Autore Topic: Razionare l'acqua agli europei per venderla ai cinesi. Il progetto  (Letto 133 volte)

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Offline Vicus

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Non c'è dubbio che la Cina è il sol dell'avvenire, mentre (di questo passo) l'Europa si avvia a divenire una delle tante fogne del pianeta:


Vincent Held

La nazione deve fare con l’acqua la stessa cosa che abbiamo fatto con l’energia […] Una sorta di piano di sobrietà. È la fine dell’abbondanza.”

Così  ha annunciato  Presidente francese Emmanuel Macron, febbraio 2023)

Il Presidente francese non ha esitato a invocare un “piano di sobrietà idrica”  perché l’organo della propaganda climatica d’Oltralpe,  Météo France  proprio è stato annunciava che quel mese del ’23  “il quarto febbraio più secco dal 1959” (ricorda qualcosa?)   Nessun annuncio invece  nei mesi successivi, forse perché   la Francia,  registrasse precipitazioni record.

In realtà l’ordine l’aveva già dato  Le Monde, storico organo ufficiale della Massoneria e dunque della Agenda 2030:

“La fine dell’abbondanza ha un sinonimo: razionamento.” (Le Monde, ottobre 2022) [1]
Da molti anni ormai, l’acqua potabile è oggetto di un commercio internazionale tanto redditizio quanto  riservato:

Da  Marsiglia  un World Water Council, Consiglio Mondiale dell’Acqua,  capeggiato da un ebreo di nome Daniel Zimmer,  annuncia  che presto  intere flotte di navi-cisterna ( petroliere riadattate ) trasporteranno acqua da un paese all’altro. Il trasporto di acqua via mare è già una realtà, ad esempio tra Francia e Algeria o tra Turchia e Israele.” (Reuters, febbraio 2007)

Quindi, mentre il governo francese annuncia la sua intenzione di costringere i cittadini a ridurre il consumo di acqua potabile, ciò non gli impedisce in alcun modo di consentire alle aziende private di esportare questa “merce” all’estero tramite petroliere, in cambio di denaro contante.

Oltre a ospitare il potente Consiglio Mondiale dell’Acqua, la Francia ospita anche due giganti globali della “gestione idrica”, Veolia e Suez (che sono appunto  q uelli che insieme hanno  creato  il suddetto   Consiglio Mondiale dell’Acqua con – guarda caso –  le Nazioni Unite e la Banca Mondiale).

Questi due gruppi mostrano apertamente la loro volontà  di massimizzare il commercio internazionale di acqua potabile ,  grazie alla loro stretta collaborazione, in particolare, con le multinazionali dell’acqua in bottiglia, sempre assetate di nuove risorse, come Coca-Cola e Nestlé…

“La Coca-Cola sta prosciugando le sorgenti di un villaggio indigeno messicano, costringendo i residenti ad acquistare acqua in bottiglia. L’impianto di imbottigliamento ‘consuma più di un milione di litri al giorno’.” (The Independent, settembre 2017)

“Mentre la Nestlé estrae milioni di litri dalle loro terre, questi residenti [indigeni dell’Ontario] non hanno accesso ad acqua pulita” (The Guardian, ottobre 2018)

Ma le prospettive di profitti veramente astronomici per costoro  – non esagero –   è la Cina. Dove n alcuni paesi, l’inquinamento idrico  in qualche modo permanente, sta lasciando milioni di abitanti ormai danarosi  delle città in un disperato bisogno di acqua minerale! “In Cina […] le autorità locali stanno scavando pozzi più profondi per accedere all’acqua potabile, un accesso che è diventato più difficile perché l’80% delle falde acquifere nei principali bacini fluviali è ‘inadatto al contatto umano’ […] L’85% dell’acqua dei principali fiumi [di Shanghai] era imbevibile nel 2015, secondo gli standard ufficiali, e il 56,4% non era idoneo a qualsiasi utilizzo […] A Tianjin, la principale città portuale della Cina settentrionale, con una popolazione di 15 milioni di abitanti, solo il 4,9% dell’acqua è potabile.” (The Guardian, giugno 2017)

Ma le prospettive di profitti veramente astronomici per costoro  – non esagero –   è la Cina. Dove n alcuni paesi, l’inquinamento idrico  in qualche modo permanente, sta lasciando milioni di abitanti ormai danarosi  delle città in un disperato bisogno di acqua minerale! “In Cina […] le autorità locali stanno scavando pozzi più profondi per accedere all’acqua potabile, un accesso che è diventato più difficile perché l’80% delle falde acquifere nei principali bacini fluviali è ‘inadatto al contatto umano’ […] L’85% dell’acqua dei principali fiumi [di Shanghai] era imbevibile nel 2015, secondo gli standard ufficiali, e il 56,4% non era idoneo a qualsiasi utilizzo […] A Tianjin, la principale città portuale della Cina settentrionale, con una popolazione di 15 milioni di abitanti, solo il 4,9% dell’acqua è potabile.” (The Guardian, giugno 2017)

Ma le prospettive di profitti veramente astronomici per costoro  – non esagero –   è la Cina. Dove n alcuni paesi, l’inquinamento idrico  in qualche modo permanente, sta lasciando milioni di abitanti ormai danarosi  delle città in un disperato bisogno di acqua minerale! “In Cina […] le autorità locali stanno scavando pozzi più profondi per accedere all’acqua potabile, un accesso che è diventato più difficile perché l’80% delle falde acquifere nei principali bacini fluviali è ‘inadatto al contatto umano’ […] L’85% dell’acqua dei principali fiumi [di Shanghai] era imbevibile nel 2015, secondo gli standard ufficiali, e il 56,4% non era idoneo a qualsiasi utilizzo […] A Tianjin, la principale città portuale della Cina settentrionale, con una popolazione di 15 milioni di abitanti, solo il 4,9% dell’acqua è potabile.” (The Guardian, giugno 2017)

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“Fine dell’abbondanza”: una realtà che coincide  con l’allarmismo politico e mediatico!

Comunque sia, mentre il ricorrente allarmismo dei media svizzeri su una presunta “carenza d’acqua” nel Paese è chiaramente rivolto a una popolazione credulona e disinformata, la realtà è ben diversa e, per giunta, ampiamente documentata. Infatti, la “macroregione” europea EUSALP, estremamente discreta e che peraltro comprende l’intera Svizzera, è notoriamente quella che concentra le maggiori quantità di acqua potabile nell’Europa occidentale.

Toute la question est dès lors de savoir comment acheminer efficacement ces précieuses ressources jusqu’aux infrastructures portuaires qui permettront de les expédier outre-mer…

Ce sera l’objet de notre prochaine publication.

Références

[1] Énergie fossile : « La fin de l’abondance, d’accord, mais pour tout le monde », Le Monde, 12/10/2022.

[2] « Chinese importers for bottled water | China market opportunities », China Chamber of Commerce in the Netherlands (dccchina.org), 05/03/2019.

[3] « Water Resources Group reçoit un soutien important de la Suisse, puisque 7,4 millions de francs lui sont alloués (2012-2017) au titre des contributions de la DDC. » (Voir p. ex.  « Accès à l’eau. Un droit humain » (interpellation n°18.3203 de la députée Arslan Sibel), parlament.ch, 14/03/2018.) Sur les relations incestueuses entre Nestlé et le Département du développement et de la coopération (DDC) de la Confédération suisse, voir notre Civilisation en crise (2020).

[4] « Water in China: Everywhere and Nowhere », EURObiz (Journal of the European Union Chamber of Commerce in China), septembre/octobre 2012.

[5] « Communication de la Commission au Parlement européen et au Conseil – Faire face aux problèmes de rareté de la ressource en eau et de sécheresse dans l’Union européenne », eur-lex.europa.eu, 18/07/2007.

[6] « Proposition de loi adoptée par l’Assemblée nationale visant à la mise en œuvre effective du droit à l’eau potable et à l’assainissement », senat.fr, 15/06/2016.

[7] Débats du Conseil national sur la motion « Pour une interdiction du négoce de l’eau » (Objet n°11.3705), parlament.ch, 19/06/2013.

[8] China’s Growing Thirst for Water Stirs Backlash Overseas, wsj.com, 05/09/2019

https://www.maurizioblondet.it/razionare-lacqua-agli-europei-per-venderla-ai-cinesi-il-progetto/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.