Autore Topic: Carenze relazionali e figure genitoriali  (Letto 4353 volte)

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Offline ViaColMento

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Carenze relazionali e figure genitoriali
« il: Settembre 16, 2020, 13:46:47 pm »
Proviamo a rimanere in topic.
Tutti, chi più chi meno, siamo cresciuti secondo un determinato schema di valori ereditato dalla nostra famiglia che, di fatto, ci ha betizzato. Ci ha reso deboli, caratterialmente parlando. Quanti di noi hanno ricevuto uno schema di lettura del mondo che gli ha consentito di relazionarsi in modo efficace con le donne e con gli uomini? A quanti di noi è stato spiegato come conquistare una donna, o come instaurare amicizie maschili funzionali e non tossiche? A quanti è stato spiegato come filtrare tutta la merda che ti arriva dal mondo esterno, e cercare qualcosa di utile per il proprio futuro?

Se ripenso alla mia "formazione", è stata fondata su un mare di falsità e banalità. Comportati bene, non alzare la voce, cerca di compiacere gli altri, dì sempre di SI e ti prenderanno in simpatia, una ragazza non ci sta subito, una ragazza vuole essere corteggiata, se prima te la fai amica poi è tutto più facile, studia e poi dopo che hai laurea anche tu avrai una brava ragazza che ti vuole bene, e tutta una serie di consigli che rappresentano il meglio del meglio di ciò che NON SI DOVREBBE FARE!
Il libro No More Mr. Nice Guy ha avuto un enorme successo ,tanto da diventare uno dei libri più consigliati nel settore del self-help e della crescita personale, l'ABC per superare le proprie debolezze e migliorarsi, perchè è andato a scoperchiare questo sistema educativo che ha reso eunuchi milioni di uomini. Femminilizzandoli, rendendoli froci. E quando parlo di "froci" non mi riferisco a tendenze omosessuali, anzi gli omosessuali spesso sono molto più decisi e maschi di quelli che si considerano "uomini veri", ma di un modo di fare da checca insicura. Da femminuccia che compiace il prossimo e che ha timore di mostrare i propri istinti più autentici. Perchè prima di baciare una ragazza lei deve essere la tua fidanzata, perchè le brave ragazze non si fanno scopare la prima sera, perchè alle ragazze piacciono gli uomini educati e romantici, e via discorrendo.

Non mi riferisco solo al padre, ma anche alla figura della madre. Tra madri assenti che non dialogano col proprio figlio, madri che ti ripetono che sei un fallimento e lo sarai anche da grande, madri iperpresenti e iperprotettive che proiettano le loro ansie sui figli, c'è un bel quadretto.
Ma volendo focalizzarci sulla figura del padre, mi chiedo: quanti di noi hanno avuto un padre autorevole e all'altezza, che è stato in grado di trasmettergli dei valori utili per interfacciarsi col mondo esterno? La risposta la sappiamo.
Che poi non me la sento nemmeno di essere troppo critico nei loro confronti perchè sono cresciuti in un'altra epoca. Ai loro tempi spesso ci pensava la famiglia a presentarti la ragazza che poi sarebbe diventata tua moglie, oppure delle amicizie comuni che ci mettevano lo zampino. Ti presentavano questa ragazza (ufficialmente, perchè in realtà la conoscevi da quando lei aveva 9 anni anche se non vi salutavate nemmeno), ti ci fidanzavi e poi te la sposavi. Fine della questione.
Non c'eran nè il tempo, nè la consapevolezza necessarie per fare troppi voli mentali, e porsi domande esistenziali su cosa stavi facendo della tua vita.
E' quello che in un certo senso provò a fare mia madre quando avevo 14-15 anni, che voleva spingermi tra le braccia della figlia dei nostri vicini di casa. Carinissima questa ragazza, ma mia madre era troppo ingenua da non accorgersi che non vivevamo più nel 1960 e che questa ragazza aveva degli standard parecchio alti (si fidanzò con uno stazzone con due spalle larghe così, che sembrava un incrocio tra Raul Bova e Ricky Martin...giusto per rendere l'idea di quale fosse il suo target).
L'uomo quindi non aveva il problema di essere lasciato dalla propria ragazza dopo 1 anno e doversi rimettere in carreggiata. Non c'era il timore di restare solo come un cane perchè ci avevi provato con 100 ragazze e tutte ti avevano rifiutato. Non c'era il problema di capire dove andare a pescare, sia perchè questi problemi non te li ponevi (a quei tempi c'era la miseria, e il problema più importante da risolvere era cosa mettere in tavola, e non se Giulia ti pensava o meno), sia perchè una volta che ti trovavi una ragazza la rottura era difficile. Le coppie erano molto più solide e duravano. Accidenti se duravano.
I miei cugini, più grandi di me e che hanno visuto la loro adolescenza e gioventù in pieni anni '80, hanno avuto fidanzamenti decennali concretizzatisi poi nel matrimonio.

Un padre e una madre che hanno vissuto la loro giovinezza nell'epoca delle pellicole bianco/nero e che hanno avuto una o massimo due relazioni, e che poi si sono sposati senza porsi troppo domande su chi si stavano mettendo in casa, che razza di insegnamenti possono dare al proprio figlio che si trova catapultato nel mondo dei viaggi low-cost, delle discoteche, del digitale, della ipercomptetività, del femminismo, dei divorzi all'ordine del giorno, dei rapporti usa e getta, delle ragazze che si sentono con te e si sentono contemporaneamente con altri 15?
Nessuno.

Questo il panoramana di noi nati a cavallo tra anni '70 e ' 80.
E dei giovani di oggi cosa dire? Se consideriamo la vita di chi è nato approssimativamente tra il 1990 e il 2000, ovvero quelli che oggi hanno 20-30 anni, ci rendiamo conto che la loro educazione è frutto per lo più della TV, dei social e dei modelli che questi trasmettono. Culto del corpo, voglia di apparire, rapporti sentimentali da consumare in serie stile catena di montaggio, proteine in polvere, depilazione, serate a base di musica assordante e super-alcolici. Se le nostre figure genitoriali erano presenti ma disfunzionali, le figure genitoriali odierne sono assenti e rimpiazzate da un monitor. Grande o piccolo che sia.
Con l'aggravante che spesso i genitori sono più idioti, maleducati e superficiali dei propri figli. Cosa di cui ho avuto conferma a più riprese potendo discutere a quattr'occhi sia con gli uni che con gli altri.

Offline fritz

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #1 il: Settembre 16, 2020, 14:13:10 pm »
E' un thread interessantissimo che a mio avviso e' parecchio affine a quello che avevo aperto qualche tempo fa, qui https://www.questionemaschile.org/forum/index.php/topic,17091.0.html .

Se ti va, dagli un'occhiata, le prime pagine sono molto interessanti (dopo purtroppo si e' scaduto in un offtopic ed e' finito tutto).

Appena avro' piu' tempo rispondero' scrivero' un post di risposta.

Offline Vicus

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #2 il: Settembre 16, 2020, 14:15:42 pm »
A essere disfunzionale più che i genitori è la società. Una società di soli "scopatori" (o aspiranti tali) dura al massimo pochi decenni. Inoltre l'educazione (o la formazione) per scopare e per metter su una famiglia stabile sono non solo diverse ma INCOMPATIBILI. Vale per per gli uomini come per le donne: chi ha cavalcato per anni il carosello del sesso, non potrà essere un coniuge e un genitore decente con tutte le conseguenze per la collettività, il benessere, la sicurezza e la tecnologia (mettere milioni di africani inoccupabili al posto degli italiani non risolve il problema lo AGGRAVA).
L'importante è capire questo, poi ognuno fa come gli pare.

Chiaro che in una società già disfunzionale mettersi una in casa è improponibile. Ma educare le giovani generazioni, soprattutto femminili, a dedicare la vita alle scopate (o tollerando questo comportamento) peggiora la situazione.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline fritz

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #3 il: Settembre 16, 2020, 19:56:40 pm »
Proviamo a rimanere in topic.
Tutti, chi più chi meno, siamo cresciuti secondo un determinato schema di valori ereditato dalla nostra famiglia che, di fatto, ci ha betizzato. Ci ha reso deboli, caratterialmente parlando. Quanti di noi hanno ricevuto uno schema di lettura del mondo che gli ha consentito di relazionarsi in modo efficace con le donne e con gli uomini? A quanti di noi è stato spiegato come conquistare una donna, o come instaurare amicizie maschili funzionali e non tossiche? A quanti è stato spiegato come filtrare tutta la merda che ti arriva dal mondo esterno, e cercare qualcosa di utile per il proprio futuro?

Verso il finire dei venti, ho capito come la figura paterna fosse il grande assente che ha permesso tutto cio'. La figura betizzante e' e rimarra' la madre/donna. E tutto quello che stai dicendo e' infatti tutto quello che la madre/donna ansiosa fa per plagiare il figlioletto a modello perfetto.

Il grande assente (v. thread che ti ho linkato sopra) che ha permesso tutto questo, che non svolge quasi-nessun ruolo educativo/comunicativo coi figli se non fare da bancomat e viziarli, e' il padre.

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Se ripenso alla mia "formazione", è stata fondata su un mare di falsità e banalità. Comportati bene, non alzare la voce, cerca di compiacere gli altri, dì sempre di SI e ti prenderanno in simpatia, una ragazza non ci sta subito, una ragazza vuole essere corteggiata, se prima te la fai amica poi è tutto più facile, studia e poi dopo che hai laurea anche tu avrai una brava ragazza che ti vuole bene, e tutta una serie di consigli che rappresentano il meglio del meglio di ciò che NON SI DOVREBBE FARE!

Come detto sopra, sono tutte le cazzate che una madre comune instilla nella mente del figlio. In realta', queste sono tutte cose che una donna dovrebbe pensare di default, e questi consigli infatti funzionano (perche' sono ininfluenti nell'esito d'altra parte, conta solo quanto e' figa) con le figlie femmine. Ma sui figli maschi no, se non per l'unico esito possibile: femminizzarli, ossia betizzarli (passivi, mansueti).

E' il padre che deve tirare su il figlio perche' e' il padre il custode dei valori, delle virtu'. Non mi stanchero' mai di ripeterlo ... Dalle donne non avrete mai nulla che non sia conformista e opportunista.

E' il padre soltanto colui che puo' far germogliare la saggezza nei figli.

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Il libro No More Mr. Nice Guy ha avuto un enorme successo ,tanto da diventare uno dei libri più consigliati nel settore del self-help e della crescita personale, l'ABC per superare le proprie debolezze e migliorarsi, perchè è andato a scoperchiare questo sistema educativo che ha reso eunuchi milioni di uomini. Femminilizzandoli, rendendoli froci. E quando parlo di "froci" non mi riferisco a tendenze omosessuali, anzi gli omosessuali spesso sono molto più decisi e maschi di quelli che si considerano "uomini veri", ma di un modo di fare da checca insicura. Da femminuccia che compiace il prossimo e che ha timore di mostrare i propri istinti più autentici. Perchè prima di baciare una ragazza lei deve essere la tua fidanzata, perchè le brave ragazze non si fanno scopare la prima sera, perchè alle ragazze piacciono gli uomini educati e romantici, e via discorrendo.

Come detto sopra.

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Non mi riferisco solo al padre, ma anche alla figura della madre. Tra madri assenti che non dialogano col proprio figlio, madri che ti ripetono che sei un fallimento e lo sarai anche da grande, madri iperpresenti e iperprotettive che proiettano le loro ansie sui figli, c'è un bel quadretto.
Ma volendo focalizzarci sulla figura del padre, mi chiedo: quanti di noi hanno avuto un padre autorevole e all'altezza, che è stato in grado di trasmettergli dei valori utili per interfacciarsi col mondo esterno? La risposta la sappiamo.

E' soprattutto il padre, e infatti ci hai girato intorno qui: come detto sopra, il quadretto si manifesta in tutta la sua potenza distruttiva sul figlio maschio perche' la figura passiva e conformista della madre lo plagia a sua somiglianza. Ma una donna, madre, pergiunta di quei tempi e che quindi con molta probabilita' non ha nemmeno (fatto finta di aver) lavorato, ma che cazzo ne sa di come vive un uomo?

Vedi, la risposta e' sempre la stessa: il vero assente e' il padre.
E' il padre che deve dirti come ci si comporta con le donne. E' il padre che deve dirti di non dire sempre si', ma di imparare soprattutto a dire NO. E' il padre che ti deve insegnare che la vita e' fatta di tempeste e giornate serene, di giustizie e ingiustizie, e che il mondo e' un posto di merda che non e' come vorremmo.
E' il padre che dovrebbe iniziare a mettere a fuoco la tua curiosita', portarti in campagna, nei parchi, dirti quali amici tenere e quali no. E' il padre che dovrebbe insegnarti che prima vieni tu (E quindi devi saper dire NO).

Mio padre e' esattamente cosi'. E io sono l'esatto opposto. Lui e' Mr Nice Guy, io sono Mr Bad Guy. Quante liti ... Quante urla. Quante volte mi ha fatto incazzare coi suoi comportamenti beta, quante volte ho sentito il fuoco ardere dentro e la voglia di scoppiare. Quante volte avrei voluto prenderlo a schiaffi, e quante volte voleva impormi la sua autorita'?Per molto tempo ha cercato di betizzarmi, come mia madre del resto. Quello che ne e' venuto fuori sono io, un uomo ne' carne ne' pesce, in perenne conflitto con se' stesso, un inconcludente nella vita. E lasciamo perdere ...

E' il padre il grande assente, e quando non lo e', e' rincoglionito oltre ogni livello.


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Che poi non me la sento nemmeno di essere troppo critico nei loro confronti perchè sono cresciuti in un'altra epoca. Ai loro tempi spesso ci pensava la famiglia a presentarti la ragazza che poi sarebbe diventata tua moglie, oppure delle amicizie comuni che ci mettevano lo zampino. Ti presentavano questa ragazza (ufficialmente, perchè in realtà la conoscevi da quando lei aveva 9 anni anche se non vi salutavate nemmeno), ti ci fidanzavi e poi te la sposavi. Fine della questione.
Non c'eran nè il tempo, nè la consapevolezza necessarie per fare troppi voli mentali, e porsi domande esistenziali su cosa stavi facendo della tua vita.
E' quello che in un certo senso provò a fare mia madre quando avevo 14-15 anni, che voleva spingermi tra le braccia della figlia dei nostri vicini di casa. Carinissima questa ragazza, ma mia madre era troppo ingenua da non accorgersi che non vivevamo più nel 1960 e che questa ragazza aveva degli standard parecchio alti (si fidanzò con uno stazzone con due spalle larghe così, che sembrava un incrocio tra Raul Bova e Ricky Martin...giusto per rendere l'idea di quale fosse il suo target).
L'uomo quindi non aveva il problema di essere lasciato dalla propria ragazza dopo 1 anno e doversi rimettere in carreggiata. Non c'era il timore di restare solo come un cane perchè ci avevi provato con 100 ragazze e tutte ti avevano rifiutato. Non c'era il problema di capire dove andare a pescare, sia perchè questi problemi non te li ponevi (a quei tempi c'era la miseria, e il problema più importante da risolvere era cosa mettere in tavola, e non se Giulia ti pensava o meno), sia perchè una volta che ti trovavi una ragazza la rottura era difficile. Le coppie erano molto più solide e duravano. Accidenti se duravano.
I miei cugini, più grandi di me e che hanno visuto la loro adolescenza e gioventù in pieni anni '80, hanno avuto fidanzamenti decennali concretizzatisi poi nel matrimonio.

Non tutti sono in grado di essere dei genitori modello. E' per questo che io sono riuscito a perdonare i miei. Perche' so che non posso pretendere da loro quello che non possono fare.
I genitori agiscono sempre per fare cio' che loro ritengono essere il meglio ... Il problema e' , ripeto, l'assenza totale del padre nel suo ruolo educativo da persona autorevole.

Che i fidanzamenti durassero in passato, pero', non saprei.Mi risulta il contrario. E che molti fidanzamenti decennali siano conditi di corna, tradimenti, storie di infamia e' cosa nota. Ne sono testimone.

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Un padre e una madre che hanno vissuto la loro giovinezza nell'epoca delle pellicole bianco/nero e che hanno avuto una o massimo due relazioni, e che poi si sono sposati senza porsi troppo domande su chi si stavano mettendo in casa, che razza di insegnamenti possono dare al proprio figlio che si trova catapultato nel mondo dei viaggi low-cost, delle discoteche, del digitale, della ipercomptetività, del femminismo, dei divorzi all'ordine del giorno, dei rapporti usa e getta, delle ragazze che si sentono con te e si sentono contemporaneamente con altri 15?
Nessuno.

Possono farlo eccome, invece. Insegnargli come vivere in questo mondo e' ben diverso dal lanciarlo allo sbando tra la folla. E questo vale in ogni epoca.

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Questo il panoramana di noi nati a cavallo tra anni '70 e ' 80.
E dei giovani di oggi cosa dire? Se consideriamo la vita di chi è nato approssimativamente tra il 1990 e il 2000, ovvero quelli che oggi hanno 20-30 anni, ci rendiamo conto che la loro educazione è frutto per lo più della TV, dei social e dei modelli che questi trasmettono. Culto del corpo, voglia di apparire, rapporti sentimentali da consumare in serie stile catena di montaggio, proteine in polvere, depilazione, serate a base di musica assordante e super-alcolici. Se le nostre figure genitoriali erano presenti ma disfunzionali, le figure genitoriali odierne sono assenti e rimpiazzate da un monitor. Grande o piccolo che sia.
Con l'aggravante che spesso i genitori sono più idioti, maleducati e superficiali dei propri figli. Cosa di cui ho avuto conferma a più riprese potendo discutere a quattr'occhi sia con gli uni che con gli altri.


Tra i giovanissimi, io inizio a vedere un primo rigetto di tutto cio'. Il melting pot, il calderone multirazziale, fallira'. Perche' non e' possibile costringere gli uomini a fare quello che non vogliono fare per sempre. Prima o poi ci sara' una reazione violenta, e forse la vedremo.

Online Frank

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #4 il: Settembre 16, 2020, 20:50:48 pm »
ViaColMento

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Tutti, chi più chi meno, siamo cresciuti secondo un determinato schema di valori ereditato dalla nostra famiglia che, di fatto, ci ha betizzato. Ci ha reso deboli, caratterialmente parlando.

Per me non è stato così, anche perché da giovanissimo ebbi lui come maestro.




Per quanto riguarda mio padre, ormai 80enne, posso tranquillamente affermare che non mi ha mai insegnato nulla riguardo alle femmine e a come relazionarsi con le suddette.
Con lui c'è stato sostanzialmente un "non rapporto" per anni, lustri e decenni.
Ho dovuto impararlo da solo, al pari di tanti altri uomini della mia generazione (e non).
Diciamo pure che la mia è stata "una navigazione a vista".
E mia madre ?
Beh, da femmina qual è cosa poteva dirmi se non un mare di sciocchezze ?
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline fritz

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #5 il: Settembre 16, 2020, 21:34:26 pm »
ViaColMento

Per me non è stato così, anche perché da giovanissimo ebbi lui come maestro.


Per quanto riguarda mio padre, ormai 80enne, posso tranquillamente affermare che non mi ha mai insegnato nulla riguardo alle femmine e a come relazionarsi con le suddette.
Con lui c'è stato sostanzialmente un "non rapporto" per anni, lustri e decenni.
Ho dovuto impararlo da solo, al pari di tanti altri uomini della mia generazione (e non).
Diciamo pure che la mia è stata "una navigazione a vista".
E mia madre ?
Beh, da femmina qual è cosa poteva dirmi se non un mare di sciocchezze ?


Una delle cose che rimpiango di non aver mai fatto e' un corso di arti marziali. Mi sarebbe piaciuto tanto imparare Aikido, o Karate. Invece di quell'inutile calcio ...

Pratico sport da sempre moderatamente. Faccio running e pesi, a fasi alterne. Ogni volta vorrei dedicargli piu' tempo ma sono di mio disordinato.

Ad ogni modo, tu probabilmente ti sei salvato anche perche' hai vissuto la tua adolescenza prima degli anni Novanta. E penso che gli anni Novanta (e primi duemila) siano stati l'apice della propaganda nazifemminista. Un periodo assurdo, dove pure la piu' cretina in classe aveva voti altissimi solo per essere donna, e tutti/quasi tutti i miei compagni maschi erano dei rincoglioniti che credevano le donne superiori agli uomini, e si incazzavano se provavi a mettere in dubbio (io, personalmente, non l'ho solo messo in dubbio: ho sempre sostenuto l'esatto contrario) ogni singola cagata nazifemminista.

Online Frank

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #6 il: Settembre 17, 2020, 21:04:44 pm »
Ad ogni modo, tu probabilmente ti sei salvato anche perche' hai vissuto la tua adolescenza prima degli anni Novanta.

Son del '71 per cui la mia adolescenza l'ho vissuta negli anni Ottanta, che per molti aspetti non scambio minimamente con quelli odierni.*
Infatti, come ebbi già modo di scrivere in passato, non vorrei avere 20 anni oggi.



*


All' epoca possedevo una vespa 50 special, che in realtà era 102 (polini) di cilindrata, ed ero anche bravo a fare queste cose...



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Offline Duca

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #7 il: Settembre 17, 2020, 23:47:24 pm »
E penso che gli anni Novanta (e primi duemila) siano stati l'apice della propaganda nazifemminista.
Guarda che adesso è molto peggio...

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #8 il: Settembre 18, 2020, 10:33:46 am »
Guarda che adesso è molto peggio...

Quotone. Negli anni '90 e 2000 ancora si riusciva a campare decentemente, il femminismo e il politicamente corretto a ogni costo ancora non avevano invaso giornali, TV, media.
Il punto di svolta c'è stato tra 2013 e 2015 secondo me. Le campagne pro-femminismo, antiviolenza, anti-uomo, sono diventate all'ordine del giorno.

Offline fritz

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #9 il: Settembre 18, 2020, 12:15:45 pm »
@Duca @ViaColMento

Ricordate male. Tra i 90 e i 2000 c'e' stata una tempesta che ha invaso qualunque media che innalzava la donna ad essere superiore. Non uguale agli uomini: veniva detto a chiare lettere che le donne sono superiori.

E non c'era nessun contraddittorio: non c'era internet, non c'erano i forum di seduzione, non c'era niente che anche timidamente andasse contro quel diktat.

Ergo, gli anni novanta e duemila sono stati quelli peggiori che hanno betizzato masse di uomini. Andate a leggere i titoli dei giornali dell'epoca per farvene un'idea.

Nei giorni nostri, perlomeno, si dice che donna e uomo sono uguali. Almeno questo. Ed esistono uomini e siti internet che fanno contraddittorio.

A quell'epoca, invece, anche mettere minimamente in dubbio queste cose ti costava l'isolamento sociale e tacciamento di non so quanti epiteti negativi, ne so qualcosa.

Offline ViaColMento

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #10 il: Settembre 18, 2020, 13:24:47 pm »
Gli anni '90 e 2000 me li ricordo bene, e di femminismo non se ne sentiva parlare. Mai.
Il femminismo lo si studiava a scuola, insieme alla Guerra Fredda, a Fidel Castro, alla Baia dei Porci, in quei rari casi in cui si riusciva a finire il programma dell'ultimo anno e andare oltre la seconda guerra mondiale. Il femminismo lo studiavi come fenomeno storico, era una cosa legata a immagini in bianco e nero, ricordi di un tempo oramai andato, non come movimento attivo e vivo nella società attuale che vuole betizzare l'uomo fino a distruggerlo e che viene pubblicizzato quotidianamente sui media.

Offline Duca

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #11 il: Settembre 18, 2020, 16:51:08 pm »
@Duca @ViaColMento

Ricordate male.
Se non ti dispiace ricordo benissimo, non solo gli anni '90, ma anche il trentennio precedente, e non per sentito dire, ma avendolo vissuto a differenza tua e di quasi tutti qua dentro.
Il clima che si respirava non era minimamente paragonabile a quello odierno.

Offline Duca

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #12 il: Settembre 18, 2020, 17:07:23 pm »
Gli anni '90 e 2000 me li ricordo bene, e di femminismo non se ne sentiva parlare. Mai.
Il femminismo lo si studiava a scuola, insieme alla Guerra Fredda, a Fidel Castro, alla Baia dei Porci, in quei rari casi in cui si riusciva a finire il programma dell'ultimo anno e andare oltre la seconda guerra mondiale. Il femminismo lo studiavi come fenomeno storico, era una cosa legata a immagini in bianco e nero, ricordi di un tempo oramai andato, non come movimento attivo e vivo nella società attuale che vuole betizzare l'uomo fino a distruggerlo e che viene pubblicizzato quotidianamente sui media.
Esatto.
Esempio pratico: alla matura il primo tema sulla questione femminile (non sul femminismo) è uscito nel 2001, e ricordo bene che su circa 60 studenti in due quinte (tre quarti femmine) fu scelto solo da uno, tra l'altro un ragazzo... oggi sarebbe svolto come minimo dalla metà.

Offline fritz

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #13 il: Settembre 18, 2020, 20:27:56 pm »
@ViaColMento @Duca

avete un vuoto di memoria oppure non eravate in Italia, puo' essere?

Guardate qua https://razzismodemocratico.blogspot.com/2008/02/razzismo-democratico.html

Io me li ricordo molto bene. Non si parlava di femminismo semplicemente perche' il diktat era solo uno: la donna e' superiore all'uomo.

E non c'era nessun contraddittorio.

Se volete dire che oggi e' un tema mainstream e' vero, ma perche' esiste un contraddittorio. Negli anni 90 e primi 2000, che io ricordi, il contraddittorio non esisteva proprio e non c'erano forum come questo.

Alcune perle:

PIETA' PER GLI UOMINI. Parola di femminista

Un' indagine mette sotto accusa i maschi: pigri, egoisti e
incapaci di dialogo. Ma la scrittrice Fay Weldon li difende.

In Inghilterra, racconta il "Guardian", sempre meno coppie desiderano figli maschi, perche' i maschi sono piu' difficili da educare, piu' disordinati, violenti o prepotenti, perche' molto piu' delle femmine rischiano di morire, per incidenti di moto o auto, per risse o droga, prima dei 25 anni, perche' a scuola prendono voti peggiori delle loro compagne, perche' piu' difficilmente trovano lavoro, perche' raramente accettano di accudire gli anziani genitori e perfino perche' sono piu' difficili da accasare: i maschi sono pigri, egoisti, incapaci di dialogo, fissati con il sesso, dicono le giovani donne. Per non parlare della crisi generale nella quale sta precipitando il maschio, sfiancato da anni di femminismo, impaurito, frustrato, insultato e che neppure sul lavoro riuscira' a mantenere il suo predominio. Proiezioni annunciano che tra vent'anni in Inghilterra ci saranno piu' donne che uomini nelle fasce alte delle professioni e la differenza salariale comincera' a penalizzare i maschi. L'allarme non viene da un uomo, ma da una donna, la scrittrice Fay Weldon, femminista di provata fede e autrice di un feroce e divertente romanzo sui rapporti tra i sessi ("Vita e amori di una diavolessa", Feltrinelli). "Pieta' per gli uomini - chiede adesso - Avevamo combattuto contro le ingiustizie, non per una nuova oppressione e tantomeno per una vendetta". Questa e' l'Inghilterra, non ancora l'Italia. Tuttavia i prodromi di quello che potrebbe avvenire gia' si fanno sentire. Non sono forse le rubriche di posta sui giornali invase da messaggi di lettrici che si lamentano: gli uomini sono tutti pigri, egoisti, incapaci di dialogo, fissati con il sesso?

Bossi Fedrigotti Isabella - 10\12\1997


UOMO FATTI PIU' IN LA' IL POTERE SARA' DONNA

"Il terzo millennio si veste di rosa. Dominatrici nel lavoro, nel sesso e nella famiglia, le donne finiranno per relegare i maschi in una riserva piena di agi da cui potranno assistere ad una società gestita dal "gentil sesso". A rendere la donna dominante sull'uomo la struttura del suo cervello, come dimostrano quattro studi condotti presso le università di Roma, Napoli, L'Aquila e Genova. "La comunicazione tra l'emisfero destro e sinistro - ci informa Paolo Pancheri, psichiatra all'Università La Sapienza di Roma, nel corso del convegno "Cervello maschile e femminile" - è più rapida e completa nel sesso femminile". Questo consente una migliore integrazione tra pensiero ed emotività, sensibilizza e potenzia i processi di intuizione nella risoluzione dei problemi e stempera la rigidità sequenziale del pensiero maschile. Più attiva anche la parte del lobo frontale del cervello che soprintende al comportamento e alla valutazione critica. "Queste differenze - afferma Pancheri - suggeriscono una maggiore possibilità di adattamento e sopravvivenza della donna, anche in virtù del fatto che il cervello femminile ha programmi riproduttivi più complessi in grado di ottimizzare il prodotto del concepimento e migliorare la specie".

Autore dell'articolo: Non specificato - 28\05\1999


QUESTO ME LO RICORDO ANCORA

COSI' FARO' NASCERE I BAMBINI SENZA BISOGNO DEL MASCHIO
«Sì, lo so. Le mie ricerche sono state criticate ovunque, me lo aspettavo. Ma spero di poter un giorno aiutare gli uomini sterili che vogliono avere figli e questo mi aiuta a lavorare. Se poi la mia scoperta verrà usata anche dalle coppie lesbiche, certo per me non sarà un problema». La dottoressa Orly LachamKaplan è tranquilla. Le notizie sul suo esperimento di fecondazione senza il ricorso a spermatozoi hanno fatto il giro del mondo spingendo giornali, scienziati e sociologi a interrogarsi sulle frontiere della genetica, mentre le associazioni di lesbiche hanno festeggiato l' alba di «una rivoluzione epocale», l' inizio di «un' era in cui si dimostrerà che il maschio non è più necessario». Ma nei laboratori dell' "Istituto per la Riproduzione e lo Sviluppo" della Monash University di Melbourne si ostenta distacco rispetto a tutto questo clamore. «Il mio ruolo di ricercatrice - ripete la LachamKaplan - è soltanto quello di impegnarmi per produrre risultati scientificamente sicuri. E questo è tutto». Eppure l' annuncio lanciato ai media ha fatto pubblicità all' ateneo australiano, fino a una ventina d' anni fa all' avanguardia nelle tecniche di riproduzione assistita, ma ora messo in ombra, nella battaglia della scienza da prima pagina, dai laboratori britannici, quelli insomma che hanno fatto nascere la pecora "Dolly". Dottoressa LachamKaplan, la maggioranza degli scienziati del mondo è scettica nei confronti del suo esperimento: viene messo in evidenza l' alto rischio di ottenere embrioni malformati. Come risponde alle critiche? «Le avevo previste. Confesso che io stessa sono molto preoccupata dalla possibilità che la tecnica che abbiamo messo a punto produca embrioni "difettosi". Al momento posso solo dire che quelli che abbiamo già ottenuto sembrano del tutto normali, almeno sotto il profilo morfologico». Quanto tempo ci vorrà prima di sapere se lo sono davvero? «Abbiamo bisogno di compiere ancora numerosi studi prima di poter essere certi che non presentino problemi, soprattutto dal punto di vista genetico. Ci manca un passaggio fondamentale: dobbiamo impiantare gli embrioni nell' utero delle cavie. Solo allora potremo verificare pienamente se siamo in grado di dare vita a creature sane». Questo significa che l' applicazione del suo esperimento sugli esseri umani è ancora lontana? «Ripeto: ancora non posso neanche dire se si arriverà a sperimentare sulle donne. In primo luogo deve essere coronata dal successo la ricerca sui topi. Soltanto in questo caso si potrà passare al genere umano e pensare di proporre questa tecnica di fecondazione come soluzione per la sterilità maschile. Se tutto andrà bene con le cavie, diciamo che ci vorranno altri due anni per passare all' uomo». Fare a meno dello sperma per la riproduzione, una vera rivoluzione. È convinta che il suo sia un esperimento eticamente accettabile? «Se questo tipo di fecondazione arriverà ad essere tecnicamente applicabile, saranno le leggi dei singoli paesi a stabilire se e come farlo». Le associazioni di lesbiche hanno salutato con entusiasmo la sua ricerca, che apre la possibilità a coppie di sole donne di riprodursi. Che ne pensa? «Naturalmente ero perfettamente conscia del fatto che le lesbiche avrebbero accolto con gioia la sperimentazione di questa tecnica di fecondazione. Il mio compito di scienziato è soltanto quello di verificare che il metodo sia al cento per cento sicuro. Se verrà poi utilizzato da coppie lesbiche che desiderano avere dei figli biologici, personalmente non vedo alcun problema». Da quanto tempo sta lavorando su questo esperimento? «Non è moltissimo. I primi passi risalgono a due, tre anni fa. Non ci sono solo io: i miei sudenti mi hanno molto aiutata. E poi non posso non ricordare che la struttura in cui lavoriamo, il Monash Institute of Reproduction and Development diretto dal professor Alan Trounson, ha offerto tutto il supporto necessario. Comunque, non è il momento di autocelebrarsi: abbiamo ancora parecchia strada da percorrere. Non ho ancora le risposte a tutti i dubbi che i colleghi hanno sollevato e io stessa mi sono posta. Non nascondo che mi aspetto più problemi che successi».

Stefania Di Lellis - 12\07\2001 - [(Sezione: POLITICA ESTERA) - Pagina 22 - (Repubblica)]

Offline Duca

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Re:Carenze relazionali e figure genitoriali
« Risposta #14 il: Settembre 19, 2020, 02:48:27 am »
@ViaColMento @Duca

avete un vuoto di memoria oppure non eravate in Italia, puo' essere?

Se non concordi con quello che scriviamo fattene una ragione e porta rispetto; qua si discute tra uomini, non siamo donne mestruate o checche isteriche.

Se volete dire che oggi e' un tema mainstream e' vero, ma perche' esiste un contraddittorio. Negli anni 90 e primi 2000, che io ricordi, il contraddittorio non esisteva proprio e non c'erano forum come questo.

Oggi il contraddittorio è solo apparente, se questo forum avesse anche solo una microscopica influenza sull'opinione pubblica sarebbe già stato chiuso da un bel pezzo.