Autore Topic: In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani  (Letto 5264 volte)

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Offline Vicus

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #45 il: Agosto 18, 2021, 17:45:29 pm »
La Repubblica delle donne
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #46 il: Agosto 20, 2021, 11:49:05 am »
Sconfitta in Afghanistan? No non c’è interesse per restarci
Pubblicato il 16 agosto 2021 alle 21:08
nella sfera Sovranità Popolare la rivista
La NATO sconfitta in Afghanistan? No non c’è più nessun interesse economico e politico per restarci
L’Afghanistan da 50 anni è un Narco-Stato servo delle industrie farmaceutiche e della criminalità organizzata
In Afghanistan non ci sono giacimenti di petrolio ma resta un’area di interesse geopolitico per il controllo, il trasporto e la commercializzazione delle risorse energetiche dell'area del Caspio. La terra dei Talebani è perciò un corridoio molto importante. Forse non è un caso che da tempo si stia combattendo sul suo territorio una guerra molto strana, in cui i paesi della Nato si sono lanciati all'indomani degli attentati di New York e Washington.
Quale è il tesoro del Caspio?
Nel sottosuolo di Uzbekistan, Turkmenistan, Kazakistan, Kirghizistan e Tagikistan c'è il 31% del fabbisogno mondiale di petrolio e gas. Per le compagnie petrolifere è al momento la più grande frontiera esplorativa dopo il Mare del Nord. Un tesoro immenso con un solo problema da risolvere: la distanza dai mercati. Secondo gli esperti, l'impatto del petrolio del Caspio sul mercato internazionale si farà sentire tra 2/4 anni. Chi controllerà l'estrazione e il trasporto degli idrocarburi dell'Asia post sovietica, disporrà di un potere enorme.

Un gioco a tavolino ma anche sulla terra dei Talebani.
Chi sono i paesi che contendono il tesoro del Caspio?

Sono i soliti noti: Russia, USA e Iran. Mosca vorrebbe che il petrolio del Caspio passasse attraverso gli oleodotti che dalla Russia arrivano fino al Mar Nero. Teheran si offre come terra di passaggio di nuovi oleodotti. Gli Usa vogliono costruire una nuova pipeline per “bypassare” l’Iran, ultimo paese canaglia della lista stilata dagli USA nel 1991. Da un po’ di tempo ci sono cambiamenti importanti, gli Usa giocavano questa partita a distanza, pur avendo una presenza militare e logistica in Afghanistan ma le carte in tavola oggi sono diverse, gli USA stanno tendando di portare le proprie truppe in Uzbekistan e Tagikistan, a questo punto l’Intelligence americana suggerisce di abbandonare la terra dei Talebani, troppo faticoso, dispendioso e complesso controllare quanto accade nel Caspio restando in Afghanistan, meglio agire a favore di quasta nuova politica dalle nuova basi dove non sembra non esistere ancora una reale e concreta opposizione politica ai progetti degli USA.

Come per il gioco degli scacchi, il turno per la propria mossa passa alla Russia, in concomitanza dell’avanzata dei Talebani in Afghanistan, il 6 agosto, pochi giorni fa, si sono concluse le esercitazioni militari denominate SUD2021 a cui hanno partecipato militari sovietici e reparti degli eserciti Uzbeki e Tagiki.

ll Tagikistan, in quanto membro dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva (CSTO), è tenuto a presentare alla CSTO la richiesta per un eventuale dispiegamento di truppe straniere. L’Organizzazione dovrà poi valutare se approvarla o meno. Per quanto riguarda l’Uzbekistan, è rilevante sottolineare che la Nazione, molto recentemente, ha approvato una legge che vieta la creazione di basi militari straniere sul proprio territorio. Altrettanto importante è tenere a mente la stretta cooperazione che lega l’Uzbekistan alla Russia, aspetto che, a detta degli analisti, ridurrebbe notevolmente la probabilità che gli USA dispieghino le proprie truppe nel Paese.

Scacco matto, la mossa sovietica ha chiuso per ora la partita.

Perché l’Afghanistan è un Narco-Stato servo delle industrie farmaceutiche e dei narco-trafficanti?

Dal 1990 l'Afghanistan è il primo produttore mondiale di oppio, il 90% dell'eroina (460 tonnellate) nei mercati mondiali proviene infatti da questo paese, generando un profitto totale di 58 miliardi di dollari, di cui solo 1,2 rimangono ai coltivatori e trafficanti afghani.

Nonostante il paese sia il principale produttore mondiale di oppio, gran parte dei traffici vengono gestiti dai paesi limitrofi (Iran, Pakistan e Tajikistan), che risultano essere anche quelli in cui avvengono il maggior numero di sequestri. L’oppio, coltivato nel paese e trasformato in eroina, viene quindi distribuito e venduto al di fuori di  questa regione attraverso due direttrici principali, la rotta Nordica e quella Balcanica, che collegano l’Afghanistan alla Russia e all’Europa dell’ovest. Ci sono però anche altri mercati in cui l’oppio afghano si sta espandendo, ossia la Cina, il sud-est asiatico e l’Australia.

Da sempre l’industria farmaceutica, meglio conosciuta come Big Pharma produce alcune decine di medicamenti a base di oppiacei e gli stessi sono venditi negli USA ad ogni angolo delle strade ma qualcosa non funziona più, la diffusione capillare e i decessi hanno fatto scattare l’allarme.

Il governo degli Stati Uniti non tiene traccia dei tassi di morte per ogni farmaco. Tuttavia, il National Center for Health Statistics (NCHS) presso i Centers for Disease Control and Prevention raccoglie informazioni sui decessi che coinvolgono molti dei farmaci più comunemente usati e disponbili fino al 2019 in un database pubblico, chiamato CDC Wonder.

Numero dei decessi per overdose di droga negli USA
Foto 1 - Numero dei decessi per overdose di droga

Big Pharma da circa 24 mesi subisce pressioni politiche, giuridiche ed al termine di un lungo patteggiamento, per evitare le aule del tribunale ha accettato il pagamento di 573 milioni di dollari (472 milioni di euro) a 47 stati Usa per il ruolo avuto nel promuovere le vendite degli antidolorifici oppiacei della Purdue Pharmàs OxyContin e di altre case farmaceutiche, che hanno causato la morte di oltre 450 mila persone negli ultimi due decenni.

Contemporaneamente alle pressioni politiche Big Pharma deve fare i conti con i militari USA in Afghanistan e teme di perdere la materia prima.

Alla fine del 2017, i comandanti militari statunitensi in Afghanistan hanno lanciato l'operazione Iron Tempest, una serie di attacchi aerei con bombardieri B-52, F-22 Raptor e altri aerei da guerra. L'obiettivo è quello di distruggere una rete di laboratori clandestini per la produzione di oppio che, secondo i militari statunitensi, stava contribuendo a generare 200 milioni di dollari all'anno per i talebani.

Ma nel giro di un anno, l'operazione Iron Tempest si spegne. Molti dei laboratori sospetti si rivelarono essere vuoti e con pareti di fango. Dopo più di 250 attacchi aerei, l'esercito americano ha concluso che era uno spreco di risorse continuare a far saltare obiettivi inutili con aerei avanzati e munizioni a guida laser.

La guerra alla droga che non c’è mai stata e uno degli eserciti più ben armati al mondo, scappano dall’Afghanistan

sopraffatti dall'oppio.

La domanda è dobbligo Big Farma ha ancora degli interessi per il poppy in Afghanistan?

Memory

La guerra alla droga compie 50 anni, ha inizio il 17 giugno 1970 quando l'allora presidente USA Richard Nixon convocò la stampa e seriamente annunciò: "Il nemico numero uno è l'abuso di droga. Da oggi lanceremo un'offensiva per troncare i legami con i problemi creati dalle fonti di offerta". Il messaggio è chiaro. Affrontava la storia di migliaia di reduci dai fronti di guerra che tornavano a casa dipendenti dall'eroina. Giovani neanche ventenni, raccolti in ogni angolo del paese, spediti a a combattere una guerra che avevano visto solo da lontano. Mesi di battaglie, scontri, imboscate, malattie. Una follia.

Parte della stampa internazionale dedica una ampia analisi ed è il via alla più lunga guerra nella storia degli Usa, poi rilanciata da Ronald Reagan e da sua moglie Nancy.

Da allora la guerra alla droga più che frenare il consumo creò le basi del narco-traffico, sconvolse le economie dei paesi produttori, eliminò lavoro e soldi a decine di migliaia di contadini, costringendo interi paesi in una spirale di violenza che continua ancora oggi, anzi più forte di prima. "L'unica maniera reale, concreta per chiudere con l'eroina", spiegò Nixon, "è bloccare la produzione d'oppio".

Fonte

UNITED NATIONS OFFICE ON DRUGS AND CRIME, Vienna, World Drug Report 2015

The Golden Age of Drug Trafficking/ How Meth, Cocaine, and Heroin Move Around the World | VICE News copia

SWP Research Paper, 2011

Robert K. Schaeffer Understanding Globalization The Social Consequences of Political, Economic, and Environmental Change.pdf

The Globalization of Crime UNODC

Global Afghan Opium Trade 2011

Afghanistan opium survey 201

https://sfero.me/article/sconfitta-afghanistan-no-non-c-interesse?fbclid=IwAR1ra9UMqyudZNO0Uzb6sCId7k56_XamE-HWFAgrmeBdXfOhFGEgW04EXSI
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Caiovaleriocatullo

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #47 il: Agosto 22, 2021, 19:33:39 pm »
Quella che Giulietto Chiesa chiamava "La guerra infinita" è finita grossomodo l'anno scorso, con l'eliminazione di Soleimani. Per gli Stati Uniti è di primario interesse esercitare un controllo pressante sul Medio Oriente, non tanto e non solo per l'accesso al petrolio, al gas del Qatar, per il controllo sul terrorismo internazionale. L'obiettivo più importante era la costruzione di un argine militare alle possibilità di espansione, sia commerciali sia militari, cinesi. Dopo il 1991, la Cina era rimasta l'ultima minaccia alla supremazia economica e militare statunitense e occidentale latu sensu. La pericolosità della Cina ha radici lontane, di cui il maoismo è solo l'ultimo frutto. L'Impero della dinastia Qing era stato la più grande potenza economica e demografica del mondo e per questo divenne bersaglio delle mire militari inglesi a più riprese, a partire dalle guerre dell'oppio fino alla rivoluzione xinhai, la quale dovette tutto al sostegno culturale ed economico dell'occidente. Fino alla morte di Soleimani l'unica strategia degli Stati Uniti era stata l'imperialismo totale attraverso una guerra mondiale permanente esercitata come forza di polizia globale e retta dalla supremazia militare. La morte di Soleimani è solo il primo effetto di una virata strategica degli Stati Uniti, che segna una sorta di passaggio alla maturità che si esprime anche nella svolta dem della nazione alle elezioni politiche. In tempi di guerra fredda e psyop, gli Stati Uniti si pongono il compito di passare dalla strategia imperialista a quella imperiale, perché considerano il loro impero mondiale come un'unità realizzata, garantita dalla supremazia militare sul mondo. La strategia imperiale comporta l'adozione di un controllo diretto delle popolazioni assoggettate: non si dovrà contrastare la Cina con le truppe stanziate in Medio Oriente, dove comunque il pronto intervento militare è garantito dalla presenza di Israele, ma con la supremazia mentale. Il punto è fare in modo che la democrazia 2.0, coincidente con la guerra delle informazioni e del controllo psicologico, si attivi come modello unico mondiale, generando una resistenza delle popolazioni mediorientali contro le penetrazioni cinesi, ed espandendo il campo fisico di mezzi per la guerra informatica contro Cina e Russia. Uccidere Soleimani era la mossa giusta per incrinare l'immagine della teocrazia iraniana e recidere il contatto emotivo dei governati con i governanti. La seconda fase della strategia doveva consistere nel ritiro delle truppe dalle aree in questione, compreso l'Afghanistan. Anche in questo caso la scelta è stata calcolata e fredda, tutt'altro che soggetta agli arbitri di questo o quel politico: ci ha lavorato l'intelligence, forse per anni. La bomba mediatica che è esplosa sulla vicenda, insieme con l'incredibile presa repentina del potere da parte dei talebani, sposterà tutta l'attenzione pubblica mondiale sull'esigenza di una salvaguardia dei diritti umani e democratici: i talebani non riusciranno mai a governare, perché il popolo afghano si erge nella sua innocenza, forte di tutte le attenzioni della comunità internazionale, senza assoggettarsi e senza combattere. Si tratta di insinuare un controllo sull'area attraverso l'informazione digitale, coordinata sulla base di tecnologie di intelligence artificiale il cui controllo è pienamente in mani statunitensi. I talebani dovranno scegliere se adattarsi e modernizzarsi o fallire e diventare "vecchi" in poco tempo. In quest'ottica, gli Stati Uniti hanno deciso di lasciare il controllo su quelle aree all'alleato turco, che già da un anno si prepara alla sua rinascenza ottomana, la quale non è altro che un servizio reso agli Stati Uniti, che possono tranquillamente controllare a distanza una lega di stati islamici guidata dai turchi e guadagnarsi così un argine definitivo e impenetrabile contro la Cina.

Sarebbe interessante approfondire il ruolo della Germania in questo gioco. Le relazioni fra Germania, Cina e Russia, recenti e passate, sono evidenti. Più oscuro, perché collegato al nazismo, è il rapporto della Germania con il mondo islamico e con il terrorismo.

Ovviamente il mondo si preoccupa principalmente dei diritti delle donne in Afghanistan... In realtà i rischi per le donne afghane sono minori rispetto a quelli per gli uomini. A torto o a ragione, le donne sono considerate un bene da avere in abbondanza: gli uomini no. Gli uomini verranno eliminati per ogni inezia, compreso l'aiutare le donne, le uniche che interessino alle associazioni umanitarie, a scappare. Alcuni saranno presi e mutilati per fare gli eunuchi. Per il mondo, però la vita femminile evidentemente vale di più.

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #48 il: Novembre 30, 2021, 14:42:22 pm »
Ieri il Corriere della Sega ha pubblicato una foto di un neonato afgano tutto pelle ed ossa sul punto di morire di fame. Impressionante. Con la chiosa che il "malgoverno" dei Talebani è il responsabile della situazione. Ma si è dimenticato di aggiungere che i fondi che appartengono al governo afgano (e, si presume, al popolo afgano) sono stati congelati nelle banche occidentali e non sono pertanto disponibili neppure per alleviare la fame dei bimbi afgani. I quali conseguentemente possono anche crepare di fame finchè al potere ci sono i Talebani a Kabul. Per far cadere i Talebani (colpevoli di aver sconfitto e umiliato la superpotenza statunitense), allora va bene tutto. Anche ridurre i bambini afgani  a degli zombi in pelle ed ossa. Così i Talebani "imparano" a vincere le loro guerre invece di perderle come l'Occidente comanda. E come la santa causa della libertà e delle libertà femminili impone.

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #49 il: Dicembre 21, 2022, 13:54:50 pm »
E' ufficiale: le ragazze in Afghanistan non potranno andare più all'Università. Questa la decisione espressa in un recente decreto ufficiale. Ovviamente, qui in questo Forum non si gioisce di certo e non si vuole certo gioire per la decisione. Qualcuno in cuor suo magari penserà che in fondo in fondo non sia un gran male visto che più studiano, più le femmine si rimbecilliscono e che nel mondo ci siano tragedie assai più gravi ed importanti. Ma questa è un'opinione minoritaria di qualcuno di noi. Di sicuro la maggior parte di noi non applaude a quello che è stato deciso in merito dal governo talebano. Tuttavia una riflessione qui si impone: quando in nome della "libertà delle donne afghane" o del desiderio di "dare un futuro alle generazioni femminili afghane" si vuole e si permette l'invasione di uno stato sovrano (e l'Afghanistan lo è, piaccia o non piaccia), lo si occupa per vent'anni e lo si bombarda alla cacchio perchè si vuole evitare il combattimento corpo a corpo perchè non si intende dare un dispiacere alle mamme americane che non vogliono che i loro figli arruolati nell'esercito USA si facciano la bua, cosa ci si aspetta che succeda quando le forze della resistenza all'occupazione occidentale riprendono il controllo del paese? Che si vendichino sulle donne afghane e sui loro diritti (compreso quello all'istruzione) in nome dei quali hanno dovuto subire l'invasione straniera, ovvio. E' un pò quello che accadde in Spagna dopo la sconfitta di Napoleone, quando gli spagnoli, riprendendo il controllo della loro terra, ripristinarono la Santa Inquisizione. Perchè ne erano affezionati? Proprio per niente. Semplicemente perchè era stata abolita dalle truppe di occupazione francesi e dal nuovo governo di Giuseppe Bonaparte messo in piedi dalle baionette dei granatieri napoleonici. Per rimarcare la ripresa della loro sovranità, gli spagnoli ripristinarono l'Inquisizione che era presente prima dell'invasione francese. Dieci anni dopo, gli stessi spagnoli l'abolirono. Un'osservatore straniero avrebbe potuto chiedere se ne fosse valsa la pena scatenare una rivolta di popolo in piena regola contro l'occupazione francese per poi fare quello che gli stessi francesi avevano già fatto. Qualsiasi spagnolo avrebbe risposto: "Sì, ne è valsa la pena: perchè dovevamo essere NOI ad abrogare la Santa Inquisizione, non degli invasori stranieri".  Stesso discorso vale per l'Afghanistan: negli anni '70 si vedevano le figlie dei capitribù recarsi all'Università di Kabul con le gonne sopra il ginocchio senza che nessun afghano si scandalizzasse. Chi può escludere che se si fosse lasciato in pace quel paese (che invece faceva gola alle "corporation" americane per la sua posizione strategica) le donne afghane e le loro figlie non avrebbero potuto continuare a studiare e andare all'Università? La verità è che l'Occidente, con la sua frenesia e la sua bramosia di esportare il suo "modello di sviluppo" ad altri popoli, ad altri paesi, ad altre culture che invece hanno valori differenti non farà altro che creare crisi di rigetto e reazioni violente delle quali faranno le spese non solo i cosiddetti "valori occidentali" ma anche le donne del posto che li hanno fatti propri sperando in un futuro migliore e che invece avranno, tranne forse pochissime, un futuro di precarietà, di sfruttamento e di perdità di identità come peraltro sta già accadendo in occidente per la maggior parte dei cittadini sia americani che europei. In Afghanista questo Occidente ha perso la partita e la sua crociata a favore delle donne. Il "maschilismo" degli afghani si è dimostrato più tenace, più resiliente e, in fondo, più vitale dei tanto esaltati valori occidentali che non esistono. La "civiltà del nulla", la "civiltà dell' hamburgher" si è rivelata una civiltà perdente dopo venti anni di inutile occupazione di un territorio asiatico tutto sommato marginale. Tra poco mostrerà il suo (inesistente) nerbo in Ucraina di fronte ai russi che invece sono disposti, come gli afghani, per quanto "maschilisti", a morire per i loro valori, questi sì davvero vitali. Certo, si dirà, anche gli ucraini sono disposti a morire. Ma gli ucraini muoiono al ritmo di 100 soldati al giorno perchè i russi non bombardano alla cazzo come gli americani ma sanno dove, come e chi colpire e quando. Per quanto tempo l'Ucraina potrà resistere, non si sa. Certamente non per vent'anni, come pure hanno resistito i talebani. Cederanno, alla fine dopo aver visto annientate le loro forze combattenti. E tutto ciò per aver creduto alle promesse USA. E, a questo proposito, gli americani hanno protestato con i talebani perchè non hanno mantenuto le loro "promesse", in sede di trattative, di permettere l'istruzione femminile. E quando mai gli americani hanno mantenuto le loro, di promesse? Ah già. mi ero dimenticato: loro sono i "democratici" . 

Offline Vicus

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #50 il: Dicembre 21, 2022, 22:30:41 pm »
Non è certo una perdita per l'umanità. Il ruolo PRIMARIO delle donne è fare figli per assicurare la continuità di un popolo, il resto possono benissimo farlo gli uomini e comunque è di gran lunga secondario
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Duca

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #51 il: Gennaio 02, 2023, 22:27:06 pm »
Qualcuno in cuor suo magari penserà che in fondo in fondo non sia un gran male visto che più studiano, più le femmine si rimbecilliscono
Esatto, se vedessi come sono ridotte le nostre studentesse...

Online Massimo

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #52 il: Gennaio 03, 2023, 01:03:33 am »
Esatto, se vedessi come sono ridotte le nostre studentesse...

Non volevo aggiungere questa cattiveria, ma l'ho fatto per onestà: tanto lo so che alcuni di noi queste cose le pensano veramente.

Offline Vicus

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #53 il: Gennaio 03, 2023, 02:01:49 am »
Chi le pensa e chi le ha viste coi propri occhi
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #54 il: Gennaio 03, 2023, 18:41:34 pm »
Qualcuno in cuor suo magari penserà che in fondo in fondo non sia un gran male visto che più studiano, più le femmine si rimbecilliscono

Ah beh, questo è più che sicuro e non per niente ho ripetuto per anni quelle parole...
Certo, va pure detto che studiare troppo - specie nelle facoltà umanistiche - rimbecillisce anche un moltitudine di omuncoli, notoriamente impegnati a fare gli scendiletto delle femmine.
Nonostante ciò io son favorevole alle femmine nelle università, magari in classi separate, visto e considerato che la presenza femminile rincoglionisce totalmente una massa di appartenenti al sesso maschile, come li rincoglionisce la summenzionata presenza femminile nelle palestre dove si praticano le arti marziali (tipo il mio amato judo) e gli sport da combattimento (pugilato, kickboxing, MMA, etc).
Ti dirò di più: per me le femmine son libere di fare quello che gli pare, anche di girare in perizoma e reggiseno o nude; l'importante è che la finiscano di sfracellare quotidianamente i coglioni agli uomini, specie se bianchi, etero e occidentali.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #55 il: Gennaio 03, 2023, 19:09:04 pm »
Ah beh, questo è più che sicuro e non per niente ho ripetuto per anni quelle parole...
Certo, va pure detto che studiare troppo - specie nelle facoltà umanistiche - rimbecillisce anche un moltitudine di omuncoli, notoriamente impegnati a fare gli scendiletto delle femmine.
Nonostante ciò io son favorevole alle femmine nelle università, magari in classi separate, visto e considerato che la presenza femminile rincoglionisce totalmente una massa di appartenenti al sesso maschile, come li rincoglionisce la summenzionata presenza femminile nelle palestre dove si praticano le arti marziali (tipo il mio amato judo) e gli sport da combattimento (pugilato, kickboxing, MMA, etc).
Ti dirò di più: per me le femmine son libere di fare quello che gli pare, anche di girare in perizoma e reggiseno o nude; l'importante è che la finiscano di sfracellare quotidianamente i coglioni agli uomini, specie se bianchi, etero e occidentali.

Peccato che i Talebani abbiano deciso di non dare retta neppure a Frank! :D
Ragion per cui: via le femmine dall'Università di Kabul! Gli americani e l'Occidente protestano. E che vogliono fare? Invadere di nuovo?

Online Frank

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #56 il: Gennaio 03, 2023, 19:20:10 pm »
Ma infatti i talebani son più cattivi di me.  :cool2:
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #57 il: Gennaio 05, 2023, 00:42:02 am »
Ma infatti i talebani son più cattivi di me.  :cool2:


Detto da te è un gran bel riconoscimento! :lol:

Offline Duca

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #58 il: Gennaio 24, 2023, 00:44:09 am »
Non volevo aggiungere questa cattiveria, ma l'ho fatto per onestà: tanto lo so che alcuni di noi queste cose le pensano veramente.
Non è cattiveria, è una constatazione... mediamente sono capre.

Offline Vicus

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Re:In Afghanista trionfa il "maschilismo" dei Talebani
« Risposta #59 il: Gennaio 25, 2023, 02:34:59 am »
Non è cattiveria, è una constatazione... mediamente sono capre.
Non me ne parlare, ogni volta che si accenna l'argomento vedo rosso. All'università ho visto capre imparare libri a pappagallo e prendere 30, con inflazioni dell'ego non immaginabili. Ma un prof. di un'altra università si lasciò sfuggire in un libro, che le donne sono spintea laurearsi per ridurre la popolazione. Anche se, per ovvi motivi, a procreare oggi sono solo le capre
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.