Autore Topic: Favoritismi nei confronti delle donne all'università  (Letto 7091 volte)

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Offline Vicus

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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #15 il: Agosto 19, 2018, 22:31:26 pm »
Frank, ci sono sicuramente i casi che descrivi tu, ma qui parliamo di politiche che (anche se non sempre in forme così estreme) riguardano praticamente tutti i professori (donne incluse) di tutte le università occidentali.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #16 il: Agosto 20, 2018, 00:24:23 am »
Frank, ci sono sicuramente i casi che descrivi tu, ma qui parliamo di politiche che (anche se non sempre in forme così estreme) riguardano praticamente tutti i professori (donne incluse) di tutte le università occidentali.

D'accordo, però converrai con me che quando si fanno certe affermazioni - che possono essere anche giuste - bisogna portare le prove, sicché, caro Vicus, ti chiedo: dove sono le prove ?
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #17 il: Agosto 20, 2018, 01:17:18 am »
Le prove dei favoritismi universitari sono sotto gli occhi di tutti, i miei e di molti altri almeno.

Prove dirette sulle cause ovviamente non ce ne sono, ma essendo in gioco politiche universitarie questi comportamenti non possono spiegarsi con l'attrazione di qualche professore, né con le pressioni di qualche rettore che peraltro non può legalmente influire sulle scelte dei professori.

Chiaro che molto si spiega con le direttive sugli esami date agli assistenti, ma quando un fenomeno è così diffuso, chi prende la decisione? E come fa a imporla quasi ovunque?

Per esempio, le donne nell'esercito (che nessun generale vuole) chi le ha imposte e come?
« Ultima modifica: Agosto 20, 2018, 05:42:14 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #18 il: Agosto 21, 2018, 20:33:33 pm »
Le prove dei favoritismi universitari sono sotto gli occhi di tutti, i miei e di molti altri almeno.

Prove dirette sulle cause ovviamente non ce ne sono, ma essendo in gioco politiche universitarie questi comportamenti non possono spiegarsi con l'attrazione di qualche professore, né con le pressioni di qualche rettore che peraltro non può legalmente influire sulle scelte dei professori.

Chiaro che molto si spiega con le direttive sugli esami date agli assistenti, ma quando un fenomeno è così diffuso, chi prende la decisione? E come fa a imporla quasi ovunque?

Per esempio, le donne nell'esercito (che nessun generale vuole) chi le ha imposte e come?


Sì, ma vedi: io ti ho rivolto la domanda che ti rivolgerebbe una qualsiasi femminista in un ipotetico dibattito a quattr'occhi.
Perché puoi pure star certo che ti chiederebbero "le prove".

Inoltre, quando si parla di Occidente, bisogna sempre ricordarsi che anche l'America Latina è Occidente.
Ed anche in questo caso mi(ti) chiedo: in quei paesi accade lo stesso ?



Citazione
Per esempio, le donne nell'esercito (che nessun generale vuole) chi le ha imposte e come?


Be', diciamo pure che alcuni generali statunitensi (vigliacchi ed ipocriti...?) approvano (così dicono...) la presenza femminile nell' esercito.
Ma, vero o no che sia, alcuni vecchi quemmisti - Rino in primis - ora ti risponderebbero che all' origine di tutto ciò c'è..."Etosfera".


http://questametadellaterra.blogspot.com/2011/01/etosfera.html

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1.2.2. Etosfera
Si può assegnare a questa dimensione invisibile, nella quale si combatte la guerra dei sessi, il nome di Etosfera, lo spazio del bene e del male. Fu Teilhard de Chardin ad adottare il termine gemello, Noosfera, immagine centrale della sua filosofia, nella quale incluse sia la dimensione della conoscenza che quella dei valori intendendo che entrambe evolvano contestualmente verso quel perfezionamento che porterà il Cosmo al Punto Omega, compimento del mondo e realizzazione della Creazione. Anche qui si impiegherà quel termine ma con accezione assai più ristretta e senza i risvolti metafisici che quell’uomo, confortato dalla Fede, vi associò.3 Noosfera, per come la intendiamo in queste pagine, è la dimensione della conoscenza e sta in contrapposizione ad Etosfera che è lo spazio dei valori, il luogo del bene del male, la dimensione del Senso. Due dimensioni diverse tra loro, in contrapposizione e al tempo stesso in relazione attiva che vivono ed evolvono tra il conflitto e la simbiosi. Due spazi nei quali si muovono gli esseri umani e che, insieme, formano il tutto della loro vita.

Pochi credono all’esistenza di Noosfera nei termini intesi da quel filosofo mentre non vi è alcuna difficoltà nel riconoscere che esistono due versanti dell’esperienza umana, quello della conoscenza e quello dei valori, individuati ora da questi nomi. Sin qui non avremmo detto nulla di speciale se non avessimo ipotizzato, dentro Etosfera, l’azione di forze di tale potenza da esser capaci di governare coloro che governano, di guidare coloro che guidano, di esercitare un potere in grado di sottomettere i potenti e di trasformare in suoi strumenti quelli che a noi tutti sembrano da sempre i veri poteri: la spada, la borsa, la poltrona e il libro.

Non stiamo dicendo cosa da poco perché siamo in qualche modo tutti materialisti ora e pensiamo che sia il potere materiale e visibile quello che determina ogni cosa. La conquista del potere visibile è sempre la premessa per la realizzazione dei nostri progetti politici, per la trasformazione della società secondo i nostri intenti e infatti quella tra le classi sociali è stata ed è una lotta per il potere politico, economico e istituzionale. Riteniamo poi responsabili dell’andamento della società - nel bene e nel male - proprio coloro che siedono sulle poltrone, che votano le leggi, che tengono nelle loro mani le armi, la ricchezza, la conoscenza; sono questi i responsabili dell’andamento del mondo, e se non loro, chi altri? Ora, tutti questi poteri sono da sempre in mani maschili. Diviso il mondo tra Noosfera ed Etosfera non è agevole pensare che la seconda sia il territorio dove agiscono le forze che muovono ogni cosa, dove di esercita un potere che governa tutti gli altri.

Eppure, senza il potere del denaro (borsa), senza quello delle armi (spada) senza potere politico e istituzionale (poltrona), senza prestanza fisica, senza partiti, senza sindacati, senza scioperi, senza fucili, le donne hanno cambiato l’Occidente e si apprestano, in quella che è stata definita ‘globalizzazione buona’, a cambiare tutto il mondo. Cambiare il mondo senza avere alcun potere è una pretesa più che velleitaria, ridicola, certo votata al fallimento, eppure che questo in parte sia già accaduto è fuori di dubbio perché ognuno lo vede, il femminismo stesso lo dichiara e di ciò, comprensibilmente e con fondate ragioni, si vanta e si gloria. Etosfera esiste.

Questa dimensione etica non è però il luogo in cui si sviluppa il solo conflitto tra i Generi ma in cui si definiscono tutte le relazioni tra gruppi ed individui. Ecco un caso storico persino troppo esemplare. Russia 1917, milioni di persone sono disposte a combattere, a sopportare ogni sorta di sacrifici e a morire per una causa, per fondare un sistema immaginato. Ciò che le guida è una tavola dei valori, un progetto del mondo, un ‘dover essere’ per il quale vale la pena vivere e morire. Unione Sovietica 1991: nessuno si mette in moto né è disposto a fare alcunché per difendere il sistema esistente che pure, in quanto tale, ha - avrebbe - il potere di far morire chiunque a propria difesa; ciononostante non riesce a difendersi ed evapora senza combattere. Eppure è in possesso di tutto il potere inteso nel senso ordinario: tutta la polizia, tutta la finanza, tutta la proprietà, tutti i mezzi di informazione, tutta l’istruzione, tutta l’economia, l’esercito. Non esiste alcun contropotere visibile che lo faccia crollare, nondimeno crolla. Ma cos’è che crolla? Non l’esercito, non il KGB. Quanto all’economia, negli anni Trenta la situazione era incomparabilmente peggiore, c’era la fame, eppure il sistema non ne risentì, al contrario, si rafforzò mentre ora va in rovina come se uscisse sconfitto dalla III Guerra Mondiale. Ma la III Guerra Mondiale non c’è stata, tutto è accaduto ‘come se’: come se un potere invisibile e inafferrabile avesse disarmato un sistema, armatissimo e potentissimo certamente, ma non abbastanza da resistergli; come se quel gigantesco Leviatano fosse rimasto senza orientamento, senza direzione, senza scopo; come se i suoi nemici avessero creato e sparso nei cieli dell’URSS un ‘bacillo della conversione’; come se il sistema fosse in realtà strumento di qualcos’altro ed usasse i suoi poteri (spada, borsa, ...) per realizzare i fini di quel ‘Qualcos’altro’ che ora non c’è più; come se esistessero due ordini di potere, uno sovraordinato all’altro.

L’URSS finisce perché è finito un sistema etico, un progetto di ‘dover essere’ collettivo, un ordine morale. Un piano di futuro, un’idea forza, un programma di vita sono morti, una tavola dei valori è andata in frantumi e la sua spada si è fermata. Quella spada, che era strumento di un sistema, ora, improvvisamente, lo diventa di un altro, tanto che non è necessario cambiare né la spada né gli “uomini al potere”. Le medesime persone sono diventate strumento di un altro ordine morale (o altrettanto immorale, se vogliamo), come se si fossero “convertite”. Si sono convertite. Tutto è accaduto come se esistessero due poteri di diverso rango; il primo è quello che assegna i valori, ne scrive la tavola e stabilisce in ultima istanza che cosa sia bene e che cosa sia male, l’altro, quello che chiamiamo “il potere”, è di secondo ordine, strumento del primo. Non c’è altra spiegazione. Etosfera è lo spazio in cui tutto ciò è avvenuto, così come il luogo nel quale si combatte la guerra dei sessi.


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1.2.3. Tavole dei valori
Con la spada si governa il mondo perché la spada mozza le teste, così si dice, ma la spada cristiana non taglia le stesse teste di quella islamica, la spada Tamil non quelle della spada Singalese. Le spade colpiscono i rispettivi “eretici” (quelli esterni si chiamano nemici), ma che io sia eretico o meno non dipende dalla spada ma dalla tavola dei valori di cui quella è strumento. Il denaro è potere ma lo è per quelle culture che glielo assegnano. Per i Lakota, gli Iatmul, gli Yanomami, i Nambikwara il denaro non ha alcun potere. Se potessi decidere se il denaro ha o non ha valore e dove vada diretto avrei in mano il potere sul potere del denaro, perciò, se volessi conquistare il mondo mi occuperei del potere di primo rango, imporrei il mio bene ed il mio male. Lascerei ad altri la spada perché essa comunque colpirebbe chi voglio io, lascerei ad altri il denaro perché esso avrebbe valore solo in dipendenza da ciò che io voglio, lascerei ad altri redigere leggi e scrivere libri, io mi limiterei a dettarglieli. Se volessi conquistare il mondo mi occuperei della tavola dei valori e così stabilirei se e per che cosa valga la pena di vivere, di combattere, di morire e, beninteso, di uccidere.

Il territorio nel quale si esercita quel potere è Etosfera, lo spazio del bene e del male, il luogo del bello e del brutto. Là sta la graduatoria dei nostri bisogni, delle nostre pulsioni, dei nostri desideri. Là è la carta dei nostri diritti, la lista ordinata dei nostri valori ed anche la misura del nostro stesso valore, come individui e come gruppi. Là è custodita la mappa che disegna i confini di ciò che possiamo e non possiamo fare, dire, sentire, pensare, credere, amare, conoscere e sognare. Là sta scritto ciò che dobbiamo sapere e ciò che dobbiamo ignorare del presente, del passato, del qui e dell’altrove. Da quella tavolozza vengono i colori di cui è dipinta la nostra esperienza, là si trovano le spezie che danno sapore alla nostra vita. Chi controlla Etosfera controlla il mondo.5
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #19 il: Agosto 21, 2018, 22:35:23 pm »
Sì, ma vedi: io ti ho rivolto la domanda che ti rivolgerebbe una qualsiasi femminista in un ipotetico dibattito a quattr'occhi.
Perché puoi pure star certo che ti chiederebbero "le prove".
Inoltre, quando si parla di Occidente, bisogna sempre ricordarsi che anche l'America Latina è Occidente.
Ed anche in questo caso mi(ti) chiedo: in quei paesi accade lo stesso ?

Be', diciamo pure che alcuni generali statunitensi (vigliacchi ed ipocriti...?) approvano (così dicono...) la presenza femminile nell' esercito.
Ma, vero o no che sia, alcuni vecchi quemmisti - Rino in primis - ora ti risponderebbero che all' origine di tutto ciò c'è..."Etosfera".

http://questametadellaterra.blogspot.com/2011/01/etosfera.html
Qui però non siamo a un tribunale femminista, ma tra gente piuttosto consapevole.
Quello che conta (e mi pare innegabile) è che tutto l'Occidente avanzato favorisce le donne all'università, in modo più o meno palese. Personalmente non penso che trattamenti di favore che spesso sfiorano il "trenta politico" possano spiegarsi con una sorta di spontanea ispirazione venuta all'unisono a tutto il corpo docente, che improvvisamente avverte l'esigenza di frenare pesantemente gli uomini e favorire enormente la carriera delle donne.
« Ultima modifica: Agosto 21, 2018, 23:53:01 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #20 il: Agosto 21, 2018, 22:39:31 pm »
Dimenticavo, un amico mi ha riferito questo dialogo di un professore: "So da subito che voto dare a un candidato, i 3/4 dell'esame li passo a convicerlo che se lo merita [con domande più o meno difficili onde ottenere l'esito voluto]".
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #21 il: Agosto 22, 2018, 00:23:23 am »
Vicus


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Qui però non siamo a un tribunale femminista, ma tra gente piuttosto consapevole.

Questo è ovvio.
Resta il fatto che senza prove chiare, certe, c'è il rischio di darsi la zappa sui piedi, anche perché all' università il corpo docente è composto in larghissima maggioranza da uomini, in Italia come altrove.
Perciò la domanda da porsi è: perché questi signori favoriscono le femmine a scapito dei maschi ?
Se la questione sessuale c'entra poco o niente,* qual è la "causa prima" ?

@@

* Per me c'entra e pure parecchio.
Ma vabbe'.
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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #22 il: Agosto 22, 2018, 01:01:16 am »
Sembra poco credibile a chi non conosce l'ambiente dell'università.
Penso che si perda più credibilità con l'argomento dell'attrazione sessuale che porta professori attempati a dare 30 e lode a cozze di 80 kg e/o con fondi di bottiglia sugli occhi, attrazione per di più misteriosamente cominciata a partire dagli anni '80.

Frank, il tuo ambiente di lavoro è probabilmente immune da certe conventicole, per questo il solo nominarle ti pare incredibile. Ho conosciuto diversi ex* massoni che mi hanno ampiamente spiegato che il reclutamento inizia proprio dalle scuole e dalle università (da cui è uscita una parte non trascurabile della nostra meravigliosa classe politica), e che non riguarda solo generali dell'esercito, ma anche insegnanti, professionisti e impiegati (hanno anche contattato una mia conoscente, impiegata comunale). Il fratello di un'altra mia conoscente è professore universitario ed è massone. Anche Blondet, che studia il fenomeno da decenni e forse qualcosa ne capisce più di te e me, ha avanzato di persona le stesse ipotesi. Ti basta come prova?

* Almeno spero
« Ultima modifica: Agosto 22, 2018, 03:21:11 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #23 il: Agosto 22, 2018, 11:40:06 am »
A Sassari già quindici anni fa le insegnanti rappresentavano circa un terzo del corpo docente. Stragrande maggioranza di uomini non ne ho mai visto dalle mie parti, solo relativa.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #24 il: Agosto 22, 2018, 19:55:06 pm »
Sembra poco credibile a chi non conosce l'ambiente dell'università.
Penso che si perda più credibilità con l'argomento dell'attrazione sessuale che porta professori attempati a dare 30 e lode a cozze di 80 kg e/o con fondi di bottiglia sugli occhi, attrazione per di più misteriosamente cominciata a partire dagli anni '80.

Frank, il tuo ambiente di lavoro è probabilmente immune da certe conventicole, per questo il solo nominarle ti pare incredibile. Ho conosciuto diversi ex* massoni che mi hanno ampiamente spiegato che il reclutamento inizia proprio dalle scuole e dalle università (da cui è uscita una parte non trascurabile della nostra meravigliosa classe politica), e che non riguarda solo generali dell'esercito, ma anche insegnanti, professionisti e impiegati (hanno anche contattato una mia conoscente, impiegata comunale). Il fratello di un'altra mia conoscente è professore universitario ed è massone. Anche Blondet, che studia il fenomeno da decenni e forse qualcosa ne capisce più di te e me, ha avanzato di persona le stesse ipotesi. Ti basta come prova?

* Almeno spero


Vicus, se non vado errato ho precedentemente scritto che l'università non è il mio mondo (testuale).  :cool:
Ed è per questo che rivolgo certe domande, le quali, ne puoi star certo, ti sarebbero rivolte da chi "di dovere".
Tutto qua.


Citazione
[size=10ptFrank, il tuo ambiente di lavoro è probabilmente immune da certe conventicole][/size]

E' chiaro che il mio è un ambiente ben diverso e quasi esclusivamente maschile, (per fortuna, aggiungo) ma questo non mi impedisce certamente di sapere che altrove le cose funzionano diversamente.



Citazione
Penso che si perda più credibilità con l'argomento dell'attrazione sessuale che porta professori attempati a dare 30 e lode a cozze di 80 kg e/o con fondi di bottiglia sugli occhi, attrazione per di più misteriosamente cominciata a partire dagli anni '80.


Mai parlato di cozze, bensì di belle fiche o di ragazze carine.
Le cozze ben difficilmente entrano nelle grazie dei professori.
Vicus, che alcuni professori siano dei coglioni è più che sicuro.
La laurea, magari da 110 e lode, non li rende immuni da ciò.

In ogni caso, ripeto: le mie non sono "sentenze", ma solo domande e constatazioni ovviamente discutibili, proprio perché non conosco quell'ambiente.
Io faccio il geometra nei cantieri, non il professore all'università.
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« Risposta #25 il: Agosto 22, 2018, 20:36:48 pm »
Ed è per questo che rivolgo certe domande, le quali, ne puoi star certo, ti sarebbero rivolte da chi "di dovere".
Ne dubito. Una femminista negherebbe il problema.
Mai parlato di cozze, bensì di belle fiche o di ragazze carine.
Io invece ho parlato quasi esclusivamente di cozze (basse, segaligne e dall'espressione tutta uguale), che erano oltre il 90% delle candidate.
Anche dopo l'università vincevano concorsi (non tutte; ma molte più degli uomini) o trovavano un lavoro qualificato con molta più frequenza. Nel caso dei datori di lavoro privati non so troppo spiegarmi la cosa (a parte l'innato genio* femminile), tranne forse che erano ottime "schiave", lavorando fino a 12 ore al giorno per una miseria e senza contributi.

* La scienza dimostra che tale genio si manifesta a partire dall'università, mentre prima abbondano errori di ortografia, carenze nell'espressione orale e scritta e altri gravi ritardi nell'apparendimento nonostante la mole di appunti presi a lezione.
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« Risposta #26 il: Agosto 22, 2018, 21:03:34 pm »
Vicus


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Ne dubito. Una femminista negherebbe il problema.

Dunque, nel momento in cui tu, per ipotesi, evidenziassi tale problematica alle scienziatesse femministe, puoi pure star certo che ti chiederebbero "le prove".
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Re:Favoritismi nei confronti delle donne all'università
« Risposta #27 il: Agosto 22, 2018, 21:13:18 pm »
Nessuna "prova" basterebbe. Direbbero che è patrarcale invidia del genio femminile.
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« Risposta #28 il: Agosto 23, 2018, 00:18:03 am »
Nessuna "prova" basterebbe. Direbbero che è patrarcale invidia del genio femminile.

Lo so.  :cool:
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Offline Sardus_Pater

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« Risposta #29 il: Agosto 23, 2018, 10:46:10 am »
Le donne vengono penalizzate in sede di esame in primis quando tra le esaminande ce n'è qualcuna "più uguale" delle altre. Non è così infrequente, anzi. Paradossalmente una maggior presenza femminile nel corpo docente blocca alcune capre dall'andare avanti troppo in fretta e con voti immeritati, indipendentemente dal valore della professoressa (io ne ho avuto di toste, comunque). Ma anche professori, magari ancora con contratto a progetto, di max. una decina d'anni più grandi, solitamente fidanzati con un'ex dottoranda e che si possono permettere di guardare dall'alto in basso le squinzie neoventenni che hanno occhi solo per loro.
Forse la Sardegna, almeno 10/15 anni fa, era ancora un mondo a parte.
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