Autore Topic: Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!  (Letto 64548 volte)

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Alberto86

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #61 il: Gennaio 19, 2014, 01:04:14 am »
FIRENZE, 18 GEN - Un imprenditore edile fiorentino di 55 anni si è sparato questa sera nella sua casa a Fiesole. Prima ha chiamato il 113 e ha annunciato le sue intenzioni. Secondo quanto appreso l'uomo avrebbe collegato il gesto estremo a problemi economici. Sul posto, avvertiti dalla polizia, sono intervenuti i carabinieri. L'uomo era solo in casa: la compagna e la figlia di 10 anni hanno scoperto quanto successo al loro rientro. In base a quanto appreso l'uomo era titolare di una ditta fallita anni fa.
http://www.ansa.it/web/notizie/regioni/toscana/2014/01/18/Annuncia-suicidio-113-poi-uccide_9923424.html

Offline ilmarmocchio

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #62 il: Febbraio 17, 2014, 21:15:46 pm »
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/economia/2014/02/17/Dopo-divorzio-va-crisi-standard-vita-_10089135.html


Con divorzio addio vecchi standard di vita
Indagine Demoskopea-Immobiliare.it, 610mila divorziati pagano ancora casa coniugale
17 febbraio, 12:20

Mutui: 610mila divorziati pagano ancora casa coniugale
Con divorzio addio vecchi standard di vita

 Un divorzio non è solo la fine di una famiglia ma è anche la fine di uno standard di vita. L'elemento economico più pesante è la perdita della casa coniugale per la quale spesso si sta ancora pagando il mutuo. In questa condizione si trovano 610.000 divorziati. La maggioranza, 362.000, sono uomini, le donne sono 248.000. Su cento donne separate il 18% paga ancora il mutuo, su 100 uomini separati lo paga il 28%. E' quanto risulta dall'indagine Demoskopea condotta per Immobiliare.it su un campione di 2,7 mln di divorziati.

Per i divorziati, l'anno economicamente più difficile è il primo anno dal divorzio quando più della metà dei separati (54,7%) sta ancora pagando il mutuo della casa. Fortunatamente dopo 5 anni la percentuale è crollata al 5,4%. Un altro aspetto negativo per i separati è la difficoltà di riuscire a trovare un secondo mutuo per l'acquisto di una nuova abitazione. Dopo la fine del matrimonio più della metà delle persone prova a chiedere un nuovo mutuo alle banche (46,2% del campione, equivalente a 1.248.000 persone), ma quasi la metà di loro si è visto negare la concessione. Il 42,2% dei divorziati denuncia una condizione economica peggiorata dopo la separazione, soprattutto durante il primo anno (45,3%) e proprio l'impossibilità di far fronte alle spese di una nuova casa spiegano come mai, nei primi dodici mesi successivi alla fine del matrimonio, il 57,8% dei separati dichiari di abitare ancora sotto il tetto coniugale. La condizione di separati in casa è equamente divisa fra uomini (51,5%) e donne (48,5%). Se in molti casi, quando la coppia scoppia, la soluzione abitativa preferita è quella dell'affitto di un'altra casa (26,6% dei separati da meno di un anno), è importante evidenziare come addirittura il 10,9% dei separati sia costretto a tornare a vivere nella casa dei propri genitori, dimostrando come la famiglia di origine sia, in caso di separazione, un'ancora di salvezza anche economica tanto per gli uomini quanto per le donne visto che, nell'uno come nell'altro caso la percentuale di quelli che tornano in casa coi genitori è identica.

Offline ilmarmocchio

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #63 il: Febbraio 22, 2014, 22:21:14 pm »

Offline Massimo

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #64 il: Febbraio 22, 2014, 22:54:30 pm »
Ed è per questo che adesso i desideri femminili vanno ignorati TUTTI, tutti quanti dal primo all'ultimo. Con la crisi economica in atto e, anzi, con il collasso sociale e della nostra economia oramai alle porte non c'è più spazio per un solo desiderio femminile. PRIMA si ridà lavoro, ovviamente con un contratto a tempo indeterminato, a milioni di maschi disoccupati e poi si potrà pensare a
soddisfare anche un SOLO desiderio femminile.

Offline Lucia

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #65 il: Febbraio 23, 2014, 13:16:13 pm »
infatti anche l'esatore delle tasse in quel link messo di marmocchio ha ignorato il desiderio della donna che lo pregava di non punire il suo marito che poi si è suicidato

Offline ilmarmocchio

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #66 il: Febbraio 23, 2014, 20:38:28 pm »
infatti anche l'esatore delle tasse in quel link messo di marmocchio ha ignorato il desiderio della donna che lo pregava di non punire il suo marito che poi si è suicidato

forse l'esattore era il classico tipo che " tiene famiglia " e che proprio per questo deve rigare dritto.
in ogni caso, la moglie difendeva anche la SUA posizione

Offline ilmarmocchio

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #67 il: Marzo 06, 2014, 19:06:53 pm »
http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2014/02/28/AQF5OrwB-coltellate_spezia_davanti.shtml

La Spezia - Atroce fine di un uomo di 48 anni residente a Riccò del Golfo. L’uomo, che soffriva di depressione, si è ucciso con tre coltellate al petto davanti ai suoi figli minorenni.

Si era cosparso di alcol e si era dato fuoco, ma la figlia maggiore era riuscita a dare l’allarme e a spegnere le fiamme con l’aiuto di alcuni vicini. Ma a quel punto l’uomo, pur agonizzante, è riuscito ad afferrare un coltello e a infliggersi il colpo di grazia tra lo strazio dei familiari.

L’uomo era caduto in depressione dopo avere perso il lavoro circa un anno fa alla fonderia di Follo.

Offline ilmarmocchio

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #68 il: Marzo 10, 2014, 14:33:37 pm »
http://www.tgcom24.mediaset.it/cronaca/sicilia/2014/notizia/tragedia-nel-messinese-operaio-di-56-anni-perde-il-lavoro-e-si-impicca_2031467.shtml

Tragedia nel Messinese, operaio di
 56 anni perde il lavoro e si impicca
In un biglietto l'uomo ha spiegato ai suoi cari i motivi del gesto: divorziato e senza impiego, era disperato

13:54 - Tragedia a Scaletta Zanclea, nel Messinese, dove un operaio 56enne si è tolto la vita: l'uomo era depresso dopo aver perso il lavoro alcuni mesi fa. E' stato trovato impiccato a un tubo di sostegno di un pergolato della sua abitazione in campagna. Trovato anche un biglietto nel quale il 56enne ha spiegato ai suoi cari i motivi del gesto e ha chiesto perdono alla famiglia.

Divorziato dalla moglie, da tempo era senza impiego e, agli amici, aveva più volte confidato la sua frustrazione e la sua rabbia verso una politica non in grado di risolvere il dramma della disoccupazione.

Nella lettera lasciata alla famiglia, l'operaio ha scritto di essere disperato e ha chiesto scusa per il dolore che, con questo estremo gesto, avrebbe procurato ai suoi cari.

A trovare il corpo è stato un amico del 56enne, preoccupatosi nel non vederlo arrivare al loro appuntamento

Alberto86

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #69 il: Marzo 12, 2014, 18:32:40 pm »
Aviano (Pordenone) - Galliano Moro, imprenditore di 69 anni titolare dell'azienda "Tgm" che opera nella componentistica per mobili, si è tolto la vita ieri all'interno di un capannone ad Aviano, in provincia di Pordenone.
E' stato il figlio a scoprire il cadavere dell'uomo. Il gesto tragico sarebbe legato a una situazione di difficoltà dovuta alla crisi economica. Sulla vicenda indagano i carabinieri, che hanno già escluso la responsabilità di terzi.
Moro aveva fondato la "Tgm" nel 1975, cominciando a produrre ante in legno su misura per cucina. L'imprenditore non ha lasciato alcun messaggio.
"Unindustria Pordenone e il suo presidente, Michelangelo Agrusti, si stringono attorno alla famiglia di Galliano Moro, solidali in questo momento di dolore straziante per una morte che, ancora una volta, colpisce un imprenditore travolto dall'insopportabile peso di una crisi che sempre più spesso, oltre al lavoro, toglie anche la dignità. Ancora un episodio che segnala con pesantezza la condizione di tante aziende medie e piccole". E' la nota di cordoglio diffusa dagli industriali pordenonesi.

http://www.today.it/citta/suicidio-aviano-galliano-moro.html





(Notizia totalmente assente sui soliti media disinformatori mainstream come l'ANSA).

Offline ilmarmocchio

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Offline Warlordmaniac

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #71 il: Settembre 11, 2014, 12:10:33 pm »
Con il Messaggio n. 6319 del 29 luglio, l’Inps  ha reso noto che “è stato ripristinato l’incentivo per l’assunzione di donne disoccupate da almeno sei mesi, di qualunque età e residenti in aree svantaggiate. L’incentivo era stato sospeso in via cautelativa in seguito al mancato rinnovo della Carta di aiuti a finalità regionale”.

Lo riporta una nota che spiega come: “il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, con una nota del 25 luglio 2014, ha chiarito che, poiché l’incentivo previsto dalle disposizioni citate costituisce un regime di aiuti in favore dei lavori svantaggiati, è possibile continuare a considerare utili ai fini della applicazione dell’incentivo le aree indicate nella Carta introdotta nel marzo 2008, fino all’adozione della nuova Carta”.

“La possibilità di riconoscere l’incentivo – conclude la nota – è ripristinata anche per le assunzioni, proroghe e trasformazioni effettuate dal primo luglio 2014: la procedura di elaborazione automatica dei moduli 92-2012 verrà aggiornata per ammettere le relative domande. L’esito negativo attribuito alle istanze con la motivazione del mancato rinnovo della Carta sarà annullato automaticamente”.


http://www.confesercentiservizi.com/inps-incentivo-per-assunzione-di-disoccupate

Alberto1986

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #72 il: Novembre 06, 2014, 20:22:58 pm »
Devastato dalla crisi 50enne ora dorme davanti al Comune: "Sto elemosinando un lavoro"

Quando lo incontriamo in Piazza della Scala, davanti al comune di Milano, Saverio Fornelli ci appare stanco, infreddolito, ma determinato a portare avanti la sua battaglia.
Cinquantuno anni, ex commerciante, Saverio è solo l'ultima vittima di una crisi che anche qui al nord continua a mordere senza pietà. In sciopero della fame da ormai più di venti giorni nel tentativo - finora vano - di catturare l'attenzione del sindaco Giuliano Pisapia, Fornelli non ha intenzione di mollare.
Proprietario di un bar ad Abbiategrasso, nell'hinterland milanese, è stato costretto a chiudere la propria attività a causa della crisi qualche mese fa; quindi ha lavorato come operatore ecologico addetto alla raccolta differenziata per una società privata, ma dopo poche settimane è stato lasciato a casa. Il tutto, ci racconta, rimettendoci anche i 700 euro che ha dovuto sborsare per aprire la partita Iva.
A casa, ha una moglie invalida e un figlio di quattordici anni che lo aspettano. Da più di tre settimane, però, Saverio ha scelto di protestare nella maniera più clamorosa: con lo sciopero della fame, portato avanti con caparbietà a due passi dal salotto buono di Milano, in piazza della Scala. Proprio sotto le finestre del sindaco Giuliano Pisapia.
"Io non elemosino denaro, ma solo la dignità di un posto di lavoro - racconta Saverio - ma dal palazzo non è sceso nessuno. In tanti giorni ho visto consiglieri comunali e assessori voltarsi dall'altra parte quando mi passavano davanti. Ormai sono qui da quasi un mese e la notte comincia a fare freddo. Mi accomodo con due coperte sui gradini d'ingresso del municipio."
"Ieri sono stato male, ho avuto un calo di pressione e i vigili di piantone hanno chiamato un'ambulanza. Solo a quel punto è sceso il presidente del consiglio comunale, Basilio Rizzo di Rifondazione Comunista, che si è limitato a dirmi che ci sono tanti italiani nella mia condizione. L'unico che si è fermato è stato il consigliere della Lega Nord Alessandro Morelli. E per fortuna ci sono anche alcuni semplici cittadini che vengono ad aiutarmi."
Ed è lo stesso Morelli a commentare, tra l'arrabbiato e l'amareggiato: "Mentre Renzi organizza cene da mille euro a persona qui, nel cuore di Milano, c'è un cittadino italiano che fa lo sciopero della fame per riacquistare la dignità di avere un lavoro, nella totale indifferenza del sindaco Pisapia e della sua giunta. Accogliamo centomila clandestini portati in Italia da Mare Nostrum, alloggiati negli alberghi a tre stelle, mentre gli italiani devono dormire sulle panchine di marmo di Piazza della Scala".
"Sono arrivato al punto di rimpiangere di essere italiano: mi sento come un figlio abbandonato dai genitori. Una volta guardavo ai politici come ad un padre, ma ora ho perso ogni fiducia nelle istituzioni". Sulla panchina che è ormi diventata la sua casa sventola un piccolo Tricolore, innalzato con orgoglio tra una borsa con le coperte e un pannello di cartone in cui racconta la propria storia.
Intorno, i passanti camminano veloci assorti nelle proprie occupazioni, mentre dal municipio i consiglieri entrano ed escono senza curarsi dell'ennesima vittima della crisi che, giura, è "pronta a sacrificare la vita" fino a che non otterrà ascolto. Alla fine, con l'aiuto di Morelli e di altri cittadini, riusciamo a convincere Saverio a lasciarsi offrire un caffè, per rompere almeno lo sciopero della sete. "A un certo punto ho pensato anche a quello, ma poi ho pensato a mio figlio e a mia moglie. Con il lavoro ti tolgono la dignità, e io per prima cosa devo pensare a loro."


http://www.ilgiornale.it/news/milano/imprenditore-sciopero-fame-palazzo-marino-pisapia-se-ne-1065539.html

Offline ilmarmocchio

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Re:Donne e crisi economica: ecco chi la paga realmente!
« Risposta #73 il: Febbraio 06, 2015, 09:39:39 am »
ecco invece la crisi vista dalle donne :

http://www.ilsecoloxix.it/p/la_spezia/2015/02/04/AR8nbwPD-spoglio_confessione_vivere.shtml

La Spezia - Perde il lavoro, si indebita per 25mila euro, e decide di spogliarsi su internet e diventare “Cam Girl”. E’ la storia che una donna sarzanese, sposata e madre di due bambini ha affidato a una lettera giunta in redazione. «Per vivere – scrive – divento una donne che si spoglia e si fa spogliare a pagamento davanti a un pc». Roberta (nome di fantasia), lancia un grido disperato, ma spiega di non aver trovato altra soluzione:

«Ho perso il lavoro, nessuno si degna di darmi una mano, forse perché non sembro in difficoltà, o forse perché per gli altri è più facile far finta di non vedere. Ma sono arrivata a questo punto perché non posso più pagare le bollette. Un anno fa avevo un buon lavoro in carriera, un buon stipendio, e nessun problema per chiedere un piccolo prestito. Interessi un po’ troppo alti poi mi hanno fatto cadere nell’errore di prenderne un secondo per estinguere il primo. Ma il mio ufficio ha chiuso, tutti a casa senza stipendio e liquidazione».

Il racconto prosegue e descrive una vita d’inferno. Roberta rischia di perdere «casa, mobili e non ultima la mia vita. Preciso che dal primo mese di disoccupazione il cambio del tenore di vita è drastico: casa salva per ora, ma via telefono fisso, via la seconda auto e la prima si usa solo per emergenze. Spesa solo ai discount e al mercato del giovedì, ma non sempre, niente pezzi pregiati per il guardaroba, sia lodato e-bay che te li fa vendere. Per fare la “Cam-girl” rinuncerò alla mia dignità, perché ho scoperto che ci sono cose più importanti a cui non si può rinunciare: il sorriso di tua figlia quando la porti a danza, il tuo pulcino che corre dietro al pallone». Roberta sostiene di essersi proposta per lavori di ogni tipo. «Ma nessuno a Sarzana mi ha considerato: “Figuriamoci se quella ha bisogno di lavorare”. Neanche come cameriera o per le pulizie. Non devo sembrare disperata perché neanche provarci a Spezia è servito. La mia faccia da signora mi frega prima del mio curriculum, che non presento per non perdere opportunità. Forse sono ipocrita perché invece di prendere una decisione drastica ho scelto il compromesso di farmi pagare per farmi guardare e desiderare invece di prostituirmi, credendo che questo tradimento sia più leggero di un altro. E’ meno grave che aprire le gambe?». Ma ecco il motivo principale per cui Roberta ha deciso di fare la Cam Girl: «Nessuno si è degnato di darmi una mano, di chiedere se avevo bisogno, di capire come facciamo ad andare avanti senza un lavoro. Potreste conoscermi, essere tra vostre amiche, fermarmi con voi sul sagrato di Santa Maria o in piazza Matteotti. Eccomi qua vestita da puttana e una bella mascherina girare video, sperando che nessuno mi riconosca, e caricarli on-line subito dopo mentre i bimbi sono a scuola».

Il sito che l’ha ingaggiata «ha mantenuto le promesse – conclude – provvigioni dirette su carta di credito, più ti mostri, più guadagni. Una doppia vita con biancheria da due soldi per nascondere i tagli dei cesarei che mio marito ha sempre accarezzato. Ormai è fatta e scrivo lettere anonime, come il mio profilo e il mio nickname da donna di strada, è l’ultimo sfogo alla mia dignità. Buona visione a tutti».