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Rischi DOCUMENTATI del vaccino. Dati VERIFICATI e MEDICI DI FAMA

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Vicus:
Riceviamo da un amico il reportage che Elisabetta Frezza ha stilato dopo il Convegno svoltosi nell’ambito dell’Ordine nazionale dei Giornalisti in tema di Covid e informazione. Leggetelo, è molto interessante, e offre elementi per capire in quale tipo di trappola siamo stati – e siamo ancora - infilati. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il ruolo giocato da grandi giornali, e dall’intrattenimento – non voglio chiamarlo informazione – televisivo, sia l’uno che l’altro, salvo alcune rare eccezioni, a livello che non esito a definire terroristico e di conseguenza criminale. Per porre nel contesto tutto ciò, vi invito a leggere quello che diceva Giulietto Chiesa nel 2017, a questo collegamento. È la fine dell’illusione di una stampa libera e decente. Buona lettura.

§§§
Elisabetta Frezza: Vaccini, non è tutto oro quel che luccica e l’informazione giornalistica non è completa.

Nel corso del convegno (visibile sul sito dell’Ordine dei giornalisti) che si è tenuto presso Associazione Stampa Romana, intitolato “Covid e informazione, dov’è finito il giornalismo?” e a cui ha partecipato anche il presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine dei Giornalisti Carlo Verna insieme al giornalista e conduttore Mario Giordano; alla giornalista inviata per “Fuori dal Coro”, Angela Camuso, autrice dell’inchiesta che ha svelato lo scandalo delle cure negate ai malati di Covid, nonché autrice del libro assai critico sulla gestione della pandemia intitolato “La Vita Che Ci State Rubando”; al professore Alessandro  Capucci di Bologna; al primario Infettivologo Pier Luigi Garavelli di Novara; al fondatore del movimento di medici ippocrate.org Mauro Rango, ai medici Rosalia Billeci e Antonio Palma; al costituzionalista Daniele Trabucco e all’editore Pietro D’Amore, sono emersi nuovi e interessanti scenari nell’ambito della ricerca scientifica e della realtà clinica che mettono in discussione il messaggio univoco diffuso in queste ultime settimane dalle più importanti testate giornalistiche della carta stampata e della tv in merito ai risultati che si possono attendere dall’attuale campagna di vaccinazione di massa, sia in termini di prevenzione del contagio sia in termini di prevenzione della malattia da Covid in forma grave.
 
“Stanno arrivando al centro medico di assistenza di ippocrate.org,  che io dirigo, diverse richieste di aiuto di persone vaccinate che sono risultate positive dopo il vaccino – ha detto nel corso del convegno il medico Antonio Palma -. In una RSA c’erano 25 pazienti che erano in buone condizioni anche se erano anziani e la struttura era covid-free da diversi mesi, gli ospiti hanno fatto tutti la prima dose di Pfizer e si sono positivizzati tutti e 25 dopo il vaccino e hanno avuto sintomatologia tutti e venticinque e così anche il personale che assisteva queste persone e ci sono stati anche dei morti …. altri eventi simili sono accaduti a Vicenza, altri in Israele. E poi ci sono fenomeni all’estero su cui si dovrebbe riflettere. C’è il caso di Mauritius, che era covid-free fino a quando non hanno iniziato le vaccinazioni e c’è il caso della Cambogia, dove c’erano pochissimi casi di Covid e che ora ha avuto un’impennata di casi proprio dopo l’inizio della campagna di vaccinazione”.

L’infettivologo Pier Luigi Garavelli, d’altra parte, ha rimarcato che su efficacia e sicurezza dei vaccini è in corso un acceso dibattito nella comunità scientifica internazionale tutt’altro che concluso: “Io sono stato ammesso nello strettissimo gruppo di “Doctors for the World” – ha dichiarato il primario di Infettivologia di Novara che ha sul suo curriculum oltre 200 pubblicazioni scientifiche – che è un gruppo di medici e ricercatori che riunisce i massimi esperti di Covid nel mondo.  Soprattutto si cerca in questo gruppo di lavoro di comprendere alcuni aspetti e cioè:

– Perché dopo la vaccinazione ci si positivizza e come ci si positivizza ?

– È una nuova infezione oppure il vaccino rislatentizza un virus latente nel nostro organismo?

– La positività è dovuta a proteine spike in eccesso che vagano nel corpo umano?

Sono problemi – ha proseguito Garavelli – che ancora non hanno risposte ma sono ben presenti nei lavori dei ricercatori, non europei e italiani ma nei ricercatori americani. La cosa più facile da comprendere è l’esempio cileno dove la popolazione è stata vaccinata in maniera importante ma è emersa la variante brasiliana, che è riuscita a bucare il vaccino ed ecco che la popolazione cilena dopo il vaccino si è infilata nel buco nero della variante brasiliana, tra altro più aggressiva e repentina degli altri Coronavirus perché colpisce principalmente l’intestino. D’altra parte, la famosa frase ‘non ci si vaccina in pandemia’ non è riferita solo al Covid ma è riferita a tutti i virus a Rna che possono andare incontro a mutazioni, come appunto Covid.

Tutto questo è ampiamente scritto nei trattati di microbiologia che studiano gli studenti al secondo, terzo anno di medicina. Non lo dico io: ‘NON ci si deve vaccinare in corso di pandemia perché i virus si modificano per sfuggire al nostro sistema immunitario.

Quindi, considerando un virus mutante, una politica vaccinale può essere efficace solo se avviene contemporaneamente in maniera rapida in tutto il globo terrestre e questa non è una circostanza a cui stiamo assistendo oggi e questo è evidente”.

Non a caso il presidente del Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, Carlo Verna, ha sottolineato che è stata introdotta una nuova norma nel codice deontologico proprio riguardo le informazioni giornalistiche  sulla pandemia: “Noi abbiamo voluto precisare che bisogna avere cura di segnalare i tempi necessari per le sperimentazioni e bisogna rappresentare tutte le opinioni e posizioni in merito… cioè è arrivato il vaccino, eh sì, ma siamo tranquilli? Che percentuale di efficacia ha?”, ha spiegato Verna a cui ha replicato

Mario Giordano, sostenendo che sulla pandemia c’è stata e c’è “una cappa sull’informazione”.

“C’è un pensiero unico consolidato  – ha detto Giordano- e allora quando ci sono altre verità da raccontare bisogna essere ‘fuori dal coro’, perché questo pensiero unico impedisce alla gente di aver informazioni. È chiaro che se il giornalista va lungo il seminato del pensiero unico non rischia e lo abbiamo visto con la questione delle cure precoci di cui solo noi abbiamo parlato. È stato criminale tacere su questa questione, e visto che questo incontro è stato possibile anche grazie all’Ordine dei Giornalisti, io dico che dall’Ordine mi sento poco protetto quando vado ‘fuori dal coro’. Allora permettetemi di fare questo appello: attenzione a quelli che sono ‘fuori dal coro’ perché il conformismo dell’informazione è un grandissimo nemico della libertà di informazione. Di cure precoci non ha parlato nessuno ma non solo: ci sono state trasmissioni che hanno fatto passare per ‘pezzenti’ i medici che curano i malati di Covid”.

Anche il prof. Alessandro Capucci ha confermato la sistematica “disinformazione” in tema di pandemia, laddove “qualsiasi realtà clinica emersa è stata censurata”, stigmatizzata e negata con la motivazione che non fosse rispondente a certezze scientifiche:

“La medicina e la scienza sono collegate, però la scienza aggiunge dei dati – man mano che proseguono gli studi  – all’atteggiamento medico. Se io tratto una malattia, la tratto con quello che conosco in quel momento e, se mi arriva uno studio scientifico dimostrato che aggiunge un nuovo risultato per il trattamento di quella malattia, allora io ne terrò conto, ma io non devo trattare i pazienti solo in base ai lavori scientifici che arrivano ma li devo trattare in base alla loro malattia. La malattia del Cov 2 nasce molto vicina al Sars -Cov1 su cui ci sono studi pubblicati sin dall’anno 2000, che mettono in evidenza tutti gli aspetti che si sono presentati poi nel SarsCov2:  l’epidemiologia, i contagi, e si parlava anche della diagnosi col tampone. Oggi, con l’attuale sistema di diagnosi, c’è stata la diagnosi di tanti falsi positivi, perché i test sono stati amplificati  rispetto a quelle che invece sono le indicazioni scientifiche. E peraltro non c’è nessuna patologia al mondo la cui diagnosi si basa su un test, perché la diagnosi si fa sui sintomi, sulla storia clinica del paziente a cui può aggiungersi un test. I numeri dei contagi, basati su come sono stati fatti sinora i tamponi, sono sicuramente un artefatto. Tanto che proprio in questi giorni è stato pubblicato un resoconto del “Central for  Desease Control and Prevention” (CDC, il centro USA, n.d.r.) che *vuole cambiare i criteri di diagnosi (con i tamponi, n.d.r.)nei vaccinati : sarà fatta con un’amplificazione di 28, quando finora è stata utilizzata una amplificazione di oltre 40. In pratica, questo vuol dire cambiare le carte in tavola senza alcuna spiegazione medica: vaccinati o non vaccinati, in qualsiasi patologia la presenza di una quantità di virus nelle vie respiratorie è comunque possibilità di contagio per gli altri. Quindi, vaccinati o non vaccinati, non fa nessuna differenza. Può essere però utile cambiare le carte in tavola se io voglio dimostrare che ci sono meno contagi, e ciò andrebbe a favore dell’ottica dell’utilità del vaccino”.

Il medico Rosalia Billeci ha spiegato: “Questa malattia si cura. Quello che si è innestato nella mente della gente è che sia una malattia incurabile. È questa è un’idea delirante perché non ha riscontro nella realtà, perché noi curiamo giornalmente i pazienti e guariamo tutti se abbiamo al momento giusto le medicine giuste e questo però non viene rappresentato: per cui, se io dico che il Covid si cura, la gente rimane a bocca aperta chiedendomi con sfida ‘e come si curerebbe, quali sono i farmaci?’ come se fossi una stregona. Ma noi usiamo i farmaci del prontuario e abbiamo scoperto che funzionano e un vaccino sperimentale non potrebbe essere messo in commercio se c’è una cura e se non ci sono i morti, perché i morti ci sono perché non c’è una cura, perché se c’è una cura i morti non ci sono e se non ci sono i morti non c’è bisogno del vaccino sperimentale. Così, obbligando noi medici a vaccinarci, il governo ci sta dicendo “fate da cavia” . Ma perché dovremmo fare da cavia a una malattia che sappiamo che si cura?”.

Anche Mauro Rango, fondatore della  ippocrateorg.org, ha sottolineato: “Noi abbiamo contatti diretti e dati che arrivano dall’estero e dunque abbiamo informazioni dirette che non arrivano da giornali e siti internet. Quello che stanno facendo Mario Giordano e Angela Camuso è l’unico esempio al mondo di giornalismo vero su questo tema. Se si guardano i dati di questa cosiddetta pandemia, se essa fosse scoppiata 50 anni fa neanche ne avremmo parlato. Se si vedono i dati, noi di Ippocrate, su 60mila persone curate abbiamo avuto solo 7 morti, e queste sette persone sono persone che sono arrivate al centro di assistenza dopo 6 giorni dai sintomi. Tutti coloro che hanno chiesto assistenza entro i 6 giorni dai sintomi sono tutti vivi.  Ma perché stanno vietando in Europa il commercio dell’Ivermectina, quando l’Ivermectina è incredibilmente efficace in prima e anche seconda fase avanzata del Covid ed è 10 volte più potente dell’idrossicolorochina? Con l’Ivermectina in tre giorni si sconfigge il virus e l’hanno vietata!! Perché? Perché non si fanno inchieste su questo?”.

Mauro Rango ha poi rilanciato l’appello che ippocrateorg.org ha fatto a tutti i medici e sanitari affinché si uniscano a una “moratoria internazionale contro il vaccino ai bambini”: “Questo  vaccino genico sui bambini è una follia, perché i bambini non si ammalano quasi mai di Covid e quando si ammalano guariscono rapidamente e in fretta e non c’è alcuna evidenza, anzi i dati ci dicono il contrario che i bambini siano causa significativa della diffusione del virus”.

https://www.marcotosatti.com/2021/06/10/non-e-tuttoro-quel-che-vaccina-alla-ricerca-del-giornalismo-scomparso/

Vicus:
“Vaccini” anti-Covid: Una Struttura Traballante. Analisi delle Cifre Reali.

Mentre dalle prime pagine dei giornali di regime apprendiamo notizie di cronaca drammatiche, e qualche primo segno di dubbio, se non di resipiscenza, nel monolite della macchina “vaccinale”, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo della prof.ssa Sadaf Jamal Gilani, apparso su Off-Guardian nella nostra traduzione. Buona lettura, e riflessione.

Il 20 aprile, The Lancet ha pubblicato un’analisi sull’efficacia delle iniezioni di Covid. Questa analisi sostiene le conclusioni fatte nella mia precedente analisi. Cioè: le iniezioni di Covid NON sono “efficaci al 95%”.

https://www.thelancet.com/journals/lanmic/article/PIIS2666-5247(21)00069-0/fulltext?fbclid=IwAR3l9ca9jGEN_HOGM4PbhE3mwmSYOsEY7I1OyaiFpYcxNy2Zotbpr4L8j6k

https://off-guardian.org/2021/02/22/synthetic-mrna-covid-vaccines-a-risk-benefit-analysis/?fbclid=IwAR0QJdCjs2rZlBpbpuqOrMBax2lwGZsJyCHvJipBbPkfS1AFMzeTbapYWFU

Al di là del linguaggio tiepido degli analisti rivestito di gergo scientifico, il grafico che appare è abbastanza sorprendente.  Come spesso è vero, il diavolo sta nei dettagli, in questo caso, la differenza tra riduzione del rischio relativo e riduzione del rischio assoluto. (Per un’elaborazione su queste metriche, si veda il mio articolo collegato sopra).


Dalla “riduzione del rischio assoluto” si può calcolare il “Numero necessario per vaccinare” che indica approssimativamente quante persone devono essere iniettate per beneficiare ipoteticamente una sola persona. È una metrica che ogni persona deve capire prima di fare l’iniezione di Covid.

Di seguito sono riportate le metriche Numbers Needed to Vaccinate (NNV) per i “vaccini” Covid:


Per Pfizer, questo numero è stimato in 119. Ciò significa che 119 persone devono essere iniettate per ridurre un caso “Covid” in una persona. Quindi, 118 di quelle persone hanno corso un rischio (potenziale) senza alcun beneficio.

Alcune stime sono ancora più alte, secondo The Lancet, i dati del lancio di Pfizer in Israele suggeriscono un NNV di 217!

Queste cifre NNV sono probabilmente sottostimate, poiché c’è una significativa offuscamento dei dati dei trial. L’efficacia reale è probabilmente anche meno dell’1%, poiché alcuni dei gruppi iniettati che si sono ammalati di “sintomi simili al Covid” sono stati fallacemente etichettati come effetti collaterali, piuttosto che come potenziali infezioni di rottura.

Inoltre, nel fortunato 0,84% di persone che ipoteticamente hanno beneficiato del “vaccino”, non sono stati calcolati gli effetti collaterali. Le metriche di efficacia non includono gli eventi avversi delle iniezioni. In altre parole, la sicurezza e l’efficacia sono considerazioni completamente diverse. Per esempio, anche un intervento efficace può non essere sicuro se il rischio di danni è alto.

Questo esperimento di “vaccino” ha solo pochi mesi, eppure il sistema di segnalazione passiva VAERS negli Stati Uniti ha contabilizzato i decessi in seguito alle iniezioni di Covid come già superiori ai precedenti 21 anni di morti per tutti gli altri vaccini messi insieme, così come oltre 227.000 altri eventi avversi non fatali. Inoltre, è stato riferito che il sistema VAERS registra solo circa l’1% degli eventi avversi reali.

Molti ricercatori e medici allarmati in tutto il mondo hanno chiesto di fermare questo esperimento, citando un corpo crescente di effetti collaterali insoliti e morti associate. https://omny.fm/shows/on-point-with-alex-pierson/new-peer-reviewed-study-on-covid-19-vaccines-sugge Per le iniezioni di Covid, deve essere chiaro che il profilo di sicurezza completo è sconosciuto.

Inoltre, la “riduzione” non è una diminuzione delle morti e dei ricoveri, piuttosto una riduzione dei sintomi. La maggior parte di questi sintomi presumibilmente alleviati sono di una varietà generica di raffreddore e influenza. Per citare lo studio Lancet: https://www.thelancet.com/journals/lanmic/article/PIIS2666-5247(21)00069-0/fulltext?fbclid=IwAR3l9ca9jGEN_HOGM4PbhE3mwmSYOsEY7I1OyaiFpYcxNy2Zotbpr4L8j6k

Queste considerazioni sull’efficacia sono basate su studi che misurano la prevenzione dell’infezione da lieve a moderata di COVID-19; non sono state progettate per concludere sulla prevenzione dell’ospedalizzazione, della malattia grave o della morte, o sulla prevenzione dell’infezione e del potenziale di trasmissione”.

Inoltre, questi “casi” lievi che vengono “prevenuti” sono determinati da saggi PCR non validati.

Come detto, l’efficacia si basa sulla riduzione dei sintomi, e anche in questo caso forse solo per un periodo di tempo limitato. È già stato annunciato che sono necessari dei richiami, forse ogni anno o due volte all’anno.

Questa misera efficacia non è insolita per il regime dei vaccini che è giustificato sulla base del beneficio per l’intera popolazione. Tuttavia, in questo caso, l’argomento del beneficio per l’intera popolazione non può essere applicato, poiché non è stata fornita alcuna prova certa di una riduzione della trasmissione.

Inoltre, queste iniezioni sono ancora sperimentali. Sono in corso prove di fase 3 e questa tecnologia di “terapia” genica sintetica non è mai stata distribuita prima. Ogni giorno, nuove informazioni vengono alla ribalta, come questo studio di farmacocinetica animale che mostra che i vettori iniettati sono finiti in diversi organi, soprattutto ovaie [testicoli in altro studio] e milza. Il ricercatore canadese, il Dr. Bridle, ha condiviso le sue preoccupazioni sui recenti risultati della biodistribuzione delle nano-particelle lipidiche e delle proteine spike nelle persone iniettate.

Tragicamente, le masse in preda al panico si illudono con la propaganda che queste iniezioni sono efficaci al 95%. Questa è una metrica inutile basata sulla riduzione del rischio relativo. La riduzione del rischio assoluto è intorno all’1%. Milioni di persone stanno partecipando inconsapevolmente a un esperimento senza precedenti. Il Codice di Norimberga e i principi del consenso informato sono violati quotidianamente.

È consigliabile stampare la tabella di cui sopra e chiedere al proprio vaccinatore di spiegare questa metrica. Per esercitare correttamente il consenso informato etico e legale, ogni partecipante alla sperimentazione deve comprendere i potenziali benefici e rischi delle iniezioni, i potenziali rischi del Covid (in base all’età e allo stato di salute) e le alternative di trattamento efficaci per coloro che potrebbero averne bisogno.

Vi sentireste a vostro agio con un paracadute che funziona circa l’1% delle volte?  Direbbe poi che è efficace al 95% perché quel particolare paracadute ha funzionato il 95% meglio della concorrenza?

Un prodotto con un’efficacia molto discutibile, minuscola e molte preoccupazioni riguardo ai potenziali effetti collaterali gravi a breve e lungo termine (inclusi i decessi), potrebbe essere classificato più accuratamente come un veleno.

Un veleno può essere descritto come “qualsiasi sostanza che, introdotta o assorbita da un organismo vivente, distrugge la vita o danneggia la salute”. Gli effetti negativi possono assumere molte forme, dalla morte immediata a sottili cambiamenti non realizzati fino a mesi o anni dopo”.

Definizione di “veleno”, secondo la Royal Society of Chemistry

https://www.rsc.org/

Si può sperare che man mano che questo nefasto esperimento si svolge, i dati e la razionalità superino la paura, l’isteria e le menti eziolate delle masse.  Che la giustizia prevalga e che questi crimini contro l’umanità siano portati a giudizio [forse per questo le case produttrici beneficiano di uno scudo penale? E voi, lo sapevate?].

La dottoressa Sadaf Jamal Gilani, M.Pharm., Ph.D. ha completato i suoi studi presso Jamia Hamdard, New delhi e lavora come professore associato alla Glocal University, Saharanpur, India. Ha anche ricevuto una sovvenzione JRF dalla University Grants Commission, Govt. of India, New Delhi. Ha diverse pubblicazioni di fama internazionale e nazionale. È un membro a vita di molte organizzazioni scientifiche indiane ed è un revisore per un gran numero di riviste internazionali e nazionali di fama. È membro del comitato di dottorato di ricerca per i dottorandi della Glocal School of Pharmacy, Glocal University. È anche membro del comitato editoriale di Open Access Journal of Medicinal Chemistry (OAJMC), Medwin Publishers e valutatore ed esperto di question paper a livello UG e PG (Farmacia) per diverse università. Ha un decennio di esperienza di ricerca accademica.

https://www.marcotosatti.com/2021/06/11/vaccini-anti-covid-una-struttura-traballante-analisi-delle-cifre-reali/

Vicus:
Ora è ufficiale. Se guardate gli ultimi dati pubblicati dal servizio sanitario britannico, vedrete che in Scozia negli ultimi 11 mesi sono morte 596 persone con Covid. Nel corso degli ultimi sei mesi invece, sempre in Scozia, sono morte 3752 persone per via del vaccino Covid. Il vaccino Covid ha ucciso più persone dello stesso Covid. È vero. C'è una pericolosa "pandemia" ma non l'ha causata il Covid. L'ha causata il vaccino Covid.

https://dailyexpose.co.uk/2021/06/12/official-data-shows-more-people-have-died-because-of-the-covid-vaccines-in-6-months-than-people-who-have-died-of-covid-19-in-15-months/amp/?__twitter_impression=true

Prima avevano detto che il vaccino avrebbe restituito la "libertà" di viaggiare a chi se lo fosse fatto. Ora le compagnie aeree invitano i vaccinati a non viaggiare per il rischio trombosi.

Vicus:
Gli scienziati israeliani hanno individuato un legame tra il vaccino Pfizer e le infiammazioni cardiache. Almeno una persona su 3000 sviluppa miocarditi dopo il vaccino. Se vedete persone in buona salute che iniziano ad avere stranamente infarti, non vi sorprendete. È la "cura" del sistema.

Pfizer vaccine linked to heart inflammation in young men, Israeli experts conclude

(Natural News) In a preliminary report submitted Tuesday, June 1, to Israel’s Ministry of Health, researchers found a probable link between the Pfizer-BioNTech COVID-19 vaccine and cases of heart inflammation following vaccination.

https://www.naturalnews.com/2021-06-12-heart-inflammation-pfizer-vaccine.html

Vicus:
Errori di base nella progettazione e somministrazione dei vaccini ne imporrebbero l’immediata sospensione

professor Enzo Pennetta

https://m.facebook.com/watch/?v=400848351104915&_rdr

Quelli contro il Covid sono vaccini di nuova concezione, tanto che qualcuno mette in dubbio il fatto stesso che  si possano definire  tali, di sicuro ci si trova davanti a qualcosa di nuovo su cui un giudizio definitivo si potrà dare solo nel tempo.
Ma c’è qualcosa che già da oggi è possibile dire sulla progettazione dei vaccini stessi per quanto riguarda la scelta dell’antigene e la tempistica di somministrazione, fasi in cui sono stati commessi gravi errori che è già possibile individuare lasciando da stabilire solamente quale sarà infine l’entità effettiva delle conseguenze.
Vediamo qui di seguito quali sono gli errori commessi.

1-Errore nella scelta dell’antigene
Quando si è trattato di individuare la parte del virus Sars Cov 2 da far produrre al nostro organismo come antigene per ottenere l’immunizzazione si è scelta la proteina “spike”, quella parte del virus responsabile dell’aggancio dello stesso alle cellule che poi vengono infettate. Nell’operare questa scelta si è partiti dal presupposto che le proteine spike fossero parti del virus prive attività patogena, un assunto non supportato dalle necessarie ricerche che lo confermassero.

Oggi quelle ricerche sono state fatte ed emerge proprio il fatto che inoculando l’mRNA per sintetizzare le proteine spike si induce l’organismo a produrre una sostanza fortemente patogena, cioè per proteggere dal potenziale contagio e relativa patologia Covid-19 si fa produrre alla persona una proteina tossica che è proprio il problema che si vorrebbe evitare, i vaccini contro il Covid sono letteralmente dei “pharmakon”, termine che non a caso indica sia una medicina che un veleno, una delle conseguenze dell’azione patogena delle proteine spike è la trombocitopenia, cioè una carenza di piastrine nel sangue che può causare emorragie.

In studi peer review sono stati accertati casi di trombocitopenia riconducibili alla somministrazione dei vaccini a vettore virale di Astra Zeneca (Nature Medicine) e in altri studi si evidenziano le stesse conseguenze con vaccini ad RNA come Pfizer e Moderna (AJH – American Journal of Hematology), sollevando la questione che non si tratti della specifica tecnologia a vettore virale a produrre tali conseguenze ma che sia proprio la scelta di iniettare l’mRNA per la proteina spike e farla produrre ai soggetti interessati la causa della trombocitopenia, si tratta della reazione avversa che ha causato l’emorragia al seno cavernoso e la conseguente morte della diciottenne Camilla Canepa.

Che la proteina spike sia patogena emerge anche da studi che ne riferiscono la capacità di danneggiare l’epitelio dei vasi sanguigni (AHA -American Heart Association), ma oltre ai danni immediati anche altri aspetti della proteina devono essere ancora approfonditi, tra questi particolarmente preoccupante è la scoperta di un tratto dalle caratteristiche prioniche che emergeva da uno studio preprint già nel 2020, i prioni sono delle proteine in grado di destabilizzare altre proteine, al di fuori degli specialisti abbiamo imparato a conoscerli con l’encefalopatia spongiforme, la malattia meglio conosciuta come “sindrome della mucca pazza” ma i prioni sono anche implicati in patologie quali l’Alzheimer e il Parkinson.
Il sito prionico nella regione S1, quella della proteina spike, tra l’altro risulta essere unico tra i coronavirus e questa unicità oltre a sollevare domande sull’origine evidentemente rende necessari studi specifici rispetto a quelli già disponibili su altri coronavirus.
La presenza del sito prionico pone interrogativi di estrema gravità su possibili conseguenze a lungo termine della somministrazione di proteine spike nei vaccini anti Covid, timori manifestati espressamente da Luc Montagnier:

“..ci saranno effetti forse anche su più generazioni, ma avrà effetti sulle generazioni attuali nel giro di cinque anni, dieci anni. È estremamente possibile. Sono quelle che si chiamano “malattie neurodegenerative”. Ci sono sequenze che sembrano delle sequenze di prioni nell’RNA del coronavirus e questi prioni possono mettere in disordine le proteine ​​naturali nel cervello per modificarle e farne dei prioni. Su questo tema sono stato anche molto coinvolto perché l’Institut Pasteur ha usato in un certo momento degli estratti di cervello di persone morte non a causa di prioni ma di Alzheimer o di Parkinson, per ottenere l’ormone della crescita e iniettare questo ormone, di origine umana, a dei bambini al fine di incrementarne la crescita. Questa è stata l’occasione di uno scandalo perché centoventi bambini sono morti della malattia di Creutzfeld Jakob dopo essere stati trattati con questo prodotto. E’ stato conseguentemente un caso finito in tribunale. I colpevoli sono morti e tutto è andato a spegnersi ma io lo tengo bene a mente: centoventi bambini ai quali era stato iniettato un ormone della crescita di origine naturale perché dei prioni si sono formati non solo per il morbo di Creutzfeld Jakob ma anche per malattie più diffuse come la malattia di Alzheimer o di Parkinson.“

Gli effetti patogeni accertati e quelli sospetti della proteina spike del Sars Cov 2 risultano particolarmente gravi e quindi tali da sconsigliare di immetterla in circolazione nel corpo umano, questo dovrebbe essere sufficiente a motivare una sospensione immediata della somministrazione dei vaccini Covid di ogni tipo, a prescindere dalla differente produzione, formulazione e veicolazione.

2- Errore nella scelta dei tempi di somministrazione
Anche la somministrazione del vaccino effettuata ad epidemia in corso è una novità, l’AIFA ad esempio raccomanda la vaccinazione antinfluenzale dal mese di ottobre a quello di dicembre, prima che si manifestino i primi casi di influenza, poi ad epidemia iniziata resta solo la cura sintomatica.
Nel caso del Sars Cov 2, che è un virus molto mutante come evidenziava il prof. Joseph Tritto già nell’estate2020, è stata invece scelta la vaccinazione ad epidemia in corso, cosa che non può che avere come conseguenza la produzione di varianti, si tratta di un caso pratico di selezione darwiniana. Il vaccino abbatte la presenza del ceppo di virus per il quale è stato prodotto mentre è meno efficace nel colpire le varianti che, da minoritarie che erano, dopo l’eliminazione del ceppo principale eliminato dal vaccino, diverranno quelle più rappresentate nella popolazione virale, qualsiasi evoluzionista può confermare questo meccanismo (ma anche qualsiasi allevatore di bestiame…).

La selezione di varianti oltre a generare potenzialmente nuove e forse interminabili ondate epidemiche, porta a sua volta ad un problema molto rilevante, quello che va sotto il nome di ADE (Antibodies Dependent Enhancement), la presenza di anticorpi non neutralizzanti può infatti innescare meccanismi che conducono all’incremento della replicazione virale o ad un processo infiammatorio acuto secondo lo schema qui riportato (Nature Microbiology):


Lo stesso articolo di Nature esclude che col Sars Cov 2 possa verificarsi il fenomeno dell’ADE ma la motivazione addotta è che il vaccino viene considerato un produttore di anticorpi fortemente neutralizzanti:


Ma poiché sappiamo che il virus Sars Cov 2 è molto mutante e che la somministrazione di vaccini nel corso dell’epidemia ha avuto come effetto proprio quello di selezionare ceppi mutanti, per i futuri contagiati non sarà possibile parlare di anticorpi altamente neutralizzanti a meno che non si vari continuamente la composizione dell’RNA del vaccino per adattarlo alle varianti.
Gli anticorpi indotti dal vaccino possono quindi risultare non altamente neutralizzanti nel caso delle varianti (prodotte dalla campagna di vaccinazione ad epidemia in corso) e quindi in futuro saremmo proprio nella situazione che può portare all’insorgere di casi di ADE tra i vaccinati che anziché essere protetti si troverebbero paradossalmente nella condizione di essere particolarmente vulnerabili verso le varianti stesse.
La produzione di varianti insieme al verificarsi di casi di ADE non riconosciuti porterebbe ad un perpetuarsi dell’epidemia e ad una possibile errata attribuzione di responsabilità a chi non è vaccinato.

Dagli studi oggi disponibili e per i motivi fin qui esposti, si renderebbe quindi urgente la sospensione della campagna di vaccinazione di massa attualmente in corso e la messa al bando dei vaccini per il Sars Cov 2 a base di proteine spike per focalizzare gli sforzi sulle cure precoci che hanno dimostrato un’efficacia del 90% nel ridurre i giorni di ospedalizzazione:
https://www.medrxiv.org/content/10.1101/2021.03.25.21254296v2

Video su Rumble:

https://rumble.com/vii9f5-vaccini-covid-errori-di-progettazione.html

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