In rilievo > Padri separati e figli negati - PAS (Sindrome da Alienazione Parentale)

Comunità Scientifica e PAS

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COSMOS1:
le paucineuroniche affermano che


--- Citazione ---La PAS è stata rigettata dall’intera comunità scientifica internazionale

--- Termina citazione ---

http://noviolenzasulledonne.blogspot.com/

abbastanza stupito vado a cercare bibliografia

il meglio che linkano è: http://www.leadershipcouncil.org/1/pas/1.html

su questa pagina troviamo documenti come questo:  http://www.leadershipcouncil.org/docs/VAWnet.pdf nel quale si suggeriscono a giudici ed avvocati le strategie per negare la PAS, il quale documento è pubblicato dal National Online Resource Center on Violence Against Women  :w00t: che fonte credibile!

ma la cosa + interessante è che nella stessa pagina si trovano molti studi i quali dimostrano che quando ci sono conflitti circa l'affidamento dei minori, aumentano le denuncie di abuso sessuale:

http://www.leadershipcouncil.org/1/pas/ap.html


--- Citazione ---Results: Consistent with other national studies of reported child maltreatment, CIS-98 data indicate that more than one-third of maltreatment investigations are unsubstantiated, but only 4% of all cases are considered to be intentionally fabricated. Within the subsample of cases wherein a custody or access dispute has occurred, the rate of intentionally false allegations is higher: 12%. Results of this analysis show that neglect is the most common form of intentionally fabricated maltreatment, while anonymous reporters and noncustodial parents (usually fathers) most frequently make intentionally false reports. Of the intentionally false allegations of maltreatment tracked by the CIS-98, custodial parents (usually mothers) and children were least likely to fabricate reports of abuse or neglect.
--- Termina citazione ---

cioè, vi rendete conto, quando c'è un conflitto sull'affidamento il 12% delle accuse di abuso è intenzionalmente falsa!  :w00t:
il che significa che c'è stata una condanna definitiva, ma come si fa a negare che il 90% sia falso se almeno il 12% si riesce a dimostrare che sia intenzionalmente falso?  :mad:

adesso non ho tempo di leggere oltre, ma è stupefacente che le paucineuroniche citino siti che esplicitamente smentiscono le loro tesi

mah  :hmm:

Jason:

Non è stupefacente .

Sfruttano il fatto che la gente tende a leggere i titoli , ma non il contenuto .
Purtroppo ci sono ancora troppi pecoroni di questo tipo .
ESEMPI :

1) C'è una pubblicità sul giornale, "FIAT punto a 2mila euro superaccessoriata" , e sotto piccolissimo " non è vero un c**** " , ecco ci cascherebbero lo stesso .

2) Titolone su un giornale " violenza sessuale " e sotto , piccolissimo , "dimostrata che non c'è stata violenza sessuale", la gente ugualmente vorrebbe i testicoli del porco .

Ecco, l'effetto è questo : fermarsi solo ai titoli. Ed è un effetto che riflette molto bene la società odierna : superficialità e metodi poco analitici .

COSMOS1:
appunto
perciò noi dobbiamo fare almeno il minimo sforzo di scorrere anche l'articolo, oltre il titolo  :D

COSMOS1:
Forse a questo punto ci farà comodo una bibliografia un po' meno partigiana:

si tratta di un articolo con 637 voci bibliografiche che propone di inserire la PAS nel DSM-V (la quinta revisione della classificazione dei disordini mentali) e nell'ICD-11 (l'undcesima revisione della Classificazione Internazionale delle Malattie) del Marzo 2010!

http://www.informaworld.com/smpp/content~db=all~content=a919848270


--- Citazione ---Parental Alienation, DSM-V, and ICD-11
Authors: William Berneta; Wilfrid von Boch-Galhaub; Amy J. L. Bakerc; Stephen L. Morrisond

Abstract
Parental alienation is an important phenomenon that mental health professionals should know about and thoroughly understand, especially those who work with children, adolescents, divorced adults, and adults whose parents divorced when they were children. We define parental alienation as a mental condition in which a child—usually one whose parents are engaged in a high-conflict divorce—allies himself or herself strongly with one parent (the preferred parent) and rejects a relationship with the other parent (the alienated parent) without legitimate justification. This process leads to a tragic outcome when the child and the alienated parent, who previously had a loving and mutually satisfying relationship, lose the nurture and joy of that relationship for many years and perhaps for their lifetimes. The authors of this article believe that parental alienation is not a minor aberration in the life of a family, but a serious mental condition. The child's maladaptive behavior—refusal to see one of the parents—is driven by the false belief that the alienated parent is a dangerous or unworthy person. We estimate that 1% of children and adolescents in the U.S. experience parental alienation. When the phenomenon is properly recognized, this condition is preventable and treatable in many instances. There have been scores of research studies and hundreds of scholarly articles, chapters, and books regarding parental alienation. Although we have located professional publications from 27 countries on six continents, we agree that research should continue regarding this important mental condition that affects hundreds of thousands of children and their families. The time has come for the concept of parental alienation to be included in the Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders, Fifth Edition (DSM-V), and the International Classification of Diseases, Eleventh Edition (ICD-11).


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Affiliations:     a Department of Psychiatry, Vanderbilt University School of Medicine, Nashville, Tennessee, USA
b Private Practice, Wuumlrzburg, Germany
c Vincent J. Fontana Center for Child Protection, New York, New York, USA
d Houston Police Department and Departments of Criminal Justice and Social Science, University of Houston-Downtown, Houston, Texas, USA
DOI: 10.1080/01926180903586583
Article Requests: Order Reprints : Request Permissions
Published in: journal The American Journal of Family Therapy, Volume 38, Issue 2 March 2010 , pages 76 - 187

--- Termina citazione ---

COSMOS1:
purtroppo la cricca femminista insiste:

http://www.quotidianosanita.it/cronache/articolo.php?articolo_id=11835


--- Citazione ---Sindrome di alienazione parentale. Cosa c'è di vero? Intervista a Pignotti (Meyer): “La PAS non esiste"
Il tema è tornato d'attualità con il drammatico video del bambino trascinato via a forza dalla polizia in esecuzione di una sentenza del tribunale che decideva di toglierlo alla madre a segutio di una diagnosi di Pas. Ma di che si tratta? Per la neonatologa del Meyer è un'invenzione e la Fnomceo dovrebbe intervenire.

 13 NOV - Contestata già da tempo, è diventata oggetto di dibattito pubblico anche in Italia dopo il caso del bambino di Padova trascinato via con la forza dalla madre in esecuzione di una sentenza di affidamento esclusivo al papà (vedi video a fondo pagina). Stiamo parlando della Pas, la Sindrome di Alienazione Parentale, la cui esistenza, a 27 anni dalla sua prima 'descrizione', pur non essendo mai stata confermata dalla scienza è tuttavia sempre più diagnosticata, in particolare proprio nelle cause più complesse di divorzio con minori, quando si tratta di contendersi l'affidamento dei figli in tribunale.
   
 La Pas, sempre seguendo la descrizione dei suoi sostenitori, si manifesterebbe nei minori sottoposti a pressioni da parte di uno dei due genitori (ma in particolare più della madre che del padre) volte a mettere in cattiva luce l'altro genitore. Una vera e propria sorta di lavaggio del cervello che porterebbe i figli, a provare astio e disprezzo ingiustificato nei confronti di uno dei due genitori. Ed è proprio sulla base di questa presunta patologia che i giudici di Padova avevano deciso di allontanare quel bambino dalla madre.
   
 A teorizzare la Pas per la prima volta fu, negli anni '80, lo psichiatra statunitense Richard Gardner, peraltro ritenuto dagli oppositori della Pas un apologeta  della pedofilia per avere dichiarato, in alcuni suoi libri, che ci sarebbe un po' di pedofilia in ciascuno di noi e sottolineato che, nella storia, la pedofilia è stata spesso considerata normale dalla maggior parte delle persone [Gardner, R.A. (1991). Sex Abuse Hysteria: Salem Witch Trials Revisited . Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 118) e Gardner, R.A. (1992). True and False Accusations of Child Sex Abuse. Cresskill, NJ: Creative Therapeutics. (p. 592-3)].
   
 Nell'attuale contesto, però, sotto accusa non è lo psichiatra, ma la malattia che ha teorizzato e che secondo molti non esiste. Si tratta al massimo di un'ipotesi ma non supportata da alcuno studio. Ma come stanno realmente le cose? Ne abbiamo parlato con Maria Serenella Pignotti, pediatra neonatologo presso il reparto di terapia intensiva dell’AOU Meyer di Firenze e medico legale, che recentemente ha scritto alla FNOMCeO per chiedere un intervento chiaro e deciso contro la Pas.
 
 
 Dottoressa Pignotti, la sua lettera alla FNOMCeO risale a maggio, è quindi precedente al caso del bambino di Padova che ha invece acceso i riflettori dell’opinione pubblica sulle diagnosi di PAS. Questo significa che il problema, tra gli addetti ai lavori, era in realtà già esploso?
 Come sempre accade, un caso che esplode nasconde in realtà dietro importante antefatti. La PAS è stata per la prima volta tirata in ballo oltre 20 anni fa, ma ad oggi non esiste di essa un quadro clinico codificato e la sua esistenza non è mai stata dimostrata. Su questo gli studiosi  dibattono da oltre 20 anni, anche in considerazione del sempre più diffuso uso che se ne fa in tribunale. Si tratta, peraltro, di un caso che credo che in Medicina non abbia uguali. Ci si è inventati una patologia ben codificata e applicata tassativamente nelle aule dei tribunali, che però non esiste in quelli che sono i contesti naturali delle patologie, cioè gli ospedali e negli ambulatori. È una patologia che usano i giudici, ma che non usano i medici. Un paradosso che va assolutamente contestato e risolto, per il bene anzitutto dei bambini, ma anche dei genitori che ne subiscono le conseguenze.
 
 Nella sua esperienza, come si è scontrata con questa criticità?
 Nell’ambito del mio lavoro, ho incontrato due madri a cui era stata diagnosticata la Sindrome PAS. Una diagnosi che io non potevo sostenere e, soprattutto, non avevo mai neanche sentito dire, che non esiste su nessuno dei nostri libri. La mia battaglia non è solo sociale, ma anche professionale, perché non posso accettare di sentire parlare senza alcun riferimento scientifico o dato epidemiologico di quadri patologici a prognosi infausta di cui sarebbero affetti il 30% dei bambini italiani e quindi delle loro madri.  Quella patologia non esiste e professionalmente ritengo obbligatorio che i medici lo dicano alla società. Ma non voglio riconoscerla neanche come cittadina, perché si tratta di una diagnosi che ostacola l'espletamento della Giustizia e letteralmente mette il bavaglio ai genitori, per lo più madri. Una volta infatti accusate di PAS, ogni azione che queste compiono in Tribunale, riferimento a polizia, servizi all'infanzia etc, aggrava la loro posizione, vengono ritenute “litigiose”, “violente”, “vendicative” etc, ed ogni loro azione a difesa di sé stesse e dei figli, dimostra sempre più  una forma grave di PAS. Lo stesso dicasi per i bambini, che una volta ritenuti affetti da questa “psicopatologia”, perdono (se mai lo hanno avuto) il diritto all'ascolto, sono creduti bugiardi, sleali, perfidi. È davvero una mostruosità.
 
 Ma è proprio sicuro che questa patologia non esiste, o forse il suo riconoscimento è ancora a una fase embrionale e ha bisogno di tempo?
 Una volta che mi sono scontrata con i fatti, ho iniziato a studiare la PAS, ad aggiornarmi, aspetto normale del nostro lavoro. Il fatto è che la PAS non c’è. Non esiste! Non si trova sui testi di Medicina universitaria, non si trova nella letteratura scientifica, non si trova nei motori di ricerca come PubMed, se non per pochi articoli in cui, peraltro, le tesi sono tutte dubitative.
 Ci possono senz’altro essere nei genitori, e nei bambini, dei comportamenti anomali e non adeguati, e quelle che si chiamano, più propriamente, a mio parere, “difficoltà di contatto”, ma non si tratta di malattie. Un comportamento non corretto si risolve con i provvedimenti dei giudici. Le malattie si risolvono con un percorso di cura. Sono cose differenti e distinte. Sarebbe come codificare la Sindrome della Rapina a mano armata e definire malato chi la compie. Non si può escludere che dietro certi comportamenti non ci siano dei problemi di salute, ma la malattia non può certo essere la rapina a mano armata in sé. Confondere le due cose è pericoloso, perché definendo un atteggiamento malattia, lo si rende “inviolabile e incontestabile”, perché normalmente basato su prove scientifiche. Ed i Giudici prendono atto di questa malattia, senza cercare i fatti e la verità che tali comportamenti possono nascondere. Questo può avere conseguenze molto gravi, come nei conflitti di coppia dove si rischia di perdere la possibilità di vedere e curare un figlio. La domanda è: dove sono le prove scientifiche della sindrome Pas? La dimostrazione che non si tratta di una malattia sta, peraltro, nel fatto stesso che in tribunale a fare queste diagnosi non sono solo i medici, o psicologi - per quanto loro consentito dalla qualifica - ma anche assistenti sociali o avvocati, e nel fatto che non esiste malattia che si curi con un provvedimento del Giudice, magari! Le malattie si curano con medicine e trattamenti validati. I provvedimenti del Giudice “curano” e “prevengono” i reati, non le malattie.
 
 Però le violenze in famiglia esistono.
 Certamente, e bisogna intervenire per fermarle. Ma non sono queste, e questo è un discorso diverso: mi creda, non c’è “lavaggio del cervello” da parte di una madre che possa riuscire a rovinare il rapporto tra padre e figlio se questo rapporto è davvero sano e buono e forte. Certamente ci può essere da parte di un genitore il tentativo di influenzare il figlio contro l’altro genitore, perché il divorzio avviene spesso in contesti di rabbia interna alla coppia. Sono comportamenti errati, che possono creare difficoltà di contatto tra i bambini e i genitori, e su cui occorre intervenire, ma non si tratta di malattie né esiste prova che tali comportamenti di un genitore, per quanto scorretti verso l'affettività del bambino, riescano a produrre “lavaggio del cervello” ed a strappare quel bambino all'affetto dell'altro genitore. Tali tentativi, ribadisco, spesso finiscono nel nulla, perché l'amore di un bambino per i genitori è fortissimo e non ci sarà bambino che smetterà di volere bene al padre perché glielo dice la madre, anzi, sarà verso questa che mostrerà la sua aggressività.
 
 Quali sono i rischi di questo uso inappropriato della diagnosi PAS?
 La completa alterazione del corso della Giustizia, con gravissime ripercussioni soprattutto sul tremendo capitolo della violenza intrafamiliare, che spesso continua e si perpetua dopo il divorzio proprio attraverso questi meccanismi. Ma si rischia anche di scatenare davvero dei gravi conflitti all’interno del nucleo familiare, anziché percorrere la strada del ragionamento e della ricerca della verità, che è quella che fa meglio al bambino e a tutti i componenti della famiglia, di conseguenza alla società.
 Il rischio è di negare al bambino il diritto ad essere ascoltato, a prediligere una figura genitoriale di cui, in quel momento, invece, ha bisogno e desiderio di avere accanto, anche se non sempre lo rivelerà perché spaventato e imbavagliato da quello che avvocati, sentenze e consulenti vogliono imporgli con la forza, alterando per sempre anche il recupero del rapporto con l’altro genitore.
 C’è inoltre il rischio di farla passare liscia ai genitori davvero violenti o abusanti, là dove l’astio del figlio viene erroneamente attribuito alla manipolazione di uno dei genitori senza accorgersi che deriva realmente da fatti dolorosi imposti a lui da quel genitore o alla mamma ed a cui il bambino ha assistito. Addirittura si rischia di mettere in mano i figli a padri pedofili, affermando che le accuse del bimbo e della madre sono false e derivanti dalla PAS.
 Il vero obiettivo deve essere scoprire la verità e aiutare i genitori maltrattanti a smettere di esserlo. Ma questo non è possibile se si continua a strumentalizzare l’inesistente patologia dell’Alienazione Parentale. I bambini vanno ascoltati. Solo così può emergere la verità e si possono prendere i provvedimenti giusti, che può essere quello di permettere al bambino di stare con tutti e due i genitori come quello di tenerlo più a distanza da uno dei due, se ciò provoca disagio o altro danno. Ma queste decisioni devono avvenire sulla base dei reali bisogni del bambino e dei comportamenti dei genitori e non di diagnosi inventate e usate da avvocati per far vincere la causa all’uno o all’altro dei genitori.
 
 Perché ha scritto alla FNOMCeO?
 Per sensibilizzare i medici sulla questione, e per incoraggiare a mantenere atteggiamenti rispettosi della deontologia. I medici, nella grandissima maggioranza, non sanno niente di questa situazione paradossale. In altri, pochi casi, hanno abbracciato tale diagnosi come se avesse base scientifica, scordando i dettami della medicina delle evidenze. Purtroppo non sono pochi i colleghi che hanno fatto delle aule dei tribunali il loro posto di lavoro e collaborano regolarmente con gli avvocati facendo, purtroppo sempre più spesso, diagnosi superficiali e addirittura fantasiose. Quella della PAS è anche una questione medica: non possiamo inventarci le malattie e non possiamo abusare del nostro ruolo.
 
 Che risposta ha ricevuto dalla FNOMCeO?
 La questione è all’attenzione della Commissione Deontologica della Fnomceo. Sul tema è già intervenuto il presidente della Società Italiana di Psichiatria, con un parere nettamente negativo sulla esistenza di tale "psicopatologia" in capo alle madri e ai bambini e con giudizi severi sull’operato di molti CTU.
 L’auspicio è che la FNOMCeO arrivi presto a un richiamo ufficiale, attraverso un documento scritto, come già avvenuto in altri Paesi europei.
 
 Lucia Conti
--- Termina citazione ---

basta che leggiate la parte in rosso: una "cosa" non esiste perchè sui libri non c'è  :w00t:

e la parte in blu: certo possono esserci pressioni sui bambini, ma non sono malattie  :w00t: e allora mi spiegano che differenza c'è tra crescere in una famiglia tranquilla, con un tetto sopra la testa e da mangiare tutti i giorni, con la mamma che ti segue per i compiti e il papà che ti porta a basket da una parte, e una famiglia disastrata, che dorme dove capita, non sempre trovi da mangiare, la mamma ti picchia e il papà ti abusa?  :wacko: no, fatemi capire, perchè se x un bimbo il contesto in cui cresce è irrilevante e non può comportare disturbi del comportamento, allora perchè i servizi sociali spesso e volentieri tolgono i bambini che crescono in situazioni a rischio?

 :doh:

purtroppo per queste dementi l'appartenenza ad un partito vale di più del buonsenso

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