Autore Topic: Stiamo davvero meglio che nel Trecento?  (Letto 1314 volte)

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Offline Vicus

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Stiamo davvero meglio che nel Trecento?
« il: Febbraio 26, 2020, 23:55:33 pm »
Forse, ma se continua così non per molto:

Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Massimo

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Re:Stiamo davvero meglio che nel Trecento?
« Risposta #1 il: Febbraio 27, 2020, 08:41:01 am »
Direi che paragonare il Coronavirus alla Morte Nera, cioè alla peste del 1348 che sterminò un terzo della popolazione europea (ed eternata dal Boccaccio nel Decameron) sia quanto meno azzardato. Per il momento, in Europa e anche fuori, ne uccide di più il comunissimo e semplice raffreddore. Per quanto riguarda la condizione del Papato, nel Trecento il Papa era ad Avignone, strumento politico in mano al re di Francia. Oggi è ancora in Vaticano. Dopo Avignone ci fu lo scisma (più papi contemporaneamente). Oggi abbiamo un Papa dimissionario (emerito) in Vaticato (ma sarebbe più corretto considerarlo un prigioniero, più che emerito) e un Papa riconosciuto da tutti (Bergoglio), anche se molti lo stanno maledicendo e si stanno augurando che tiri le cuoia assai presto. Diciamo però che ciò che è accaduto nel Trecento anticipa quello che rischia di accadere tra breve: un Papa che sarà costretto a fuggire dall' Occidente, oramai in piena dissacrazione, non ad Avignone ma a Manila o in un'altra città del Terzo Mondo e un morbo assai più devastante del Coronavirus e della peste del Trecento che sta facendo e farà dei danni assai più micidiali, idonei a destabilizzare società, identità e cultura europea: il virus del "politicamente corretto". Dopo aver constatato i danni del quale, la falcidie della popolazione europea dopo l'imperversare della peste del Boccaccio ci sembrerà persino una barzelletta e una commedia (anche se non "Divina").

Offline Vicus

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Re:Stiamo davvero meglio che nel Trecento?
« Risposta #2 il: Febbraio 27, 2020, 08:55:40 am »
Citazione
Direi che paragonare il Coronavirus alla Morte Nera, cioè alla peste del 1348 che sterminò un terzo della popolazione europea (ed eternata dal Boccaccio nel Decameron) sua quanto meno azzardato.
Bisognerebbe spiegarlo ai giornalisti.
Citazione
Per quanto riguarda la condizione del Papato, nel Trecento il Papa era ad Avignone, strumento politico in mano al re di Francia.
Non è che oggi sia così diverso:

Citazione
e un Papa riconosciuto da tutti (Bergoglio), anche se molti lo stanno maledicendo e si stanno augurando che tiri le cuoia assai presto.
Date le circostanze è cosa buona e giusta. Ho già citato le autorevoli fonti:

La conclusione pratica riguardo ad un Papa scellerato che nuoce alla Chiesa è quella data da San Tommaso d’Aquino (IV Sent., dist. 19, q. 2, a. 2, qcl. 3, ad 2): “il cattivo prelato può essere corretto dall’inferiore che ricorre al superiore denunciandolo, e se non ha un superiore ricorra a Dio affinché lo corregga o lo tolga dalla faccia della terra / si non habet superiorem, recurrat ad Deum, qui eum emendet, vel de medio subtrahat”.

Citazione
un morbo assai più devastante del Coronavirus e della peste del Trecento che sta facendo e farà dei danni assai più devastanti, idonei a destabilizzare società, identità e cultura europea: il virus del "politicamente corretto".
Un linguista ha infatti definito il politicamente corretto un "virus cognitivo" che (in senso letterale) ha un impatto sulle funzioni cerebrali e sulle capacità verbali.
« Ultima modifica: Febbraio 27, 2020, 09:18:42 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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Re:Stiamo davvero meglio che nel Trecento?
« Risposta #3 il: Febbraio 27, 2020, 10:08:58 am »
Vabbe', io nel Trecento non vorrei viverci nemmeno un giorno.
Riguardo alla questione del coronavirus non ci penso nemmeno.
Ho altro da pensare e da fare.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline giacca

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Re:Stiamo davvero meglio che nel Trecento?
« Risposta #4 il: Febbraio 27, 2020, 20:26:50 pm »
Sempre meglio questo papa che quelli che facevano le guerre e condannavano i dissidenti.

Online Massimo

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Re:Stiamo davvero meglio che nel Trecento?
« Risposta #5 il: Febbraio 28, 2020, 00:48:49 am »
Non è merito di questo papa se non può PIU' fare guerre e condannare i dissidenti. Intanto, a detta di chi lo conosce, licenzia senza pietà i collaboratori che non lo assecondano. Non potendo, appunto, fare di più. Compreso condannare i dissidenti.

Offline Vicus

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Re:Stiamo davvero meglio che nel Trecento?
« Risposta #6 il: Febbraio 28, 2020, 01:28:50 am »
Vabbe', io nel Trecento non vorrei viverci nemmeno un giorno.
Riguardo alla questione del coronavirus non ci penso nemmeno.
Ho altro da pensare e da fare.
Neanch'io. Lo spirito del topic è che stiamo tornando al Trecento, ma nei suoi aspetti più deteriori.
Sempre meglio questo papa che quelli che facevano le guerre e condannavano i dissidenti.
C'è molta propaganda al riguardo. Senza quelle guerre l'Europa avrebbe lo stesso aspetto della Mauritania. Come appunto sta oggi avvenendo.
I dissidenti condannati oggi siamo noi.
Non è merito di questo papa se non può PIU' fare guerre e condannare i dissidenti. Intanto, a detta di chi lo conosce, licenzia senza pietà i collaboratori che non lo assecondano. Non potendo, appunto, fare di più. Compreso condannare i dissidenti.
Secondo fonti affidabili nei palazzi vaticani regna un clima di terrore, pare che si abbia paura persino di incrociarlo in ascensore. Come che sia, le epurazioni sono inconfutabili.

C'è un punto che sfugge alla mentalità globalista contemporanea: la difesa del territorio e della civiltà è indispensabile alla sopravvivenza di un popolo almeno come tale. Basta vedere la fine che stanno facendo Paesi come la Svezia, tolleranti comunque solo a parole perché se un turista dà uno scapaccione al figlio finisce in galera.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.