Autore Topic: Facci: il femminicidio è una moda  (Letto 3158 volte)

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Facci: il femminicidio è una moda
« il: Novembre 23, 2013, 15:25:39 pm »
http://www.liberoquotidiano.it/news/1356906/Facci__il__femminicidio_%C3%A8_moda__C_%C3%A8_gi%C3%A0_chi_ci_vuole_far_soldi.html

 ;)

vabbè ...

Citazione
Facci: il "femminicidio è moda C'è già chi ci vuole far soldi In Paesi in cui la parità dei sessi è acquisita muoiono più donne che qui
23/11/2013

  Facci: il femminicidio è una moda E c'è già chi ci vuole far soldi... Laura Boldrini
 
      Quando le pazze del «femminicidio» scopriranno la verità, un giorno, questa moda - perché è una moda - sarà passata da un pezzo e il risveglio sarà amarissimo. Perché scopriranno, paradossalmente, che più questo Paese diverrà «civile» e più aumenteranno gli omicidi di donne: non il contrario. Capiranno, quel giorno, perché certi paesi evoluti come l’Austria e la Finlandia - ne citiamo due in cui la parità uomo-donna è palesemente superiore - hanno tassi di «femminicidio» tre volte superiori ai nostri. Comprenderanno, cioè, la verità innominabile: che più un paese è evoluto - e più la parità è pienamente raggiunta - e più gli omicidi tra uomini e donne tenderanno a equivalersi: non il contrario.
Anche perché c’è un dato che forse non è chiaro a tutti: in Italia si uccidono meno donne rispetto a tutto l’Occidente, per cui inventarsi improvvisamente che il femminicidio sia una «vera emergenza sociale» suona quantomeno come falso. I dati sono i dati:  Istat, Onu e ministero dell’Interno dicono che il femminicidio è in calo, dunque parlare di «escalation», come fa anche la presidente della Camera Laura Boldrini, è sbagliato e punto. Quello che i dati non dicono, ma che sappiamo, è che l’Italia non brilla per emancipazione femminile: col risultato che le donne le ammazzano di meno anche per questo, perché contano meno, sicché, se le ammazzano, quando le ammazzano, spesso lo fanno specificamente perché sono donne, rapprese cioè in una visione femminile arcaica.
Disparità di genere
Possiamo farci qualcosa? Possiamo o dobbiamo fare delle campagne di sensibilizzazione eccetera? Ma certo che possiamo e dobbiamo, anzi, siano benemerite. Va bene la legge sullo stalking del 2009, vanno bene le giornate contro la violenza sulle donne (se proprio piacciono) e va bene tutto, anche abolire Miss Italia, anche tuonare contro certi spot molto «latini» in cui emancipazione significa che le casalinghe lavano i pavimenti coi tacchi a spillo. Vanno bene persino le sette-pagine-sette che Repubblica ha dedicato all’argomento, ieri. Purché sia chiaro che, per una volta, il problema è davvero un altro, è davvero più complesso, e che la soluzione del problema femminicidio - termine che resta  fuorviante - sarà sempre vagone e non locomotiva, sarà sempre a strascico di un’evoluzione complessiva della società, sarà sempre la declinazione di una disparità tra generi che in Italia persiste più che altrove: è impensabile, dunque, trasformarla in una battaglia separata, che viaggi per conto suo, soprattutto ridondante autentiche e pericolose sciocchezze. Ci vuole lavoro ma anche tempo.
Leggi del marketing
Ieri, in un’intervista alla Stampa, Laura Boldrini ha detto che alcuni spot sono irreali: «In quale famiglie l’uomo torna a casa, si butta sul divano e aspetta di essere servito a tavola?». In moltissime, dottoressa Boldrini. «Perché usare il corpo di una donna», si è chiesta ancora, «per promuovere computer o mobili?». Perché funzionano, dottoressa Boldrini: il marketing pubblicitario soppesa le proprie campagne con attenzione maniacale, e smetteranno di farle quando non funzioneranno più, e non funzioneranno più quando il Paese sarà definitivamente cambiato: ci stiamo lavorando, ci sta lavorando anche lei, ma non accade dall’oggi al domani.
Quello che non deve accadere mai, piuttosto, è che il «femminicidio» possa diventare un’aggravante dell’omicidio: c’è chi lo chiede. Altri hanno invocato che divenisse addirittura un reato a parte, introducendo una discriminazione di genere che peraltro è contro la Costituzione. Ieri Repubblica diceva che «i femminicidi costano 17 miliardi all’anno alla comunità»: ma che vuol dire? E gli altri omicidi? Lunedì c’è questa giornata contro la violenza, sarà per questo, ma i giornali di questi giorni sono scatenati. Un’associazione veronese si è costituita parte civile nel processo per l’omicidio di una donna, Lucia Bellucci: «Ogni femminicidio», hanno dichiarato, «non è fatto privato, ma fatto politico che offende non solo il diritto ad esistere della singola donna, ma di tutte le donne». Traduzione: ci sono delle donne che vogliono dei soldi perché hanno ucciso un’altra donna, anche se manco la conoscevano. L’omicidio di un uomo è meno grave, perché non è politico. Gli uomini ammazzati sono più del doppio delle donne (il rapporto è 7 a 3) ma almeno sono emancipati. Battutine inutili? Mica tanto, perché la legge sul femminicidio, appena approvata, non fa ridere per niente, e - approvata in fretta e furia, forse per ansia mediatica - contiene delle norme e delle aggravanti che paiono perlomeno discutibili.
Assurde aggravanti
Discutibilissima, per esempio, è  l’irrevocabilità delle denunce: una volta fatte non si può più tornare indietro, quindi addio mediazioni, ripensamenti e possibili ravvedimenti; e conoscendo i livelli di conflittualità a cui può arrivare una coppia - laddove ad accuse vere se ne mischiano spesso di false, tanto per fare mucchio - il rischio di ingiustizie oggettivamente c’è. Così come un altro rischio, da Stato di Polizia, è quello per cui le forze dell’ordine possano disporre l’allontanamento dalla famiglia di un uomo (la legge parla solo di uomini) anche senza il vaglio di un giudice. Poi il decreto prevede due aggravanti in caso di violenza sessuale, una delle quali è «l’essere legato da relazione affettiva» con la donna aggredita: per esempio esserne il marito, anche separato o divorziato. In parole povere, la pur biasimevole violenza perpetrata da un marito, o ex marito, è doppiamente grave rispetto a uno stupro fatto per strada da uno sconosciuto: quest’ultimo rischia 6 anni, il marito 12. E nelle mani dei giudici abbiamo messo anche questo: stabilire le differenze tra affetto, desiderio, un misto tra i due, possessività, oppure follia, raptus, capacità d’intendere o di volere eccetera. Oltre ogni ragionevole dubbio.
di Filippo Facci
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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #1 il: Novembre 23, 2013, 16:02:10 pm »
Devo dire che Facci non mi è mai piaciuto: l'ho sempre considerato un giornalista dell'establishment,
uno cioè che sostiene il sistema fingendo di criticarlo. Ma IN QUESTO CASO si è mostrato coraggioso
e controcorrente, denunciando il tentativo di trasformare in business un problema gonfiato ad arte
e, ancora più grave, la deriva totalitaria ed antidemocratica che le leggi sul "femminicidio" generano.
Se approvate, bisogna davvero preoccuparsi. Ma ci penserà l'inadeguatezza delle forze di polizia e
del sistema giudiziario a rendere inapplicate ed inapplicabili questi aborti del diritto. Questo è un caso in cui bisogna ringraziare l'inefficienza delle forze dell'ordine che renderà tali leggi lettera morta. E
chissà che uno tale scempio giuridico non serva un pò anche a svegliare quel gigante addormentato
che è il genere maschile e a fargli prendere coscienza finalmente dell'attacco giuridico che contro di
esso si sta portando da tempo. Non sarebbe la prima volta che un'iniziativa a favore delle donne
finisca poi per ritorcersi contro di loro e girare loro nel culo.   

Offline COSMOS1

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #2 il: Novembre 23, 2013, 17:56:10 pm »
di fatto credo che il "femminicidio" abbia già abbastanza critici
siamo stati scavalcati a sinistra, mi verrebbe da dire
il punto però è che se ormai è chiaro che il re è nudo, non è ancora chiaro dove ha lasciato i suoi vestiti

noi che siamo da più tempo in questo stagno abbiamo l'urgente compito di demistificare le false soluzioni (macchissenefrega di evitare assurde applicazioni della convenzione di Istambul? tanto peggio tanto meglio, quanto prima tutti gli uomini saranno trattati da colpevoli per il solo fatto di essere uomini, tanto prima si sveglieranno, zerbini compresi) e di ragionare sulle vere vie di uscita
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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #3 il: Novembre 23, 2013, 18:31:53 pm »
cvd

http://www.ilgiornale.it/news/interni/femminicidio-se-vittima-nonno-nessuno-ci-bada-970108.html

Citazione
Femminicidio? Ma se la vittima è un nonno nessuno ci bada
Mi indigna il clamore suscitato negli ultimi tempi dai cosiddetti femminicidi. Ma chiunque subisca violenza è meritevole di pietà e di protezione



                    Vittorio Feltri  - Sab, 23/11/2013 - 15:16   

Premessa per placare le probabili ire dei sacerdoti del politicamente corretto. Stimo le donne quanto gli uomini, se a mio giudizio meritano.           Talvolta mi è capitato di amare una signora, ma non ho mai amato un signore (e so che questo mi mette subito in cattiva luce: è un tributo che pago volentieri alla sincerità). Ciò detto, mi indigna il clamore suscitato negli ultimi tempi dai cosiddetti femminicidi. Leggendo i giornali che se ne occupano, come fosse un fenomeno sociale devastante, si ha l'impressione che gli italiani siano dediti per orrenda vocazione allo sterminio organizzato di mogli, fidanzate, amanti fisse e avventizie. Impressione che diventa certezza dopo aver seguito, tra uno sbadiglio e un altro, i talk show dedicati al tema.
Tutti ci lasciamo influenzare dai media, e dalle loro campagne, cosicché formiamo le nostre opinioni non tanto osservando la realtà, bensì bevendo la descrizione che ne fanno - pur ignorandola - i giornalisti, compreso me. Si dà il caso che nell'anno in corso, 2013, siano fin qui state uccise 128 donne. Il dato non lo fornisco io, ma lo ricopio da la Repubblica, il quotidiano considerato la continuazione del Vangelo secondo Eugenio, ultimamente impegnato a colloquiare con Papa Bergoglio, avendo cessato di farlo direttamente con Dio, in cui non crede ma al quale dà del tu come se fosse suo cognato.
Allora, 128 donne massacrate sono in assoluto troppe, ma relativamente ai 60 milioni di cittadini italiani, statisticamente parlando, sono pochissime. Non costituiscono motivo di allarme. Per andare giù piatti, se questi sono i numeri delle femmine vittime dei maschi, siamo nella media continentale. In effetti l'Europa non ci ha ancora multati perché accoppiamo più donne di quanto previsto da Bruxelles, notoriamente severa con noi.
Va da sé che siamo contrari alla violenza, ma lo siamo sia che essa venga esercitata su quello che in altra epoca era definito sesso debole, sia che venga esercitata sugli uomini, sui vecchi e sui bambini. Chiunque la subisca è meritevole di pietà e di protezione. Di norma i prepotenti si accaniscono sugli esseri più deboli. E ad essere deboli non sono soltanto le ragazze e le ex ragazze.
Tanto per fare un esempio, segnaliamo che, in pratica ogni dì, leggiamo cronache da brivido che narrano di pensionati rapinati in casa, malmenati, spesso ammazzati con raccapricciante crudeltà. Che dire poi degli anziani ricoverati negli ospizi (molti dei quali al centro di inchieste giudiziarie) i quali sono picchiati se non addirittura seviziati da infermieri privi di scrupoli?
Non possiamo sorvolare sui bambini. Quanti sono quelli che nelle famiglie vengono maltrattati all'insaputa delle competenti autorità? Alcuni giorni fa un uomo ha impiccato due figli piccoli, poi si è tolto la vita, senza che nessun giornale iperdemocratico e progressista si sia stracciato le vesti. Episodi del genere sono all'ordine del giorno. Ma chi ci bada? È la moda, bellezza. Adesso è in auge il femminicidio. E giù paginate per dire che gli uomini odiano le donne. Se invece il nonno (o la nonna) crepa per le percosse della badante (magari extracomunitaria) chissenefrega. C'est la vie. Una breve a pagina 18 e via andare.
 
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Alberto86

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #4 il: Novembre 23, 2013, 18:32:48 pm »
Mi sembra tutto sommato un altro eccellente articolo sbugiarda-femministe di Facci. Non mi convincono alcuni punti, ma riesce a rifarsi egregiamente con questi:   



Citazione
Anche perché c’è un dato che forse non è chiaro a tutti: in Italia si uccidono meno donne rispetto a tutto l’Occidente, per cui inventarsi improvvisamente che il femminicidio sia una «vera emergenza sociale» suona quantomeno come falso. I dati sono i dati:  Istat, Onu e ministero dell’Interno dicono che il femminicidio è in calo, dunque parlare di «escalation», come fa anche la presidente della Camera Laura Boldrini, è sbagliato e punto.

Citazione
Quello che non deve accadere mai, piuttosto, è che il «femminicidio» possa diventare un’aggravante dell’omicidio: c’è chi lo chiede. Altri hanno invocato che divenisse addirittura un reato a parte, introducendo una discriminazione di genere che peraltro è contro la Costituzione. Ieri Repubblica diceva che «i femminicidi costano 17 miliardi all’anno alla comunità»: ma che vuol dire? E gli altri omicidi? Lunedì c’è questa giornata contro la violenza, sarà per questo, ma i giornali di questi giorni sono scatenati. Un’associazione veronese si è costituita parte civile nel processo per l’omicidio di una donna, Lucia Bellucci: «Ogni femminicidio», hanno dichiarato, «non è fatto privato, ma fatto politico che offende non solo il diritto ad esistere della singola donna, ma di tutte le donne». Traduzione: ci sono delle donne che vogliono dei soldi perché hanno ucciso un’altra donna, anche se manco la conoscevano. L’omicidio di un uomo è meno grave, perché non è politico. Gli uomini ammazzati sono più del doppio delle donne (il rapporto è 7 a 3) ma almeno sono emancipati. Battutine inutili? Mica tanto, perché la legge sul femminicidio, appena approvata, non fa ridere per niente, e - approvata in fretta e furia, forse per ansia mediatica - contiene delle norme e delle aggravanti che paiono perlomeno discutibili.
Assurde aggravanti
Discutibilissima, per esempio, è  l’irrevocabilità delle denunce: una volta fatte non si può più tornare indietro, quindi addio mediazioni, ripensamenti e possibili ravvedimenti; e conoscendo i livelli di conflittualità a cui può arrivare una coppia - laddove ad accuse vere se ne mischiano spesso di false, tanto per fare mucchio - il rischio di ingiustizie oggettivamente c’è. Così come un altro rischio, da Stato di Polizia, è quello per cui le forze dell’ordine possano disporre l’allontanamento dalla famiglia di un uomo (la legge parla solo di uomini) anche senza il vaglio di un giudice. Poi il decreto prevede due aggravanti in caso di violenza sessuale, una delle quali è «l’essere legato da relazione affettiva» con la donna aggredita: per esempio esserne il marito, anche separato o divorziato. In parole povere, la pur biasimevole violenza perpetrata da un marito, o ex marito, è doppiamente grave rispetto a uno stupro fatto per strada da uno sconosciuto: quest’ultimo rischia 6 anni, il marito 12. E nelle mani dei giudici abbiamo messo anche questo: stabilire le differenze tra affetto, desiderio, un misto tra i due, possessività, oppure follia, raptus, capacità d’intendere o di volere eccetera. Oltre ogni ragionevole dubbio.



 :fiocco: :fiocco:

Se siete d'accordo, propongo di scrivergli ed invitarlo quantomeno alla visione del forum...

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #5 il: Novembre 23, 2013, 18:34:37 pm »

Se siete da'ccordo, propongo di scrivergli ed invitarlo quantomeno alla visione del forum...

OK  :drinks:

ti deleghiamo

anche se, ho l'impressione, il nostro forum lo conosca bene  :cool:
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Alberto86

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #6 il: Novembre 23, 2013, 19:03:30 pm »
OK  :drinks:

ti deleghiamo

anche se, ho l'impressione, il nostro forum lo conosca bene  :cool:


Mi sa che l'unica via è Twitter...
Non riesco a trovare uno straccio di indirizzo mail... :hmm:

Offline mmann

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #7 il: Novembre 25, 2013, 21:37:58 pm »
Fonte http://www.liberoquotidiano.it/news/italia/1356906/Facci--il--femminicidio-e-moda--C-e-gia-chi-ci-vuole-far-soldi.html
di Filippo Facci

Facci: il "femminicidio è moda C'è già chi ci vuole far soldi
In Paesi in cui la parità dei sessi è acquisita muoiono più donne che qui



Quando le pazze del «femminicidio» scopriranno la verità, un giorno, questa moda - perché è una moda - sarà passata da un pezzo e il risveglio sarà amarissimo. Perché scopriranno, paradossalmente, che più questo Paese diverrà «civile» e più aumenteranno gli omicidi di donne: non il contrario. Capiranno, quel giorno, perché certi paesi evoluti come l’Austria e la Finlandia - ne citiamo due in cui la parità uomo-donna è palesemente superiore - hanno tassi di «femminicidio» tre volte superiori ai nostri. Comprenderanno, cioè, la verità innominabile: che più un paese è evoluto - e più la parità è pienamente raggiunta - e più gli omicidi tra uomini e donne tenderanno a equivalersi: non il contrario.

Anche perché c’è un dato che forse non è chiaro a tutti: in Italia si uccidono meno donne rispetto a tutto l’Occidente, per cui inventarsi improvvisamente che il femminicidio sia una «vera emergenza sociale» suona quantomeno come falso. I dati sono i dati:  Istat, Onu e ministero dell’Interno dicono che il femminicidio è in calo, dunque parlare di «escalation», come fa anche la presidente della Camera Laura Boldrini, è sbagliato e punto. Quello che i dati non dicono, ma che sappiamo, è che l’Italia non brilla per emancipazione femminile: col risultato che le donne le ammazzano di meno anche per questo, perché contano meno, sicché, se le ammazzano, quando le ammazzano, spesso lo fanno specificamente perché sono donne, rapprese cioè in una visione femminile arcaica.

Disparità di genere
Possiamo farci qualcosa? Possiamo o dobbiamo fare delle campagne di sensibilizzazione eccetera? Ma certo che possiamo e dobbiamo, anzi, siano benemerite. Va bene la legge sullo stalking del 2009, vanno bene le giornate contro la violenza sulle donne (se proprio piacciono) e va bene tutto, anche abolire Miss Italia, anche tuonare contro certi spot molto «latini» in cui emancipazione significa che le casalinghe lavano i pavimenti coi tacchi a spillo. Vanno bene persino le sette-pagine-sette che Repubblica ha dedicato all’argomento, ieri. Purché sia chiaro che, per una volta, il problema è davvero un altro, è davvero più complesso, e che la soluzione del problema femminicidio - termine che resta  fuorviante - sarà sempre vagone e non locomotiva, sarà sempre a strascico di un’evoluzione complessiva della società, sarà sempre la declinazione di una disparità tra generi che in Italia persiste più che altrove: è impensabile, dunque, trasformarla in una battaglia separata, che viaggi per conto suo, soprattutto ridondante autentiche e pericolose sciocchezze. Ci vuole lavoro ma anche tempo.

Leggi del marketing
Ieri, in un’intervista alla Stampa, Laura Boldrini ha detto che alcuni spot sono irreali: «In quale famiglie l’uomo torna a casa, si butta sul divano e aspetta di essere servito a tavola?». In moltissime, dottoressa Boldrini. «Perché usare il corpo di una donna», si è chiesta ancora, «per promuovere computer o mobili?». Perché funzionano, dottoressa Boldrini: il marketing pubblicitario soppesa le proprie campagne con attenzione maniacale, e smetteranno di farle quando non funzioneranno più, e non funzioneranno più quando il Paese sarà definitivamente cambiato: ci stiamo lavorando, ci sta lavorando anche lei, ma non accade dall’oggi al domani.

Quello che non deve accadere mai, piuttosto, è che il «femminicidio» possa diventare un’aggravante dell’omicidio: c’è chi lo chiede. Altri hanno invocato che divenisse addirittura un reato a parte, introducendo una discriminazione di genere che peraltro è contro la Costituzione. Ieri Repubblica diceva che «i femminicidi costano 17 miliardi all’anno alla comunità»: ma che vuol dire? E gli altri omicidi? Lunedì c’è questa giornata contro la violenza, sarà per questo, ma i giornali di questi giorni sono scatenati. Un’associazione veronese si è costituita parte civile nel processo per l’omicidio di una donna, Lucia Bellucci: «Ogni femminicidio», hanno dichiarato, «non è fatto privato, ma fatto politico che offende non solo il diritto ad esistere della singola donna, ma di tutte le donne». Traduzione: ci sono delle donne che vogliono dei soldi perché hanno ucciso un’altra donna, anche se manco la conoscevano. L’omicidio di un uomo è meno grave, perché non è politico. Gli uomini ammazzati sono più del doppio delle donne (il rapporto è 7 a 3) ma almeno sono emancipati. Battutine inutili? Mica tanto, perché la legge sul femminicidio, appena approvata, non fa ridere per niente, e - approvata in fretta e furia, forse per ansia mediatica - contiene delle norme e delle aggravanti che paiono perlomeno discutibili.

Assurde aggravanti
Discutibilissima, per esempio, è  l’irrevocabilità delle denunce: una volta fatte non si può più tornare indietro, quindi addio mediazioni, ripensamenti e possibili ravvedimenti; e conoscendo i livelli di conflittualità a cui può arrivare una coppia - laddove ad accuse vere se ne mischiano spesso di false, tanto per fare mucchio - il rischio di ingiustizie oggettivamente c’è. Così come un altro rischio, da Stato di Polizia, è quello per cui le forze dell’ordine possano disporre l’allontanamento dalla famiglia di un uomo (la legge parla solo di uomini) anche senza il vaglio di un giudice. Poi il decreto prevede due aggravanti in caso di violenza sessuale, una delle quali è «l’essere legato da relazione affettiva» con la donna aggredita: per esempio esserne il marito, anche separato o divorziato. In parole povere, la pur biasimevole violenza perpetrata da un marito, o ex marito, è doppiamente grave rispetto a uno stupro fatto per strada da uno sconosciuto: quest’ultimo rischia 6 anni, il marito 12. E nelle mani dei giudici abbiamo messo anche questo: stabilire le differenze tra affetto, desiderio, un misto tra i due, possessività, oppure follia, raptus, capacità d’intendere o di volere eccetera. Oltre ogni ragionevole dubbio.

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #8 il: Novembre 25, 2013, 23:29:23 pm »
sbaglio o l'avevamo già pubblicato?  :hmm:
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Offline ilmarmocchio

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #9 il: Novembre 27, 2013, 00:30:24 am »
Non stiamo a disquire troppo. questi articoli sono manna , dimostrano che il muro si sta incrinando. Io ho riguardato più volte il video di Piazza Pulita di ieri e vi garantisco che l'effetto è dirompente. Guardate gli sguardi attoniti delle donne del pubblico, e , sopratutto, i cenni di assenso .

Offline Vicus

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #10 il: Novembre 27, 2013, 17:16:28 pm »
Citazione
Io ho riguardato più volte il video di Piazza Pulita di ieri
Puoi postare un link? Non mi pare ci sia nella sezione Video.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #11 il: Novembre 27, 2013, 18:15:38 pm »

brillante lezione di antifemminismo
« il: Ieri alle 19:13:15 »

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Ascoltate bene dal 1: 56:30 in poi  :
impagabile lezione di Michaela Biancofiore alle femministe e sopratutto ai maschietti, in particolare l'emaciato e cadaverico Cuperlo, che non riesce che a borbottare con sgomento " ...che strana serata ... " .
Grande anche Aldo Busi e meravigliose le facce sbigottite delle donne del pubblico, costrette ad ammettere l'evidenza.
Annicchilita l' attricetta femminista e lo zerbinio Cuperlo, che ha poi cercato di rimediare con un esangue pistolotto femministoide.
L' uno due di  Biancofiore e Busi è un avvenimento epico  :D :D :D
Assolutamente da ascoltare

Offline ilmarmocchio

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Re:Facci: il femminicidio è una moda
« Risposta #12 il: Novembre 27, 2013, 18:30:57 pm »
Video storico, che io ho salvato. Va visto più tutto, e assolutamente dal 1h - 43.
Dopo il nulla assoluto di Cuperlo e della sciaquetta attricetta, da non perdere l'affondo delle 2 donne, per poi arrivare al clou della Biancofiore e Busi al minuto già da me segnalato.
Osservate con assoluta attenzione gli sguardi delle donne del pubblico e ascoltate il morente Cuperlo che esala :
" che strana serata... "
E' un documento imperdibile
Sottiolineo la Biancofiore che dice ancestrale.
Altro che le pippe su destra e sinistra :
ANCESTRALE