Autore Topic: Parità di genere, nasce «Femministi», scuola di formazione politica per uomini  (Letto 2599 volte)

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Offline krool

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Se il 21,9%% dei ministri del mondo sono donne, e se vi sono già 22 capi di stato donna, allora ci vogliono già le quote azzurre, ve lo assicuro. Le donne in media hanno interesse zero per la politica, basta vedere i numeri dei tesserati ai partiti se proprio uno volesse le nude statistiche, ma penso che chiunque un minimo sveglio lo possa già osservare quotidianamente chiacchierando con colleghe/amiche e leggendo sui social. Dicevo, se i numeri sono quelli che dice Draghi, le donne che hanno raggiunto quelle posizioni lo hanno fatto, statisticamente, in maniera non meritocratica ma solo per il fatto di esser donne. Lasciamo perdere poi la disparità salariale che è una bufala colossale.

Offline Vicus

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Quanto è migliorato il mondo grazie a quel 22%? Quote azzurre poi con chi, con Letta e con Giuseppi? Ci stiamo muovendo in uno stretto recinto definito dal politicamente corretto, non è questione di quote azzurre o di divorzio in 3 giorni, c'è un intero paradigma da cambiare
« Ultima modifica: Luglio 08, 2021, 22:09:22 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline krool

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Ovviamente le quote azzurre sono una provocazione e anche se venissero approvate non risolverebbero niente. Come dici tu c'è un intero paradigma da cambiare. Non andremo da nessuna parte finchè tutte le differenze uomo-donna continueranno a essere considerate discriminazioni e/o prodotti culturali a svantaggio delle donne (e mai il contrario). Questa ideologia di merda, oltre a creare un mondo meno giusto, ci rende sempre più nemici e sempre più incompresi. Gli uomini non sanno cosa farsene di donne in carriera arriviste e psicopatiche e le donne non sanno cosa farsene di uomini demaschilizzati che guadagnano meno di loro e trascorrono le giornate davanti a canne e netflix.

Offline Vicus

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Queste divisioni non si potranno sanare finché non ne riconosceremo la loro portata globale. La soluzione è spesso nel problema stesso, a patto di volverlo vedere
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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E' evidente che il vero obiettivo è spopolare e mettere gli uomini fuori gioco

Sì, ma un particolare che va sempre evidenziato, è che a mettere fuori gioco gli uomini saranno "altri uomini" come Draghi e non le complessatissime femminucce-femministe.
I peggiori nemici degli uomini comuni, come me o te, sono proprio loro, i cosiddetti "uomini di potere".
Altro fatto da evidenziare, considerando l'esterofilia di tanti quemmisti, è che questo NON è un problema "esclusivamente italiano"...
Anzi.
Quindi non è questione di Letta e Giuseppì.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline Frank

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Se il 21,9%% dei ministri del mondo sono donne, e se vi sono già 22 capi di stato donna, allora ci vogliono già le quote azzurre, ve lo assicuro. Le donne in media hanno interesse zero per la politica, basta vedere i numeri dei tesserati ai partiti se proprio uno volesse le nude statistiche, ma penso che chiunque un minimo sveglio lo possa già osservare quotidianamente chiacchierando con colleghe/amiche e leggendo sui social. Dicevo, se i numeri sono quelli che dice Draghi, le donne che hanno raggiunto quelle posizioni lo hanno fatto, statisticamente, in maniera non meritocratica ma solo per il fatto di esser donne. Lasciamo perdere poi la disparità salariale che è una bufala colossale.

Sfondi una porta aperta.
Io stesso l'ho evidenziato più volte, ed anche altri ben prima di me.
https://questionemaschile.forumfree.it/?t=8366653

Citazione
seiper1
view post Inviato il 21/5/2006
Ok. Andiamo per ordine.
Tu dici che la percentuale di donne in politica attiva dipende da un complotto (più o meno oscuro) della parte maschile (segreterie di partito, classi dirigenti etc.) per garantirsene il monopolio.
Ma prima di fare un'affermazione così banale, che è quella che sentiamo tutti i giorni dai media, sapresti dirmi quello che non viene mai detto?
Ossia, quale sia la percentuale di donne che frequentano la politica e partecipano attivamente nelle sezioni, nelle segreterie, sul territorio, nelle circoscrizioni, nei comuni e in tutti quei luoghi dove la politica si svolge?
Io, pur senza avere dati certi (che nessuno dice esplicitamente, perché, questa sì, è una realtà occultata) so che in molti partiti (molti, non tutti) la semplice percentuale delle iscritte non va oltre il 15/20 percento, ad essere generosi. E questo dato ancora non dice quanta parte di queste abbia un impegno effettivo o possegga solo una semplice tessera. A questo riguardo, sarebbe utile ed importante se qualcuno di noi (io non ho tempo sufficiente per farlo) svolgesse una piccola ricerca sul web per raccogliere questi dati sin dove possibile. Sono convinto che ne uscirebbe un quadro significativo.

Poi, chiunque conosca minimamente la politica sa perfettamente che la carriera e la sua ascesa sono garantite solamente dal seguito personale dell’attivista, dal numero di tessere che riesce a far sottoscrivere e dal suo bacino di consenso.
Se una segreteria di partito dovesse sostituire a questi criteri per formare le candidature quelli del sesso di appartenenza, pregiudicherebbe il rapporto effettivo con l’elettorato perdendo voti e rappresentanza. E’ quello che sta succedendo ai DS che, privilegiando in astratto la componente femminile, ad ogni tornata perdono quote di elettorato.
Secondo: tu dici che un ulteriore impedimento alle donne sarebbe dato dal dover crescere i figli.
Intanto, io non riesco più a capire come si faccia seriamente ad invocare, da un lato, la maternità come valore aggiunto della donna e, dall’altro, ad additarla come fattore di impedimento al suo sviluppo sociale. Da questa contraddizione, secondo me, si stanno producendo quei guasti psicologici individuali, che hanno il loro sintomo più drammatico nelle ormai numerose madri che sopprimono i figli a calci nella schiena o infilandoli nella lavatrice. Neanche questo aspetto viene mai considerato dai media, che preferiscono parlare, invece, di astratte depressioni post-partuum…….
Ma, a parte questo (che meriterebbe un approfondimento a parte), secondo te e molti altri, data questa evidenza biologica bisognerebbe alterare le regole del gioco democratico e della rappresentanza, nonché dei criteri meritocratici di selezione, solo per consentire alle donne una maggiore partecipazione sine titulo alla vita politica. E’ un punto di vista; sicuramente non il mio che lo considero una pericolosa falsificazione della rappresentanza politica.
Ma ci si dimentica di osservare, soprattutto, che questa eventualità poggia, in ultima analisi, sul sacrificio di altrettanti uomini che si guadagnano la carriera sul campo e non sull’appartenenza di genere e che si vedrebbero scavalcati da altrettante donne con la semplice giustificazione che “sono donne”.
Le chiamano esplicitamente “discriminazioni positive”, quindi ben comprendendo l’intimo aspetto discriminatorio che comportano, che sarebbe reso accettabile, chissà perché, dall’aggettivo positive. Naturalmente la positività della cosa non è estesa a tutti i cittadini, unico fattore che la renderebbe tollerabile, ma solo ad una parte di essi: quella femminile.
Io credo che qualunque discriminazione, anche a mente del dettato Costituzionale che tu stesso hai ricordato, non abbia mai alcun aspetto positivo, ma sia solo la legittimazione di un nuovo sistema di privilegi di una parte a danno dell’altra.
Se per te questo è progresso e civiltà siamo ben lontani dal comprenderci.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline fritz

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Io ho insegnato per anni. Parlo con una certa esperienza dunque.

Qualunque docente un minimo sveglio sa che i metodi di apprendimento di uomini e donne sono completamente diversi. I maschi sono piu' logici, intuitivi, hanno un modo di elaborare le informazioni piu' intrinseco e sviluppato e maturo delle femmine.
Queste ultime hanno un metodo di apprendimento che ad un uomo apparirebbe strano: il loro modo di apprendere e' quasi mnemonico, privo di intuizione, esperienziale e a comparti stagni. Hanno una evidente ridotta capacita' di collegare eventi.

La disparita' di genere e', dunque, qualcosa di insito nella natura umana ed e' in primo luogo intellettuale.
Non diro' poi come vengono elaborati i voti scolastici, ma posso dire che c'e' una gran pressione nel premiare continuamente le femmine.
A dire la verita', i voti dati a maschi e femmine praticamente e' come se fossero valutazioni di discipline completamente diverse.

Bisogna subito mettere in risalto che esistono le eccezioni, si'. Ma le donne, ed e' un fatto ovvio per chi ha insegnato - materie scientifiche, nel mio caso - hanno un modo di apprendere piu' elementare, quasi dogmatico. Hanno, e bisogna dirlo, un modo di comunicare piu' verboso dell'uomo medio, e questo contribuisce a mio avviso a mettere in risalto un'altra caratteristica femminile: quella di volersi vendere per piu' di quanto si e'.

La questione della disparita' di genere e', dunque, qualcosa di fuorviante - in questo forum alcuni di noi ne sono consapevoli, e manco ci badiamo molto. La disparita' di genere e' un fatto, e non ha senso nasconderla.
Cosi' come non ha senso nascondere il fatto che un negro non e' come un finlandese.

Sono tutte verita' ovvie, oggettive nei limiti della sensibilita' umana media.