Autore Topic: forse non è finita  (Letto 3141 volte)

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Offline COSMOS1

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forse non è finita
« il: Maggio 04, 2012, 18:32:55 pm »
non sarebbe il primo caso che un carcere ingiusto si trasforma in un boomerang

tanto per citare a caso: Silvio Pellico, Gandhi, Antonio Gramsci, Tortora ...

spero tanto che Parlanti sia tanto incazzato e sappia colpire duro!

http://www.justicetv.it/index.php/news/2334-usa-parlanti-q8-anni-per-stupro-ma-sono-innocenteq


Citazione
USA: PARLANTI "8 ANNI PER STUPRO, MA SONO INNOCENTE"

    Pubblicato Giovedì, 03 Maggio 2012 15: :01
    Scritto da Francesco Maria Borrelli

Carlo ParlantiCarlo Parlanti un manager informatico italiano che è stato condannato per violenza, stupro e sequestro di persona negli Stati Uniti, dove ha scontato una pena di sette anni e mezzo nella struttura di massima sicurezza di Avenal, nel deserto della California.
Oggi, ritornato in Italia, continua a professarsi innocente così come è scritto nel libro "Timeline dei crimini medici - Il caso Parlanti" (Prigionieri del Silenzio) .

Carlo Parlanti, ci racconta in breve la sua esperienza nel carcere statunitense?

"E' stata drammatica sopratutto per due grossissimi motivi, il primo è la violenza ed il secondo sono le condizioni di vita carceraria - il sovrappopolamento. La violenza è indescrivibile e non è paragonabile a quella che si può incontrare nei carceri europei. Io ho un'esperienza limitata alle carceri tedesche ma non avevo mai visto una violenza di questo tipo; le guardie all'interno del carcere se ne vanno in giro con quello che a noi sembrerebbe una tenuta antisommossa (bombe lacrimogene, manganeli a scatto). Gli episodi di violenza, anche con conseguenze vitali, avvengono quotidianamente".


Perché le hanno offerto il patteggiamento?

"In verità me ne hanno offerti tre. Probabilmente, subito dopo la preliminare - l'udienza di conferma del processo - la procura di Ventura si è accorta di discrepanze all'interno della documentazione che gli era stata fornita e hanno cercato di rimediare al problema offerendomi un patteggiamento per la sola condanna di stupro. Dandomi in offerta, appunto, una pena di tre anni con uno sconto del cinquanta per cento, quindi, siccome io avevo già scontato undici mesi in Germania e sette mesi in quel carcere (Usa), in pratica mi davano la possibilità di tornare in Italia, a patto che confessassi l'unica accusa che poteva aver garantito l'estradizione".

Nel libro "Time line dei crimini medici", i contenuti sono forti, ce li riassume?

"In pratica la polizia e la procura di Ventura hanno tenuto nascosti, anche durante il processo stesso, l'esistenza di sette degli otto medici coinvolti nel caso (nel libro sono riportate delle dissonanze in linea di coerenza e "consecutio temporum", che hanno portato a dubitare della bontà di alcuni referti medici -ndr) quando siamo riusciti a trovare queste evidenze, che comunque erano protocollate dalla polizia, e quindi in loro possesso, abbiamo scoperto che la donna che mi ha accusato si era servita di medici fraudolenti per ottenere certificazioni false. Il libro riporta esempi di certificati medici che dicono che la donna ha lesioni, mesi dopo che la polizia ha fotografato la donna senza alcuna leisone al volto; oppure certificati medici di neurologi che prima diagnosticano la donna come perfettamente sana e poi, a pochi mesi di distanza e nelle settimane precedenti al processo, emettono certificati dando la donna per disabile...".

Quali azioni intende intraprendere adesso?

"L'autore del primo libro che è stato scritto sul mio caso, il professor Vincenzo Mastronardi, ha accettato di occuparsi del coordinamento della mia difesa, e in collaborazione con l'avvocato Luciano Faraon, dell'associazione internazionale per le vittime degli errori giudiziari, stanno cominciando a muoversi per presentare una serie di denunce: a livello italiano e tedesco, per quanto riguarda la mia estradizione, che non avrebbe dovuto essere stata concessa, e denunce a livello di Corte europea dei diritti dell'uomo e negli Stati uniti, per quanto riguarda i fatti criminosi che sono stati commessi al contorno della mia vicenda...".

Dio cè
MA NON SEI TU
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Offline skorpion72

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Re: forse non è finita
« Risposta #1 il: Maggio 04, 2012, 19:33:13 pm »
Qualche giorno fa ho visto una sua intervista al TG2 delle 20,30
I discorsi delle femministe fanno sempre molto "rumore"...il problema è che puzzano anche da morire

Offline COSMOS1

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Re: forse non è finita
« Risposta #2 il: Luglio 28, 2012, 18:44:16 pm »
mentre siamo in attesa che qualcuno partecipi al concorso http://www.metromaschile.it/forum/index.php/topic,5552.0.html torva una falsa accusatrice che sia stata adeguatamente punita, Carlo parte al contrattacco

cerchiamo di stargli vicino!

http://affaritaliani.libero.it/cronache/carlo-parlanti-denuncia260712.html

Citazione
Carlo Parlanti denuncia ad Affari: "Falsificate prove contro di me"
Giovedì, 26 luglio 2012 - 18:18:00

di Lorenzo Lamperti

"Quando ero in carcere, il ministero degli Esteri e quello della Giustizia cercavano di estradarmi in Italia seguendo tutte le regole. Però quando la polizia americana ha avuto bisogno di fabbricare prove contro di me ha dovuto solamente alzare il telefono e far chiamare quella italiana". E' la dura accusa di Carlo Parlanti, l'ex manager che ha passato nelle galere americane per un crimine che non ha commesso.

Carlo sceglie Affaritaliani.it per annunciare che ha denunciato alla Procura di Roma un funzionario della Polizia italiana e un attachè dell'FBI all'Ambasciata Usa. "Hanno dato notizie riservate e deformate sul mio conto alle procure di Dusseldorf e Ventura per convalidare il mio stato di fermo". L'accusa: "Mi hanno causato lesioni gravissime e danni alla salute".

IL CASO CARLO PARLANTI

8 ANNI IN CARCERE DA INNOCENTE - La storia di Carlo è già stata raccontata da Affari, in una lunga intervista con l'ex manager informatico originario di Montecatini (Pistoia) arrestato nel 2004 per stupro. Dopo otto anni passati nella prigione di Avenal, in California, ha dimostrato la sua innocenza. Ma la sua vita è stata irrimediabilmente rovinata dal periodo trascorso in carcere. Sia fisicamente sia psicologicamente. Per questo ha deciso di cercare un risarcimento dalla giustizia italiana.

LA DENUNCIA ALLA PROCURA DI ROMA - Negli scorsi giorni, Carlo ha presentato un esposto denuncia alla Procura di Roma in quanto, sostiene Parlanti "l'ingiusta detenzione è stata determinata da fatti che si ritengono illeciti e di rilevanza penale e che hanno contribuito alla mia condanna e conseguente detenzione negli Usa". Reati che "hanno comportato gravi discriminazioni nei miei confronti (cittadino italiano) durante i procedimenti da me subiti in Germania, dove sono stato arrestato, concorrendo ad aggravare la mia posizione, senza che avessi subìto alcuna condanna in Italia ed incrementando, senza prova alcuna, le presunzioni di colpevolezza e favorendo conseguentemente la mia estradizione negli Stati Uniti, con gravi conseguenze per l'ingiusta perdita della libertà e danno permanente alla mia salute". Assistito da Luciano Faraon, tra l'altro presidente della AIVEG (Associazione Internazionale per le Vittime di Errori Giudiziari), Carlo ha chiesto che si proceda nei confronti di un funzionario della polizia di Milano e di un attachè FBI all'Ambasciata Usa di Roma che sarebbero colpevoli di "aver contraffatto e comunicato, in abuso di potere e in violazione del segreto d'ufficio, e aver dato notizie, atti istruttori, informazioni riservate e deformate sul mio conto alle procure di Dusseldorf, Germania e Ventura, California al fine di far loro convalidare il mio stato di fermo, per fatti e notizie non vere, e che in ogni caso dovevano restare segrete non essendovi alcuna condanna a mio carico". Non solo. Parlanti sostiene che questa presunta indebita trasmissione di atti abbia causato "lesioni gravissime con danno alla salute con invalidità permanente del corpo e della mente". La denuncia è estesa contro ignoti che potrebbero aver agito insieme alle due persone citate nell'esposto.

"DOCUMENTI TRASMESSI ILLEGALMENTE" - Tutto comincia il 5 luglio del 2004 quando Parlanti viene fermato all'aeroporto di Dusseldorf su mandato di cattura internazionale richiesto dalla Procura di Ventura. La procura tedesca chiede una rogatoria internazionale per acquisire prove che i crimini dei quali era accusato fossero di fatto avvenuti. Recita la denuncia: "La mia difesa fornì alla Procura di Dusseldorf ulteriori prove della mia estraneità ai fatti (o meglio della non sussistenza dei fatti) come ad esempio fogli presenza del mio datore di lavoro e testimonianze della mia palestra abituale comprovanti le mie normali attività durante i cinque giorni in cui la White (la donna ex convivente di Parlanti che lo ha denunciato accusandolo di stupro e sequestro di persona, ndr) sosteneva di essere stata sequestrata". A questo punto, secondo Parlanti, l'FBI di stanza a Roma si premura di ottenere prove a suo danno. E, sempre secondo Parlanti, le avrebbe ottenute dalla Polizia di Milano. A prova di ciò, Parlanti allega alla sua denuncia delle comunicazioni tra il funzionario italiano e l'attachè americano. "In una lettera definita confidenziale è contenuto un documento (...) rinvenuto all'interno dei dati del processo". Documenti che "dovevano rimanere segreto istruttorio" e che "sono stati sottratti dall'archivio della Procura di Milano". "Resta il fatto", sostiene Parlanti, "che tali informative date alle autorità inquirenti straniere hanno determinato la mia ingiusta estradizione verso gli Usa (...) trasformandomi da stimato professionista di valenza internazionale in materia informatica in pericoloso criminale con devianze sessuali mai esistite in me".

"FALSIFICATA LA MIA FEDINA PENALE" - Ma che cosa si dice nel concreto nelle informazioni trasmesse alla polizia americana? "L'FBI di stanza a Roma ha comunicato alla Procura di Dusseldorf di aver acquisito informazioni sul mio passato confermanti un'aggressione su una convivente milanese nei tardi anni '80". Spiega Parlanti che una sua ex ragazza l'aveva in effetti accusato di violenza domestica ma anche che "in sede di udienza il reato di presunta violenza fu derubricato in quello di lesioni non gravi e quindi dichiarato improcedibile per mancanza di querela e l'ulteriore episodio che sarebbe avvenuto il 15/1/1989 fu dichiarato estinto per amnistia". Il procedimento fu ascritto e infatti nel casellario giudiziario e di polizia di Parlanti non risulta iscritto alcun reato. Le informazioni non sarebbero mai dovute arrivare alla polizia di Ventura che, invece, all'atto dell'udienza per stabilire la cauzione afferma che Parlanti era "stato condannato in Italia per gli stessi reati" (falsificazione che, se provata, sarebbe ancora più grave visto che Parlanti negli Usa era imputato per sequestro di persona, lesioni personali e stupro) e che non meritava perciò "la possibilità di rimanere libero su cauzione", quando in realtà non aveva nessun precedente penale.

I PROBLEMI DI SALUTE - Dopo il rientro in Italia, avvenuto il 15 febbraio 2012, Parlanti si sottopone a dettagliate indagini mediche che evidenziano la presenza di epatite C, di un'enfisema polmonare e di un grave deterioramento paradontale che coinvolge praticamente tutti i suoi denti in maniera molto grave. Le difficoltà si estendono anche sotto il profilo psicologico. Come scrive il dottor Massimo Nencioni, Parlanti è "affetto da 'Disturbo Post Traumatico da Stress cronico' conseguenza diretta della carcerazione negli Usa e delle cause che l'hanno determinata". "Appare evidente", continua il medico "che il paziente ha riportato un danno biologico permanente", ma anche un "danno morale" e uno "esistenziale".


Dio cè
MA NON SEI TU
Rilassati

Offline Achab

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Re:forse non è finita
« Risposta #3 il: Novembre 10, 2012, 17:09:18 pm »
un'aggressione su una convivente milanese nei tardi anni '80". Spiega Parlanti che una sua ex ragazza l'aveva in effetti accusato di violenza domestica ma anche che "in sede di udienza il reato di presunta violenza fu derubricato in quello di lesioni non gravi e quindi dichiarato improcedibile per mancanza di querela e l'ulteriore episodio che sarebbe avvenuto il 15/1/1989 fu dichiarato estinto per amnistia"

All'epoca evidentemente in sede di udienza avevi ancora qualche possibilità di trovare un giudice che valutava tranquillamente e freddamente i fatti e le prove e li confrontava con le norme penali vigenti in modo razionale.