Autore Topic: Jacques Attali: " Ci vuole una piccola pandemia per imporre un governo mondiale"  (Letto 14580 volte)

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Offline Vicus

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Il ceppo è "autoctono" non viene dall'estero
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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Due notizie.

1. Un utente mi segnala:
https://www.coscienzamaschile.com/index.php/topic,1758.new.html#new

2. E' ufficiale: secondo l'Istituto Superiore di Sanità, il virus non viene dalla Cina:

di Francesco Santoianni


Già anticipata dal nostro sito con l’intervista del 1 marzo al Prof. Giulio Tarro che, soffermandosi su alcune mutazioni in 5 nucleotidi presenti nel “virus italiano”, suggeriva che questo non discendeva affatto dal famigerato virus di Wuhan, oggi, la conferma ufficiale da parte dell’Istituto superiore della sanità: nessun caso dell'epidemia di coronavirus che si sta diffondendo in Italia ha a che fare direttamente con la Cina.

Una scoperta che spiegherebbe anche la davvero anomala impennata di casi (anche gravi) di influenza registratasi in Italia nei mesi di novembre-dicembre (e non già gennaio-febbraio come normalmente avviene) e che, ci auguriamo, facciano ridimensionare le draconiane misure di contenimento presenti del DPCM dell’8 gennaio che stanno gettando l’Italia nel panico con conseguenze economiche disastrose.
 

Queste misure, infatti, nascono dallo scimmiottamento da parte delle autorità italiane delle iniziative messe in atto dal governo di Pechino, prima tra tutte il cordone sanitario che ha isolato 50 milioni di cinesi nell’Ubei-Wuhan, principale distretto manifatturiero dove attingono le aziende occidentali. Ma come illustrato in questo articolo questa misura – che se si fosse protratta nel tempo avrebbe fatto fallire innumerevoli aziende occidentali – nasceva, sostanzialmente per rintuzzare l’ennesima guerra mediatica contro la Cina, finalizzata a supportare l’imposizione di dazi e sanzioni voluti da Trump. Mossa del governo di Pechino rivelatasi vincente considerando che ha indotto il governo USA e i suoi media a ridimensionare “l’allarme Coronavirus” fino al punto da spingere, oggi, l’amministrazione Trump a rifiutare l’uso dei tamponi e a mettere il bavaglio a ricercatori statunitensi che paventano una catastrofica epidemia da Coronavirus.


Purtroppo, nonostante l’importantissima scoperta dell’Istituto superiore della Sanità, la TV invece di rincuorare la gente, adombrando l’ipotesi che i tanti positivi al tampone potrebbero essere un retaggio di una epidemia ormai passata, continua a terrorizzarla con questa storia del “virus cinese”. Verosimilmente, nella speranza che la conseguente irreggimentazione dell’opinione pubblica serva a giustificare la firma italiana al nuovo trattato MES (Meccanismo Europeo di Stabilità) prevista per il 15 marzo. E senza spiegare perché mai a Prato, con una comunità di ben 23.000 cinesi, si sia registrato un solo caso di Coronavirus.


P.S. Clamoroso “restyling” della notizia da parte di Repubblica. Nonostante il contenuto (al momento) e la URL siano gli stessi, il titolo passa da “Coronavirus, l’epidemia in Italia non è arrivata direttamente dalla Cina” ad un ansiogeno “Più della metà dei contagiati ha oltre 60 anni, tra i bambini 43 casi”.


http://www.rainews.it/dl/rainews/articoli/coronavirus-mappa-genetica-sacco-sequenza-virus-ace18855-a3a6-4441-922a-3ee5aafb6f40.html

Citazione
SALUTE Sequenza completa al Sacco, parentela con virus Cina Coronavirus: mappa genetica, sono 3 i virus isolati in Italia E' stata ottenuta in Italia la mappa genetica completa dei ceppi del coronavirus SarsCoV2 in circolazione in Italia. Il risultato è stato ottenuto dal gruppo dell'Università Statale di Milano e dall'Ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli, lo stesso che aveva isolato i 3 ceppi del virus nell'area di Codogno 
04 marzo 2020


Tracciata la prima "mappa genetica" del coronavirus circolante in Italia, sulla base dei primi 3 genomi completi, ottenuti dagli isolati italiani di Sars-CoV-2 circolanti in Lombardia e sequenziati all'ospedale Sacco il 27 febbraio. Dal lavoro, svolto dal gruppo di Università Statale di Milano e Ospedale Sacco, emerge un primo possibile identikit del ceppo virale che sta allarmando il Paese: si tratta intanto di un unico cluster di genomi isolati in altri Paesi europei (in particolare in Germania e Finlandia) e in paesi dell'America centrale e meridionale, oltre che all'isolato italiano recentemente pubblicato dall'Istituto Superiore di Sanità  e ottenuto nell'area del Lodigiano. Inoltre, la stima preliminare del tempo di origine di questo cluster corrisponde a un periodo che precede di diverse settimane il primo caso evidenziato in Italia il 21 febbraio. L'analisi in corso di ulteriori genomi, spiegano i ricercatori, consentirà di ottenere stime più precise sull'ingresso del virus nel nostro Paese e sulle possibili vie di diffusione. Il risultato è stato ottenuto dal gruppo dell'Università Statale di Milano e dall'Ospedale Sacco, coordinato da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli, lo stesso che aveva isolato i 3 ceppi del virus nell'area di Codogno. Lo rende noto la stessa università. Dalla sequenza genetica emerge la parentela con i virus in circolazione in altri Paesi europei e conferma l'origine dalla Cina.


https://www.ilsussidiario.net/news/coronavirus-ceppo-italiano-ha-origine-in-cina-e-circolava-prima-del-caso-1-codogno/1993116/

Citazione
Coronavirus, ceppo italiano ha origine in Cina/ E circolava prima del caso-1 Codogno
Pubblicazione: 04.03.2020 - Silvana Palazzo
Coronavirus, ceppo italiano non è diverso da quello della Cina. La conferma dalla mappa genetica tracciata dagli scienziati italiani. Inoltre, circolava già prima del caso-1 di Codogno

Intenso e prezioso il lavoro degli scienziati italiani sul Coronavirus. Con uno studio hanno ricostruito la “storia” di Covid-19, ma hanno anche ottenuto la mappa genetica completa dei ceppi SarsCoV2 che sono in circolazione nel nostro Paese. In quest’ultimo caso il merito va ai ricercatori dell’Università Statale di Milano e dell’ospedale Sacco, coordinati da Gianguglielmo Zehender, Claudia Balotta e Massimo Galli. Lo studio dimostra la “parentela” con i virus in circolazione all’estero e conferma l’origine dalla Cina. Lo annuncia l’Ansa, spiegando che si tratta dello stesso gruppo di ricercatori che avevano isolato i tre ceppi del Coronavirus tra quelli circolanti nell’area di Codogno. Sempre secondo questo studio, il nuovo Coronavirus circolava in Italia, così come in altre nazioni, già diverse settimane prima che fosse identificato il “paziente 1” nel Lodigiano. Smentita dunque l’ipotesi della possibile esistenza di un “ceppo italiano”: dall’analisi filogenetica dei primi tre genomi completi dell’agente patogeno è emerso che sono nel cluster di genomi isolati in Germania e Finlandia, oltre che nell’America centrale e meridionale.

CORONAVIRUS, CEPPO ITALIANO NON È DIVERSO DA QUELLO DELLA CINA
L’Istituto Spallanzani di Roma ha isolato il virus cinese: si tratta di quello che ha colpito la Cina partendo dalla zona di Wuhan. L’ospedale Sacco di Milano ha isolato quello di pazienti dell’area di Codogno, paese focolaio dell’infezione nel nostro Paese. Invece il San Raffaele è riuscito a isolare quello che si è sviluppato nell’area di Milano. Dalla sequenza genetica emerge la conferma dell’origine dalla Cina. Inoltre, il Coronavirus circolava in Italia già molte settimane prima del ricovero del 38enne di Codogno, e così anche in altri Paesi al di fuori della Cina, epicentro dell’epidemia. L’équipe, che ha isolato i tre ceppi di Coronavirus che attualmente circolano in Italia, ha scoperto quindi che appartiene al cluster di genomi isolati all’estero e a quello ottenuto nell’area del Lodigiano. L’analisi in corso di ulteriori genomi permetterà agli scienziati di ottenere stime più precise sull’ingresso del virus in Italia e sulle possibili vie di diffusione. A proposito dei tre ceppi di virus isolati in Italia occorre fare una distinzione.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Frank quello che ho postato era il parere di un biologo. L'influenza miete molte più vittime ogni anno senza che ci siano quarantene, non ci piove.
Che poi colpisca più l'Italia (anzi il suo cuore conbomico!) e non la Cambogia e il Giappone che sono ben più vicini alla Cina, o l'Inghiltera che con la Cina ha numerosi contatti suscita più di un dubbio.

Ma tu le hai ascoltate bene le parole di Burioni ?
Non mi pare proprio.
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Già ma secoli fa le condizioni igieniche erano pessime e lo sono rimaste fino all'immediato dopoguerra. Solo dopo il boom economico degli anni 60 sono migliorate un pò dappertutto in Occidente, quindi il ruolo di Madre Natura lo ammetterei solo come seconda ipotesi. Questo virus, a quanto pare infischiandosene delle condizioni igieniche decisamente buone qui in Italia, si sta invece diffondendo in tutte le classi sociali e ha colpito le regioni più moderne e sviluppate del Nord Italia. Ha colpito anche Zingaretti, l'amico del PD, che non mi risulta vivere nel fango, nell'immondizia, tra i rifiuti e in mezzo ai topi e non mi risulta che se ne cibi. Eppure ha una capacità di contagio formidabile e del tutto indifferente alla qualità della vita tutto sommato ottima dell'italiano medio (paragonandola a quella di chi vive nel terzo Mondo). Tutto ciò non ti fa pensare o non ti fa venire qualche inquietante dubbio sulla provenienza di questo virus, caro Frank?


Massimo, rivolgo anche a te la seguente domanda: hai ascoltato le parole di Burioni ?
No, vero ?
Ascolta, invece di dar sempre credito ai complottari che infestano il web, qualche volta ascolta anche chi di virus ne capisce qualcosa.
Tanto per fare un esempio: se ti si rompe l'automobile, a chi ti rivolgi ?
Al meccanico, giusto ?
Se devi rifare il bagno, chi chiami ?
L'idraulico, vero ?
Se ti senti male, dove vai ?
Dal medico, no ?
Bene, allora quando si parla di virus dai un po' più retta ai virologi e lascia perdere certi "scienziati "del web.
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Se ne può arguire anche che qualcuno ha rotto una fiala nella metropolitana. Non sarebbe la prima volta.

Vicus, non siamo sul set di un film tipo "Virus letale", eh...
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Chi è convinto che il virus viene dalla Cina, magari ha ragione deve spiegarlo all'Istituto Superiore di Sanità.

Burioni ha detto che l'influenza ordinaria miete meno vittime? Che provoca meno casi?
Vicus, non siamo sul set di un film tipo "Virus letale", eh...
Qualche battuta non fa male
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Guarda che lo stesso direttore dell'iss ha sostenuto che quel virus arriva dalla Cina.
L'ho letto proprio stasera, in uno dei tanti articoli che si trovano sul web, solo che ora non ho voglia di (ri)mettermi a fare una ricerca.
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Che dire, allora quell'articolo mentiva
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Massimo, rivolgo anche a te la seguente domanda: hai ascoltato le parole di Burioni ?
No, vero ?
Ascolta, invece di dar sempre credito ai complottari che infestano il web, qualche volta ascolta anche chi di virus ne capisce qualcosa.
Tanto per fare un esempio: se ti si rompe l'automobile, a chi ti rivolgi ?
Al meccanico, giusto ?
Se devi rifare il bagno, chi chiami ?
L'idraulico, vero ?
Se ti senti male, dove vai ?
Dal medico, no ?
Bene, allora quando si parla di virus dai un po' più retta ai virologi e lascia perdere certi "scienziati "del web.

Burioni l'ho ascoltato anche attentamente: ha parlato della pericolosità del virus e della sua elevatissima capacità di propagarsi ma non ha detto nulla della sua REALE provenienza.

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Premesso che io son solito valutare attentamente ciò che ascolto e leggo, pertanto non prendo per oro colato nulla, reputo Burioni la fonte più autorevole sul suolo italiano.
Poi vabbe', come ci son di mezzo le donne (notoriamente il tallone d'achille degli uomini) pure lui si genuflette e si scusa, quando invece dovrebbe essere il contrario...
https://www.adnkronos.com/fatti/cronaca/2020/02/26/coronavirus-burioni-chiedo-scusa-alla-collega-gismondo_hGEYpwSX4n5p3SPpcoOoMK.html

Trattasi della virologa Maria Rita Gismondo,
https://www.quotidiano.net/salute/coronavirus-burioni-1.5044158

subito "difesa" da quest'altra donnicciola ultra complessata.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/02/25/coronavirus-tiziana-ferrario-contro-roberto-burioni-ha-il-virus-del-bullismo-e-del-sessismo/5716454/

Naturalmente non poteva mancare il solito commento del solito omuncolo piegato a novanta gradi.

Citazione
Fausto Noce
2 settimane fa
-
C'e' un bellissimo intervento di Travaglio riguardo lo "Zichicchi" della virologia:

Travaglio ancora contro Burioni: «Ha una boria un po’ burina. Per fortuna la scienza non è lui"
https://www.giornalettismo.com/travaglio-contro-burioni-coronavirus/
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A proposito della... "maggior lungimiranza" che avrebbero nel cosiddetto estero.

https://www.ilfattoquotidiano.it/2020/03/12/coronavirus-i-giornalisti-francesi-a-macron-impariamo-dallitalia-non-ce-piu-tempo-dagli-usa-alla-germania-lallarme-degli-inviati/5734358/

Citazione
Coronavirus, i giornalisti francesi a Macron: “Impariamo dall’Italia, non c’è più tempo”. Dagli Usa alla Germania, l’allarme degli inviati

Appello di una trentina di cronisti al presidente della Repubblica francese perché si renda conto della "grandezza del pericolo" e per informare i concittadini che a essere colpito è stato il sistema sanitario "migliore d'Italia e tra i migliori in Europa". Su Twitter in tanti tra editorialisti ed esperti prendono posizione perché le misure contro il contagio siano rafforzate anche al di fuori del nostro Paese

di F. Q. | 12 MARZO 2020

“Fuori dall’Italia non c’è più tempo da perdere“. A lanciare l’allarme, dopo le parole dell’Oms che spronavano gli Stati a misure più drastiche contro il coronavirus e alla luce della chiusura totale dell’Italia, sono stati i giornalisti francesi che lavorano nel nostro Paese. Una trentina di firme dei principali quotidiani e radio francofone ha deciso di prendere la parola di fronte a quella che, denunciano, è una vera e propria negazione del problema. Chiedono “misure” per far fronte al pericolo e soprattutto di “imparare la lezione dell’Italia“. Perché a essere colpiti, specificano, “è stato il sistema sanitario migliore d’Italia e migliore d’Europa“. Ma non sono solo i cronisti francesi ad aver preso la parola. Su Twitter tanti gli allarmi di esperti, diplomatici ed editorialisti. Dall’americano Terry Moran di Abc News all’inglese James Mates che di ritorno dalla Lombardia si è speso per mettere in guardia i suoi concittadini “da quello che potrebbe accadere”. Fino al professore tedesco Henrik Enderlein che si chiede cosa stia aspettando Angela Merkel a seguire l’esempio dell’Italia.

I giornalisti francesi in Italia: “Le autorità si rendano conto della grandezza del pericolo” – I cronisti si sono esposti proprio poche ore prima che Emmanuel Macron si rivolgesse alla nazione per parlare dell’emergenza. “Siamo giornalisti”, si legge nel testo, “che lavorano in Italia per i media francesi e francofoni, copriamo dall’inizio la crisi epidemica del coronavirus. Abbiamo potuto constatare la progressione folgorante della malattia e abbiamo raccolto le testimonianze del personale sanitario italiano. Molti noi hanno raccontato la situazione tragica negli ospedali, i servizi di terapia intensiva saturi, il triage dei pazienti, tra i quali, quelli più deboli, che vengono sacrificati per mancanza di respiratori artificiali sufficienti”.


Proprio il loro lavoro di queste settimane, scrivono, li ha spinti a mettere in guardia il governo e il presidente della Repubblica. “Riteniamo nostra responsabilità rivolgere un messaggio alle autorità francesi ed europee perché si rendano conto della grandezza del pericolo“. Le accuse dei giornalisti sono molto nette e riguardano non solo le autorità, ma anche l’opinione pubblica che sta sottovalutando, secondo loro, il problema: “Tutti noi osserviamo uno scarto incredibile tra la situazione alla quale assistiamo quotidianamente nella Penisola e la mancanza di preparazione dell’opinione pubblica francese a uno scenario, riconosciuto dalla maggioranza degli esperti scientifici, di propagazione importante, se non massiva, del coronavirus. Fuori dall’Italia non c’è più tempo da perdere“. L’intervento, spiegano, nasce dal fatto che “la maggior parte dei nostri compatrioti non ha cambiato le sue abitudini. Pensano di non essere minacciati, soprattutto dal momento che sono giovani”. Ma, come dimostra il caso italiano, non è una giustificazione sostenuta dai fatti: “L’Italia inizia ad avere dei casi critici rilevanti in rianimazione della fascia di età 40-45 anni”. E, “alcuni francesi non si rendono conto che in caso di patologia grave, diversa dal coronavirus, non saranno presi in carico in modo appropriato a causa della mancanza di posto, come è il caso italiano da diversi giorni”. Infine, concludono ricordando un elemento che molti in Francia ancora ignorano: “Sottolineiamo anche che il sistema sanitario colpito oggi è quello del Nord, ovvero il migliore d’Italia, uno dei migliori in Europa”. Insomma, “la Francia deve imparare dall’esperienza italiana“.

La tribuna, pubblicata da vari quotidiani in Francia a partire da Libération, non è l’iniziativa isolata di pochi ma ha già trovato il sostegno di una trentina di firme. Ecco chi sono: Manuella Affejee (Radio Vaticano); Delphine Allaire (Radio Vaticano); Salvatore Aloïse, corrispondante ARTE; Olivier Bonnel (Radio Vatican); Bertrand Chaumeton, autore radiofonico; Manuel Chiarello, giornalista indipendente; Matteo Cioffi, corrispondente sportivo Rfi; Marie Duhamel (Radio Vaticano); Ariel F. Dumont (Marianne, Le Quotidien du Médecin); Antonino Galofaro (Le Temps); Bruce de Galzain, (Radio France) ; Marine Henriot (Radio Vatican); Arthur Herlin, direttore agenzia i.Media; Richard Heuzé, politica internazionale; Blandine Hugonnet, giornalista freelance; Franck Iovene, AFP; Éric Jozsef, (Libération e RTS); Anne Le Nir (RTL/La Croix); Marc-Henri Maisonhaute, freelance; Francesco Maselli, (l’Opinion); Natalia Mendoza (France 24); Alban Mikoczy, (France2/France3); Valentin Pauluzzi, (L’Équipe); Jean-Charles Putzolu, (Radio Vatican); Quentin Raverdy, freelance; Xavier Sartre (Radio Vatican); Eric Sénanque (RFI); Valérie Segond (Le Figaro); Nicolas Senèze (La Croix); Arman Soldin (AFPTV); Anne Tréca (RTL).

L’allarme lanciato dalla Germania agli Usa: “Cosa stiamo aspettando?” – Ma non ci sono solo i francesi. Nelle ultime ore sono numerosi gli editorialisti, diplomatici o esponenti politici che su Twitter stanno rilanciando lo stesso messaggio: chiedere agli altri Stati che non sono l’Italia di muoversi a prendere misure di contenimento del contagio. Nelle scorse ore ad esempio, a prendere posizione è stato Carl Bildt, copresidente del think thank European Council on Foreign Relations: “La Danimarca ha chiuso tutte le scuole per due settimane”, si legge nel suo messaggio diffuso in rete. “Serve un approccio più duro rispetto a quello usato dalla maggior parte dei Paesi Ue all’infuori dell’Italia”. Un Tweet quello di Bildt, rilanciato dallo stesso ex premier italiano Enrico Letta che per primo ha notato un cambio di analisi dei media stranieri e sottolineato come l’Italia possa essere un punto di partenza necessario per molti altri Stati.

Interessanti le reazioni anche sul fronte tedesco. Da segnalare il corrispondente dall’Italia Frank Hornig su Der Spiegel Online: “Forse il governo italiano ha riconosciuto la gravità della situazione solo prima e meglio di altri”, è la sua riflessione in un articolo del 12 marzo dove vengono illustrate le misure prese dal premier Giuseppe Conte. Ma non è l’unico. Henrik Enderlein, direttore del centro Jacques Delors e professore di economia, sempre su Twitter ha rilanciato in queste ore un’analisi sull’andamento del contagio, comparando Italia e Germania. “Siamo sempre sulla stessa direzione dell’Italia”, scrive, “L’Italia ha chiuso il Paese tra il 5 e l’11 marzo. Che cosa aspettano le autorità tedesche?”.


Henrik Enderlein
@henrikenderlein
Here is an update of my tweet from last Sunday. Germany is still on the same path as Italy.

Italy locked down the country between 5 March (schools closed) and 11 March (full quarantine).

Why do German authorities wait?

At @thehertieschool we moved to online-teaching yesterday. https://twitter.com/henrikenderlein/status/1236748772455170049

Visualizza l'immagine su Twitter
Henrik Enderlein
@henrikenderlein
Coronavirus: Is the outbreak in Italy really *so different* from the outbreak in Germany (as suggested by many)? For what it's worth, look at these numbers. Striking.

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714
10:26 - 12 mar 2020
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495 utenti ne stanno parlando
Anche sul fronte americano si segnalano giornalisti ed editorialisti impegnati nel sensibilizzare l’opinione pubblica. Il 12 marzo, Terry Moran, corrispondente di Abc News, ha scritto su Twitter: “Usate le precauzioni più forti per proteggere voi stessi e la vostra comunità ora finché vi fa sentire un po’ ridicoli nel farlo. Quando vi accorgerete che è necessario, sarà troppo tardi“.


Terry Moran

@TerryMoran
Good advice:

Take the strongest possible steps to protect yourself and your community *now* while it still feels a bit ridiculous to do so.

By the time it feels necessary to take such steps...it’s too late. https://twitter.com/lawyrinprogress/status/1237833058839076865

ashlee 🌹
@lawyrinprogress
In risposta a @TerryMoran @chrislhayes
So, should we start pulling our kids out of school now, even if it risks them failing, since there are 8 weeks left in the school year? My state has 6 cases. But when do we act?

28
21:24 - 11 mar 2020 · Washington, DC
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Visualizza altri Tweet di Terry Moran
Sempre Moran è tra i giornalisti ad aver rilanciato l’intervento di James Mates, inviato in Italia per la tv inglese, scrivendo una semplice frase lapidaria: “E’ peggio di quello che pensiamo”. Mates si prende la briga di scrivere un articolo sul sito di ITV news: “Sono appena rientrato dall’Italia e mi sto ‘godendo’ il mio primo giorno di auto-isolamento”. Quindi continua: “E’ molto importante che la gente capisca quanto vanno male le cose, non da ultimo perché è dove potremmo essere diretti”. Il giornalista annuncia quindi di voler pubblicare contributi audio e scritti per far capire la situazione degli ospedali in Italia perché facciamo “aprire gli occhi” anche agli inglesi.


James Mates

@jamesmatesitv
I heard a recording today of 2 Milanese doctors talking about the way their hospitals are being overwhelmed by #coronavirus cases (h/t @IlvesToomas) I've written it up here.  Their accounts are distressing, eye-opening and a warning of what may be to come https://www.itv.com/news/2020-03-11/italy-doctors-coronavirus-covid-19-quarantine-milan-health/


'Healthcare on brink of collapsing': Doctors share stories from inside the Italy coronavirus...
I'm just back from Italy and "enjoying" my first day of self-isolation. Getting a real picture of how bad the situation is, especially in Lombardy and the north, has been really difficult for TV news...

itv.com
122
19:53 - 11 mar 2020
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143 utenti ne stanno parlando
Infine a parlare è stata anche la nota conduttrice della CNN Christiane Amanpour. In un Tweet delle scorse ha rilanciato un’intervista di Matteo Renzi che metteva in guardia gli altri Stati perché si muovano in fretta. Sempre il collega inglese Mates lo ha ritwittato con un semplice commento: “C’è qualcuno in ascolto?”.


Christiane Amanpour

@camanpour
Former Italian Prime Minister @matteorenzi has a plea for the nation's partners in Europe and the United States on the coronavirus:

"Please to my friends of the other European countries, and let me be very clear, all the American guys, please don't make the same mistakes."
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Ha ragione. Lieve dettaglio: la stessa Arte che ora firma appelli, prima mandava in onda servizi sulla "confusione e disorganizzazione" dei 'soliti' italiani.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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Sta a vedere che adesso che il Coronavirus colpisce duramente anche Francia e Germania, l'Europa prenderà provvedimenti seri. Per parte mia, me lo auguro. Sia una cosa che l'altra.