Autore Topic: A cosa mira il femminismo OGGI?  (Letto 11618 volte)

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Offline Ethans

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #15 il: Agosto 13, 2011, 00:33:48 am »
grandissima sintesi. anche se "sovraordinato" direi che è un eufemismo: diciamo che l'uomo è l'imputato (il cui giudizio non è richiesto, e se lo fosse varrebbe 0)  la donna giudice.

Le donne (il femminismo?) mirano al potere. Come se non l'avessero mai avuto.

Offline emilio

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #16 il: Agosto 21, 2011, 21:58:40 pm »
Bravo Ethans, qui stiamo continuando a parlare di femminismo"" laddove dovremmo invece parlare di "donne" tout court.

Offline krool

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #17 il: Agosto 21, 2011, 23:10:29 pm »
Bravo Ethans, qui stiamo continuando a parlare di femminismo"" laddove dovremmo invece parlare di "donne" tout court.
Va bè, non è che possiamo considerare tutte le donne come delle opportuniste misandriche quali sono le femministe.

Offline Fazer

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #18 il: Agosto 22, 2011, 10:59:21 am »
Va bè, non è che possiamo considerare tutte le donne come delle opportuniste misandriche quali sono le femministe.

Io ogni giorno vedo che l'occasione (la legge) fà la donna ladra, femminista o meno.
Sono convinto che tra coloro che hanno ingiustamente accusato, rubato, cacciato di casa, ridotto in miseria, le "militanti" sono assai poche...

Offline Ethans

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #19 il: Agosto 22, 2011, 12:40:00 pm »
Io ogni giorno vedo che l'occasione (la legge) fà la donna ladra, femminista o meno.
Sono convinto che tra coloro che hanno ingiustamente accusato, rubato, cacciato di casa, ridotto in miseria, le "militanti" sono assai poche...

Quoto su tutta la linea...

Offline yamamax

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #20 il: Agosto 26, 2011, 21:58:28 pm »
Il femminismo oggi vuole mirare solo ad ottenere più diritti sotto forma di privilegi, mira ad accaparrarsi potere a tutti i livelli per formare l' ennesima inutile casta di intoccabili. Tutto questo continuando a fare le vittime di non si sa più neanche cosa. L' unica cosa che ha ottenuto il femminismo è uno stato di caos sociale senza più identità e ruoli. Non finite in tribunale contro una donna ne uscirete a pezzi. L' uomo ha ormai questo dovere di fermare tutto ciò.

Offline Massimo

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #21 il: Agosto 26, 2011, 23:33:12 pm »
Benvenuto ad un altro risvegliato...con i fiocchi.

Offline Nemo90

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #22 il: Agosto 29, 2011, 02:55:54 am »
Dirò qualcosa che m'inimicherà tutto il forum.

Il femminismo oggi mira a sopravvivere nel XXI secolo.
Sta cercando di compiere la trasformazione da corrente di pensiero sessantottina, accademica, colta, "radical chic", fortemente ideologica, marxista, sinistroide, selettiva e settaria a largo e informe movimento demagogico, qualunquista, statalista, mediatico, basato sugli slogan, perennemente "indignato" per questa o quella causa, mai in grado di offrire un'ideologia propria. In poche parole, il femminismo - come pure tutta la sinistra - sta cercando di diventare il prossimo Berlusconi. A parte tutte le peculiarità del personaggio Silvio Berlusconi, il modello comunicativo che le sinistre (uso volutamente il plurale) vogliono proporci è esattamente lo stesso, anche se in salsa decisamente diversa.
Da molti indizi, prevedo che questa transizione non riuscirà.

Il primo fattore che mi porta a dubitare che i nostri figli parleranno di femminismo è puramente anagrafico: l'età media delle femministe è di 50, 55 anni e c'è chi già è in età pensionabile. E non ci sono nuove leve.

Il secondo fattore è la tangibile secchezza di idee: le femministe sono costrette a ripescare le opere delle loro antenate, a citare Carla Lonzi e a riproporne le idee come se fossero ancora attuali. O che lo siano mai state. Altrimenti, le femministe odierne ricorrono a slogan vuoti e privi di senso come "Metà di tutto", "Giù le mani dal corpo delle donne" o a strumenti demagogici e anti-meritocratici come le quote rosa. Naturalmente tutto ciò va bene se vuoi inebriare l'arrogante ragazzina dedita alle canne, ma un movimento privo di un'ideologia solida e attuale è morto prima di partire. E no, le cazzate stratosferiche di Umberto Veronesi non contano.

Il terzo fattore è che gli manca un leader. Avanti, chi è il leader de iure o de facto del femminismo? La pensatrice in capo? Non hanno una testa per pensare, né braccia e gambe per agire. Sono solo uno stomaco che rigurgita roba vecchia e marcescente.

Il quarto fattore è la presa di coscienza degli uomini. O meglio, lo sfaldarsi della cortina di pizzo. Sotto il peso degli scandali e dei casi di cronaca nera, e anche sotto l'effetto del risveglio maschile, l'ideale della donna quale creatura perfetta, quale Custode dell'Eden si sta incrinando.
Aiuta anche che, come dicevamo, il femminismo ha decisamente perso in qualità e gli sconfortanti articoli della Soffici e della Ravera offrono facili appigli per svergognare loro e l'intero movimento. Se addirittura Vittorio Sgarbi - non proprio un premio Pulitzer - riesce a scrivere un (ottimo) pezzo contro la misandria, è segno che c'è qualcosa che non va.
Una volta il femminismo era roba da università e da salotti bene, ora è roba da bar, da Donna Moderna e da salotto delle comari pettegolanti che poco vogliono capire e poco in effetti capiscono, che non hanno tempo per complicati discorsi filosofici, perché ciò toglie tempo a Uomini e donne.

In sostanza, il femminismo è destinato alla fine di tutti gli "-ismi", cioè di tutte le grandi ideologie autocoscienti: svanire come è svanito il XX secolo. Il femminismo è un reperto di un'altra epoca ora passata. È inesorabilmente ancorato al cadavere della sinistra, che debolmente esiste solo come ricettacolo dell'anti-berlusconismo, e tale esso stesso è. È una fievole lucina, una candela nel buio generazionale.

Merita inoltre attenzione il fatto che, man mano che la crisi interna peggiora, il femminismo si fa sempre più largo e con manie universalistiche. Una volta poteva ben permettersi di deridere tutti coloro che non fossero, contemporaneamente, donne nere, lesbiche e comuniste (Anne-Marie Fauret) e poteva apertamente chiamare per lo sterminio maschile (androcidio?). Robin Morgan ebbe a dichiarare: "Non ho la più pallida idea di che ruolo rivoluzionario possano ricoprire gli uomini bianchi eterosessuali. Ma di nuovo, in realtà ho problemi a concepire quale ruolo possano avere gli uomini in tutto ciò".
Adesso, ad ogni "Se non ora quando" è un appello agli uomini, che scendano in piazza con le donne per una società migliore per tutti, viva le donne, se le donne stanno bene stanno bene pure gli uomini ("Quel che è bene per la FIAT è bene per l'Italia"), forza uomini, scendete in piazza per le vostre donne, cooperiamo per un futuro migliore e tutti insieme appassionatamente. E quando gli uomini non rispondono, a parte i maschipentiti (ma loro non fanno testo), Lidia Ravera e Lorella Zanardo si sgolano dandoci dei cretini e inventandosi loro definizioni di "questione maschile": qualcuno potrebbe risponder loro che magari è un po' troppo chiedere, anzi pretendere che gli uomini s'intruppino nello stesso movimento che fino a qualche anno prima li chiamava "il sesso esausto" (Anna Finocchiaro) e pubblicava orribili campagne tipo quella di Donna Moderna con i due bambini e che non fa altro che attentare alla loro dignità.

Questo naturalmente nell'ottimistica ipotesi che le femministe non stiano già mostrando i segni dell'età con perdita di memoria storica, e nell'ancor più ottimistica ipotesi che abbiano una coerenza.

Offline Massimo

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #23 il: Agosto 29, 2011, 11:13:53 am »
E perchè dovrebbe inimicarti tutto il forum, Caro Nemo 90? Gran bel pezzo e gran bell'articolo il
tuo: se abbiamo sostenitori e scrittori come te, abbiamo la vittoria in tasca. E se il femminismo ha
validi critici come te, è già bell'e spacciato!

Offline beta

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #24 il: Agosto 29, 2011, 15:03:18 pm »
va bene nemo, le femministe militanti sono alla frutta.
tu prevedi che in breve tempo le leggi torneranno ad essere eque? prevedi che in breve tempo gli uomini riacquisteranno il loro valore?.
a mio parere no.
anche su tutta l'attivita femminista cessasse di colpo oggi, compresa quella mediatica..hai idea di quanto tempo ci vorrebbe per ripristinare il valore degli uomini?

Offline ilmarmocchio

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #25 il: Agosto 29, 2011, 16:09:51 pm »
L'analisi di Nemo90  è ottima e in gran parte condivisibile. Il problema, per me, è che il passaggio :


"Sta cercando di compiere la trasformazione da corrente di pensiero sessantottina, accademica, colta, "radical chic", fortemente ideologica, marxista, sinistroide, selettiva e settaria a largo e informe movimento demagogico, qualunquista, statalista, mediatico, basato sugli slogan"


non lo vedo affatto impossibile.
Anzi, sta già prendendo corpo, come dimostrano le non poche leggi apertamente sbilanciate sul lato femminile.
E' vero, le Ravera e le Soffici sono grottesche, arpie con argomentazioni debolissime.
Noi lo vediamo bene.
ma la gran massa della popolazione?
Il gran sostegno che tali "fikesekke" hanno da parte dell'apparato mediatico, non gioca un ruolo pesante ?
E sopratutto, ho sempre più il sospetto che quelle vecchie galline non siano altro che pedine utilizzate in un gioco ben più ampio.
Per questo, non vedo inversioni di tendenza a breve.
é la nostra società, o civiltà, occidentale che non va.
Fosse solo per la Ravera etc, saremmo a cavallo :(

Offline Animus

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #26 il: Agosto 29, 2011, 19:55:33 pm »
L'analisi di Nemo90  è ottima e in gran parte condivisibile. Il problema, per me, è che il passaggio :


"Sta cercando di compiere la trasformazione da corrente di pensiero sessantottina, accademica, colta, "radical chic", fortemente ideologica, marxista, sinistroide, selettiva e settaria a largo e informe movimento demagogico, qualunquista, statalista, mediatico, basato sugli slogan"


non lo vedo affatto impossibile.
Anzi, sta già prendendo corpo, come dimostrano le non poche leggi apertamente sbilanciate sul lato femminile.
E' vero, le Ravera e le Soffici sono grottesche, arpie con argomentazioni debolissime.
Noi lo vediamo bene.
ma la gran massa della popolazione?
Il gran sostegno che tali "fikesekke" hanno da parte dell'apparato mediatico, non gioca un ruolo pesante ?
E sopratutto, ho sempre più il sospetto che quelle vecchie galline non siano altro che pedine utilizzate in un gioco ben più ampio.
Per questo, non vedo inversioni di tendenza a breve.
é la nostra società, o civiltà, occidentale che non va.
Fosse solo per la Ravera etc, saremmo a cavallo :(

Quoto marmocchio.
Nemo è un utente brillante, ma non ha abbastanza background culturale (specifico sul tema) per avere una visione complessiva sul fenomeno.
Ovvero attribuire il fenomeno sociale del femminismo al '68 così come alla sinistra e al marxismo è una visione di parte e miope.
Senza offesa per Nemo, che come ho detto, è cmq brillante nei suoi post.

Del resto se già nell'800 e ancora prima si parlava di emancipazione femminile, significa che la sua genesi non sta nel marxismo e derivati...ovvio.

E' chiaro che anche tutta la parte scritta in Qmdt che attribuisce al femminismo (latu sensu) la stessa origine è quantomeno, fallata e faziosa, ovvero, sarebbe da riscrivere.

Forse, col tempo, se n'è reso conto lo stesso Rino:

"Se ne potessimo attribuire la causa al solo femminismo, saremmo a posto.
Ma giacché ha attecchito così facilmente è giustificato il sospetto peggiore, quello che qualcuno ha avanzato ... dolorosamente."

Anzi, sicuramente.

Animus
Ti sentirai più forte, un uomo vero, oh si , parlando della casa da comprare, eggià, e lei ti premierà, offrendosi con slancio.  L'avrai, l'avrai, con slancio e con amore … (Renato Zero)

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Offline beta

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #27 il: Agosto 29, 2011, 20:28:57 pm »
Quoto marmocchio.
Nemo è un utente brillante, ma non ha abbastanza background culturale (specifico sul tema) per avere una visione complessiva sul fenomeno.
Ovvero attribuire il fenomeno sociale del femminismo al '68 così come alla sinistra e al marxismo è una visione di parte e miope.
Senza offesa per Nemo, che come ho detto, è cmq brillante nei suoi post.

Del resto se già nell'800 e ancora prima si parlava di emancipazione femminile, significa che la sua genesi non sta nel marxismo e derivati...ovvio.

E' chiaro che anche tutta la parte scritta in Qmdt che attribuisce al femminismo (latu sensu) la stessa origine è quantomeno, fallata e faziosa, ovvero, sarebbe da riscrivere.

Forse, col tempo, se n'è reso conto lo stesso Rino:

"Se ne potessimo attribuire la causa al solo femminismo, saremmo a posto.
Ma giacché ha attecchito così facilmente è giustificato il sospetto peggiore, quello che qualcuno ha avanzato ... dolorosamente."

Anzi, sicuramente.

Animus

quoto

Offline yamamax

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #28 il: Agosto 29, 2011, 23:01:37 pm »
L' intervento di nemo lo trovo anch' io interessante, io non ho la sua dialettica (non aspiro al giornalismo lavoro solo con i numeri ) perciò senza andarmi  a spericolare troppo provo a dire quello che penso con il mio pragmatismo terra terra. Credo che l' emancipazione femminile abbia avuto in origine buone e sane intenzioni, poi con il passare dei decenni è stata enormemente strumentalizzata per fini politici e sociali, con i risultati che tutti abbiamo davanti. La maggior parte delle attuali attiviste sono li a starnazzare solo per la voglia di salire sul carro dei vincitori e molti dei loro discorsi sono ormai cotti e stracotti, il problema come già sollevato,  è che ancora queste persone godono di una risonanza mediatica notevole e riescono a sollevare dei polveroni con i loro sterili discorsi ancora incredibili. il fatto che non abbiano una leader fa si che tutte si sentano dei capi carismatici anche quando si parlano semplicemente addosso alla riunione del condomio o all' asilo dei figli. Credo che purtroppo ci sia ancora un bel pò di strada da fare per rientrare dal caos, cmq se stiamo assistendo all' inizio di un sano cambiamento.... ben venga.
Io chiaramente queste considerazione le esterno per la realtà che vivo io a quasi 50 anni e quindi rapportandomi quotidianamente con le rappresentanti dell' altro sesso coetanee.
A proposito giovani del forum ma a voi cosa capita di incontrare fra le giovani "leve" ?

Offline Nemo90

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Re: A cosa mira il femminismo OGGI?
« Risposta #29 il: Agosto 30, 2011, 00:57:52 am »
Chiedo scusa se non ho risposto prima, ma stavo leggendo l'opera di Rino Della Vecchia. Per la cronaca, l'ho trovato un libro illuminante: ho cominciato piuttosto titubante, ma già dalle prime pagine mi sono completamente immerso. Insomma, per farla breve alla fine ero tipo: "Come ho fatto a vivere vent'anni della mia vita senz'averlo mai letto?". Ottimo saggio, scorrevole e inappuntabile. (PS: Sbaglio o Della Vecchia è inattivo recentemente?)

A parte questa nota laterale, rispondo sul merito ad Animus - che ringrazio per l'immeritato "brillante".

Quoto marmocchio.
Nemo è un utente brillante, ma non ha abbastanza background culturale (specifico sul tema) per avere una visione complessiva sul fenomeno.
Ovvero attribuire il fenomeno sociale del femminismo al '68 così come alla sinistra e al marxismo è una visione di parte e miope.
Senza offesa per Nemo, che come ho detto, è cmq brillante nei suoi post.

Del resto se già nell'800 e ancora prima si parlava di emancipazione femminile, significa che la sua genesi non sta nel marxismo e derivati...ovvio.

E' chiaro che anche tutta la parte scritta in Qmdt che attribuisce al femminismo (latu sensu) la stessa origine è quantomeno, fallata e faziosa, ovvero, sarebbe da riscrivere.

Forse, col tempo, se n'è reso conto lo stesso Rino:

"Se ne potessimo attribuire la causa al solo femminismo, saremmo a posto.
Ma giacché ha attecchito così facilmente è giustificato il sospetto peggiore, quello che qualcuno ha avanzato ... dolorosamente."

Anzi, sicuramente.

Animus

Il femminismo, storicamente, è stato diviso in tre grandi correnti, o "ondate" (waves): la prima ondata (primi anni del XX secolo), la seconda ondata (dal Sessantotto fino ai primi Ottanta) e la terza ondata (che sarebbe quella che stiamo vivendo oggigiorno).

Si parlava di emancipazione femminile anche nel XIX secolo. Vero. Ma il femminismo ha indubbiamente assorbito alcune o gran parte delle proprie idee attuali nell'ambiente del movimentismo sessantottino, a livello mondiale: l'esasperata enfasi sull'uguaglianza a tutti i costi, gli elementi di revisionismo storico, l'eterno "stato intermedio" da cui si può andare avanti nella società perfetta o si può tornare indietro nell'inferno del Patriarcato/Stato Borghese che giustifica ogni sorta di misura, la società livellata e levigata per forza di legge, lo "psicoreato", la burocrazia bizantina opposta alla meritocrazia, il controllo dell'economia... questi capisaldi dell'ideologia femminista sono senza dubbio eredità provenienti dal suo periodo "rosso". Certamente le suffragettes non praticavano il lesbismo politico, o predicavano lo sterminio maschile.

Che il femminismo militante - quel che ne resta - sia di sinistra è un fatto che tutti possiamo osservare, limpidamente. Che il femminismo sia stato strettamente legato alle sinistre è storia: non erano certo la DC o il MSI a volere aborto e divorzio (per l'amor del cielo, facoltà sacrosante). Per definizione, la sinistra è progressista e la destra (o i moderati) conservatrice. Siccome il femminismo è progressista, per forza dev'essere di sinistra. È un sillogismo piuttosto inattacabile, per come la vedo io.

Interessante è il caso del femminismo americano, che invece ha forti legami con il movimento afroamericano (in genere, nei college si trovano accorpati gli Women's Studies e gli Afro-American Studies, i cui diplomi sono entrambi piuttosto poco fruttiferi nel mondo del lavoro): non a caso molte femministe statunitensi attribuivano la colpa di ogni disgrazia, dalla guerra all'unghie incarnita all'Old White Male; altresì, assai minore è stato l'influsso del comunismo, che comunque in America è da sempre tabù assoluto, specie in epoca di Guerra Fredda: infatti le femministe americane mostrano un approccio più "capitalistico" alla faccenda, mentre le nostrane credono di poter sovieticamente livellare tutto a colpi di decreti, strette poliziesche, leggi e "campagne di rieducazione".

Ancora diverso è il caso della Carfagna o di altri pseudo-moderati che, per ragioni puramente demagogiche ed elettorali, supportano a vario titolo misure pseudo-femministe.
Dicevo in un altro post sulla guerra in Libia, una delle vittorie del femminismo è stata quella di instillare l'idea che se una cosa è buona per le donne, allora è buona per tutti, a prescindere. Viceversa, ciò che è buono per gli uomini è male per tutti. Probabilmente, questo dogma sopravviverà al femminismo in sé, e molti altri speculeranno, in un modo o nell'altro, su di esso per ramazzare voti. Tanto più che le donne costituiscono ben metà del bacino elettorale. Se, poniamo, i ciechi costituissero metà del corpo elettorale, tutti i governi si produrrebbero in cospicue misure a favore dei non vedenti, anche solo per dargli l'effimera illusione dell'uguaglianza. Esempio pratico, le soldatesse.

Il femminismo militante, lo dico e lo ripeto, morirà di morte senile. Alcuni dei suoi slogan e dei suoi preconcetti potrebbero essere trasmessi alle prossime generazioni, alla Terza Repubblica.

Altro discorso è se le "conquiste" del femminismo siano irreversibili o meno.
La dico subito: credo di no. Perché dovrebbero esserlo? Cosa le rende eterne o radicate? Una causa esterna di forza maggiore, o anche un'evoluzione della società può cancellare le conquiste del passato.

A nulla servì la cultura di Ipazia quando fu aggredita dai monaci cristiani, e a nulla servirono le belle parole della rivoluzione francese quando Napoleone si proclamò imperatore. A nulla servì la parvenza di modernizzazione introdotta dai russi quando l'Afghanistan cadde preda dei mujaheddin prima e dei talebani dopo, e a nulla servirà l'illusione di democrazia imposta dagli americani quando questi scapperanno a gambe levate. (A questo proposito, consiglio la lettura di Mille splendidi soli di Hosseini, da introdurre nell'elenco dei maschipentiti: tutti, e dico tutti, i personaggi maschili - perfino il bambino Zalmai - sono presentati come difettivi e deprecabili, tranne il padre della protagonista Laila, maschiopentito ante litteram; viceversa, le donne sono tutte buone e brave, tranne quelle asservite alla cultura maschile come le mogli di Jalil)

Quale causa di forza maggiore potrebbe ribaltare le carte morali in tavola? La crisi. Che la società occidentale sia in caduta libera è lampante.
Appellarsi ad una "decrescita" è ingenuo: non si può regredire, tornare indietro, si può solo andare avanti. Ricordare i "bei tempi", il "si stava meglio quando si stava peggio" è inutile. Non torneremo mai agli anni '50, ficchiamocelo in testa. Guardiamo avanti: la società sta peggiorando (non regredendo) ad una velocità impressionante. Non scenderemo da dove siamo saliti, franeremo dall'altro versante della collina. Speriamo di poter approfittare di questo decadimento per spazzare via i nostri nemici.