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Europei per nascita, persiani per Dna

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L'uomo europeo ha origini mediorientali. Infatti, secondo una ricerca guidata dall'Università di Leicester (Gb) e pubblicata su PLoS Biology, la maggior parte dei maschi del Vecchio Continente discenderebbe dai primi agricoltori emigrati dalla cosidetta "Mezzaluna fertile" circa 10.000 anni fa. La prova starebbe nel cromosoma Y.

Lo studio, cui hanno preso parte anche le università di Ferrara e Pavia, si è basato sulla diversità genetica degli europei moderni e getta nuova luce sul fenomeno dell'espansione agricola durante il Neolitico, da molti ritenuto il progresso culturale più importante della storia dell'essere umano moderno, per aver portato allo sviluppo delle società sedentarie.

Da anni la comunita scientifica cerca di capire come l'agricoltura si sia diffusa dall'Oriente all'Occidente. Due le ipotesi: attraverso le migrazioni degli agricoltori, o grazie al trasferimento di idee e tecnologie alle popolazioni di cacciatori-raccoglitori indigene. Per chiarire la questione, i ricercatori hanno studiato il Dna di 2.574 uomini, ripercorrendo la storia a ritroso attraverso il cromosoma Y, che si trasmette da padre a figlio. E i risultati mostrano che più dell'80 per cento di questi cromosomi in Europa deriva dalle antiche popolazioni di agricoltori giunte dal Vicino Oriente, una regione che si estende dall'Egitto all'Iraq moderni.

La ricerca ha preso in considerazione soprattutto un gruppo di geni presenti sul cromosoma maschile, l'aplogruppo R1b1b2, che si trasmette solitamente tutto insieme, senza passare cioè attraverso il fenomeno di della ricombinazione genetica. "L'aplogruppo R1b1b2 è il lignaggio più comune del cromosoma Y in Europa: è condiviso da circa 110 milioni di uomini e la sua frequenza aumenta man mano che si va da sud-est a nord-ovest, raggiungendo quasi il 100 per cento in Irlanda", ha spiegato Mark Jobling, coautore dello studio: "Abbiamo studiato la distribuzione del lignaggio, il suo andamento nelle differenti zone d'Europa e la sua antichità e i risultati indicano che si diffuse insieme all'agricoltura importata dal Vicino Oriente".

La scoperta prospetta anche un interessante incrocio di etnie che meriterebbe, secondo i ricercatori, un'indagine genetica approfondita. Studi separati sul Dna mitocondriale, che passa quasi invariato da madre a figlia, hanno infatti rivelato che le donne discendono per la maggior parte dai cacciatori-raccoglitori che dominarono l'Europa del Sud dopo l'Era Glaciale. "Questi dati fanno pensare a un vantaggio riproduttivo degli uomini agricoltori sui cacciatori-raccoglitori indigeni durante il passaggio dalla caccia e la raccolta all'agricoltura", ha commentato la dottoressa Patricia Balaresque, autrice principale dello studio: "Forse allora il maschio agricoltore era considerato molto più sexy". (a.o.

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I primi contadini europei venivano dall’Oriente

“Abbiamo finalmente risolto il mistero di chi sia stato il primo contadino in Europa: invasori con idee rivoluzionarie dal Medio Oriente, e non popolazioni locali”. Le parole sono di Wolfang Haak, membro di un gruppo internazionale di  ricerca guidato da Alan Cooper, direttore del Centro Australiano per il Dna fossile dell’Università di Adelaide.

La questione su chi abbia introdotto l’agricoltura in Europa, circa 8.000 anni fa, è dibattuta da molto tempo da archeologi e genetisti. Secondo molti studiosi, infatti, il Neolitico sarebbe stato caratterizzato da un notevole flusso migratorio cha avrebbe portato i contadini dall’Asia verso le zone europee, lasciando una traccia genetica della loro presenza (vedi Galileo). Secondo altri, invece, le popolazioni locali hanno semplicemente adottato nuove strategie, senza alcun influsso esterno.

A mettere fine alla diatriba arriva ora un approfondito studio di genetica pubblicato su Plos Biology dall'Università di Adelaide, dall’Istituto di antropologia dell’Università di Mainz (Germania), dall’Accademia russa delle scienze e dal Genographic Project della National Geographic Society. I ricercatori hanno analizzato il Dna (mitocondriale e del cromosoma maschile Y) di una delle prime comunità di contadini d’Europa, in particolare della Germania Centrale. Il Dna presente nei reperti ossei di un intero cimitero del primo Neolitico a Derenburg, nella Sassonia-Anhalt, è stato prelevato e comparato con altri campioni, sia della stessa epoca sia attuali. Ebbene, i risultati hanno rivelato marcate similarità con le popolazioni viventi dell’Antico Vicino Oriente (turche e irachene, per esempio), piuttosto che con quelle europee. I ricercatori sono persino risaliti all’ipotetica rotta seguita dagli agricoltori asiatici, dall’Anatolia fino all’Europa Centrale.

Come ha ricordato Kurt Werner Alt dell’Università di Mainz, arrivare a questi risultati è stato possibile solo grazie alla stretta collaborazione con gli archeologi, che si sono dotati di tutti gli strumenti e hanno adottato tutti gli accorgimenti per evitare di contaminare i reperti con il loro Dna.

nyamya:
Da dove veniamo lo sappiamo e vi propongo questo articolo interessante  http://www.urantia.org/it/il-libro-di-urantia/fascicolo-81-lo-sviluppo-della-civilta-moderna  , non sappiamo però ormai dove siamo diretti. Non mi ricordo di sapere che nella natura esistesse un essere vivente talmente capace di costruire e nello stesso distruggere e autodistruggersi.

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