Autore Topic: Dove sono gli alieni? Il paradosso di Fermi e il grande silenzio del cosmo  (Letto 527 volte)

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Online Frank

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https://it.wikipedia.org/wiki/Amedeo_Balbi
Amedeo Balbi (Roma, 6 maggio 1971) è un astrofisico, divulgatore scientifico e saggista italiano.




«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Queste sono parole di Silverback, risalenti a 19 anni fa, che ho riesumato su Uomini 3000.

Citazione
Argomento affascinante.
In proposito c'è stato qualche esperto che ha provato a calcolare quante probabilità ci sono che esistano delle civiltà extraterrestri, anche se, ovviamente, tali calcoli non possono avere alcun valore scientifico: si tratta solo di un gioco intellettuale.

Numero di stelle nella nostra Galassia.
Ottimista 300 miliardi; pessimista 100 miliardi.

Numero di sistemi solari simili al nostro.
Ottimista 1,7% di 300 miliardi = 5 miliardi circa; pessimista 0,1% di 100 miliardi = 100 milioni.

Numero di sistemi solari simili al nostro con un pianeta in posizione giusta.
Ottimista 20% di 5 miliardi = 1 miliardo; pessimista 10% di 100 milioni = 10 milioni.

Numero di pianeti adatti alla vita su cui può essersi sviluppata una forma di tipo batterico.
Ottimista 100% di 1 miliardo = 1 miliardo; moderato 50% di 10 milioni = 5 milioni; pessimista 0,01% di 10 milioni = 1000.

Numero di pianeti sui quali da forme di vita di tipo batterico avrebbero potuto svilupparsi forme di vita di tipo pluricellulare.
Ottimista 70% di 1 miliardo = 700 milioni; moderato 20% di 5 milioni = 1 milione; pessimista 5% di 1000 = 50.

Numero di pianeti sui quali, partendo da forme intelligenti, avrebbe potuto svilupparsi una civiltà tecnologica.
Ottimista 100% di 600 milioni = 600 milioni; moderato 100% di 250.000 = 250.000; pessimista 5% di 1 = 0,05.

Numero di pianeti della Galassia sui quali potrebbe esistere oggi una civiltà tecnologica.
Ottimista 0,1% di 600 milioni = 600.000; moderato 0,02% di 250.000 = 50; pessimista 0,0002% di 0,05 = 0,0000001.

Fin qui il calcolo riferito alla nostra sola Galassia. Ma si calcola che nell'Universo le galassie siano circa 100 miliardi. Moltiplicando quindi per 100 miliardi i dati precedenti si ottiene:

Numero di civiltà tecnologiche oggi nell'Universo.
Ottimista 60 milioni di miliardi; moderato 5000 miliardi; pessimista 10.000.

Naturalmente, ripeto, si tratta di un semplice gioco intellettuale, che non vuole dimostrare niente.
Anche perché ci sono da considerare molti altri fattori che possono rendere il calcolo molto più pessimistico.
Bisognerebbe tenere conto infatti anche di elementi apparentemente marginali, ma che molto probabilmente sono stati determinanti per l'evoluzione della vita sulla Terra.
Come il ruolo della Luna, che influisce sull'inclinazione dell'asse terrestre e sulla durata delle giornate.


Citazione
In proposito lo studio dei pianeti del Sistema solare ha fatto capire agli esperti in materia che occorre una particolare combinazione di vari fattori, perché si possano creare le condizioni giuste per la nascita della vita. Il successo della vita sulla Terra non è casuale: è dovuto proprio a una combinazione vincente, al fatto di possedere certi requisiti.
Quali?
Ebbene, per poter disporre di acqua allo stato liquido, di una temperatura giusta, di un'atmosfera adatta, un pianeta deve:
1- Non essere troppo vicino al suo sole, ma neppure troppo distante (per non finire arrostito o gelato).
2- Avere un'orbita quasi circolare, in modo che non ci siano sbalzi troppo grandi di temperatura tra una stagione e l'altra.
3- Avere un periodo di rotazione non troppo lento.
4- Essere di una dimensione ottimale: né troppo piccolo (altrimenti non trattiene l'atmosfera necessaria), né troppo grande (altrimenti l'atmosfera diventa eccessivamente spessa).
5- Ruotare intorno a una stella di massa simile a quella del Sole.
Infatti solo stelle di questo tipo vivono abbastanza a lungo (miliardi di anni) per dare il tempo alla vita non solo di nascere, ma anche di evolversi.
Sono queste alcune delle condizioni necessarie perché un pianeta sia dotato delle caratteristiche (atmosfera, temperatura, acqua) adatte al "montaggio" della chimica organica.
E qui si arriva a un punto molto interessante.
Se si guardano i vari requisiti sopra elencati, ci si accorge che il "modello vincente", in definitiva, è proprio quello terrestre.
Più ci si allontana dal modello terrestre, meno è probabile che concorrano le condizioni necessarie alla nascita e allo sviluppo della vita.
In altre parole, i pianeti che hanno più probabilità di ospitare la vita sono quelli che assomigliano di più alla Terra.
Questo non significa ovviamente che la vita non possa nascere o prosperare anche in situazioni diverse, magari molto diverse. Ma tra le tante "combinazioni" di fattori che si possono avere nei vari pianeti quelle simili alla "combinazione terrestre" hanno maggiori probabilità di successo.
Le eventuali forme viventi di questi ipotetici pianeti potrebbero presentare una qualche somiglianza con quelle della Terra? Non è da escludere.
Per l'uomo, come per gli animali, l'aspetto fisico non è casuale.
Lo sviluppo tecnologico per esempio, presuppone la capacità di manipolare oggetti e quindi sia la stazione eretta che i pollici delle mani.
L'intelligenza, per quanto se ne sa, ha bisogno di una centralina (cioè di un cervello) di certe dimensioni.
Quindi la testa non può essere troppo piccola.
Nella testa infatti si trovano concentrati tutti i sistemi di informazione: vista, udito, olfatto, gusto.
Ciò non vuol dire, naturalmente, che in un pianeta simile alla Terra ci siano necessariamente uomini e donne simili a noi, ma semplicemente che è molto improbabile che esseri intelligenti siano simili a vermi o a ostriche.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Online Salar de Uyuni

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Ma io distinguerei il problema in:
Quello che è
Quello che ci piacerebbe sentirci dire

La prospettiva di essere la sola specie con un briciolo di sale in zucca in tutto sto cazz di universo è agghiacciante.
Personalmente quando ero piccolo guardavo trasmissioni che trattavano il tema alieni e ne ero molto spaventato.

Ora ritengo che un alieno, un qualsiasi tipo di alieno renderebbe questa solitudine un po’ meno opprimente.
Alla fine se non esistessero alieni è come se fossimo in uno stato di morte cosciente.
Dentro di me sono sempre stato convinto di una cosa:
La vita non è un fenomeno casuale, tantomeno la coscienza.
Le leggi dell’universo devono prevedere la vita così come prevedono la morte, la nostra scienza tuttavia conosce solo l’entropia e la morte e anche l’esistenza di un batterio stante le nostre conoscenze di matematica, chimica e fisica è incompatibile con esse.
Del tutto.
Molecole giganti come le proteine con meccanismi di riproduzione non hanno alcuna spiegazione attualmente.
L’esperimento di Miller urey non dimostra nulla.
Di recente ho assaggiato il sapore della solitudine più profondamente e quando ho guardato il cielo provavo una sensazione di angoscia come se tutto quanto fosse desolatamente e stupidamente vuoto.
Ho elaborato in ragione di ciò una terminologia:
Teoria dello spreco.
Milioni miliardi trilioni di galassie ai fini di che?
Senza occhi che le guardano sono oggetti rivoltanti e idioti.
Lentamente dalla fase in cui ero certo dell’esistenza di un Dio e di alieni che lo conoscessero in questo universo, un Dio molto diverso da quello Cristiano, un Dio che non sceglie una specie, un uomo, o un punto particolare di questa roba cosmica piuttosto che un altro, sono passato ad una fase di tetra disperazione in cui l’infinito di Leopardi mi è parso solo un volubile costrutto della sua mente, e neanche poi così grandioso.
Dire che l’universo è grande non ha alcun significato, dire che l’uomo è un essere microscopico è una scemenza claustrofobica della forza dell’infinito:
Grande e piccolo sono categorie visuali, come tali, non esistono, senza occhi e immaginazione.
Sono arrivato a concludere che sappiamo poco e che dentro una cellula c’è la firma di un qualche essere primordiale è che sia lì che bisogni cercare.
Di recente ripropongo per l’ipotesi dell’esistenza degli alieni.
Più che col telescopio bisogna guardare col microscopio, gli alieni hanno firmato un qualche messaggio.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline Ryu

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Gli alieni esistono.
Odio il femminismo perché amo le donne

Offline Vicus

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Lo diceva Fred Hoyle, professore d Oxford: non possiamo essere nati dal caos, è mantematicamente impossibile, siamo stati progettati. Lui pensava da una specie aliena. Ma allora chi ha progettato quella specie? E quale specie sarebbe capace di progettare (e a quale fine) esseri così complessi, a loro volta capaci di coscienza, di sublimi altezze del pensiero e dell'arte e poi sparire su un disco volante come in un film degli anni '50?
Cancellato (quasi) il cristianesimo dall'uomo moderno, l'ufologia spunta in tutte le nuove religioni, da Scientology ai mormoni. Come dice Chesterton, quando l'uomo non crede in Dio crede a qualsiasi altra cosa.
Anche il grande Zichichi parlò di progetto intelligente della specie umana (intellligent design) e "complessità irriducibile che rende impossibile che si sia evoluta da organismi semplici. Basta conoscere un minimo di biologia per capirlo.

Gli alieni? Forse esistono, perché no. Anche se certamente non sono come ce li immaginiamo, "angeli" che appaiono su macchine multicolor sempre diverse. Ma l'istinto mi dice che almeno questo universo, queste coordinate di spazio-tempo sono state riservate a noi
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Gli alieni esistono.

Le prove dove sono ?
Dove li hai visti ?
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Lo diceva Fred Hoyle, professore d Oxford: non possiamo essere nati dal caos, è mantematicamente impossibile, siamo stati progettati. Lui pensava da una specie aliena. Ma allora chi ha progettato quella specie? E quale specie sarebbe capace di progettare (e a quale fine) esseri così complessi, a loro volta capaci di coscienza, di sublimi altezze del pensiero e dell'arte e poi sparire su un disco volante come in un film degli anni '50?
Cancellato (quasi) il cristianesimo dall'uomo moderno, l'ufologia spunta in tutte le nuove religioni, da Scientology ai mormoni. Come dice Chesterton, quando l'uomo non crede in Dio crede a qualsiasi altra cosa.


E chi ha progettato colui che avrebbe progettato la specie umana ?
Chi è il creatore di Dio ?
Hai una risposta ?
Ovviamente no.
Nessuno ha una risposta al riguardo, ma solo opinioni.
Quella umana è una mente finita, mica infinita, per cui è impossibile comprendere l'origine del tutto.
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Questa non è roba mia, l'ho riesumata sempre su Uomini 3000.

Citazione
Che cosa faceva Dio prima di creare l'universo? Per quale motivo lo creò in quel particolare momento, piuttosto che in un altro? Ma, soprattutto, perché creò l'universo? Se era "contento" di esistere in eterno senza un universo, che cosa lo costrinse a "decidersi" a crearne uno?
La Bibbia lascia parecchio spazio al dibattito su questi argomenti. E il dibattito c'è stato di sicuro. In effetti, gran parte della dottrina cristiana relativa alla creazione venne sviluppata molto tempo dopo la stesura della Genesi e fu influenzata dal pensiero greco tanto quanto da quello giudaico. Due questioni sono particolarmente interessanti dal punto di vista scientifico. La prima riguarda la relazione di Dio con il tempo; la seconda la sua relazione con la materia.
Le principali religioni occidentali proclamano che Dio è eterno, ma la parola "eterno" può avere due significati alquanto diversi. Da una parte può significare che Dio è esistito per un periodo infinito di tempo nel passato e che continuerà a esistere per un periodo infinito di tempo nel futuro; dall'altra che Dio è completamente fuori dal tempo.
Sant'Agostino optò per la seconda interpretazione quando affermò che Dio creò il mondo "con il tempo e non nel tempo". Considerando il tempo come universo fisico, piuttosto che come qualcosa in cui ha luogo la creazione dell'universo, e ponendo Dio completamente al di fuori di esso, Agostino evitò elegantemente il problema di cosa facesse Dio prima della creazione.
Questo vantaggio, comunque, è conseguito a un certo prezzo. Tutti possono riconoscere la forza dell'argomento che "qualcosa deve avere dato inizio a tutto questo". Nel diciassettesimo secolo era di moda considerare l'universo come una macchina gigantesca che era stata azionata da Dio.
Persino oggi molti sono attratti dall'idea di Dio come Primo Motore o la Causa Prima in una catena causale cosmica. Ma cosa significa, per un Dio posto fuori del tempo, causare qualcosa? In conseguenza
di questa difficoltà, quanti credono in un Dio atemporale preferiscono enfatizzare il suo ruolo nel mantenere e sostenere la creazione in tutti i momenti della sua esistenza. Non viene fatta alcuna distinzione tra creazione e conservazione: agli occhi del Dio atemporale entrambe rappresentano la medesima azione.

Il rapporto di Dio con la materia è stato allo stesso modo oggetto di difficoltà dottrinali. Alcuni miti sulla
creazione, come ad esempio la versione babilonese, dipingono un'immagine del cosmo come qualcosa che emerge dal caos primordiale. (Letteralmente "cosmo" significa "ordine" e "bellezza"; quest'ultimo aspetto soppravvive nella moderna parola "cosmetico".)
Secondo questo punto di vista la materia è anteriore a un atto soprannaturale creativo, ed è ordinata da esso. Una concezione simile fu abbracciata nella Grecia classica. Il Demiurgo di Platone era limitato perché doveva lavorare con la materia già esistente. Questo atteggiamento fu adottato anche dai cristiani gnostici, che consideravano la materia corrotta, e quindi un prodotto del diavolo più che di Dio.
In realtà l'uso generico della parola "Dio" in queste discussioni può disorientare, considerata la ricca varietà di schemi teologici proposti nel corso della storia. La credenza in un essere divino che dà origine all'universo e poi "si mette seduto comodamente" a osservare gli eventi che si svolgono, senza prendervi direttamente parte, è nota come deismo. In esse la natura di Dio è espressa nell'immagine del perfetto orologiaio, una sorta di ingegnere cosmico, che progetta e costruisce un meccanismo elaborato e immenso, e poi lo mette in moto. In antitesi con il deismo c'è il teismo, la credenza in un Dio che è il creatore dell'universo, ma che rimane pure coinvolto direttamente nella gestione quotidiana del mondo, soprattutto negli affari degli esseri umani, con cui
Dio mantiene un rapporto personale continuo e un ruolo di guida. Tanto nel deismo quanto nel teismo
viene tracciata una netta distinzione tra Dio e il mondo, fra il creatore e la creatura. Dio è considerato come un essere completamente altro dall'universo fisico e oltre esso, benché ne sia ancora responsabile. Nel sistema noto come panteismo, non viene fatta una tale distinzione tra Dio e
l'universo fisico. Pertanto Dio è identificato con la natura stessa: ogni cosa è parte di Dio e Dio è in ogni cosa. C'è anche il panenteismo, che somiglia al panteismo in quanto l'universo è parte di Dio, ma
non tutto. Una metafora è quella dell'universo come corpo di Dio.
Infine, parecchi scienziati hanno proposto un Dio che si sviluppa all'interno dell'universo, diventando alla fine così potente da rassomigliare al Demiurgo di Platone.

Alla fine della fiera, però, resta il fatto che nessuno sa, né mai potrà sapere, se Dio esiste oppure no.
Tra l'altro basta chiedere:"Qual è la causa di Dio?" e subito cominciano le difficoltà...
Risponde il credente:"Dio non ha bisogno di causa, poiché Egli è un essere necessario, causa di se stesso".
Perfetto.
Ma se si ammette che qualcosa - e cioè Dio - possa esistere senza causa, viene meno la necessità del concetto di Dio. Infatti, anche l'universo stesso potrebbe esistere senza una causa esterna a sé. Supporre che l'universo sia causa di se stesso richiede una sospensione dell'incredulità non maggiore che dichiarare che Dio è causa di se stesso.

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Chi è il creatore di Dio ?
Dove sta scritto che ogni essere debba avere un Creatore? Parliamo tra l'altro di un puro spirito, molto diverso dagli esseri dotati di corpi fisici.
Pensi che un Essere solo spirituale non possa esistere? Ebbene, la scienza ha dimostrato che la materia è un aggregato di onde elettromagnetiche, non esistono corpi solidi in senso stretto.
Citazione
Che cosa faceva Dio prima di creare l'universo?
La scienza ha dimostrato anche che il tempo non è un assoluto, che esiste sempre e comunque, ma una dimensione dello spazio (neanche quest'ultimo è una costante, ma può essere espanso, compresso, curvato ecc.). Per esempio per un ipotetico alieno (fonte documentario RAI) che si trovasse a una certa distanza dalla Terra, il nostro pianeta sarebbe al 1750. Questo è difficile da capire nella nostra cultura fondata sul mito del tempo, del progresso ecc. ma gli antichi greci (per esempio) vivevano in una cultura atemporale, in cui tutte le epoche erano contemporaneamente presenti (fonte: P. W. Lewis, Il Tempo e l'Uomo Occidentale). Questo era chiaro ai redattori della Bibbia, infatti nel Credo recitiamo: "prima di tutti i secoli".
Citazione
Infatti, anche l'universo stesso potrebbe esistere senza una causa esterna a sé.
E' un'affermazione traballante (per es. la materia non è eterna, v. big bang: cosa c'era "prima"? e come fa il nucleo iperdenso del big bang a crearsi ed espandersi da solo?) Ma se anche fosse così, c'è un palese difetto logico: un essere complesso e intelligente non si può "progettare" da solo e se lo hanno creato altri esseri simili a lui chi ha creato questi esseri?
Citazione
Alla fine della fiera, però, resta il fatto che nessuno sa, né mai potrà sapere, se Dio esiste oppure no.
Ho già postato video e prove scientifiche indipendenti di fenomeni inspiegabili con il caso e le leggi naturali. Oggi disponiamo di mezzi pressoché impossibili da confutare ma la gente ignora questi segni, non dico debba credere all'istante ma non si pone neanche domande.
Citazione
Quella umana è una mente finita, mica infinita
Non c'è dubbio
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Paol

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Segue un link ad un suggestivo video di Youtube sulla vita aliena, in generale.




L'ottimo è nemico del bene....ma non c'è limite al peggio

Offline Vicus

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Re:Dove sono gli alieni? Il paradosso di Fermi e il grande silenzio del cosmo
« Risposta #10 il: Marzo 09, 2023, 01:48:43 am »
Interessante ma per ora sono solo speculazioni, come è pura congettura dire che debbano esserci "per forza" forme di vita aliene, le condizioni sulla Terra già sono miracolose, in più gli esseri viventi non nascono dal "brodo" né dal caso e dalla probabilità...
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.