Dialoghi > Media: notizie, links, articoli, siti, video, libri e manifesti

Il martirologio di Giulia Cecchettin

(1/46) > >>

Massimo:
Si è scoperto oggi il cadavere di Giulia Cecchettin, una ragazza rapita dal fidanzato e poi uccisa. Mi aspettavo il martirologio femminista e puntualmente è arrivato. Intendiamoci bene: è un fatto orrendo, come qualsiasi omicidio. E uso il termine omicidio, non "femminicidio" che è un termine che, sia detto senza ipocrisie, sottintende che la vita di una donna vale di più della vita di un uomo, altrimenti non verrebbe a sostituire il concetto di omicidio che invece implica, esso sì, il principio di parità tra i sessi. Come non va concessa nessuna attenuante a chi l'ha uccisa, intendiamoci: nessun coinvolgimento emotivo in una relazione sentimentale giustifica l'assassinio di chi vuole porvi fine. Ma ciò vale per entrambi i generi. Quando ad ammazzare per gelosia è una donna, nessuno tira in ballo la spiegazione astrusa che questa lo ha fatto per ucciderlo "in quanto uomo" o per punire "la sua indipendenza". Si vanno a cercare le cause semmai nella condotta egoistica di lui (che in quanto maschio il diritto all'egoismo non lo ha). Detto questo, su tutti i giornali si fanno adesso analisi pseudosociologiche sulla laurea che Giulia stava per prendere e che invece, uccidendola, il fidanzato ha privato Giulia di questo successo per arrivare a scrivere su di un giornale, La Stampa, che lui "non sopportava il successo di lei". Farneticazioni. La verità va cercata unicamente nella dipendenza tossica da una ragazza che, come la droga che manca, ha indotto il ragazzo ad un'azione grave e inconsulta come l'omicidio così come un drogato arriva persino a uccidere per procurarsi la droga o quando la droga non è disponibile. La Schlein si è subito impadronita del caso invocando "l'educazione affettiva nelle scuole" per (ri)educare i giovani maschi al rispetto per le ragazze (anche se non lo meritano, ovvio) come misura necessaria a contrastare la "piaga dei femminicidi". Altre farneticazioni. Quello che ci vorrebbe davvero, per non ammazzare le donne, è il distacco emotivo nei loro confronti, cioè essere disposti a mollarle fin dalle prime avvisaglie che il rapporto non va e essere pronti, di fronte alla loro decisione di chiuderlo, a dare loro la seguente risposta: "Vai, vai pure, cara: una stronza di meno". Questo sì farebbe diminuire e anzi azzerare i cosiddetti "femminicidi". Ma spiazzerebbe pure  le donne. Ragion per cui, si può stare tranquilli che il distacco emotivo dal genere femminile sarebbe contrastato con tutti i mezzi dal sistema mediatico che scatenerebbe tutti i suoi strumenti persuasori e colpevolizzanti per scoraggiare negli uomini un atteggiamento simile nei confronti dell'altro sesso, con l'entusiastica collaborazione e benedizione del femminismo militante che sarebbe assai lieto di accodarsi alla criminalizzazione di questa scelta comportamentale maschile. Come Hamas ha bisogno del sacrificio dei palestinesi per raggiungere i suoi obiettivi politici, così il femminismo ha bisogno del sangue delle ragazze e delle donne morte ammazzate dai loro mariti e fidanzati per continuare a criminalizzare il genere maschile e a tenere gli uomini sotto un continuo ricatto e scacco esistenziale.

Vicus:

--- Citazione ---"Vai, vai pure, cara: una stronza di meno".
--- Termina citazione ---
Questo lo dovrebbero insegnare i padri appena i figli han l'uso di ragione, ma come sappiamo quasi nessuno lo fa.
Per il resto vero, giusto, d'accordo... ma uccidere una perché si iscrive all'università che diamine di movente è? Come quel tale che uccise i parenti perché era indietro con gli esami, e la talaltra perché "il figlio aveva la testa grossa".
O quel marito che uccide la moglie senza movente e, pur non avendo tratti psicopatici e non essendo un killer professionista, se ne va con tutta calma da un amico a vedere la partita, quando una qualunque persona avrebbe l'adrenalina a mille, suderebbe e tremerebbe dopo un atto del genere.
O quel tale condannato perché, secondo la ripresa di una telecamera di sorveglianza (poi rivelatasi falsa) si trovava a passare di là (movente e arma mai scoperti).
Per non parlare di quell'assistente universitario che, in base a una testimonianza rivelatasi estorta, avrebbe ucciso una con un colpo da tiratore scelto... giocando con una pistola davanti a una platea di testimoni (movente anche qui inesistente): ma si è mai vista una cosa del genere?
E l'orribile delitto Macchi, col corpo martoriato da coltellate ma senza una goccia di sangue (arma del delitto anche qui mai trovata) per cui fu condannato un poveraccio inchiodato da... una poesia neanche scritta da lui (movente inesistente).
Non c'è qualcosina che non torna? I misteri italiani non sono solo Ustica e le bombe alla stazione.
E come mai, con tanti casi irrisolti ("femminicidi" inclusi) si dà enorme risalto a questi e non altri? Domanda solo in apparenza banale.

Nel frattempo è emerso che lei non voleva trasferirsi in altra città, abbiamo appurato la prima disinformazione (o inesattezza che sia).
Non c'è tradimento, tutti dicono che era una coppia normale, non risultavano litigi. A un certo punto costei si fa caricare in macchina non si sa bene perché, trasportare chissà dove non si sa a quale scopo e lui di punto in bianco la uccide.
Impossibile con i dati (più o meno veritieri) in nostro possesso dare una valutazione.

Non è mancato però chi, per casi in apparenza semplici, ha formulato ipotesi (non prive di forti indizi se non di prove) sul concorso o influenza di terzi, o di fattori inspiegabili che hanno determinato un comportamento del tutto anomalo e inatteso di un soggetto. Come nei noti casi della Louder e della Jenkins, quest'ultima (non faceva uso di droghe e non meditava il suicidio) addirittura filmata mentre, dopo una normalissima festa di compleanno, dopo aver girato senza ragione apparente per i sotterranei di un hotel, si va a rinchiudere da sola in una cella frigorifera di cui neppure conosceva l'esistenza. O Elisa Lam che (sempre in un maledetto hotel) dopo aver seguito un percorso molto complesso che richiederebbe una piantina (che non c'era) sale sul tetto e... si getta in una cisterna dell'acqua. A render più inquietante la vicenda era un vicino laboratorio che si occupava di medicinali e in quei giorni ne stava sperimentando uno chiamato Lam Elisa. Oppure un film giapponese di pochi mesi prima (che lei non poteva aver visto) che descrive una ragazza (anche Elisa era di origine asiatica) che si getta da sola in una cisterna sul tetto di un hotel. Le probabilità di escogitare una trama così strana che si realizza pure nella realtà sono ZERO.

Forse davvero una persona di carattere tranquillo ha avuto un accesso di gelosia perché lei voleva... iscriversi all'università :ohmy:, e sapendo di finire in galera a vita l'ha uccisa a sangue freddo (cosa, ripeto, che chi non ha tratti psicopatici né addestramento militare non riesce a fare facilmente).
Non ho spiegazioni da dare per ora però non mi convince. Che volete farci

Marco21:
La causa è l'incapacità o la non volontà, di osservare le cause in profondità. E se qualcuno prova ad analizzare le cause, viene addirittura criticato ed accusato di giustificare l'assassino. Ma analizzare e giustificare, sono due cose nettamente diverse. Finchè si continuerà a dire che la colpa è solo degli uomini violenti, il problema non si risolverà mai. Tra l'altro questi omicidi ci sono sempre stati, e sono persino in diminuzione.

Il problema principale, è che non esistono i reati morali. Una donna quindi, può fare letteralmente ciò che le pare a un uomo. Può ingannarlo, tradirlo, sbeffeggiarlo e prenderlo in giro, distruggerlo emotivamente, ridurre la sua mente a un cumulo di macerie, e farla sempre franca, senza che nessuno la punisca mai, e senza che l'uomo possa difendersi in nessun modo. Quindi, chi soffre le pene dell'inferno, e non percepisce nessuna giustizia in questa società, e si sente vittima di una terribile ingiustizia, se non è sufficientemente saggio e forte, rischia di farsi giustizia da sè.

Pensare che queste donne uccise, siano delle assolute vittime innocenti che nulla avevano fatto di male, nella stragrande maggioranza dei casi, è totalmente falso. Lo sanno bene tutti gli psicologi, che quasi sempre, nelle coppie le responsabilità e i disturbi psicologici, sono spesso di entrambi ("per fare un fosso ci vogliono due rive" recita il proverbio). C'è modo e modo di lasciare un uomo. Puoi essere schifosamente egoista e disumana, e farlo soffrire come un cane, o puoi pensare anche al suo bene, dimostrando che hai a cuore anche la sua vita, e non solo la tua. Se dimostri empatia, difficilmente le cose vanno in questo modo. Senza contare il fatto, che ormai sono sempre e solo le donne a lasciare e a interrompere le relazioni, spesso anche per futilissimi motivi, o addirittura anche senza alcun motivo. E lo sappiamo bene tutti. La totale assenza di empatia femminile, che spesso si riscontra, produce queste mostruosità.

Se compi il male, prima o poi ti ritorna indietro. In un modo o nell'altro. Chiamalo karma, chiamala provvidenza, chiamala legge di causa-effetto, chiamala legge di azione e reazione. Sono leggi cosmiche, universali, che valgono sempre. Se non l'avesse uccisa lui, ne avrebbe pagato le conseguenze in altri modi, o l'avrebbe uccisa qualcun'altro, dopo aver ricevuto lo stesso trattamento poco empatico.

Dire che la colpa è solo ed unicamente degli uomini, e guardare solo l'ultima azione finale, senza considerare tutta la storia e tutto ciò che è successo prima, non solo è illogico e disonesto, ma è anche molto stupido, perchè impedisce di risolvere il problema ed evitare che queste atrocità si ripetano.

Marco21:
Riassumo il post precedente, con una possibile soluzione a questo problema: introdurre i reati morali. Se esistessero i reati morali, molti uomini avrebbero un altro modo per difendersi dalle ingiustizie subite dalle donne, e potrebbero fare affidamento sulla giustizia. I tradimenti, l'induzione al suicidio con tossicità subdola e perfida, l'inganno, il mentire su tutto, sommergere letteralmente l'uomo di bugie, il ghosting improvviso e spietato dovuto alll'incapacità palese di comunicare e di prendersi le proprie responsabilità, sono tutte cose, che distruggono emotivamente un uomo. E che non hanno nessuna conseguenza per le donne.

Ecco, l'introduzione dei reati morali, secondo me ridurrebbe sensibilmente gli omicidi, perchè gli uomini percepirebbero di poter avere giustizia in modo molto più semplice e legale, e sentirebbero che la loro sofferenza può essere riconosciuta, compresa, e non negata in modo disumano come avviene oggi.
Ma ovviamente, siamo lontani anni luce da questa soluzione. 

Anzi, addirittura persino quando l'induzione al suicidio è palese, come nel caso del suicidio di Vincenzo Cancemi, la donna la fa sempre franca, nonostante l'induzione al suicidio sia un reato già riconosciuto dal codice penale, ma chissà perchè, le donne la devono sempre fare franca.

.

Vicus:
Neanch'io bevo mai la versione della brava ragazza che non ha fatto nulla, ma proprio nulla per evocare una reazione del genere. Ma obiettivamente lei non sembrava soggetto da ferire qualcuno.
Per quelle che si comportano male però avrei una soluzione ancora più efficace: abolire privilegi e favoritismi nello studio e nel lavoro e reintrodurre il lavoro agricolo e nelle risaie.
Non serve neppure una legge, è scritto nel futuro con la demografia e la bolla finanziaria che incombe nella gozzoviglia generale.
Cambieranno da così a così

Navigazione

[0] Indice dei post

[#] Pagina successiva

Vai alla versione completa