In rilievo > Osservatorio sulla Misandria e sul Male-bashing
Leggi misandriche, politiche ed iniziative anti-maschili in Svezia
Alberto86:
leggetevi questo articolo del 2010 sempre riguardante la femminista-misandrica Svezia
La Svezia contro le "quote rosa"
"Penalizzano le donne"
DAL 2003 LA LEGGE IMPONE EQUITÀ DI GENERE AL 50% ALL'UNIVERSITÀ
MA IN MOLTI CASI LE CANDIDATE MERITEVOLI SONO PIÙ NUMEROSE DEGLI UOMINI
BERLINO - Le quote rosa, cioè le pari opportunità garantite alle donne da un numero di posti a disposizione rigorosamente pari a quello degli uomini, possono essere dannose per la realizzazione dei diritti dell'altra metà del cielo anziché imporli o favorirli. Perché in alcuni rami accademici per professioni di grande impegno, in cui le donne qualificate sono più numerose degli uomini, a cominciare da Medicina e Psicologia, imporre una parità numerica 50 e 50 di fatto discrimina le donne brave e decise ma respinte perché in eccesso di numero rispetto alla parità assoluta o quasi richiesta dalla legge.
E' quel che sta succedendo nel paese ritenuto tra gli Stati assolutamente all'avanguardia nella realizzazione delle pari opportunità: la civile, modernissima Svezia. Nel grande regno del nord, le leggi sulla pari opportunità sono, dal 2003, particolarmente rigide. E adesso sono le donne a dire basta e a chiedere la loro abrogazione o sostanziale rettifica. Le autorità accademiche e, quel che ancor più conta, il ministro dell'Istruzione superiore Tobias Krantz, si sono lasciati convincere.
"Questo sistema in realtà finisce per discriminare le studentesse, per questo vogliamo abolirlo", ha detto il ministro al quotidiano liberale Dagens Nyheter, ripreso ieri dal quotidiano conservatore tedesco Die Welt. Spesso, il destino di ogni tentativo d'imporre l'eguaglianza o altre misure di giustizia dall'alto è quello di sortire effetti contrari o ben diversi da quelli desiderati. In generale, in Svezia la pari opportunità è realizzata molto meglio che altrove nell'Unione europea: nel Parlamento reale il 50 per cento dei legislatori sono donne, contro il 33 per cento in Germania e percentuali ancora minori in altri paesi. Ma l'ossessione delle norme del 2003 di compensare ogni squilibrio nella parità numerica assoluta tra maschi e femmine ha prodotto nelle università una situazione di discriminazione di fatto, che sta causando una crescente ondata di protesta proprio delle donne.
Il sistema d'istruzione superiore rischia così di sbattere la porta in faccia a donne capaci e motivate, invece che aiutarle. I casi sono numerosi: recentemente un tribunale di Stoccolma ha stabilito un indennizzo di circa 4500 euro a persona per 44 donne che avevano sporto causa contro il rifiuto di farle entrare all'università a causa del loro sesso. Secondo fonti ufficiali, nel 2009 circa 5400 studenti non hanno potuto iniziare i loro studi universitari a causa della legge sulle pari opportunità tra i sessi, quella del 2003 appunto. E il 95 per cento di questi 5400 sono donne.
(20 gennaio 2010)
Fonte: http://www.repubblica.it/esteri/2010/01/20/news/svezia_quote_rosa-2007736/
Praticamente donne che protestano sulle quote rosa non perchè sono sessiste verso l'uomo ma perchè non permettono alle capre
di accedere ai posti spettanti agli uomini(dato che bisogna rispettare le quote volute da loro) :doh:
Number10:
Per fortuna le donne svedesi le hanno umiliate: 0.40% dei voti, peggio del "Partito di Paperino" :rofl1:
Alberto86:
Assange ed il complotto delle donne.
La poliziotta che interrogò la donna "violentata" è sospettata di esserne l'amante.
FRANCESCO S. ALONZO
La vicenda di Wikileaks e del suo fondatore, Julian Assange, si arricchisce di un capitolo bizzarro, che potrebbe rivelarsi la soluzione al giallo delle accuse di violenza e molestie sessuali formulate contro di lui in Svezia. Dallo studio degli atti depositati in tribunale è emerso infatti che l’ispettrice di polizia che condusse il primo interrogatorio con una delle due donne che accusano Assange - Miss A - sarebbe una sua amica «particolare» e la denuncia fu praticamente formulata insieme. Scambi personali di saluti su Facebook dimostrano i rapporti tra l’ispettrice di polizia e la donna, una creola originaria di Cuba che si dice abbia anche operato nell'isola come agente segreto della Cia.
Inizialmente, secondo la stampa svedese, le due donne non intendevano denunciare Assange. Si erano rivolte alla polizia solo per sapere se c’era modo di costringerlo a sottoporsi al test dell’Hiv, dopo che aveva avuto con loro rapporti non protetti. Sarebbe stata la poliziotta a spiegare loro che per la legge svedese il rifiuto di usare il preservativo si configura come stupro e a trasmettere il caso alla procura. L’agente mostra chiari pregiudizi contro Assange: un paio di settimane fa tifò per l’avvocato delle due donne, scrivendo fra l’altro sulla sua pagina Facebook che era ora di «sgonfiare quel pallone gonfiato» ed esageratamente osannato di Julian Assange.
Il fondatore di Wikileaks e i suoi avvocati hanno ripetutamente accusato il sistema giudiziario svedese di parzialità, asserendo che è stata eliminata ogni possibilità di condurre un processo equanime. Il pubblico ministero avrebbe commesso errori di sostanza e di forma per portare a termine un complotto di chiara ispirazione politica in una nazione che viene definita «l’Arabia Saudita del femminismo». L’ispettrice di polizia e la donna erano entrate in contatto nell’aprile 2009, in occasione di un congresso socialdemocratico, ossia ben 16 mesi prima che venisse sporta denuncia contro Assange.
La stretta amicizia tra le due donne emerge anche dal contenuto dei testi scambiati sui rispettivi blog. Traspare sempre più la trama politico-femminista che sarebbe alla base delle accuse ad Assange. Si apprende, ad esempio, che a invitare l’australiano in Svezia era stata una delle due donne che poi lo avrebbero accusato di violenza. In un estratto del suo blog l’ispettrice di polizia riporta una dichiarazione dell’amica secondo la quale «sono gli uomini bianchi come Assange ad arrogarsi il diritto di decidere che cosa è o non è offensivo per le donne». E l’amica le risponde nel proprio blog: «Ciao! Grazie della nota. Come ripeto, è ignobile che uomini bianchi difendano sempre il loro diritto a usare parole offensive... Poi negano che proprio quelle parole facciano parte del sistema che mantiene il loro gruppo ai vertici delle strutture sociali».
Dunque, sebbene le due donne si frequentassero già da 16 mesi, l’ispettrice decise di condurre lei l’interrogatorio dell’amica omettendo, come sarebbe d’obbligo secondo la legge svedese, di dichiarare l’esistenza di un rapporto privato che ne viziava la validità. Resta adesso da vedere se questi elementi produrranno una ricusazione da parte della difesa del mandato di cattura internazionle emesso dal giudice svedese Maria Haeljebo Rosander sulla base dell’interrogatorio ora messo in discussione.
http://www3.lastampa.it/esteri/sezioni/articolo/lstp/393151/
cancellatow:
Non so se è stato già pubblicato, ma beccatevi questa chicca presa dall' E-book di Oscar Swartz
"A Brief History of Swedish Sex: How the Nation that Gave Us Free Love Redefined Rape and Declared War on Julian Assange":
http://swedishsexbook.com/2012/08/26/okejsex/
tradotto con google:
Una Campagna insegna che "sesso supplicato" è stupro
Una grande campagna di propaganda è stata avviata dalle autorità in giro per Stoccolma. Il contesto sono le cifre esplosive per i reati sessuali. L'obiettivo della campagna è quello di eliminare tutti gli abusi sessuali
Okejsex.nu (Okaysex.now) è organizzata da Operation Kvinnofrid (Operation Women’s Integrity), un organismo creato da una rete di undici amministrazioni ed enti pubblici, il cui comitato direttivo è composto da cinque donne (e nessun uomo). Il Gruppo di lavoro di Operation Women’s Integrity è costituito da altre sei donne (e nessun uomo).
La campagna è rivolta ai 15-30 anni. Le donne nel gruppo di lavoro per Okejsex.nu hanno commissionato ben noti fumettisti per creare poster con scene nella vita in cui i sessi si incontrano. La soluzione ai problemi del sesso è quello di insegnare ai ragazzi l'autocontrollo, poiché le ragazze in realtà non vogliono fare sesso molto spesso.
Un manifesto chiede "Conosci il sesso supplicato?". Essa mostra una ragazza e un ragazzo, seduti su un letto, quasi nudi, ad una festa con lattine di birra in giro.
Egli dice: "Ma dai! Abbiamo scherzato! Non essere così noiosa "La sua risposta:" NO! Io non voglio "Lui supplica:" Non ti piaccio più? Per favore, per favore ... non puoi essere un pò più gentile ... "
Un manifesto porta il titolo: "Conosci il drunk sex?" In un divano a una festa o un club un giovane uomo e donna seduti a un tavolo, a brindare con la birra. Lei pensa: "Che bel ragazzo ..." Lui pensa: "... lei è ubriaca abbastanza?"
Un manifesto ha il titolo: "Conosci un no che non è rimasto un no" Un uomogiovane incredibilmente carino si trova con una birra in mano, in una discoteca in un contesto di luci. Lui sembra molto di buon cuore e romantico. Inclina la testa verso di lei e dice con gli occhi chiusi: "Ma io lo voglio." Lei è un pilastro di ghiaccio con le braccia incrociate, e occhi spalancati e vigili, ma sprezzanti. La sua risposta: "NO!"
Nel prospetto principale della campagna una celebrità dei media dice cosa il sesso ok significa per lui: "Se lei vuole procedere veloce, posso andare avanti, ma le lascio impostare il ritmo."
La campagna ha pubblicato un libretto di 144 pagine con domande e risposte che hanno dato un messaggio che non può essere frainteso: Le ragazze devono sempre e solo pensare a se stessi. Proprio come i ragazzi: Essi dovrebbero pensare solo alla ragazza e alle sue emozioni e dei desideri e mai a se stessi. Le ragazze sono incoraggiate a indossare abiti provocanti, bere, flirtare, scherzare, unire i ragazzi al pub, coricarsi nel loro letto, eccitarli - ma all'ultimo secondo dire di no. Lei non si deve chiedere se questo è in realtà "sesso ok",per agire in tali modi, dal momento che è il suo diritto legale farlo.
Se qualcosa a sensazione non va bene, le ragazze vengono rassicurate che devono segnalare i loro fidanzati, o amanti alla polizia.
Gli attivisti, sottolineano che la definizione legale di stupro è più ampia rispetto a quello che la maggior parte delle persone crede, e che le ragazze dovrebbero effettivamente andare alla polizia dieci volte più spesso di oggi.
"Se il sesso è ottenuto attraverso la supplica (...) allora è stupro", dice l'esperto della campagna e psicoterapeuta Monica Mardell.
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Alberto86:
Sposto nel topic delle politiche anti-maschili svedesi
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