Autore Topic: Barnard Paolo  (Letto 18840 volte)

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Offline cancellatow

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #75 il: Luglio 11, 2012, 08:10:08 am »
Non, lui non era uno stalker  :(
non l'ho sentito mai invadente

Certo, ma se non era di tuo gradimento lo potevi denunciare per stalking
non lo hai fatto ma lo potevi fare, questo è il problema

Offline Rita

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #76 il: Luglio 11, 2012, 09:40:00 am »
Certo, ma se non era di tuo gradimento lo potevi denunciare per stalking
non lo hai fatto ma lo potevi fare, questo è il problema

il problema è definire un reato, il danno che ne deriva e la conseguente misura punitiva in base al sentimento. Problema che sussiste non definendo precisamente cos'è una molestia e cos'è uno stupro, o cos'è lo stalking secondo un parametro sociale più o meno uniformemente condiviso, ma lasciandolo nel buio dell'interpretazione individuale.


Citazione
Non, lui non era uno stalker  
non l'ho sentito mai invadente

e appunto tu no, magari a un'altra dava fastidio perchè percepiva il pedinamento o la ricerca di informazioni su di lei come una minaccia

Citazione
E' prevista la pena della reclusione da sei mesi a quattro anni
per chiunque, con condotte reiterate, minaccia o
molesta taluno in modo da .

- cagionare un perdurante e grave stato di ansia ;

- cagionare un perdurante e grave stato di paura ;

- ingenerare un fondato timore per l'incolumità propria ;

- ingenerare un fondato timore per l'incolumità di persona
al medesimo legata ;

insomma io qui vedo che il reato è tutto fondato sulla psicologia della vittima.

Così formulato si avrà da una parte la protesta di chi si sente ingiustamente accusato per aver magari tentato di riannodare una relazione, o di iniziarla, dall'altra chi accusa la legge di malfunzionamento perchè non assicura alla giustizia chi considera colpevole perchè le ha causato ansia e paura.

Lo stesso problema si è presentato (e si presenta) con la legge sulla violenza sessuale del 1996 che ha unificato le fattispecie di violenza carnale e di molestia. E si assistono a sentenze contradditorie dove non è ben chiaro quale dovrebbe essere la zona erogena, per cui si può condannare qualcuno che ha toccato una caviglia e i polpacci http://napoli.repubblica.it/dettaglio-news/roma-14:52/3198579, e condannare prima e poi assolvere qualcuno che ha sfiorato il seno http://www.corriere.it/cronache/09_luglio_24/cassazione_toccava_colleghe_3b799fec-7866-11de-96fb-00144f02aabc.shtml

Questo, secondo me, sarà sempre più presente, anche in altri ambiti, per esempio in materia di lavoro, o di infortuni dove, si sta affacciando il tema della difficoltà psicologica in seguito agli infortuni, tutto un versante che si fa strada con riferimento al lavoro femminile in primis.

Si andranno sempre più a definire le violenze e le sofferenze "psicologiche" con tutto ciò che comporta in termini di malintesi e di differenze di sensibilità individuale.

E però, al momento, appunto, sia in ambito sessuale che in ambito lavorativo questa giurisdizione poggiata sul "sentiment" (non saprei definirla altrimenti) partendo dall'elemento femminile non può che tener conto solo della realtà di metà dell'umanità.

http://www.inail.it/Portale/appmanager/portale/desktop?_nfpb=true&_pageLabel=PAGE_PUBBLICAZIONI&nextPage=PUBBLICAZIONI/Tutti_i_titoli/Rapporti/ANMIL/info-753752951.jsp
« Ultima modifica: Luglio 11, 2012, 09:53:48 am da Rita »
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline yamamax

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #77 il: Luglio 11, 2012, 12:41:50 pm »
Rita@:
il problema è definire un reato, il danno che ne deriva e la conseguente misura punitiva in base al sentimento. Problema che sussiste non definendo precisamente cos'è una molestia e cos'è uno stupro, o cos'è lo stalking secondo un parametro sociale più o meno uniformemente condiviso, ma lasciandolo nel buio dell'interpretazione individuale.

Quoto. Questa è una delle basi del caos sociale in cui siamo piombati. Nessuno sa più la linea di confine fra quello ammesso, ammissibile o reato, chiunque ora può cadere in qualche trappola come un ingenuo. Se cerchi un modo di contatto con una donna può capitarti di tutto da trovare una persona per la vita fino a ...trovarti in manette ! Sinceramente mi sembra un range ingestibile.

Offline robi73

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #78 il: Luglio 11, 2012, 13:03:32 pm »
Rita@:
il problema è definire un reato, il danno che ne deriva e la conseguente misura punitiva in base al sentimento. Problema che sussiste non definendo precisamente cos'è una molestia e cos'è uno stupro, o cos'è lo stalking secondo un parametro sociale più o meno uniformemente condiviso, ma lasciandolo nel buio dell'interpretazione individuale.

Quoto. Questa è una delle basi del caos sociale in cui siamo piombati. Nessuno sa più la linea di confine fra quello ammesso, ammissibile o reato, chiunque ora può cadere in qualche trappola come un ingenuo. Se cerchi un modo di contatto con una donna può capitarti di tutto da trovare una persona per la vita fino a ...trovarti in manette ! Sinceramente mi sembra un range ingestibile.


più precisamente, non di un'interpretazione individuale qualunque, ma nel buio interpretativo di un magistrato. Ed è questo il problema vero...
prendiamo la legge sulla violenza sessuale: per come è strutturata, è impensabile che possa a priori elencare cosa è violenza sessuale e cosa non lo è, per cui in ogni procedimento è fondamentale l'interpretazione del magistrato giudicante.

Allora se mi trovo nella situazione paradossale di essere condannato per aver sfiorato una caviglia, la colpa è:

a) mia.. sfioro le caviglie alle donne per cui sono un maniaco e devo essere condannato
b) della legge, che non esclude a priori gli sfioramenti di caviglia dal novero delle violenze sessuali
c) di un giudice che ha interpretato lo sfioramento come atto gravemente lesivo della sfera sessuale della vittima, con cotanto supporto di perizie certificanti il grave danno psicologico arrecato alla poveretta.

Non so, ma propendo per la c..

Robi

Offline Rita

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #79 il: Luglio 11, 2012, 13:25:17 pm »
più precisamente, non di un'interpretazione individuale qualunque, ma nel buio interpretativo di un magistrato. Ed è questo il problema vero...
prendiamo la legge sulla violenza sessuale: per come è strutturata, è impensabile che possa a priori elencare cosa è violenza sessuale e cosa non lo è, per cui in ogni procedimento è fondamentale l'interpretazione del magistrato giudicante.

Allora se mi trovo nella situazione paradossale di essere condannato per aver sfiorato una caviglia, la colpa è:

a) mia.. sfioro le caviglie alle donne per cui sono un maniaco e devo essere condannato
b) della legge, che non esclude a priori gli sfioramenti di caviglia dal novero delle violenze sessuali
c) di un giudice che ha interpretato lo sfioramento come atto gravemente lesivo della sfera sessuale della vittima, con cotanto supporto di perizie certificanti il grave danno psicologico arrecato alla poveretta.

Non so, ma propendo per la c..

Robi

si Robi, quoto, ma resta il fatto che il Giudice è figlio del suo (che è anche nostro  :disgust: ovviamente) tempo. Per cui deve mediare fra un articolo di legge, le testimonianze degli attori del processo, da cui deve desumere sempre di più intenzioni e percezioni. A questo punto che fa? Si affida a qualcuno di più esperto.. perchè allora anche i periti hanno la loro parte di responsabilità...

Voglio dire siamo in tempi di rapporti "ombra" per gli enti sovra-nazionali che a loro volta detteranno l'agenda agli enti nazionali che a loro volta prenderanno misure legislative.

L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Offline ilmarmocchio

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #80 il: Luglio 11, 2012, 14:03:18 pm »
più precisamente, non di un'interpretazione individuale qualunque, ma nel buio interpretativo di un magistrato. Ed è questo il problema vero...
prendiamo la legge sulla violenza sessuale: per come è strutturata, è impensabile che possa a priori elencare cosa è violenza sessuale e cosa non lo è, per cui in ogni procedimento è fondamentale l'interpretazione del magistrato giudicante.

Allora se mi trovo nella situazione paradossale di essere condannato per aver sfiorato una caviglia, la colpa è:

a) mia.. sfioro le caviglie alle donne per cui sono un maniaco e devo essere condannato
b) della legge, che non esclude a priori gli sfioramenti di caviglia dal novero delle violenze sessuali
c) di un giudice che ha interpretato lo sfioramento come atto gravemente lesivo della sfera sessuale della vittima, con cotanto supporto di perizie certificanti il grave danno psicologico arrecato alla poveretta.

Non so, ma propendo per la c..

Robi

quoto tutto. post perfetto che fotografa la realtà odierna e suoi gravi problemi

Offline ilmarmocchio

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #81 il: Luglio 11, 2012, 14:06:13 pm »
si Robi, quoto, ma resta il fatto che il Giudice è figlio del suo (che è anche nostro  :disgust: ovviamente) tempo. Per cui deve mediare fra un articolo di legge, le testimonianze degli attori del processo, da cui deve desumere sempre di più intenzioni e percezioni. A questo punto che fa? Si affida a qualcuno di più esperto.. perchè allora anche i periti hanno la loro parte di responsabilità...

Voglio dire siamo in tempi di rapporti "ombra" per gli enti sovra-nazionali che a loro volta detteranno l'agenda agli enti nazionali che a loro volta prenderanno misure legislative.



c'è anche da dire che essendo i giudici non responsabili civilmente, possono permettersi tutti gli arbitri. Inoltre , sono collusi con la classe politica, nell'assicurarsi una reciproca intangibilità.
Anche Berlusconi, ha sempre tuonato contri i guai della giustizia , ma non ha fatto nulla.
mi rassomiglia proprio alla storiella dei ladri di Pisa, che di giorno litigavano e di notte andavano a rubare assieme

Offline robi73

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Re: Barnard Paolo
« Risposta #82 il: Luglio 12, 2012, 09:35:59 am »
A questo punto che fa? Si affida a qualcuno di più esperto.. perchè allora anche i periti hanno la loro parte di responsabilità...


e in effetti ce l'hanno eccome