Autore Topic: Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti  (Letto 2341 volte)

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Offline Vicus

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Il Tribunale Amministrativo del Lazio si occuperà del ricorso presentato da due avvocati cagliaritani contro il provvedimento, che violerebbe la Costituzione. Questo è il collegamento: https://www.cagliaripad.it/542637/green-pass-due-legali-cagliaritani-portano-il-governo-davanti-al-tar/

§§§
 

COMUNICATO

E’ istruttivo leggere la definizione del green pass contenuta nel sito del governo per accorgersi di come il sigillo verde non sia l’ultima trovata per fronteggiare una presunta emergenza sanitaria, ma la completa marchiatura digitale della popolazione italiana in cambio dell’esercizio, comunque controllato, limitato e revocabile, delle proprie libertà fondamentali. Si tratta di un ricatto sintetizzabile nell’aut aut: o ti sottoponi al siero genico sperimentale, assumendoti totalmente ed esclusivamente la responsabilità degli effetti avversi  (che sono tanto più gravi, quanto più è bassa l’età della cavia) o sei condannato alla morte civile.

Riportiamo di seguito le informazioni tratte dal sitoappositamente predisposto dal governo e intitolato: Certificazione Verde Covid-19. EU digital COVID certificate (per chi volesse approfondire in appendice è riprodotto il testo del DL relativo 105 del 23/7/2021):

È una certificazione digitale e stampabile (cartacea), che contiene un codice a barre bidimensionale (QR Code) e un sigillo elettronico qualificato. In Italia, viene emessa soltanto attraverso la piattaforma nazionale del Ministero della Salute.

La Certificazione attesta una delle seguenti condizioni:

aver fatto la vaccinazione anti COVID-19 (in Italia viene emessa sia alla prima dose sia al completamento del ciclo vaccinale);
essere negativi al test molecolare o antigenico rapido nelle ultime 48 ore;
essere guariti dal COVID-19 negli ultimi sei mesi.
La Certificazione verde COVID-19 è richiesta in Italia per:

partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose;
accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture;
spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in “zona rossa” o “zona arancione”.
Dal 6 agosto servirà, inoltre, per accedere ai seguenti servizi e attività:

servizi di ristorazione svolti da qualsiasi esercizio per il consumo al tavolo, al chiuso;
spettacoli aperti al pubblico, eventi e competizioni sportive;
musei, altri istituti e luoghi della cultura e mostre;
piscine, centri natatori, palestre, sport di squadra, centri benessere, anche all’interno di strutture ricettive, limitatamente alle attività al chiuso;
sagre e fiere, convegni e congressi;
centri termali, parchi tematici e di divertimento;
centri culturali, centri sociali e ricreativi, limitatamente alle attività al chiuso e con esclusione dei centri educativi per l’infanzia, compresi i centri estivi, e le relative attività di ristorazione;
attività di sale gioco, sale scommesse, sale bingo e casinò;
concorsi pubblici.
La Certificazione verde COVID-19 non è richiesta ai bambini esclusi per età (ossia fino a 11 anni) dalla campagna vaccinale e ai soggetti esenti sulla base di idonea certificazione medica. Per queste persone verrà creata una Certificazione digitale dedicata. Finché questa non sarà disponibile, possono essere utilizzate quelle rilasciate in formato cartaceo.

Ci limitiamo ad evidenziare solo due tra le tante palesi violazioni di ogni principio di convivenza civile e democratica:

l’imperterrita legiferazione in sacris, con un’ingerenza abnorme nella sfera giuridica della Chiesa in contrasto con l’art. 7 della costituzione e le norme concordatarie, limitando / condizionando la partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose;
l’esclusione dai “concorsi pubblici”, e cioè un ulteriore colpo di coda distruttivo dell’art. 1 della costituzione, principio cardine della Repubblica Italiana che si fonda proprio sul lavoro.
Alla luce di quanto sopra, presentiamo una serie di riflessioni:

il fatto di condizionare l’accesso a un amplissimo ventaglio di attività (ristorazione, sport, svago, cultura, turismo, commercio, ricreazione) anche in zona bianca, ossia a prescindere da qualsiasi situazione epidemica, decretando di fatto che non esiste più alcuna condizione normale,rende evidente la finalità di questo ennesimo e gravissimo attentato alla libertà e alla nostra dignità di uomini liberi: l’interesse non è la tutela della salute, ma il controllo capillare e totalitario della popolazione.
Ricordiamo che dal 2014 l’Italia è diventata capofila nelle campagne vaccinali dell’Unione Europea. Il modello, come del resto già anticipato da diversi politici, è quello del social credit cinese: monitoraggio completo della persona fin nella sfera più intima delle proprie scelte personali per attribuire un punteggio in base alla conformità al modello imposto dal regime, in base al quale concedere o limitare le libertà personali. Il green pass vaccinale è quindi lo strumento terribile con cui si “educa” la popolazione all’accettazione del principio secondo cui la fruizione di servizi pubblici anche essenziali è subordinata ad una determinata condotta, che solo formalmente appare una scelta individuale, mentre in realtà non è più frutto di libera scelta perché tutto il sistema costituzionale viene di fatto svuotato dall’interno introducendo il concetto di “social credit”.
La prospettiva di doversi sottoporre ad esami frequenti e invasivi o, peggio, ad un farmaco sperimentale dall’efficacia quantomeno dubbia e dagli effetti avversi in gran parte ignoti, di certo censurati ma già ampiamente riscontrabili, senza alcuna possibilità di risarcimento in caso di danni, comporterà drastiche conseguenze per il turismo (anche in considerazione del periodo dell’anno in cui è stato approvato il famigerato dl) e per tantissime attività commerciali.Quelle che erano riuscite a sopravvivere alla prima fase dell’era Covid riceveranno il colpo di grazia. Pensate che incentivo per i turisti stranieri scegliere come meta per le vacanze un luogo dove sarebbero costretti al vaccino sperimentale o a continui tamponi per entrare in un museo o per accedere a una sagra di paese …
L’Unione Europea ha convalidato 5 terapie che saranno disponibili in tutti gli ospedali degli stati membri. Queste terapie, che porteranno alla guarigione nell’arco di 48 ore, con un’efficacia del 99%, saranno obbligatorie ed inserite nel protocollo per la cura del Covid-19 dai primi di ottobre. Sono le stesse cure utilizzate per personaggi pubblici come Boris Johnson, Donald Trump, Silvio Berlusconi e dai vip guariti in pochi giorni senza sottostare alla “vigile attesa e tachipirina” imposta dal ministero della salute. Con l’approvazione del nuovo protocollo curativo decadrà quindi l’emergenza che autorizza la sperimentazione dei vaccini genici anti Covid-19. In tal caso infatti verrebbe meno la condizione che presume l’inesistenza di altre terapie (che già sappiamo non vera, stante l’amplissima casistica di persone guarite con la terapia domiciliare precoce) e di conseguenza non sarebbe più possibile imporre obbligatoriamente farmaci sperimentali e in gran parte inefficaci.
La vaccinazione massiva comporta l’insorgere delle varianti, non garantisce l’immunità ed espone al rischio di contrarre gravi patologie, ed è quindi grottesco che vari politici e gran parte dei media stiano esercitando da mesi fortissime pressioni per incrementare la vaccinazione di massa.
E’ un provvedimento discriminatorio, che distrugge l’umano e il tessuto sociale, e alimenta il dissenso, fino al rischio dello scontro civile, come la nutrita partecipazione alle manifestazioni spontanee di protesta fa presagire. Genera, inoltre, conflitto di interessi tra chi è costretto a scegliere se vietare accesso alle proprie attività e la necessità di sopravvivere, trasformando di fatto gli esercenti in controllori di stato sotto ricatto, anzi istituendo  il ricatto come unica modalità per godere dei diritti costituzionali.
Il conflitto sociale ed economico in tal modo si sposta sulle categorie “vaccinato / non vaccinato“, laddove il primo percepirà sé stesso come un privilegiato e potrà scaricare la sua frustrazione, il suo disagio socioeconomico sul non vaccinato, discriminandolo e isolandolo, attuando una conflittualità e divisione funzionali al sistema.
Il dl 105 alimenta una falsa sicurezza nei vaccinati, che non trova alcun fondamento nella realtà medico scientifica. Basti ricordare i numerosi focolai di Covid nelle strutture sanitarie in cui i degenti e l’intero personale sono stati sottoposti al siero genico, gli oltre mille contagiati tra i 20.000 vaccinati all’indomani della partecipazione al Festival di Utrecht, i venti contagiati di Covid tra l’equipaggio conforme ai criteri del green pass a bordo dell’Amerigo Vespucci
Paradossalmente, quelli “abilitati” dal green pass saranno privati della libertà più ancora dei non vaccinati, dal momento che tutti i loro movimenti verrebbero controllati e mai si potrebbe venire a sapere come e da chi.
Con il marchio digitale verde la deriva totalitaria del nostro paese compie un incredibile balzo in avanti
; è quindi necessario opporvisi come è già stato fatto in passato con l’App Immuni, nuovamente riproposta oggi sul sito del governo.
Come possiamo difenderci?

Con il dl 105 ci troviamo di fronte ad abuso plurimo di normative, artatamente confusionarie, e ad una babele di provvedimenti riesumati.

All’ormai tragicamente consueto sfregio di ogni principio di diritto naturale, si aggiunge la violazione specifica dell’art. 3 della Costituzione con l’introduzione di una discriminazione incompatibile con il Regolamento CE 953/21, che ha ribadito la risoluzione del Consiglio d’Europa del  27 gennaio 2021 n. 2631 confermando e garantendo la tutela della libera scelta rispetto alla vaccinazione.

Il dl assegna la titolarità del controllo del green pass agli esercenti, quando invece l’unico titolare dei dati sanitari è l’Autorità Sanitaria.

Il presunto obbligo giuridico è quindi inapplicabile perché manca del presupposto di titolarità di chi lo esige e che non ha alcuna legittimazione a chiedere tali dati.

La richiesta di green pass è quindi totalmente illegittima, e altrettanto illegittimo per gli esercenti sarebbe pretenderne l’esibizione da parte dei clienti i quali, di conseguenza, non hanno nessun obbligo di fornire alcun dato sanitario privato.

Inoltre il dl 105 assegna agli esercenti la titolarità della privacy, con la conseguente responsabilità civile e penale di acquisire, trattare e conservare i dati dei clienti (informazioni personali che comprendono dati anagrafici, sanitari, giudiziari) in base alla normativa vigente e all’interesse pubblico. Può quindi controllare il marchio verde ma non può usare l’app di verifica, che è personale e subordinata alla concessione – da parte del singolo che l’ha scaricata sul proprio smartphone – dei propri dati alla ditta fornitrice dell’app.

L’esercente si troverebbe a controllare dati per conto terzi (Ministero della Salute) senza esserne un dipendente (funzionario ASL), posto che il green pass può essere considerato alla stregua di un estratto del Fascicolo Sanitario Elettronico (il cui accesso è  consentito solo a determinate figure sanitarie e professionali, previo consenso del paziente); inoltre non ha il controllo dei dati che non è neanche titolato a richiedere. Si configurerebbe quindi il reato di traffico illecito di dati sensibili sanitari sotto la sua totale responsabilità, posto che il cliente “controllato” dovrebbe come minimo dare consenso scritto dopo debita informativa e sottoscrizione di liberatoria.

Infine, l’esercente non può incrociare il green pass con i documenti d’identità (prerogativa esclusiva delle Forze dell’Ordine), ed è gravissimo che sull’App siano presenti anche i dati anagrafici.

Di conseguenza, se l’esercente fa entrare chiunque senza problemi rischia al più un verbale di accertamento (non la chiusura da parte delle Forze dell’Ordine, in quanto sanzione accessoria sulla sanzione amministrativa, che quindi spetta al Prefetto). Pertanto, se dovesse arrivare un’eventuale sanzione si seguirà l’iter per l’impugnazione o avanti al Prefetto o successivamente avanti all’autorità giudiziaria.

Al contrario, richiedere il green pass esporrebbe l’esercente alla commissione di una serie di reati legati alla violazione della Privacy, che includono anche profili penali, pene pecuniarie e risarcimenti non quantificabili.

Per i titolari degli esercizi commerciali rientranti nel dl 105 il consiglio è quindi di non richiedere alcun green pass. Qualora dovessero ricevere una visita ispettiva da parte di esponenti delle forze dell’ordine (che, paradossalmente, allo stato, non hanno alcun obbligo di munirsi di green pass e quindi non sarebbero in possesso in primis loro stessi del marchio verde lasciapassare per entrare nella struttura ristorativa che pretenderebbero di verificare), potrebbero in realtà anche rifiutarne l’ingresso se non muniti di green pass, o rispondere che tutto è in regola e che non sono autorizzati a mostrare informazioni il cui unico titolare è l’Autorità Sanitaria.

Lo stesso tipo di risposta vale anche per i clienti (per i quali oltretutto il dl 105 non prevede alcuna sanzione, anche se non mancherà chi – ignorando- le eleverà) che ricevessero la stessa richiesta dalle forze dell’ordine – che peraltro non avrebbero alcun titolo per disturbarli, non svolgendo in quel momento attività di indagine o di polizia per commissione di reati e all’interno di un esercizio privato: “Non esibisco alcun green pass perché chi me lo richiede non è titolato ad esigerlo” oppure: “Ho già regolarizzato tutto con il titolare della struttura” .

Rientrando tutta la materia nel campo degli illeciti amministrativi, la cui contestabilità è – come visto – farcita di illegittimità, l’eventuale dichiarazione non conforme rientra pienamente nella indiscutibile legittima difesa.

E’ quindi ora di reagire su diversi fronti, anzitutto con la disobbedienza civile e con il boicottaggio delle attività che chiederanno il green pass.

Di fronte alla richiesta di esibizione del marchio verde per l’accesso a servizi o strutture, è necessario rifiutarsi categoricamente, facendo notare che impedire l’accesso a chi non dispone del green pass rientra nell’incitamento all’odio per ragioni politiche (si tratta infatti di discriminazione politica, che nulla ha a che vedere con le millantate ragioni sanitarie).

A tali motivazioni si possono aggiungere quelle di carattere religioso di fronte a vaccini contaminati dall’aborto (infatti quelli commercializzati nel nostro paese utilizzano tutti linee cellulari di feti abortiti).

Se l’esercente dovesse insistere, dunque, o si decide di boicottarlo andando altrove, magari dicendoglielo così da raffigurargli concretamente il mancato guadagno, o lo si può esortare a chiamare le forze dell’ordine. In ogni caso si provvederà a lasciare una recensione negativa e a segnalarlo ai propri contatti o in rete, dove esistono già applicazioni e gruppi a tale scopo.

Alcuni esercizi commerciali hanno cambiato immediatamente registro, dopo una manciata di recensioni negative sui social per questo motivo. Esistono già diversi casi.

Anche noi di Iustitia in Veritate possiamo peraltro attivarci con azioni legali singole  o collettive per difendere i diritti di chi – esercente o avventore – voglia reagire contro questa ennesima impostura  legislativa sul green pass. Far dipendere l’accesso ad un bar o ad una palestra dal possesso di un simile documento può infatti costituire un reato, e la normativa in questione è inapplicabile perché contrastante con la Costituzione e tutta la normativa della stessa Unione Europea.

Esiste poi la possibilità di manifestare pubblicamente il proprio dissenso.

E’ importante partecipare alle manifestazioni che si stanno moltiplicando nel nostro paese, sull’esempio di quello che sta accadendo in altre nazioni europee, in primis la Francia.

Sabato 24 luglio migliaia di italiani sono scesi nelle piazze di 80 città a protestare contro il gravissimo attentato alla propria libertà e dignità di uomini liberi.

Iniziative simili continueranno e probabilmente si intensificheranno nelle prossime settimane.

Questa è una fondamentale battaglia di civiltà da cui dipenderà il nostro futuro e quello dei nostri figli.

Casistiche di interesse.

Molti ci hanno scritto sottoponendo diverse situazioni; ne riportiamo alcune tra le più rilevanti:

Servizi acquistati precedentemente alla promulgazione del dl 105. Es: biglietti per spettacoli teatrali, concerti, abbonamenti a palestre, soggiorni in strutture alberghiere…
L’imposizione del marchio verde per l’accesso è condizione per la risoluzione del contratto, richiedendo il rimborso. E’ possibile chiedere anche il risarcimento dei danni (es. da vacanza rovinata).

Anche qui vale il suggerimento generale: rifiutarsi di esibire il green pass con le motivazioni sopra descritte, con eventuale boicottaggio della struttura (se necessario).

Ingresso a strutture pubbliche (musei, biblioteche …).
Far comunque valere le proprie ragioni anche se chiaramente trattandosi di struttura pubblica il contesto è diverso: “Ho scelto di non avere il marchio verde con me per motivi politici. Questa è discriminazione politica”. Chiedere che venga chiamato il direttore responsabile e/o agire come sin qui esposto.

Inibizione dell’accesso a strutture sanitarie, pronto soccorso…
In questo caso è possibile presentare denuncia per ostacolo nell’accesso a struttura pubblica e/o per omissione soccorso
.

Richiesta di green pass per i dipendenti delle strutture interessate dal dl 105 da parte dei titolari.
I titolari degli esercizi interessati dal dl 105 non sono autorizzati a imporre il green pass ai propri dipendenti (che nei fatti si tradurrebbe nell’imposizione del siero genico sperimentale, per evitare il disagio fisico, psichico e economico di sottoporsi a continui tamponi). Ricordiamo la posizione del Presidente della Camera Fico, che ha bocciato la proposta di Confindustria sul pass obbligatorio per i dipendenti sui luoghi di lavoro, ribadendo invece la piena libertà di accesso al Parlamento.

Non solo quindi ai parlamentari non è richiesto alcun green pass per recarsi al lavoro, ma neppure per servirsi del ristorante di Montecitorio.

Ne consegue che anche per l’accesso alle mense aziendali non deve essere richiesta l’esibizione di alcun marchio verde
.

https://www.marcotosatti.com/2021/07/31/iustitia-in-veritate-greenpass-illegittimo-chiedere-rifiutarsi-e-o-denunciare/
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Altri suggerimenti su come boicottare il marchio verde:
https://www.facebook.com/groups/1372417783155311/posts/1384408758622880/
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Offline krool

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Al link di Vicus ho letto un commento molto esaustivo sulla faccenda:

Anzitutto tengo a precisare che io, come d’altra parte qualsiasi medico, sono assolutamente favorevole alla vaccinazione, pratica clinica che ha avuto origine oltre 1000 anni fa in estremo oriente e che si è poi evoluta, fino a costituire probabilmente lo step più importante della Storia della Medicina. Se lei mi chiede invece perché rifiuto “questa” vaccinazione, le motivazioni sono di diverso tipo.
Sotto un profilo clinico, è scritto su tutti i libri di testo universitari di Microbiologia (compreso il Fauci!) e di Malattie Infettive che non si vaccina mai nel corso di un’epidemia, per il rischio molto alto di creare mutazioni del virus (le famose varianti) che, pur essendo sempre casuali, sono in realtà iper-adattative e consentono al virus stesso di sopravvivere e replicarsi nonostante il vaccino. Questo fenomeno si chiama vaccino-resistenza, anch’esso ampiamente descritto nei trattati.
Inoltre, non ha senso vaccinare contro un virus estremamente mutevole come un Coronavirus, a meno che non si abbia a disposizione un vaccino che venga via via aggiornato in modo da essere sempre competitivo nei confronti dell’evoluzione dell’agente infettivo: e invece noi abbiamo vaccini che sono quasi due anni più “vecchi” rispetto al virus attuale, e questo spiega la recrudescenza dell’infezione in Paesi con un’alta percentuale di vaccinazione, come Regno Unito, Islanda, Israele. In un primo momento si è cercato di giustificare questo fenomeno con l’inefficacia del vaccino, e mi riferisco specificatamente a quanto è accaduto in Cile col cinese Sinovac, e quindi il Cile si è dotato del Pfizer e Astra Zeneca. Risultato: terapie intensive quasi sature e numero di morti superiore al periodo pre-vaccinazione. A San Francisco hanno chiuso due ospedali perché il personale si era ammalato nonostante la piena vaccinazione con Pfizer, in alcuni ospedali del Massachusetts idem, con Moderna.
Un altro aspetto riguarda le fasi di sperimentazione. In generale, un farmaco (ma anche un vaccino) deve essere sottoposto a varie fasi di studio:
1) la fase pre-clinica sugli animali, che serve sostanzialmente a stabilire l’eventuale tossicità della molecola su un organismo vivente complesso e poi alcuni parametri farmacocinetici: via di somministrazione preferenziale, assorbimento, distribuzione, metabolismo ed eliminazione;
2) la fase 1, cioè quella sui volontari sani, che serve per accertare che i risultati ottenuti sull’animale siano confermati nell’uomo;
3) la fase 2, quella sui volontari “malati”, che serve per verificare l’efficacia terapeutica del farmaco, o preventiva del vaccino in soggetti esposti al contagio;
4) la fase 3, quella più importante. Qui gli studi sono multicentrici, cioè effettuati in diversi ospedali, e devono essere condotti in doppio cieco e controllati con placebo. In questa fase è obbligatorio acquisire il consenso informato, perché il paziente deve sapere che è sottoposto ad una sperimentazione clinica, e quindi potrebbe ricevere il farmaco attivo oppure il placebo, e né lui né il medico lo sa (ecco il significato di doppio cieco). La fase 3 deve durare 3-5 anni (e guarda caso i vaccini anti SARSCoV-2 sono in fase sperimentale fino al dicembre del 2023!);
5) la fase 4, o farmacovigilanza, quella cui vengono sottoposti i farmaci una volta immessi in commercio. La farmacovigilanza (o sorveglianza) può essere attiva o passiva: è attiva quando il medico visita periodicamente il paziente che ha ricevuto il farmaco e riporta eventuali effetti avversi, è passiva quando il paziente segnala al medico un evento avverso, il quale dovrebbe segnalarlo alle autorità sanitarie che dovrebbero prenderne atto. Si calcola che gli eventi avversi segnalati con sorveglianza attiva siano 100 volte maggiori di quelli segnalati con sorveglianza passiva. Questi vaccini sono sottoposti solo ed esclusivamente a sorveglianza passiva e, per esperienza diretta, quasi nessuno degli eventi avversi segnalati dai pazienti viene riportato! Infine, gli effetti a lungo termine: qui sta la criticità più importante. Noi (e Pfizer, Moderna, Astra Zeneca) non sappiamo assolutamente niente di quello che il vaccino potrebbe provocare tra 1, 2, 5 o 10 anni. Infatti, perché uno studio clinico sia attendibile, due sono i criteri fondamentali da rispettare: la numerosità del campione e la durata del tempo di osservazione. Uno studio che coinvolga 50 milioni di persone per 1 mese ci può dire solo che quel farmaco è sicuro in acuto, mentre uno studio su 1 persona seguita per 20 anni, non ci dà alcuna informazione poiché tutto può essere ricondotto a variabili individuali. Nel caso di questi vaccini la numerosità non supera i 70 mila soggetti (di fronte a 2.5 miliardi di vaccinazioni effettuate!), e il periodo di osservazione ad oggi non supera 1 anno. Ricordo che farmaci usati per oltre 40 anni come antiulcera (ranitidina, cimetidina), sono stati sospesi dal commercio in quanto nel 2018 si sono accorti che avevano un componente potenzialmente cancerogeno! Vorrei aggiungere un po’ della mia esperienza clinica: da sempre ho vaccinato le donne con la metà del dosaggio consigliato per l’uomo, e questo perché le donne hanno un sistema immunitario molto più efficiente, che purtroppo a volte tende ad esagerare provocando le malattie autoimmuni. E somministrando mezza dose di vaccino ottenevo un titolo anticorpale sovrapponibile a quello dei maschi. Con questi vaccini anti-Covid (più che anti-SARSCoV2) stessa dose per tutti, non si fa alcuna distinzione di età, peso corporeo, sesso, eppure basta aver studiato un po’ di immunologia!
Sotto un profilo extra-clinico, oltre al ridicolo furgoncino Algida che trasportava il vaccino da Bruxelles a Roma, ciò che più mi indispone sono gli obblighi alla vaccinazione per alcune categorie di lavoratori, Italia unico Paese in Europa (e forse da settembre la Francia), in aperta violazione di una decina di trattati internazionali, da Norimberga in poi, che vietano drasticamente la sperimentazione medica coatta sull’essere umano, e di alcune risoluzioni del Consiglio d’Europa, in particolare la 2361/2021. E l’obbligo indiretto, col famoso green pass, di sottoporre a vaccinazione i ragazzi, popolazione praticamente immune dal Covid è terrificante e va contro ogni logica, buonsenso e deontologia medica, dove si deve sempre valutare il rapporto rischio-beneficio. Infine, troppe liberatorie per le case farmaceutiche, scudi penali per i vaccinatori e, soprattutto, una vera e propria estorsione, o meglio doppia estorsione, da parte dello Stato nei confronti di alcuni cittadini, quali ad esempio i sanitari: se non ti vaccini perdi il lavoro (1° estorsione), ma per vaccinarti sei obbligato a firmare un consenso informato (2° estorsione) che è per definizione e per diritto internazionale è libero. Poi non sono nemmeno riusciti a scriverla bene, la legge: “misure di prevenzione del contagio da SARSCoV2”, è riportato in Gazzetta Ufficiale, quando nessuno dei vaccini disponibili ha questa indicazione. In pratica, se uno prendesse alla lettera sia la legge che la scheda tecnica dei vaccini, non è possibile ottemperare alla legge stessa. Aberrante

Offline Vicus

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Grazie Krool, un parere medico serio e motivato (non ne mancano altri, altrettanto autorevoli, dello stesso tenore). Purtroppo buona parte della classe medica, per ovvie pressioni è arrivata a un punto orwelliano di auto-contraddizione e negazione delle basi professioali più elementari. Sta quindi al buon senso del lettore trarne le dovute conclusioni.
« Ultima modifica: Agosto 30, 2021, 01:56:12 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #4 il: Settembre 04, 2021, 04:38:32 am »
Azione legale in sede ITALIANA ED EUROPEA di uno studio internazionale SERIO e rinomato che ha già vinto importanti cause collettive. E' importante partecipare in TANTI, anche chi non ha mezzi può aderire:


Pagine di adesione qui:
https://www.santalex.eu/obbligo-vaccinale
https://www.santalex.eu/causa-dl-green-pass
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Offline Duca

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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #5 il: Settembre 05, 2021, 08:18:00 am »
Ho seguito le iniziative di Sandri, lui non è male ma conosciamo la magistratura per cui è molto meglio non farsi grosse illusioni.

Offline Vicus

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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #6 il: Settembre 05, 2021, 09:20:46 am »
Però la causa è in Europa. Inoltre molti cominciano a chiedere le autopsie, non è sempre facile insabbiare con parenti incazzati
« Ultima modifica: Settembre 05, 2021, 09:59:01 am da Vicus »
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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #7 il: Settembre 05, 2021, 10:21:39 am »
Però la causa è in Europa. Inoltre molti cominciano a chiedere le autopsie, non è sempre facile insabbiare con parenti incazzati
Lo so, Sandri è molto fiducioso, e anche Granara, io invece resto perplesso.

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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #8 il: Settembre 05, 2021, 10:41:05 am »
Lo so, Sandri è molto fiducioso, e anche Granara, io invece resto perplesso.
Anch'io. Spero che, come è successo con altre storie, la cosa si sgonfi prima che ci ammazzino tutti. In Spagna e altri paesi stanno  allentando e già cominciano a elevare "sanzioni": per viaggiare dalla Spagna serve un tampone più ravvicinato secondo i casi.
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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #9 il: Settembre 11, 2021, 20:48:43 pm »
Autocertificazione Free Pass redatta dagli AVVOCATI del COMICOST sulla base delle norme EUROPEE. Secondo varie testimonianze funziona, almeno per ora:
https://blog.comicost.it/?p=2859
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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #10 il: Settembre 23, 2021, 22:48:13 pm »
Da Altalex:

Al riguardo, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea, sezione II con sentenza del 21.06.2017 (C-621/15), ha stabilito che “il giudice di merito, chiamato a pronunciarsi su un azione diretta ad accertare la responsabilità del produttore di un vaccino per danno derivante da un asserito difetto di quest’ultimo, può ritenere, nell’esercizio del libero apprezzamento conferitogli al riguardo, che, nonostante la costatazione che la ricerca medica non stabilisce né esclude l’esistenza di un nesso tra la somministrazione del vaccino e l’insorgenza della malattia da cui è affetto il danneggiato, taluni elementi in fatto invocati dal ricorrente costituiscano indizi gravi, precisi e concordanti, i quali consentono di ravvisare la sussistenza di un difetto del vaccino e di un nesso di causalità tra detto difetto e tale malattia”.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #11 il: Ottobre 07, 2021, 12:57:45 pm »
In questo video presentiamo una serie di documenti per difendersi dell’entrata in vigore del marchio verde sul posto di lavoro: da vademecum con suggerimenti pratici sia per i lavoratori che per i datori di lavoro a documenti da inviare ufficialmente per difendere i nostri diritti e, se fosse necessario, per preparare la nostra difesa legale.
Nel video viene inoltre suggerita una strategia da adottare nelle grandi aziende e nel caso dei dipendenti pubblici.

I nuovi documenti disponibili sono:
- Vademecum per i Lavoratori contro il GP
- Vademecum per datori di lavoro e professionisti
- Messa a disposizione della prestazione lavorativa
- Richiesta al datore di lavoro di pagamento del tampone
- Modulistica verifica Green-Pass a campione per datori di lavoro
Li trovate tutti qui:
https://www.difendersiora.it/difesa-lavoro
La modulistica per creare un’associazione per difendersi sarà disponibile nei prossimi giorni.

Chi desidera partecipare al ricorso collettivo lo trova qui:
https://www.difendersiora.it/ricorso

Il video su Rumble:
https://rumble.com/vnfk37-lavoro-documenti-e-strategie-per-difendersi.html

OPERATORI SANITARI:
Purtroppo non ci sono ancora novità da segnalare...
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Azioni legali concrete con possibilità di successo. Partecipiamo in tanti
« Risposta #13 il: Novembre 25, 2021, 19:16:32 pm »
COMUNICATO

Super Green Pass: il regalo di Natale del governo

Come al solito preannunciato da roboanti squilli di trombe, salotti televisivi compiacenti e collegamenti dall’estero per creare la sensazione di accerchiamento in Italia rispetto ad un paventato incremento dei casi, ancora una volta il nostro governo mette in scena la rappresentazione tragicomica dell’ennesimo decreto legge ad efficacia differita.

I presupposti di necessità e di urgenza, che una volta erano necessari criteri per fondare un intervento governativo di tale specie, sono solo il ricordo di una compagine parlamentare che non esiste più, ma è ormai assuefatta al giochetto della continua prosecuzione di una menzogna volta a giustificare uno stato di emergenza altrettanto inesistente.

Le terribili parole di un primo ministro, che avallano senza ostacoli tale sceneggiata volta a consolidare una nuova normalità spacciata per conquista, alimentano pure la divisione tra chi accetta la narrazione – che quindi avrebbe diritto alla nuova normalità / libertà – e chi semplicemente esercita il proprio diritto all’autodeterminazione, secondo i principi di prudenza e cautela.

I primi sono i buoni che possono godere anche del nuovo Natale concesso dal potere; gli altri, costretti da restrizioni sempre più illogiche ed infondate, i cattivi da riconquistare entro il prossimo Natale.

Così manifestando apertamente il vero progetto di sradicamento progressivo dell’umano e del sociale avanzante e indotto.

L’abuso e la violazione dei principi dell’ordinamento democratico, ormai diventata prassi, chiarisce sempre più la svolta totalitaria verso una forma istituzionale non concepibile nel nostro sistema. Tale direzione è talmente evidente che forse per vergogna i veri giuristi tacciono.

L’unico obiettivo è alimentare in modo subdolo lo stato di paura, affinché i più deboli corrano a vaccinarsi per scaricare un passaporto totalitario regalato dal potere, con l’effetto di ridurre le proprie libertà a gentili concessioni e di accettare l’inoculazione di un siero genico sperimentale come un obbligo inevitabile.

A tutti suggeriamo di non lasciarsi prendere dal panico prestandosi così al gioco di chi tira le fila del discorso e di non cedere al ricatto morale e giuridicamente infondato di questa situazione. Invitiamo quindi a continuare a resistere e ad attendere l’effettiva data di inizio di un obbrobrio, che rende già di per sé grottesco questo ennesimo intervento legislativo, ricorrendo ad un eventuale aiuto legale per individuare in ogni caso specifico le opportune strategie per evitare di ridursi a cavie di uno Stato ingordo e privo di alcuna dignità.

Iustitia in Veritate

Iustitia in Veritate – Corso Venezia 40 – 20121 Milano (MI) Email: iustitiainveritate@gmail.com – Tel: 02/87166419 Sito: http://www.iustitiainveritate.org – Pagina Facebook: https://www.facebook.com/asdilesi/

Milano, 25 novembre 2021
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.