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Prostitute,solo il 10% delle straniere sono ''schiave del sesso''...

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Salar de Uyuni:
http://jonathanx.altervista.org/leggenda/leggenda_frameset.html

Le Ricerche Scientifiche.


Gli studi scientifici finora fatti in Italia, che (tutti e concordemente) smentiscono Don Benzi, sono stati realizzati:

1) dal PARSEC, serissima organizzazione specializzata nella ricerca su tematiche sociali e in particolare su immigrazione e prostituzione.
Il Parsec è una delle più reputate istituzioni di ricerca specializzate nello studio del fenomeno della prostituzione e della tratta, anche in campo internazionale.
Nel 1996 il Parsec presentò alla Conferenza di Vienna sulle nuove schiavitù e sulla tratta, organizzata dalla Commissione Europea, uno studio appositamente commissionatogli, congiuntamente all'Università di Firenze, dall'Organizzazione Internazionale Migrazioni (che è un organismo dell'ONU).
Venuto a conoscenza di quella ricerca il Dipartimento delle Pari Opportunità del Governo Italiano commissionò allora al Parsec una ricerca approfondita sulla specifica situazione italiana.
La prima ricerca del Parsec risale quindi a molti anni fa ma, come vedremo, il Parsec ha poi continuato a monitorare la situazione e a rilasciare nuovi studi, che hanno confermato quei dati (anzi, riducendo le stime).
Così come altri studi indipendenti li hanno confermati.


Il risultato percentuale sulla stima di schiave, ovvero il 10% circa (1500-1800 su 15000-18000 allora stimate), era, fino ad ottobre 2002 riportato sul sito stesso del Dipartimento delle Pari Opportunità (http://www.palazzochigi.it/pariopportunita/cosa/tratta/tratta_schiave.htm).

Che il risultato di uno studio fatto da una reputata organizzazione su commissione di un dipartimento del Governo Italiano, e per anni riportato su un sito governativo ufficiale, venga sistematicamente ignorato perfino dai politici che discutono della questione è secondo me indice del bassissimo livello culturale medio con il quale la questione prostituzione viene solitamente affrontata.

Come potete vedere, QUEL LINK E' (DAL NOVEMBRE 2002) NON FUNZIONANTE in quanto il sito del Dipartimento Pari opportunita' era "in ristrutturazione", ristrutturazione che ha poi visto nel 2003 il sito "riemergere" come unica misera paginetta, senza alcuna informazione (tentomeno a beneficio delle prostitute schiavizzate ...) e ovviamente senza la pagina in questione. Una vera vergogna ... (vedi il mio commento in merito QUI).
Ma, PER I SOSPETTOSI CHE NON CI CREDESSERO ... ;-) ecco, salvata off-line sul mio sito, la pagina in questione: "LE NUOVE SCHIAVE").
(ovviamente ho disattivato i links e tolto le immagini; premere poi sul bottone "BACK" O "indietro" per tornare a questa pagina).

E' da notare che una successiva ricerca fatta dal Parsec (con stime per l'anno 1998 e pubblicata ne "I colori della notte" (F.Carchedi et al., FrancoAngeli editore, 2000) ha poi confermato ed anzi ridotto quella stima.
La cosa assolutamente incredibile è che secondo i dati forniti da Carchedi (op. cit., pag. 136) anche nella organizzazione dello stesso Don Benzi (Associazione Papa Giovanni XXIII) le prostitute che sono risultate vittime della tratta, come rilevato negli anni dal '94 al '97, ammontavano solo all'8-9%!!!
In altri termini: parrebbe che Don Benzi menta sapendo di mentire o, nella "migliore" delle ipotesi, che non conosca neppure i dati sulle prostitute assistite dalla sua stessa organizzazione.

Da notare che un centro specializzato come il Cestim ha giudicato lo studio del Parsec come metodologicamente non ancora superato, pur nella percezione epidermica che molti hanno che quei numeri siano sottostimati: "La ricerca del Parsec non è stata ancora né smentita né superata metodologicamente da altre ricerche sulle donne della prostituzione coatta." ( http://www.cestim.it/integra2/integr2_i1.htm ).
Infatti "il dato della tratta, particolarmente importante per programmare una politica di protezione per le vittime oltre che di contrasto ai trafficanti, è stimato da Parsec [Parsec 1998], in uno studio patrocinato dal Dipartimento delle pari opportunità e riconfermato sia da fonti giudiziarie che dai dati dei primi tre mesi del Numero verde nazionale, in circa un decimo del totale."
Tale studio, peraltro, è servito come base per un'analoga ricerca fatta nel Regno Unito nel 1998.

Non è finita: il Parsec ha continuato ad aggiornare le sue stime.

I dati più recenti, a livello nazionale, sono relativi al 2004-2005 e sono reperibili anche in rete, essendo riportati nell’introduzione ad un interessantissimo studio commissionato nel 2003 al Parsec dal Comune di Roma (studio che poi nello specifico analizza la situazione della Capitale ma che offre innanzitutto, e con notevole dettaglio su base regionale, l’inquadramento a livello nazionale, non solo come stime numeriche ma anche e soprattutto come evoluzione del problema).
Questo documento, diviso in tre parti, può essere scaricato dai seguenti link:
http://www.comune.roma.it/was/repository/ContentManagement/information/P2008058132/Parsec%201.pdf
http://www.comune.roma.it/was/repository/ContentManagement/information/P2008058132/Parsec%202.pdf
http://www.comune.roma.it/was/repository/ContentManagement/information/P2008058132/Parsec%203.pdf

Il risultato?
La percentuale di persone che esercita la prostituzione in maniera para-schiavistica (come indicato nel primo dei tre documenti PDF, Parsec 1.pdf, pag. 19), si aggira nel periodo 2004-2005 attorno al 7%-8% del totale della prostituzione adulta.
La percentuale arriva al 14% circa se si aggiungono i minori, considerati sempre e comunque come "schiavizzati".
Si noti, infatti, che la metodologia del Parsec considera i minori come comunque vittime di una condizione para-schiavistica, assunzione opportunamente prudenziale (anche se non da tutti condivisa, come fa fede addirittura una sentenza del 2006 del Tribunale del Riesame di Milano) ma che certamente tende ad alzare la percentuale stimata di “schiave”.

Vale la pena di far notare che stime dell'ordine di grandezza ricavato dal Parsec (10%) sono sempre più spesso citate come veritiere anche da persone ai massimi livelli nella lotta alla tratta.
E' il caso del prefetto Alessandro Pansa, vicecapo della Polizia di Stato e responsabile dell'immigrazione per il Ministero degli Interni, nonchè supervisore nazionale delle attività di lotta alla tratta (praticamente, la persona in più alto grado che si occupa della "schiavitù"), che in una puntata dell'ottobre 2006 di Matrix (trasmissione di Canale 5 condotta da Enrico Mentana) ha esplicitamente affermato che le ragazze costrette a prostituirsi mediante l'uso della violenza e della forza corrispondono a circa il 10% del totale (la puntata in questione, del 20 ottobre 2006, è scaricabile da http://www.matrix.mediaset.it/videogallery/2006/10/20/videogallery.shtml ).

Alla fine, non c'è che da concordare con l'affermazione del Cestim che "Non si può non rimanere colpiti dal fatto che questo dato del rapporto Parsec nel dibattito pubblico è quasi sempre poco considerato mentre è prevalsa, per ragioni che varrebbe la pena indagare, da fronti assolutamente opposti in tema di immigrazione, una visione che puntava a massimizzare i numeri della tratta, confondendoli regolarmente con quelli della prostituzione straniera ed immigrata. Volontà di presentare l'immigrazione come realtà criminale nella forma più odiosa della prostituzione coatta e voglia di pensare alle donne straniere della prostituzione di strada come tutte trafficate e quindi vittime vulnerabili e innocenti a cui dare aiuto, chiudendo una buona volta il dibattito imbarazzante che donne emancipate possano «scegliere» la prostituzione."


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2) un'altra ricerca è stata fatta nel 2000 dal CENSIS, il notissimo istituto di ricerca, che ha raggiunto una conclusione praticamente identica a quella del Parsec (solo il 10% circa di schiave) dopo aver intervistato decine e decine di operatori specializzati italiani.

E' interessante rilevare la reazione stizzita di Don Benzi a quei risultati che lo sbugiardano (4-5mila schiave su 50000 stimate dallo stesso Don Benzi): fino a qualche mese fa (2003) la si trovava sul sito della sua associazione (http://www.sempreapg23.org/00ott/00ott02.html), ma per qualche "misterioso" motivo quell'editoriale è sparito dal sito! Qualche "imbarazzo" nel mostrare quelle cifre? Niente paura (;-): ne potete vedere le parti salienti qui, da me a suo tempo salvate in locale (pulsante Back per tornare qui): DA UN EDITORIALE DI DON BENZI "MISTERIOSAMENTE" SCOMPARSO ...).
Particolarmente significativa l'ammissione che lo studio del Censis si basa su UN CENTINAIO DI OPERATORI interpellati dall'istituto!
Un centinaio di operatori specializzati che smentiscono Don Benzi, se qualcuno aveva ancora dei dubbi ...
Il rapporto del Censis (reperibile fino a poco tempo fa sul sito dell'istituto, http://www.censis.it, ora purtroppo non ne rimane che la scheda con l’indice: http://www.censis.it/277/279/29/483/1414/schedapubblicazione.asp) non nasconde le condizioni di sfruttamento nelle quali molte donne si trovano, ma fa certamente giustizia dell'affermazione di Don Benzi che "nessuna donna diventa prostituta per scelta": la realtà è, invece, che questa è proprio una scelta consapevole, per la stragrande maggioranza di loro (anche se molte si trovano poi di fronte ad una realtà molto meno rosea di quella che speravano).

Detto in altri termini: anche il Censis, sintetizzando le opinioni di cento operatori, conferma che la grande maggioranza delle prostitute straniere lo fa per scelta, ovvero non è schiava (anche quando è maltrattata, non la si considera schiava se comunque continua a farlo senza esserne obbligata, ovvero sceglie coscientemente di continuare a fare la prostituta pur in una situazione non ottimale e non di piena autonomia).
Perciò l'obiettivo di un paese civile dovrebbe essere quello di metterle nelle migliori condizioni per operare quella scelta, che peraltro le leggi attuali considerano pienamente legittima, combattendo lo schiavismo e non la prostituzione in sè.

E' comunque doveroso fare una considerazione "pessimistica", che tiene in considerazione le incertezze nelle stime numeriche sulla prostituzione in Italia: se la stima di 5000 schiave viene riferita non alle 50.000 ricordate da Don Benzi, ma alla stima di circa 25.000 prostitute straniere stimate dal CENSIS nelle sue ricerche di questi anni, la percentuale di schiave sul totale aumenta al 20%.
Siamo comunque ancora lontanissimi dalla "totalità" spacciata da Don Benzi come la verità.


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3) Dalla FONDAZIONE CESAR, che in un suo studio del 2002 sulla prostituzione valuta la percentuale di schiave attorno al 15% (vedi http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=19449).

Non conosco i dettagli di questa recente indagine ma vedo che, ancora una volta, ritorna praticamente lo stesso valore, molto ridotto, per la quota di prostitute coatte.
Anche su questo studio, però, c'è da fare una considerazione simile a quella fatta per il CENSIS: se la percentuale del 15% si riferisse al totale delle prostitute stimate (70.000, delle quali oltre 20.000 straniere), il loro numero sarebbe di 10.000 circa.
Se, come viene generalmente ritenuto, la prostituzione schiavizzata riguarda solo le prostitute straniere, allora la percentuale di schiave tra le prostitute straniere sarebbe quasi del 50% (10.000 su oltre 20.000).
Un valore molto alto ma certamente NON in accordo, comunque, con l'affermazione che "tutte" sono schiave.
C'è anche da dire che occorrerebbe qui sapere quale è la definizione di "schiavitù" che è stata usata, ovvero come si considerano quelle prostitute che, pur volontarie, si trovano nella pratica necessità di appoggiarsi a sfruttatori (a volte violenti) per poter esercitare (per esempio, per avere visti di ingresso, alloggio, trasporto, ecc.): è quell'area intermedia tra schiavitù e volontarietà definita dalla ricerca del Parsec, che se inclusa nella definizione di "schiavitù" fa inevitabilmente aumentare la stima.
Comunque la si veda, anche questo studio nega che le schiave siano la totalità o anche solo la maggioranza.


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4) Dall'Università di Trento, che nel suo studio del 2002 (MON-EU-TRAF, 2002) commissionatole dalla Unione Europea ha stimato "almeno 2500 donne l'anno trafficate dalle organizzazioni criminali", come citato in http://web.vita.it/articolo/index.php3?NEWSID=23390.

Lo studio indicato in quella pagina era disponibile (e poi vedremo la probabile ragione per cui era disponibile ...) sul sito di Transcrime dell'Università di Trento, alla pagina http://www.transcrime.unitn.it/aree/progetti.dhtml?id=12#p9, in quattro parti scaricabili in formato PDF.
Il dato citato lo si trovava nel "Rapporto Finale - Parte 1", pag.10 ("Estimates") ed era dettagliato nella Sezione 9 (pag.50): il valore medio annuo di prostitute trafficate, per gli anni 1999 e 2000, era stimato da un minimo di 2640 ad un massimo di 5280.
A questo punto il calcolo è presto fatto: se si prende per buona la solita stima di circa 25-28mila prostitute straniere (valore che costituisce il dato comunemente accettato per gli anni dal 2000 circa ad oggi, vedi per es. le stime CENSIS), il numero medio stimato di schiave porta a una percentuale dal 10% al 20% circa di schiave sul totale delle prostitute presenti.
In perfetto accordo con le stime precedenti.
Ed è da notare che, in questo caso, la metodologia è diversa da quelle delle ricerche Parsec e CENSIS, essendo basata su estrapolazioni applicate a dati ufficiali del Ministero dell'Interno.

Attenzione, però! All’Università di Trento o, meglio, a Transcrime è recentemente (2004-2005) accaduto qualcosa di “strano” …
E questo rende probabilmente conto anche del fatto che quel rapporto MON-EU-TRAF del 2002, guarda caso ... non si trova più nel sito!
Per saperne di più su quella che io ritengo una vicenda poco edificante, preoccupante e indicativa (come al solito) della truffaldinità di certi ambienti, e per sapere il motivo per cui giustificatamente ritengo questa nuova "ricerca" del 2005 del tutto fuorviante e per nulla degna di essere considerata (almeno rispetto al tema "quante sono le schiave?", per il resto la ricerca può anche essere dignitosa) si veda questa pagina: "Il caso Transcrime: la nuova fabbrica cattolica del falso?"


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Tutti questi risultati che, ripeto, sono frutto di STUDI SCIENTIFICI DA PARTE DI ISTITUTI SPECIALIZZATI, vengono regolarmente e colpevolmente IGNORATI da parte non solo di chi, come Don Benzi, parla e si muove sulla base di pregiudizi moralistici volti ad abolire la prostituzione tout-court, ma anche da politici e giornalisti (e perfino da certe portavoce delle prostitute italiane, che a volte parlano con troppa superficialità e ambiguità dello stato di costrizione delle prostitute straniere e non specificano a sufficienza che comunque la molla che le spinge a prostituirsi è quasi sempre volontaria).

E' comprensibile ed opportuna la prudenza sui numeri, in un campo con tanti lati oscuri come quello della prostituzione straniera, ed anche la prudenza nel valutare quei dati e il non voler accettare senza verifiche dei valori numerici che a prima vista potrebbero apparire sottostimati.
La stessa ricerca del Parsec sottolinea che i valori trovati devono essere intesi come indicativi della dimensione del fenomeno e non pretendono di registrarlo con la massima esattezza.
Non c'è dubbio che quando si parla di stime statistiche in settori dove il "sommerso" è la norma, occorre essere estremamente prudenti.
Tuttavia, dopo QUATTRO studi indipendenti praticamente concordanti, si può ora discutere sul 20 o sul 40 per cento, non certo continuare a dare credito alle affermazioni di chi vuole far credere che la stragrande maggioranza o la totalità delle prostitute straniere sia schiava.
E c'è da rilevare che, invece, in quanto a "prudenza sui numeri" il "partito di Don Benzi" non ne mostra alcuna: continua ad affermare che "tutte sono schiave", in disprezzo di tutti gli studi fatti.

A questo punto è chiaro che se l'80-90% (o, volendo essere pessimisti e considerare un possibile margine di errore in quelle ricerche, fosse pure "solo" il 60-70% ...) delle prostitute è VOLONTARIA e NON SCHIAVA (magari in condizione di sudditanza psicologica verso il fidanzato- protettore, ma non schiava; in molti casi ignobilmente maltrattata, ma comunque non costretta a fare una attività che altrimenti non avrebbe scelto), l'approccio alla regolamentazione non può in alcun modo basarsi su assunti errati e orientarsi ad una attività di repressione generalizzata (tantomeno di repressione dei clienti) e di negazione di una scelta che è invece tale nella grande maggioranza dei casi.
Questo non vuol dire affatto che il problema della schiavitù e dello sfruttamento violento debba essere sottovalutato e che quelle comunque migliaia di prostitute schiave e quelle che subiscono violenze non debbano essere aiutate, come già oggi peraltro accade con gli efficaci interventi delle forze dell'ordine.
Ma fare di tutta l'erba un fascio è inaccettabile, come lo sarebbe affermare che "il sesso è violenza" solo perchè esistono frequenti episodi di violenza sessuale.
Proposte come quelle che pochi anni fa fece Giuliano Amato ("puniamo i clienti perchè sono oggettivamente complici del racket") si rivelano non solo bigotte ma assolutamente assurde sulla base degli studi fatti finora.

Non c'è dubbio: i risultati delle ricerche fatte sono "sorprendenti" se li si considera alla luce delle affermazioni che ogni giorno si leggono o si ascoltano sui media.
Come risponde Don Benzi a quei risultati? E come rispondono tutti coloro che la pensano come lui?

Vediamolo ...

gli argomenti di Don Oreste Benzi
http://jonathanx.altervista.org/leggenda/leggenda_frameset.html

Salar de Uyuni:
http://jonathanx.altervista.org/leggenda/leggenda_frameset.html
La mia esperienza personale.



Una opportuna ed onesta precisazione:
il sottoscritto, cittadino assolutamente ed oggettivamente integerrimo, appartiene anche alla categoria dei "clienti di prostitute", categoria (che si dice contare di ben nove milioni di cittadini italiani, praticamente in una famiglia su due ce ne sarebbe uno) sulla quale si sentono continuamente sciocchezze abissali e pregiudizi di vergognosa ignoranza.

Quello dei "clienti" non è argomento da affrontare in questa sede, sottolineo qui solo il fatto che anche la mia personale esperienza con prostitute straniere in Italia conferma appieno che ciò che Don Benzi afferma non è affatto credibile.

Qualcuno potrebbe dirmi che mi oppongo alle opinioni di Don Benzi perchè, essendo un cliente, cerco di costruirmi un ALIBI MORALE che serva a tacitare la mia coscienza di "utilizzatore di schiave".
Non è così: io ho una formazione scientifica e sono abituato a dare molto più valore alle ricerche serie che non alle opinioni di un singolo (per di più, nel caso di Don Benzi, ideologicamente orientato a sfavore dell'obiettività).
E, tra l'altro, inizialmente non andavo con prostitute straniere di strada e allora avrei potuto anche credere alla "leggenda": è stato quando ho cominciato, con molti dubbi, a frequentarle che mi sono reso personalmente conto che le cose non potevano stare come Don Benzi diceva.

Da parte mia NON C'È ALCUNA VOLONTÀ DI CHIUDERE GLI OCCHI DI FRONTE AL FENOMENO DELLA TRATTA, che so esistere e che mi ripugna profondamente: ma non posso più credere che sia l'aspetto fondamentale nel mondo della prostituzione, neppure per quella straniera.
Non lo è nei paesi dove ci sono regolamentazioni serie e, nonostante le carenze legislative, non lo è neppure in Italia.

Del resto, se credessimo alla "leggenda" di Don Benzi dovremmo concludere che esiste un ben strano fenomeno:
in Olanda, Germania, Belgio, Spagna, Grecia, Repubblica Ceca e tanti altri paesi arrivano moltissime prostitute straniere volontarie, visto che nessuno (tranne Don Benzi, guarda caso ...) si sogna di dire che in quei paesi c'è la schiavitù GENERALIZZATA delle prostitute straniere;
in Italia e solo in Italia, invece, le prostitute volontarie non ci vorrebbero assolutamente venire, occorrerebbe portarcele "a forza"!

Per inciso: Don Benzi, dopo la recente piena legalizzazione della prostituzione in quel paese ha avuto il coraggio di mettere nel suo mirino ... l'Olanda!, cominciando a raccontare autentiche frottole sulla situazione olandese per mettere in cattiva luce il paese più avanzato dal punto di vista della regolamentazione, che smentisce nei fatti le sue idee bigotte.
Sono panzane che chiunque conosca la situazione olandese sa essere tali.
Purtroppo la maggior parte di coloro che in Italia pontificano sulla prostituzione non conoscono neppure la situazione italiana, figuriamoci quella degli altri paesi ...

Se sommo ai risultati delle indagini sociologiche le mie personali esperienze, NON POSSO ASSOLUTAMENTE CREDERE A DON BENZI.

Infatti la mia PERSONALISSIMA ESPERIENZA di conversazioni con le prostitute straniere in Italia (generalmente dell'Est Europa, non vado con prostitute di colore e dico subito che non pretendo che la mia esperienza sia significativa per quello che riguarda le nigeriane), oltre all'osservazione delle loro oggettive condizioni di lavoro, conferma in pieno che LA PERCENTUALE DI SCHIAVE DEBBA ESSERE BASSISSIMA.

E non ho visto differenze nelle dichiarate aspirazioni individuali e nei comportamenti, se non quelli imposti dalle diverse regolamentazioni, tra le prostitute slave negli Eros Center tedeschi e quelle in Italia che stanno in strada (qui in molti casi, in realtà, il rapporto avviene poi in appartamento; io stesso non pratico il "sesso in auto" con prostitute ma vado solo con quelle che pur contattate in strada poi ti portano in appartamento).

Per chi ha avuto l'occasione di parlare più volte con queste ragazze è francamente difficile credere all'immagine generalizzata della prostituta schiavizzata, stressata, forzata a prostituirsi e senza alcuna autonomia di vita: è del tutto chiaro, invece, che il più delle volte le cose non stanno in questi termini.

Queste straniere sono ragazze che quando ti parlano spontaneamente di loro (e lo fanno più spesso di quanto non si crederebbe, se le si tratta gentilmente) ti parlano di vacanze, di vestiti, dell'essere in procinto di acquistare un'auto, di tornare qualche mese dalla famiglia in patria per poi ritornare in Italia, di essere ingrassate, di razzismo, dell'essere preoccupate della possibilità di essere mandate via, ecc.
Ragazze che nei loro appartamenti spesso tengono un gatto o un canarino, non un magnaccia con la spranga ed il coltello ...

Ovviamente non si può fare di tutta un'erba un fascio neppure nel senso opposto: una ragazza ungherese mi sottolineava la differenza tra di lei e certe prostitute albanesi spesso trattate malissimo dai loro "protettori" (e, in effetti, le pochissime ragazze evidentemente tese e stressate che ricordo, non più di tre o quattro su un centinaio che avrò conosciuto negli anni, erano quasi tutte albanesi).

Come risulta anche dalle ricerche del Parsec, c'è tutta un'area di parziale e sfumata costrizione e riduzione di autonomia, che sta tra il volontariato totale e la schiavitù totale (quest'ultima percentualmente ridottissima).

Probabilmente le prostitute di colore (che non frequento) stanno peggio delle ragazze venute dall'Est, ma le prostitute di colore sono comunque solo una parte delle straniere in Italia (lo stesso Don Benzi parla del 22% di africane, vedi per esempio http://www.infovr.it/infoverona/fatti01d/01b09num.htm, altri danno stime più alte) e non possono perciò spostare più di tanto i termini generali della questione, che sono invece indicati dalle percentuali trovate dalle ricerche specialistiche citate (che considerano la totalità delle prostitute, di ogni etnia).


 

 

   

Salar de Uyuni:
http://jonathanx.altervista.org/leggenda/leggenda_frameset.html

Informazioni che vale la pena di conoscere: come "lavora" Don Benzi.


Se a qualcuno capita di leggere il già citato e serissimo "I colori della notte", che non è certo un libro che nasconde l'esistenza dello schiavismo (non solo, in alcuni capitoli è decisamente orientato verso posizioni addirittura proibizioniste ...), non si perda la descrizione (pag. 186 e seguenti) di come "lavora" l'Associazione "Papa Giovanni XXIII", ovvero l'associazione fondata da Don Benzi.

Scoprirà allora che:

Don Benzi ha "successo", tra le prostitute di strada, solo tra quelle che appartengono ai gruppi etnici meno acculturati (nigeriane) e apparentemente effettivamente più "schiavizzati" (nigeriane ed albanesi).
Tra le ragazze in possesso di maggiori strumenti culturali, come quelle dell'Europa dell'Est, il successo è pressoché nullo, per non parlare delle prostitute austriache (mi chiedo solo se lo abbiano mandato a quel paese in tedesco o in italiano ...).
E, sottolineo, stiamo parlando sempre di prostitute di strada.


Stando alle statistiche riportate, nel periodo 1994-1996 le ragazze che Don Benzi ha convinto a lasciare la strada, offrendo loro una sistemazione alternativa, sono solo 350 su 2000, ovvero meno del 20%.
E questo nonostante la sua associazione si orienti soprattutto verso i gruppi etnici di prostitute dove la percentuale di schiave sembra essere maggiore.
Non sembra proprio, da queste cifre, di vedere una "totalità di schiave" pronte ad uscire dalla prostituzione se gli se ne offre la possibilità, bensì una stragrande maggioranza di volontarie che sostanzialmente vogliono continuare quella attività.
Perchè se volessero veramente uscirne ne avrebbero l'opportunità anche legislativa, oltre agli strumenti culturali personali per farlo.

Faccio un inciso, senza soffermarmici più di tanto, sulla ridicola affermazione che parla di decine di migliaia di prostitute straniere ricattate singolarmente con minacce alle famiglie: neppure la mafia siciliana riesce a ricattare singolarmente decine di migliaia di famiglie (non avendone peraltro la necessità), ma ha forza solo per una complessiva situazione ambientale di induzione in soggezione, un purtroppo storicamente consolidato controllo del territorio siciliano che il racket della prostituzione non ha affatto nè in Italia in generale nè nei loro paesi di origine.

Una ragazza che lo vuole veramente, ha anche in Italia moltissime possibilità di uscire dal giro: il Numero verde contro la Tratta, i frequenti contatti con la Polizia e gli operatori di strada, con i clienti stessi, nonché leggi che le consentono di ottenere il permesso di soggiorno e l'inserimento nel mondo del lavoro cosiddetto "onesto" ...
Il fatto è che di solito non vogliono uscire dal giro, perfino quando non hanno totale autonomia di scelta, soprattutto per ovvii motivi economici ...


Le ragazze "tolte dalla strada" dall'associazione di Don Benzi sono inserite in maggior parte in famiglie di orientamento cattolico, come collaboratrici domestiche, e in misura minore in altre realtà lavorative ma sempre con un permanente rapporto con l'associazione Papa Giovanni XXIII.
A questo punto è assolutamente ovvia una cosa: una ragazza che decida di usufruire dell'opportunità di trovare un diverso lavoro attraverso l'associazione di Don Benzi sarà assolutamente indotta a mentire dicendo che "era stata costretta a prostituirsi", anche se in realtà la prostituzione l'aveva scelta lei, anche se è venuta in Italia sapendo benissimo che sarebbe andata a "battere".

Qualcuno pensa ragionevolmente che una ragazza che va a fare la colf, soprattutto in una famiglia di ambiente cattolico e su presentazione dell'Associazione Papa Giovanni XIII, possa ammettere davanti ai suoi nuovi datori di lavoro che lei era venuta in Italia a "farsi scopare per soldi"?
Ovviamente dirà sempre che era stata ingannata, che era venuta in Italia con la promessa di un lavoro onesto, che è stata costretta a prostituirsi, ecc. ecc., anche quando questo non è vero.
Forse Don Benzi non se ne rende conto, ma è intellettualmente prigioniero del modello bigotto di approccio alla prostituzione che lui stesso ha creato: le prostitute che lui assiste tenderanno a dire quello che fa piacere a Don Benzi ed alla sua morale cattolica, ovvero che erano schiave, anche quando questo non è vero.
Vale la pena di notare che una delle affermazioni che Don Benzi fa spesso, ovvero che le ragazze schiave possono non dire di essere schiavizzate per paura di ritorsioni, è esattamente controbilanciata dal fatto (solitamente rilevato dagli operatori più accorti ed obiettivi) che ragazze volontarie possono all'opposto essere indotte a dire, mentendo, che erano costrette a prostituirsi (quando invece lo facevano volontariamente), per vergogna, desiderio di presentarsi in società in modo "moralmente più accettabile", compiacere chi offre loro un'alternativa di vita e sostiene posizioni proibizioniste e, tutt'altro che ultima, la possibilità di ottenere il permesso di soggiorno per motivi di protezione sociale.


 

 

   

Ethans:
Ottima testimonianza Salar, utilissima tra le altre cose...

Salar de Uyuni:
Io più che di ''schiave del sesso'',parlerei più correttamente di ''schiavi del sesso'',in senso invertito fra le categorie ''clienti-prostitute''...

''Signorina lei mi sfrutta...ma non lo vede che con le sue chiappe al vento  mi ha reso uno SCHIAVO DEL SESSO?''

''Siamo tutte puttane'',dicono le femministe...

''Va bene,va bene,io non ho mai detto nulla in contrario...'''

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