizioni non migliorarono assolutamente. Alla fine, il 26 giugno 1947, soltanto 150 bersaglieri, ridotti in condizioni inumane, poterono tornare in Italia. Dei quasi quattrocento caduti del battaglione, ben 220 furono quelli uccisi dopo il 30 aprile 1945.

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La strage delle ausiliarie

Negli ultimi giorni dell’ Aprile e nei primi di Maggio 1945 l’odio bestiale dei partigiani si scatenò con particolare accanimento contro le donne che avevano prestato servizio in qualità di ausiliarie nell’esercito della R.S.I. Esse subirono torture, pestaggi, sovente stupri ripetuti, e si tentò di umiliarle in ogni modo, spesso denudandole ed esponendole così al ludibrio di folle imbestialite.

 Giorgio Pisanò, nella sua “Storia delle Forze Armate della R.S.I.” (cui si rinvia per approfondimenti) ricorda diecine di casi di ausiliarie, spesso giovanissime, catturate da sole o in piccoli gruppi e, poi, martirizzate e trucidate. L’elenco delle ausiliarie cadute che compare in detta opera è di 200 nominativi, ma si avverte che tale elenco non è completo proprio perché non è mai stato possibile fare luce completa sulla quantità di crimini commessi dai partigiani in quella primavera di sangue a danno di queste giovani donne coraggiose e fedeli fino alla fine. Nella sola Torino ne furono massacrate 18.

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L’olocausto della “Monterosa”

Tra il 24 e il 25 Aprile tutte le truppe schierate sul fronte alpino occidentale ricevettero l’ordine di ripiegare sul fondovalle. Così anche gli uomini della Divisione Alpina “Monterosa” iniziarono il ripiegamento. E, a cominciare dal 26 aprile, molti reparti, ad evitare spargimenti di sangue ormai inutili, si arresero al C.L.N. della zona avendo formali promesse di trattamento conforme alle leggi internazionali. Purtroppo tali leggi non furono rispettate e anche qui, come altrove, decine e decine di uomini ormai disarmati, furono trucidati con bestiale ferocia. Non è possibile ricostruire tutti i fatti, molti dei quali, probabilmente, non sono mai stati resi noti. E’ molto noto, invece, il caso degli uomini del Btg “Bassano” che si erano arresi il 26 aprile al C.L.N. di Saluzzo. Come al solito essi avevano avuto ampie garanzie di salvaguardia della loro incolumità. Ma, ancora come il solito, tali promesse non erano state rispettate. E l’Avv. Andrea Mitolo di Bolzano, già ufficiale del “Bassano”, con una circostanziata denuncia alla Procura della Repubblica di Saluzzo, descrive la fine di ventidue uomini, ufficiali e soldati, trucidati dai partigiani di “Gianaldo” (Italo Berardengo) dopo che si erano arresi ed erano stati disarmati.

 Né, parlando della Monterosa, possiamo non ricordare l’infame attentato alla tradotta che trasportava sul fronte occidentale gli uomini della “Monterosa” che erano stati ritirati dal fronte della Garfagnana. Tra Villafranca e Villanova d’Asti fu minata la linea ferroviaria e l’esplosione, provocata al passaggio della tradotta, travolse due vagoni e uccise 27 alpini ferendone altri 21 anche in modo molto grave. Malgrado l’odiosità del vile attentato non fu attuata alcuna rappresaglia.

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I trucidati della Divisione “Littorio”

Negli ultimi giorni di Aprile anche i reparti della “Littorio” che, come è noto, difendevano i confini occidentali, iniziarono il ripiegamento verso il fondo valle. Anche qui, come altrove, i reparti che rimasero in armi fino all’arrivo degli anglo-americani, si consegnarono a questi e furono avviati ai campi di concentramento.

 Quelli, invece, come il III Btg del 3° Rgt granatieri, si consegnarono ai partigiani, ebbero sorte diversa. Era stato raggiunto un accordo coi partigiani del capitano Aldo Quaranta per un indisturbato deflusso di tuti i reparti e il III Btg, giunto il 27 aprile a Borgo San Dalmazzo, si arrese al capo del CLN del luogo, tale Oratino. L’accordo era che i militari sarebbero stati messi gradualmente in libertà forniti di lasciapassare. Fra gli uomini del Btg e i partigiani non c’erano mai stati scontri o altri incidenti, per cui il patto fu accettato dagli uomini della “Littorio” fidando nella parola dell’Oratino. Ma anche questa volta gli uomini del CLN e i partigiani non tennero fede alla parola data e il Maggiore Grisi, comandante del III Btg, il maggiore Montecchi, il Ten. Buccianti, il Cap. Calabrò, i Marescialli Sanvitale e Magni, il Caporal Maggiore Sciaratta ed altri furono uccisi alcuni dopo un processo sommario, altri senza processo e, soprattutto, senza che fossero loro contestate reali colpe.

 

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I morti della Divisione “San Marco”

Negli ultimi giorni di Aprile, a guerra conclusa, molti uomini della Divisione “San Marco” furono uccisi dai partigiani. Giorgio Pisanò, nella sua “Storia delle Forze Armate della R.S.I.” ne elenca alcune centinaia fra cui circa 300 ignoti ancora in divisa ma privi di ogni segno di riconoscimento, trucidati a Colle di Cadibona, Monte Manfrei (vedi), Passo del Cavallo, Santa Eufemia e in altri luoghi.

 Il Deposito Divisionale, ritiratosi a Lumezzane V.T., qui il 27 aprile accettò la resa con l’onore delle armi e un promesso salvacondotto per tutti. Ma una volta deposte le armi i partigiani, fedifraghi come sempre, condussero gli ufficiali a Gardone e, dopo due giorni, li trucidarono a S.Eufemia della Fonte (BS). Fra di essi il Comandante del Deposito Ten. Col. Zingarelli, la cui salma, ritrovata con le altre orrendamente mutilate, potè essere identificata in virtù di un maglione blu che era solito indossare.

 

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I trucidati della 29° Divisione SS italiane

I reparti più atti al combattimento di questa divisione ( Btg “Debica” e Gruppo di combattimento “Binz”) si arresero agli americani nei giorni 29 e 30 aprile. Il resto della divisione, invece, ( Btg Pionieri e Btg dislocati a Mariano Comense e a Cantù) dopo una strenua resistenza condotta fino all’esaurimento delle munizioni, fu catturato dai partigiani. Gli ufficiali furono tutti trucidati. Il Ten. Luigi Ippoliti, ferito, fu prelevato in ospedale il 5 maggio 1945, condotto presso il cimitero di Meda e qui massacrato legato alla barella.

 

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I caduti del 3° Rgt Bersaglieri volontari

 Il I Btg era schierato a Genova e a levante di Genova. I reparti che erano a levante di Genova si sacrificarono quasi interamente per contrastare l’avanzata del negri della 92^ Div. “Buffalo”. I reparti che si trovavano in città furono attaccati dai partigiani e si difesero fino all’ultima cartuccia. Essendo ormai disarmati, furono catturati e, immediatamente, quasi tutti uccisi. Il II Btg si trovava, invece, in Liguria in difesa del confine occidentale. Quando giunse l’ordine di ripiegamento, risalì insieme alla 34^ Div. Tedesca fino a Quagliuzzo in Piemonte e qui, il 3 maggio, si arrese al CNL locale previo rilascio di un lasciapassare per tutti gli uomini. Malgrado il lasciapassare, però, il Cap. Francoletti e il Ten. Casolini furono condotti sul greto della Dora e qui massacrati. I corpi non furono mai ritrovati. Questo Btg ebbe anche due giovani mascotte, di quattordici e 12 anni, assassinate dai partigiani.

 

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I caduti dei Guastatori del Genio II Btg

Anche questo reparto (che aveva poi assunto il nome di II Btg Pionieri “Nettuno”) ebbe i suoi caduti dopo la cessazione delle ostilità. Nei giorni successivi al 25 aprile 1945 il Btg fu sciolto a Somma Lombardo (Varese). La popolazione del luogo si adoperò in ogni modo per salvare gli uomini del Btg, favorendo il rientro nelle loro famiglie. Malgrado il generoso intervento, i partigiani catturarono il Capitano Dino Borsani e, dopo due settimane di torture, lo trucidarono insieme a tre militari sulle rive del Ticino. Era il 10 maggio 1945.

 

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Gli uccisi del Btg Volontari Mutilati “Onore e Sacrificio”

Anche questo Battaglione che la Associazione Nazionale Mutilati e Invalidi di Guerra aveva voluto costituire (come già accadde durante la campagna etiopica del 1936) ebbe trucidati molti dei suoi appartenenti. Il Btg era stato costituito a Milano e qui era sempre rimasto, a svolgere compiti territoriali. Dopo la resa anche su questi mutilati infierì la ferocia partigiana e, allorché ebbero deposto le armi, molti furono gli assassinati

 

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L’eccidio di Ozegna

Pur non essendo accaduto dopo il termine della guerra, si ritiene opportuno narrare qui anche questo fatto, per la vigliaccheria con cui venne consumato l’agguato. L’8 di luglio del 1944 un reparto motorizzato del Btg “Barbarigo” della X^ MAS, che dalla metà di giugno si trovava in Piemonte, al ritorno da una missione fece sosta nella piazza di Ozegna. Lo comandava il Capitano di Corvetta Umberto Bardelli, comandante del Battaglione. Sulla stessa piazza si trovavano alcuni partigiani coi quali Bardelli avviò una pacata discussione invitandoli a non combattere contro altri italiani per conto dello straniero invasore. La conversazione fu pacata e i partigiani ammisero che occorreva fare fronte comune contro gli stranieri. Ma l’atteggiamento remissivo e non ostile nascondeva l’agguato. Infatti, mentre essi parlavano in quel modo con Bardelli, un centinaio di partigiani si ammassarono nelle vie che sboccavano nella piazza e, non appena i parlamentari partigiani si allontanarono, un inferno di fuoco si scatenò sugli uomini del “Barbarigo”. Bardelli tentò di organizzare la resistenza, gridando: - Barbarigo non si arrende - , ma cadde quasi subito sotto il fuoco delle armi partigiane della banda di Piero Urati (detto Piero Pieri) insieme a dodici marò. I sopravvissuti, molti dei quali erano feriti, dovettero arrendersi.

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Il massacro del Distaccamento “Torino” della X^

Il 26 aprile 1945 le forze del Presidio militare di Torino lasciarono la città agli ordini del comandante regionale militare Gen. Adami-Rossi. Ma il distaccamento “Torino” della Decima Flottiglia MAS non le seguì e si chiuse nella caserma Montegrappa preparandosi ad una resistenza ad oltranza. Disponeva anche di qualche carro armato. La resistenza durò tre giorni ma alla fine, esaurito il carburante per i carri e scarseggiando le munizioni, il 30 aprile cessò. Qualcuno riuscì a mettersi in salvo attraverso certi cunicoli sotterranei, ma sui rimasti si abbattè la ferocia partigiana. Circa 70 uomini furono fucilati nel cortile della caserma, altri furono massacrati dalle varie formazioni partigiane che avevano partecipato all’assalto e alla cattura di prigionieri. Alla fine, dopo che avevano dovuto assistere al martirio dei camerati, vennero fucilate anche tutte le ausiliarie del reparto.

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Il sacrificio della Compagnia “Adriatica” della X^ MAS

All’atto dell’abbandono di Ravenna il Ten. Di Vasc. Giannelli costituì, coi marinai presenti, una compagnia di fucilieri. Era il 1° dicembre 1944. Spostatasi a Chioggia,  la compagnia si aggregò alla X^ e, nel gennaio 1945, partì per Fiume e, da qui, si portò sull’isola di Cherso. Qui, nel maggio 1945, la compagnia si sacrificò pressoché per intero per la difesa dell’isola.

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Il sacrificio della Compagnia “D’Annunzio” della X^ MAS

Costituitasi a Fiume nel maggio 1944, fu l’estremo avamposto della Decima sui confini orientali. Posta alla difesa di Fiume, costituì anche tre distaccamenti: Laurana, Lussimpiccolo e Lussingrande. Il 25 aprile 1945  Laurana venne attaccata dai “titini” e i 130 marinai si difesero strenuamente fino all’arrivo dei soccorsi. Ma ben 90 caddero nello scontro. Gli altri due distaccamenti si difesero eroicamente fino alla totale distruzione. Fiume si difese con uguale valore fino al 1° maggio, nella vana attesa di uno sbarco anglo-americano. E il 2 maggio i superstiti furono catturati dagli iugoslavi. Ben pochi rientrarono dalla prigionia nel 1947.

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Il sacrificio della Compagnia “Sauro” della X^ MAS

Costituita a Pola nel settembre 1943 con gli uomini del deposito del Reggimento San Marco rimasti, dopo la visita di Borghese passò alle dipendenze della X^. A fine aprile e fino al 3 maggio combattè strenuamente fino all’ultimo per la difesa della città. Pochi sopravvissero e furono catturati dagli slavi.

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I trucidati della base operativa “Est” della X^

La Base “Est” aveva sede a Brioni Maggiore ma, a fine aprile, col precipitare degli eventi, si concentrò presso il Comando di Marina-Pola. Dopo aver partecipato alla difesa della città, quando essa cadde il personale fu catturato dagli slavi. Solo quattro marinai furono risparmiati. Ufficiali, sottufficiali e 50 fra gradutai e marinai furono trucidati a Portorose, a Brioni e a Pola.

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Il sacrificio della Scuola Sommozzatori della X^

Questa scuola, costituita a Portofino nel gennaio 1944, nell’estate fu trasferita in Istria, sul confine orientale, a Portorose. Una parte del personale, catturata negli ultimi giorni di aprile, fu subito passata per le armi. Altri, caduti prigionieri a Pola ove si erano concentrati, finirono nei terribili campi di concentramento iugoslavi. Pochi i sopravvissuti.

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I morti del Btg. “Sagittario” della X^

Il 30 aprile 1945 il Btg., insieme ad altri reparti del II° Gruppo di Combattimento, raggiunse Marostica e qui, secondo gli ordini, si dette in prigionia agli americani. Ma, dopo la resa, il Comandante Ten.Vasc.F.M. Ugo Franchi e numerosi marinai, furono prelevati e assassinati dai partigiani.

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L’assassinio del Maggiore Adriano Visconti

Il 29 aprile 1945 a Gallarate il Primo Gruppo Caccia dell’Aeronautica Repubblicana si arrendeva al CLN del luogo previo accordo che garantiva a tutti l’incolumità. Gli ufficiali vennero condotti a Milano nella Caserma del “Savoia Cavalleria” in Via Vincenzo Monti. Qui, contrariamente agli accordi, gli ufficiali, cui era stato concesso di tenere le proprie armi, vennero disarmati. E mentre attraversavano il cortile della caserma, il Maggiore Adriano Visconti, comandante del Gruppo e il S.Ten. Valerio Stefanini, Aiutante Maggiore, vennero vilmente  assassinati con raffiche di mitragliatore sparati alle spalle. Furono sepolti nel cortile stesso della caserma.

 

I massacrati del Btg. “Folgore”

Il 29 aprile 1945 il Btg. “Folgore” del Rgt “Folgore” si stava dirigendo verso Venaria Reale. Contemporaneamente una pattuglia su un autocarro si diresse a Torino per ritirare alcuni autocarri presso il deposito reggimentale e per recuperare i feriti del Btg presso l’O.M. Ma a Porta Susa un blocco partigiano impedì la realizzazione del progetto. Allora il sottufficiale capo-pattuglia parlamentò coi partigiani ed ebbe l’assicurazione che i feriti sarebbero stati rispettati. Purtroppo, invece, tutti i feriti furono massacrati. Il 1° maggio il Btg., giunto a Strambino il giorno prima, si sciolse, e il Capitano Fredda sciolse gli uomini da ogni obbligo. Ma quasi nessuno abbandonò il reparto che il 5 maggio, ad Ivrea, si consegnò in prigionia di guerra agli americani ricevendo l’onore delle armi. L’ausiliaria Portesan e il sergente maggiore Ciardella furono i soli a lasciare il Btg il 2 maggio, ma, appena fuori dalla zona presidiata, furono trucidati dai partigiani.

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Le stragi di Genova

 Fra il 26 e il 27 aprile 1945 cessava la resistenza dei presidi della GNR rimasti in città. Con l’assunzione del potere da parte del CLN iniziarono i massacri che coinvolsero anche gran parte dei familiari dei militi. Massacri che continuarono anche dopo l’arrivo a Genova della 92^ Div. “Buffalo” americana.

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Le stragi di Imperia

I partigiani entrarono in Imperia il 25 aprile 1945. Fu subito costituita una “commissione di giustizia” che arrestò 500 fascisti o presunti tali. Si disse che era per  salvaguardarne la vita. Ma il 4 maggio una quarantina di loro fu seviziata e uccisa. E anche nella provincia avvennero massacri spaventosi.

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Le stragi di Milano
Il 608° Comando Provinciale GNR, fedele alle consegne, non si sbandò il 25 aprile 1945 e, chiusisi i vari distaccamenti nelle caserme, resistè fino all’ultima cartuccia. Dopo di che, malgrado le promesse di rispetto della vita, ci furono i massacri, compiuti prevalentemente dai partigiani dell’Oltrepo pavese. Interi plotoni vennero passati per le armi. E le uccisioni continuarono anche quando i pochi superstiti ritornarono alle loro case dai campi di concentramento.

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Le stragi di Varese

Anche qui le forze del 609° Com. Prov. GNR rimaste sul posto, dopo essere state sopraffatte il 26 aprile 1945, subirono le atroci vendette dei partigiani che, dopo aver subito fucilato il Cap. Osvaldo Pieroni con alcuni altri, continuarono fino a tutto maggio le esecuzioni sommarie, abbandonando insepolti i cadaveri, spesso rimasti senza nome.

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Le stragi di Como

Nella notte del 27 aprile 1945 il Colonnello Vanini aveva ordinato la resa e lo scioglimento del 610° Com. Prov. GNR. Ciò fu fatto, come dagli altri reparti della R.S.I., per evitare il bombardamento della città che sarebbe stato richiesto dai partigiani. Subito dopo cominciarono, anche qui, le sevizie e le uccisioni di numerosissimi militari, che continuarono per quasi tutto maggio.

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Le stragi di Sondrio

Il 25 aprile 1945 a Sondrio comandava i circa 3000 uomini della R.S.I. il generale Onorio Onori che avrebbe dovuto organizzare il famoso ridotto della Valtellina. Altri 1000 uomini al comando del Maggiore Renato Vanna sono a Tirano e cercano di raggiungere Sondrio. Il Maggiore Vanna, con 300 uomini, tenta di forzare gli sbarramenti opposti dai partigiani, ma ecco che il generale Onori e Rodolfo Parmeggiani, federale di Sondrio, gli vanno incontro a Ponte in Valtellina, a 9 Km da Sondrio, gli comunicano di essersi arresi il giorno prima e lo invitano a fare altrettanto. E’ il 29 aprile. Tutti i prigionieri vengono chiusi nel carcere di via Caimi o nell’ex casa del Fascio. E qui, malgrado le solite  promesse di trattamento civile e conforme alle convenzioni internazionali, ai primi di maggio ebbero inizio le uccisioni di massa. Il 4 maggio furono prelevati 8 uomini, condotti ad Ardenno, obbligati a scavarsi la fossa e uccisi. Il 6 maggio ne furono prelevati 13, condotti a Buglio in Monte e uccisi. Il 7 maggio fu la volta di altri 15. Condotti vicino a Bagni del Masino, furono mitragliati alle gambe e, poi, bruciati vivi. Si calcola che, in totale, gli uccisi siano stati oltre 200. Secondo alcuni addirittura 500. Fra gli uccisi anche l’ausiliaria Angela Maria Tam, il maggiore Vanna e due Capitani medici. Il S.Ten. Paganella fu gettato da un campanile. Molti uccisi ebbe anche il I Btg Milizia Francese, dipendente dallo stesso Comando.

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Le stragi di Brescia

Gli uomini del 613° Com. Prov. GNR si arresero fra il 28 e il 30 aprile 1945. Subito ci furono sevizie e uccisioni compiute dai partigiani. Il maggiore Spadini subì un vergognoso processo e fu condannato a morte e fucilato il 13.2.1946. Il 23.4.1960 la vedova ricevette una telefonata del Ministro di Grazia e Giustizia On. Guido Gonella che gli annunciava l’annullamento della sentenza della Corte d’Assise Straordinaria di Brescia e la riabilitazione del marito.

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Le stragi di Pavia

Le for
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 10:40:29 am
.

Conosci per caso i miei nonni ? Come fai ad esprimere un giudizio su di loro se non lo conosci...?

1)Il nonno materno è stato un bersagliere in servizio a Gorizia , in Jugoslavia , in Istra ed in Dalmazia ed è stato ferito ad un piede da una scheggia nel corso di un combattimento contro i partigiani .
Ha vissuto in tutto e per tutto , sulla propria pelle , chi sono i partigiani , ed in quelle zone i partigiani titini in collaborazione con i partigiani comunisti italiani hanno fatto fuori nelle foibe migliaia di famiglie italiane in una pulizia etnica feroce e spietata , ammazzati in quanto colpevoli solo di essere italiani .
Non era fascista era della DC , ma ogni volta che si parlava di resistenza e di partigiani gli veniva il sangue alla testa .
Mia madre mi dice sempre che il nonno era solito dirle : "I fascisti...? Devi vedere quello che hanno combinato i partigiani...!"

2)Il nonno paterno partì volontario e si fece prima la campagna greco-albanese e poi venne spedito in Tunisia .
Ti racconterò un episodio che mi ha raccontato la sorella di mio nonno...
In Tunisia era a bordo di un unità corazzata quando la sua unità subì un violentissimo bombardamento da parte di numerosi aerei alleati , egli era molto devoto di un Santo ed durante questi momenti terribili , prese l'immaginetta del Santo e lo pregò di salvargli la vita . Quando finì il bombardamento uscì fuori dalla torretta del carro e constatò che era rimasto l'unico sopravvissuto di tutta la sua unità corazzata .
Sono sicurissimo che mia madre di questo fatto non ne era assolutamente a conoscenza , ma il Signore volle che io nascessi lo stesso giorno in cui viene venerato quel Santo , esattemente nell'ora in cui uscì la processione religiosa di quel Santo ed io ho avuto l'onore di  portarne il nome .   

1) La DC non esisteva ancorra...

2) pensa come gli girano i coglioni a sto povero santo. Non c'è nulla di più anticristiano del fascismo (e comunismo).
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 10:42:44 am
1)Alcuni crimini compiuti da REPARTI PARTIGIANI COMUNISTI DURANTE LA GUERRA :



Storchi Massimo - Il sangue dei vincitori. Saggio sui crimini fascisti e i processi...

Studia, studia!
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 10:54:21 am
Ho sempre risposto alle tue domande...

In quanto alla decima, c'è un fatto inequivocabile che la squalifica.
Dal 43 al 45 i padroni dell'Italia del Nord erano i crucchi. E i fascisti erano i loro umili servitori.
A prescindere dalle vittorie...
Basta che rubi una volta perché anche l'uomo più onesto diventi ladro.
Basta tradire una volta per essere traditore.

Io posto continuamente canzoni partigiane?
Ma davvero?

Ho visto come ti piace agire alla luce del sole.
Fino a prova contraria sono io che ti ho anche scritto in privato. Proprio perché amo dire le cose in faccia.

1)La Repubblica Sociale Italiana era uno stato riconosciuto a tutti gli effetti e nato per CONTINUARE la guerra a fianco dell'alleato germanico per lavare l'onta del tradimento dell'8 Settembre .

2)Gli unici servi sono stati i PARTIGIANI che hanno fatto diventare l'Italia una colonia angloamericana .

3)I traditori della Patria erano i vigliacchi partigiani , la X° Flottiglia MAS ha continuato la guerra a fianco dell'alleato germanico . L'accordo Borghese - Berlingaus DIMOSTRA che la DECIMA MAS rimase fedele al patto d'acciaio tra Germania ed Italia e che la Decima non era SERVA DI NESSUNO !  :



Accordo Borghese-Berlinghaus
 14 settembre 1943
 
La Spezia, 14-9-1943
 
1) La Xª Flottiglia M.A.S. è un'unità complessa appartenente alla Marina militare italiana, con completa autonomia nel campo logistico, "organico", della giustizia e disciplinare, amministrativo;
 
2) È alleata delle Forze Armate germaniche con parità di diritti e doveri;
 
3) Batte bandiera da guerra italiana;
 
4) È riconosciuto a chi ne fà parte il diritto all'uso di ogni arma;
 
5) È autorizzata a ricuperare e armare, con bandiera ed equipaggi italiani, le unità italiane trovantisi nei porti italiani; il loro impiego operativo dipende dal comando della Marina germanica;
 
6) Il Comandante Borghese ne è il capo riconosciuto, con i diritti e i doveri inerenti a tale incarico.
 Berninghaus Capitano di Vascello J. V. Borghese Comandante .


Te lo ripeto per l'ennesima volta :

Fra 100 anni i partigiani verranno ricordati per sempre per ciò che essi sono realmente stati ovvero come esempi emblematici di vigliccheria , di tradimento e di ogni genere di nefandezza umana .

25 Aprile : Quando i vigliacchi si proclamano eroi .

L'Italia è nata durante l'Impero Romano ed io non ho bisogno di riconoscermi in una data , il 25 Aprile , per veder sflirare dei vigliacchi che si pavoneggiano ad eroi  .

W l'Italia ! 




Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 11:06:18 am
1) La DC non esisteva ancorra...

2) pensa come gli girano i coglioni a sto povero santo. Non c'è nulla di più anticristiano del fascismo (e comunismo).

1)Questo per dirti che non era missino , era della DC ! Io me lo ricordo quando frequentava la sede DC del mio paese !

2)Certo che hai proprio una bella faccia tosta !
E già perchè un vero "cristiano" dovrebbe essere di sinistra...femminismo , omosessualità , anticristianesimo viscerale , aborto , divorzio , legalizzazione delle droghe , diffusione della pornografia , vogliono persino togliere i crocifissi dalle scuole , abolire l'ora di religione cattolica etc !
Si è proprio vero il cristianesimo e la sinistra la pensano proprio allo stesso modo...SU TUTTO...!
La sinistra ha sempre predicato MALE e RAZZOLATO PEGGIO !
La sinistra NON HA MAI FATTO NULLA DI BUONO PER I POVERI , GLI AFFLITTI ED I BISOGNOSI !
La sinistra fin dall'illuminismo è sempre stara un'acerrima nemica del cristianesimo !
Gli unici che hanno aiutato i poveri sono state le organizzazioni cristiane come la Caritas o i missionari in Africa ed Asia , il resto sono solo chiacchiare di sinistri ! 

Io mi limiterò a rispondere alle tue idiozie ed al contempo riprendo a pubblicare altri thread , è molto facile risponderti , tanto scrivi sempre le stesse stupidaggini . 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 12:41:29 pm
Servendo il quale i repubblichini si sono resi complici.

Questo è tutto da dimostrare.
Fonti?


Tu hai le traveggole. Io all'epoca non ero nemmeno nato!
Tuttavia, ripeto. le foibe furono un crimine ma lamentarsi delle foibe senza interrogarsi sulle cause che le hanno generate è da musulmani chiagnifuttisti.


Sbagliato.
Tiho già detto che i repubblichini nutriti, pagati, in uniforme, armati e pasciuti erano molto più vili nel servire i crucchi.

Sarà... Ma con gli stessi parametri i tuoi non hanno fatto una migliore figura.


Senti... Io non ho mai criticato più di tanto Mussolini...
Soltanto che sono abbastanza lucido da riconoscere che c'è stato un 25 luglio... e un 8 settembre.
Un prima e un dopo....

Ha fatto le pensioni? E che mai vorrà dire? tutti le hanno fatte....
Oh... In vent'anni è riuscito a fare qualcosa di buono persino Berlusconi.
Che... voglio dire...
Anche se adesso non mi viene in mente niente...
A sì... ha rimesso gli esami a settembre, che prima aveva tolto.

1)Ripeto non erano servi di nessuno primariamente la Germania , il Giappone e l'Italia e secondariamente la Bulgaria , la Romania e l'Ungheria facevano TUTTI parte dell'ASSE insieme alle nazioni cobelligeranti della Finlandia e della Thailandia .

2)Allora possiamo ben dire che i partigiani comunisti sono stati complici del comunismo .

3)Ma sei di coccio ?
L'80% dei partigiani era comunista .
Tutti i reparti partigiani comunisti hanno commesso crimini sia la brigata garibaldi , sia i gap e i sap.
Qualche post più in alto ti ho pubblicato i crimini commessi sia dalla brigata garibaldi , sia dai gap sia dai sap .
Se non leggi cosa scrivo non è colpa mia .
Se vuoi vado a ripescare i post con i fatti storici relativi ai crimini commessi dalla garibaldi , dai gap e dai sap .
E' inutile che neghi l'evidenza , sminuisci e giustifichi l'ingiustificabile .

4)Cazzate !
Nessun episodio di guerra può giustificare quello che fecero i partigiani titini .
Un crimine è sempre un crimine .
Nessun crimine può giustificare la commissione di un altro crimine .
In Istria è stata fatta pulizia etnica di italiani .
L'obiettivo non era vendicarsi dei torti subiti ma sterminare gli italiani presenti per far diventare l'Istra e la Dalmazia da terra italiana a terra jugoslava !
Non c'è nessuna giustificazione per le torture , gli stupri ed il sadismo contro intere famiglie ad opera dai partigiani titini (aiutati dai traditori partigiani comunisti italiani) .
Il tuo è solto un modo meschino per tentare di giustificare in qualche modo il sadismo di vigliacchi che si accanirono sulla popolazione civile innocente !
Ecco quanto valeva per i partigiani comunisti italiani il tricolore , furono capaci di collaborare con i partigiani titini jugoslavi affinchè la terra italiana dell'Istria e della Dalmazia divenisse jugoslava !
Solo una parola : VERGOGNA !

5)Ripeto il punto 1 : Ripeto non erano servi dnè dei cruccihi nè di nessuno . Primariamente la Germania , il Giappone e l'Italia e secondariamente la Bulgaria , la Romania e l'Ungheria facevano TUTTI parte dell'ASSE insieme alle nazioni cobelligeranti della Finlandia e della Thailandia .
Esisteva l'A-S-S-E e l'Italia ne faceva parte con la Germania !
I servi ed i traditori sono stati chi è stato al caldo a casa IMBOSCATO mentre il resto dei soldati italiani si batteva sui vari fronti di guerra e SUCCESSIVAMENTE , quando la guerra si volse al peggio per le potenze dell'Asse , non ci pensoò 2 volte a tradite la Patria per darsi alla macchia e passare le proprie giornate saccheggiando le abitazioni civili e depredandoli di tutto ed attaccando vigliaccamete reparti isolati o soldati in libera uscita oppure facendo attentati in caserme o ai mezzi di trasporto !
Carogne della peggiore specie che si atteggiano ad eroi ! 

6)Io condanno non solo molti errori del fascismo ma anche parte della sua ideologia (come il razzismo a partire dal 1938) non per questo però mi devo sentire obbligato ad osannare la resistenza o a proclamarmi di sinistra o ad infangare il valore della Decima MAS che se l'è conquistata a caro prezzo sui campi di battaglia riconosciuto anche dal suo stesso nemico .

Più chiaro di così io non riesco a spiegartelo . 




 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 13, 2013, 12:45:56 pm
La Repubblica Sociale Italiana era uno stato riconosciuto a tutti gli effetti e nato per CONTINUARE la guerra a fianco dell'alleato germanico per lavare l'onta del tradimento dell'8 Settembre .

Qui ti sbagli in pieno: molti stati NON riconobbero la Repubblica Sociale Italiana. Tra questi ci fu
addirittura la Spagna di Franco. Il che è davvero tutto dire.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 13:23:06 pm
Qui ti sbagli in pieno: molti stati NON riconobbero la Repubblica Sociale Italiana. Tra questi ci fu
addirittura la Spagna di Franco. Il che è davvero tutto dire.

La Repubblica Sociele Italia venne ufficialmente riconosciuta da tantissime nazioni...oltre alla Germania ed al Giappone , la riconobbe anche la Slovacchia , l'Ungheria , la Romania , la Croazia ,la Bulgaria , la Francia di Vichy , il Manciukuò , la Finlandia , l'Estonia , la Lettonia , la Lituania , il Montenegro , il Principato del Pindo , il Voidovato di Macedonia , la Cina di Nanchino , la Thailandia , la Birmania , l'Iraq e tanti altri stati ancora...
Non era riconociuta dagli Alleati ma gli Alleati non erano il mondo...come vogliono far credere...
Inoltre , dopo la fine della guerra , nel 1945 la Corte Interazionale Permanente riconobbe alle truppe della Repubblica Sociale Italiana lo status di "combattenti regolari" .
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 13:34:46 pm
Citazione da: Standarte
Nessun crimine può giustificare la commissione di un altro crimine.

Se credi veramente in questa frase che hai scritto, ti ricordo ancora una volta che la pacificazione c'è stata con l'amnistia generale.

Siamo in molti a credere che anche la commissione di un solo crimine toglie l'eventuale patente di "eroe", tu solo ai partigiani, io, in primis, ai fasciti, X MAS compresa.

Tu consideri i Nazisti come alleati, io come invasori.

Certo che ad una parte degli Italiani non và giù il come è finita la guerra e di come è iniziato e sta continuando il dopoguerra, chi per un motivo che per il motivo opposto. Non è con i "se" che si valutano i fatti storici.
 
Non andremo mai d'accordo, ma alle tue valutazioni di un eventuale ritorno ad un sistema fascista, da te augurato, anche fra 100 anni, ti rispondo solo che, anche fra 100 anni ci sarà sempre un "Piazzale Loreto" abbastanza grande da attendere "l'uomo della provvidenza".

"Johnny pensò che un partigiano sarebbe stato come lui, ritto sull'ultima collina, guardando la città, la sera della sua morte. Ecco l'importante: che ne rimanesse sempre uno. "
(Beppe Fenoglio)  
END
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 13:52:22 pm
1)Ripeto non erano servi di nessuno primariamente la Germania , il Giappone e l'Italia e secondariamente la Bulgaria , la Romania e l'Ungheria facevano TUTTI parte dell'ASSE insieme alle nazioni cobelligeranti della Finlandia e della Thailandia .

Ripeto.
Erano servi in quanto collaborazionisti dello straniero militarmente occupante il sacro suolo italico.
Se non capiamo questo... non so come spiegarlo....

Non mi risulta che in Giappone i crucchi si fossero permessi dare ordini....

Citazione
2)Allora possiamo ben dire che i partigiani comunisti sono stati complici del comunismo .

Puoi dire quello che vuoi. Anche per merito loro.


Citazione
3)Ma sei di coccio ?
L'80% dei partigiani era comunista .

Si. Sono di coccio.
Voglio vedere le fonti.
Attendibili se possibili...
Citazione
Tutti i reparti partigiani comunisti hanno commesso crimini sia la brigata garibaldi , sia i gap e i sap.

Ho la netta impressione che tu non sappia di che cosa stai parlando.


Citazione
4)Cazzate !
Nessun episodio di guerra può giustificare quello che fecero i partigiani titini .
Un crimine è sempre un crimine .

infatti io non giustifico.
Faccio solo notare che a volte un crimine è la conseguenza di un crimine ma colpevoli i primi e anche i secondi.


Citazione
Nessun crimine può giustificare la commissione di un altro crimine .
In Istria è stata fatta pulizia etnica di italiani .

Come prima era stata fatta quella degli iugoslavi.

Citazione
L'obiettivo non era vendicarsi dei torti subiti ma sterminare gli italiani presenti per far diventare l'Istra e la Dalmazia da terra italiana a terra jugoslava !

E vendicarsi dei torti subiti....

Tuttavia, associare forzatamente tutta la Resistenza italiana alla sola espressione che assunse nel nord est, e volutamente ignorare che esistevano macroaree nelle quali la Resistenza si espresse in linea con la cultura di quella area geografica denota un ignoranza abissale.


Vogliamo associare gli scugnizzi delle quattro giornate di Napoli ai partigiani titini?
Pensi che un cattolico non potesse militare nella brigata Garibaldi...
Ho detto tutto....


Citazione
6)Io condanno non solo molti errori del fascismo ma anche parte della sua ideologia (come il razzismo a partire dal 1938) non per questo però mi devo sentire obbligato ad osannare la resistenza o a proclamarmi di sinistra o ad infangare il valore della Decima MAS che se l'è conquistata a caro prezzo sui campi di battaglia riconosciuto anche dal suo stesso nemico .

Più chiaro di così io non riesco a spiegartelo . 


Un conto è osannare la Resistenza, un conto è osannare i fascisti repubblichini come fai tu.
La differenza è enorme.
Non puoi esaltare gli uni senza offendere gli altri.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 13:54:59 pm
La Repubblica Sociele Italia venne ufficialmente riconosciuta da tantissime nazioni...oltre alla Germania ed al Giappone , la riconobbe anche la Slovacchia , l'Ungheria , la Romania , la Croazia ,la Bulgaria , la Francia di Vichy , il Manciukuò , la Finlandia , l'Estonia , la Lettonia , la Lituania , il Montenegro , il Principato del Pindo , il Voidovato di Macedonia , la Cina di Nanchino , la Thailandia , la Birmania , l'Iraq e tanti altri stati ancora...
Non era riconociuta dagli Alleati ma gli Alleati non erano il mondo...come vogliono far credere...
Inoltre , dopo la fine della guerra , nel 1945 la Corte Interazionale Permanente riconobbe alle truppe della Repubblica Sociale Italiana lo status di "combattenti regolari" .

Non erano il mondo nemmeno i vostri di alleati.
E poi cassiodoro ha parlato di Spagna.

Che è tutto dire....

Ma dove lo hai fatto il classico?
Al cepu?

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Massimo - Agosto 13, 2013, 14:51:43 pm
E poi cassiodoro ha parlato di Spagna.
Che è tutto dire....
Ma dove lo hai fatto il classico?
Al cepu?
A dire il vero ho parlato io della Spagna di Franco che non riconobbe la RSI. A riconoscere la RSI fu
solo il blocco degli alleati della Germania e qualche stato isolato e per puro opportunismo.
E Standarde non spiega perchè Franco non volle riconoscere la Repubblica di Mussolini (al quale
qualche gratitudine doveva pur mostrare per averlo aiutato a vincere la guerra civile spagnola).
Comunque sono d'accordo con te nel constatare che Standarte sembra aver fatto il classico al
Cepu. E aver studiato Storia sulle riviste di propaganda Signal.  Il che è davvero tutto dire.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 14:54:44 pm
Se credi veramente in questa frase che hai scritto, ti ricordo ancora una volta che la pacificazione c'è stata con l'amnistia generale.

Siamo in molti a credere che anche la commissione di un solo crimine toglie l'eventuale patente di "eroe", tu solo ai partigiani, io, in primis, ai fasciti, X MAS compresa.

Tu consideri i Nazisti come alleati, io come invasori.

Certo che ad una parte degli Italiani non và giù il come è finita la guerra e di come è iniziato e sta continuando il dopoguerra, chi per un motivo che per il motivo opposto. Non è con i "se" che si valutano i fatti storici.
 
Non andremo mai d'accordo, ma alle tue valutazioni di un eventuale ritorno ad un sistema fascista, da te augurato, anche fra 100 anni, ti rispondo solo che, anche fra 100 anni ci sarà sempre un "Piazzale Loreto" abbastanza grande da attendere "l'uomo della provvidenza".

"Johnny pensò che un partigiano sarebbe stato come lui, ritto sull'ultima collina, guardando la città, la sera della sua morte. Ecco l'importante: che ne rimanesse sempre uno. "
(Beppe Fenoglio)  
END

1)Senti un pò "pacificazione" significa che voi potete ricordare i caduti partigiani mentre gli altri non possono ricordare i propri caduti ?

Avete una strana di idea di pacificazione...tipica dei rossi..."Io sono democratico...ma fai come ti dico io..."  :lol:

2)La "patente di eroi"  la Decima MAS se l'è conquistata sul campo di battaglia , riconosciuta dallo stesso nemico TANTO CHE ALCUNI DI LORO VENNERO PREMIATI CON MEDAGLIE D'ORO DAGLI ALLEATI e mi dispiace , ma  nè tu nè gli altri rossi  potete togliere   !

3)Se la valutazione va fatta anche per 1 solo crimine non si salverebbe proprio alcuna formazione partigiana !

Ti elenco solo alcune gesta della X Flottiglia MAS , QUESTA E' STORIA !

Baia di Suda - 25-26 marzo 1941: affondamento dell'incrociatore York (8.250 t) e grave danneggiamento della nave cisterna Pericles (8.324 t)
 Alessandria - dicembre 1941 (operazione G.A.3): poste fuori servizio le due navi da battaglia Queen Elizabeth e Valiant; danneggiamento della nave cisterna Sagona (7.750 t) e del cacciatorpediniere Jervis (1.690 t)
 Sebastopoli - 10 giugno 1942: affondamento di una motonave da 5.000 t
 Sebastopoli - 12 giugno 1942: danneggiamento di un piroscafo da 10.000 t successivamente affondato da aerei tedeschi
 Sebastopoli - 18 giugno 1942: danneggiamento dell'incrociatore Molotov da 10.230 t e affondamento di due imbarcazioni armate
 Sebastopoli - 19 giugno 1942: affondamento del sommergibile Qquoka
 Sebastopoli - 1 luglio 1942: nell'occasione della capitolazione di Sebastopoli le unità della flottiglia svolsero un'intensa attività di rastrellamento, sostenendo scontri con motovedette e cannoniere. Affondamento di una motovedetta
 Gibilterra - luglio 1942: danneggiamento dei piroscafi Meta (1.575 t), Shuma (1.494 t), Empire Snipe (2.497 t) e Baron Douglas (3.899 t).
 Acque del Mar Nero: il tenente di vascello Emilio Legnani attaccò un incrociatore e un cacciatorpediniere affondando l'unità maggiore; venne decorato con medaglia d'oro al valor militare il 3 agosto 1942
 Algeri - dicembre 1942: affondamento dei piroscafi Ocean Vanquisher (7.147 t) e Berto (1.493 t); danneggiamento dei piroscafi Empire Centaur (7.041 t) e Armattan (6.587 t)
 Gibilterra - maggio 1943: grave danneggiamento dei tre piroscafi Pat Harrison (7.000 t), Mashud (7.500 t) e Camerata (4.875 t).
 Sebastopoli - 19 maggio 1943: danneggiamento, dopo aspro combattimento, di due motovedette sovietiche.
 Alessandretta e Mersin - giugno, luglio e agosto 1943: affondamento dei piroscafi Orion (7.000 t) e Fernplant (5.274 t) e danneggiamento del piroscafo Kaituna (10.000 t)
 Gibilterra - agosto 1943: affondamento della petroliera Thorshov (10.000 t) e dei piroscafi Stanridge (6.000 t) e Harrison Gray Otis (7.000 t).


« ...sei Italiani equipaggiati con materiali di costo irrisorio hanno fatto vacillare l'equilibrio militare in Mediterraneo a vantaggio dell'Asse. »
 
(Winston Churchill)



« Nel corso di tutta la seconda guerra mondiale i mezzi d’assalto della Marina Italiana hanno subito perdite percentuali elevatissime, hanno inflitto duri colpi al nemico in momenti particolarmente critici della situazione navale nel Mediterraneo, ma non hanno ucciso praticamente nessuno...
 ...il mezzo d'assalto è stato l'unico mezzo di guerra che mirò unicamente alla distruzione del materiale del nemico... »
 


(dal libro dell'ammiraglio Virgilio Spigai "Cento uomini contro due flotte")

4)Tu consideri l'Unione Sovietica di Stalin o la Jugoslavia di Tito alleati . Io no .

5)Sei un falso !
Dove avrei mai augurato un "ritorno del fascismo" fra 100 anni ?
Il fascismo è morto e sepolto e non potrà mai più tornare , come ogni altra epoca storica del resto , perchè non è mai esistito nella storia umana che un'epoca storica si ripetesse per 2 volte !
Questo l'ho già detto in questo thread , ma da un orecchio vi entra e da un altro vi esce...
Io ho detto che fra 100 anni il 25 Aprile verrà ricordato per sempre per ciò che è stato realmente : la data in cui i vigliacchi si proclamano eroi ! Indipendentemente dal sistema nel quale ci troveremo .
Certo ci potrà sempre essere un "piazzale Loreto" perchè i vigliacchi ci sono stati e ci saranno sempre , non prima però di aver bevuto una abbondante razione di olio di ricino...


Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 15:31:02 pm
Ripeto.
Erano servi in quanto collaborazionisti dello straniero militarmente occupante il sacro suolo italico.
Se non capiamo questo... non so come spiegarlo....

Non mi risulta che in Giappone i crucchi si fossero permessi dare ordini....

Puoi dire quello che vuoi. Anche per merito loro.


Si. Sono di coccio.
Voglio vedere le fonti.
Attendibili se possibili...
Ho la netta impressione che tu non sappia di che cosa stai parlando.


infatti io non giustifico.
Faccio solo notare che a volte un crimine è la conseguenza di un crimine ma colpevoli i primi e anche i secondi.


Come prima era stata fatta quella degli iugoslavi.

E vendicarsi dei torti subiti....

Tuttavia, associare forzatamente tutta la Resistenza italiana alla sola espressione che assunse nel nord est, e volutamente ignorare che esistevano macroaree nelle quali la Resistenza si espresse in linea con la cultura di quella area geografica denota un ignoranza abissale.


Vogliamo associare gli scugnizzi delle quattro giornate di Napoli ai partigiani titini?
Pensi che un cattolico non potesse militare nella brigata Garibaldi...
Ho detto tutto....


Un conto è osannare la Resistenza, un conto è osannare i fascisti repubblichini come fai tu.
La differenza è enorme.
Non puoi esaltare gli uni senza offendere gli altri.


1)Erano membri dell'Asse non occupavano un bel niente . Alleati .

Se non conosci la storia e non sai cosè l'Asse non è colpa mia...

Fino a prova contraria erano gli Alleati che avevano invaso la Sicilia e poi via via il resto dell'Italia...

Ma si sa per i rossi la storia è un optional...

Se non conosci nè cos'è l'Asse nè cos'è il Patto d'Acciaio non è colpa mia .

Germania ed Italia erano alleate .

La Repubblica Sociale Italiana prestò fede all'alleanza combattendo affianco dell'alleato germanico . Gli altri hanno tradito l'alleanza .
Fino a prova contraria Germania ed Italia erano alleate...

Se non ci fosse stato l'aiuto tedesco la Repubblica Sociale Italiana da sola non avrebbe mai potuto reggere lo scontro , militarmente parlando , con tutti gli Alleati . Ecco il perchè della presenza tedesca sul territorio italiano .

Il Giappone era abbastanza forte militarmente da continuare la guerra da sola , aveva inoltre i suoi alleati in Asia , tanto è vero che il Giappone si arrese dopo la Germania non prima per cui , militarmente parlando , non aveva di certo bisogno della Germania !

Merito di che ?

Paesi come l'Ungheria , la Polonia , la Romania , la Bulgaria etc. malediscono ancora oggi questo "merito" per aver vissuto decine e decine di anni sotto la dittatura comunista !

" I comunisti imposero la loro presenza alle popolazioni usando l'arma del terrore; essi rappresentavano l'80% della forza partigiana; il restante 20% apparteneva a formazioni autonome o di altri partiti."

Fonte : Alberto Fornaciari Articolo a puntate intitolato 1943-1946: Gli anni dell'odio. Le atrocità partigiane in Italia, estratto dalla rivista Chiesa Viva (nn. 159, 160, 161, 162, 163 e 164, del 1986).

Non era l'80% era il 70% fa niente ! la maggior parte dei partigiani era comunista , il resto erano cattolici , monarchici , repubblicani , socialisti , azionisti , liberali ed anarchici MA LA COMPONENTE PIU' NUMEROSA ERA QUELLA COMUNISTA !

E adesso vediamo se mi trovi 1 sola fonte in cui mi dici le la maggioranza dei partigiani NON era comunista !

Ripeto io non mi invento niente...al contrario tuo che sembra che parli a vanvera !

I partigiani comunisti italiani , che ricevevano ordini da Mosca, volevano «bolscevizzare» e scristianizzare l'Italia, e perseguivano l'obiettivo di accorpare il nostro Paese al blocco sovietico. Decine di migliaia di innocenti, colpevoli solo di aver servito con amore un ideale, di avere ricoperto cariche nel passato regime, o semplicemente di portare la veste talare pagarono spesso con la vita. Purtroppo, tutti quei delitti sono fino ad oggi rimasti impuniti !

Per descrivere tutto ciò uso solo una parla : VERGOGNA !

E' qui che ti sbagli .

Se i partigiani italiani e jugoslavi non avessero mai iniziato ad effettuare i loro crimini come stupri e rapimenti di moglii dei repubblichini , attacchi vigliacchi contro uomini in libera uscita , mettere le bombe sotto le caserme etc. !
I repubblichini ed i tedeschi non avrebbero mai reagito .
Alcuni crimini repubblichini e tedeschi furono la reazione ai crimini commessi inizialmente dai partigiani DURANTE la guerra e non DOPO la guerra .

Tanto è vero che i tedeschi e gli italiani fascisti hanno anche combattuto al sud , ma al sud non ci fu praticamente alcun crimine di guerra commesso nè dai tedeschi nè dagli italiani perchè appunto non subirono i attacchi vigliacchi dei partigiani a uomini e reparti isolati e alle propria famiglie (che non c'entravano nulla !)

Quindi i tedeschi e i repubblichini si limitarono a reagire alle iniziative (viglicche) dei partigiani...

Veramente la resistenza commise crimini di guerra e crimini contro l'umanità anche in Piemonte e Lombardia non solo nel nord-est , l'ingoranza abissale qui la dimostrano altri....

A me non ME NE FREGA UN CAZZO CHE DEI VIGLIACCHI SI OFFENDANO se gli dico in faccia la verità !

La X° Flottiglia MAS fu una unità gloriosa le cui gesta memorabili sono state riconosciute anche dagli Alleati e , francamente , non me ne può fregar di meno che dei vigliacchi GELOSI DELLE GLORIE ALTRUI SI SENTANO RODERE IL CULO...










 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 15:31:24 pm
Citazione da: Standarte
1)Senti un pò "pacificazione" significa che voi potete ricordare i caduti partigiani mentre gli altri non possono ricordare i propri caduti ?
Avete una strana di idea di pacificazione...tipica dei rossi..."Io sono democratico...ma fai come ti dico io..."  :lol:

Nessuno ti obbliga a partecipare alle commemorazioni del 25 aprile, ma a chi interessa è libero di partecipare.
Mi pare che se vuoi andare a piangere sulla tomba del tuo duce a Predappio lo puoi fare..

Citazione da: Standarte
2)La "patente di eroi"  la Decima MAS se l'è conquistata sul campo di battaglia , .......
Ti elenco solo alcune gesta della X Flottiglia MAS , QUESTA E' STORIA !

Baia di Suda - 25-26 marzo 1941:
...............
Gibilterra - agosto 1943:

Peccato, per tutti gli Italiani, che le gesta valorose terminino nel 1943.

Citazione da: Standarte
4)Tu consideri l'Unione Sovietica di Stalin o la Jugoslavia di Tito alleati . Io no .
Durante la guerra erano popoli "nemici" che avevamo aggredito insieme ai Nazisti, ma naturalmente tu non sei d'accordo, per te erano "amici" da liberare.
Citazione da: Standarte
5)Sei un falso !
Dove avrei mai augurato un "ritorno del fascismo" fra 100 anni ?
Io ho detto che fra 100 anni il 25 Aprile verrà ricordato per sempre per ciò che è stato realmente : la data in cui i vigliacchi si proclamano eroi ! Indipendentemente dal sistema nel quale ci troveremo .
Certo ci potrà sempre essere un "piazzale Loreto" perchè i vigliacchi ci sono stati e ci saranno sempre , non prima però di aver bevuto una abbondante razione di olio di ricino...
Senti, "illuminato detentore dell'unica verità", leggo benissimo tra le righe di quello che scrivi ed il disprezzo verso la Resistenza e l'uso dell'olio di ricino, senza ombra di dubbio, per quanto tu cerchi di prenderne le distanza, ti accumunano alla politica fascista.

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 15:33:51 pm
Non erano il mondo nemmeno i vostri di alleati.
E poi cassiodoro ha parlato di Spagna.

Che è tutto dire....

Ma dove lo hai fatto il classico?
Al cepu?

Io non  ho detto che il mondo era l'Asse . Io ho detto che ci furono stati anche non appartenenti all'Asse che riconobbero la Repubblica Sociale Italiana .

questo per rispondere a Massimo che aveva detto che la Repubblica Sociale Italiana non era riconosciuta , cosa non storicamente vera .

E' vero io avrò pure fatto il classico , ma qui sembra di stare a parlare con analfabeti... ;)
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 15:43:19 pm
A dire il vero ho parlato io della Spagna di Franco che non riconobbe la RSI. A riconoscere la RSI fu
solo il blocco degli alleati della Germania e qualche stato isolato e per puro opportunismo.
E Standarde non spiega perchè Franco non volle riconoscere la Repubblica di Mussolini (al quale
qualche gratitudine doveva pur mostrare per averlo aiutato a vincere la guerra civile spagnola).
Comunque sono d'accordo con te nel constatare che Standarte sembra aver fatto il classico al
Cepu. E aver studiato Storia sulle riviste di propaganda Signal.  Il che è davvero tutto dire.


Massimo

Tu hai detto che la Repubblica Sociale Italiane non era riconosciuta .

Questo non è storicamente vero .

Perchè se da un lato non venne riconosciuta dagli Alleati dall'altro lato ci furono tanti altri stati anche non appartenenti all'Asse che , per opportunismo o meno , non ci interessa riconobbero la Repubblica Sociale Italiane .

Per cui tu hai affermato una bugia storica .

Al posto di dire che la Repubblica Sociale Italiana non era riconosciuta , avresti dovuto dire che non era riconosciuta dagli Alleati e da qualche altro stato come la Spagna .

Per cui la Repubblica Sociale Italiane era riconosciuta eccome .

Da ultimo anche la Corte Internazionale Permamente nel 1945 a fine guerra riconobbe alle truppe della Repubblica Sociale Italiana lo status di "combattenti regolari" per cui di cosa stai parlando...?

Massimo tu la storia l'hai studiata sul topolino...altro che "appassionato di storia"...

Prima dici che non era riconosciuta , poi dopo il mio post in cui ti dico che non è vero , ti correggi come un bambino e dici si era riconosciuta ma solo da tizio caio e sempronio...senza tener conto , tralaltro , di quanto stabilito dalla Corte Internazionale Permanente...

"Appassionato di storia...?"

...Ma fammi il piacere !
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 15:57:33 pm

Massimo

Tu hai detto che la Repubblica Sociale Italiane non era riconosciuta .
.....

Prima dici che non era riconosciuta , poi dopo il mio post in cui ti dico che non è vero , ti correggi come un bambino e dici si era riconosciuta ma solo da tizio caio e sempronio...senza tener conto , tralaltro , di quanto stabilito dalla Corte Internazionale Permanente...

"Appassionato di storia...?"

...Ma fammi il piacere !

Non avete l'impressione di parlare con una femminista?
Usa la stessa dialettica!
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 16:06:26 pm
Nessuno ti obbliga a partecipare alle commemorazioni del 25 aprile, ma a chi interessa è libero di partecipare.
Mi pare che se vuoi andare a piangere sulla tomba del tuo duce a Predappio lo puoi fare..

Peccato, per tutti gli Italiani, che le gesta valorose terminino nel 1943.
Durante la guerra erano popoli "nemici" che avevamo aggredito insieme ai Nazisti, ma naturalmente tu non sei d'accordo, per te erano "amici" da liberare.Senti, "illuminato detentore dell'unica verità", leggo benissimo tra le righe di quello che scrivi ed il disprezzo verso la Resistenza e l'uso dell'olio di ricino, senza ombra di dubbio, per quanto tu cerchi di prenderne le distanza, ti accumunano alla politica fascista.

1)Il problema lo avete creato voi non io . Siete voi rossi che siete venuti ad insudiciare questo thread . Io non sono mai venuto a mettere (prima d'ora) a mettere in discussione i thread da voi aperti quando vnd fa l'elogio dei partigiani , della sinistra oppure quando parla a sproposito del fascismo anche quando non c'entra niente...
Siete voi che pretendete che gli altri la pensino come voi...non io...

2)Ma se il poplo italiano considerava i partigiani come la rogna...?
Stupri , saccheggi , ruberie nelle case della popolazione inerme erani all'ordine del giorno...
I partigiani non furono mai sentiti dalla popolazione .
I partigiani furono tra i 50.000 ed i 60.000 componenti , ciò vuol dire che il popolo italiano non stava da nessuna parte !
E' inutile che avete la presunzione di parlare a nome del popolo italiano...
Non liberavano insieme italiani e tedeschi prima e repubblichini e tedeschi poi hanno semplicemente continuato la guerra insieme per cui i tedeschi non erano proprio invasori di niente !
Come a te il riferimento a piazzale loreto ti accomuna ai comunisti , per quanto tu cerchi di prenderne le distanze dal comunismo .
Francemente non ho mai sentito un cattolico o un moderato o uno di centro o un liberale vantarsi di piazzale Loreto...
In realtà con l'espressione "olio di ricino" ho voluto intendere che se non si riesce a comprendere gli errori delle storia allora non si è imparato nulla dalla storia perchè la violenza porta sempre violenza , l'odio sempre odio , se ancora oggi c'è gente che si vanta pubblicamente di essere comunista dopo tutto quello che ha fatto il comunismo nel mondo allora non si è capito proprio niente .
Sarebbe un atto di maturità che anche voi ammettesse i crimini compiuti dai partigiani gli stupri , le torture , il sadismo , le angherie ed i soprusi anche nei confronti di civili inermi che non c'entravano NULLA con il fascismo .
E questo perchè tutti questi crimini sono realmente accaduti .
Quindi se davvero tenete a cuore i valori della libertà e della dignità umana , come io ce li ho a cuore , sarebbe il caso che certi episodi vergognosi venissero condannati senza se e senza ma .
Io non ho avuto difficoltà a condannare senza se e senza ma la shoa e gli altri errori ed orrori di quel periodo storico (del ventennio) ma mi rendo conto che per persone indottrinate all'odio di classe , all'odio politico ideologico questo è un percorso molto difficile . 
Soltanto in questo modo si può arrivare alla pacificazione affinchè lo spirito di italiani prevalga sull'odio velenoso dell'indottrinamento politico-ideologico  . 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 16:09:38 pm
Non avete l'impressione di parlare con una femminista?
Usa la stessa dialettica!

Lo ammetto... mi avete beccato... :rolleyes:

In realtà sono una femminista... :)

Adesso corro in piazza a sventolar le tette al vento... :cool:
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 16:10:20 pm
Non avete l'impressione di parlare con una femminista?
Usa la stessa dialettica!
Più che una femminista, mi pare un ignorantone, che non legge bene nenche le sue fonti:
Rudolf Rahn, ambasciatore tedesco in Italia, disse: "L'Italia è stata dichiarata terra di preda bellica. Potrà avvenire di essa quello che è avvenuto per la Polonia.

I seicentomila soldati italiani abbandonati alla loro sorte dopo l'8 settembre furono trascinati nei campi di concentramento in Germania.

... e non è vero che i tedeschi avessero rinunciato alla distruzione degli impianti industriali dell'Alta Italia in seguito a trattative col CLNAI.




http://dml.altervista.org/rsi.htm
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: vnd - Agosto 13, 2013, 16:11:52 pm

1)Erano membri dell'Asse non occupavano un bel niente . Alleati .


Eh.. no... c'è una grande differenza.
L'alleato se ne sta a casa sua se spara un solo colpo a casa mia, contro un italiano, è straniero occupante.
Citazione
Se non conosci la storia e non sai cosè l'Asse non è colpa mia...

ROTFL
Non è più questione di storia ma di lingua italiana!


Citazione
Ma si sa per i rossi la storia è un optional...

Smettila di darmi del comunista.

Citazione
Se non conosci nè cos'è l'Asse nè cos'è il Patto d'Acciaio non è colpa mia .

ROTFL

Citazione
La Repubblica Sociale Italiana prestò fede all'alleanza combattendo affianco dell'alleato germanico . Gli altri hanno tradito l'alleanza .
Fino a prova contraria Germania ed Italia erano alleate...

La RSI era occupata dai tedeschi e faceva quello che i tedeschi ordinavano.
Forse sei tu che non conosci la storia, bamboccio.

Citazione
Se non ci fosse stato l'aiuto tedesco la Repubblica Sociale Italiana da sola non avrebbe mai potuto reggere lo scontro , militarmente parlando , con tutti gli Alleati . Ecco il perchè della presenza tedesca sul territorio italiano .

Ma dai?


Citazione
Fonte : Alberto Fornaciari Articolo a puntate intitolato 1943-1946: Gli anni dell'odio. Le atrocità partigiane in Italia, estratto dalla rivista Chiesa Viva (nn. 159, 160, 161, 162, 163 e 164, del 1986).

E da dove spunterebbe sto scienziato?
Articolo a puntate?
ROTFL
Quello è un compagno di merende, non una fonte autorevole.

Citazione
Non era l'80% era il 70% fa niente ! la maggior parte dei partigiani era comunista , il resto erano cattolici , monarchici , repubblicani , socialisti , azionisti , liberali ed anarchici MA LA COMPONENTE PIU' NUMEROSA ERA QUELLA COMUNISTA !

La smettiamo di scrivere scemenze e cominciamo a studiare?

Citazione
E adesso vediamo se mi trovi 1 sola fonte in cui mi dici le la maggioranza dei partigiani NON era comunista !

ROTFL

Citazione
Ripeto io non mi invento niente...al contrario tuo che sembra che parli a vanvera !

Un bel gne, gne, gne.... No, eh?

Citazione

Se i partigiani italiani e jugoslavi non avessero mai iniziato ad effettuare i loro crimini come stupri e rapimenti di moglii dei repubblichini , attacchi vigliacchi contro uomini in libera uscita , mettere le bombe sotto le caserme etc. !
I repubblichini ed i tedeschi non avrebbero mai reagito .
Alcuni crimini repubblichini e tedeschi furono la reazione ai crimini commessi inizialmente dai partigiani DURANTE la guerra e non DOPO la guerra .

Adesso sei tu che parli a vanvera!

Citazione
Tanto è vero che i tedeschi e gli italiani fascisti hanno anche combattuto al sud , ma al sud non ci fu praticamente alcun crimine di guerra commesso nè dai tedeschi nè dagli italiani perchè appunto non subirono i attacchi vigliacchi dei partigiani a uomini e reparti isolati e alle propria famiglie (che non c'entravano nulla !)

Ma LOL!!!!


Citazione
Quindi i tedeschi e i repubblichini si limitarono a reagire alle iniziative (viglicche) dei partigiani...


Citazione

La X° Flottiglia MAS fu una unità gloriosa le cui gesta memorabili sono state riconosciute anche dagli Alleati e , francamente , non me ne può fregar di meno che dei vigliacchi GELOSI DELLE GLORIE ALTRUI SI SENTANO RODERE IL CULO...


Traditori che si calarono le brache di fronte al nemico occupante.
Il resto sono chiacchiere senza senso.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 16:15:35 pm
Più che una femminista, mi pare un ignorantone, che non legge bene nenche le sue fonti:
Rudolf Rahn, ambasciatore tedesco in Italia, disse: "L'Italia è stata dichiarata terra di preda bellica. Potrà avvenire di essa quello che è avvenuto per la Polonia.http://dml.altervista.org/rsi.htm

Asino !

Questo Rahn lo disse dopo la VERGONOSA RESA DELL'ITALIA E PRIMA DELLA LIBERAZIONE DI MUSSOLINI SUL GRAN SASSO !

Mussolini decise di fare la Repubblica Sociale Italiana anche e soprattutto per evitare che l'Italia considerata una nazione traditrice dai tedeschi , facesse la fine della Polonia !

A Monaco di Baviera i tedeschi arrabbiati per il tradimento dell'Italia erano intenzionati a trasformare l'Italia come la Polonia . Poi Mussolini fondò la Repubblica Sociale Italiana ed i tedeschi non fecero agli italiani quello che fecero ai polacchi ! 

Asino se non conosci la storia non è colpa mia !
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 16:18:44 pm
Questo Rahn lo disse
Mi basta che tu ammetta che lo disse, rileggi il mio post che l'ho aggiornato, sempre dal sito di RSI

"Rudolf Rahn, ambasciatore tedesco in Italia, disse: "L'Italia è stata dichiarata terra di preda bellica. Potrà avvenire di essa quello che è avvenuto per la Polonia. Costituendosi questo Governo, la violenza sarà attutita"."
Mi spieghi cosa intendevano per "violenza attuita"?

I seicentomila soldati italiani abbandonati alla loro sorte dopo l'8 settembre furono trascinati nei campi di concentramento in Germania.  

Mi spieghi che caXXo vuol dire sono stati TRASCINATI NEI CAMPI DI concentramento in Germania?

... e non è vero che i tedeschi avessero rinunciato alla distruzione degli impianti industriali dell'Alta Italia in seguito a trattative col CLNAI.
Mi spieghi perchè un popolo "amico" ci deve distruggere gli impianti industriali?

Uomini e donne accorsero per difendere l'Onore d'Italia, anche in un momento in cui il Paese era diviso a metà, ........, occupato interamente da due eserciti stranieri.  
Spiegami che valore dai alla parola "occupato" ed la differenza tra i due eserciti stranieri.
Se il mio Paese è occupato io combatto contro l'occupante, qualsiasi esso sia. Al Sud, non si è verificata la resistenza contro l'occupante, un motivo ci sarà. Cercatelo.

Standarte, sto leggendo sul sito della RSI, questi sono fatti storici da analizzare SENZA nessuna ideologia.


"in quel periodo di grande disorientamento, così incerto negli esiti, e soprattutto al di là di ogni considerazione di opportunismo e di calcolo personale, le quali suggerivano invece una scelta diversa, alcune centinaia di migliaia di giovani italiani sentirono l'imperativo di mettere a repentaglio le loro vite, condizionare il loro futuro, abbandonare studi, case e famiglie per schierarsi dalla parte "_______""

Standarte, invece dei trattini metti la parola "fascista" o "partigiana" ed il senso della frase non cambia, ne per chi si è schierato da una parte o dall'altra.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 16:34:37 pm

Eh.. no... c'è una grande differenza.
L'alleato se ne sta a casa sua se spara un solo colpo a casa mia, contro un italiano, è straniero occupante.
ROTFL
Non è più questione di storia ma di lingua italiana!


Smettila di darmi del comunista.

ROTFL

La RSI era occupata dai tedeschi e faceva quello che i tedeschi ordinavano.
Forse sei tu che non conosci la storia, bamboccio.

Ma dai?


E da dove spunterebbe sto scienziato?
Articolo a puntate?
ROTFL
Quello è un compagno di merende, non una fonte autorevole.

La smettiamo di scrivere scemenze e cominciamo a studiare?

ROTFL

Un bel gne, gne, gne.... No, eh?

Adesso sei tu che parli a vanvera!

Ma LOL!!!!



Traditori che si calarono le brache di fronte al nemico occupante.
Il resto sono chiacchiere senza senso.


1)Se il bandito non commetteva gli atti vigliacchi ne i repubblichi nè i tedeschi avrebbero reagito .

2)I tedeschi erano alleati e si trovavano in Italia a supporto delle truppe italiane contro gli Alleati .

3)I partigiani sono intevenuti dopo ed i repubblichi ed i tedeschi hanno reagito . Mica potevano farsi ammazzare senza fare niente .

4)I partigiani comunisti erano servi e collaborazionisti dell'Unione Sovietica e seguivano le direttive di Mosca .

5)Negativo la Repubblica Sociale Italiana era uno stato alleato come lo era prima la Germania  con il Regno d'Italia .
Inoltre truppe della Repubblica Sociale Italiiana prestavano servizio nella contraerea tedesca in Germania , sempre in Germania operavano sommergibili italiani come pure a Bordeux in Francia .
Truppe italuane delle Repubblica Sociale Italiane vennero impiegate anche contro i russi in Crimea .
C'era uno scambio ed un supporto reciproco a seconda delle esigenze belliche .
Chiramente la Germania era militarmente più forte il suo contributo fu maggiore .

6)La componente comunista era la più numerose tra le varie componenti dei partigiani . Questo è ampiamente riconosciuto da tutti gli storici.
Io la fonte te l'ho postata .
Adesso tu postami 1 sola fonte che sminitsca quanto da me affermato .
Altra fonte Wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Brigate_Garibaldi

"Le brigate d'assalto "Garibaldi", durante la Resistenza italiana, furono delle brigate partigiane legate prevalentemente al Partito Comunista Italiano, in cui militavano anche esponenti di altri partiti del CLN, specialmente socialisti...Coordinate da un comando generale diretto dagli esponenti comunisti Luigi Longo e Pietro Secchia, furono le formazioni partigiane più numerose..."

7)Dai vnd mostraci ancora le tue perle di sapere storico...che voglio continuare a sbellicarmi dalle risate... :lol:
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 16:47:47 pm
Mi basta che tu ammetta che lo disse, rileggi il mio post che l'ho aggiornato, sempre dal sito di RSI

"Rudolf Rahn, ambasciatore tedesco in Italia, disse: "L'Italia è stata dichiarata terra di preda bellica. Potrà avvenire di essa quello che è avvenuto per la Polonia. Costituendosi questo Governo, la violenza sarà attutita"."
Mi spieghi cosa intendevano per "violenza attuita"?

I seicentomila soldati italiani abbandonati alla loro sorte dopo l'8 settembre furono trascinati nei campi di concentramento in Germania.  

Mi spieghi che caXXo vuol dire sono stati TRASCINATI NEI CAMPI DI concentramento in Germania?

... e non è vero che i tedeschi avessero rinunciato alla distruzione degli impianti industriali dell'Alta Italia in seguito a trattative col CLNAI.
Mi spieghi perchè un popolo "amico" ci deve distruggere gli impianti industriali?

Uomini e donne accorsero per difendere l'Onore d'Italia, anche in un momento in cui il Paese era diviso a metà, ........, occupato interamente da due eserciti stranieri.  
Spiegami che valore dai alla parola "occupato" ed la differenza tra i due eserciti stranieri.
Se il mio Paese è occupato io combatto contro l'occupante, qualsiasi esso sia. Al Sud, non si è verificata la resistenza contro l'occupante, un motivo ci sarà. Cercatelo.

Standarte, sto leggendo sul sito della RSI, questi sono fatti storici da analizzare SENZA nessuna ideologia.


"in quel periodo di grande disorientamento, così incerto negli esiti, e soprattutto al di là di ogni considerazione di opportunismo e di calcolo personale, le quali suggerivano invece una scelta diversa, alcune centinaia di migliaia di giovani italiani sentirono l'imperativo di mettere a repentaglio le loro vite, condizionare il loro futuro, abbandonare studi, case e famiglie per schierarsi dalla parte "_______""

Standarte, invece dei trattini metti la parola "fascista" o "partigiana" ed il senso della frase non cambia, ne per chi si è schierato da una parte o dall'altra.


1)L'articolo che citi lo dovresti CITARE TUTTO NON SOLO LE PARTI CHE A TI PIACCIONO per portare acqua al tuo mulino .
Posta la fonte...

2)Ed allora perchè non citi questa fonte sulla formazione della Repubblica Sociale Italiana...?
Anche io sto leggendo questo articolo sulla nascita  della Repubblica Sociale Italiana però non mi sembra che dica ciò che tu vai asserendo, nessuna ideologia (come tu dici)...
NASCE IL NUOVO STATO

Il 18 settembre Mussolini parla da Radio Monaco, e gli italiani possono riudire la voce ben nota.
I fascisti, che fin dal 9 settembre avevano riaperto molte sedi, si riorganizzarono rapidamente. Il 1 marzo 1944 Pavolini, in una relazione a Mussolini, comunicherà che “sono stati ricostituiti 1072 Fasci con 487.000 iscritti”. Roma ne contò 35.000, Milano 20.000, Ferrara 14.000.
Il 23 settembre Mussolini rientra in Italia e, alla Rocca delle Caminate, sua residenza personale, costituisce il Governo della nuova Repubblica. Il giorno 23 stesso alle ore 14 si ha, nella sede dell’ambasciata germanica a Roma, la prima breve riunione del governo, presieduta da Pavolini.
Il nuovo stato si chiamerà Repubblica Sociale Italiana (tale denominazione verrà deliberata dal Consiglio dei Ministri il 24 novembre 1943). Essa avrà Mussolini come Capo dello Stato e del governo e Ministro degli Esteri, con Graziani Ministro della Difesa Nazionale, Buffarini Guidi Ministro dell’Interno, Ferdinando Mezzasoma Ministro della Cultura Popolare e tutti gli altri.
Il 28 settembre 1943 inizia il funzionamento del nuovo Stato.
Il giorno 11 novembre furono costituiti i Tribunali Straordinari Provinciali per giudicare i fascisti che avevano tradito e un tribunale straordinario speciale per giudicare i membri del Gran Consiglio che avevano votato l’O.d.G. Grandi, accusati di tradimento. Fra essi c’era anche Galeazzo Ciano, marito di Edda figlia del Duce. Il processo ebbe inizio alle ore 9 dell’8 gennaio 1944 a Verona in Castelvecchio. Il 10 gennaio alle ore 13,40 fu emessa la sentenza. Furono comminate 18 condanne a morte (Cianetti, che aveva ritirato il suo voto a favore fu condannato a 30 anni di reclusione). Ma la maggior parte dei condannati a morte aveva riparato all’estero e furono condannati in contumacia. Solo cinque erano presenti al processo : Ciano, De Bono, Marinelli, Pareschi e Gottardi. Essi furono fucilati l’11 gennaio 1944.
Il 22 febbraio 1944 il Duce nomina il nuovo Direttorio del Partito Fascista Repubblicano. Intanto il nuovo stato aveva cominciato a funzionare regolarmente. Le condizioni erano drammatiche: le città erano martoriate dai bombardamenti (il 20 ottobre 1944 suscitò orrore il bombardamento della scuola di Gorla a Milano, dove trovarono la morte 300 bambini. I civili morti per bombardamenti assommeranno a 64.000), il problema degli approvvigionamenti era impellente, i rapporti spesso non facili con i tedeschi complicavano ulteriormente le cose. A tutto questo, poi, cominciò ad aggiungersi il problema dei partigiani, con i primi assassinii di fascisti. Si trattava in prevalenza di giovani renitenti alla leva che si erano rifugiati in montagna, ma anche di vecchi antifascisti, specie comunisti, che intravedevano la possibilità di abbattere il Fascismo. Ci furono anche dei tentativi di sciopero.
Malgrado tutto ciò i trasporti continuarono a funzionare anche se fra mille difficoltà, le fabbriche continuarono il loro lavoro, le scuole riaprirono regolarmente, l’amministrazione pubblica faceva il proprio dovere, l’economia era governata con mano ferma (l’inflazione, ad esempio, era insignificante se paragonata con quella scatenatasi al sud, nelle terre occupate). Subito dopo l’8 settembre i tedeschi avevano introdotto i Marchi d’occupazione. Una delle prime preoccupazioni del Ministro delle finanze fu quella di farli ritirare. Ciò accadde il 25 ottobre 1943. Da quella data essi persero ogni valore legale. In data 1° dicembre venne costituito un Comitato Economico Italiano col compito di studiare le questioni economiche, con particolare riguardo all’economia di guerra. E in data 5 dicembre viene istituito un Comitato nazionale dei prezzi, con Carlo Fabrizi Commissario, alle dirette dipendenze del Duce.
A riprova di come le cose abbiano sempre continuato a funzionare a dovere durante la R.S.I. sta la testimonianza davvero non sospetta del Maggiore americano Michael Noble del 15° Gruppo di armate alleato. Egli, inviato a Milano per riorganizzare l’uscita dei quotidiani, vi giunse il 27 aprile 1945 e rimase stupito per l’ordine e la normalità che vi regnavano: “…Per prima cosa restai sorpreso vedendo grandi palazzi pieni di una vita normale, i tram che funzionavano, i cinema e i teatri aperti regolarmente, gli uffici pubblici in piena attività, la gente che stava seduta ai caffè vestita decorosissimamente. Era uno spettacolo nuovo ed estremamente civile…”.
Molto intensa fu l’azione di governo tesa a mantenere integro il potere di acquisto della moneta, a mantenere ad alti livelli la produzione agricola e industriale, a mantenere su buoni livelli il tenore di vita della popolazione.
E anche in tale situazione di assoluta emergenza (si pensi alle ingentissime spese militari, alle spese per mantenere in efficienza i servizi continuamente devastati dalle incursioni aeree…), il bilancio dello Stato chiudeva rigorosamente in pareggio.
Anche l’Opera Nazionale Balilla era risorta. In una relazione di Renato Ricci del 19 febbraio 1944 si dice che si sono “costituiti 66 centri provinciali, 2255 vecchi ufficiali rispondono alle chiamate; 50000 organizzati, 8740 ospiti nelle colonie; 300.000 refezioni scolastiche giornaliere”.
Né furono dimenticati gli italiani internati in Germania che avevano rifiutato di aderire alla R.S.I. In data 11.10.1944 si apprende che la Croce Rossa Italiana assiste 520.000 connazionali in Germania.
Ciò fu fatto con la prima Assemblea Nazionale del P.F.R. che si riunì a Verona in Castelvecchio il 14 novembre 1943. Ad esso parteciparono: 3 rappresentanti per ogni federazione, in gran parte elettivi, i delegati regionali, i capi delle organizzazioni sindacali, i membri del governo, i direttori dei giornali quotidiani e dei principali settimanali, i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e degli Enti Morali della Nazione. Il Congresso fissò nei 18 punti di un Manifesto Programmatico quella che sarebbe stata la politica interna, estera e sociale della nuova Repubblica. Nacquero, così, i famosi “18 punti
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 16:58:22 pm
Standardìte, sto leggendo dal sito di RSI, non mi invento niente, io ti evidenzio dei fatti, non la loro interpretazione di una parte o di un'altra.

Tu stai dicendo che i tedeschi ci trattavano come traditori, ovvero non alla pari, come dovrebbero essere trattati gli alleati. Sono gli Italiani della RSI che continuano a crederli alleati, ma sono trattati come, e peggio, degli schiavi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Sociale_Italiana

La RSI fu in realtà un protettorato tedesco, sfruttato dai nazisti per legalizzare alcune loro annessioni e per ottenere mano d'opera a basso costo.
Voluto dal Terzo Reich come apparato per amministrare i territori occupati del Nord e Centro Italia, lo Stato della RSI era infatti una struttura burocratica non dotata di potere autonomo effettivo, che in realtà era detenuto dai tedeschi.[28]. Con il funzionamento di uno Stato fantoccio i tedeschi potevano così riscuotere le spese di occupazione, stabilite nell'ottobre 1943 a 7 miliardi di lire, passate successivamente a 10 miliardi (17 dicembre 1943) e infine a 17 miliardi[29].
L'intero apparato della Repubblica di Salò era infatti controllato dai militari tedeschi, memori del "tradimento" che gli italiani avevano consumato con l'armistizio dell'8 settembre[30]. Il controllo non veniva esercitato solo sulla direzione della guerra e degli affari militari ma spesso anche sull'Amministrazione della Repubblica. Le stesse autorità militari potevano avere infatti anche funzioni civili. In tal modo «...una vasta rete di autorità avente competenze militari ma anche civili fu stesa dai tedeschi nell'Italia da essi controllata...»[31].

Alla Repubblica Sociale non fu consentito di poter riportare in patria i militari internati dai tedeschi in seguito all'8 settembre, ma solo di poter reclutare volontari fra di essi per la costituzione di divisioni dell'Esercito da addestrarsi in Germania[32]. In Italia il volontariato fascista e la militarizzazione di organizzazioni esistenti dotarono la RSI di forze armate numericamente consistenti (complessivamente fra i 500 e gli 800 000 uomini e donne sotto le armi), ma queste furono impiegate, a volte anche contro il loro desiderio, soprattutto in operazioni di repressione, sterminio e rappresaglia contro i partigiani e le popolazioni accusate di offrirgli sostegno.

L'integrità territoriale della RSI non fu rispettata dai tedeschi. Il 10 settembre del 1943, con un ordine segreto firmato a poche ore di distanza dalla liberazione di Mussolini[33], Hitler concesse ai Gauleiter del Tirolo e della Carinzia di annettere ai rispettivi Reichsgau molte province del Triveneto[34]. Con la liberazione di Mussolini e la proclamazione della RSI, Hitler non tornò sulla propria decisione, ma la legittimò con la costituzione delle due zone di Operazioni delle Prealpi (province di Trento, Bolzano e Belluno) e del Litorale Adriatico (province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Lubiana), ufficialmente con motivi militari[35], ma in pratica amministrate da funzionari civili tedeschi che ricevevano direttamente dal Führer "le indicazioni fondamentali per la loro attività".[36] Una decisione che serviva alla Germania per lasciare aperta la questione delle frontiere con l'Italia, da ridisegnarsi a guerra eventualmente vinta[37].

Nei giorni successivi all'8 settembre 1943 la Croazia di Pavelić invase la Dalmazia, ma Hitler non le concesse anche il possesso di Fiume e Zara, sottoposte a comando militare tedesco (la prima nell'ambito dell'OZAK). Similmente, le Bocche di Cattaro furono sottoposte a comando militare tedesco, mentre l'Albania - unita dinasticamente dal 1939 all'Italia tramite la corona di Casa Savoia - fu dichiarata "indipendente". Il Dodecaneso, rimase sotto nominale sovranità italiana, sebbene sottoposto a comando militare tedesco. Per la Provincia Autonoma di Lubiana (Provinz Laibach) il gauleiter Rainer impedì addirittura l'insediamento - ancorché solo formale - del capo-provincia (equivalente al prefetto) italiano nominato da Mussolini[38].

Durante l'occupazione nazista numerose opere d'arte, quali dipinti e sculture, vennero trafugate dalle loro sedi italiane e trasferite in Germania: a tale scopo Hermann Göring istituì un apposito corpo militare nazista chiamato Kunstschutz (protezione artistica)[39].
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 17:02:13 pm
Mi basta che tu ammetta che lo disse, rileggi il mio post che l'ho aggiornato, sempre dal sito di RSI

"Rudolf Rahn, ambasciatore tedesco in Italia, disse: "L'Italia è stata dichiarata terra di preda bellica. Potrà avvenire di essa quello che è avvenuto per la Polonia. Costituendosi questo Governo, la violenza sarà attutita"."
Mi spieghi cosa intendevano per "violenza attuita"?

I seicentomila soldati italiani abbandonati alla loro sorte dopo l'8 settembre furono trascinati nei campi di concentramento in Germania.  

Mi spieghi che caXXo vuol dire sono stati TRASCINATI NEI CAMPI DI concentramento in Germania?

... e non è vero che i tedeschi avessero rinunciato alla distruzione degli impianti industriali dell'Alta Italia in seguito a trattative col CLNAI.
Mi spieghi perchè un popolo "amico" ci deve distruggere gli impianti industriali?

Uomini e donne accorsero per difendere l'Onore d'Italia, anche in un momento in cui il Paese era diviso a metà, ........, occupato interamente da due eserciti stranieri.  
Spiegami che valore dai alla parola "occupato" ed la differenza tra i due eserciti stranieri.
Se il mio Paese è occupato io combatto contro l'occupante, qualsiasi esso sia. Al Sud, non si è verificata la resistenza contro l'occupante, un motivo ci sarà. Cercatelo.

Standarte, sto leggendo sul sito della RSI, questi sono fatti storici da analizzare SENZA nessuna ideologia.


"in quel periodo di grande disorientamento, così incerto negli esiti, e soprattutto al di là di ogni considerazione di opportunismo e di calcolo personale, le quali suggerivano invece una scelta diversa, alcune centinaia di migliaia di giovani italiani sentirono l'imperativo di mettere a repentaglio le loro vite, condizionare il loro futuro, abbandonare studi, case e famiglie per schierarsi dalla parte "_______""

Standarte, invece dei trattini metti la parola "fascista" o "partigiana" ed il senso della frase non cambia, ne per chi si è schierato da una parte o dall'altra.

Tutte le parti in blu sono prese dal sito: http://dml.altervista.org/rsi.htm
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: raniran - Agosto 13, 2013, 17:04:40 pm
Chi ti ha detto che io sia di sinistra? Se lo pensi non hai proprio capito nulla di me: semplicemente
amo la Storia, la verità storica e non mi piacciono le mistificazioni. Rimango dell'idea che se la X MAS
si fosse occupata ESCLUSIVAMENTE degli angloamericani e della guerra contro gli angloamericani la
sua reputazione conquistata fin là MERITATAMENTE sarebbe rimasta intatta e forse sarebbe rimasto
come corpo militare nell'esercito della Repubblica. Invece SCELSE di fare il lavoro sporco occupandosi
di Ebrei e partigiani. E non mi venire a dire che non poteva sottrarvisi. Valerio Borghese aveva creato
un filo diretto con Himmler e la X MAS era l'unica formazione militare italiana ad essere rispettata dai
tedeschi che non si permisero di requisirle nemmeno una pallottola. Borghese avrebbe potuto
benissimo battere i pugni sul tavolo e dire ai tedeschi: "Cari signori, noi facciamo la guerra VERA, ai
combattenti VERI e non ai partigiani e agli Ebrei. Per i primi, rivolgetevi alla GNR e alla Muti e per gli
altri, occupatevene voi con le vostre SS. Se vi sta bene, è così. Se non vi sta bene, è così lo stesso.
Noi la guerra la facciamo agli angloamericani. Vi basta e vi avanza". Questo era il discorso da fare
e Borghese non lo fece. Partecipando al lavoro sporco contro partigiani ed Ebrei la X Mas macchiò
la sua reputazione militare, fino ad allora eccellente.
Quanto ai crimini fatti dai Russi alla popolazione civile tedesca e dai franco marocchini contro la
popolazione italiana è da dire che i primi avevano dovuto subire per ben tre anni lo stupro e la
deportazione verso la Germania delle loro donne ed è quindi comprensibile che si siano in seguito
vendicati sulle donne tedesche e che i francesi sono stati pugnalati alla schiena dall'intervento
vigliacco dell'Italia quando già la Francia era stata invasa dalle armate naziste e quindi è ovvio
che i generali francesi operativi sul territorio italiano non si mostrassero poi tanto riguardosi per
le donne italiane se si trattava di muovere all'assalto le loro truppe marocchine trattate in fondo
come carne da cannone e si appellassero persino alle loro foie e ai loro più bassi istinti. Gli ebrei
europei (tranne qualche speculatore che poi, pagando, hanno fatto opportunamente scappare)
non hanno fatto torto alcuno a nessuna popolazione eppure sono stati massacrati a milioni dai
nazisti.  E tu mi metti sullo stesso piano il loro genocidio con le altre morti nel corso della guerra?
E per concludere il discorso, io sono un nipote di un volontario delle Camicie nere che nel 1937
si è arruolato per andare a combattere in Abissinia e, fatto prigioniero dagli inglesi, è ritornato
a casa dieci anni dopo, nel 1947, perchè era un "irriducibile" che si era rifutato di collaborare
con gli Alleati durante la prigionia. Non glielo rimprovero: ha fatto quello che la sua coscienza
gli imponeva di fare. Questo mi autorizzerà a dire, spero, anche a te, quello che penso.
+
"se la X MAS
si fosse occupata ESCLUSIVAMENTE degli angloamericani e della guerra contro gli angloamericani la
sua reputazione conquistata fin là MERITATAMENTE sarebbe rimasta intatta e forse sarebbe rimasto come corpo militare nell'esercito della Repubblica"
Quoto in pieno
ALe
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 17:06:55 pm
Anche in questo aspetto particolare si rileva dunque la insostenibilità della RSI o meglio di coloro che dandole vita e aderendovi ritennero non solo di salvare l' "onore" italiano, ma di poter così operare per la tutela di alcuni interessi italiani (...). Ciò che in questo senso essi poterono ottenere non giustifica certo, anche nei più onesti, l'essersi messi in pratica al servizio dei nazisti e l'aver in tal modo avallato il loro regime di terrore »
(Renzo De Felice, Storia degli ebrei italiani sotto il fascismo, pp.446-447)  
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 17:14:39 pm
Standardìte, sto leggendo dal sito di RSI, non mi invento niente, io ti evidenzio dei fatti, non la loro interpretazione di una parte o di un'altra.

Tu stai dicendo che i tedeschi ci trattavano come traditori, ovvero non alla pari, come dovrebbero essere trattati gli alleati. Sono gli Italiani della RSI che continuano a crederli alleati, ma sono trattati come, e peggio, degli schiavi:
http://it.wikipedia.org/wiki/Repubblica_Sociale_Italiana

La RSI fu in realtà un protettorato tedesco, sfruttato dai nazisti per legalizzare alcune loro annessioni e per ottenere mano d'opera a basso costo.
Voluto dal Terzo Reich come apparato per amministrare i territori occupati del Nord e Centro Italia, lo Stato della RSI era infatti una struttura burocratica non dotata di potere autonomo effettivo, che in realtà era detenuto dai tedeschi.[28]. Con il funzionamento di uno Stato fantoccio i tedeschi potevano così riscuotere le spese di occupazione, stabilite nell'ottobre 1943 a 7 miliardi di lire, passate successivamente a 10 miliardi (17 dicembre 1943) e infine a 17 miliardi[29].
L'intero apparato della Repubblica di Salò era infatti controllato dai militari tedeschi, memori del "tradimento" che gli italiani avevano consumato con l'armistizio dell'8 settembre[30]. Il controllo non veniva esercitato solo sulla direzione della guerra e degli affari militari ma spesso anche sull'Amministrazione della Repubblica. Le stesse autorità militari potevano avere infatti anche funzioni civili. In tal modo «...una vasta rete di autorità avente competenze militari ma anche civili fu stesa dai tedeschi nell'Italia da essi controllata...»[31].

Alla Repubblica Sociale non fu consentito di poter riportare in patria i militari internati dai tedeschi in seguito all'8 settembre, ma solo di poter reclutare volontari fra di essi per la costituzione di divisioni dell'Esercito da addestrarsi in Germania[32]. In Italia il volontariato fascista e la militarizzazione di organizzazioni esistenti dotarono la RSI di forze armate numericamente consistenti (complessivamente fra i 500 e gli 800 000 uomini e donne sotto le armi), ma queste furono impiegate, a volte anche contro il loro desiderio, soprattutto in operazioni di repressione, sterminio e rappresaglia contro i partigiani e le popolazioni accusate di offrirgli sostegno.

L'integrità territoriale della RSI non fu rispettata dai tedeschi. Il 10 settembre del 1943, con un ordine segreto firmato a poche ore di distanza dalla liberazione di Mussolini[33], Hitler concesse ai Gauleiter del Tirolo e della Carinzia di annettere ai rispettivi Reichsgau molte province del Triveneto[34]. Con la liberazione di Mussolini e la proclamazione della RSI, Hitler non tornò sulla propria decisione, ma la legittimò con la costituzione delle due zone di Operazioni delle Prealpi (province di Trento, Bolzano e Belluno) e del Litorale Adriatico (province di Udine, Gorizia, Trieste, Pola, Fiume, Lubiana), ufficialmente con motivi militari[35], ma in pratica amministrate da funzionari civili tedeschi che ricevevano direttamente dal Führer "le indicazioni fondamentali per la loro attività".[36] Una decisione che serviva alla Germania per lasciare aperta la questione delle frontiere con l'Italia, da ridisegnarsi a guerra eventualmente vinta[37].

Nei giorni successivi all'8 settembre 1943 la Croazia di Pavelić invase la Dalmazia, ma Hitler non le concesse anche il possesso di Fiume e Zara, sottoposte a comando militare tedesco (la prima nell'ambito dell'OZAK). Similmente, le Bocche di Cattaro furono sottoposte a comando militare tedesco, mentre l'Albania - unita dinasticamente dal 1939 all'Italia tramite la corona di Casa Savoia - fu dichiarata "indipendente". Il Dodecaneso, rimase sotto nominale sovranità italiana, sebbene sottoposto a comando militare tedesco. Per la Provincia Autonoma di Lubiana (Provinz Laibach) il gauleiter Rainer impedì addirittura l'insediamento - ancorché solo formale - del capo-provincia (equivalente al prefetto) italiano nominato da Mussolini[38].

Durante l'occupazione nazista numerose opere d'arte, quali dipinti e sculture, vennero trafugate dalle loro sedi italiane e trasferite in Germania: a tale scopo Hermann Göring istituì un apposito corpo militare nazista chiamato Kunstschutz (protezione artistica)[39].


Ripeto dopo l'8 Settembre 1943 gli italiani vennero considerati traditori dai tedeschi .E come avrebbero dovuto considerarci ?

Poi con la Repubblica Sociale Italiana divenimmo di nuovo alleati si combatte di nuovo e si muore INSIEME nelle medesime trincee...

E' normale che c'era comunque una certa diffidenza e maggiore attenzione dopo l'8 Settembre vista la fregatura subita...

La Repubblica Sociale Italia fu uno Stato a tutti gli effetti riconosciuto da numerosi stati europei ed internazionali .

Ecco cosa dicono in merito i "nemici"...

La sentenza del 26 aprile 1954 del Tribunale Supremo Militare Italiano afferma senza mezzi termini che:

“i combattenti delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana avevano la qualità di belligeranti perché erano comandati da persone responsabili e conosciute, indossavano uniformi e segni distintivi riconoscibili a distanza e portavano apertamente le armi. Gli appartenenti alle formazioni partigiane, viceversa, non avevano la qualità di belligeranti perché non portavano segni distintivi riconoscibili e non portavano apertamente le armi, né erano assoggettati alla legge penale militare”


Il comandante supremo delle Forze USA nello scacchiere europeo
 
EISENHOWER
 
nel suo "Diario di Guerra."
 
"La resa dell'Italia fu uno SPORCO AFFARE. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma L'ITALIA E' LA SOLA AD AVER PERDUTO QUESTA GUERRA CON DISONORE, SALVATO SOLO IN PARTE DAL SACRIFICIO DEI COMBATTENTI DELLA R.S.I.
 



Il Generale ALEXANDER, ne: " Le armate alleate in Italia"
 
"...ilfatto è che il Governo italiano decise di capitolare non perché si vide incapace di offrire ulteriore resistenza, ma PERCHE' ERA VENUTO, COME IN PASSATO, IL MOMENTO DI SALTARE DALLA PARTE DEL VINCITORE..."
 



Da "Le memeorie del MARESCIALLO MONTGOMERY", comandante dell'8a armata britannica:
 
"...il VOLTAFACCIA ITALIANO dell'otto Settembre FU IL PIU' GRANDE TRADIMENTO DELLA STORIA..."
 



Ed ancora dal "Taccuino segreto di W. CHURCHILL", primo ministro inglese:
 
"...SOLO DOPO LA DEFEZIONE ITALIANA NOI ABBIAMO POTUTO RAGGIUNGERE LA VITTORIA...
 



Ed ancora da "Storia della diplomazia di POTEMKIN", ambasciatore sovietico a Roma:
 
" ...L'Italia fu fedele al suo carattere di SCIACALLO INTERNAZIONALE, sempre in cerca di COMPENSO PER I SUOI TRADIMENTI..."
 



Da un articolo di fondo apparso tempo fa sul WASHINGTON POST, autorevole giornale americano:
 
"...CHE ALLEATO SARA' L'ITALIA IN CASO DI UNA GUERRA? QUALI GARANZIE CI SONO CHE L'ITALIA, LA QUALE HA CAMBIATO SCHIERAMENTO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE DI QUESTO SECOLO, NON FARA' ALTRETTANTO?".





Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: raniran - Agosto 13, 2013, 17:17:58 pm
"Ripeto dopo l'8 Settembre 1943 gli italiani vennero considerati traditori dai tedeschi .E come avrebbero dovuto considerarci ?"
 ...dai tedeschi non dall'umanità intera...ci piegammo sbagliando.
ALe

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 17:22:34 pm
"Ripeto dopo l'8 Settembre 1943 gli italiani vennero considerati traditori dai tedeschi .E come avrebbero dovuto considerarci ?"
 ...dai tedeschi non dall'umanità intera...ci piegammo sbagliando.
ALe


Ed è proprio questo l'errore...non solo i tedeschi la pensavano in questo modo...

EISENHOWER
 
nel suo "Diario di Guerra."
 
"La resa dell'Italia fu uno SPORCO AFFARE. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma L'ITALIA E' LA SOLA AD AVER PERDUTO QUESTA GUERRA CON DISONORE, SALVATO SOLO IN PARTE DAL SACRIFICIO DEI COMBATTENTI DELLA R.S.I.
 



Il Generale ALEXANDER, ne: " Le armate alleate in Italia"
 
"...ilfatto è che il Governo italiano decise di capitolare non perché si vide incapace di offrire ulteriore resistenza, ma PERCHE' ERA VENUTO, COME IN PASSATO, IL MOMENTO DI SALTARE DALLA PARTE DEL VINCITORE..."
 



Da "Le memeorie del MARESCIALLO MONTGOMERY", comandante dell'8a armata britannica:
 
"...il VOLTAFACCIA ITALIANO dell'otto Settembre FU IL PIU' GRANDE TRADIMENTO DELLA STORIA..."
 



Ed ancora dal "Taccuino segreto di W. CHURCHILL", primo ministro inglese:
 
"...SOLO DOPO LA DEFEZIONE ITALIANA NOI ABBIAMO POTUTO RAGGIUNGERE LA VITTORIA...
 



Ed ancora da "Storia della diplomazia di POTEMKIN", ambasciatore sovietico a Roma:
 
" ...L'Italia fu fedele al suo carattere di SCIACALLO INTERNAZIONALE, sempre in cerca di COMPENSO PER I SUOI TRADIMENTI..."
 



Da un articolo di fondo apparso tempo fa sul WASHINGTON POST, autorevole giornale americano:
 
"...CHE ALLEATO SARA' L'ITALIA IN CASO DI UNA GUERRA? QUALI GARANZIE CI SONO CHE L'ITALIA, LA QUALE HA CAMBIATO SCHIERAMENTO NELLA SECONDA GUERRA MONDIALE DI QUESTO SECOLO, NON FARA' ALTRETTANTO?".

Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 17:23:33 pm
Citazione da: Standarte
Ripeto dopo l'8 Settembre 1943 gli italiani vennero considerati traditori dai tedeschi .E come avrebbero dovuto considerarci ?
Standarte, TRADITORI O ALLEATI, questa è la differenza di fondo. I fascisti consideravano i Tedeschi ALLEATI, ma i Tedeschi consideravano gli Italiani, e ci trattavano, come TRADITORI,  lo stai continuando a scrivere dall'inizio del tread, ma non riesci a coglierne la differenza.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 17:30:48 pm
Standarte, TRADITORI O ALLEATI, questa è la differenza di fondo. I fascisti consideravano i Tedeschi ALLEATI, ma i Tedeschi consideravano gli Italiani TRADITORI, lo stai continuando a scrivere dall'inizio del tread, ma non riesci a coglierne la differenza.

1)Fino all'8 Settembre 1943 italiani e tedeschi si consideravano alleati ,

2)Dopo l'8 settembre 1943 il  MONDO (non solo i tedeschi) ci considerò traditori ;

3)Ma con la Repubblica Sociale Italiana si ripristinò di nuovo l'alleanza con la Germania .



Eishenower ha riassunto molto bene ciò che voglio dire .

EISENHOWER
 
nel suo "Diario di Guerra."
 
"La resa dell'Italia fu uno SPORCO AFFARE. Tutte le nazioni elencano nella loro storia guerre vinte e guerre perse, ma L'ITALIA E' LA SOLA AD AVER PERDUTO QUESTA GUERRA CON DISONORE, SALVATO SOLO IN PARTE DAL SACRIFICIO DEI COMBATTENTI DELLA R.S.I.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Cassiodoro - Agosto 13, 2013, 17:38:55 pm
Citazione da: Standarte
1)Fino all'8 Settembre 1943 italiani e tedeschi si consideravano alleati ,
Niente da eccepire
Citazione da: Standarte
2)Dopo l'8 settembre 1943 i tedeschi ci considerarono traditori ;
Per cui non affidabili, gli Italiani avrebbero potuto continuare la guerra con gli Alleati o semplicemente  facilitarne l'avanzata fino al Brennero

Citazione da: Standarte
3)Ma con la Repubblica Sociale Italiana si ripristinò di nuovo l'alleanza con la Germania .
Più che alleanza si è dimostrata una sudditanza, l'alleanza si fa tra pari, non con chi si considera un traditore.
Per il punto 2, si è reso necessario, per i Nazisti, invadere l'Italia e trattarla da Paese occupato o Zona di Guerra.
Citazione da: Standarte
I tedeschi non considerarono mai traditori i marò della X Flottiglia MAS ad esempio proprio perchè essi non hanno mai tradito .
Gli Italiani considerano traditori, non i singoli marò, ma la X MAS per essersi messa al servizio dell'occupante tedesco, anche per operazioni contro gli ebrei ed i partigiani.
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: Stendardo - Agosto 13, 2013, 17:52:19 pm
Niente da eccepirePer cui non affidabili, avrebbero potuto continuare la guerra con gli Alleati o semplicemente  facilitarne l'avanzata fino al Brennero
Più che alleanza si è dimostrata una sudditanza, l'alleanza si fa tra pari, non con chi si considera un traditore.
Per il punto 2, si è reso necessario, per i Nazisti, invadere l'Italia e trattarla da Paese occupato o Zona di Guerra.Gli Italiani considerano traditori, non i singoli marò, ma la X MAS per essersi messa al servizio dell'occupante tedesco.

1)Con la Repubblica Sociale Italiana i tedeschi considerarono di nuovo alleati i repubblichini con cito testualmente :"pari diritti e pari doveri" .

2)Ti ripeto nuovamente la truppe tedesche combattevano sul suolo italiano a fianco delle truppe italiana contro l'invasore Alleato .
Quindi nessun  paese occupato .  La Repubblica Sociale Italiana aveva un proprio governo , un proprio esercito , propri tribunali etc.
Il marco tedesco d'occupazione vigente in Polonia ed in altri territori occupati dai tedeschi in Italia venne ritirato e venne di nuovo immessa la lira appena fu costituita la Repubblica Sociale Italiana .

3)Con quale diritto parli a nome di tutto il popolo italiano ?
Un regolare Tribunale del dopoguerra ha statuito proprio il contrario di quanto tu affermi...
La sentenza del 26 aprile 1954 del Tribunale Supremo Militare Italiano afferma senza mezzi termini che:

“i combattenti delle Forze Armate della Repubblica Sociale Italiana avevano la qualità di belligeranti perché erano comandati da persone responsabili e conosciute, indossavano uniformi e segni distintivi riconoscibili a distanza e portavano apertamente le armi. Gli appartenenti alle formazioni partigiane, viceversa, non avevano la qualità di belligeranti perché non portavano segni distintivi riconoscibili e non portavano apertamente le armi, né erano assoggettati alla legge penale militare”


Ripeto .

Gli unici traditori furono quei vigliacchi dei partigiani che DURANTE LA GUERRA si nascosero per non prestare il servizio militare mentre gli altri italiani si battevano al fronte e POI DOPO LA GUERRA scesero dalle montagne (commettendo i peggiori crimini contro l'umanità) e proclamandosi senza alcun ritegno vincitori quando in realtà la guerra era già finita e l'avevano vinta gli Alleati .
 
Titolo: Re:Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima
Inserito da: COSMOS1 - Agosto 13, 2013, 17:59:37 pm
vabbè, saremo anche off topic, ma mi sembra che ormai l'essenziale sia stato detto ...
chiudo