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Coronavirus, tramonto della globalizzazione?

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Vicus:
Ma guarda un po': i tedeschi tornano alla produzione nazionale in imprese nazionalizzate. E noi? Gli paghiamo il debito...

//www.youtube.com/watch?v=SpQsMnmxMCo

Duca:
Anche Pornhub sta aiutando l'Italia, roba da pazzi... e l'Europa niente. :mad:

Vicus:
Pornhub?? :ohmy:

Vicus:
Si legga questo testo:

Sovranità e globalizzazione

L’esperienza in atto del coronavirus impone di riconsiderare anche i due concetti di globalizzazione e di sovranità nazionale. C’è una globalizzazione che intende l’intero pianeta come un “sistema” di rigide connessioni e incastri, una costruzione artificiale governata da addetti ai lavori, una serie di vasi comunicanti apparentemente incrollabili. Una simile concezione si è però rivelata anche debole perché basta colpire il sistema in un punto e si crea un effetto domino a valanga. L’epidemia può mettere in crisi il sistema sanitario, le quarantene mettono in crisi il sistema produttivo, questo fa crollare il sistema economico, povertà e disoccupazione non alimentano più il sistema del credito, l’indebolimento della popolazione la espone a nuove epidemie e così via in una serie di circoli viziosi ad estensione planetaria. La globalizzazione presentava fino a ieri i suoi fasti e le sue glorie di perfetto funzionamento tecnico-funzionale, di indiscutibile sicumera circa l’obsolescenza di Stati e nazioni, di assoluto valore della “società aperta”: un unico mondo, un’unica religione, un’unica morale universale, un unico popolo mondialista, un’unica autorità mondiale. Però poi può bastare un virus per far crollare il sistema, dato che i livelli non globali delle risposte sono stati disabilitati. L’esperienza che stiamo vivendo ci mette in guardia da una “società aperta” intesa in questo modo, sia perché essa si pone nelle mani del potere di pochi, sia perché altre poche mani potrebbero farla cadere in fretta come un castello di carte. Ciò non significa negare l’importanza della collaborazione internazionale che proprio le pandemie richiedono, ma una simile collaborazione non ha nulla a che fare con strutture collettive, meccaniche, automatiche e globalmente sistemiche

La morte per coronavirus dell’Unione Europea

L’esperienza di questi giorni ha mostrato un’Unione Europea ancora una volta divisa e fantomatica. Tra gli Stati membri sono emerse dispute egoistiche più che collaborazione. L’Italia è rimasta isolata e lasciata sola. La Commissione europea è intervenuta tardi e la Banca Centrale Europea è intervenuta male. Di fronte all’epidemia ogni Stato ha provveduto a chiudersi in se stesso. Le risorse necessarie all’Italia per fronteggiare la situazione emergenziale, che in altri tempi si sarebbero trovate in proprio per esempio con la svalutazione della moneta, ora dipendono dalle decisioni dell’Unione a cui ci si deve prostrare.

Il coronavirus ha definitivamente mostrato l’artificiosità dell’Unione Europea che non riesce a far collaborare tra loro gli Stati ai quali si è sovrapposta per acquisizione di sovranità. La mancanza del collante morale non è stata compensata dal collante istituzionale e politico. Bisogna prendere atto di questa ingloriosa fine per coronavirus dell’Unione Europea e pensare che una collaborazione tra gli Stati europei nella lotta per la salute è possibile anche fuori di istituzioni politiche sovranazionali.

Massimo:
Si spera, che sia il tramonto della globalizzazione. Ma temo che, passata la tempesta, le oligarchie finanziarie riprendano il controlla della situazione e continuino la loro opera di devastazione del tessuto economico e sociale, ad esclusivo beneficio di loro stesse e a detrimento di tutti gli altri. Anzi, magari ne approfitteranno per imporre un controllo ancora più stringente sulla popolazione irregimentandola del tutto. A meno che.... la crisi sanitaria continui e magari si saldi con una crisi finanziaria ed economica non più risolvibile che riduca i padroni globali del sistema finanziario all'impotenza come degli apprendisti stregoni prigionieri dei loro incantesimi non più in grado di padroneggiare tutto il disastro che hanno contribuito a scatenare (con i tagli che hanno imposto alla sanità e alle spese sociali). Allora e solo allora sarà di certo possibile un cambiamento radicale e un rimescolamento di carte capace di confinare la finanza nel ruolo subalterno che le si addice invece di renderla padrona delle nostre vite, come sta avvenendo adesso. Stai a vedere che ci toccherà fare il tifo per il Coronavirus! 

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