Autore Topic: La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò  (Letto 4439 volte)

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Offline Frank

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #30 il: Maggio 07, 2019, 00:02:16 am »
Alle pagine 184-185, Santiago scrive:

"Le donne erano pagate meno per lo stesso lavoro", sostiene il femminismo. Non è vero. Donne, uomini e bambini venivano pagati a seconda della loro produttività. In certi settori specifici le donne risultavano più produttive e venivano pagate di più. Comunque, l'uomo risultava spesso più produttivo in molti mestieri (ad es. il regime fascista italiano valutò la resa produttiva di una donna un 40% inferiore a quella di un uomo). Fino all'Ottocento la produzione era il parametro più ovvio di misura, il pagamento a cottimo spesso la norma. Di fatto, esiste un nesso innegabile tra il baratto e la produzione dell'oggetto (senza tener conto del tempo lavorato).
E' ovvio che nel lavoro a cottimo, dove è premiata solo la produzione, al di là della razza, del sesso e dell'età, gli uomini, più produttivi, guadagnassero più delle donne, e queste più dei bambini.


[...]

La discriminante della forza fisica non solo ha determinato la divisione dei ruoli e il diverso guadagno, ma ha innalzato l'uomo a vittima predestinata del lavoro, per rischio e quantità. Per una semplice questione di efficienza produttiva, agli uomini sono stati assegnati i lavori più pesanti, nocivi e pericolosi. La forza fisica permetteva di lavorare la terra, costruire le strade e i ponti, estrarre i minerali, innalzare gli edifici. Tra i due sessi, incontrovertibilmente, era l'uomo a offrire questa forza.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline Vicus

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #31 il: Maggio 07, 2019, 00:26:46 am »
E' davvero un testo notevole: documentato, chiaro, sintetico. Col permesso di Santiago, bisognerebbe riportarne degli estratti sul forum. Che ne dici di copiare il tuo post nella sezione in evidenza?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Frank

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #32 il: Maggio 07, 2019, 00:31:20 am »
Citazione
Che ne dici di copiare il tuo post nella sezione in evidenza?

Fai pure.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline gluca

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #33 il: Maggio 07, 2019, 00:57:45 am »
il regime fascista italiano valutò la resa produttiva di una donna un 40% inferiore a quella di un uomo
Secondo me, se si considera la visione d'insieme, non arriva manco alla metà, anzi, è nettamente sotto: considerata la miriade di problemi e rotture di coglioni di ogni genere che creano sui posti di lavoro, e il fatto che usano 10 volte più la lingua che le mani (parecchie, per farle star zitte più di 80 secondi consecutivi, toccherebbe imbavagliarle, oltre che a sconcentrarti ti fanno letteralmente venire il mal di testa con quelle voci fastidiose peggio delle unghie sulla lavagna), nonché il fatto che, almeno rispetto agli uomini, tendono sempre a ragionare come se tutto sia loro dovuto, e il fatto che, se ti tocca dividerti una mansione con una di loro, alla fine fatichi e ti stressi molto di più che se la facessi da solo perché un cavallo in calore è 10 volte più razionale di una qualsiasi di loro, per me, se uno dai posti di lavoro le togliesse del tutto, forse calerebbe un po' la produttività complessiva perché qualcosa alla fine fanno, ma la qualità degli ambienti lavorativi farebbe un salto del 200% (e la cosa si rifletterebbe positivamente pure sulla produttività del lavoro stesso), non fosse altro per via del fatto che non ci sarebbe più praticamente nessuno a mettere zizzania sparlando di tutti con tutti.
I cazzi loro non sanno manco cosa siano, e servono solo a renderti la vita sgradevole in qualsiasi ambito te le trovi attorno.
Io sui luoghi di lavoro le ho sempre trovate insopportabili, tra quelle che si appiccicano per farsi i cazzi tuoi, le paranoiche, le logorroiche, le approfittatrici, le mignotte, le arroganti, le maldicenti, e compagnia cantante, io, sinceramente, per non averle attorno, darei non un rene, ma entrambi.
« Ultima modifica: Maggio 07, 2019, 01:10:30 am da gluca »

Offline santiago

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #34 il: Maggio 07, 2019, 18:36:22 pm »
Ho inserito il titolo dell'opera, che mancava nell'entrata realizzata il mese scorso da Barnart (ringrazio)
Nella mia presentazione, che ho realizzato entrando nel Forum, si stanno succedendo dei commenti sull'opera.

A mio avviso, sarebbe meglio ricondurre in futuro tutti i commenti, dicussioni, critiche, se avverranno, sullo stesso contenitore, qui.
Vi ringrazio a tutti
Spero che l'opera possa essere per voi interessante, e i vostri contributi possano servire a migliorarla.

Offline santiago

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #35 il: Maggio 07, 2019, 18:47:12 pm »
Lo scopo dell'opera è quella di diffondere il più possibile i contenuti (e se possibile aumentarli) per aprire pian piano un varco nella narrazione prevalente.
Fate quello che ritenete più opportuno per promuovere le idee, anzi se avete una conoscenza femminista che vi sta antipatica, a Natale regalatele il libro, le farà un gran bene!

A proposito dell'argomento lavoro, tra le citazioni ci sono degli esempi dove le donne venivano di più e in altri dove gli uomini venivano pagati di più.
Che gli uomini fossero (in tutta la Storia che la forza fisica era indispensabile) più prodottivi la dimostra un mercato del lavoro che non era viziato per presunti pregiudizi di genere: il mercato degli schiavi.
Come si mostra con degli esempi nel libro, lo schiavo maschio costava di più e era molto più ricercato in tutto il mondo ed epoche, tanto nel mondo greco, nell'impero romano, tra i barbareschi o in America in un'asimmetria numerica che era molto pronunciata a svantaggio dell'uomo.
La domanda che tutti ci dovremmo fare è perché nei testi scolastici (in verità da nessuna parte) non venga evidenziata questa ovvietà, che la vittima prediletta della schiavitù (e subire le peggiori condizioni di schiavitù) era l'uomo. Chiedersi come mai questa realtà non sia segnata da nessuna parte.


P.S. Nella sezione "libri" ho aperto una con il titolo dell'opera "La grande menzogna del femminismo". Secondo me sarebbe meglio ricondurre d'ora in poi qualsiasi commento sull'opera su questo contenitore unico. Grazie

Offline Vicus

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #36 il: Maggio 07, 2019, 21:47:20 pm »
Santiago ti sarebbe possibile pubblicare l'opera in formato elettronico, per es. Kindle? Oppure se disponi del file posso mandarti un bonifico.
Con un'indicizzazione digitale sarebbe facile effettuare ricerche per argomento con programmi tipo Kopernik e riportare passi rilevanti.
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Offline Frank

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #37 il: Maggio 09, 2019, 00:54:19 am »
Pag. 279-280

Nella fissazione delle remunerazioni, il genere poteva costituire un elemento, ma non era certo il fattore determinante.
Perciò anche le donne erano pagate di più in quella attività in cui rendevano di più o che potevano svolgere meglio, e viceversa retribuite
meno quando le loro capacità risultavano inferiori a quelle maschili. Ad Avignone, alla fine del Trecento, le donne che rivestivano di stoffa l'interno delle armature percepivano compensi nettamente superiori a quelli dei loro colleghi meno abili in questa attività, così come a Venezia, alla fine del Cinquecento, le ragazze che fabbricavano passamanerie dorate erano retribuite molto più dei ragazzi. Viceversa, nei cantieri trecenteschi di Siena o nei pressi di Pavia a fine del Quattrocento, dove un gran numero di donne erano state
reclutate per lo scavo di una roggia, il loro rendimento necessariamente inferiore faceva sì che percepissero retribuzioni di un terzo inferiori a quelle degli uomini, mentre i bambini prendevano la metà. Quando poi la resa era la stessa, lavoratore e lavoratrice venivano
pagati nello stesso modo.

[...]

Lavoro a cottimo.
Nel 1841 il contadino maschio che viveva in casa del datore di lavoro poteva contare in Renania su un guadagno annuo oscillante tra i 60 e i 180 marchi l'anno, e per una donna si andava dai 54 ai 108 marchi, mentre nella Prussia orientale le cifre erano rispettivamente di 45-60 marchi e 30-36 marchi. Normalmente si era pagati a seconda del tempo lavorato oppure a cottimo. Era opinione generale che  il lavoro a cottimo fruttasse guadagni settimanali più alti rispetto a quello pagato ad orario. (L'uomo romantico, p. 78).
Nel 1779, il Conte del Carpio spiegò:
"Ci sono molte occupazioni nelle quali è un peccato usare la forza di lavoro maschile, nelle quali donne e bambini possono eccellere:
pizzi, bottoni, merletti, ricami e altri manufatti di questa specie, sono più adatte per le mani di una donna e di un bambino.
(Historia de las mujeres en Espana y América Latina - II, pp. 253-254).
Italia fascista.
I contratti [agricoli] valutavano generalmente il lavoro femminile al 60 per cento di quello maschile, secondo le indicazioni formulate nel 1926 da Arrigo Serpieri, il maggior esperto di agricoltura tra gli statisti del regime.
(Le donne nel regime fascista, p. 250).
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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #38 il: Maggio 09, 2019, 01:37:39 am »
A uguale rendimento uguale salario. Se non è parità questa
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Paol

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #39 il: Luglio 28, 2019, 20:50:23 pm »
E' davvero un testo notevole: documentato, chiaro, sintetico. Col permesso di Santiago, bisognerebbe riportarne degli estratti sul forum. Che ne dici di copiare il tuo post nella sezione in evidenza?
Recentemente ho avuto la possibilità di parlare con l'editore del libro di Santiago Gascò, Paolo Persiani, che mi ha detto che in autunno è prevista la pubblicazione del secondo volume , concentrato sull'analisi del femminismo, ma naturalmente sarei ben felice che l'autore ce ne scrivesse su questo forum.
L'ottimo è nemico del bene....ma non c'è limite al peggio

Offline santiago

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #40 il: Settembre 18, 2019, 17:19:40 pm »
Ciao Paol,

Scusa se non ho risposto prima. è da oltre un paio di mesi che non entro nel forum.
Effettivamente il II Volume (e ultimo) uscirà in autunno.
Farò senz'altro un annuncio anche sul forum prima dell'uscita.
Anche se la componente storica è una costante lungo tutta l'opera, al contrario del I Volume che ha solo sfiorato gli argomenti di attualità (il sessismo nel linguaggio o il sessismo nelle fiabe), il II Volume si occupa anche dell'attualità (gap salariale, morte lavorative, suicidi,...) e naturalmente dei due argomenti che sono all'ordine del giorno: separazioni e violenza. Tutto accompagnato, come nel I Volume, di numerose e “curiose” citazioni.

Offline Paol

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Re:La grande menzogna del femminismo - Santiago Gascò
« Risposta #41 il: Settembre 29, 2019, 17:56:57 pm »
Ottima notizia, grazie di tutto questo lavoro che hai fatto e fai.
Anch'io sono rimasto assente dal forum in estate, steso dal caldo.
L'ottimo è nemico del bene....ma non c'è limite al peggio