Autore Topic: Lorenzo Gasparrini  (Letto 100280 volte)

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Offline skorpion72

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #45 il: Luglio 15, 2012, 07:39:21 am »
Vista com'è la situazione italiana non mi stupirei se un giorno ce lo trovassimo pure in parlamento a campare sulle spalle nostre.
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline ilmarmocchio

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #46 il: Luglio 16, 2012, 21:19:50 pm »
tutto è possibile, anche se ho l'idea che i prossimi anni saranno problematici.
In ogni caso, non bisogna occuparsi di tali tipi :
poverino, guardategli la faccia.
Spasima per un pò di protagonismo, quindi qualsiasi sciocchezza è buona.
lasciamolo perdere :doh:

Offline raniran

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #47 il: Luglio 23, 2012, 21:11:50 pm »
L'analisi non tiene conto di una cosa fondamentale: molta gente gente ha partecipato al blog della zanardo per semplice cazzeggio.
Ci sono due correnti contrapposte: cazzeggiatori, come me, che in mezzo al flame finoscono anche senza volerlo con lo scrivere cose intelligenti, contro zerbini e femministe, rigorosamente allineati e supini al volere della padrona nella speranza di ottenere non si sa bene che cosa.
Ad ogni commento dei giocatori della propria squadra, si dà il "mi piace" senza nemmeno leggere.
Mi domando quale validità scientifica possa mai avere un'analisi condotta su quello che molti considerano soltanto un gioco.
Del resto, una domanda imbecille e intrisa di pregiudizi sessisti come quella della zanardo, non si può prendere davvero sul serio.




Credo pure io che sia così purtroppo
i Media giocano in questo modo essendo le" abili braccia del Potere"
non mi ritengo Cospirazionista nè Catastrofista
La tv in itaGlia ha fatto il lavaggio al cervello a buona parte dei ns connazionali.....
a questo punto non me la prenderei più con la tv o SIMILI
effettivamente non mi conviene prendermela con qualcuno o qualcosa
non servirebbe a nulla se non a farmi vivere meno la mia vita e con qualità peggiore:
PERO' ho scelto:

IL MIO CERVELLO, LE MIE IDEE

ALe
...la donna che celò in un sorriso
il disagio di darci memoria
ritrovi ogni notte sul viso
un insulto del Tempo ed una scoria....

(Ballata degli impiccati) - Fabrizio De Andrè

Offline Angelo

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #48 il: Settembre 21, 2012, 22:29:29 pm »
E' venerdì, e come ben sapete*, c'è il caro Gasp (o l'amico Arf)con le sue "perle di saggezza"...
Stavolta analizza il pensiero di Massimo Fini (uno che gli "poggia le palle in testa" anche se è classe 1943) e naturalmente comincia a "decostruire" (Gasp "decostruisce", non costruisce).

Il sito su cui scrive è qui (vale lo stesso discorso che fa VND ...)



*
In realtà non lo sa nessuno, ma è bello perculare l'uomo dagli occhi antisessisti... :lol: :lol: :lol: :lol:
http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/09/21/deconstructing-allievo-e-maestro/#more-20149



Mario De Maglie scrive su “Donne di Fatto”, un contenitore sul quale ho già avuto modo di esprimermi qui, dal minuto 2:50 in poi. In questo post  ha avuto la bella pensata di fare un’esegesi nientepopodimeno che del pensiero di Massimo Fini, in un suo intervento pubblico. Se non fosse inquietante, sarebbe esilarante. Come al solito, i miei commenti sono [tra parentesi quadre].

E’ stato molto interessante guardare il dibattito “Donne di Fatto: rifondare l’Italia” tenutosi alla Versiliana, durante la Festa del Fatto Quotidiano, l’8 Settembre 2012 (non sono riuscito a vedere il video che poche ore fa). [Bene, dicci perché.]

Tra gli ospiti anche Massimo Fini di cui sono un assiduo lettore ed estimatore, i suoi libri ed i suoi articoli hanno contribuito in modo determinante a formare la mia attuale visione del mondo [complimenti: per me quella funzione l'hanno avuta, così, al volo, Kundera, Wittgenstein, Merleau-Ponty, Dostoevskij, Garroni. Sai com'è, i parenti ti capitano, ma i maestri li scegli]. A mio parere, Fini va letto sempre e comunque perché in grado di allontanarsi dagli stereotipi comuni e di aprire a riflessioni non banali [staremo a vedere; qui intanto di suoi stereotipi e di sue riflessioni ce n'è un interessante campionario, se ce ne fossimo dimenticati].

Non sono in grado, per miei limiti culturali, di entrare in discorsi più storico-antropologici come il giornalista è in grado di fare con molta bravura [scusa eh, ma se non sei in grado, da cosa l'hai capita la sua bravura? Dal fatto che spara paroloni, come l'Azzeccagarbugli?], ma sono in grado di fare delle osservazioni che ritengo utili.

Ciò che scrive Massimo Fini ha delle fondamenta [quali? Niente, anche questo viene concesso sulla fiducia], ma reputo che non sia esaustivo della realtà. Non voglio in questo post né difendere le donne, né difendere gli uomini, peccando di superbia, cerco di essere imparziale [ma almeno ci dici perché andrebbero difesi? E da cosa?]. E’ vero che sono un uomo, ma il lavorare attivamente con uomini autori di comportamenti violenti sulle donne mi permette di sperare di avere una visione più integrale [una visione più integrale DI COSA? Si può sapere di che stiamo parlando?], certamente ci provo.

Più di una volta ho sentito, durante il dibattito, qualcuna delle partecipanti presenti affermare che le donne sanno fare meglio degli uomini e quindi sono migliori degli uomini. Secondo me, affermare ciò è mettersi allo stesso livello di non comprensione di molti del mio genere. Non esiste un migliore o un peggiore per sola associazione al sesso di appartenenza, a fare la qualità della persona non è intrinsecamente il genere, ma le sue capacità [pensiero accettabile, peccato che non sia quello che dice Massimo Fini, come ricordato sopra, nel link].

Una donna che afferma di essere migliore di un uomo in quanto donna legittima altri cento uomini a pensare di essere migliori di una donna in quanto uomini. Il meccanismo mentale è lo stesso e ci allontana da ciò che è il concetto di parità nei diritti e nei doveri che dovrebbe avere una società matura e civile [non ho capito perché il rapporto sarebbe 1 a 100, ma il problema non è il meccanismo mentale - che detto così pare una malattia; si chiama cultura sessista, di cui uno dei più noti interpreti è Massimo Fini].

Massimo Fini utilizza un linguaggio che può avere del provocatorio (basti citare il titolo dell’articolo incriminato nel video: “Donne, guaio senza soluzione”) [no no, non lo può avere, lo ha proprio], ma espone delle problematiche e fa delle osservazioni che considero pertinenti [pertinenti a cosa? Al sessismo? Alle provocazioni? Per la seconda volta, di che stiamo parlando?] e non inventate, solo che sono  un punto di vista fortemente maschile [fortemente maschile, interessantissima espressione detta da chi lavora con uomini autori di comportamenti violenti], colto ed intelligente [opinione tua, molto discutibile; quali sono le prove?], ma che fatica ad agganciarsi a quello che poi possono provare e provano molte donne nella loro vita [forse perché non è né colto né intelligente, ma solo fortemente maschile. Che ne dici?]. Indubbiamente c’è tra il sesso femminile chi se ne approfitta di determinate situazioni e chi fa poco onore al suo genere [Onore? Esiste un onore di genere? Cos'è 'sta botta di moralismo?], ma questo succede anche da noi uomini. La società, così come la conosciamo, vede nell’uomo una egemonia di cui si è reso responsabile e non per merito. Troppe cose sono più difficili se sei donna [non per Massimo Fini, a quanto dice qui.  Ah, no, è solo un linguaggio che può avere del provocatorio. Peccato che Fini si dimentichi di specificare a che pro volesse provocare, ed ecco quindi che le sue parole, usate così, sono solo violenza sessista gratuita].

Ritengo da precisare, rispetto al contenuto dell’articolo di Massimo Fini, che una innocente carezza sui capelli non è molestia sessuale [dipende da chi la definisce innocente: chi la fa, chi la riceve o chi guarda? Potrebbe essere importante, c'hai fatto caso?], lo è se quella carezza non è innocente e viene preceduta o seguita da altre carezze [E SOPRATTUTTO SE CHI LA RICEVE LA VOLEVA. Quando lo diciamo, mai?]. Chiamare due volte al telefonino una donna non è stalking, lo è se la chiami decine di volte senza che lei lo voglia [è una violenza anche se la chiami UNA VOLTA senza che lei lo voglia, ma perché non dirlo?], arrivando magari a minacciarla ed insultarla. Fischiare una donna in strada non è ai limiti dello stupro (semplice maleducazione) [violenza sessista, ma mi sa che sono parole sconosciute sia al "colto e intelligente" sia a chi si è formato sui suoi libri ed articoli], lo è se subito dopo la segui e provi a stuprarla [il subito dopo che c'entra? Lo è anche se lo fai dopo un bel po', pensa che strano]. Per una innocente carezza su capelli, per due chiamate al telefono, per un fischio in strada nessuna donna equilibrata sporgerebbe una denuncia o si sentirebbe vittima [invece sì, se ha chiaramente espresso la volontà di non riceverne neanche una, di quelle cose. QUESTA è la discriminante, la volontà, non il numero o la frequenza o l'essere equilibrata. Allora, seguendo questo ragionamento, tutti gli uomini hanno un 'bonus' di carezze, telefonate e fischi da spendere con qualunque donna prima che questi gesti siano classificati come violenti, indipendentemente dalla sua volontà. Ma de che?] e, se è vero che esistono donne non equilibrate [perché lo dici ora? Perché quelle donne che reagiscono a un solo fischio, a una sola telefonata o a una sola carezza non voluti sarebbero non equilibrate? Facciamo diagnosi così, al volo? Ma ti rendi conto di cosa stai dicendo?], è vero che ne esistono anche di uomini, in questi casi non siamo più nel campo delle questioni di genere, ma del disagio psicologico e per tale va considerato [e quali sarebbero allora le questioni di genere? Pisciare seduti o in piedi?].

Un’ ultima considerazione invece riguardo a chi diceva, sempre durante la discussione, che le quote rosa sono necessarie perché con questa classe politica è impossibile che, ad esempio, proprio in politica entri un maggiore numero di donne. Come cittadino non ho alcun vantaggio se a fare male il suo lavoro di politico invece di esserci nove uomini ed una donna ci sono cinque uomini e cinque donne [ragionamento del tutto ipotetico, dato che non è mai accaduto finora]. Anche qui il problema non è il genere [e ti pareva: alla fine i problemi di genere non esistono], ma la classe politica. Sono convinto che una classe politica efficiente e degna di rispetto non avrebbe bisogno di alcuna quota rosa, ma stabilirebbe un equilibrio di genere in modo del tutto naturale e senza imposizioni [E se mio nonno c'aveva tre palle - si dice da queste parti - era un flipper. Ma che vuol dire questo paragrafo, a parte le banalità?  Il problema è COME arrivare alla classe politica efficiente e degna di rispetto. Legge elettorale? Quote rosa? Quote "giovani"? Le proposte sono tante e diverse, se ne può parlare. Il problema è la classe politica E il genere, dato che si vive in tempi di patriarcato imperante. Non è così facile liquidare l'evidente unione tra i due - a meno che uno sia assiduo lettore ed estimatore di Massimo Fini, ovviamente].

Ma non è finita qui. Massimo Fini ha risposto a questo post di Mario De Maglie, qui  (la risposta di Fini è in fondo) e De Maglie, emozionato come un bravo scolaretto appena premiato con un bel 10+, gli ha risposto così.

Caro Massimo, ti ringrazio dell’attenzione che hai voluto dare al mio post, come ho già scritto, “la tua penna” è stata ed è tutt’ora significativa nel mio modo di approcciarmi al mondo e scriverti direttamente lo considero un fatto di un certo rilievo nella mia quotidianità [pensa il resto della giornata cosa dev'essere, se scrivere a Massimo Fini è un "evento". Lo ringrazi pure dell'attenzione - ne hai scritto un panegirico, mi pare il minimo].

Concordo con te che il discorso sui rapporti uomo-donna non possa essere trattato in modo esaustivo in un blog [peccato che lui lo abbia fatto spesso, come da articoli sopracitati, e in contesti dove le repliche non sono possibili, come appunto gli articoli di giornale], ma spero che degli spunti di riflessione possano comunque nascere e da questa speranza continuo a scrivere qualcosa nel merito di ciò che evidenzi nella tua breve risposta.

Per quanto riguarda il dibattito della Versiliana, se da una parte penso che sia stato depotenziato perché non sono stati rispettati degli spazi che avrebbero portato delle riflessioni non banali (nello specifico i tuoi) [poverino, la razza nemica (definizione finiana delle donne) lo ha trattato male? Forse perché rispondevano, dato che erano presenti, purtroppo per lui], dall’altro però penso che sia risultato indicativo delle difficoltà inerenti al poter comunicare in modo funzionale sia tra i generi sia tra persone che hanno punti di vista diversi, ma che dovrebbero comunque farsi garanti della libertà di espressione non solo propria [De Maglie, ci hanno provato in tanti - compreso il tuo maestro - a far passare la libertà d'espressione come la possibilità di dire quello che ti pare senza assumertene la responsabilità, e non è così. La violenza e l'ipocrisia sessista non devono essere permesse, perché loro - come tutti i razzismi e i fascismi - sì che uccidono la libertà d'espressione]. Abbiamo avuto modo di vedere, dal vivo, parte di quelle difficoltà di cui spesso ci occupiamo e quindi non solo di parlarne in modo astratto. Questa è esperienza diretta e può maggiormente aiutarci a capire cosa non funziona. E’ utile [cioè, fammi capire: l'hai visto dal vivo chi è Massimo Fini, e secondo te ci sono delle difficoltà inerenti al poter comunicare in modo funzionale sia tra i generi sia tra persone che hanno punti di vista diversi? La faccio più semplice, De Maglie: è sessista. La difficoltà sta tutta qui].

Non so come tu ti sia sentito durante il dibattito, lo posso immaginare da quello che ho osservato, ma  mi fermo alle soglie dell’immaginazione e non mi permetto di entrare nel tuo mondo emotivo [e meno male! Questa sviolinata, compassionevole partecipazione alle sofferenze del povero sessista che non può parlare, come la chiami invece?]. So come mi sarei sentito io ossia arrabbiato e non rispettato [altra interessantissima espressione detta da chi lavora con uomini autori di comportamenti violenti]. So che però, calmate le acque interiori, avrei anche cercato di andare oltre quella rabbia e vedere se da questa potevo ricavarne qualcosa e soprattutto capire cosa di me avesse spinto uno dei miei interlocutori ad invadere il mio spazio legittimo e concordato [non ti sforzare, te lo ripeto io: il sessismo. Sveglia!]. Mi sarei chiesto se anche le mie modalità comunicative potessero avere contribuito a creare la situazione nella quale mi sono venuto a trovare oppure se questa sarebbe stata inevitabile [eh, se sei un incallito sessista sì, mi sa proprio che è inevitabile, sai].

Riguardo al tuo esempio della signora e del fischio faccio alcune considerazioni [attenzione che adesso si ride davvero].

Fatico a comprendere cosa tu intenda con l’aggettivo “innocente” . Dietro il fischio non si nascondeva forse un desiderio sessuale? Lo ritieni davvero senza malizia? Io non ci trovo nulla di male nel desiderio sessuale che può nascere di fronte ad una donna che si trova piacevole, ma secondo me, se lo si vuole esprimere, bisogna trovare delle modalità corrette ed è appunto sul modo di concepire il corretto  che probabilmente non ci troviamo d’accordo [eh, probabilmente; per un sessista corretto significa annunciare col fischio che tra qualche istante la donna che si trova piacevole si troverà una mano sul culo].

Se da una parte è vero che un fischio costituisce un apprezzamento ed ogni apprezzamento a chiunque, uomo o donna non importa, può fare piacere, dall’altro può facilmente costituire anche una invasione della propria intimità (e ho considerato nelle righe su come sentirsi invasi non è piacevole). Mi chiedo se, legittimando questo comportamento, non rischiamo che, in seguito, il passaggio dal fischio alla pacca sul sedere possa essere troppo breve [mentre te lo chiedi, il sessista le ha già tolto le mutande. Sarebbe il caso di sveltirlo, questo ragionamento]. Se giustifichiamo il fischio, non ritenendolo una invasione di campo nella psiche intima della donna, non potremmo così anche giustificare la pacca sul sedere, non ritenendola una invasione di campo nel corpo della donna? [piano piano ci stai arrivando, De Maglie, complimenti. Dàje così. Peccato che le tue siano tutte parole sprecate.]

I  vissuti chiave che metto  in primo piano sono dunque apprezzamento ed invasione della propria intimità e le donne “sottoposte a fischio” immagino oscillino tra queste due dimensioni [oscillano, come no, ma tra darti una craniata o un calcio nei diamanti], ma solo loro, ognuna  in modo specifico e soggettivo, può dare la sua risposta [io comincerei a correre, anziché aspettarla. Ma io non sono sessista, che ne so io]. Loro, non noi, altrimenti possiamo cadere nella presunzione di sapere come gli altri si dovrebbero sentire in base a ragionamenti nostri che non colgono la varietà della dimensione emotiva dell’altro. Io posso dire che le donne con cui ho parlato, che hanno vissuto questa esperienza, mi hanno riportato il vissuto di intrusione in una sfera intima in modo prevalente rispetto ad un compiacimento, esistente a volte, ma molto più sullo sfondo [davvero un risultato sorprendente, immagino ci siano voluti anni di ricerche]. Questa è la loro esperienza e io ne prendo atto, sanno sicuramente meglio di me cosa hanno provato. Ancora nessuna mi ha fischiato in strada [insensibili che non sono altro].

Una donna di trenta anni non ha bisogno di conferme derivanti da un fischio come magari poteva  fare più piacere a venti anni. Alcune donne mi hanno proprio detto che apprezzamenti che funzionavano a venti anni non funzionano più a trenta, non solo non ne hanno più bisogno, ma, contrariamente al passato, si sentono appunto infastidite [magari a vent'anni erano ancora soggette a condizionamenti patriarcali e maschilisti che crescendo si sono scrollate di dosso o semplicemente ora le lasciano indifferenti; ma è un'ipotesi la mia, eh].

Mi colpisce la tua risposta alla donna: “Rimpiangerà, signora, il giorno in cui un ragazzo non le farà un fischio di ammirazione” [ti colpisce forse perché è sessista? Che ne dici?]. Certamente ognuno, a modo suo, rimpiangerà di non avere più una età in cui si possa essere al massimo della propria forma fisica, è molto umano [anche molto conformista, considerando dove e come nasce il mito della "forma fisica"], ma come hai scritto tu in pagine molto belle, la vecchiaia è stata fatta diventare una condizione senza alcun posto di rilevanza nella attuale società occidentale [pagine originalissime come sempre: cfr. Simone de Beauvoir, La terza età (orig. La vieillesse, 1970)]. Il mio dubbio è se, con la tua risposta, non facciamo altro che rinforzare la forza dell’estetica e dell’immagine. Questa donna, “in un’altra età” dovrà necessariamente rimpiangere i fischi in strada o possiamo sperare che potrà guardarsi indietro e trovare nella sua vita fonti diverse di gratificazione meno legate all’estetica? Non rischiamo di rinforzare l’importanza dell’immagine, che seppure parte dell’esistere, oggi è fin troppo sopravvalutata? [E come potrebbe mai un sessista ammettere che possano esistere altre forme di gratificazione, per la donna, che non siano il suo fischio ed altre amenità del genere?]

Mi auguro davvero di cuore un giorno di poterne parlare con te e non solo sulle pagine di un blog. Un caloroso saluto per ora. [Lo spero anche io, De Maglie. Ma non per lo stesso motivo, temo.]
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline skorpion72

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #49 il: Ottobre 04, 2012, 21:44:08 pm »
Questo soggetto ha voluto dire la sua su quella specie di carnevalata che hanno fatto quelle che nemmeno mi va di nominare per problemi di stomaco.

Si è esibito in una bella slinguazzata stile Emilio Fede, ma, a giudicare dall'assenza dei commenti, sembra che nemmeno loro se lo filino, mi sa che non se ne rimorchierà nemmeno una, I apologize for him

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/10/01/il-mio-fbc-2-un-po-de-panza/#more-20312

Citazione
A Livorno, la prima cosa che percepisco scendendo dal treno, è una delle cose per me più piacevoli: l’aria del mare. Vado a piedi verso il FBC#2, perché così posso sentire e vedere, alla velocità giusta, altre cose da portare via con me, da attaccare indissolubilmente a quello che accadrà oggi.

Non si crede facilmente che una caserma possa diventare un luogo accogliente, ma così è stato. Vedere e rivedere facce viste troppo poco spesso, meravigliarsi delle voci di un nickname pure tanto nominato, scoprire l’esterno di un interno che già conosci, non sono esperienze riferibili verbalmente; almeno non da me, non ora.

Tutte le volte che entro in un centro sociale nuovo non c’è sensazione più appagante che vedere ciò che era morto, seppellito, ricordo di violenze, rinascere e trasformarsi. Specie se dentro ci succedono cose come questa, come il Feminist Blog Camp – tre giorni in uno spazio occupato e autorganizzato con persone da tutta Europa a parlare di comunicazione, politica, cultura, tecnologia ansisessista e antifascista; contatti, condivisioni di esperienze, progetti. Che vi devo dire? Molto di più di quanto sperassi, anche solo nel mio unico giorno di permanenza.

Prima di preparami al mio workshop, faccio in tempo a conoscere persone nuove, a reincontrarne di già conosciute, a mettere insieme facce, nickname e voci in un tutt’uno. Tra un meravigliarsi e un ritrovarsi, ci scappa il ricordo, lo scambio, la discussione tecnica, l’inizio di un progetto, l’amarezza e la novità – la politica, insomma. Quella che piace a me, piena di relazioni inaspettate, di ricchezze sorprendenti e senz’altro fine che il reciproco percorso verso l’altro.

Il mio primo workshop comincia alle 11, è sicuramente quello dei due che mi costa personalmente di più. Parlo del mio spazio virtuale antisessista, di come è nato, di come ci sono arrivato e dei problemi che ho, che cerco di risolvere in questo momento, di come posso farlo insieme ad altri uomini antisessisti. E’ un workshop, sono un uomo etero antisessista e se vengo a parlare porto con me tutto, rischi di insulto compresi. Ci sono, ad ascoltarmi, molte più persone di quante pensassi, e riesco a coinvolgere nella chiacchiera anche altri uomini che speravo tanto dicessero la loro. Ci si racconta, e già questo sembra incredibile – anche se invece mi piacerebbe molto fosse la normalità.

Chi ascolta evidentemente ha pazienza da vendere, perché non solo resiste al mio fare gigionesco – rimasugli di un insegnamento universitario nel quale c’era sempre da svegliare qualche testa spenta, mentre qui sono tutte ben accese – ma ha pure da dire e suggerire cose interessanti e stimolanti. Alla fine ci vengono a interrompere perché è ora di pranzo. Non avrei mai scommesso di rimanere così coinvolto tanto da dimenticarmi l’appuntamento col cibo. E anche di farlo dimenticare a qualcun altro.

Il pranzo e il pomeriggio è ancora il tempo della chiacchiera, del già detto – ma adesso di persona – e dell’ancora non saputo – ma adesso che ci vediamo te lo posso dire. E di nuovo, progetti, proposte, richieste, conferme, tutto non appesantito da nessun “dovere” verso qualcuno ma dalla diffusa piacevole di essere tutti lì con una stessa cosa in comune. Ma non chiedetemi di nominarla, non so se c’è una parola adatta.

Alle sei comincio un altro workshop, sul decontructing dei testi. Stavolta sono molto più a mio agio (c’ho pure le slide da far vedere!) e metto ancora più alla prova i poveretti che mi stanno a sentire. Lunghe chiacchiere di filosofia, di critica testuale, di strutture grammaticali, formalismi, poteri più o meno segreti e coercitivi – tutta roba da trovare in un testo. Per fortuna (loro) poi ho proposto un piccolo esercizio di decostruzione da fare insieme, e si è riso molto – l’unica cosa davvero importante che mi ripromettevo di fare insieme a tutti quanti.

Saluti veloci, insieme ad altri contatti e progetti, mentre l’implacabile orario del treno si avvicina.

Non mi va di nominare nessuno, mi dimenticherei certamente qualcuno. Il collettivo, chi ho cercato e incontrato, chi è venuto a cercarmi e chi mi è stato a sentire ha tutta la mia gratitudine per il tempo che ha voluto regalarmi. Ho avuto molto di più di quello che ho dato ed è tutto merito vostro. Grazie.
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline krool

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #50 il: Ottobre 04, 2012, 22:54:55 pm »
Citazione
Ho avuto molto di più di quello che ho dato ed è tutto merito vostro.
Chissà che cosa ha avuto. :hmm:

Offline skorpion72

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #51 il: Ottobre 08, 2012, 22:25:01 pm »
La crisi di topa si fa sentire:

http://femminismo-a-sud.noblogs.org/post/2012/10/08/report-dal-fbc2-questo-uomo-no-ma-quali-si

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Report dal FBC#2 – “Questo uomo no”, ma quali sì?

Sabato 29 settembre, alle 11, ho cominciato il mio primo workshop per il FBC#2, a cui ho dato il titolo “Questo uomo no”, ma quali sì? perché volevo parlare di uomini antisessisti, ma non solo. [Una compagna presente al workshop mi ha voluto scrivere una sua lunga ricostruzione di cosa è avvenuto quel giorno. La sua, che sia chiaro, è una "storia emotiva" di ciò che lei ha vissuto quel giorno, non una precisa cronaca: l'ho trovata comunque preziosa, e tralasciando le parti più personali intercalerò le mie parole con le sue, che scriverò tra parentesi quadre, come queste.]

Comincio raccontando la mia storia. Come tutti gli uomini, nasco sessista, cresciuto in un ambiente e in una cultura sessista. La prima avvisaglia che qualcosa andrebbe ridiscusso da capo ce l’ho all’università, dove i miei studi sul linguaggio s’incrociano con alcune letture (Cavarero) e la freqentazione di movimenti politici dove il problema del sessismo è evidente ma mai messo al centro, esplicitato, posto come reale problema politico.

[Nn ti conoscevo, ho sentito parlare bene di te da alcune compagne a livorno e già avevo provato un pò di fastidio...sai sentire parlare, e bene, di un uomo antisessista mi porta già di per sè a diffidare: in qlc parte di me c'è un pò la convinzione che l'antisessismo sia una cosa "nostra" e che siamo le uniche che veramente possono parlarne cn cognizione di causa, subendone ogni giorno le conseguenze... (dopo averla presa quotidianamente in quel posto almeno si dovrà pure avere il privilegio di poterne essere le uniche esperte?:P)]

Il passaggio dal problema del linguaggio sessista a quello delle prassi antisessiste è lungo e comporta una lenta rielaborazione di gesti quotidiani, abitudini, atteggiamenti, conseguenti a una sempre maggiore consapevolezza della paradossale situazione dell’uomo etero antisessista. Paradossale perché la rinuncia costante e metodica alle posizioni di vantaggio e di sicurezza prodotte da una cultura e una società sessiste a volte non è materialmente possibile, dato che si tratta di strutture sociali sulle quali il singolo non ha potere; e tentare di “pareggiare” gli effetti di queste posizioni di vantaggio non fa che accentuare un senso di disagio – quando non di colpa – che rende sempre più difficile il percorso di liberazione dal patriarcato e dai suoi legami. Anche perché trovare compagni di viaggio non è facile, anzi.

[Quando sei arrivato all'ex-caserma io ero seduta al tavolo all'ingresso e ovviamente tu eri in piedi (stavi entrando). All'avvicinarti ti ho avvertito come una minaccia, nn so bene perché, da una parte forse per il leggero fastidio provato già solo a sentir parlare di te, dall'altra forse la paura di trovarmi vulnerabile (ma anche qst in definitiva perché?) e in più c'è stata anche proprio una "simbologia", se così posso definirla,del corpo: io seduta, tu in piedi che ti avvicinavi (solo per darmi la mano per presentarti) io in canotta tu in giubino nero...nn so se riesco a rendere.spero di sì... fatto sta che ho fatto un saluto veloce ed ho distolto subito lo sguardo, cosa che cn una qualsiasi compagna nn avrei mai fatto, ma anzi le avrei chiesto mille cose e probabilmente avremmo chiacchierato come amabili comari... ma te sei maschio e quindi così nn è andata, che poi nn è neanche semplicemente perchè sei maschio, perchè nn è che che proprio cn tutti i maschi mi succeda sta cosa (anche se tendo a dare meno confidenza)...e in più te venivi sotto veste di "maschio buono", o qualcosa del genere...]

Il tutto è reso più complicato, come emerge presto dalla discussione, dall’imprescindibile forma di comunicazione che è il mio corpo. Sono alto un metro e ottantacinque per poco meno di un quintale: grazie a molti rappresentanti del mio genere, il mio corpo è facilmente considerabile un’arma per la violenza di genere. Non è facile, con queste premesse, mettersi a fare l’antisessista. Il minimo che ho ricevuto è stato diffidenza e scherno, incredulità, disprezzo. Da tutti i generi. Ma fin qui nulla di speciale: è l’inevitabile prezzo da pagare a una storia di patriarcato violento alla quale il mio genere appartiene.

[Tra l'altro, durante il workshop ad un certo punto hai menzionato qst storia dei corpi, del fatto che se cammini in una strada dietro una signora in un parcheggio probabilmente la signora già di per sè si sentirà minacciata e affretterà il passo e che il tuo corpo (in quanto corpo maschile) è simbolicamente già di per sè un'arma, ecc....Mi sei sembrato abbastanza consapevole di qst cosa, anche se nn so se ti fossi accorto del mio turbamento iniziale e se comunque in genere te lo aspetteresti da una compagna che si suppone faccia un percorso quotidiano di messa in discussione...di tutto in pratica.]

Il mio blog Questo Uomo No nasce quindi, come tutte le cose, da una lunga preparazione – che però non sapevo che fosse tale – e da una causa occasionale. Il terribile spot televisivo della Renaul Clio “Expect More from Adult Life” è un concentrato di stereotipi sessisti quasi difficili da distinguere per quanti sono, e mi fece esasperare. Il primo post del mio blog è dedicato a lui. Non posso quindi tralasciare che la nascita dei miei due figli maschi sia stata decisiva per l’espressione del mio antisessismo “latente”: che modello maschile incontreranno? Una qualunque delle possibili risposte a questa domanda mi faceva – e mi fa – stare male. Il nome che ho scelto per il blog viene dall’esigenza di resistere alla tentazione – generalista, qualunquista, tipicamente patriarcale – di fare “di tutta l’erba un fascio”: basta con i nomi collettivi, servono solo a disperdere le responsabilità e a generalizzare ciò che andrebbe specificato. E’ questo uomo qui che fa il sessista, è questo comportamento a dover essere discusso da tutto il genere maschile, è questa espressione a far riconoscere una violenza di genere.

[Quindi siam partiti cn diffidenza, poi senso di minaccia...dopo un pò che parli mi viene un senso di immensa gratitudine seguita da un'ondata di rabbia per qst senso di gratitudine (visto quanti cambi in così poco tempo?): gratitudine per il pensiero che un uomo, etero, e comunque dalla parte considerata "giusta", quella del "primo" sesso, si interessi di qst temi in difesa della libertà e del rispetto delle donne, quasi come un missionario che va a dedicare la vita a sfamare gli affamati e le persone più sfortunate di lui (è una scena davvero pietosa e patetica, magari ti aggiustiamo nel ruolo di crocerossino...va un pò meglio?); poi subito dopo l'ondata di rabbia della mia io super radicale che dava della pietista perbenista ignorante (e vittima) comare di paese a quel pezzo di me che s'era poc'anzi espresso in maniera così sciocca e a gridarle ch'era una stupidina e che in realtà nn stavi facendo un favore a nessuna ma semplicemente cercando di fare uno sforzo di consapevolezza verso un mondo migliore, che fosse migliore per te prima di tutto, perchè il sessismo nn è solo contro le donne, ma è una pesante griglia che schiaccia tutti e tutte cercando di normalizzare e forgiare identità, comportamenti, sessualità e affettività, anche se i più nn se ne accorgono...e magari proprio perchè stanno dalla parte di quelli leggermente più privilegiati.]

Da quel blog è arrivato anche l’incontro con Femminismo a Sud, unico luogo nel quale riesco a coniugare tutte le sfaccettature della mia azione politica – antisessista, antifascista, non separatista. L’entrare in un collettivo con questo nome mi ha fatto anche ripensare alla mia storia personale: sono arrivato all’antisessismo senza passare per il femminismo. E’ giusto, è sbagliato? Immagino non sia solo una questione di parole, ma non ho molti strumenti per capirne di più. Spero di capirci di più in futuro, grazie all’aiuto di chi vorrà dialogare. Il blog, col passare del tempo, ha cambiato forma e argomenti: ho abbandonato le pubblicità – tema “coperto” con più competenza da altri siti e blog in rete – per dedicarmi a esempi di uomini sessisti o “tipi” sessisti (il “sessista di sinistra”, “l’uomo passionale”, ecc.) oppure ancora in caso di esempi eclatanti che, per la loro statura di violenti, fanno categoria da soli (tipo Massimo Fini, per capirci). Ho lasciato la forma scritta a commenti o link per passare al video, in un desiderio di “metterci la faccia” che ho trovato politicamente indispensabile e necessario.

Di qui arrivo al mio problema attuale: dopo aver conosciuto molti altri uomini antisessisti, vedo che non è affatto facile, su questa base, fare un’azione politica comune. Né pratica né virtuale: gli uomini antisessisti non fanno rete, prima che politica assieme. Esempio banale: sui vari siti di uomini antisessisti molto spesso non ci sono link reciproci. Eppure, per quello che mi è dato sapere, più o meno ciascuno sa dell’esistenza dell’altro. Allora? Ho pensato a due possibili cause, per questa situazione: il compiacimento del disertore e il complesso dell’orticello.

Il compiacimento del disertore è quella particolare sensazione di appagamento che deriva dal fascino, che molto giova all’autostima, derivato dal fare un’azione politica individuale che automaticamente ti mette in un “vuoto” nella quale, per forza di cose, sei l’assoluto protagonista, l’eroe solitario. Perseguito dall’esercito patriarcale che hai abbandonato, e deriso da molte femministe che scherniscono te e il tuo percorso, ti sta benissimo fare il gioco dell’eroe incompreso, abbandonato da amici e nemici. Funziona molto anche alle feste, come insegnava in un celebre scambio telefonico Moretti. Detto ciò, rimane il fatto che anche al di là di vanità e autostima gonfiate a dismisura, rimane una effettiva impossibilità di comunicazione e condivisione che non fa bene a nessuno.

Il complesso dell’orticello è quella sindrome che colpisce il “pioniere” di lande desolate, com’è l’antisessista uomo; di fronte a uno spazio vuoto, da riempire, da visitare, da esplorare, invece il nostro eroe si spaventa e rimane lì, nel suo sicuro metro quadro che cura come un’oasi ma non apre a nessuno, nella totale diffidenza verso altri, simili o no a se stesso.

[Nn finisce qui, avevo appena ristabilito l'equilibrio tra le mie varie io evitando una scissione tra mente e spirito quando ti sei messo a parlare della difficoltà che trovi nell'entrare in relazione cn altri uomini antisessisti, della diffidenza quando ti approcci ad altri uomini antisessisti e lì è partita la mia vocina acidella che ti voleva dire "ma Lorè, ma nn sarà che se ti metti in rete cn altri uomini antisessisti o che cmq c provano, poi nn sei più il beato tra le donne e l'unico maschio buono della situazione? E nn sarà che a quel punto ti devi mettere in gioco al 100%? e nn sarà che magari potresti scoprire di nn essere così avanti come pensi? o potresti stancarti a spiegare, per amore di verità costruzione e confronto, ogni volta anche la più piccola virgola della tua posizione, sforzandoti di ben argomentarla e sforzandoti di capire a tua volta il punto dell'altro?E magari in onore ad un percorso di consapevolezza e cambio collettivo dovresti accettare di venire leggermente rallentato nel percorso individuale e nn te la senti di accollarti sta cosa?"
Ad onor del vero devo dire che pochissimo dopo hai citato i "rischi del disertore": compiacimento (ah, vedi che un pò c'era tutto sommato?) e il complesso dell'orticello .
Ma cmq nn mi spiegavo perché emotivamente fossi partita in quarta...poi ho capito che, seppur con le dovute (per ovvi motivi) differenze, stavo proiettando su di te un mio atteggiamento...]


Diffidenza che, mi viene confermato da altri uomini presenti al workshop, non si supera mai: ci si fida certamente, tra consolidate amicizie antisessiste maschili, ma sempre al 99%. Quell’uno per cento di possibilità di essere tradito o deluso lo si tiene sempre, non si sa mai. Sono queste, in sostanza, anche alcune delle parole di Drew, anche lui antisessista ma non etero come me, bensì queer. Lui racconta, tra le altre cose, che preferisce avere il suo blog – momentaneamente fermo – in inglese, perché all’estero ci sono realtà più “avanti” su queste questioni; in Italia il panorama è così triste e arretrato che probabilmente l’essere isolati è dovuto a un tale rarità (di uomini antisessisti) che per fare “massa critica” è conveniente rivolgersi all’estero – e da lì tentare di rientrare e veicolare messaggi e iniziative.

[Ah, c'è stata un'ultimissima cosa, ma quella nn riguardava tanto te, il contesto per me nuovo dell'antisessismo maschile e le mie pippe, quanto più un'affermazione di Drew (o come si scrive) che nn mi è piaciuta proprio: qnd diceva che lui il blog lo teneva solo in inglese e che ormai si interfacciava soltanto cn l'estero perché erano più vicini al suo livello, mentre in Italia erano troppo "arretrati" (nn ha usato proprio qst termine, ma il senso era qst, terra terra insomma), il che mi è sembrato un discorso un attimo classista]

E’ difficile controbattere all’aorgomento di Drew, che per quanto spiacevole è ampiamente confermato dalla realtà. Tra l’altro sia io che lui veniamo da una esperienza comune in Maschile Plurale che se pure è stata utile e interessante quando si è trattato di fare riunioni separatiste in gruppi di ascolto (tra uomini, tra padri), ci ha lasciato abbastanza delusi in termini organizzativi ed espressivi – infatti siamo entrambi in Femminismo a Sud, dove possiamo esprimerci con una maggiore “disinvoltura”.

Le domande di chi assiste spaziano tra vari argomenti. Ci viene chiesto – a me e a Drew – se e in che modo ci sentiamo “queer”. Mentre per Drew, come detto, non è un problema definirsi tale, io ammetto di non averci manco mai pensato – e mi riprometto di farlo. Ci viene chiesto, nella pratica quotidiana, come ci si “comporta” da antisessisti, per esempio nelle questioni economiche quotidiane nelle quali sono implicate anche le rispettive compagne. Drew racconta che la sua storia molto particolare – padre affidatario del figlio con madre/compagna “sparita” – non gli ha consentito di porsi neanche il problema; per quanto mi riguarda ho una compagna che da sempre guadagna più di me, essendo passato dal precariato della docenza universitaria a un impiego privato a stipendio minimo. Nei fatti ho trovato enormi difficoltà a svincolarmi da apparati burocratici e leggi entrambi di impianto sessista, che per esempio, attraverso i meccanismi legati alla dichiarazione dei redditi, dell’ISEE, del rilascio di un mutuo da parte di una banca, impediscono nella sostanza sia di “unificare” realmente i redditi di entrambi, oppure di decidere quale sia il reddito principale, e sia si dividere equamente i risultati economici realizzati da entrambi.

L’ora del pranzo interrompe una discussione ancora vivace, ancora con molti punti in sospeso.
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Alberto86

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #52 il: Ottobre 10, 2012, 03:23:47 am »

il mio corpo è facilmente considerabile un’arma per la violenza di genere




Ma il castrato parla del suo corpo? Al solo vederlo, effettivamente, emette una repulsione tale da scatenare forti conati di vomito!  :lol:
« Ultima modifica: Maggio 24, 2013, 10:46:56 am da Alberto »

Offline vnd

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #53 il: Ottobre 10, 2012, 10:45:42 am »


Diciamo che a furia di sparar minchiate, ogni tanto bisogna pur indovinarla...
In questo caso, l'omuncolo sottomesso non ha sbagliato di molto.

E' possibile che una donna, se sente il passo di un uomo che la segue, si senta minacciata, pur se non esiste alcuna ragione per esserlo.
Quello che bisogna chiedersi è perché...

Perchè una donna può essere tanto imbecille da aver paura degli uomini?
E soprattutto, perché?

Chi è stati ad inocularle il virus della paura?

Le lesbo-nazi-femministe? Con le loro statistiche taroccate, l'invenzione del femminicidio, dei rapporti ombra e delle cazzate sparate da commissioni ONU interamente comporte da terroriste donne?
O sono loro stesse uno strumento di potere nelle mani di qualcuno che ha interesse a che le donne vivano in un ingiustificato stato di terrore?

In ogni caso, la propaganda femminista è una gravissima forma di violenza. Contro gli uomini, soprattutto, che sono ingiustamente villipesi e calunniati.
E contro le stesse donne. poichè vivere nella paura è sofferenza vera, oltre che  una gravissima limitazione delle libertà individuali.
« Ultima modifica: Maggio 24, 2013, 10:47:16 am da Alberto »
Vnd [nick collettivo].

Offline Jason

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #54 il: Ottobre 10, 2012, 14:09:39 pm »
 Alberto, non è che offendendo la sua dignità e il suo corpo che si può far capire a Lorenzo Gasparrini che sta sbagliando.

Per contestare ciò che lui ha detto in quell' articolo, basta andare a trovarsi  il significato del concetto di sessismo, e cioè: "disparità di trattamento a seconda del sesso, atteggiamento di superiorità verso l'altro sesso". E questo è esattamente ciò che avviene a discapito del genere maschile, oggi, in Occidente..  Basti vedere la differenza di reazione della gente ad una violenza subita da una donna e agita da un uomo, e quella subita da un uomo e agita da una donna. Nel primo caso, la gente invoca le forche, nel secondo caso, la gente ride e giustifica. La vita e la dignità delle donne, agli occhi di gran parte della società, valgono molto di più di quella degli uomini. Questo è un dato di fatto.

Oggi è preponderante il sessismo anti-maschile, fino a 30 anni fa invece era preponderante quello anti-femminile(anche se ovviamente non credo affatto alla leggenda che un tempo le donne venissero  "oppresse" dagli uomini). Ma a prescindere da chi sia preponderante, esistono entrambi.  E quindi inquadrare il sessismo solo a senso unico, come fa Lorenzo Gasparrini, è profondamente sbagliato, specie  se  farlo, come fa lui, attraverso un sessismo all' incontrario, come ben gli hanno fatto notare veromummio(su FaS) e Rita(su Uomini Beta).

Certo che il pensiero di Gasparrini è ancora più marcato di quello di Ciccone di Maschile Plurale. 

Però, piuttosto di ingiuriarlo e di metterlo alla berlina, si potrebbe invitarlo qui, su questo forum, nella sezione "Nuova Alleanza": discutendo in modo civile senza ingiurie e denigrazioni si può meglio capire il suo punto di vista, magari ne uscirà fuori un suo pensiero meno marcato rispetto a come lo abbiamo  interpretato(non sempre un articolo trasferisce appieno e/o in modo chiaro il pensiero dell' autore), magari ascoltando sane argomentazioni QMiste, possa un pò smussare certe sue posizioni effettivamente un pò troppo spigolose.
« Ultima modifica: Maggio 24, 2013, 10:47:39 am da Alberto »
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
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Offline Angelo

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #55 il: Ottobre 10, 2012, 14:40:36 pm »
Jason, Gasparrini su facebook evitò il confronto con me, e rispose grosso modo come ha fatto con Vero Mummio. Il soggetto in questione, "l'antisessista" come ama definirsi, evita il confronto perchè ne uscirebbe con le ossa rotte ( pur essendo un laureato ed una persona culturalmente preparata). Non si può negare l'evidenza, pur avendo buone doti dialettiche (il Gasp lo sa ed è per questo che eviterà ed ha evitato un confronto qui o in ambienti neutri).

Quindi, uno che evita il confronto e quotidianamente lavora contro gli uomini (da lui ritenuti colpevoli in quanto tali) è un nemico dell'umanità, un individuo che sotto quel viso "tranquillo" cova un odio verso i suoi simili. Adesso, che rispetto può meritare uno così?
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Offline Jason

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #56 il: Ottobre 10, 2012, 21:38:18 pm »
Sandokan, scusami io a differenza vostra  sono all' oscuro di tutti questi retroscena internauti tra voi.

Io non credo affatto, come dici tu, che Gasparrini odi  gli altri uomini, semplicemente è fortemente immerso in quell' esasperato politicamente corretto, nato in una certa sinistra, che fa vedere nel maschio  l' origine di ogni male.  Spero che il pensiero di Gasparrini non sia condiviso da tutte le FaS(almeno da quelle che stanno usando il dialogo). Ma anche se fosse condiviso da tutte le FaS, per me nessuna tragedia.

Comunque fate voi. Io oramai mi sono tirato in disparte. Finchè si continuerà con questa contrapposizione, per la QM non c'è speranza alcuna.

Quello che non volete capire è che i nemici della QM non sono certo i tanti Lorenzo Gasparrini che gravitano negli ambienti femministi, in quanto le loro sono semplici, pacifiche, opinioni, per quanto non condivisibili, e infatti non chiedono di certo leggi autoritarie e repressive anti-maschili. Quindi che danno può fare alla causa della QM ,un Lorenzo Gasparrini? Per me, proprio nulla! 

I nemici della QM sono invece i tanti Abusologi(che a mio avviso sarebbe meglio chiamarli Abusisti) e loro associazioni connesse.Si prefiggono di creare un clima di terrore per separare i genitori dai figli(in quanto gli Abusologi, come Coffari, hanno avuto rapporti pessimi con i padri e quindi vogliono proiettare questo loro odio contro i propri padri su molti altri) e  hanno legami stretti con le forze dell' ordine(che sono notoriamente repressive e manesche), e anche e soprattutto con l' FBI e la Scotland Yard(queste ultime due, delle vere e proprie associazioni a delinquere statali finalizzate alla repressione). Quindi, le femministe libertarie e antiautoritarie  dovrebbero dissociarsi da coloro, cioè gli Abusologi, che invece chiedono in continuazione galere e leggi speciali. Tra l'altro la pedofilia vede tra gli autori e tra le vittime sia femmine che maschi, quindi non capisco questa crociata femminista sulla pedofilia. E inoltre, la pedofilia è una parafilia(tra l'altro,secondo gli stessi manuali che escludono la PAS e che hanno escluso l'omosessualità tra le malattie mentali, quindi questi manuali non sono certo maschilisti),quindi chi è pedofilo è un malato.


Certo, gli Abusologi non credono alla PAS, e su questo convergono con le FaS. Ma, attenzione, non per lo stesso motivo. Le FaS infatti non negano affatto che in taluni casi i figli ne possano risentire a livello psicologico e morale della conflittualità tra i genitori in fase di separazione e quindi della campagna denigratoria di un genitore nei confronti dell'altro, semplicemente non vogliono  che tale situazione di conflittualità intra-familiare  venga medicalizzata, in quanto a loro avviso si tratterebbe di "autoritatismo"  Gli Abusologi, invece, non credono alla PAS non tanto o non solo perchè non vogliono che si medicalizzi la conflittualità intra-familiare, quanto invece per il fatto che secondo loro la Donna è Dio(non lo dicono esplicitamente, ovvio) che quindi come tale non può essere mai disonesta,  pertanto se un figlio rifiuta il padre, l' ipotesi che possa essere stato plagiato dalla madre, viene esclusa a priori, in quanto la donna, per loro, non può mai sbagliare, non può mai essere gratuitamente cattiva. L'eterna ed intrinseca innocenza della donna. Questo è sessismo di stampo nazista.


Pertanto, amici, piuttosto di fare guerre contro chi, come Lorenzo Gasparrini, esprime pacificamente e civilmente opinioni innocue(per quanto non condivisibili), perchè non ci si prova a fare un fronte comune con quelle femministe libertarie e antiautoritarie, contro abusologi, autoritatismi, galere, leggi speciali,quote rosa,  sessismi(sia antimaschili che antifemminili), guerre e razzismi vari??

Vi chiedo, perchè non volete?

Comunque, ho detto tutto ciò che dovevo dire.

Io con questa questione chiudo definitamente qui.
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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #57 il: Ottobre 10, 2012, 22:00:23 pm »
Jason ,ma hai letto quello che scrive  il Pet o no?
Io non faccio nessuna alleanza con chi pensa di percularmi o non vuole essere chiaro, ok? Non sono coglione .
Fs, e altri ed altre che verranno faranno determinate azioni solo per tornaconto personale. Per adesso non ci sono prove o fatti che sostengono la tua tesi. Viceversa, la mia tesi (ossia Fs e Pets vari) son venuti qui perchè devono cercare di mimetizzarsi, di fare confusione e di DISCOLPARSI per le porcate giuridiche che succedono nei tribunali. Ma sai meglio di me che i padri separati che mangiano alla Caritas aumentano e che le FEMMINISTE come loro  (ti ricordo il rapporto ombra CEDAW che Fas ha appoggiato in maniera esemplare) hanno voluto, manifestato, per delle leggi ANTIMASCHILI e INCOSTITUZIONALI. LORO hanno violato l'articolo 3 della COstituzione, loro devono SCUSARSI di fronte ai padri, loro in sintesi, hanno gli scheletri nell'armadio. E uno come ARF che va in giro, non solo sul web a diffondere il "verbo" lo scusi e lo tratti così bene? Ma dai... O sei troppo ingenuo, o c'è qualcosa che non mi quadra. In tal caso, cerca di non fare come Vero Mummio...
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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #58 il: Ottobre 10, 2012, 23:01:28 pm »
Molto semplicemente penso che questo Gasaparrini ha la capacità di comprensione di un oloturia. Un uomo insignificante che sta cercando di ritagliarsi il suo personalissimo orticello (come da sua stessa ammissione).


Oloturia

Offline Jason

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Re:Lorenzo Gasparrini
« Risposta #59 il: Ottobre 11, 2012, 13:08:25 pm »
Tu pretendi che le femministe diventino anti-femministe. E sbagli. Pensa piuttosto alle tante cose che uniscono le tematiche della QM con le loro. Per molti aspetti le FaS sono vicine alla QM, di certo molto più vicine rispetto a chessò, il Corriere, Repubblica, il PD, il PDL, Forza Nuova, etc,  nei quali invece non c'è traccia di difesa della dignità maschile. Su Fas, invece, ultimamente, sì. Per me stanno facendo un'autoriflessione notevole, si stanno dissociando e distinguendo in positivo rispetto a tutte le altre femministe. Hanno criticato anche il maschio pentito Michele Serra per la sua osservazione sugli incendi "maschilisti".  Vanno apprezzate. Prima anche io le criticavo durissimamente, forse anche più di te,  ma ora si sono aperte. Per me ora sono femministe egualitarie e anti-sessiste che si battono per la giustizia e i diritti di tutti/e.. Il loro post sulla questione dello stupro in Svezia, è semplicemente da lodare(anche se non condivido tutto), perchè di fatto hanno preso le distanze dalle femministe svedesi, tra l'altro questa notizia del "sesso supplicato", evidentemente l'hanno attinta da questo forum e in men che niente ci hanno scritto un post sposando appieno le nostre stesse critiche nei confronti di questa proposta svedese. Quindi, perchè, continuare ad attaccarle? Loro non attaccano più questo forum, perchè invece tu continui ad attaccarle?
Attacchiamo piuttosto la Fornero, gli abusologi, le SNOQ, le femministe della differenza(alla muraro, terragni, etc)


L' unico, grande, ostacolo per il dialogo con FaS è il loro forte giustizialismo repressivo a riguardo dei reati sessuali, molestie, etc, un giustizialismo che non si concilia con il loro essere anarchiche e che le accomuna più alla cultura del "legge e ordine" che non alla sinistra libertaria e anti-sistema. Inoltre, il fatto che negano l'esistenza del fenomeno tragico delle false accuse(dicono che al massimo si tratta di pochi isolati casi) , rende ancora più problematica la questione, perchè le false accuse di stupro sono crimini che devastano il calunniato incarcerato e condannato, e sono tutt'altro che casi rari... Certo le FaS sono contrarie alla castrazione chimica, ma come ben disse Red tempo fa(che io contestai, ma pensandoci bene, ora credo abbia ragione), meglio la castrazione chimica che la galera(specie se è una galera che dura per molti anni, come purtroppo succede per i condannati per violenza sessuale). Io sono contrario ad entrambe le cose, ma tra le due cose, la castrazione chimica è il male minore.  Certo chi ammazza, ok, il carcere. Ma per altri reati, ci vogliono pene alternative alla detenzione.


Però, vedrete, che anche su questo aspetto ci rifletteranno sopra e convergeranno con posizioni non giustizialiste. L' intelligenza e l' onestà intellettuale non manca loro. Date tempo al tempo.


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