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Dialoghi => Media: notizie, links, articoli, siti, video, libri e manifesti => Topic aperto da: Vicus - Luglio 16, 2020, 01:50:48 am

Titolo: "La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 16, 2020, 01:50:48 am
Questo topic raccoglie appunti sul libro di Santiago che diventeranno forse una recensione su Amazon.
Il testo ha sicuramente molti aspetti positivi ma la domanda da porsi è se eventuali lati negativi non ne minino la credibilità: una mela avvelenata può essere saporita quanto si vuole ma è completamente da buttare.
Avendo appena cominciato a leggerlo, non posso rispondere ora.
Personalmente valuto l'antifemminismo di un libro non solo da brillanti osservazioni ma soprattutto:
- Dalla sua attendibilità scientifica e storica ovvero dalla presenza di teorie inverosimili e strampalate
- Dalle conclusioni cui giunge che devono essere opposte a quelle del femminismo. Ed è soprattutto qui, temo, che il testo di Santiago potrebbe rivelarsi deludente.

Per quanto riguarda il primo punto, Santiago molto correttamente dice: "Gli elenchi contenuti in questo libro non si prefiggono di essere una ricerca di valore accademico."
In effetti ho più volte posto la domanda a Santiago che non ha mai risposto, se avesse qualifiche accademiche per esporre certe teorie che definiva (in rete) scientifiche e se avesse mai pubblicato su una rivista scientifica. Gli sarebbe bastato citare la prima pagina del libro.

Per quanto riguarda il secondo, Santiago giustamente afferma che il femminismo è nemico della famiglia. A pagina 486 dice che il matrimonio non era vissuto dalla donna come un'oppressione (vero) ma era per quest'ultima molto conveniente. Forse tra morti di parto, povertà, lavori nei campi e vedovanza di guerra, oltre alla prole da accudire non era esattamente così ma d'altra parte anche gli uomini si spaccavano la schiena e morivano in guerra.
A pg. 488 però... cominciano i teoremi di Santiago: con una ridda di citazioni (letterarie) scelte all'uopo cerca di dimostrare l'idea a lui cara, che il matrimonio è un'oppressione per l'uomo e che gli uomini l'hanno sempre vissuto "in modo fatalistico", come "una condanna alla schiavitù", una "rete dove si cade preda della donna".

Il punto cruciale è: che credibilità si dà all'antifemminismo affermando che l'umanità si è retta per millenni su un inganno e sull'oppressione di un genere nei confronti dell'altro? Si è letto Santiago qualche serio testo di antropologia prima di affermare cose del genere? Soprattutto, le femministe non dicono la stessa cosa?
Inoltre se la famiglia si fonda su un inganno (femminile) per intrappolare l'uomo, non è anche Santiago nemico della famiglia come le femministe?
E' semplice logica.

Vorrei aggiungere una nota non irrilevante: opporsi al matrimonio e alla famiglia, in qualunque modo lo si faccia, significa aprire la strada a forme di organizzazione sociale da incubo, al falansterio del Mondo Nuovo di Huxley, che lucidamente diceva (a differenza del buon selvaggio australopiteco di Santiago) che rendeva infelice l'umanità.
E' una suggestione di antiche origini, di probabile derivazione neoplatonica (esoterica  e gnostica) molto forte in Spagna da secoli (dai tempi dell'Inquisizione) ma presente anche in Italia ad esempio in svariati esponenti dell'ordine domenicano (es. Campanella con la sua Città del Sole dove i cittadini vengono accoppiati secondo criteri eugenetici).
Il lettore di mente aperta troverà interessante sapere che spesso parole come scienza e progresso servono a ripropinare le solite arie vecchie di secoli.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: KasparHauser - Luglio 17, 2020, 19:59:30 pm
Molto sommessamente io credo che il matrimonio non possa essere un valore imprescindibile per tutti gli antifemministi.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 17, 2020, 21:13:24 pm
Anni fa, quando iniziai ad interessarmi di questi argomenti, (avevo già 35 anni) i primi libri che lessi furono quelli di Claudio Risè.
Fra questi "Essere uomini, la virilità in un mondo femminilizzato" e "Il padre, l'assente inaccettabile".
https://www.google.it/search?sxsrf=ALeKk01SobANvYLGeAn6g7S9VM2gnauNNA:1595012130178&q=Essere+uomini.+La+virilit%C3%A0+in+un+mondo+femminilizzato+Claudio+Ris%C3%A9&stick=H4sIAAAAAAAAAONgFuLWT9c3NDIoLqgqLFDiAXOSCpLS0sqMtQQcS0sy8otC8p3y87P983IqF7G6uBYXpxalKpTm52bmZeop-CQqlGUWZeZklhxeoJCZp1Cap5Cbn5eSr5CWmgtSkZNZVZVYkq_gnJNYmpKZrxCUWXx45Q5WRgDk0PG9eQAAAA&sa=X&ved=2ahUKEwih0Lmb-9TqAhXExMQBHXf6AGUQxA0wHnoECAwQCQ&biw=1366&bih=657

Beh, dopo averli letti mi chiesi: ma Risé cos' ha di antifemminista ?
Risposta: nulla, anche perché costui è stato un femminista, al pari di tanti altri intellettuali o pseudo tali, della sua generazione.
Mentre quando ho letto questo libro di Santiago,
https://www.amazon.it/grande-menzogna-del-femminismo/dp/8885804993
mi son detto: bel libro, scritto da un vero antifemminista. *
Non ho condiviso tutto quel che ha scritto, ma in gran parte sì.

@@


* Io son molto più drastico di lui, poiché ritengo le femmine stesse responsabili di tutto ciò e non solo il femminismo, che senza un adeguato "terreno fertile" (cioè il cervello delle femmine...) non sarebbe mai potuto attecchire.

Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 17, 2020, 22:03:17 pm
Le impressioni soggettive senza argomenti valgono poco. Santiago difende la famiglia a differenza delle femministe? Assolutamente no (c'è un altro topic che lo prova): per lui il matrimonio è una prigione femminile che non dovrebbe neppure esistere giuridicamente, e anche la paternità è un'idea inculcata dalle femmine. Dov'è la differenza col femminismo contrario a matrimonio e famiglia? Neanche Santiago è stato capace di dirlo.
Poi se è vero come dice che la storia è tutta un'oppressione matriarcale anziché patriarcale non è femminismo questo, anche se di banda opposta? L'antifemminismo dovrebbe tendere alla pacificazione tra i sessi, dove il femminismo tende al conflitto. O sbaglio?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 17, 2020, 22:28:34 pm
Molto sommessamente io credo che il matrimonio non possa essere un valore imprescindibile per tutti gli antifemministi.
Allora te lo dico in un orecchio: non sto parlando di scelte di vita personali ma della svalutazione dell'istituto familiare, cellula essenziale di ogni società. Chi si oppone alla famiglia come le femministe che cos'è?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 18, 2020, 08:46:19 am
Le impressioni soggettive senza argomenti valgono poco.

Impressioni soggettive ?
No, non sono impressioni soggettive, ma oggettive, poiché Risé NON è mai stato un antifemminista.
Di rimando potrei farti notare che un antifemminista non cattolico potrebbe considerare altrettanto soggettive le tue impressioni su Santiago.


Citazione
Santiago difende la famiglia a differenza delle femministe? Assolutamente no (c'è un altro topic che lo prova):

Eh, e allora ?
Questo farebbe di lui un "simil femminista" ?


Citazione
Poi se è vero come dice che la storia è tutta un'oppressione matriarcale anziché patriarcale non è femminismo questo, anche se di banda opposta?

E fai queste domande a me, che in più occasioni ho definito puttanate entrambe le versioni ?
Di antifemministi convinti che le femmine abbiano sempre "comandato" ce ne son diversi in circolazione.
Basta fare un giro sul web e di scemenze ne troverai a iosa.


Citazione
L'antifemminismo dovrebbe tendere alla pacificazione tra i sessi, dove il femminismo tende al conflitto. O sbaglio?

Sì, ma la c.d. pacificazione può arrivare solo dopo un conflitto, che non è stato certamente voluto dagli antifemministi.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 18, 2020, 10:46:55 am
Impressioni soggettive ?
No, non sono impressioni soggettive, ma oggettive, poiché Risé NON è mai stato un antifemminista.
Già la rivalutazione della figura del padre (a differenza di Santiago) lo rende antifemminista.
Ripeto: l'antifemminismo non si giudica dalle parole, ma dagli esiti dei propri argomenti!
Citazione
Eh, e allora ?
Questo farebbe di lui un "simil femminista" ?
C'è poco da girarci intorno:
Santiago considera la famiglia come un luogo di oppressione come le femministe? SI'
Santiago svaluta (molto pesantemente) la paternità come le femministe? SI'
Il resto sono chiacchiere di contorno (di Santiago)

Questa è la filosofia femminista più avanzata:
https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,16966.msg195033.html#msg195033
Ad oggi nessuno ha dimostrato che sia un pelo differente da quella di Santiago.

Citazione
E fai queste domande a me, che in più occasioni ho definito puttanate entrambe le versioni ?
Di antifemministi convinti che le femmine abbiano sempre "comandato" ce ne son diversi in circolazione.
Basta fare un giro sul web e di scemenze ne troverai a iosa.
Appunto. Ma da uno che ha scritto due tomi sull'argomento è legittimo aspettarsi di più.
Citazione
Sì, ma la c.d. pacificazione può arrivare solo dopo un conflitto, che non è stato certamente voluto dagli antifemministi.
Le donne seguono la corrente, se si riaffermano valori maschili vi aderiscono altrimenti non bastano tutti i conflitti del mondo.

E' bene chiarire una cosa: l'uomo è un creatore di mondi. La famiglia, la civiltà, l'identità culturale non sono valori "cattolici" sono valori umani e particolarmente MASCHILI.
Il globalismo attacca il maschio perché per sua stessa natura è un ostacolo all'impero del Mercato. Le relazioni familiari, la paternità sono cose senza prezzo. I valori etici e spirituali sono tra le poche cose che non si possono comprare. Ecco perché il mercato le attacca nella persona degli uomini. Nelle mille e una pagine dei tomi di Santiago, c'è una riga su questo tema cruciale? Temo proprio di no. E' questo il vero problema del suo libro.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Malpais - Luglio 18, 2020, 11:26:36 am
L'antifemminismo dovrebbe tendere alla pacificazione tra i sessi, dove il femminismo tende al conflitto.

L'antifemminismo è la negazione del femminismo, ma definire il femminismo non è cosa facile, perchè con il tempo cambiano gli elementi che danno origine all'ideologia femminista. Non c'è un femminismo, ma ci sono diversi femminismi; non c'è quindi un antifemminismo, ma ci sono diversi antifemminismi. Trovo interessanti affinità tra la contrapposizione femminismo/antifemminismo e sinistra/destra (o, se si preferisce, progressismo/conservatorismo).
Il progressismo preme sull'acceleratore della storia, per cambiare la realtà contemporanea, verso nuove realtà; il conservatore si oppone, ma se l'opposizione fallisce, passato un po' di tempo, fa proprie le istanze del progressista e si opporrà alle nuove idee che il progressista ancora non è riuscito ad imporre alla società.
Un progressista degli anni '80 non si sarebbe sognato di legittimare le unioni omosessuali, un conservatore di oggi spesso ne è favorevole; quando pochi anni fa le femministe imposero il linguaggio di genere, i progressisti lo accettarono, i conservatori no: oggi riscontro che molti tra i conservatori parlano di sindaca e ministra, ancora qualche anno e lo faranno anche gli antifemministi.
Sul finire degli anni '60 le femministe vandalizzarono la civiltà occidentale,  attraverso l'emancipazione femminile:
1) Le donne sposate avrebbero dovuto lavorare fuori casa, senza dipendere economicamente dal marito, le donne non sposate non avrebbero dovuto contrarre matrimonio
2) uguaglianza tra i due sessi: niente più distinzioni tra sesso forte e sesso debole, tra ruoli maschili e femminili
3) relazioni sessuali fuori del matrimonio, senza stabilità
4) divorzio
5) aborto

Ebbene, oggi molti antifemministi sono favorevoli alla maggior parte di questi punti, se non a tutti: sono come i conservatori che hanno accettato le vittorie dei progressisti e considerano il proprio essere "di destra" (fuori di metafora: antifemministi) solo in relazione al nuovo progressismo (femminismo).

Una particolare menzione merita l'antifemminismo omologo del femminismo, che comprende quegli uomini che rifiutano il femminismo, ma che vorrebbero attribuire a sè i privilegi e le rivendicazioni delle femministe; più che antifemministi sono femministi al contrario. Negano il principio "donne über alles" (e in questo sono effettivamente antifemministi), ma, ragionando proprio come le femministe arrivano ad affermare "uomini über alles"; e così, come le femministe sognano di procreare ed educare figli senza uomini, loro sognano di farlo senza donne (vedasi utero artificiale), come le femministe considerano il sesso femminile come superiore, essi lo pensano del maschile. Essere antifemminista, per me, non significa solo rifiutare le istanze del femminismo, ma anche la sua logica.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 18, 2020, 12:42:55 pm
Wyndham Lewis diceva che il conservatorismo di oggi è il progressismo di ieri; similmente i diritti maschili di oggi sono spesso il femminismo di ieri.
Ma oggi certi antifemministi giungono alle stesse conclusioni del femminismo più avanzato: visione conflittuale dei rapporti tra i sessi, distruzione della famiglia e adulterio istituzionalizzato, figli avuti da più partner (paternità di gruppo), cancellazione della storia e della civiltà come oppressione di un sesso sull'altro (maschile o femminile secondo i casi), utero artificiale il cui inquadramento giuridico è già in preparazione nelle burocrazie UE. Anche l'essere umano deve essere ridotto a merce e venduto al miglior offerente: uomo, donna, lesbica, coppia queer poco importa perché una merce non ha diritti.
Nonostante qualche battuta brillante sui misfatti delle femministe è davvero impossibile qualificare tutto ciò come "diritti maschili".

Secondo me esiste un solo femminismo perché gli scopi che si prefigge sono gli stessi nel tempo.
Le apparenti differenze sono dovute solo a una gradualità di approccio per meglio condizionare l'opinione pubblica secondo il noto schema della finestra di Overton.
Come dimostrato dal grande Antifeminist, qui citato, anche il femminismo delle origini era suprematista e apertamente antimaschile. In seguito non è cambiato ma ha rivelato i suoi veri scopi, o se preferite è giunto alle sue inevitabili conclusioni.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Malpais - Luglio 18, 2020, 14:42:59 pm
Wyndham Lewis diceva che il conservatorismo di oggi è il progressismo di ieri

Io ne ho avuto il sospetto qualche anno fa, osservando la prassi della destra nordeuropea, per molti aspetti affine alla sinistra italiana, piuttosto che alla destra italiana. L'unico bastone che potrebbe bloccare le ruote del sistema progressista/femminista è la tradizione, cioè l'adesione a valori fuori del tempo, naturali, la cui violazione non potrebbe mai essere accettata. Appartiene a questo sistema di valori la famiglia.

Secondo me esiste un solo femminismo perché gli scopi che si prefigge sono gli stessi nel tempo.
Le apparenti differenze sono dovute solo a una gradualità di approccio per meglio condizionare l'opinione pubblica secondo il noto schema della finestra di Overton. Come dimostrato dal grande Antifeminist, qui citato, anche il femminismo delle origini era suprematista e apertamente antimaschile. In seguito non è cambiato ma ha rivelato i suoi veri scopi, o se preferite è giunto alle sue inevitabili conclusioni.

Sicuramente nell'intellighènzia femminista sessantottina o di inizio Novecento vi erano esponenti che si sarebbero compiaciute dell'attuale femminismo. Nel contempo però vi erano femministe che desideravano sinceramente l'uguaglianza e la parità con l'uomo piuttosto che la sua prevaricazione. Mi è capitato di sentire donne che condannavano il femminismo contemporaneo (ad esempio, il movimento metoo), ma approvavano quello sessantottino; oppure che sostenevano che il femminismo avesse esagerato, andando oltre i suoi scopi dichiarati. A me pare quindi che le differenze tra le femministe siano reali, anche se effettivamente esiste, in capo ad alcune di esse, la gradualità di approccio, cui facevi riferimento.
L'unico femminismo che perdura è quello "suprematista e apertamente antimaschile" perché non ha un programma puntuale che potrebbe un giorno considerarsi esaurito una volta raggiunti gli obiettivi, ma, più semplicemente, postula un conflitto permanente contro l'uomo, di ogni tempo e luogo.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 18, 2020, 15:17:41 pm
Vicus

Citazione
Già la rivalutazione della figura del padre (a differenza di Santiago) lo rende antifemminista.

No, la rivalutazione della figura del padre non rende Risé un antifemminista, proprio perché egli non lo è e non lo è mai stato. *
Non forzare la realtà.


Citazione
Le donne seguono la corrente, se si riaffermano valori maschili vi aderiscono altrimenti non bastano tutti i conflitti del mondo.

E come pensi di riaffermare i c.d. valori maschili ?
Con dei mazzi di rose rosse ?


Citazione
Il globalismo attacca il maschio perché per sua stessa natura è un ostacolo all'impero del Mercato. Le relazioni familiari, la paternità sono cose senza prezzo. I valori etici e spirituali sono tra le poche cose che non si possono comprare. Ecco perché il mercato le attacca nella persona degli uomini.

Il mercato non è una entità astratta che prescinde la specie umana.
Il mercato è una creazione maschile, perciò i principali nemici degli uomini sono gli stessi uomini.
Lo scrivevano già i vecchi della questione maschile alcuni lustri fa.


@@@

* Per vie traverse mi risulta che decenni fa andasse anche da Maurizio Costanzo a fare propaganda antimaschile...
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 18, 2020, 15:29:43 pm
Come dimostrato dal grande Antifeminist, qui citato, anche il femminismo delle origini era suprematista e apertamente antimaschile. In seguito non è cambiato ma ha rivelato i suoi veri scopi, o se preferite è giunto alle sue inevitabili conclusioni.

Non l'ho conosciuto ma riguardo ad Antifeminist (cioè "Joker") non posso che concordare.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 18, 2020, 20:20:09 pm
L'unico bastone che potrebbe bloccare le ruote del sistema progressista/femminista è la tradizione, cioè l'adesione a valori fuori del tempo, naturali, la cui violazione non potrebbe mai essere accettata. Appartiene a questo sistema di valori la famiglia.
L'umanità può innovare su quasi tutto e adattarsi a una molteplicità di situazioni, ma esiste un nucleo di valori elementari senza i quali non è più umana e che non è possibile cambiare.
Siamo tutto fuorché un'epoca di progresso, non si inventa più nulla di rivoluzionario almeno dagli anni '80, il dibattito scientifico è silenziato in nome delle fake news e di comitati di inquisitori (patti trasversali per la scienza ecc.) che censurano interviste di scienziati qualificati.
Anzi, l'umanità si sta inabissando nella più oscura barbarie, con i rapporti umani che raggiungono il grado zero di onestà e lealtà e una società marcia fino al midollo.
Nel contempo però vi erano femministe che desideravano sinceramente l'uguaglianza e la parità con l'uomo piuttosto che la sua prevaricazione. Mi è capitato di sentire donne che condannavano il femminismo contemporaneo (ad esempio, il movimento metoo), ma approvavano quello sessantottino; oppure che sostenevano che il femminismo avesse esagerato, andando oltre i suoi scopi dichiarati.
Io non le ho mai conosciute queste femministe "sincere" e moderate; né il '68 è stato un fenomeno positivo anche in relazione alla parità tra i sessi.
E' come dire: mi è capitato di sentire nazisti che criticavano gli eccessi del '43 sostenendo che avesse esagerato, andando oltre i suoi scopi dichiarati. E in effetti in riferimento al comunismo è pieno di gente che dice esattamente questo.
L'unico femminismo che perdura è quello "suprematista e apertamente antimaschile" perché non ha un programma puntuale che potrebbe un giorno considerarsi esaurito una volta raggiunti gli obiettivi, ma, più semplicemente, postula un conflitto permanente contro l'uomo, di ogni tempo e luogo.
Il femminismo si è evoluto nell'ideologia arcobaleno, che nega perfino la biologia umana, ancora non abbiamo visto niente.
E come pensi di riaffermare i c.d. valori maschili ?
Citazione da: Frank
Con dei mazzi di rose rosse ?
Sicuramente non coi carri armati, che oltre a non averli sono completamente inutili. Il sistema si autodistruggerà ma noi dovremo fare massa, farci sentire. Non si possono annientare miliardi di persone. E' l'unica possibilità.
Citazione
* Per vie traverse mi risulta che decenni fa andasse anche da Maurizio Costanzo a fare propaganda antimaschile...
Bene Frank ma se così fosse sicuramente non ha detto le str :censored: di Santiago, che arriva, come le femministe più agguerrite a svalutare la paternità insieme con storia, identità culturale e valori etici e sociali. E' la barbarie più radicale, oltretutto esposta con un semplicismo che in un attivista maschile non dovrebbe esserci.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Malpais - Luglio 18, 2020, 21:15:42 pm
Io non le ho mai conosciute queste femministe "sincere" e moderate; né il '68 è stato un fenomeno positivo anche in relazione alla parità tra i sessi.
E' come dire: mi è capitato di sentire nazisti che criticavano gli eccessi del '43 sostenendo che avesse esagerato, andando oltre i suoi scopi dichiarati. E in effetti in riferimento al comunismo è pieno di gente che dice esattamente questo.

1) Quanto all'esistenza di più femminismi (o, se si preferisce, di diverse sensibilità internamente al femminismo):
    1.1) https://www.ilfoglio.it/societa/2018/02/09/news/molestie-metoo-femministe-francesi-contro-moralismo-america-177913/ (https://www.ilfoglio.it/societa/2018/02/09/news/molestie-metoo-femministe-francesi-contro-moralismo-america-177913/)
    1.2) https://it.insideover.com/politica/femministe-usa-contro-metoo-e-hillary-clinton.html (https://it.insideover.com/politica/femministe-usa-contro-metoo-e-hillary-clinton.html)

2) Quanto al '68, mi sono già espresso, condannandolo. Perché è proprio la parità dei sessi, di stampo sessantottino, all'origine della crisi della famiglia (e quindi della società) nonché della diffusione della propaganda omosessuale. Ma ambasciator non porta pena: ho davvero sentito donne approvare il '68 e condannare il femminismo contemporaneo. Peraltro, non mi pare di aver riportato un pensiero stravagante: anzi, è comune nelle donne - e non così raro negli uomini - sentire certi discorsi, che non ho motivo di presumere come mendaci. Invito chiunque a domandare a una donna contemporanea 1) se sia femminista e 2) se sia favorevole all'uguaglianza e alla parità tra uomo e donna: molto probabilmente le risposte ai due quesiti sarebbero rispettivamente: no; sì.



Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Malpais - Luglio 18, 2020, 22:16:06 pm
Citazione
Il femminismo si è evoluto nell'ideologia arcobaleno, che nega perfino la biologia umana, ancora non abbiamo visto niente.

Se la Rowling è femminista, e la Rowling è contraria all'ideologia transessuale (vedasi: https://www.ilmessaggero.it/mind_the_gap/rowling_vandali_impronte_edinburgo_movimento_trans-5342641.html (https://www.ilmessaggero.it/mind_the_gap/rowling_vandali_impronte_edinburgo_movimento_trans-5342641.html)), si deduce che non tutto il femminismo si è evoluto in ideologia arcobaleno e che, ancora una volta, esistono più declinazioni del femminismo, anche tra loro conflittuali.
Altro esempio: https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=14945.0 (https://www.questionemaschile.org/forum/index.php?topic=14945.0)

I casi di femministe non arcobaleno non mancano, ma indubbiamente è stata stretta l'alleanza tra i due mondi. Un'alleanza, secondo me, effimera, perché le femministe non sarebbero disposte a tollerare gli arcobaleno (o gli islamici, altra categoria amata dalle stesse) a qualunque costo.
Riempiamo gli spogliatoi e i campi sportivi femminili di maschi che si sentono femmine, riconosciamo agli stessi il diritto di beneficiare delle quote rosa (o di altri privilegi femminili), qualcosa mi dice che le femministe si riprenderebbero molto in fretta dall'infatuazione arcobaleno...
Comunque sì, Vicus, non abbiamo ancora visto niente.

Citazione
E come pensi di riaffermare i c.d. valori maschili ?

Sono scettico circa la possibilità di riaffermare organicamente i valori maschili, perché i medesimi sono espressione di civiltà e l'Occidente è manifestamente incivile. Diversamente, è possibile vincere singole battaglie, anche importanti, per il tramite di partiti politici che si ispirino, almeno in parte, a valori tradizionali (la vicenda del ddl Pillon non è da considerarsi un fallimento, ma una speranza); e non trascurerei certi gruppi organizzati, interni alla società italiana, che possano tenere acceso il fuoco fino a tempi migliori, fino a quando cioè la società occidentale cadrà come un castello di carte.

Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 18, 2020, 23:11:14 pm
Credo nessuno neghi che questa è una guerra, e in guerra gli schieramenti sono sempre due. Che i generali Patton e Montgomery avessero sensibilità diverse è secondario. Contano le idee e gli interessi di fondo, che vedono femministe ed LGBT da un lato, e uomini quasi completamente inconsapevoli ed autolesionisti dall'altro. E finché gli uomini continueranno a considerare alleato il nemico, sono destinati a progressiva dissoluzione in quanto uomini. Anche con brillanti battute sullo sfruttamento economico femminile che servono a scatenare l'applauso ma nulla di più. E' come voler rilanciare l'occupazione restando nell'Euro, finché si gioca con le regole del nemico si perde terreno in cambio di molta demagogia, aperitivi con lo stalker e altri circenses.
Poi non credo che il '68 abbia realizzato alcuna parità, né che ci fosse questa oppressione delle donne prima. Anzi.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 19, 2020, 15:45:38 pm
Sicuramente non coi carri armati, che oltre a non averli sono completamente inutili.

Non è questione di carri armati, di cui nessuno ha parlato, è questione che per avere la pace bisogna prima fare la guerra.
E per guerra intendo dire che la mentalità, il modo di ragionare degli uomini e di rapportarsi con le donne, deve (dovrebbe...) totalmente cambiare.
Anche i "cavalieri bianchi con la spada sguainata" devono assolutamente scomparire.
Ma questo non sarà (se lo sarà) certamente un processo rapido, bensì lungo.


Citazione
Il sistema si autodistruggerà ma noi dovremo fare massa, farci sentire.

Quel giorno saremo già morti da tempo.


Citazione
Bene Frank ma se così fosse

La fonte è più che sicura, altro che "se così fosse".
Per quanto riguarda Santiago, devo dirti che pur condividendo in parte le tue affermazioni, al tempo stesso mi lascia perplesso il tuo "accanimento" nei suoi confronti.
Un accanimento che in passato nemmeno io ho avuto nei confronti di Fabrizio Marchi, che per certi aspetti - e dal mio punto di vista, ovviamente - è peggio di Santiago.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 19, 2020, 20:15:35 pm
Citazione
Per quanto riguarda Santiago, devo dirti che pur condividendo in parte le tue affermazioni, al tempo stesso mi lascia perplesso il tuo "accanimento" nei suoi confronti.
Un accanimento che in passato nemmeno io ho avuto nei confronti di Fabrizio Marchi, che per certi aspetti - e dal mio punto di vista, ovviamente - è peggio di Santiago.
Frank non c'è nessun accanimento personale a differenza di altri. I temi affrontati in relazione a Santiago sono cruciali per la QM. Delle altre questioni che ha scritto e della sua persona non mi sono mai occupato.
Avevo deciso di lasciar perdere (pur, ripeto, trattandosi di questioni cruciali) ma avendo visto che questa cortesia non è ricambiata, con le censure e le gogne da Stasi e le calate dei barbari (tutti di SST e dintorni) su siti terzi al solo scopo di insultare con attacchi personali, il minimo che possa fare è far luce sulle patenti :censored: di certo pensiero QMista.
Certo, se tornasse un clima pacifico e leale su quei siti potrei riconsiderare la cosa.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Malpais - Luglio 19, 2020, 20:24:15 pm
il modo di ragionare degli uomini e di rapportarsi con le donne, deve (dovrebbe...) totalmente cambiare.
Anche i "cavalieri bianchi con la spada sguainata" devono assolutamente scomparire.
Ma questo non sarà (se lo sarà) certamente un processo rapido, bensì lungo.

Il processo di cambiamento maschile è sicuramente lungo, ma è già in atto da tempo. La galanteria, tipica di tempi in cui i rapporti tra i sessi erano ben diversi, tra le giovani generazioni sta andando scomparendo. Le stesse donne, non raramente, rimpiangono "gli uomini di una volta", e lo fanno perché effettivamente questi sono sempre più rari.
Le ragioni risiedono nel previo cambiamento delle donne, che, mediante l'evoluzione del sistema capitalistico e del mercato del lavoro, hanno assunto costumi e ruoli sociali tipicamente maschili, tali da indurre gli uomini a non percepire più nelle stesse la debolezza femminile che avrebbe giustificato le tradizionale protezione maschile. In altri termini, le donne, raggiungendo rimunerazioni sostanzialmente identiche a quelle degli uomini, e accedendo alle stanze dei bottoni, hanno smesso di essere sesso debole (ma anche gentil sesso); specularmente gli uomini hanno perso il ruolo di sesso forte, perché la forza, penso sia chiaro, risiede nel potere e il potere deriva dalla ricchezza che si possiede o si produce.

Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 19, 2020, 21:14:23 pm
Il processo di cambiamento maschile è sicuramente lungo, ma è già in atto da tempo. La galanteria, tipica di tempi in cui i rapporti tra i sessi erano ben diversi, tra le giovani generazioni sta andando scomparendo. Le stesse donne, non raramente, rimpiangono "gli uomini di una volta", e lo fanno perché effettivamente questi sono sempre più rari.

Per arrivare "dove dico io" ci vorrà molto tempo.
Resta il fatto che ancora oggi, nella grandissima maggioranza dei casi, i giovani maschi seguitano a finanziare le giovani femmine (cene, regali, ecc), senza avere nulla in cambio dalle suddette, che molto spesso non sanno nemmeno cuocere un uovo.
Al tempo stesso sanno frantumare "a meraviglia" gli zebedei.


Citazione
hanno smesso di essere sesso debole (ma anche gentil sesso); specularmente gli uomini hanno perso il ruolo di sesso forte, perché la forza, penso sia chiaro, risiede nel potere e il potere deriva dalla ricchezza che si possiede o si produce.

Capisco cosa vuoi dire, ma da ex atleta quale sono ci tengo sempre a precisare che dal punto di vista fisico-muscolare le femmine restano sempre il sesso debole.
Mentre per quanto riguarda la questione relativa al "gentil sesso", la penso esattamente come alcuni vecchi della q.m., secondo i quali la c.d. "accoglienza femminile" altro non era che un "prodotto" dell' estinto patriarcato (in Occidente).
Finito quello è emersa la vera natura femminile, che di accogliente e gentile ha ben poco.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: KasparHauser - Luglio 19, 2020, 22:01:55 pm
Comunque sulla famiglia e il matrimonio io la penso come Santiago, e non mi sento affatto femminista. Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Malpais - Luglio 19, 2020, 22:32:43 pm
Resta il fatto che ancora oggi, nella grandissima maggioranza dei casi, i giovani maschi seguitano a finanziare le giovani femmine (cene, regali, ecc), senza avere nulla in cambio dalle suddette, che molto spesso non sanno nemmeno cuocere un uovo.

Sì, nei rapporti affettivi le cose stanno probabilmente come dici, soprattutto durante la "fase di conquista". Io mi riferivo principalmente alle relazioni non sentimentali; per esempio, oggi nessun giovane uomo si sognerebbe di cedere il proprio posto su un mezzo pubblico ad una donna (salvo ovviamente che abbia problemi fisici); e non userebbe più, confrontandosi con una qualunque donna, certe gentilezze e cortesie tanto frequenti fino a pochi anni fa. Questo mi fa pensare che le cose stiano cambiando.

Citazione
Capisco cosa vuoi dire, ma da ex atleta quale sono ci tengo sempre a precisare che dal punto di vista fisico-muscolare le femmine restano sempre il sesso debole.

Anche questo è vero, la natura esiste, e non cambia; però i costumi possono influire al punto da offuscarla o ridimensionarne il ruolo.
Le donne fino a pochi decenni fa erano innanzitutto madri, dipendevano economicamente dal marito ed erano in tutti i sensi sesso debole, quindi meritevoli di particolare attenzioni e protezione sociale. Oggi non c'è più ragione di considerarle in questi termini, perché economicamente sono pari agli uomini, ed è ingiusto perciò che siano destinatarie di benefici che non esito a definire privilegi. Ieri come oggi le donne sono più deboli fisicamente, ma se possiedono ricchezza e potere, sono forti, e come tali devono essere trattate.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 19, 2020, 22:42:01 pm
Comunque sulla famiglia e il matrimonio io la penso come Santiago, e non mi sento affatto femminista.
In tal caso possiamo rallegrarci perché se gli obiettivi di Santiago e della QM coincidono con quelli del femminismo più avanzato (abolizione di matrimonio e famiglia) saranno sicuramente realizzati.
Citazione
Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.
Non tieni conto dei figli che sono gli uomini e i cittadini di domani. I figli dei separati hanno parecchi problemi (difese immunitarie, deficienze cognitive, hikikonori) come mi ha detto proprio un separato. Secondo te come si può rimediare a questo, allevandoli in un falansterio di Stato tipo Bibbiano?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Malpais - Luglio 19, 2020, 23:07:57 pm
Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.

Quello economico è solo uno degli aspetti secondo cui considerare il matrimonio. Il matrimonio, non solo nell'Occidente cristiano, aveva un significato spirituale che legava i coniugi e costituiva la base, solida, di roccia, su cui costruire la famiglia, elemento essenziale di qualunque società. E così, tramite il matrimonio, generazione dopo generazione, perduravano le civiltà; e nella stabilità familiare, di padre in figlio, si tramandava la propria cultura.
Oggi il matrimonio (civile) non è che una degenerazione, o meglio, una parodia, del matrimonio autentico.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: KasparHauser - Luglio 19, 2020, 23:48:05 pm
Sì ma il punto è che i discorsi sulla famiglia e il matrimonio secondo me non sono dirimenti per giudicare un antifemminista e un "eretico" della causa. Come antifemminista se incontro un giovane uomo io gli dico "non ti sposare" .
Come uomo del mio tempo io assisto alle macerie cui una certa visione progressita unita agli interessi del liberismo e del globalismo ci ha portati. Allora il discorso si fa più ampio, l'antifemminismo non è più in grado di abbracciare un orizzonte così vasto, allora le valutazioni su famiglia e matrimonio potrebbero persino cambiare.
E poi insomma, che due nemici si trovino d'accordo su un punto non fa di essi la stessa cosa, sopratutto se a quel punto arrivano per strade opposte. Anche cristianesimo e comunismo ecc. ecc...s'è capito.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 20, 2020, 00:03:00 am
Qualunque ideologia si giudica dai suoi effetti. Le coppie aperte e la paternità di gruppo sono un disastro per la società. E' stato il femminismo che ha creato questo stato di cose, moltiplicando le separazioni e togliendo i figli ai padri.
Ora Santiago sostiene che la paternità non esiste in natura ma è inculcata dalle femmine e che le scimmie che reputa nostre antenate si disinteressavano completamente della prole. Non ci sono sofismi per non definire questo pensiero femminista, perché legittima tra l'altro l'affido esclusivo.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 20, 2020, 00:34:14 am
Le donne fino a pochi decenni fa erano innanzitutto madri, dipendevano economicamente dal marito ed erano in tutti i sensi sesso debole, quindi meritevoli di particolare attenzioni e protezione sociale. Oggi non c'è più ragione di considerarle in questi termini, perché economicamente sono pari agli uomini, ed è ingiusto perciò che siano destinatarie di benefici che non esito a definire privilegi. Ieri come oggi le donne sono più deboli fisicamente, ma se possiedono ricchezza e potere, sono forti, e come tali devono essere trattate.

Qui sfondi una porta aperta.
Aggiungo che in un contesto sociale come il nostro, le femmine son forti anche se non hanno ricchezza e potere derivato dalla posizione sociale, perché possiedono già un altro potere naturale, ovvero quello sessuale.
Ovviamente il discorso vale finché son relativamente giovani e attraenti.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Jason - Luglio 20, 2020, 01:04:30 am
In tutti questi discorsi penso che il fraintendimento di quello che dice Vicus sulla famiglia è il pensare che criticare la visione di Santiago voglia dire consigliare agli uomini di sposarsi per combattere il femminismo .

Perchè un conto è mettere in guardia gli uomini dalle leggi che oggi, dopo il divorzio, avvantaggiano le donne, e qui non c'è bisogno di spiegare il perchè. Un altro è accettare  la narrazione secondo la quale il matrimonio in realtà era un costrutto artificiale che opprimeva gli uomini .  In altre parole,  combattere il femminismo sullo stesso terreno dove è cresciuto il femminismo . Se c'è una strategia migliore per perdere miseramente è proprio questa . Anche perchè la visione di Santiago nega la base dell'antisessismo, cioè la teoria bisessista . Negare la base dell'antisessismo significa negare la QM .

Citazione
Il matrimonio è stato uno stumento di sopravvivenza che rispondeva alle esigenze sia degli uomini che delle donne, le quali un tempo fuori dal matrimonio sarebbero state semplicemente spacciate. Oggi è uno strumento del tutto obsoleto che non serve a nessuno e che, dopo la riforma, trova nell'uomo la parte più penalizzata.

Ti darei ragione se non fosse per il fatto che a sbattersi contro le leggi antimaschili sono perlopiù i padri separati . Che , saranno pure QMmisti solo perchè , per usare un termine alla frank, ci hanno "sbattuto il muso", ma nei fatto ci mettono la faccia . AD oggi, da parte di chi tira fuori tutte le belle prediche sul matrimonio che ormai non serve a niente perchè - completa tu - , fin'ora proposte concrete , tolti i bigenitorialisti , non ne ho mai lette nè sentite . Mentre le femministe più furbe - furbe nel senso che sottilmente sanno fare i loro interessi - già parlano di riformare la legge 54/2006 , che già in minima parte ha risolto i problemi sulle mancate presenze paterne , e sapete già cosa significa se scompare la 54 . Ora, vogliamo impedire lo scippo del già precario diritto di un bambino ad avere entrambi i genitori oppure è sufficiente lamentarsi che in realtà sposarsi era un'oppressione per gli uomini ?*

Invito il "santiago pensiero" ad andare dall'ex marito di questa tizia :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/17/alienazione-parentale-il-caso-laura-massaro-ha-aperto-un-vaso-di-pandora/5674921/

che da almeno 4  anni combatte contro l'ostracismo nei suoi confronti, a fare la predica secondo la quale lui è stato stupido a sposarsi perchè il matrimonio opprimeva gli uomini , anzichè fornire un concreto aiuto , per quello che ovviamente si può fare ci mancherebbe altro .


Citazione
La fonte è più che sicura, altro che "se così fosse".

Lasciamo perdere il passato perchè una persona si può anche ravvedere , adesso Claudio Risè fra propaganda antimaschile o dice cose prettamente QMmiste ? Mentre santiago negando di fatto il bisessismo è realmente QMmista ? Le etichette servono a poco, altrimenti dovrei pensare che Lauder , che disprezza apertamente gli incel, sia un antifemminista . Chi disprezza gli incel per partito preso è tutto tranne che antifemminista , perciò ormai le etichette le lascio stare .

*Mentre scrivo qui alcune pagine femministe e politichE si stanno già muovendo in tal senso a fare interrogazioni per sfilare da sotto il naso la 54 e quindi estromettere definitivamente il padre dalla vita dei figli. Scegliete voi qual'è il male minore .
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 20, 2020, 04:53:50 am
Qualcuno dovrebbe spiegarmi come si può essere QMisti affermando che la paternità è un lavaggio del cervello femminile. Come la mettiamo con la tutela dei separati, fondamento della QM?
E' una posizione poco seria, per usare un eufemismo e un'idea femminista, confermata dai due libri scritti da femministe e da un giudice familiare donna che ho sentito tempo fa per cui era normale affidare i figli alle madri. Questi sono gli EFFETTI del Santiago-pensiero, che qualche battuta su Giovenale non vale a riscattare.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: santiago - Luglio 20, 2020, 12:05:48 pm
Invito il "santiago pensiero" ad andare dall'ex marito di questa tizia :
https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/01/17/alienazione-parentale-il-caso-laura-massaro-ha-aperto-un-vaso-di-pandora/5674921/

che da almeno 4  anni combatte contro l'ostracismo nei suoi confronti, a fare la predica secondo la quale lui è stato stupido a sposarsi perché il matrimonio opprimeva gli uomini , anziché fornire un concreto aiuto , per quello che ovviamente si può fare ci mancherebbe altro

A quanto pare la recensione è arrivata prima della lettura dell'opera. Insomma, una recensione aprioristica. Dubito che l'esito della recensione finale cambierà di molto, in quanto si tratta di una recensione “predeterminata”. Speriamo.

Come sostengo ormai da molto tempo, la confusione (e la polemica) arriva da quello che dico io e da quello che Vicus dice che dico io, che non sono la stessa cosa.

Io non ho mai respinto la paternità, né la famiglia né ho affermato che la civiltà è stata creata dalle donne né che le donne abbiano oppresso per millenni gli uomini. Sinceramente, stanca ripeterlo.

Io sono un papà separato, i miei figli mi sono stati sottratti in una separazione conflittuale allucinante nata nel 2006 e che non è finita (!). Mi sono allora avvicinato alla questione maschile perché mi sono subito accorto che io avevo un problema non in quanto marito o in quanto padre, ma in quanto uomo. Il mio problema e la discriminazione che subivo in ogni sede era dovuta al fatto che ero un uomo.
L'opera nasce da questa esperienza vissuta, è esplicitato tanto all'inizio (introduzione) come alla fine, nell'epilogo (Requiem), un'appello per i diritti calpestati dei papà separati, esplicito. Dunque non capisco in che modo l'opera, che rivendica il ruolo paterno nella stessa premessa e nell'epilogo conclusivo, possa diventare un attacco alla paternità come fanno le femministe, quando è tutto il contrario. Naturalmente all'interno dell'opera denuncio la situazione dei mariti e dei papà separati (supportata come al solito da numerose citazioni e sentenze allucinanti), di papà che addirittura si suicidano per la perdita dei figli, come facevano nell'antichità.

L'intenzione dell'opera è realizzare un “capovolgimento” interpretativo, con un approccio perlopiù inedito, molto storico. Come c'è scritto all'inizio, titolo interno dell'opera, “Il secondo sesso capovolto”, titolo respinto dall'editore (ma da me mantenuto all'interno), l'intenzione dimostrare che è ragionevole e verosimile una lettura capovolta, non solo de “Il secondo sesso” (l'opera sinceramente a mio avviso più completa) ma di tutte le opere femministe precedenti e successive (citate nella bibliografia, comprese le tre enciclopedie delle Storia delle donne, libri promossi e finanziati da governi, università e “dottori”). E per capovolgere questa lettura della realtà (che è soggettiva!) ho usato principalmente i loro scritti, le loro fonti (!). Dunque viene fuori una narrazione perlopiù capovolta, che non vuol dire che sia falsa, di sicuro verosimile tanto come quella femminista. Importante perché io affronto gli argomenti spesso citando la premessa femminista per criticarla e smontarla. Lo scopo dell'opera non è pertanto creare un nuovo ordine sociale, familiare, religioso o qualcosa altro.

Ripeto di nuovo, il mio libro affronta quasi “tutto” perché il femminismo affronta “tutto”. Dunque gli argomenti specifici occupano soltanto una piccola parte nel complesso di tutta l'opera (ad esempio, il sessismo del linguaggio è trattato in più pagine del matrimonio nella storia). Naturalmente è lecito essere in disaccordo su questo o quell'argomento, ma vorrei smentire l'immagine che sembra venir fuori che l'opera consiste in un argomento esclusivo o principale, il matrimonio, quando presenta decine di tematiche diverse.

Detto questo, argomenti conflittuali: paternità, famiglia (matrimonio), sesso. Cerco di spiegarmi (per l'ennesima volta?)

Paternità: Ho aperto in questo Forum addirittura un post apposta per dirimere sulla questione, in modo di fornire ognuno argomenti e/o documenti della propria tesi. Non mi sembra che siano arrivati. Comunque la mia posizione (e dell'opera): la paternità (si intende affettiva) non è qualcosa di naturale. Ho segnalato che persino una parte del femminismo nega che la maternità sia un processo naturale, malgrado sia molto più evidente il legame che si crea dopo nove mesi di gravidanza. La paternità è un processo affettivo che si deve coltivare nell'uomo. Questa tesi è difesa nell'opera da numerose citazioni tanto etnologiche come etologiche, possono piacere o meno, ma rendono la posizione che ritiene l'amore paterno un processo automatico naturale a mio avviso indifendibile. Ripeto (ennesima volta) che qualcosa sia naturale o culturale non legittima di più o di meno un argomento (ad. es. l'omicidio o lo stupro è naturale, fa parte di una comportamento naturale). Dunque, una volta che si è costruita nella psiche maschile un legame affettivo con la prole, è un crimine spezzare questo legame. Non vedo come questa “realtà” possa sminuire i diritti dei padri, e per quale motivo non si dovrebbero adoperare gli stessi argomenti contro le madri usando le teorie femministe che sostengono che la maternità non è naturale. Detto questo, l'argomento era stato trattato in base a questa premessa della storiografia femminista: “nel matriarcato, quando gli uomini avrebbero scoperto la paternità (anche secondo questo modo di pensare la paternità non sarebbe un processo immediato e naturale), avrebbero soggiogato le donne per trasmettere i geni e i beni in sicurezza”. Io nego che la scoperta della paternità sia sorta dal nulla e per mano maschile, al contrario era di tutto interesse per le donne in un ambiente ostile (con minore capacità di sopravvivenza, ancora peggio con la prole) coltivare questo sentimento affettivo a proprio vantaggio (come avviene da un punto di vista etnologico e etologico, con esempi forniti nel libro). Penso all'attualità, per fare un esempio che ho segnalato nell'opera e mantenendo le distanze, come le uniche paternità “obbligatorie” di pari tempo condiviso richieste dalle madre, e concessi dai Tribunali, sono quelle che hanno figli con grandi problematiche di salute e richiedono tempo e cure.

Famiglia: non capisco in quale parte dell'opera è stata demonizzata la famiglia. Al contrario, mi sembra che ci siano qualche volta commenti di apprezzamento.
La domanda è : quale tipo di famiglia? E anche qui purtroppo non sono riuscito a ottenere una risposta. Lungo la Storia e nelle diverse società sono esistite e esistono numerosi tipi di famiglia, che a noi occidentali possono sembrare allucinanti. Immagino che qualcuno abbia in mente unica ed esclusivamente la famiglia intesa come matrimonio monogamico. Perché? E perché dovrebbe essere soltanto quel modello di famiglia l'unico universale e imposto per legge? Eurocentrismo, cristianocentrismo o egocentrismo? Comunque l'opera non si occupa di famiglia, ma ci sono dei concetti legati: matrimonio e sesso.

Credo sia fondamentalmente sbagliato legare il concetto di matrimonio (modo di vita scelto tra due adulti) con quello della paternità (crescita di un figlio). Questi due processi spesso coincidono ma possono avvenire anche in maniera distaccata. Dunque da una parte c'è la crescita di un minore, e la mia posizione è sempre stata quella di garantire il diritto del minore a crescere con un modello di riferimento forte maschile (paternità) e un modello di riferimento forte femminile (maternità). Paternità e maternità non sono in discussione.
Dall'altra parte ci sono due (o più adulti) che decidono di vivere in coppia o gruppo come meglio considerano secondo le proprie credenze, morale e fede, ciò che chiamiamo matrimonio. Oltre per una collaborazione per la sopravvivenza, il matrimonio diventa tale perché c'è tra i loro membri anche il concetto di “amore-sesso”. La mia opera non critica nemmeno il matrimonio in sé, anzi parla di matrimoni felici, l'opera critica molto fortemente il concetto della “monogamia” sessuale, che è innaturale nell'uomo (di nuovo supportato da numerosi citazioni e fonti), e di conseguenza il “matrimonio monogamico” o qualsiasi matrimonio sessualmente limitativo. La sessualità maschile è espansiva e senza limiti, al contrario di quella femminile (il libro cita fonti e argomenti). Le tesi femministe sono: “il matrimonio è un'istituzione a danno delle donne”. Nell'opera, dimostro il contrario, il matrimonio era l'istituzione che aiutava a sopravvivere soprattutto la donna (e prole), l'uomo se la cavava anche senza. Inoltre, lungo la Storia dimostro che il matrimonio è stato ritenuto un peso principalmente dall'universo maschile, le donne al contrario volevano sposarsi. Questi sono fatti (supportati da fonti e citazioni), chi non è d'accordo può pubblicare le proprie fonti e citazioni contrarie. Altra tesi: “la morale sessuale a colpito in maniera più devastante la vita sessuale delle donne”. E qui la mia critica diventa molto netta (e qui, a quanto pare, c'è lo scontro con la posizione di Vicus), la mia posizione è che l'uomo non ottiene alcun beneficio logico della moralizzazione del sesso (nemmeno dunque di sposarsi in un matrimonio monogamico), della culturalizzazione del sesso diverso di quanto avviene in natura (come abbiamo visto nulla c'entra l'argomento della paternità in questo ambito). Al contrario, le donne ottengono soltanto benefici dalla moralizzazione del sesso (e anche del matrimonio monogamico) (tutto spiegato in maniera più approfondita e supportato da numerosi fonti e citazioni).

Ho già spiegato che “moralizzazione del sesso” e “costruzione della civiltà” non sono sinonimi, comunque, andiamo avanti così.
Lo scopo del libro non è sostenere che “gli uomini abbiano vissuto millenni oppressi dalle donne”, tesi mai affermata da nessuna parte. È anche vero che dal libro viene fuori una fotografia di sofferenza maschile e non molto bella per l'immagine femminile, per il semplice fatto che è una fotografia capovolta de “Il secondo sesso”, dunque narra i misfatti delle donne e le sofferenze degli uomini. Molto superficialmente, e penso che qui si possa concordare, divido la sofferenza in due tipi: quella fisica (che si può contare: morti, feriti, imprigionati, torturati) e quella psicologica. La prima è obiettiva, e su questa qualsiasi confronto è superfluo. L'uomo è senza ombra di dubbio la vittima fisica della Storia. Molto diverso quella psicologica, che è soggettiva. Su questa io offro una lettura, naturalmente maschile.

Valori, religioni: non è un'opera sulle religioni né vuole essere un'opera moralista. Naturalmente critico gli “eccessi” delle religioni, tutte, parlo principalmente del cristianesimo perché io e il femminismo siamo nati in Occidente. Comunque non mi sembra di aver scritto un libro assolutamente antireligioso, anzi nella parte conclusiva, all'ora di criticare i “nuovi” valori del femminismo, mi sembra di confermare e avvalorare molti dei valori cristiani (e religiosi in sé).

Ribadisco, è lecito dissentire (e naturale, direi, visto il numero di argomenti trattati), ma dai commenti e recensioni che mi arrivano ogni tanto dai lettori mi sembra che ci sia una generale approvazione. Su questa sede mi sembra Frank ha affermato di aver letto l'opera (non so se solo il primo volume o entrambi i volumi) e dal commento (che ringrazio) non mi sembra deluso. Se te la senti (sarei curioso, anche per migliorare), fammi sapere succintamente magari i punti che trovi problematici o in disaccordo dell'opera.

Come sempre, senza acredine, volevo solo chiarire la mia posizione (anche perché vedersi criticare di non essere empatico con i papà separati quando io provengo proprio da quel contesto e da quell'esperienza è un controsenso).
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 20, 2020, 18:56:40 pm
Santiago, queste spiegazioni le dai qui, a posteriori, arrampicandoti sugli specchi.
Ho comprato il tuo ponderoso libro, l'ho letto nelle parti citate in questo post e ho anche menzionato le pagine; quindi sarebbe saggio evitare di insistere sul tasto del pregiudizio.
Come già evidenziato nell'altro topic, ti sei pronunciato più volte contro il matrimonio non per com'è oggi, ma come istituzione in quanto tale.
Anche sulla paternità hai detto che è un sentimento coltivato e inculcato dalle donne.

A me piace semplificare, invece di disperdere la discussione in mille digressioni che sono il tuo modo di evitare gli argomenti essenziali.
La verità è che che hai una visione animalesca dell'uomo, per cui non ti viene in mente che la paternità possa essere un'istituzione maschile per trasmettere alle future generazioni ciò che i padri hanno creato.
L'uomo (maschio) non è una scimmia, è un creatore di mondi; il suo scopo nella vita non è copulare con donne a casaccio ma costruire civiltà, regni, imperi; tutte cose impossibili senza il detestato matrimonio, quasi sempre monogamico.
E' un argomento semplice, e chiaro. Su cui c'è poco da discutere.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: COSMOS1 - Luglio 20, 2020, 19:39:27 pm
Personalmente valuto l'antifemminismo di un libro non solo da brillanti osservazioni ma soprattutto:
- Dalla sua attendibilità scientifica e storica ovvero dalla presenza di teorie inverosimili e strampalate
- Dalle conclusioni cui giunge che devono essere opposte a quelle del femminismo. Ed è soprattutto qui, temo, che il testo di Santiago possa rivelarsi deludente.


...

A pg. 488 però... cominciano i teoremi di Santiago: con una ridda di citazioni (letterarie) scelte all'uopo cerca di dimostrare l'idea a lui cara, che il matrimonio è un'oppressione per l'uomo e che gli uomini l'hanno sempre vissuto "in modo fatalistico", come "una condanna alla schiavitù", una "rete dove si cade preda della donna".

Il punto cruciale è: che credibilità si dà all'antifemminismo affermando che l'umanità si è retta per millenni su un inganno e sull'oppressione di un genere nei confronti dell'altro?... 
le femministe non dicono la stessa cosa?
Inoltre se la famiglia si fonda su un inganno (femminile) per intrappolare l'uomo, non è anche Santiago nemico della famiglia come le femministe?

 :hmm:

Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 20, 2020, 20:57:59 pm
Cosimo ho ampiamente dimostrato, citazioni alla mano, che Santiago svaluta la paternità e il matrimonio che vorrebbe giuridicamente abolito. Un negozio giuridico non riconosciuto è inesistente.
Evidentemente è un argomento che eludi perché l'ho già detto diverse volte.
Inoltre ha detto (nel libro) che il matrimonio è vissuto dagli uomini di sempre "in modo fatalistico", come "una condanna alla schiavitù", una "rete dove si cade preda della donna".
Ha aggiunto (in rete) che lo stato di natura per l'uomo è quello di una scimmia che copula a casaccio senza curarsi della prole e che le donne sono responsabili di norme civili, etiche e religiose il cui scopo essenziale è intrappolare l'uomo.
Ha anche detto che la civiltà è iniziata con la moralizzazione del sesso che ha portato "solo" svantaggi all'uomo e che sposarsi (non solo oggi, anche nell'antichità) è "pura idiozia". Ha anche abbondantemente citato, come le femministe più agguerrite, la cosiddetta paternità di gruppo di tribù che sembra considerare il prototipo della natura maschile.
Tutti questi argomenti, abbondatemene supportati da citazioni, sono sostanzialmente evitati da Santiago e da te.

A mio parere certe teorie di Santiago non solo non hanno alcuna attendibilità né scientifica, né storica né di costume, ma possono minare seriamente la credibilità dell'intera opera.
Di fronte a tali argomenti ci sono due scelte: si replica e il lettore si fa liberamente un'idea di chi ha ragione; si agisce come l'Inquisizione con censure, gogne e shitstorm (già abbondantemente viste in altre sedi) dimostrando così il proprio torto, senza contare che in rete simili strategie sono più dannose che inutili.

Se qualcuno svaluta civiltà, famiglia, valori etici e spirituali come un trucco delle femmine, il minimo che si può fare nell'interesse degli uomini è confutare questa teoria senza fondamento le cui conseguenze sono, tra l'altro, di accentuare il caos sociale, individualista e opportunista in cui (come ha detto Enzo Pennetta) la civiltà del Mercato ci vuole gettare.
In quale direzione va il pensiero di Santiago? Lascio a voi farvi un'idea.

Nell'ultimo film di Pasolini due cose non vengono perdonate: l'amore tra un uomo e una donna (che, ci si creda o no, è possibile) e la spiritualità perché sono cose che il mercato non può comprare.
Sono temi secondari che i movimenti maschili possono ignorare? Lascio a voi giudicare.

Noi uomini siamo costruttori di mondi: ci chiediamo come movimento maschile che mondo vogliamo costruire o se vogliamo regredire allo stadio animale?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: COSMOS1 - Luglio 21, 2020, 08:32:30 am
Cosimo ho ampiamente dimostrato, citazioni alla mano, che Santiago svaluta la paternità e il matrimonio
è del tutto irrilevante per il giudizio sul suo lavoro
non ha alcun senso domandarsi qual è l'opinione di Newton sulla traduzione corretta del Padre Nostro
a Newton dobbiamo la legge sulla gravitazione universale
non accettare che la forza di gravità sia 9.8N perchè ha una lettura errata del Padre Nostro suppongo che sia sbagliato

ne possiamo discutere se vuoi, ma la forza di gravità è la forza di gravità
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 21, 2020, 12:52:57 pm
Paternità e matrimonio sono irrilevanti per la questione maschile? E con le femministe che dicono le stesse cose che dice Santiago (abolizione della paternità e del matrimonio, de-moralizzazione del sesso ecc.) come la mettiamo? Non ho altro da aggiungere...
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: COSMOS1 - Luglio 21, 2020, 17:57:09 pm
la posizione di Santiago su paternità e maternità riguardo al giudizio sul valore del suo libro è irrilevante

ripeto: che senso ha discutere delle opinioni teologiche di Newton per quel che riguarda la legge di gravità?

il libro di Santiago è fenomenale per quel che riguarda la critica al femminismo

il suo valore si misura su questo, non sulle opinioni di Santiago su qualunque altro argomento. Tu sai indicare un altro titolo in italiano che sviluppi una critica paragonabile alla menzogna femminista?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 21, 2020, 19:28:07 pm
Evidentemente abbiamo idee differenti su cosa sia l'antifemminismo.
Per me essere antifemminista significa quantomeno non perseguire gli obiettivi del femminismo: distruzione di matrimonio e  famiglia, paternità multipla con surrogazione di mantenitori plurimi (se uno non paga ci pensa l'altro), come le femministe forse più lucidamente di Santiago intravedono.
Antifemminismo significa anche additarne le cause in strutture di potere esistenti qui ed ora (come fanno credo la maggioranza degli antifemministi) e non in ipotesi al limite del surreale collocate in un lontano passato, ovvero nei valori civili ed etici che il femminismo da sempre distrugge.

Il miglior libro italiano contro il femminismo è Divorzio Manuale Segreto, perché si basa su fatti attuali e verificati che valgono mille fantasiose ipotesi storiche; propone soluzioni concrete, non divagazioni più o meno catartiche che in fase di separazione servono a poco. Perché i grandi vecchi della QM non ne parlano mai? Santiago è forse raccomandato al punto da avere pure avvocati d'ufficio?
 
Quanto al Padre Nostro, è precisamente Santiago che fa risalire il femminismo alle Nozze di Cana e alle Tavole di Mosè, quindi gli rinvio volentieri questo genere di osservazioni.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: santiago - Luglio 22, 2020, 11:10:45 am
Paternità e matrimonio sono irrilevanti per la questione maschile? E con le femministe che dicono le stesse cose che dice Santiago (abolizione della paternità e del matrimonio, de-moralizzazione del sesso ecc.) come la mettiamo? Non ho altro da aggiungere...

Vicus, ho l'impressione che ti sei montato un film in testa e non c'è modo di cambiarlo. Sembra che ti ho fatto un torto personale, e non ci conosciamo neanche! Quello che scrivi non ha alcun senso:

In quale parte del mondo io avrei chiesto l'abolizione della paternità? Non voglio entrare sul personale e chiederti se hai dei figli, ma io ho tre figli, per anni e anni ho lottato nei tribunali e purtroppo ho subito la sottrazione e discriminazione alla quale sono sottoposti molti padri, so perfettamente cosa si sente, una tragedia. Analizzare se la paternità affettiva (non biologica) è o meno naturale e automatica o è socialmente educata e coltivata non vuol dire assolutamente chiedere l'abolizione della paternità. L'ho già spiegato per attiva e per passiva. Quali salti concettuali fai per arrivare dall'una all'altra?!
Tra l'altro le femministe non cercano l'abolizione della paternità, cercano l'abolizione del padre. Le femministe gli assegni di paternità li vogliono e li cercano e come...!!

L'istituzione del matrimonio. Io non chiedo l'abolizione di nulla, ognuno viva nel modo più conforme alla propria morale. Io ho detto (e ribadisco) che lo Stato (ordinamento civile) deve uscire dal mondo nel quale gli adulti vogliono organizzare la propria vita, cioè non è compito dello Stato fissare per legge l'istituzione del matrimonio, ricade nella sfera religiosa. Come non è compito dello Stato fissare la religione di ogni persona, come succedeva secoli fa e succede in qualche teocrazia attuale (Iran o Arabia Saudita), non è compito dello Stato stabilire per legge di recarsi in chiesa la domenica o di pregare cinque volte al giorno rivolto alla Mecca. Questo lo capisci? Sei d'accordo? Non è compito dello Stato stabilire in quale struttura di coppia o gruppo gli adulti decidono di vivere. Il matrimonio o la preghiera devono esistere nella religione e nella morale, non nell'ordinamento civile e penale. E poi, non ho capito, vuoi per legge obbligatoria un'istituzione del matrimonio, quale? Tra le decine che esistono e sono esistete nel mondo, quale? La musulmana fino a quattro mogli ti va bene? Oppure una moglie per quattro mariti? O preferisci quella che stabilisce che la moglie scalda a letto l'ospite come tra gli eschimesi? Per quale motivo deve prevalere la tua idea di matrimonio? Sei egocentrico o etnocentrico? Tra l'altro, questa mia opinione, è un'opinione, non è espressa nemmeno nel libro, è un'opinione che ho espresso qui, nel forum. Come ho già detto non è compito della mia opera costruire nuovi paradisi futuri, lascio questo compito agli illuminati. Il compito è quello di smentire il femminismo, dunque la tesi: “l'istituzione del matrimonio è uno strumento patriarcale per sottomettere e schiavizzare le donne”.
Per l'ennesima volta, devi riuscire a dissociare concettualmente i concetti di paternità (o maternità) e matrimonio, come oggi si riesce a dissociare i concetti di sesso e matrimonio, al contrario di quello che succedeva nell'immaginario della gente tempo fa. Il sesso, come la paternità o la maternità, possono esistere ed esistono al di fuori di un'istituzione denominata matrimonio. Il fatto che il matrimonio garantisca la paternità (oggi, e non sempre) è una convenzione normativa, artificiale, dalla quale si può fare a meno, come si è fatto a meno dalla regolazione del sesso attraverso il matrimonio. A esempio, i test di DNA per provare la paternità possono essere stabiliti per legge (cosa che oggi incomprensibilmente non succede in nessun paese al mondo) senza che nulla c'entri l'istituzione del matrimonio.
Ripeto, in nessun momento ho chiesto l'abolizione del matrimonio (e men che meno nella mia opera). L'istituzione del matrimonio deve ricadere nella sfera religiosa e morale, non essere fissata per legge nell'ordinamento civile e penale.

Demoralizzazione del sesso. Ma da quando le femministe chiedo la demoralizzazione del sesso? Stai scherzando? È una barzelletta? Pornografia, calendari, prostituzione, molestie, barzellette sconce, persino uno sguardo sgradito è denunciato... è da ieri la richiesta di Amnesty per l'Italia di dichiarare stupro nel codice penale qualsiasi rapporto che non abbia un consenso esplicito.
Le femministe chiedono la demoralizzazione del sesso solo per loro, per le donne, cioè chiedono il potere, l'onnipotenza di decidere!
Ora, io ho capito che su questo punto dissentiamo profondamente. Io sarai molto aperto, anche in questo caso, ognuno viva la sessualità secondo la propria morale, senza danneggiare l'altro. Capisco che su questo punto possano esistere posizioni discordanti (anche perché sulla mia opera, in questo punto sì ho preso una posizione molto forte). Ma sostenere che la demoralizzazione del sesso sarebbe femminista quando continuamente fanno prova del contrario e oggi le femministe sono più suore delle suore (quando giudicano i comportamenti e i gusti sessuali maschili!), e a mio parere mancare alla verità (o come dicevo prima, montarsi un film in testa e crederci).

Vicus, per favore, se vuoi legge la mia opera con tranquillità, e quando troverai i punti dove chiedo l'abolizione della paternità o del matrimonio, o concetti che trovi polemici e in disaccordo (immagino sul sesso), scrivi testuale il testo e io  cercherò di ragionarlo e di darti una spiegazione. Grazie.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 22, 2020, 12:37:25 pm
Santiago sei tu che stai cercando di montare un film qui per dissimulare le tue opinioni, più volte provate dal sottoscritto.
Capisco che la separazione sia un duro colpo, ma non significa che si debba sviluppare un'avversione per il matrimonio in quanto tale, che è la cosa più bella ed umana che esista quando tutelato dalla legge e non inquinato dal femminismo, andando a elucubrare storicismi campati in aria, evitando però accuratamente di disturbare le strutture ideologiche e di potere che tirano i fili del femminismo.
Dire che matrimonio, valori civili, etici e spirituali sono frutto di una manipolazione femminile, attribuendo alle donne una sofisticata intelligenza che si dispiega nei secoli è argomento talmente semplicistico e anticivile da sottrarre moltissima credibilità al tuo pensiero compresi i suoi aspetti positivi. Il vero problema non sono le mie critiche, leali e costruttive ma il fatto che non te ne rendi conto.
Ho anche dimostrato che il femminismo più avanzato dice precisamente le stesse cose, con tanto di menzione delle tue amate tribù primitive.
Respingo al mittente qualsiasi accusa di motivazione personale. Discuto lealmente sulle idee non sulla persona, a differenza di altri che come te orbitano attorno a Stalker Sarai Tu e praticano la strategia dell'insulto e della shitstorm su spazi che non c'entrano nulla.
Ritengo semplicemente doveroso informare che certe tue idee vanno nella direzione contraria al miglioramento della condizione maschile, paternità in particolare ma non solo. Diversamente da altri siti amici tuoi dove vengo censurato (ma non le femministe: qualcuno sa spiegare perché?) qui puoi replicare liberamente e sarà il lettore a farsi un'idea ragionata su quali argomenti siano validi e quali no.

Sul matrimonio, per l'ennesima volta: non è una privata storia d'amore né un fatto folcloristico (usanze etniche, religiose ecc.) ma ha importantissimi risvolti sociali; ragion per cui esiste in ogni società umana sotto forma di negozio giuridico e il non riconoscerlo legalmente equivale ad abolirlo. Poiché è un concetto semplice da capire e l'ho ripetuto cento volte, comincio a pensare che sia in malafede.
Che poi certe ingiustizie di oggi siano da sanare e si debba lasciare una certa autonomia negoziale alle parti è pacifico, ma non puoi negare di aver detto persino qui che il matrimonio monogamico (da sempre) è una pura idiozia di solo svantaggio all'uomo, svalutando così una miriade di aspetti legati alla paternità.

Il resto del tuo post non fa che confermare quanto dico. Se vuoi ignorare i testi femministi che parlano di paternità di gruppo (e mantenitori multipli) e di filiazione casuale, fuori dal matrimonio e relazioni stabili, menzionando a sostegno proprio le "tue" tribù non è un mio problema.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Luglio 22, 2020, 20:56:36 pm
Lasciamo perdere il passato perchè una persona si può anche ravvedere , adesso Claudio Risè fra propaganda antimaschile o dice cose prettamente QMmiste ? Mentre santiago negando di fatto il bisessismo è realmente QMmista ? Le etichette servono a poco, altrimenti dovrei pensare che Lauder , che disprezza apertamente gli incel, sia un antifemminista . Chi disprezza gli incel per partito preso è tutto tranne che antifemminista , perciò ormai le etichette le lascio stare .

Lasciar perdere il passato ?
E perché mai ?
Il passato fa parte della vita di chiunque di noi, perciò per quale arcano motivo non bisognerebbe evidenziare che 25-30 anni fa Risé fosse un femminista ?
Per quanto riguarda Santiago, resto del parere che sia un bene che "esista".
Meglio lui che qualcun altro.


Citazione
Le etichette servono a poco, altrimenti dovrei pensare che Lauder , che disprezza apertamente gli incel, sia un antifemminista . Chi disprezza gli incel per partito preso è tutto tranne che antifemminista , perciò ormai le etichette le lascio stare .

Lauder è un altro discorso.
Al riguardo ci son suoi discorsi che condivido, altri no.
E la questione incel ne è un esempio.
Nondimeno, pur essendo dalla parte dei suddetti, va detto che esistono pure incel che, di certo, io non difenderò mai.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 22, 2020, 21:52:55 pm
Per quanto riguarda Santiago, resto del parere che sia un bene che "esista".
Mai detto che Santiago non dovrebbe "esistere". Poi tutto dipende dal prosieguo del suo impegno, se andrà in direzione di un sano antifemminismo (che c'è senz'altro nel libro) ovvero di scelte che coincidono in modo imbarazzante col femminismo più barbarico.

Che il femminismo stigmatizzi la sessualità maschile (quando gli fa comodo) è pacifico, ma affermare che sia "moralizzatore" è semplicemente ridicolo.
Il femminismo porta caos sociale, individualismo e distruzione dei legami familiari e di sane e durevoli relazioni tra i sessi: il prototipo di una società informe e liquida. Se qualcuno afferma il contrario, che porti le prove dell'inesistenza di divorzi, affidi e alienazioni parentali!

Come ha affermato Enzo Pennetta, la cui statura e credibilità come autore e scienziato è di gran lunga superiore a quella del desolante panorama attuale, due cose teme sommamente il potere: l'amore tra un uomo e una donna (e conseguenti legami familiari) e la dimensione spirituale dell'uomo perché sono un ostacolo formidabile alla sua trasformazione in bestia (consumatrice) da allevamento.
Tutte cose che Santiago e le citate femministe svalutano ripetutamente (mi sono sfiatato a provarlo e non mi ripeto).
Dire cose come le donne di oggi sono opportuniste, manipolatrici ecc. va benissimo, strappa l'applauso ma non basta e non va al cuore del problema.
Se Santiago invece di attribuire i nostri guai alle presunte arti manipolatorie delle femmine di australopiteco dedicasse qualche parola alle strutture di potere (che stranamente ignora!) dietro al femminismo attuale e a combatterne gli scopi (invece di assecondarli) sarebbe un progresso per tutto il movimento maschile.

Santiago e compagni si rendono contro che viviamo in una società informe, una giungla senza lealtà e principi di alcun genere? E possono spiegare in che modo la svalutazione di valori etici e civili e l'abolizione del matrimonio (cellula essenziale di tutte le società) potrebbero porvi rimedio?

I romani che non erano australopitechi ma i fondatori del diritto (poi Santiago spiegherà come Cesare o Giustiniano si sono fatti manipolare da qualche donna), si basavano su un principio elementare: dove esiste il diritto esiste una società; dove esiste una società esiste un diritto.
Piaccia o no, l'abolizione legale del matrimonio, il condono di relazioni casuali e adulterine, la paternità di gruppo ecc. fanno regredire l'umanità alla barbarie più assoluta, non in senso moralistico come qualcuno ingenuo o in malafede potrebbe affermare, ma nel senso di rendere impossibile qualsiasi convivenza civile! Senza contare i gravi problemi dei figli di separati, dai deficit immunitari a quelli cognitivi (certi non sanno neanche salire una scala per avvitare una lampadina, come mi ha detto un separato).
Se Santiago dice (e voglio credergli) che si è battuto per i suoi figli, perché in rete il suo pensiero va in tutt'altra direzione (ripeto agli smemorati: paternità non naturale inculcata dalle femministe, in natura l'uomo è portato a rapporti causali senza curarsi della prole ecc.)? Davvero pensa questo (come nessun altro padre separato!) o diffonde un messaggio ideologico per conto terzi? E' una domanda che potrebbe spalancare abissi.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: COSMOS1 - Luglio 23, 2020, 08:45:24 am
il femminismo è il male?
l'antifemminismo è il bene?
un po' manichea come visione del mondo

comunque se il topic è questo, il forum giusto è Antifemminismo

questo è il forum della Questione Maschile, cioè noi abbiao scoperto che qualcosa non va e ci stiamo lavorando sopra

in questo lavoro è emerso che il femminismo è una menzogna, ma fino a che punto sia una menzogna forse non lo sappiamo ancora, qualunque contributo in questo senso è prezioso

ma la negazione di una menzogna non è una verità

ma d'altronde non è il nostro problema principale

il nostro problema principale è perchè quel giovane in quel bar ai piedi della grande muraglia non riusciva a rispondere nulla alle due amiche che lo accusavano di essere un criminale in quanto maschio

questa è la Questione Maschile e su questo ci vanno bene tutti i compagni di viaggio, femministi e antifemministi, patriarcali e matriarcali

chiunque ridia voce al disagio maschile

perciò non ho nessuna intenzione di entrare in un processo alle intenzioni sull'autore di qualunque libro o articolo: a me interessa quello che è stato scritto in rapporto alle nostre tematiche. Punto.

Delle posizioni di ciascuno riguardo alla paternità o al matrimonio si può discutere finchè si vuole, ma la posizione di chicchessia su qualunque argomento non dice nulla sul contributo che il suo lavoro può dare alla QM

Ci sono femministi a favore della paternità edel matrimonio: rimangono pericolosi per la QM perchè c'è qualcosa che ne fa nemici del maschio in quanto maschio. Su questo dobbiamo lavorare
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 23, 2020, 12:04:06 pm
Citazione
il femminismo è il male?
l'antifemminismo è il bene?
un po' manichea come visione del mondo
:ohmy:

Citazione
Delle posizioni di ciascuno riguardo alla paternità o al matrimonio si può discutere finchè si vuole, ma la posizione di chicchessia su qualunque argomento non dice nulla sul contributo che il suo lavoro può dare alla QM
:ohmy:

Citazione
questa è la Questione Maschile e su questo ci vanno bene tutti i compagni di viaggio, femministi e antifemministi, patriarcali e matriarcali


Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: COSMOS1 - Luglio 23, 2020, 19:47:26 pm
 :lol:

Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 31, 2020, 23:01:53 pm
Da pg. 11 Santiago descrive in dettaglio la sua allucinante vicenda giudiziaria. Sono pagine che evocano la solidarietà del lettore e di sicura edificazione per chi considera matrimonio (o separazione) una passeggiata.
Solo una nota di secondaria importanza. Vista l'introduzione, la recensione che diceva:

Citazione
è un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà, sembra quasi un impero comunista femminile, probabilmente lo scrittore turbato dalla rabbia, ingiustizia e dalla frustrazione della separazione ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà

è perfettamente compatibile col contenuto del primo volume (oltretutto l'acquisto del libro è verificato e ci sono riferimenti ai temi dell'opera). Forse sarebbe il caso di ribattere agli argomenti che porta e non bollarla a priori come falsa.
Personalmente non credo che lo scenario descritto da Santiago sia "peggiore della realtà". Tutt'altro. Ma forse il recensore ha ragione quando dice che Santiago legge la storia come un "impero femminile", il che mi pare assolutamente infondato e dalle conseguenze non trascurabili per la Questione Maschile.

Quanto segue invece non è affatto secondario. Ogni movimento, per avere una qualche incidenza sulla società, deve possedere una lettura della realtà coerente e funzionale.
Se questa lettura della realtà manca o viene addirittura scoraggiata, il movimento stalla.
Se è errata, può regredire o persino favorire l'avversario.
Se dico che la Questione Maschile è un mistero insondabile, che non è possibile (anzi presuntuoso) trovare soluzioni in un'eterna Babele l'unico risultato è lo stallo.
Se faccio risalire il femminismo a milioni di anni fa, anziché a centrali ideologiche contemporanee che lascio indisturbate, come movimento maschile abbiamo un problema.

E' illusorio pensare che un movimento possa non avere un'"ideologia", o non debba avere "leader" (quando in realtà chi dice questo porta continuamente in primo piano determinate idee e personaggi).
Anche se non dichiaratamente, al momento la QM un'ideologia prevalente ce l'ha eccome, non lontana dal nichilismo dei radicali e da diverse istanze del politicamente corretto globale (divorzio, eutanasia, diritti cosmetici, opposizione alla famiglia, promiscuità, assenza di qualsivoglia istanza etica, disincanto fatalista, svalutazione di unioni stabili e paternità e l'elenco potrebbe continuare).
L'unica cosa che posso fare è dirlo, prove alla mano, lasciando al lettore trarre liberamente le conclusioni.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 31, 2020, 23:36:16 pm
Nell'antica Roma, culla del diritto, il figlio di separati veniva affidato al padre. A pg. 15 Santiago definisce questo un'idea "pregiudiziale, strampalata e sessista".
Intendiamoci, sono anch'io del parere che un figlio debba crescere con entrambi i genitori. Ma, forse, l'affidamento al padre nell'antica Roma, società maschile al di là dei nostri sogni, aveva un significato che agli uomini di oggi, progressisti, paritari, non binari e antisessisti sfugge. Poi dicono che la civiltà l'hanno inventata le femmine...
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: santiago - Agosto 01, 2020, 10:46:51 am
Nell'antica Roma, culla del diritto, il figlio di separati veniva affidato al padre. A pg. 15 Santiago definisce questo un'idea "pregiudiziale, strampalata e sessista".
Sono contento che tu stia leggendo l'opera. Ti avevo gentilmente chiesto, se volevi, di segnare i punti in disaccordo o controversi dopo aver letto tutta l'opera, elencarli insieme, e così potevo cercare di spiegare le mie motivazioni.
Ma se hai appena iniziato e già "alla tua maniera personalissima" stai riscrivendo quello che io scrivo, allora vuol dire che sarà una sofferente e tragica marcia per il deserto.
E dico "alla tua maniera personalissima" in base all'esperienza che ho fatto nelle discussioni in questo forum negli ultimi mesi con te, perché a mio avviso le possibilità sono tre e solo tre:
- o io non capisco quello che scrivo
- o tu hai difficoltà nella lettura e comprensione
- o agisci in malafede

Nel libro c'è scritto testuale: “Ovviamente la superiorità aprioristica della donna sull’uomo, o viceversa, è un’idea strampalata e sessista.”  L'affermazione segue la situazione dell'affidamento per “maternal preference” nell'attualità e “l'esempio” (testuale il termine esempio) contrario della repubblica romana. Esempio, perché a pagine 19-20 trovi molte altre situazioni esempio di affidamento: Roma, Grecia, i maya, società oceaniche, Mesopotamia, Persia, mondo islamico, Medioevo cristiano, Le Preziose s. XVII, Inghilterra s. XIX, nel marxismo ortodosso, attualità (maternal preference).

Ora confronta quello che ho scritto io e quello che hai scritto tu:
- la superiorità aprioristica della donna sull’uomo, o viceversa, è un’idea pregiudiziale, strampalata e sessista. (io)
- Nell'antica Roma, culla del diritto, il figlio di separati veniva affidato al padre che Santiago definisce  un'idea "pregiudiziale, strampalata e sessista". (tu)

Il messaggio è lo stesso? Non ti sembra di distorcere e manipolare tutto il senso di quanto è stato scritto?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: santiago - Agosto 01, 2020, 10:54:35 am
Da pg. 11 Santiago descrive in dettaglio la sua allucinante vicenda giudiziaria. Sono pagine che evocano la solidarietà del lettore e di sicura edificazione per chi considera matrimonio (o separazione) una passeggiata.
Solo una nota di secondaria importanza. Vista l'introduzione, la recensione che diceva:

è perfettamente compatibile col contenuto del primo volume (oltretutto l'acquisto del libro è verificato e ci sono riferimenti ai temi dell'opera). Forse sarebbe il caso di ribattere agli argomenti che porta e non bollarla a priori come falsa.
Personalmente non credo che lo scenario descritto da Santiago sia "peggiore della realtà". Tutt'altro. Ma forse il recensore ha ragione quando dice che Santiago legge la storia come un "impero femminile", il che mi pare assolutamente infondato e dalle conseguenze non trascurabili per la Questione Maschile.
Di nuovo. E dico "alla tua maniera personalissima" in base all'esperienza che ho fatto nelle discussioni in questo forum negli ultimi mesi con te, perché a mio avviso le possibilità sono tre e solo tre:
- o io non capisco quello che scrivo
- o tu hai difficoltà nella lettura e comprensione
- o agisci in malafede

Avevo già detto che la mia separazione era menzionata nell'introduzione, inizia a pg. 11 e finisce a pg. 12., dopodiché parlo d'altro. In queste due pagine la mia separazione è trattata in maniera assolutamente generica, senza mai specificare motivi, durate, audienza, sentenze, insomma nulla di specifico, amalgamato ad altre situazioni generiche sui tribunali, Isole Mauritius, Inquisizione, URSS, Kafka...

La tua affermazione “Santiago descrive “in dettaglio” la sua allucinante vicenda giudiziaria”, cioè “in dettaglio” non può essere addebitata a incomprensione, ma, scusa, solo a malafede, perché non si può menzionare in maniera più generica e superficiale una faccenda che come è stato fatto. Se io avessi descritto “in dettaglio”, avrei dovuto scrivere un altro libro. In due pagine (due! Su 610 pagine) non c'è nulla “in dettaglio”.

Continui affermando che la recensione è  “perfettamente compatibile col contenuto del primo volume”. Sostiene “Forse sarebbe il caso di ribattere agli argomenti che porta e non bollarla a priori come falsa.”

Facciamo di nuovo un'analisi del testo

“è un libro interessante che spiega che gli uomini in questo periodo storico non se la stiano passando molto bene”

FALSO . “in questo periodo storico”, cioè attualità, il libro non spiega nulla (tranne che nell'introduzione) né che la stiano passando bene né che la stiano passando male. L'argomento è trattato nel secondo volume, pubblicato molto tempo dopo la recensione. Ci sono solo due capitoli, oltre l'Introduzione, che potrebbero essere associati all'attualità: La guerra dei sessi (il capitolo più corto che descrive la situazione in Internet di uomini e donne) e Il sessismo del linguaggio (anche se sarebbe difficile associare il linguaggio al “non se la stiano passando molto bene”)

FALSO. “specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione, ma in molti punti esagera la realtà,” Tranne nell'introduzione, non mi risulta che parli mai dei tribunali in caso di divorzio o separazione, in 610 pagine! Invece la recensione dice esplicito “specialmente”. Tra l'altro “esagera la realtà”, evidentemente la realtà attuale dalla quale sta parlando, una “realtà” mai menzionata (tranne che nell'introduzione)

FALSO. “ha descritto uno scenario ben peggiore di quello che è in realtà”. Continua a parlare di attualità, non “che era in realtà” ma “che è in realtà”.

Chi ha scritto la recensione non dice nulla sul vero argomento del primo volume, che riguarda soprattutto la Storia, e parla invece di qualcosa che non c'è nel libro, di una “realtà presente specialmente in cause di divorzio o separazione”. Come ho già detto, questo lettore ha letto la copertina o al massimo l'introduzione. La sua recensione è illogica e sembra senza paura di sbagliare falsa, scritta senza aver letto alcunché.

Infine, sono contento che affermi “Personalmente non credo che lo scenario descritto da Santiago sia "peggiore della realtà". Ma ti faccio notare che la tua affermazione è in contraddizione con quest'altra:  “Ma forse il recensore ha ragione quando dice che Santiago legge la storia come un "impero femminile",”  perché o sei d'accordo con lo scenario che ho descritto o sei d'accordo che lo scenario che ho descritto è un'esagerazione (cioè un “impero femminile”, espressione che non mi risulta di aver mai adoperato)
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Agosto 01, 2020, 12:11:34 pm
Santiago se insisti con questa storia della malafede potrebbe anche venirmi in mente di dimostrare che in malafede sei tu, nel negare o minimizzare (qui) certe tue affermazioni.

Hai dedicato molte pagine dell'introduzione a descrivere in dettaglio la tua vicenda giudiziaria, e la condizione maschile in generale, menzionando periti, processi ecc. e aggiungendo abbondanti commenti sulla discriminazione maschile. Non capisco perché lo neghi. Tanto basta a qualsiasi recensore per sostenere fondatamente che secondo te oggi, gli uomini non se la passano bene (e ci mancherebbe).

Altra cosa è dire che viviamo dagli albori della storia in un impero femminile, attribuendo alle donne immensa capacità, intelligenza e influenza dispiegate nei millenni, ma dimenticando di menzionare le vere centrali di potere (ohibò maschile) che hanno sfasciato la società col femminismo e altri strumenti.

C'è una forte distorsione della realtà (e probabile malafede) nell'additare a causa dei guai maschili cose avvenute (anzi neppure avvenute) millenni fa, ovvero i valori etici (palesemente assenti nell'epoca presente) e civili.
Parliamoci chiaro, Santiago: queste tue uscite starebbero bene in bocca a Soros, o nel programma della Open Society.

Le peggiori dittature della storia hanno considerato con disprezzo il passato in nome del progresso, dell'uguaglianza, della rivoluzione o della razza.
Oggi il femminismo più avanzato, che è il megafono di centri di potere che non nomini mai, porta avanti un programma a base di abolizione del matrimonio e della paternità, filiazione con padri multipli, paternità di gruppo o di Stato. Giustificando il tutto con l'idea che la paternità è una sovrastruttura culturale, e che le società primitive vivevano così. E' esattamente ciò che dici tu!
E questo sarebbe antifemminismo?

Se avrò tempo, vedrò se il libro conferma quanto ho finora dimostrato.

Siamo uomini, non scimmie. E ciò che caratterizza noi maschi è che siamo "creatori di mondi": la civiltà e i valori culturali di cui andiamo fieri.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: santiago - Agosto 01, 2020, 19:46:54 pm
Santiago se insisti con questa storia della malafede potrebbe anche venirmi in mente di dimostrare che in malafede sei tu, nel negare o minimizzare (qui) certe tue affermazioni.

Hai dedicato molte pagine dell'introduzione a descrivere in dettaglio la tua vicenda giudiziaria, e la condizione maschile in generale, menzionando periti, processi ecc. e aggiungendo abbondanti commenti sulla discriminazione maschile. Non capisco perché lo neghi. Tanto basta a qualsiasi recensore per sostenere fondatamente che secondo te oggi, gli uomini non se la passano bene (e ci mancherebbe).

Va bene, esclusa le difficoltà di lettura e comprensione, ammesso che il termine “malafede” non sia il più appropriato, non saprei quale termine adoperare.
Hai scritto: “Hai dedicato molte pagine dell'introduzione a descrivere in dettaglio la tua vicenda giudiziaria, menzionando periti, processi ecc.” , cioè “molte pagine” e di nuovo, “in dettaglio”.
Facciamo così, per evitare qualsiasi equivoco trascrivo testuale tutti i testi che riguardano la mia vicenda personale di separazione menzionata (con il numero della pagina). Come potrai osservare, descrivo la mia vicenda molto sbrigativamente in due paragrafi in pp. 11-12. Il resto delle menzioni (senza descrivere alcunché) servono solo a collegare discorsi e a rendere il mio caso specifico un esempio che vale per i tanti casi di altri padri separati. Forse dai testi riesci ad indicarmi in che modo ho descritto “in dettaglio” una faccenda molto complessa che è durata 8 anni (tra l'altro ancora aperta). Ed è proprio qui, o uno dei due non comprende il significato di “molte pagine” e “in dettaglio”, o uno dei due agisce in malafede.


“Il mio nome è Santiago Gascó Altaba, sono una vittima del femminismo.
Tanti anni fa, quando ero ancora sposato, vidi in tv un film ambientato in Svizzera nel periodo tra le due guerre che raccontava la storia di bambini zingari sottratti ai genitori dai servizi sociali, per la sola colpa di essere zingari. Più conosciuto è il film La generazione rubata (Rabbit-Proof Fence), che racconta la stessa storia, questa volta di tre ragazzine aborigene allontanate dalle loro famiglie in Australia. Se allora mi avessero detto, quando guardavo questi film, che lo stesso sarebbe capitato a me, non per motivi razziali, ma sessuali, non ci avrei creduto. Senza aver mai commesso alcun reato né niente di socialmente biasimevole, mi sono stati sottratti i figli, espropriata la casa, rubati i miei beni, negata giustizia, minacciata prigione, per la sola colpa di essere un uomo.
Nella mia vita ho ottenuto risultati accademici al di sopra della media, sono stato esonerato per meriti scolastici dalle tasse universitarie, ho studiato in tre università di tre paesi diversi, lavorato in sei paesi, imparato diverse lingue e pagato sempre le tasse, fedina penale immacolata; sono stato, per quanto si possa dire, un cittadino modello, finché non mi sono separato. La madre dei miei figli, coadiuvata da una prassi giudiziaria che è solo una farsa, è riuscita a violare sistematicamente i miei diritti e quelli dei miei figli. E tutto ciò è accaduto qui e ora, nel mondo occidentale, nell’era dei diritti umani, delle ong, dei ministeri delle pari opportunità e dei premi Nobel della pace.” (p. 11)
[…]
[…]
“Quando iniziò il mio processo di separazione (dal 2006 al 2018!) avevo già letto Il processo di Kafka. Non avrei mai immaginato che Kafka fosse riuscito a descrivere con tale precisione e dettaglio la giustizia italiana. Dopo oltre tre anni di “giustizia” in primo grado ero riuscito a racimolare una sentenza falsa e un’altra assurda, una richiesta di archiviazione falsa, una motivazione di archiviazione sconclusionata e un’altra falsa, un’indagine mai realizzata, un decreto immotivato e un altro falsamente motivato e colposo, una ctu negligente e relazioni dei servizi sociali parziali... Eppure, a prima vista, il mio caso sembrava abbastanza semplice, roba da cinque minuti: un genitore che, per esplicita ammissione, sottrae i figli all’altro e fa frequentare loro un centro illegale contro la volontà paterna, che impedisce alla figlia disabile di fare la fisioterapia necessaria e fa frequentare irregolarmente la scuola d’obbligo ai figli. I cinque minuti si tramutarono in oltre tre anni in primo grado e una trentina di persone tra giudici, avvocati, consulenti, psicologi, assistenti, carabinieri, procuratori, che recitavano in una commedia grottesca e fasulla: giudici tutelari che facevano finta di adempiere il proprio lavoro, magistrati che giocherellavano col cellulare durante le udienze, procuratori che fingevano di svolgere delle indagini, avvocati che mentivano alla faccia del loro codice deontologico, e ordini di avvocati che occultavano tali atteggiamenti. Dopo dodici anni di processo, la fotografia scattata del sistema giudiziario è impietosa.” (p. 12)
[…]
[…]
Ma la mia vicenda personale e processuale non può essere addebitata tout court a un sistema inefficiente governato da persone noncuranti e negligenti. (p. 13)
[…]
[…]
Un tratto fondamentale, basilare, distingue la storia del signor K., protagonista de Il processo, dalla mia vicenda giudiziaria. La vicenda del signor K., e addirittura lo stesso libro di Kafka, è inconcludente e inconclusa. Il signor K. si trova imprigionato in una rete che lo soffoca e che non capisce, in un labirinto senza senso da cui non riesce a veder la fine. Io, la fine, invece, l’ho trovata all’inizio. La decisione del mio processo era già presa prima che questo iniziasse. La risoluzione, a priori, senza prendere in considerazione alcun argomento, era già formata nella mente del giudicante. (p. 13)
[…]
[…]
Il pre-giudizio che fa da linea guida all’affidamento del figlio in Kramer vs. Kramer – e l’ha fatto anche nella mia controversia giudiziaria – …. (p. 15)
[…]
[…]
La tragedia che io e i miei figli abbiamo vissuto, dunque, non deriva solo dall’incapacità di due genitori a mettersi d’accordo per il bene dei figli, ma soprattutto, come successe al sig. Kramer, dell’avere a che fare, da parte di un uomo, da parte di un padre, con la legge. A questo punto divenne fondamentale per la comprensione del mio vissuto capire se il sessismo dell’attuale prassi giudiziaria nelle separazioni e affidamento dei figli pervadesse anche ogni altro ambito della vita. (p. 15)
[…]
[…]
Quando iniziai a scrivere questo libro, era mia ferma intenzione riprodurre nei minimi dettagli la mia infinita vicenda processuale, ogni negligenza, ogni falsità istituzionale, ogni non-senso, migliaia di pagine di memorie, ordinanze e sentenze raccolte in maniera certosina, anni di estorsioni e umiliazioni, di viaggi a vuoto e di vane attese come un cane sotto la porta di casa senza poter abbracciare i miei figli, nemmeno quando erano ammalati, di incontri mancati che in realtà non interessano nessuno. Altri padri, come me, si sono illusi di denunciare attraverso Internet l’ingiustizia subita, allegando completa documentazione delle loro cause, che nessuno vuole leggere. Non serve a nulla. I diritti calpestati dei padri separati e dei loro figli, come quelli del sig. Kramer e di suo figlio, finora non hanno mai interessato a nessuno. Questo libro vuole essere un grido disperato di comprensione di queste tragedie bagnate dall’indifferenza, avvenute in uno scenario preciso, la società occidentale, segnata dall’attuale supremazia del pensiero femminista che ogni giorno ci ricorda – nelle scuole, nelle istituzioni, nei media – quanto le donne siano discriminate per causa degli uomini. (p. 18)
[…]
[…]
FINE (di 610 pagine!)

Infine, di nuovo, la recensione sostiene che nel libro (di 610 pagine!) io “spiego come se la passano gli uomini in questo periodo storico specialmente nelle aule dei tribunali in caso di divorzio o separazione”. Potrebbe anche essere vero se applicato unicamente all'introduzione, ma non al libro. “Specialmente” vuol dire proprio quello, “specialmente”, prevalentemente, cioè che il tema trattato ricorrentemente nel libro è proprio quello descritto nella recensione. Si può girare come vuoi, ma  questa recensione non parla del tema trattato nel libro, è un fatto.

“C'è una forte distorsione della realtà (e probabile malafede) nell'additare a causa dei guai maschili cose avvenute (anzi neppure avvenute) millenni fa, ovvero i valori etici (palesemente assenti nell'epoca presente) e civili.” (!?) Io non addito niente, il mio lavoro è semplicemente un capovolgimento della cosiddetta “narrazione femminista” nella Storia, non solo di Il Secondo sesso di Simone de Beauvoir e di tutti i libri simili delle femministe storiche, ma della attuale storiografia di genere portata avanti da università e ambito accademico, come dimostrano le tre enciclopedie sulla Storia delle donne, che ho letto, citate in bibliografia (comprese epoche storiche e preistoriche). La tua critica, forse, dovrebbe essere rivolta a loro. Io soltanto ho cercato di offrire una narrazione capovolta e verosimile che dimostra quanto un altro racconto è possibile.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Agosto 01, 2020, 19:57:55 pm
Santiago se insisti con questa storia della malafede potrebbe anche venirmi in mente di dimostrare che in malafede sei tu, nel negare o minimizzare (qui) certe tue affermazioni.

Hai dedicato molte pagine dell'introduzione a descrivere in dettaglio la tua vicenda giudiziaria, e la condizione maschile in generale, menzionando periti, processi ecc. e aggiungendo abbondanti commenti sulla discriminazione maschile. Non capisco perché lo neghi. Tanto basta a qualsiasi recensore per sostenere fondatamente che secondo te oggi, gli uomini non se la passano bene (e ci mancherebbe).

Altra cosa è dire che viviamo dagli albori della storia in un impero femminile, attribuendo alle donne immensa capacità, intelligenza e influenza dispiegate nei millenni, ma dimenticando di menzionare le vere centrali di potere (ohibò maschile) che hanno sfasciato la società col femminismo e altri strumenti.

C'è una forte distorsione della realtà (e probabile malafede) nell'additare a causa dei guai maschili cose avvenute (anzi neppure avvenute) millenni fa, ovvero i valori etici (palesemente assenti nell'epoca presente) e civili.
Parliamoci chiaro, Santiago: queste tue uscite starebbero bene in bocca a Soros, o nel programma della Open Society.

Le peggiori dittature della storia hanno considerato con disprezzo il passato in nome del progresso, dell'uguaglianza, della rivoluzione o della razza.
Oggi il femminismo più avanzato, che è il megafono di centri di potere che non nomini mai, porta avanti un programma a base di abolizione del matrimonio e della paternità, filiazione con padri multipli, paternità di gruppo o di Stato. Giustificando il tutto con l'idea che la paternità è una sovrastruttura culturale, e che le società primitive vivevano così. E' esattamente ciò che dici tu!
E questo sarebbe antifemminismo?

Se avrò tempo, vedrò se il libro conferma quanto ho finora dimostrato.

Siamo uomini, non scimmie. E ciò che caratterizza noi maschi è che siamo "creatori di mondi": la civiltà e i valori culturali di cui andiamo fieri.

Vicus, alcune cose che scrivi le condivido, ma altre mi lasciano veramente perplesso, perciò torno a chiederti: questi attacchi a Santiago che senso hanno ?
Ripeto: anni fa nemmeno io mi prendevo di petto Fabrizio Marchi in questo modo.
E di Marchi ce ne sarebbero da dire... a cominciare dalla sua incapacità di accettare la benché minima critica, per non parlare del suo vizio di censurare opinioni diverse dalle sue.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Frank - Agosto 01, 2020, 20:05:15 pm
Santiago

Citazione
Forse dai testi riesci ad indicarmi in che modo ho descritto “in dettaglio” una faccenda molto complessa che è durata 8 anni (tra l'altro ancora aperta).

Otto anni ed è ancora aperta...
Incredibile.
Non a caso altrove ho scritto che se c'è un luogo che ho sempre detestato sono i tribunali, nonché gli avvocati e i giudici...
Mi bastò una volta il fatto di esser stato obbligato a fare da testimone, quindi contro la mia volontà e a distanza di anni dal fatto.*
In quei momenti avrei voluto trovarmi in un mondo primordiale, dove il "maschio alfa" sarei stato sicuramente io e non chi mi interrogava...

@@

* I "non so" e "non ricordo" si sprecarono... solo che il rischio di essere accusati di "falsa testimonianza" dal giudice c'è sempre, perché nelle aule dei tribunali di oggettivo c'è ben poco.
Le "interpretazioni" si sprecano...
Come si fa a ricordare nel dettaglio fatti accaduti diversi anni prima ?
Quale giudice e quale avvocato sarebbero in grado di farlo...?
Forse potrebbe farlo un Pico della Mirandola...
Perciò come si fa a chiamare a testimoniare una persona dopo tanto tempo ?
E soprattutto come si può essere obbligati a testimoniare per fatti non gravi, tipo omicidi e quant'altro ?
Mah...
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Agosto 01, 2020, 20:31:08 pm
Vicus, alcune cose che scrivi le condivido, ma altre mi lasciano veramente perplesso, perciò torno a chiederti: questi attacchi a Santiago che senso hanno ?
Ripeto: anni fa nemmeno io mi prendevo di petto Fabrizio Marchi in questo modo.
E di Marchi ce ne sarebbero da dire... a cominciare dalla sua incapacità di accettare la benché minima critica, per non parlare del suo vizio di censurare opinioni diverse dalle sue.
Frank perché nessuno si pone queste domande quando in altri spazi (dove non parlo della banda Stasi e di Santiago) vengo definito relitto umano, Incel (tipico insulto Stasi) ecc.?
Anch'io vorrei una risposta: che senso ha l'improvvisa shitstorm da parte di gente che ruota intorno a SST su spazi che per anni non hanno frequentato?
E mi sai dire che senso ha la censura di ogni mio commento su SST mentre le femministe più arrabbiate scrivono quello che vogliono? Non mi pare che qualcuno se ne sia indignato.
Non sarà che certe opinioni fanno paura e si ricorre al gioco sporco cercando di screditare ed isolare? I commenti idioti o trascurabili si possono ignorare, non si censurano. Quindi valuta tu.

Premesso questo, Santiago e i vari nani e ballerine (Lauder, Chiara...) che ruotano attorno a SST, per la loro affinità ideologica col mondo femminista e LGBT stanno alla QM come Paragone sta a Italexit. A dirlo vi faccio solo un favore. Se pensate che mi sbaglio pace, siete liberi di farvi l'idea che volete e se i miei argomenti sono così palesemente errati e in "malafede" che danno possono fare? Non credo che le vendite del suo libro siano diminuite, anzi.

A differenza di SST qui Santiago può replicare senza censure. Ma le sue repliche il più delle volte non fanno che confermare quanto dico. Ecco una tipica risposta di Santiago:

Citazione
Ora confronta quello che ho scritto io e quello che hai scritto tu:
- la superiorità aprioristica della donna sull’uomo, o viceversa, è un’idea pregiudiziale, strampalata e sessista. (io)
- Nell'antica Roma, culla del diritto, il figlio di separati veniva affidato al padre che Santiago definisce  un'idea "pregiudiziale, strampalata e sessista". (tu)

Santiago cita due esempi opposti (Roma compresa) per avvalorare la sua tesi secondo cui la superiorità aprioristica della donna sull’uomo [nell'ambito dell'affido], o viceversa, è un’idea pregiudiziale, strampalata e sessista.
Quindi cosa viene a raccontare qui che secondo lui, il modello romano non sarebbe un esempio negativo?? Dove dice allora che è un modello eventualmente positivo (in quel particolare contesto)?
Le risposte di Santiago sono tutte basate sulla insostenibile negazione (qui) di quanto lui stesso afferma.

Poi ancora non ho letto UNA RIGA contro centrali di potere, da fondazioni private ad organismi sovranazionali, che portano avanti il programma femminista. Tutta colpa delle scimmie, dei Dieci Comandamenti, delle norme etiche e civili che ci rendono umani. Ma si possono affermare cose del genere? Che figura ci facciamo con l'opinione pubblica?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: santiago - Agosto 03, 2020, 13:53:31 pm
Santiago cita due esempi opposti (Roma compresa) per avvalorare la sua tesi secondo cui la superiorità aprioristica della donna sull’uomo [nell'ambito dell'affido], o viceversa, è un’idea pregiudiziale, strampalata e sessista.
Quindi cosa viene a raccontare qui che secondo lui, il modello romano non sarebbe un esempio negativo?? Dove dice allora che è un modello eventualmente positivo (in quel particolare contesto)?
Le risposte di Santiago sono tutte basate sulla insostenibile negazione (qui) di quanto lui stesso afferma.

Poi ancora non ho letto UNA RIGA contro centrali di potere, da fondazioni private ad organismi sovranazionali, che portano avanti il programma femminista. Tutta colpa delle scimmie, dei Dieci Comandamenti, delle norme etiche e civili che ci rendono umani. Ma si possono affermare cose del genere? Che figura ci facciamo con l'opinione pubblica?
Caro Vicus, ammesso che tutti abbiamo difetti (io per primo), dopo il nostro copioso scambio quasi-epistolare sul forum, credo di aver capito quale sia il tuo difetto principale: la testardaggine. Devo ammettere che anche io sono un po' testardo, particolare che caraterizza gli abitanti della regione dalla quale provengono, Aragona (Spagna). C'è una barzelletta che dice:
“Come faresti a far entrare cento aragonesi in una cinquecento? Affermando che non ci stanno.”

Ho capito che quando ti fissi di qualcosa sei irremovibile, non importa in quante maniere ti viene dimostrato o spiegato il contrario.
1) Ho già espresso il mio disaccordo e dispiacere per i presunti problemi che hai avuto presso SST, problemi che non conosco, se sono successi come racconti. Ti ho già anche spiegato che in Internet la maggior parte dei blog e dei siti lavorano come questo Forum, dove c'è un amministratore che controlla (e censura) e un gruppo di persone (che raramente si conoscono di persona) che interviene. Dunque espressioni del tipo “la banda Stasi e di Santiago”, “gente che ruota intorno a SST”, “Santiago e i vari nani e ballerine (Lauder, Chiara...) che ruotano attorno a SST”, non aiutano per il semplice fatto che non corrispondono al vero. Risulta assurdo affermare che tutti i giornalisti del Corriere della Sera sono cretini perché un giornalista del Corriere ha scritto un articolo cretino. Stesso discorso vale per questo Forum. Generalizzare è scorretto. Non è tutto bianco o nero (stesso errore che commettono le femministe), il mondo è fatto di tanti colori.

2) A proposito di quanto avevi scritto sull'affidamento dei figli a Roma, vedo proprio che non hai capito. Va bene, ti faccio un altro esempio. Nel 2010 nella conferenza sulla “Fine dell'uomo” (inteso maschio) della femminista Hanna Rosin, lei si vantava che nelle cliniche all'ora di scegliere le coppie sceglievano di far nascere selettivamente bambine (al posto di bambini), si vantava come qualcosa di positivo. Io sostengo che offrire l'opportunità di scegliere selettivamente il sesso, di far nascere bambine (come si vantava Hanna Rosin) è una scelta pregiudizievole e sessiste. Ora tu scrivi in un altra sede che “Santiago afferma che far nascere bambine è una scelta pregiudizievole, sessista”. Eliminato il contesto (la prima parte), il messaggio è completamente modificato, qualsiasi lettore capisce da quanto hai scritto che io voglio che nascano solo bambini maschi. Eliminando il contesto si manipola il messaggio e si può far dire il contrario di quello che era il messaggio originale. Gli esempi possono essere infiniti. Da due giorni i media parlano dell'anniversario del lancio delle bombe nucleari. Una tesi tra i giornalisti è che malgrado sia stato una tragedia, avrebbero fatto bene a sganciare le bombe in Giappone causando oltre 300.000 vittime, perché il prolungamento della guerra avrebbe causato un milione di morti. Adesso io affermo in un altra sede “il giornalista X sostiene che hanno fatto bene a sganciare le bombe in Giappone causando oltre 300.000 morti”, cioè il giornalista diventa una specie di psicopatico che vuole sterminare giapponesi.
La mia affermazione, “la superiorità aprioristica della donna sull’uomo, o viceversa, è un’idea pregiudiziale, strampalata e sessista”, stabilisce che è sbagliato affidare i figli per l'unico motivo del sesso del genitore, nell'antica Roma, in Mesopotamia, nell'attualità o in qualsiasi altra parte del mondo.
La tua affermazione, “Nell'antica Roma, culla del diritto, il figlio di separati veniva affidato al padre che Santiago definisce un'idea pregiudiziale, strampalata e sessista", fa intendere al lettore il contrario, che i figli nell'antica Roma dovrebbero essere affidati alle madri, poiché affidarli ai padri non va bene.
In conclusione, hai cambiato il significato del messaggio. Mi dispiace che tu non riesca a vederlo, anche perché a mio parere è abbastanza evidente.

A proposito di critiche contro le centrali di potere, se intendi l'ONU, le istituzioni pubbliche e i governi, lungo tutto il libro ci sono forti e dettagliate critiche; se intendi le teorie “complottistiche” che richiamano Rockfeller e Ford nella nascita e promozione del femminismo, queste non ci sono (principalmente per due motivi, perché non sono molto convinto dell'enorme importanza che questi si presume che abbiano avuto nella crescita del femminismo e perché lo scopo del libro è un altro, capovolgere la narrazione femminista, narrazione femminista che include quello che tu chiami spregiativamente “le scimmie, i Dieci Comandamenti e i valori morali”, a quanto pare le storiche femministe, e le istituzioni pubbliche, visto che la narrazione femminista è quella dominante, al contrario di te non si preoccupano molto della figura che fanno con l'opinione pubblica trattando questi argomenti).

Comunque, fumiamo il calumet della pace. Se vuoi leggere l'opera, bene. Se vuoi scrivere alla fine della lettura i punti controversi o in disaccordo, bene. Se non sei per nulla d'accordo, o non vuoi leggere il testo discorsivo, bene. Posso solo sperare che le innumerevoli citazioni testuali e integre in lettera piccola (che non ho scritto io!!!), provenienti la maggior parte da fonti femministe, possano servirti come dotazione per altre discussioni qui e in altre sedi sul femminismo e sulla questione maschile.

Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Agosto 03, 2020, 15:58:19 pm
Santiago il proverbio parla di aragonesi: de te ipsum dicitur. Per l'ennesima volta malgrado il garbo apparente usi argomenti ad personam (testardaggine ecc.)

Ammetto che faccio una certa fatica a leggere le tue repliche confuse e dispersive, credo volutamente perché quando parli fuori da questo topic (libro incluso) sei chiarissimo.

Il primo a dispiacermi per la censura e la guerra per procura condotta dal tuo amico Stasi e compagni sono io. E' il genere di manovre di chi non ha argomenti e ben si addice ai personaggi senza scrupoli dei romanzi di Stasi. E' un'onta che si censurino critiche argomentate lasciando però scrivere le femministe! Ma da che parte state voialtri?

Sull'affidamento dei figli nell'antica Roma sei tu che non hai capito, malgrado la chiarezza dell'affermazione: sei per l'affido condiviso (come me) ma allo stesso tempo equipari l'affido al padre in un contesto come quello romano all'affido alla madre nell'epoca femminista. Vuoi negarlo? Pazienza, il lettore si farà la propria idea su chi si "sbaglia" davvero.

Non so per quali motivi qui rispondi con lunghissime divagazioni invece che col linguaggio sintetico e chiaro che adoperi nel libro.

Vedremo se nel testo dedichi altrettanto spazio ai burattinai contemporanei del femminismo, di quanto in rete ne hai dedicato a scimmie e femminismi "precolombiani". Per ora non ho visto una sola riga né su carta né su Internet.

E' fuorviante il termine "guerra" per definire una discussione seria riguardante la direzione nichilista e anti-civile che rischia di prendere la Questione Maschile.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Agosto 30, 2020, 19:47:53 pm
Da pg. 26 a pg. 31 (poco, su un tomo di 600 pagine) Santiago accenna al tema del femminismo come lobby. Se non aggiunge altro dopo, è un'occasione mancata. Segnala la presenza di organismi femministi all'interno di istituzioni sovranazionali, specialmente l'ONU, ma si guarda bene dal descrivere l'intera ragnatela tessuta contro l'uomo: non una parola sulle ONG e le potentissime fondazioni come Planned Parenthood legata alla famiglia Rockefeller, che hanno promosso il femminismo con ingenti mezzi.
Per questo, subito dopo Santiago aggiunge una palese falsità (se per ingenuità o malafede non importa): che il femminismo sia un potere "immateriale". E' palesemente ingenuo (o peggio) credere che il femminismo sia stato promosso per decenni (e recepito dai governi!) in tutto l'universo mondo, senza ingentissimi mezzi ed un'organizzazione capillare.
Credete davvero che quattro suffragette inglesi possano fare tutto questo? O che Greta Thurnberg da sola cambierà il mondo? Se siete in questa schiera di semplicioni (ma non credo lo sia Santiago), provate a chiedere di parlare all'ONU sui diritti maschili e di trovare la stessa copertura mediatica. E' chiaro per tutti adesso?

A questo punto è inevitabile chiedersi: perché Santiago omette questo "dettaglio"? Come abbiamo detto, non è un ingenuo né uno sciocco. Forse la risposta è da cercare in un'altra domanda: perché Santiago omette di dire che quelle stesse istituzioni sovranazionali muovono guerra agli uomini promuovendo l'ideologia LGBT, alleata del femminismo? Almeno un cenno lo potrebbe fare.
Secondo logica la ragione di queste omissioni è, temo, solo una: nei programmi dell'ONU e delle ONG c'è qualcosa che Santiago gradisce e non vuole disturbare.
E molto probabilmente, questo qualcosa è la distruzione delle istituzioni civili, cardini della società, come la paternità e la famiglia senza la quale l'Occidente implode.
Il prof. Matteo D'Amico (i cui numerosi libri non sono stati MAI neppure nominati dagli ubiquitari sponsor di Santiago) è ad oggi tra i pochissimi che è andato al cuore del problema:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,2045.0.html

Abbiamo visto altrove che per Santiago la paternità (almeno da quel che dice in rete) è un concetto molto attenuato, come la famiglia (che vuole giuridicamente abolire), i valori etici, le istituzioni civili. Per Santiago la civiltà e la paternità hanno intrappolato l'uomo da un selvaggio e beato stato di natura, in cui copulava a piacimento traendo dalla natura ciò di cui aveva bisogno. E' il ritratto dell'uomo-massa (che Santiago chiama appropriatamente australopiteco) della civiltà dei consumi, che crede che benessere e sicurezza crescano spontaneamente, non richiedano "manutenzione" e sacrificio per sussistere, e che il solo scopo dell'uomo sia sfogare le sue pulsioni senza curarsi delle conseguenze.
Santiago non si rende forse conto che una siffatta società è un matriarcato (perché le donne hanno il controllo completo della prole). Ma se ne rendono ben conto le femministe che hanno gli stessi programmi:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,1893.msg7090.html#msg7090
https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,1893.msg7091.html#msg7091

Ed ora un estratto della conferenza del prof. D'Amico, dove troverete cose che Santiago non vorrà dirvi mai. Fate voi il paragone, liberamente, tra quanto afferma il prof. D'Amico e gli australopitechi senza paternità di Santiago:

COME POTENZE STRANIERE HANNO DISTRUTTO L'ITALIA E LA CIVILTÀ ITALIANA
Vi sembra un caso che da quando l'Italia perde la guerra e viene occupata militarmente (ricordate: siamo in stato di occupazione militare, una potenza straniera ci occupa) la sua natalità e cultura implodano?
In questo contesto, inizia che cosa negli anni '50? Gli psichiatri che lavorano per i Servizi modellizzano un Paese, dopodiché lo profanano, profanano il suo "codice sorgente" simbolico. L'Italia, specialmente del Meridione viene sottoposta a un'operazione di sovversione profonda, di incrinatura del codice simbolico italiano tradizionale già dagli anni '40.
Iniziano a uscire film sull'adulterio, sul divorzio... Si prepara il terreno, si sgretola l'edificio della moralità tradizionale [che Santiago considera negativamente]. Ma come fanno a sgretolarlo? Presentando il padre [che per Santiago è un'invenzione femminile] come un idiota o come un oppressore:

QUELLO CHE NON SI PUÒ DIRE SUL PADRE
Padre, autorità e verità sono strettamente interconnessi. Le varie rivoluzioni a partire da quella protestante e francese sono tutte parte di un unico processo di dissoluzione nichilistica del padre che culminano col '68 [altro che paternità inventata dalle femmine], il fenomeno più pianificato e artificiale della storia, che demolisce scientificamente il concetto stesso di paternità, anche con l'aiuto dei media che trasmettono h24 programmi che sviliscono la figura paterna. E' un'epoca nemica della paternità.
Abbiamo sempre più famiglie senza padre (sconosciuto, separato ecc.)
A ciò fa seguito l'eclissi del maschio, con lo scandalo ad esempio delle donne soldato [che Santiago considera favorevolmente per le donne che soddisfano gli standard maschili].
Se tutte le civiltà sono state patriarcali, vuol dire che c'è un senso in questa cosa..
Dalla Rivoluzione Francese, per la prima volta nella storia nasce il mito del progresso, per cui il mondo sarà tanto migliore quanto più distruggerà la civiltà e ciò che è sempre stato prima [commenti superflui].
Lo dice la psichiatria come la statistica: se si va a distruggere il padre crolla tutto, si sfarina, si sbriciola l'intero edificio sociale. (Mio commento: ecco perché i modelli femministi basati su paternità incerta e "multipla" (molti padri=nessun padre) sono inevitabilmente e profondamente nichilisti.)
La legge, il confine, i valori civili sono necessari per la sussistenza di ogni civiltà e sono prerogative MASCHILI.

Demistifica l'illusione di una famiglia governata in modo "paritario": la famiglia è una società, e come tale deve esserci un'autorità, senza la quale non c'è pace né ordine (come vediamo oggi).
Senza il padre il baricentro diventa il piacere (la femminea società dei consumi, il coito libero di Santiago): l'infanzia e l'adolescenza da prolungare all'infinito. L'uomo diventa un automa desiderante in un'infanzia che non finisce più.
Impagabile la parte sulla femminilizzazione della didattica e sul crollo del rendimento scolastico nelle classi miste (come da abbondanti studi statistici).
Si notino gli effetti sinergici di tutte queste innovazioni:
- La vita viene erotizzata [come insegna anche Santiago], ossia si insegna che è tanto più riuscita quanto più è satura di esperienze sessuali (vale anche per le donne sollecitate in ogni modo a cercare sempre nuove esperienze)
- A questo punto la donna può farsi l'amante e comunque divorziare senza conseguenze, anzi viene premiata economicamente e socialmente
- La patria potestà e l'istituto del capofamiglia vengono aboliti aprendo ad abusi di ogni genere in fase di separazione
L'erotizzazione della donna è il vero segreto del '68. A questo punto l'uomo, emarginato e deresponsabilizzato, sprofonda in un'immaturità assediata dalla ricerca incessante del piacere e la donna comincia a pensare al figlio come a una sua illimitata disponibilità, tanto che l'aborto calpesta il diritto del padre di generare.
L'erotizzazione di massa è stata messa a punto dai servizi segreti occidentali [chi pensa male fa peccato ma ci azzecca diceva in tale].
Tutte le rivoluzioni vengono condotte da minoranze potenti e organizzate [altro che potere immateriale del femminismo.].
Un caso di scuola (che Santiago non cita): ai giapponesi la distruzione di Tokio (150000 morti con bombe al fosforo) non fece paura più di tanto. Erano un popolo formato per superare catastrofi di ogni genere. MA avevano un culto della famiglia, c'erano famiglie numerose ed è lì che bisognava colpire: dopo l'occupazione la prima cosa che il generale McArthur impone è l'aborto. Il Giappone oggi è il Paese più vecchio del mondo, è un Paese morto. Sembra prospero grazie a iniezioni di liquidità enormi, e all'inerzia della sua gigantesca struttura industriale ma come dice il relatore è un Paese finito.
[Santiago che auspica sesso liberato e fantasie erotiche per gli uomini non vi dice che] col '68 arriva contemporaneamente una massiccia diffusione di droga e pornografia, organizzata dai governi. L'effetto era quello studiato dagli psichiatri: la regressione e femminilizzazione dell'uomo.
La pornografia opera un vero e proprio lavaggio del cervello di massa, dissociando la sessualità dall'affettività. La sessualità viene "sganciata da qualunque più profondo e umano ancoraggio emotivo e spirituale, da una vera amicizia, da una vera comunione".
Questa operazione psicologica tramite pornografia e altri mezzi produce uomini particolarmente passivi, particolarmente conformisti e fragili, pieni di paure e di ansie e bisognosi di un potere autoritario.
Così si è ottenuta la società che si voleva ottenere. Il fulcro della società dei consumi è la distruzione del padre e della famiglia, perché i poteri totalitari sentono che la famiglia impedisce il consumismo. L'uomo solo, pieno di ansie, schiavo del piacere, abbrutito da una vita degradata, non spirituale, senza orizzonti è il perfetto consumatore! L'ideale è una famiglia divisa, spezzata, persone sole, ansiose, smarrite, senza certezze né confini.

L'uomo adulto di oggi è imprigionato nell'adolescenza. L'uomo che vive all'insegna dei "diritti", dei piaceri, del confort, dell'avere "esperienze" anziché della disciplina e del sacrificio di sé è imprigionato nell'adolescenza, in un'infanzia che si prolunga fino alla terza età. Nulla è più amaro, più atroce di un impedimento ontologico [causato dalla società e dal potere] di riuscire a divenire adulti.
Ma se si distrugge il padre neanche passa per la testa di diventare adulti [come nel Mondo Nuovo di Huxley, dove l'umanità viene fabbricata artificialmente, senza padri, e vive nell'immaturità e futilità per tutta la vita].
Un noto economista francese fece un grosso studio che dimostrò che quanto più la figura del padre era tenuta in onore quanto più fioriva tutto: vita economica, basso tasso di criminalità, tutto andava bene.
[Studio serio di valore accademico che smentisce le fantasiose teorie di Santiago, secondo cui l'umanità avrebbe prosperato per decine di migliaia di anni con "figli di padre ignoto".]

Chi abolisce la figura del padre avrà figli senza capacità di studio e concentrazione, ansiosi, feriti, fragili, evanescenti, bambini eterni mai cresciuti.

La modernità (almeno da Lutero in poi) è una lenta, graduale crescente negazione della figura del padre [non troverete questo nelle note di Santiago], mediante artefatti culturali e ideologici che ne impediscono la presenza.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Maggio 06, 2022, 14:17:44 pm
Un invertito napoletano, sul cui sito linkato da La Fionda di Davide Stasi scrive anche Rino Dalla Vecchia, ha avuto la geniale idea di riesumare questo argomento di quasi due anni fa, vomitando la solita serqua di insulti tra cui "mentecatto" (de te fabula narratur).
Si capisce che è più forte di lui, va tutto ascritto alla sua animale dimensione fisiologica: con la stessa sciatteria con cui si gratta se ha prurito, scorreggia quando gli brucia il didietro (spesso, visto l'uso che ne fa), cosi vomita insulti sul blog.
A lui va tutto il merito dell'aggiornamento di questo topic:

E' intervenuto anche il prostituto invertito, che fa figli con donne altrui e li fa mantenere dai malcapitati mariti, ma pretende di rappresentare i diritti maschili.
Gli brucia ancora il didietro una recensione molto dettagliata di anni fa, non a caso messa in evidenza come migliore commento critico (malgrado i voti contrari degli amici degli amici, che probabilmente non sono mancati).
Data la sua proverbiale ignoranza (e ristretta cerchia di interessi, che vanno dalla cintola in giù), il nostro difende la ridicola teoria di Santiago del pene che servirebbe ad estrarre il seme del copulatore precedente. Cornificare uomini è un argomento che lo riguarda da vicino, ma proprio la sua squallida vicenda dimostra quanto le teorie assurde di Santiago non reggano alla prova dei fatti: il povero marito di quell'annoiata signora partenopea si è ritrovato uno (o due, non ricordo) figli non suoi da mantenere.
Sui restanti argomenti sorvola, perché non li capisce ma soprattutto perché vanno contro la sua personale idea di società come bordello gayo a cielo aperto. Riporto qui la recensione lasciando giudicare il lettore:

Antifemminista solo in apparenza: una mela avvelenata
Recensito in Italia il 6 settembre 2020
Acquisto verificato
Un libro antifemminista che dà una lettura solo in apparenza diversa dalle femministarde e sostiene la loro agenda politica è certamente più pericoloso per i movimenti maschili di un testo apertamente femminista.
Nel pur lodevole intento di smontare la tesi di secoli di oppressione patriarcale, Santiago Altaba fornisce una rilettura dilettantesca e altrettanto falsa della storia e della civiltà umana, che vede come un secolare complotto matriarcale ai danni dell'uomo (notate che già un’altra recensione dice questo). Altaba non risparmia nessuno dei pilastri della nostra millenaria civiltà: il matrimonio è da abolire, le norme etiche e civili sono state escogitate dalle donne per imprigionare l'uomo. Chissà quali astute quanto oscure donne avranno plagiato Giulio Cesare, padre della civiltà romana e il padre del diritto occidentale Giustiniano. Persino la paternità “non esiste in natura” ed è un'invenzione femminile dalla quale guardarsi. Sono idee di un semplicismo e di una barbarie finora mai raggiunti in Italia fuori dall'ambito femminista.
Alcuni lettori capiranno che è lo stesso messaggio anti-civile della società femminista e globalista, che ha bisogno di consumatori docili senza famiglia e senza identità, che permetterebbero loro di ribellarsi. Come fai a sviluppare un pensiero critico senza un padre che ti trasmette una cultura e una visione alternativa?
Un primo importante punto in comune col femminismo è che anche se per ragioni apparentemente opposte, il sig. Altaba cerca di convincerci a sbarazzarci della nostra storia, della nostra identità culturale e di tutte le istituzioni civili.
Ma l'aspetto più sconcertante è l'attacco alla paternità, in sintonia con il femminismo più estremista di Sylvie Benoit e Cacilda Jethà: nei libri di queste due femministe molto letti nel mondo LGBT, come nel pensiero di Santiago si vagheggia di paternità di gruppo (ricordate Bibbiano) preludio alla paternità di Stato che già oggi esiste e si arroga molti diritti dei padri! Rifacendosi a un fantasioso matriarcato primitivo, sia queste femministe che il loro buon allievo Altaba immaginano una società in cui il ruolo del padre praticamente scompare (ma non quello di mantenitore), "condiviso" con altri uomini a caso in favore di quello della madre che ha netta prevalenza nell'educazione della prole.
Per arrivare a questa aberrante ideologia femminista Altaba ricorre alle teorie più fantasiose e ridicole: per lui l'uomo sarebbe esistito per decine di migliaia di anni allo stato brado, come una scimmia, il cui unico scopo sarebbe stato mangiare e copulare - eventualmente costringendola - con la prima femmina che avesse incontrato, ignorando che sin dai suoi albori l’umanità aveva una cultura complessa (pitture sacre, riti) incompatibile con l’assenza di un padre che la trasmette. È desolante ritrovare questa lettura femminista dell'uomo inutile e violento in un autore sui diritti maschili!
Quanto alla donna, avrebbe avuto l'esclusiva cura della prole (mai desiderata dall'uomo-scimmia per cui avere una discendenza non ha scopo: un bel colpo per le femministe contro la causa dei separati) e avrebbe inventato nientemeno che le norme etiche e civili che ci rendono umani. Una vera umiliazione per gli uomini, creatori di grandissime civiltà, che oggi si bevono tutto questo senza capire e senza fiatare.
Sfiorando il ridicolo, Santiago arriva a dire che il glande serviva a estrarre dalla vagina il seme dell'uomo-scimmia che lo aveva preceduto nella competizione animalesca nella riproduzione. Sull'efficacia di questo sistema qualsiasi studente di medicina si sbellicherebbe dalle risa.
Santiago infiltra questa agenda femminista insinuando sospetti sul matrimonio, che prima del femminismo funzionava quasi sempre egregiamente, mentre ora stiamo scomparendo come popolo. A pag. 488 afferma, con una ridda di citazioni unicamente satirico-letterarie scelte all'uopo (trascurandone molte altre a partire da Virgilio) e non rappresentative della popolazione media del tempo, che il matrimonio è solo un'oppressione per l'uomo e che gli uomini l'hanno sempre vissuto "in modo fatalistico", come "una condanna alla schiavitù", una "rete dove si cade preda della donna".
Dei poteri forti da sempre dietro al femminismo significativamente tace: non una parola su fondazioni private, ONG e governi che lo sostengono finanziariamente e politicamente a da cui calano tutte le direttive. In compenso, diverte l'attenzione su falsi bersagli collocati nel passato, guarda caso gli stessi delle femministe: la civiltà, le norme etiche, l'identità culturale e il suo pilastro fondamentale, la famiglia. E proprio come loro vede con favore l'adulterio, le relazioni casuali e tutto ciò che scardina dalle fondamenta un'intera società, a partire dal ruolo dell'uomo e del padre (per Altaba come per le femministe uomini e donne sono identici, a parte differenze fisiche).
Un allucinante femminismo in chiave pseudomaschile, non fatevi incantare dalla pubblicità dei soliti quattro amici suoi, ci sono altri testi stranamente passati sotto silenzio a partire da Divorzio - Manuale Segreto di Castrogiovanni e Oltre il Maschio Debole di Giacomelli che affrontano la realtà presente invece di prendersela con un lontano passato, in cui gli uomini almeno contavano qualcosa.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2022, 07:46:17 am
Alle pagg. 45-49 Santiago distingue tra femminismo della colpa (e della parità) e femminismo della differenza: il femminismo afferma che le donne sarebbero vittime secolari dell'oppressione maschile che le avrebbe relegate a ruoli subalterni e allo stesso tempo che sarebbero migliori e in grado di fare meglio degli uomini; che l'identità femminile sarebbe una falsa costruzione del patriarcato ma allo stesso tempo permetterebbe alle donne di avere una marcia in più.
Santiago vede in ciò una illogica contraddizione che spiega solo con l'opportunismo femminista. Nella sua visione sostanzialmente positiva e acritica della "parità" moderna (e femminista), omette una chiave di lettura del femminismo fornita infinite volte da altri: la mascolinizzazione (più esattamente cancellazione) dell'identità femminile e la conseguente entrata in competizione con gli uomini.
Il femminismo è un'arma di ingegneria sociale di centrali di potere (potere che Santiago non nomina mai, come le femministe se la prende con le norme etiche, civili e religiose del passato). La logica dell'ingegneria sociale non va cercata nell'ideologia femminista ma nei suoi scopi ed effetti: l'identità femminile viene considerata una costruzione del patriarcato e deve essere scartata (cancellazione); le donne possono fare meglio degli uomini (competizione). Tout se tient.
Secondo il concetto femminista di parità, a parte differenze nell'apparato riproduttivo (la minore forza fisica viene solitamente trascurata) le donne sono del tutto identiche agli uomini, possono anzi devono svolgere gli stessi compiti.
Per Santiago la parità di stampo femminista è cosa buona e giusta (il solo problema, dice spesso, è che le femministe non la vogliono realmente). Ha anche esplicitamente detto che qualsiasi donna potrebbe benissimo intraprendere la carriera militare se avesse adeguati requisiti (si noti bene) fisici, come se per il resto le donne fossero identiche agli uomini in termini di combattività e attitudini militari.
Santiago rientra a pieno titolo nell'ampio filone dell'attivismo maschile, secondo il quale il solo difetto del femminismo (nella sostanza) è non volere la parità, conquista intangibile di un'epoca che sarebbe perfetta se non fosse per la inspiegabile, in mezzo a tante meraviglie del progresso, discriminazione degli uomini.
E' noto almeno da un secolo che la tendenza di quest'epoca è cancellare le identità sessuali, per creare esseri asessuati adatti ai lavori neutri richiesti dalla tecnologia. Curioso che malgrado citi una copiosa bibliografia Santiago non se ne sia accorto.
La tecnologia non ha bisogno di uomini e donne ma di « mani ». Gli impieghi moderni sono neutri, ed è necessario un sesso neutro che vi si accordi.
Uomini e donne come api operaie, anzi come macchine, ovviamente sterili (la famiglia essendo riservata sempre più a pochi privilegiati dal sistema), a svolgere mansioni neutre e impersonali, in linea con le esigenze tecnologiche.
La famiglia "costa troppo e va abolita", diceva il socialista Proudhon ed è un lusso che gli schiavi non devono permettersi.
Questa è la squallida parità regalata dal "progresso" che in centinaia di pagine Santiago non critica. E i movimenti maschili si dovrebbero battere per questa parità?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Duca - Maggio 21, 2022, 11:24:16 am
Un invertito napoletano, sul cui sito linkato da La Fionda di Davide Stasi scrive anche Rino Dalla Vecchia, ha avuto la geniale idea di riesumare questo argomento di quasi due anni fa, vomitando la solita serqua di insulti tra cui "mentecatto" (de te fabula narratur).
Si capisce che è più forte di lui, va tutto ascritto alla sua animale dimensione fisiologica: con la stessa sciatteria con cui si gratta se ha prurito, scorreggia quando gli brucia il didietro (spesso, visto l'uso che ne fa)
Mi permetto sommessamente di puntualizzare: gli invertiti (preciso termine freudiano, purtroppo desueto ma che meriterebbe un ritorno di fiamma...:cool:) per ovvi motivi emettono solo loffe, non scorregge, peti, sordoni o vescie.
 :lol:
Fine OT... su tutto il resto ovviamente sono d'accordo.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Maggio 21, 2022, 11:44:41 am
Soprattutto quando hanno l'uscita libera da troppo tempo :lol:
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 09, 2022, 14:37:50 pm
Essendo ripresa la grave maleducazione e mancanza di rispetto di sostenitori di Santiago, non vedo perché dovrei far loro la cortesia di tacere sui danni alla QM che provocano le sue discutibili idee e ricostruzioni storiche, contrarie alla paternità e alla famiglia come quelle delle femministe e non certo favorevoli a una accettabile convivenza tra i sessi, su cui poggia la sopravvivenza del genere umano.

Alle pagg. 61-68 Santiago, nel pur nobile intento di smontare la teoria del patriarcato, tenta di dimostrare che il linguaggio esprime il dominio delle donne, naturalmente dagli albori dell'umanità. Inizia con un lungo elenco, di varie pagine, di termini positivi femminili e negativi maschili scelti in modo non proprio imparziale. Di per sé non dimostra nulla, considerate le differenze linguistiche e le considerevoli omissioni. Esempio: sia pace che guerra sono termini femminili; "morire per la madre patria" (termine poco usato) ha un equivalente maschile che Santiago omette, "morire per il proprio Paese"; il Diavolo è maschile, ma lo sono anche le Furie, le Erinni e Lilith su cui Santiago tace; meno male che riconosce che Dio Padre è maschile (altra omissione sintomatica: di Gesù e di Messia non parla). Non allungherò l'elenco quanto Santiago.
Il punto cruciale però è che l'autore afferma che il linguaggio esprime il dominio femminile con una ipotesi discutibile: il genere maschile sarebbe addirittura neutro, perché ad es. si riferisce all'intero genere umano ("tutti gli uomini"), mentre quello femminile, riferendosi solo alle donne, esprimerebbe un privilegio (Santiago paragona le donne al re). Tralascio l'ovvia considerazione che il genere neutro non designa persone di entrambi i generi, ma cose che non hanno genere.
Si potrebbe usare lo stesso argomento per affermare che il genere femminile non rappresenta una superiorità ma una variazione rispetto alla norma, come vedremo ora.
Santiago arriva ad affermare che "il padre non esiste", "il padre è muto" perché la lingua verrebbe appresa esclusivamente (!) dalla madre. Un'insistenza sull'irrilevanza della paternità che andrebbe spiegata.
L'ipotesi di Santiago cade se si tiene conto che tutte le tecnologie, tutte le invenzioni e gli artefatti umani sono linguaggi e il creatore delle tecnologie è l'uomo (cf. Eric McLuhan, Le Leggi dei Media, ed. Lavoro).
Spiega McLuhan (che insieme al padre ha studiato queste cose per quasi un secolo) che per artefatti vanno intesi anche le civiltà, i costumi e gli usi sociali e l'uomo è il creatore di queste civiltà.
L'affermazione secondo cui le donne sarebbero alla base di complessi rituali ed evoluti codici legali, elaborate tecnologie e tattiche di guerra, raffinate formule matematiche ed opere d'arte (salvo eccezioni di second'ordine) cozza contro l'evidenza dei fatti; anzi è proprio nell'era delle "donne al potere" che le leggi e la società degenerano vistosamente, legittimando persino quell'aberrazione contro natura chiamata aborto.

Quindi affermare che il genere femminile sia espressione di un privilegio e di una sorta di monopolio femminile della lingua è evidentemente arbitraria.
Basterebbe che Santiago si leggesse il racconto biblico della donna tratta dalla costola dell'uomo (che anche per chi non crede ha valore di documento antropologico) per capire la prevalenza del genere maschile (non neutro come sostiene lui) in molte lingue.
Oggi, queste sono affermazioni politicamente scorrettissime, ma come diceva Cicerone "l'ho scritto e non lo cancello".

Nelle ipotesi dell'autore passa inosservato un elemento sintomatico: sembra che per Santiago il luogo dell'esercizio del potere non sia il trono e il campo di battaglia ma il letto, con mogli petulanti a comandare come burattini filosofi, inventori, re e condottieri e che frivoli pettegolezzi di comari al balcone creino le più grandi opere della civiltà umana e decidano le sorti di imperi.
Lungi dall'affrancare gli uomini, Santiago si muove inconsapevole nella cultura femminea ed LGBT che oggi plasma le idee maschili; per cui non deve stupire che rilegga la Storia in chiave effeminata, come in certi programmi televisivi dominati da parrucconi e travestiti, per i quali la civiltà umana e lo stesso senso dell'esistenza si riducono al boudoir.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 09, 2022, 21:43:33 pm
Un mio utente commenta:

Spieghiamo la sequenza di bestialità che è stata scritta da Santiago partendo dalle origini. Innanzitutto bisogna specificare che l'uomo era un cacciatore, ma non poteva andare a cacciare con tutti i maschi in grado di farlo, perchè questo avrebbe comportato il grandissimo rischio di lasciare le donne da sole senza che potessero essere difese da uomini maturi nel caso di attacco da parte di gruppi umani malintenzionati o di belve feroci. Questo vuol dire che gli uomini in grado di cacciare si suddividevano in due o più squadre, a seconda di quanto era grande la comunità, di cui almeno una rimaneva con le donne. Ciò però poteva costituire un problema, perchè alcuni maschi potevano insidiare le donne degli altri. Ecco però cosa dice Morris in "La scimmia nuda".

"Per cominciare, i maschi dovevano essere certi che le femmine sarebbero rimaste loro fedeli quando le lasciavano sole per andare a caccia. Le femmine dovettero così sviluppare una tendenza a formare una coppia. Inoltre, se si voleva che i maschi più deboli collaborassero alla caccia, bisognava accordare loro maggiori diritti sessuali. Le femmine dovevano essere più suddivise e l'organizzazione sessuale più democratica e meno tirannica. Quindi anche il maschio doveva avere una forte tendenza a formare la coppia. Per di più, i maschi ora disponevano di armi mortali, il che avrebbe reso molto più pericolose le rivalità sessuali; un'altra buona ragione perché il maschio venisse soddisfatto da una sola femmina". pag. 37

Nello spiegare come si è formato il rapporto di coppia l'illustre zoologo non fa mistero dell'uso del sesso non a fini procreativi o lo sviluppo di particolari parti del corpo a forte carattere erogeno, ma ritiene che ben più importante sia stata la formulazione di un linguaggio di coppia per comunicare i sentimenti, favorito da un rituale di accoppiamento che privilegiava i rapporti faccia a faccia. Tutto ciò è avvenuto per gradi e ha favorito diversi cambiamenti: il viso ha iniziato a riprodurre i genitali ( fenomeno di auto-imitazione ) e le espressioni del viso hanno lasciato il posto ad un linguaggio articolato. Per Morris il linguaggio non è nato da madre a bambino, ma tra uomo e donna per tenere saldo il legame monogamico che era indispensabile per provvedere all'educazione della prole. Lo stato di neotenia umana dura 21 anni, tempo in cui il cervello arriva alla piena capacità, e in questi 21 anni la prole ha tutto il tempo per imparare i complicati "mestieri" dell'adulto, il che ha reso impossibile il tirocinio in un regime di promiscuità.
Ora immaginiamo l'educazione di un cucciolo di neanderthal maschio. Chi gli spiegava la sofisticata tattica di appostamenti e rincorse con cui si spingevano gli animali verso le trappole o il lancio incrociato di lance? La madre o il padre? Andiamo oltre. Santiago non sa assolutamente nulla di come vivevano i primi Homo sapiens. Ecco, è molto semplice. Vivevano in comunità parentali piuttosto ristrette lungo dei percorsi circolari che attraversavano steppe e boschi. Qui H. sapiens si spostava, esercitava l'arte della caccia e raccoglieva quello che trovava. Possiamo anche affermare che questi percorsi non nascevano a casaccio. Solitamente erano passaggi obbligati verso luoghi di approvvigionamento idrico. Alcuni di questi sentieri preistorici sono diventati pezzi della via Appia e della via Aurelia, perchè l'approvvigionamento idrico interessava anche i Romani. Proprio andando a scavare i resti romani, gli archeologi hanno trovato in prossimità delle fonti i resti dei "caravan serragli" preistorici. In prossimità delle fonti gruppi parentali diversi, che provenivano tutti da differenti sentieri circolari, si incontravano e qui prendevano moglie e commerciavano prodotti di artigianato. La prova di questi caravan serragli è soprattutto la presenza di accumuli di punte di selce lavorate con la tecnica musteriana. Ora secondo te, chi parlava all'altro gruppo parentale, il pater familias o la sua donna?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 12, 2022, 01:56:24 am
Da quel che Santiago stesso dice il pater familias "non esiste", è superfluo, "muto", quando c'è è un'appendice della donna.
A quanto pare non è il padre o altri uomini a insegnare l'arte del combattimento. L'uomo va in guerra controvoglia per proteggere la donna, quasi lo obbligasse lei (come non lo so); ma, lieve contraddizione, si arruola anche volontariamente per scappare dal matrimonio come se, di nuovo, una donna potesse costringerlo a sposarsi.
Tutto (cultura, tecnica, norme etiche e civili, guerra e pace) avrebbe come senso e scopo il mantenimento delle donne, per cui tanto vale buttare la civiltà all'aria.

Il testo di Santiago conserva però il valore di un documento antropologico, che mostra come lo spirito di quest'epoca femminista plasmi (spero involontariamente) persino le idee di un attivista maschile: se oggi il padre non esiste ed è sfruttato dalla moglie, vuol dire che è andata sempre così; meglio darsi alla birra e al "coito coercitivo", senso dell'esistenza maschile sin dalla comparsa degli uomini (meglio: degli ominidi) sulla Terra.
Non ci si accorge che è precisamente quello che sta avvenendo ora: rinuncia degli uomini a essere protagonisti della società (per cambiarla, non per "mantenere") e regressione subumana della loro esistenza, dedicata unicamente alla ricerca (per lo più vana) del sesso. Ma non servono due tomi e movimenti maschili per mantenere lo status quo.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 18, 2022, 01:35:01 am
Utente Conte:

Alle pagg. 61-68 Santiago, nel pur nobile intento di smontare la teoria del patriarcato, tenta di dimostrare che il linguaggio esprime il dominio delle donne, naturalmente dagli albori dell'umanità.

Vediamo nel dettaglio questo presunto dominio femminile nel linguaggio e a tal proposito mi avvalgo della nobile lingua latina. In latino uomo si dice vir che però non vuol dire solo maschio, ma anche uomo illustre, eroe, sposo, amante, soldato e ha originato una delle parole più importanti del latino, ovvero vis ( notare il rotacismo della r in s ) che significa forza, potenza, violenza, assalto militare, colpo di stato, forze armate, capacità militare, influenza, importanza, abbondanza, moltitudine, al plurale possibilità, potere sugli altri, risorse economiche, ma soprattutto genitali maschili. Da vir si è originato quasi mezzo vocabolario:

vira=donna
viracius=maschio, forte, dalla grande forza
virago=donna robusta, eroina, guerriera
viratus=virile, audace
virdis=verde, gagliardo, rigoglioso, giovanile, fresco
virectum=luogo erboso
virens=verdeggiante
virentia=vegetazione
vireo=verdeggiare, prosperare, fiorire
viresco=divenire fiorente, rafforzarsi, diventare verde
virga=bastone, verga, pollone, bacchetta magica, ramo dell'albero genealogico
virgator=fustigatore
virgatus=intrecciato con verghe, striato, variegato
virgea=fronde, ramoscelli
virgetum=saliceto
virgeus=fatto di ramoscelli, di vimini
virgi(n)demia= (in senso scherzoso) un sacco di botte
virginal=oragni genitali femminili, in senso figurato verginità
virginale=organo sessuale femminile
virginalis=di fanciulla, di ragazza vergine
virginarius=relativo alle vergini
virgineus=da ragazza, da giovinetta, non ancora lavorato
virginitas=condizione di vergine, in età da marito
virginor=avere atteggiamento da vergine
virgo=fanciulla in età da marito, priva di esperienza sessuale, giovane sposa, vestale
virgosus=ricco di fronde o di polloni
virgula=ramoscello, bacchetta, filo di fumo
virgulatus=fatto a strisce
virgultum=pollone, cespuglio, rovo, macchia
virgultus=ricoperto di cespugli
virguncula=ragazzina
viria=braccialetto maschile
viriatus=ornato di bracciali
viriculae=risorse o forze limitate
viriculum=spiedino, scalpello da incisore, giavellotto
viridans=verdeggiante, fulgente, splendente
virid(i)arium=boschetto, parco, giardino alberato
viride=verde, foraggio, erba fresca
viridesco=inverdirsi
viridia=parco
viridicans=tendente al verde
viridis=verde, coperto di vegetazione, giovane, tenero, fresco, vigoroso, fiorente, pieno di salute, robusto
viriditas=di colore verde, vegetazione, vigore, freschezza, rigoglio, vivacità
virido=rendere verde, rigoglioso, far crescere
virilia=l'insieme degli organi genitali maschili, azioni coraggiose, comportamenti virili
virilis=maschio, virile, di adulto, coraggioso, energico, da vero uomo
virilitas=virilità, potenza sessuale, facoltà generativa, età virile, pene, forza di carattere
viriola=bracciale maschile
viriosus=vigoroso, forte, poente nei suoi effetti
viripotens=epiteto di Giove per poderoso, forte, possente
virisiccus=seccato, stagionato
viritanus=suddiviso in parti eguali
viritim=a testa, per ciascuno, singolarmente
viror=verde
virosus=che ricerca maschi, viscido, vischioso, puzzolente, maldicente, infame
virtuosus=virtuoso
virtus=virtù, capacità, l'insieme dei pregi e delle doti morali e fisiche di una persona, coraggio, esercito, forza, prodigio, miracolo
virulentia=infezione, fetore, puzza
virulentus=velenoso, tossico, virulento
virus=umore, secrezione velenosa di piante e animali, salsedine, sapore amaro, puzza, odore cattivo

Quante sono invece le parole che si sono originate da femina? Se ne contano solo una decina, con significato poco importante o dispregiativo. L'italiano donna deriva da "domina" che a sua volta deriva da "domus", la casa, cioè è la casa che ha generato tutti i termini che ruotano attorno al mondo femminile e non il contrario. E qui salgono a due le imbarazzanti evidenze che negano che il linguaggio sia stato dominato dalle donne. Se infatti così fosse stato, sarebbe la donna a riempire di significati la lingua latina e non vir, ma soprattutto sarebbe il termine casa ad originarsi da donna e non il contrario.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Sardus_Pater - Luglio 18, 2022, 16:19:46 pm
Qualunque linguista alle prime armi stroncherebbe l'intero contenuto di quel post. Le parentele inesistenti tra i lemmi si sprecano. Vir è la radice base solo di un gruppo di parole, non la parola base da cui sono state tratti tutti i sostantivi elencati.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 18, 2022, 20:23:32 pm
Può darsi ma che il linguaqggio esprima una superiorità femminile è cosa da lasciare di stucco il 100% dei linguisti
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Sardus_Pater - Luglio 18, 2022, 23:56:01 pm
Può darsi ma che il linguaqggio esprima una superiorità femminile è cosa da lasciare di stucco il 100% dei linguisti

Beh, nei ceppi linguistici indoeuropei questo è lampante.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 20, 2022, 13:02:54 pm
L'utente Conte risponde:

Vediamo cosa ci dice la semantica. Il termine vir è prettamente maschile e non indica solo l'uomo, i suoi genitali e il complesso di pregi, doti, virtù che lo caratterizzano. Esso denota la sua estrazione dal mondo della caccia e della natura. Da vir si è originato tutto, dal filo d'erba, al ramoscello, dal cespuglio, all'albero, dal boschetto alla foresta. Sopravvivono termini come viriculum che alludono alla sua atavica attitudine a fabbricare manufatti per la caccia e in quanto manufatti erano, per dirla alla Ida Magli, espressioni, emanazioni, proiezioni dell'altro arnese che aveva in dotazione per natura, ovvero il pene. Anzi, tutta la natura che era intorno a lui era chiamata come lui, aveva un vir con cui si faceva iniziare il nome delle cose. Il termine virtù si origina non solo da uomo, ma da due delle sue caratteristiche peculiari: il coraggio del cacciatore che affrontava le belve feroci e il coraggio del soldato che affrontava il nemico per difendere la famiglia e la patria. Come dalla caccia è nata l'arte della guerra e il cacciatore è diventato soldato, così il coraggio ha originato tutte le altre virtù. Vir poi è arrivato a designare le donne, le cosiddette virae, che però non sono donne a caso, ma solo quelle che gravitano attorno al nucleo familiare di un vir: fanno parte la moglie, le figlie, le schiave e le eventuali concubine. Virae è un altro segno con cui ha "significato" a sua immagine e somiglianza il mondo che aveva intorno a sè. Sono sue "proprietà". Veniamo poi alla questione scottante di come da vir si sia potuto originare un termine indicante l'organo sessuale femminile. La parola "vagina" in latino indicava solo la guaina della spada; "vulva" indicava generalmente la parte intima e interna di una donna, ma non necessariamente la zona propriamente erogena, poichè designava più che altro l'utero. Anche in questo caso il fatto che l'organo femminile sia il negativo di quello maschile, virginal, significa il prendere possesso dell'organo sessuale femminile da parte del pene maschile e di conseguenza ogni virgo era una donna adatta e degna allo scopo procreativo. Virginal è quindi usato nella sola accezione di zona erogena che sta a diretto contatto con la virga durante il coito. Il termine famiglia non si è originato da femina, altro dato imbarazzante per Santiago che pretende di sminuire questa istituzione che ha storicamente garantito una donna per ogni uomo, facendola passare per una trappola ordita dalle femmine per incastrare i maschi alfa ( che oltretutto lui non è ). Il termine famiglia deriva dalle parole latine fama e fames, la prima indica l'appetito per le azioni che procurano gloria e ammirazione, la seconda indica il semplice appetito per il cibo. Infatti la radice "fam" è onomatopeica e deriva dal suono "am" con cui si è soliti imboccare i neonati. Am è notoriamente anche la radice con cui è nata la parola amore. Si ama perchè si sfama chi si vuole bene. E' questo il concetto che ha sviluppato il vir venator prima di diventare un vir faber e iniziare a regalare i gioielli con il diamante. La famiglia è dunque il luogo dove si mangia, grazie all'arte venatoria. Il povero Santiago dovrebbe scriverselo sulla fronte, così la prossima volta eviterà di scrivere certe castronerie.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 21, 2022, 09:37:19 am
Basterebbe che Santiago si leggesse il racconto biblico della donna tratta dalla costola dell'uomo (che anche per chi non crede ha valore di documento antropologico) per capire la prevalenza del genere maschile (non neutro come sostiene lui) in molte lingue.
Anche in latino vir dà origine a vira e non il contrario, altrimenti, per fare alcuni esempi, viripotens non sarebbe l'epiteto di Giove, i bracciali da uomo li chiamerebbero con termini che derivano da femina e non da vir, il virgetum non avrebbe indicato un saliceto, visto che il salice è l'albero sacro di Marte, il Dio della guerra.
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Luglio 28, 2022, 21:14:56 pm
Citazione da: Conte
Anche il latino dimostra che la donna è originata dall'uomo
Immagino i possibili commenti, ma qui parliamo di lingua non di biologia e d'altra parte cominciano a circolare ipotesi "scientifiche" secondo cui l'uomo sarebbe derivato da un primordiale sesso femminile. Nulla vieta quindi di formulare l'ipotesi opposta.

Possiamo constatare che Santiago è un padre di famiglia che ha lottato per anni per l'affido dei figli, per cui i suoi commenti in rete su australopitechi e coiti coercitivi hanno il sapore di un falso per il pubblico.
E' ricorrente nella storia, specialmente in certi contesti, una doppia morale: una per gli eletti, le élites, gli iniziati, l'altra per il popolo-bestia. Non voglio avanzare ipotesi in assenza di prove certe (ma non sussistono neanche prove per smentirle). Tuttavia, non è alquanto curioso dire al pubblico che la paternità è un fardello inutile e imposto e poi intraprendere battaglie legali di anni per l'affido dei figli?
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Vicus - Agosto 06, 2022, 11:54:23 am
Scrive l'utente Conte:

Tutta questa vicenda è assai divertente e dà adito a smitragliare su quell'opera di 2000 pagine che serve solo a dare manforte alle femministe. Tuttavia, come insegna il cacciatore con il cinghiale, bisogna usare un solo colpo direttamente alla testa dell'animale, per poter essere sicuri di ammazzarlo. Ecco il colpo:
Che cosa propone il femminismo? Risposta: la distruzione della famiglia tradizionale.
Che cosa propone l'antifemminismo dei 5stelle Lauder-Santiago-Deusfur-Stasi-Della Vecchia? Risposta: la distruzione della famiglia tradizionale.
Trova le differenze. La verità è che oggi le femministe misandriche non si accontentano più di gestire i vecchi spazi del femminismo, neanche per sogno! Ora pretendono di occupare persino gli spazi dell'antifemminismo avvalendosi di questi "femministi" che con la scusa di far emergere la voce maschile portano avanti il loro programma. E non è un caso che questi femministi non attaccano mai il sistema: loro, infatti, fanno parte del sistema. E stiano attenti tutti i lettori: il sistema è paragonabile ad una mela marcia e chi sta bene dentro una mela marcia? Ovviamente i vermi. ( citazione da Massimo Citro )
Titolo: Re:"La Grande Menzogna" di Santiago: davvero antifemminista?
Inserito da: Duca - Novembre 25, 2022, 19:17:24 pm
il sistema è paragonabile ad una mela marcia e chi sta bene dentro una mela marcia? Ovviamente i vermi. ( citazione da Massimo Citro )
Grande Citro... concordo comunque con la tua analisi. :clapping: