In rilievo > Padri separati e figli negati - PAS (Sindrome da Alienazione Parentale)

decreto di filiazione 2013

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Stendardo:
Fonte : http://www.adiantum.it/public/3470-come-svaligiare-una-democrazia---di-fabio-nestola.asp

Come svaligiare una Democrazia - di Fabio Nestola

Parlando con franchezza...

Fabio Nestola

31/12/2013 - 17.01

Italiane ed italiani attenti a distrarci un attimo, al risveglio potremmo trovare la casa svaligiata. No, non è la Banda Bassotti, sono fregature di Stato. Quando gli elettori hanno la testa altrove, il Parlamento vara sempre qualche trappola.
 
Di solito si tratta di norme difficili da far digerire se dettagliatamente discusse e spiegate alla cittadinanza, per cui è meglio non mettere sotto i riflettori le porcherie, agire in punta di piedi e far trovare al risveglio del popolo-bue la fregatura bella e fatta.
 
Lo ha fatto la Boldrini a Ferragosto quando ha imposto un’attività febbrile per far passare in quattro e quattr’otto il decreto sul femminicidio; è consuetudine rodata, lo ha fatto il governo Amato nel ’92 quando Lamberto Dini inventò un prelievo forzoso (nonché segreto e notturno) da tutti i conti correnti; lo fanno da sempre più o meno tutti i governi, sia nelle vacanze estive che natalizie o pasquali, per inventare accise e gabelle o ritoccare benzina, sigarette e bollette di ogni tipo.
 
Stavolta non ci hanno messo le mani in tasca, hanno fatto di peggio: hanno svaligiato direttamente la Democrazia. In questa fine 2013 l’onta del malaffare cala vergognosa sul diritto di famiglia, e sfrutta le festività natalizie per nascondersi fra tappi di spumante e fuochi d’artificio.
 
La vigliaccata con la quale Napolitano & Co. ci fanno digerire l’inizio del 1014 è il decreto filiazione, fra le pieghe del quale è nascosta la storpiatura dell’affidamento condiviso.
 
Non sto a ripetere quanto già descritto da altri, basta riscontrare un solo, incontestabile dato di fatto: si cancella con un colpo di spugna il lavoro del Legislatore del 2006, votato all’unanimità dal Parlamento e considerato all’epoca - sembrano passati secoli - una conquista di civiltà.
 
Oggi sparisce tutto, in un attimo.

Per un referendum abrogativo i cittadini devono raccogliere 500000 firme, poi si va a maggioranza ma se non viene raggiunto il quorum nemmeno la maggioranza conta.
 
Questa, insegnano alle elementari, è Democrazia.

Oggi ci sbattono in faccia che nelle stanze dei bottoni funziona diversamente: una lobby preme, una ventina di parlamentari si genuflettono, si infila una porcata da qualche parte et voilà, la Democrazia è buttata alle ortiche.
 
Sarebbe il caso di mandare il decreto alla firma del Presidente dopo un attenta analisi e dibattito parlamentare, invece Napolitano avrà firmato  “al buio” un testo passato solo in commissione Giustizia che nella sua ossatura appare condivisibile, non fosse per il trappolone occulto.
 
Qualche parlamentare prenderà posizione sulla necessità di un lavoro di limatura, molti taceranno, molti altri non sanno nemmeno di cosa si tratta. Vediamo attentamente come si muoveranno le varie correnti e ricordiamocene al momento del voto.
 
Non è lontano.

Stendardo:
Fonte : http://www.adiantum.it/public/3467-nel-decreto-sulla-filiazione-un-vero-colpo-di-mano-contro-il-condiviso.-stravolta-la-l.-54-2006.asp

Nel Decreto sulla Filiazione un vero colpo di mano contro il Condiviso. Stravolta la L. 54/2006

Marino Maglietta

30/12/2013 - 22.14

"Una operazione di basso profilo giuridico". Così Marino Maglietta chiosa su quello che è, a tutti gli effetti, uno sporco colpo di mano contro la riforma del 2006 (c.d. affido condiviso).
 
Ed infatti il Decreto Legislativo sulla Filiazione, di imminente firma da parte di Napolitano, senza il filtro di una legge ordinaria e senza averne delega, finisce col ripristinare il modello di affidamento a un solo genitore, grazie all'articolato che stabilisce l'obbligo di scegliere una "residenza abituale" del minore.
 
La scelta la faranno i genitori (...), oppure, in caso di disaccordo - pertanto nel 95% dei casi, a giudicare dalle statistiche e dall'esperienza - ci penserà un giudice.
 
"Ciò in pratica vuol dire", aggiunge Maglietta, "che ci sarà un "genitore prevalente" che provvederà a tutti i bisogni del figlio, ricevendo un contributo in denaro dall'altro, al quale si riconosceranno esigui momenti di contatto con i figli attraverso l'antico "diritto di visita". In pratica ciò che si ottiene è un aumento della conflittualità (entrambi i genitori vorranno avere il ruolo dominante) e del contenzioso, un aumento del lavoro per i tribunali, ma anche del potere discrezionale dei giudici, un danno per la mediazione familiare che verrà disincentivata da un modello vinci-perdi. E, soprattutto, il minore verrà deprivato di quei diritti che aveva faticosamente conquistato con la riforma del 2006. Con una operazione di basso profilo giuridico".
 
Nel decreto è stato introdotto l'obbligo di specificare con chi il figlio dovrà trascorrere prevalentemente il suo tempo: (comma 3 dell'art. 337 ter): "Le decisioni di maggiore interesse per i figli relative all'istruzione, all'educazione, alla salute e alla scelta della residenza abituale del minore sono assunte di comune accordo ... In caso di disaccordo la decisione è rimessa al giudice".
 
Con questa aggiunta, evidentemente fuori delega, secondo Maglietta si è violata apertamente la riforma del 2006, contraddicendone il messaggio e scardinando, oltre alle regole della frequentazione, anche quelle del mantenimento, legate alla bilanciata presenza fisica dei genitori, entrambi affidatari. "Si è inoltre vanificato lo sforzo", aggiunge Maglietta nel comunicato dell'associazione Crescere Insieme, "per assicurare alla donna pariteticità nelle responsabilità genitoriali, e quindi pari opportunità, a favore della reintroduzione di discriminazioni tra i genitori ideali per accrescere la conflittualità (meccanismo vinci-perdi) e penalizzare la mediazione familiare, il cui successo si fonda sull'equilibrio tra le parti".
 
Secondo Massimo Pieri (consigliere PD nel gruppo Noi con Matteo Renzi) "Il decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri lo scorso 13 dicembre sulla filiazione riporta i diritti dei genitori separati e dei loro figli indietro di 50 anni: si smantella totalmente la bi genitorialità, il diritto all’ascolto del minore – internazionalmente riconosciuto – viene praticamente quasi del tutto negato a favore della discrezionalità del giudice. Si demolisce il principio dell’affidamento condiviso facendo piombare l’Italia in una sorta di bizzarra riedizione del Medio Evo".
 
"Ora, tutte le forze politiche", conclude Pieri, "e il PD in prima fila, facciano una battaglia parlamentare per ottenere il doveroso rispetto della riforma del 2006. È già grave che si affidi una materia così delicata a un decreto: per decidere la normativa che regola i rapporti tra i genitori separati e i loro figli serve non solo un percorso parlamentare in cui tutte le parti politiche possano esprimersi, ma diventa fondamentale che vengano ascoltate le persone e i soggetti competenti sul tema".


ilmarmocchio:
Ho marcato questo topic come " importante " , perchè la  filiazione è il punto centrale della relazione uomo - donna ed è il tramite attraverso il quuale oggi , il potere costituito vuole asservire gli uomini

Stendardo:
Fonte : http://www.adiantum.it/public/3468-adiantum--un-parlamento-di-reazionari-riscrive-la-storia,-noi-la-loro-rielezione.asp

ADIANTUM: un Parlamento di reazionari riscrive la Storia, noi la loro rielezione

31/12/2013 - 15.53

Il Decreto sulla Filiazione varato dal governo e firmato dal Presidente della Repubblica il 31 dicembre scorso interviene pesantemente anche sulle questioni che riguardano l'affido condiviso dei figli, scavalcando la delega concessa al governo che doveva riguardare esclusivamente l'equiparazione definitiva tra figli legittimi e naturali.
 
Non è questa la sede per una disanima approfondita dei problemi che solleva il decreto, ci basterà ricordare che esso introduce il concetto di "residenza abituale" del minore, un concetto evidentemente legato a quello spesso usato nelle sentenze di "residenza preferenziale" o "prevalente" e che richiama subito l'idea del genitore "prevalente" o "collocatario" del minore.
 
Si tratta di una evidente concessione alle idee di molti magistrati che attuano quello che spesso da noi è stato definito "falso condiviso". In effetti il problema non esisterebbe se l'affido condiviso fosse veramente applicato la questione tutto sommato marginale di una residenza  "abituale" non sarebbe pregnante se non a fini fiscali o economici. Non lo sarebbe se vi fosse una vera  distribuzione di tempi non quasi sempre e solo del 15%, ma del 20%, del 30% e del 40% tra i due genitori.
 
L'introduzione del concetto di "residenza abituale" invece permetterà di giustificare in modo quasi automatico il "falso" affido condiviso, che così si chiama proprio perché riproduce in toto il meccanismo pre-legge 54  dell'affido monogenitoriale. La "residenza abituale" sarà inscidibilmente legata al "genitore prevalente" o "collocatario" riproducendo ancora lo schema che abbiamo sempre visto.
 
Un altro grave intervento del decreto è nella delicata questione dell'ascolto dei minori. E' evidente che lasciare completamente al giudice la decisione se ascoltare i minori solo se non "... è in contrasto con l’interesse del minore, o manifestamente superfluo.." significa che nella stragrande maggioranza dei casi il minore non sarà ascoltato nemmeno se ha qualcosa da dire e vuole farlo. Questo lo diciamo anche a qualche genitore che ha obiettato che nei casi di genitori alienanti, che comunque costituiscono per fortuna una minoranza dei casi c.d. giudiziali, l'ascolto può danneggiare un genitore. L'ascolto, se ben fatto, potrebbe essere viceversa anche rivelatore di una condizione di alienazione. Ma naturalmente anche qui ci scontriamo con la totale indifferenza di magistrati per cui l'ascolto del minore è una seccatura, spesso da delegare a terzi, spesso persone impreparate che non che non hanno mai lavorato a lungo nel diritto di famiglia non essendo richiesta specializzazione di alcun tipo.
 
Terzo punto su cui soffermare l'attenzione è la totale riscrittura dell'Art. 155-quater - ora divenuto Art. 337 sexies - nel quale viene fatto sparire un capoverso: "Nel caso in cui uno dei coniugi cambi la residenza o il domicilio, l’altro  coniuge può chiedere, se il mutamento interferisce con le modalità dell’affidamento, la ridefinizione degli accordi o  dei provvedimenti adottati, ivi compresi quelli economici". Mentre viene avallato candidamente che: "In presenza di  figli minori, ciascuno dei genitori è obbligato a comunicare all’altro, entro il termine perentorio di trenta giorni, l’avvenuto cambiamento di residenza o di domicilio".
 
In pratica, da oggi sarebbe possibile mettere tutti di fronte al fatto compiuto. Non è stravolta solo la forma, ma anche la sostanza del 155 quater. Il 337-sexies lascia un vuoto riguardo ai minori, in quanto cita l’eventuale cambio di residenza o domicilio di uno dei genitori senza dire cosa accade se chi si sposta porta con se i figli. Prima era specificato il riferimento alle eventuali interferenze con le modalità di affidamento, ora sparisce. Ergo: eventuali accordi – anche consensuali – possono essere violati da chi prende la decisione unilaterale di trasferirsi in altra città e ne tiene all’oscuro l’altro genitore, avendo il solo obbligo di “comunicare” a cose fatte. In questo modo, inoltre, il Foro competente cambia perché sarà quello di (nuova) residenza del minore.
 
Tralasciando altri aspetti, pure non banali come la questione del disconoscimento di paternità, questo tradimento dello spirito della legge 54/2006 è stato per di più perpretato in modo subdolo, attraverso un chiaro eccesso di delega, scavalcando il Parlamento che, però, non è del tutto estraneo ai fatti avvenuti, trovandosi nell'aula della commissione Giustizia molti nemici del condiviso, lesti a mettere "a posto" questa spinosa questione e fare un piacere ai magistrati.
 
Se questa operazione, consumata davanti a due Commissioni di Giustizia del Parlamento, ha avuto vita facile, è forse perché a qualcuno/qualcuna era gradita tale inopportuna modifica, ma non certo agli italiani.
 
La Storia insegna che ad una Rivoluzione (come quella del 2006) presto risponde una "Reazione" di quelle forze che - senza mai essere state sconfitte del tutto - rialzano la testa e fanno valere il proprio potere, abusandone. Per sette anni, questa forze, hanno boicottato la Riforma dell'affido Condiviso preparando il terreno al colpo di mano avvenuto quando gli italiani brindavano al nuovo anno ed erano distratti da altri pensieri.
 
Adesso è come guardare dalla finestra i carri armati che pattugliano le strade, e avere paura di scendere per strada nel timore di un rastrellamento.
 
Tutto ciò si ripercuoterà nella Società Civile: sempre meno matrimoni e unioni civili, perchè la paura della separazione è troppo forte e crea insicurezza nelle nuove coppie. Sempre meno figli, a corollario di una tendenza che ci sta portando verso un'Italia familiare che non riconosciamo più.
 
Qualcuno, dall'alto - ma non si tratta di Dio, per quanto ne aneli disperatamente il potere - ha voluto tutto questo, e nello sconfortante scenario in cui viviamo ADIANTUM si impegnerà fino allo stremo in Europa, ma chiederà con forza il sostegno a tutti quei disegni di legge che, per difendere i genitori dai guasti provocati dal Decreto, vengano discussi in Parlamento.
 
Non ultima la valutazione di un ricorso, sollecitando i soggetti titolati a farlo, presso la Corte Costituzionale per evidente illegittimità delle nuove norme.
 
Gli autori di questo scempio sono ben noti a tutti: il PD, il partito dei giudici, e larghe fasce del Centro-Destra - con il probabile sostegno dell'avvocatura nazionale, da sempre interessata a proteggere gli interessi economici che dalla conflittualità coniugale derivano - hanno avallato il colpo di mano sul Condiviso. A noi tocca, fino alla prossima tornata elettorale, distinguere i buoni dai cattivi, e negare il voto a quanti hanno usato questa arroganza istituzionale contro i genitori italiani.
 
La nostra attenzione e il nostro forte impegno da elettori, ineluttabilmente, verrà rivolto a chi riporterà avanti le lancette dell'orologio della Storia.
 
ADIANTUM

Il Presidente GIACOMO ROTOLI

Stendardo:
Fonte : http://www.adiantum.it/public/3473-decreto-sulla-filiazione--la-commissione-giustizia-battezza-la-legge-ad-corporationem.asp

Decreto sulla Filiazione: la commissione Giustizia battezza la legge ad corporationem

Cronache dai tribunali


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03/01/2014 - 11.16


 Negli ultimi anni mezzo Parlamento ha citato ripetutamente l’espressione legge “ad personam” per denunciare i tentativi - da parte dell’altra metà del Parlamento - di rendere lecito ciò che lecito non era.
 
Leggi studiate a beneficio di un particolare personaggio o di una particolare situazione, ma propagandate agli elettori come necessità dell’Italia intera. A volte leggi ordinarie, altre volte articoletti ad hoc infilati in un decreto milleproroghe, altre ancora poche righe nascoste in un maxiemendamento …
 
Il tormentone delle leggi ad personam ha imperversato sulla stampa e nei dibattiti televisivi, con le varianti SalvaRete4, SalvaSilvio, SalvaPreviti, SalvaTizio e SalvaCaio.
 
Ok, finalmente giriamo pagina, storia passata?

Tutt’altro, si alternano le maggioranze ma il vizietto a Palazzo non l’hanno perso. Nel 2014 siamo costretti a coniare un neologismo, stavolta hanno tirato fuori dal cilindro la legge “ad corporationem”.
 
Non storcano il naso i puristi, sappiamo che la formula latina non esiste, ma rende bene l'idea .... Non descrive una norma su misura per una persona, ma creata per legittimare le storture di una intera categoria che sbagliava sapendo di sbagliare.
 
La legge 54 sull’affido condiviso è nata con il preciso obiettivo di sanare ogni discriminazione fra genitori, eliminando la figura del genitore prevalente. Ampie frange della magistratura, tuttavia, si sono dimostrate recalcitranti nel recepire il dettato del Legislatore ed hanno continuato ad emanare provvedimenti tarati sul modello di affido esclusivo, dando vita di fatto a ciò che viene definito “falso condiviso”: i figli ad un genitore ed i ritagli di tempo all’altro, esattamente come prima della riforma.
 
Non serve ripetersi, Adiantum ha già ampiamente trattato l’argomento,  Il principale strumento per aggirare la riforma è il genitore collocatario, termine e concetto di esclusiva origine giurisprudenziale, ampiamente contestato da singoli giuristi ed associazioni forensi in quanto il collocamento prevalente non esiste nel testo di legge.
 
O almeno non esisteva.

La premiata sartoria Commissione Giustizia ha ora confezionato un abitino su misura, cucendolo addosso alle storture messe in atto dalla magistratura. Risultato: prima la residenza prevalente era una prassi arbitraria ma illecita, ora è prevista dalla legge.
 
Dalle ceneri della 54/06 rinasce il genitore dominante, esattamente ciò che il Legislatore intendeva eliminare; viene restaurato il genitore prevalente nei confronti dei figli, viene incentivata la lite per contendersi una posizione privilegiata, va a morire lo sviluppo della mediazione.
 
Ma come, quando una legge viene disapplicata, Diritto, Logica e Democrazia consiglierebbero di richiamare all’ordine chi la disapplica sistematicamente, o no?
 
Invece questi che fanno? Cambiano la legge, inserendo due righe che ne stravolgono il senso.
 
Riformando la riforma - pur senza averne delega - assecondano quindi la ristretta corporazione che ha sempre aggirato la norma, penalizzando milioni di famiglie e soprattutto di figli, ai quali è stato fatto credere che avessero diritto ad entrambi i genitori. Diritto stabilito nel 2006 come grande conquista di civiltà, poi una legge ad corporationem lo ha fatto sparire con un gioco di prestigio nell’ultimo giorno del 2013.
 
 

FABIO NESTOLA

Fonte: Redazione - Fabio Nestola

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