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L'aumento dell'età pensionabile in Europa: Danimarca verso i 74 anni

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Frank:
https://it.euronews.com/business/2025/05/26/laumento-delleta-pensionabile-in-europa-danimarca-verso-i-74-anni-in-italia-si-salira-anco#:~:text=L'et%C3%A0%20pensionabile%20raggiunger%C3%A0%20i,dovrebbe%20arrivare%20a%2071%20anni.


--- Citazione ---L'aumento dell'età pensionabile in Europa: Danimarca verso i 74 anni, in Italia si salirà ancora

Entro il 2060 l’età pensionabile in Europa salirà ovunque, con la Danimarca prima a quota 74 anni. Analisi Ocse su differenze tra Paesi, genere ed evoluzione dei sistemi pensionistici europe
Con l’aumento dell’aspettativa di vita e degli anni trascorsi in pensione, molti Paesi europei stanno modificando i propri sistemi previdenziali. L’innalzamento dell’età pensionabile è ormai una tendenza diffusa, destinata a intensificarsi nei prossimi decenni.

Secondo il recente rapporto Pensions at a Glance dell’Ocse, entro il 2060 l’età di pensionamento legale potrebbe arrivare a 74 anni, con la Danimarca pronta a guidare questa trasformazione.

A oggi, nell’Unione europea, l’età legale di pensionamento per gli uomini varia tra i 62 e i 67 anni, mentre per le donne tra i 60 e i 67 anni. L’inclusione di Paesi come il Regno Unito, le nazioni Efta e la Turchia – quest’ultima ancora candidata all’ingresso nell’Ue – fa emergere significative eccezioni: la Turchia, ad esempio, presenta una delle età pensionabili più basse, con 49 anni per le donne e 52 per gli uomini. La media effettiva di pensionamento nell’Ue si attesta attualmente a 64,7 anni per gli uomini e 63,8 per le donne.

I Paesi nordici hanno le età di pensionamento più alte
In cima alla classifica delle età pensionabili più alte ci sono i Paesi nordici. Danimarca, Norvegia, Islanda hanno già fissato a 67 anni l’età legale di pensionamento sia per uomini che per donne. Così è anche in Italia. In molti altri Stati europei questa soglia supera i 65 anni. Nei Paesi Bassi è di 66,6 anni, mentre nel Regno Unito e in Irlanda è di 66. Seguono la Germania con 65,8 anni e il Portogallo con 65,6.

L’età pensionabile è fissata a 65 anni anche in Austria, Polonia, Romania, Ungheria, Croazia, Svizzera, Belgio, Spagna e Cipro. Tra le principali economie europee, la Francia è quella con l’età legale più bassa, pari a 64,8 anni. Tuttavia, è importante notare che nel sistema francese è possibile accedere alla pensione già a 62 anni per i nati fino al 1960, e a 64 per chi è nato nel 1968 o successivamente, secondo quanto stabilito dal Rapporto sull’invecchiamento 2024.

Escludendo la Turchia, i Paesi con l’età pensionabile più bassa per gli uomini sono Grecia, Lussemburgo e Slovenia, con 62 anni. In questi stessi Stati, anche le donne vanno in pensione a 62 anni. Tuttavia, l’età più bassa in assoluto per le donne si registra in Austria e Polonia, dove è fissata a 60 anni.

Divario di genere nell'età pensionabile
Per quanto riguarda le disparità di genere, in 23 Paesi europei uomini e donne vanno in pensione alla stessa età, mentre nei restanti nove si registra un divario a favore delle donne. I casi più marcati si trovano in Austria e Polonia, dove gli uomini devono lavorare cinque anni in più. Romania, Ungheria e Turchia mostrano una differenza di tre o più anni. In media, il divario di genere nell’età pensionabile nell’Ue è di 0,9 anni.

Tuttavia, le previsioni per il futuro indicano che queste differenze sono destinate a ridursi quasi completamente entro il 2060. Solo in Polonia, Ungheria, Romania e Turchia si prevede che tale divario resterà.

Future età pensionabili entro il 2060
Guardando al futuro, l’Ocse prevede che l’età pensionabile aumenterà in 20 Paesi per gli uomini e in 24 per le donne sui 32 analizzati in Europa. Le proiezioni, basate su riforme già approvate o su meccanismi di adeguamento automatico legati all’aspettativa di vita, mostrano che per chi è entrato nel mercato del lavoro nel 2022, l’età di pensionamento varierà da 62 a 74 anni per gli uomini e da 60 a 74 per le donne entro il 2060.

La media dell’Unione europea dovrebbe salire a 66,7 anni per gli uomini e a 66,4 per le donne.

L'età pensionabile raggiungerà i 74 anni in Danimarca entro il 2060
La Danimarca è destinata a raggiungere il record europeo con un’età pensionabile di 74 anni per entrambi i sessi. Seguono Italia ed Estonia, dove l’età dovrebbe arrivare a 71 anni. I Paesi Bassi, la Svezia e Cipro si attesterebbero sui 70 anni, mentre Finlandia e Slovacchia raggiungeranno i 69.

In Portogallo si prevede un’età pensionabile futura di 68 anni. Il gruppo di Paesi con una soglia di 67 anni comprende Regno Unito, Germania, Belgio, Norvegia e Islanda. Irlanda e Grecia arriveranno a 66 anni. L’analisi dimostra che tutti i Paesi nordici manterranno età pensionabili sopra la media europea.

Diversi Stati hanno già predisposto l’aumento dell’età pensionabile attraverso leggi in vigore. Il Belgio, ad esempio, porterà l’età a 67 entro il 2030. La Danimarca ha già pianificato un passaggio a 69 anni entro il 2035, mentre nel Regno Unito si raggiungeranno i 68 anni entro il 2046. Le proiezioni rivelano anche quali Paesi registreranno i maggiori aumenti dell’età pensionabile rispetto a oggi.

La Turchia subirà la variazione più drastica: 13 anni in più per gli uomini e 14 per le donne. Anche la Danimarca vedrà un incremento significativo, pari a 7 anni per entrambi i sessi. In Estonia, Slovacchia, Svezia e Cipro, l’età pensionabile aumenterà di almeno 5 anni. Alcuni di questi cambiamenti derivano dall’introduzione di formule automatiche che collegano l’età pensionabile all’evoluzione dell’aspettativa di vita.

Il caso italiano: età pensionabile a 67 anni e futuri aumenti legati alla longevità
In Italia, l’età pensionabile ordinaria è attualmente fissata a 67 anni sia per uomini che per donne, una delle soglie più alte d’Europa. Questo valore è soggetto a revisione biennale sulla base dell’aspettativa di vita, secondo quanto stabilito dalla Legge Fornero del 2011. Oltre all’età pensionabile ordinaria, il sistema italiano prevede alcune forme di uscita anticipata, tra cui Quota 103, Opzione Donna e l’APE sociale, riservate a specifiche categorie di lavoratori con requisiti anagrafici e contributivi particolari.

Secondo le previsioni Ocse, l’età pensionabile in Italia continuerà a salire nei prossimi decenni, raggiungendo i 71 anni entro il 2060 per chi è entrato nel mercato del lavoro nel 2022. Questo rappresenta uno degli aumenti più marcati in Europa, insieme a quelli previsti in Danimarca, Estonia e Cipro. Il sistema italiano si basa su un meccanismo di adeguamento automatico all’aspettativa di vita, che garantirà una crescita progressiva dell’età di pensionamento nel tempo. Il tasso di sostituzione – ossia la percentuale dell’ultimo reddito coperta dalla pensione – si aggira attorno al 60 per cento, ma può scendere sotto tale soglia in base alla carriera lavorativa e ai contributi versati. Inoltre, l’Italia figura tra i Paesi europei con la più alta spesa pensionistica in rapporto al Pil, un elemento che impone attenzione alla sostenibilità del sistema nel lungo periodo, soprattutto in un contesto di invecchiamento demografico e calo della popolazione attiva.
--- Termina citazione ---

Frank:
https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/danimarca-il-parlamento-alza-l-et%C3%A0-pensionabile-a-70-anni-entro-il-2040-%C3%A8-il-livello-pi%C3%B9-alto-d-europa/ar-AA1FkSE3?ocid=finance-verthp-feeds


--- Citazione ---Danimarca, il Parlamento alza l'età pensionabile a 70 anni entro il 2040: è il livello più alto d'Europa
Storia di Redazione Web • 3giorno/i

La Danimarca ha approvato una legge che innalza l’età pensionabile a 70 anni entro il 2040, ponendosi al primo posto in Europa per il requisito anagrafico più elevato per accedere alla pensione.

Una legge storica
Con 81 voti favorevoli e 21 contrari, il Folketing, il Parlamento danese ha dato il via libera alla nuova normativa che innalza gradualmente l’età pensionabile, fino a raggiungere i 70 anni per chi è nato dopo il 31 dicembre 1970. Attualmente fissata a 67 anni, l’età di uscita dal lavoro salirà a 68 nel 2030 e a 69 nel 2035. Il principio che lega la pensione all’aspettativa di vita è stato introdotto nel 2006, con una revisione automatica ogni cinque anni. Questo meccanismo ha reso la Danimarca un caso unico in Europa per il suo approccio dinamico all’equilibrio tra sostenibilità del sistema previdenziale e cambiamenti demografici.

Le incertezze sul meccanismo automatico
Nonostante l’approvazione parlamentare, la tenuta del sistema a “scala mobile” non è più scontata. Già nel 2023, la premier socialdemocratica Mette Frederiksen aveva messo in discussione la rigidità dell’automatismo.

«Non crediamo più che l’età pensionabile debba essere aumentata automaticamente», aveva dichiarato Frederiksen, sottolineando che secondo il suo partito «non si può continuare a dire che le persone devono lavorare un anno in più». Una posizione che ha aperto un dibattito interno alla maggioranza, ma che non ha impedito al Parlamento di procedere con l’approvazione dell’innalzamento previsto.

Le proteste: «Non possiamo continuare così»
La decisione ha suscitato forti reazioni tra i lavoratori e i sindacati. A Copenaghen, nelle settimane precedenti al voto, centinaia di persone sono scese in piazza per protestare contro la riforma. Tra loro anche Tommas Jensen, operaio edile di 47 anni, che ha definito il provvedimento «irragionevole». «Stiamo lavorando, lavorando e lavorando, ma non possiamo continuare ad andare avanti», ha dichiarato Jensen ai media danesi. Secondo lui, la differenza tra lavori fisicamente usuranti e impieghi d’ufficio dovrebbe essere tenuta in considerazione: «Ho pagato le tasse per tutta la vita. Dovrebbe esserci anche tempo per stare con figli e nipoti», ha spiegato al quotidiano Dk.

Sindacati in allarme: «Una decisione ingiusta»
Anche le confederazioni sindacali hanno duramente criticato la misura. Jesper Ettrup Rasmussen, presidente di una delle principali organizzazioni dei lavoratori danesi, ha definito l’aumento dell’età pensionabile «completamente ingiusto». «La Danimarca ha un’economia sana e tuttavia l’età pensionabile più alta dell’UE», ha affermato Rasmussen. «Un’età pensionabile più elevata significa che [le persone] perderanno il diritto a una vita dignitosa da anziani».

Il confronto europeo
La decisione danese assume un significato ancora più rilevante se messa a confronto con gli standard europei. In Svezia, ad esempio, l’età minima per accedere alla pensione è di 63 anni, mentre in Italia è fissata a 67 anni, ma soggetta a possibili adeguamenti nel 2026.

Nel Regno Unito, i cittadini nati tra il 6 ottobre 1954 e il 5 aprile 1960 ricevono la pensione a 66 anni, ma anche in questo caso sono previsti aumenti progressivi per le generazioni successive. In Francia, invece, una controversa riforma approvata nel 2023 ha innalzato l’età pensionabile da 62 a 64 anni, scatenando proteste diffuse e l’opposizione di ampie fasce della popolazione.
--- Termina citazione ---

Vicus:
Frank non so la tua ma al momento la mia pensione è prevista a 75 anni, arrosisco a dire l'importo. Meno male che viviamo nell'era cd. moderna in cui tutti hanno da mangiare, tranne milioni di italiani che rovistano sempre più nei cassonetti. Tranne i clandestini, che beneficiano di una diaria e pure del wi-fi gratis pare

fabriziopiludu:


 Fin da bambino, penso che NON si possa avere una Vita agiata con la Pensione - è TROPPO POCO.
 Quanti pensionati sono morti di FAME?

Frank:

--- Citazione da: Vicus - Maggio 27, 2025, 02:32:16 am ---Frank non so la tua ma al momento la mia pensione è prevista a 75 anni, arrosisco a dire l'importo. Meno male che viviamo nell'era cd. moderna in cui tutti hanno da mangiare, tranne milioni di italiani che rovistano sempre più nei cassonetti. Tranne i clandestini, che beneficiano di una diaria e pure del wi-fi gratis pare

--- Termina citazione ---

Vicus, è chiaro che vivendo in Italia bisogna guardare in primis i problemi degli italiani, ma non è che al di fuori dei confini nazionali ci sia da scialare, eh... *
Non è una consolazione, bensì una constatazione.
Per quanto riguarda me, allo stato attuale ho circa 34 anni di contributi, compreso l'anno di servizio miliare (1991-1992), per cui, in teoria, dovrei andare in pensione intorno al 2035 o giù di lì.
Nei fatti ci andrò sicuramente più tardi, sempre se ci arriverò.
Nel frattempo mi sto pagando una pensione integrativa, che non è niente di che, ma è comunque sempre meglio di niente.
Tanto la vita dei comuni mortali è questa e c'è ben poco da fare.


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https://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/paradosso-corea-del-sud-gli-anziani-costretti-a-tornare-a-lavorare/ar-AA1FCX2B?ocid=finance-verthp-feeds


--- Citazione ---Paradosso Corea del Sud: gli anziani costretti a tornare a lavorare
Storia di Luca Miele • 9 ora/e •

In pensione da tre anni, il signor Kim, 65 anni, si è dovuto arrendere a una doppia evidenza. Primo: la necessità di tornare a lavorare. “Non avevo scelta – ha raccontato al Korea Times - perché la mia pensione non è sufficiente per arrivare a fine mese." Secondo: che l’esperienza lavorativa maturata per oltre 30 anni non sarebbe servita a garantirgli un impiego nel quale continuare a metterla a frutto. Il signor Kim è così migrato da un'azienda di medie dimensioni dopo lavorava come contabile agli scaffali di un supermercato: oggi è un addetto part-time al rifornimento.

Non si tratta di un’occorrenza solitaria ma di un fenomeno di massa. La Corea del Sud detiene un (duplice) triste primato. È il Paese con i tassi di povertà e di occupazione per gli anziani tra i più alti al mondo. I dati parlano chiaro. Il tasso di povertà degli over 65 nel Paese si attesta al 40,4%, il più alto tra tutti i 38 Paesi membri dell'Ocse, una cifra quasi tre volte superiore alla media Ocse del 14,2%. Non solo: come testimoniano i dati pubblicati dal Ministero della Salute, del Welfare e dell'Ufficio di Statistica della Corea, il tasso di povertà è peggiorato per il secondo anno consecutivo in quella che è diventata ufficialmente lo scorso anno una società "super-anziana", con almeno il 20% della popolazione che ha un'età pari o superiore a 65 anni. Il tasso di povertà risulta significativamente più alto tra le donne, attestandosi al 43,2% rispetto al 31,8% degli uomini. Risultato? Il tasso di occupazione del Paese per la fascia d'età si attesta al 37,3%, anche in questo caso, il più alto tra i Paesi Ocse e significativamente superiore alla media del 13,6%. Un paradosso stridente che testimonia il disarticolarsi della ricchezza di un Paese e il benessere generale dei suoi cittadini: la Corea del Sud è la tredicesima economia più grande al mondo e la quarta in Asia.

Come scrive il quotidiano Korea JoongAng Daily, “a prima vista, la continua attività economica tra gli anziani sembra essere una risposta positiva alla diminuzione della popolazione in età lavorativa in Corea. Gli anziani che mantengono un impiego possono contribuire all'economia con la l'esperienza e la competenza accumulate. Tuttavia, un'analisi più attenta dei dati dipinge un quadro meno ottimistico”. Oltre la metà degli anziani occupati è rientrata nel mondo del lavoro con impieghi non correlati alla carriera pre-pensionamento. Molti lavorano in piccole imprese in condizioni precarie, spesso come lavoratori irregolari che svolgono lavori manuali o poco qualificati. Il 61,2% degli anziani occupati è costituito da lavoratori irregolari. Quasi la metà, il 49,4%, è impiegata in aziende con meno di 10 dipendenti. Non solo. Tra i lavoratori più anziani che hanno trovato un nuovo impiego dopo la pensione, il 53,2% fa sapere che l'attuale lavoro non è "per niente" o "solo leggermente" correlato alla precedente occupazione. In termini di tipologia di lavoro, i ruoli manuali semplici rappresentano la quota maggiore con il 35,4%, seguiti dagli operatori di macchine utensili con il 15%. Il calo della qualità del lavoro porta a un calo significativo dei salari.

"Pensavo di poter mettere a frutto la mia esperienza, ma la realtà era diversa", ha detto. "Ora trasporto scatole per quattro ore al giorno con il salario minimo”, racconta il signor Kim. L’incubo del “fine lavoro mai” non sembra così lontano dalla società sudcoreana.
--- Termina citazione ---

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