Autore Topic: Ragazze elettriche...  (Letto 2615 volte)

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Online Frank

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Ragazze elettriche...
« il: Novembre 17, 2017, 19:24:39 pm »
http://www.iltascabile.com/recensioni/ragazze-elettriche/

Citazione
16.10.2017
Ragazze elettriche di Naomi Alderman
Matteo Moca si è laureato in Italianistica all’Università di Bologna con una tesi su Landolfi e Beckett. Attualmente è dottorando in letteratura italiana e studia il surrealismo tra Bologna e Parigi. Collabora, tra gli altri, con Gli Asini, Blow Up, Alfabeta2, minimaetmoralia.
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L a serie televisiva prodotta da Netflix Glow, quella prodotta da Hulu The handmaid’s tale e, adesso, la pubblicazione per Nottetempo del romanzo di Naomi Alderman Ragazze elettriche, danno rilevanza a un tema, quello della narrazione femminista e femminile, su cui è necessario fermarsi a ragionare – considerato anche il successo di pubblico. Soprattutto per The handmaid’s tale, tratto, come è noto, dal romanzo di Margaret Atwood e tradotto in Italia con il titolo Il racconto dell’ancella, e per il romanzo di Alderman (scritto sotto la supervisione della stessa Atwood che ha speso molte parole buone per il libro), è evidente come il genere distopico sia scelto come il più adatto per narrare vicende all’ombra di uno stato totalitario, gerarchico, oppressivo e liberticida. Eppure, come si vedrà, tra il libro di Atwood e la relativa serie e il romanzo di Alderman esiste un rovesciamento fondamentale dei termini che porta a diversi scenari.

Atwood ambienta la sua teocrazia militare in un ambiente urbano apparentemente normale alludendo in maniera significativa ai quartieri residenziali eleganti americani. Vittime sono le donne, private di ogni identità e definite secondo le loro funzioni (Ancelle, Mogli, Zie, Non-donne), che sono rigidamente controllate per il processo di procreazione gestito da una gerarchia patriarcale: a loro è proibito tutto e le Ancelle, donne giovani e fertili, devono forzatamente accoppiarsi con i Comandanti per continuare la filiazione. Vestite di rosso con una cuffia bianca che ha ali molto grandi (e che dopo la serie televisiva è divenuta un simbolo della protesta femminista con l’eclatante caso della protesta pro-aborto in Ohio dove le donne indossavano gli abiti del libro), partoriscono figli non desiderati e concepiti senza amore da cui dovranno separarsi dopo il parto per consegnarli alle Mogli, spose dei comandanti, che penseranno a crescerli. Nel libro di Atwood, e con un espediente differente nella serie televisiva, si intravede però uno spiraglio di speranza che resta vivo nel tentativo della protagonista di lasciare memoria di come era la vita prima della dittatura.

Ragazze elettriche invece, tradotto per la prima volta in Italia da Silvia Bre, come detto rovescia i termini del romanzo di Atwood e lo fa descrivendo un vortice di violenza assai più crudo in cui non esiste redenzione.

    La forma del potere è sempre la stessa; è la forma di un albero. Dalle radici fino alla cima, un tronco centrale che si ramifica e ramifica all’infinito, aprendosi in dita sempre piú sottili, protese in avanti. La forma del potere è il disegno di una cosa viva che tende verso l’esterno, e manda i suoi sottili filamenti un po’ oltre, e ancora un po’ piú oltre.

Con queste parole si apre il romanzo, che mette subito in scena una riflessione sulle diramazioni del potere e sul suo valore universale di comando. In Ragazze elettriche viene inscenata, con una abilità narrativa realmente impressionante, una complessa costruzione angosciante e brutale, quella di una dittatura di donne che si appropriano di un potere che è sempre stato tra le mani di una società secolarmente maschilista. Questo diviene possibile grazie ad un misterioso potere, non si sa se figlio di una mutazione genetica o dell’inquinamento radioattivo delle acque, quello di fulminanti scariche elettriche che nascono dalle mani. Le varie protagoniste si accorgono di avere il potere in maniera diversa: Roxanne chiusa in un armadio da un gruppo assassini, Tunde, unico maschio, giornalista, che lo documenta quando lo vede in azione in una ragazza che si libera così da un molestatore toccandogli il braccio, e Allie, quando l’uomo che l’ha adottata prova ancora a violentarla. Come si evince, il potere nasce sempre quando l’uomo è in procinto di fare del male.

Questa scarica, che defluisce dalle punte e dai palmi delle mani, sembra essere il giusto e doveroso risarcimento per le violenze subite. Inizialmente questo potere figura come una malattia, un male da estirpare in quel filamento di muscoli rosso-violaceo appena sotto lo sterno: ma poi si scopre che il potere può essere trasmesso tramite un semplice tocco, che il potere può essere allenato e potenziato, che può uccidere ma anche guarire e una volta posseduto non può scomparire. Il potere allora si trasmette letteralmente da una mano all’altra ed inizia ad essere utilizzato per rovesciare regimi, per appoggiare più o meno violenti governi e per relegare gli uomini in una zona d’ombra, lontani dal potere e puniti in maniera violenta per qualsiasi infrazione. Così recitano le nuove prescrizioni:

    Agli uomini non è più permesso di riunirsi, nemmeno in casa, in gruppi piú grandi di tre, senza una donna presente. Agli uomini non è più consentito di votare – perché i loro anni di violenza e di indegnità hanno dimostrato che non sono adatti a prendere decisioni o a governare.Una donna che colga un uomo a disobbedire a queste leggi in pubblico è non solo autorizzata, ma tenuta a punirlo immediatamente. Qualunque donna venga meno a questo dovere sarà considerata una nemica dello Stato, una complice del crimine, un elemento che tenta di minare la pace e l’armonia della nazione.

La questione che il romanzo pone al lettore, e che per questo segue l’itinerario tracciato da Atwood nel suo romanzo, intreccia la questione di genere con quella della gestione del potere: “la natura e l’uso del potere umano possono cambiare in due modi. Il primo è quando un ordine viene emesso dal palazzo, un comando rivolto al popolo che impone ‘Cosí sia’. Ma l’altro, il più certo, il più inesorabile, si ha quando quelle migliaia di migliaia di punti luminosi inviano ciascuno un nuovo messaggio. Quando il popolo cambia, il palazzo non può opporsi. Come è scritto: ‘Lei accoglie il fulmine nella mano. Gli comanda di colpire’”. Le scariche elettriche provocano dei rovesciamenti in ogni angolo del mondo: dagli Stati Uniti alla Nigeria dalla Mecca, dove le donne con il nijab si prendono una vendetta da lungo tempo attesa, fino alla Moldavia dove il sovvertimento segue un ordine che da straordinario diviene prassi. Eppure, ciò che dal libro risalta, è che questo rovesciamento non porta né felicità né serenità.

Le donne che salgono al potere non fanno altro che replicare il tedioso e forzuto esercizio maschile, inaridendo i pensieri, congelando i desideri e finendo per limitare la fantasia. Alderman indugia con la sua narrazione sulle nuove violenze, come il racconto di uno stupro di un uomo ad opera di un gruppo di donne. Si crea un vortice di soprusi inarrestabile, dove anche gli uomini, che non accettano il nuovo ordine, agiscono tramite atti di terrore per ristabilire l’ordine precedente. La domanda che nasce dal libro è quella che lega la violenza al potere, ovvero se i due termini sono indissolubilmente inestricabili. A leggere Ragazze elettriche la risposta sembrerebbe essere affermativa, perché il potere porta con sé una cupezza che dissolve la comunicazione, i legami e le individualità. Eppure nel libro affiorano debolmente e in pochi casi, momenti in cui la fragilità supera la potenza dell’elettricità e in quel momento, in quei singoli e rari istanti, sembra che le donne protagoniste ritrovino l’essenza più intima, quella che più si avvicina all’amore e ad una concezione autentica di sé.

Nella serie targata Netflix invece, dove è rifiutato ogni spunto distopico, viene raccontata la costruzione, in tutte le sue fasi, dai provini alla registrazione, di uno show televisivo sul wrestling femminile: la narrazione però serve soprattutto a mettere in scena il racconto della miseria delle protagoniste che si muovono lungo un percorso di riscatto che superi le singole criticità nel tentativo di creare una identità nuova. Il wrestling serve alle donne come uno sport teso alla liberazione del corpo e ad una sua riappropriazione: questo accade alle attrici passando da una gravidanza difficile, dai tradimenti di un uomo, dalla nuova percezione del proprio aspetto e da una diversità sulla scena che viene poi percepita soprattutto dagli spettatori uomini.

Il significato di strizzarsi in costumi coloratissimi, di cotonarsi i capelli fino all’estremo e costruire una propria identità sul ring proietta le donne in una dimensione ludica che avvicina ad una trasformazione personale, ad una metamorfosi che si costruisce grazie al rapporto amicale e confidenziale tra le attrici. Se vista in relazioni alle opere di Alderman e Atwood, Glow, seppure in una netta e chiara differenza di natura, sembra suggerire un controllo del corpo autentico, differente ovviamente dallo sfruttamento delle ancelle, ma anche da un potere violento che non porta nessun tipo di vantaggio, se non quello di instaurare un finto nuovo che nasce già vecchio: le lottatrici dello spettacolo Glow sembrano riuscire a fermare quei momenti di conoscenza che in Ragazze elettriche durano un istante ed appaiono così più autentiche.

Ragazze elettriche, che si muove all’interno di una cornice costruita sul dialogo tra due accademici che discutono sul romanzo, quello che leggiamo, scritto da uno dei due, principia sotto l’egida dell’Antico Testamento e, più in particolare, del libro di Samuele, il cui ottavo capitolo viene riportato in apertura. Si tratta dei versetti in cui il Signore dice a Samuele di assecondare il popolo e di dare loro un re:

    E Samuele disse loro: ‘Questo sarà il diritto del re che regnerà su di voi: prenderà i vostri figli per destinarli ai suoi carri e ai suoi cavalli, li farà correre davanti al suo cocchio, li farà capi di migliaia e capi di cinquantine, li costringerà ad arare i suoi campi, mietere le sue messi e apprestargli armi per le sue battaglie e attrezzature per i suoi carri. Prenderà anche le vostre figlie per farle sue profumiere e cuoche e fornaie. Prenderà pure i vostri campi, le vostre vigne, i vostri oliveti più belli e li darà ai suoi ministri. Sulle vostre sementi e sulle vostre vigne prenderà le decime e le darà ai suoi cortigiani e ai suoi ministri. Vi prenderà i servi e le serve, i vostri armenti migliori e i vostri asini e li adopererà nei suoi lavori. Metterà la decima sulle vostre greggi e voi stessi diventerete i suoi servi. Allora griderete a causa del re che avete voluto eleggere, ma il Signore non vi risponderà’.

Il popolo vuole un re che regni su di loro, anche se questo condurrà a tutte le difficoltà di cui viene data anticipazione. In gioco c’è il rapporto tra la regalità divina e quella umana nel libro di Samuele: nel romanzo di Alderman si muove un corpo a corpo simile, con la scosse elettriche che assumono un valore sovrumano nelle dinamiche tra esseri viventi. La domanda che resta senza risposta è quella sulla natura della soglia che unisce e divide, come è nella sua natura, potere, bellezza e fragilità.

...
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Online Frank

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Re:Ragazze elettriche...
« Risposta #1 il: Novembre 17, 2017, 19:39:14 pm »
Da uno a cento quanto sono complessate queste femminucce moderne?
Risposta: centouno.


http://www.repubblica.it/cultura/2017/08/29/news/naomi_alderman_le_donne_al_potere_cattive_come_gli_uomini_-174138584/

Citazione
Naomi Alderman: "Le donne al potere? Cattive come gli uomini"
Intervista alla,scrittrice e autrice di videogame che nell'ultimo romanzo crea un mondo distopico e violentissimo. Governato al femminile
di SUSANNA NIRENSTEIN
29 agosto 2017

Naomi Alderman: "Le donne al potere? Cattive come gli uomini"
Cosa accadrebbe se le donne diventassero più forti degli uomini, se i rapporti di forza si invertissero totalmente e i maschi fossero ridotti a esseri inferiori sottomessi? "Ragazze elettriche", il romanzo dell'inglese Naomi Alderman supera le distopiche interrogazioni sulle relazioni tra i due sessi della sua mentore Margaret Atwood e diverrà presto una lunga serie tv a più stagioni. Siamo nel futuro immediato, e una mutazione genetica ha creato nelle ragazze una massa attaccata alla clavicola capace di scatenare una scossa elettrica che esce dalle mani. La nuova consapevolezza dà luogo a scontri diffusi, ma anche a una religione in cui Dio è la Madre: un movimento che presto incontra il terrorismo, la malavita e il traffico di droga. Una metafora sul potere, i suoi usi e abusi, raccontata da una scrittrice quarantaduenne profonda e analitica che è anche autrice di videogame, e che ha alle spalle due bellissimi libri: Disobbedienza e Il vangelo dei bugiardi.


Miss Alderman, come le è venuta l'idea delle "Ragazze elettriche"?
"Mi sembrava strano leggere in tutti quei resoconti pseudoscientifici sul "perché gli uomini e le donne hanno ruoli diversi nella società", risposte tipo "le bambine guardano di più le facce, e quindi le donne sono più empatiche", o teorie religiose fuori dal tempo. Nessuno mai che dicesse "perché in media gli uomini possono gettare una donna dall'altro capo della stanza e non viceversa". È davvero incredibile che non si parta da questo ragionamento. Se i poteri coloniali hanno potuto opprimere gli indigeni dell'Africa, delle Americhe, dell'Oceania, non è stato per degli ormoni cerebrali diversi... non è stato il dna britannico a vincere in modo brutale e disgustoso sugli aborigeni australiani, era semplicemente che potevamo farlo perché avevamo i fucili. È il Rasoio di Occam - cerca la spiegazione più semplice. Perché gli uomini nella storia sono sempre stati al potere? Perché le donne avevano giustamente paura di loro".


Le piacerebbe avere quel dono, essere elettrica?
"Certo che mi piacerebbe. Se vivi in un sistema dove ci sono due posizioni, oppressore e oppresso, vorresti veder ribaltare i ruoli". Ma il cambio di scena che lei immagina è un disastro. Perché è così pessimista sulle donne in una posizione di potere? "Non credo di essere pessimista. Non credo che le donne sarebbero peggio degli uomini. Ma non penso ci siano ragioni per supporre che sarebbero migliori. Comunque il romanzo non è su "donne così come sono oggi" arrivate al potere. È su cosa accadrebbe se le donne avessero il dominio e il privilegio che hanno gli uomini. Quella loro capacità di causare dolore fisico e fare violenza. E ovviamente non sarebbero meglio di coloro che ci stanno portando nuovamente sull'orlo di una guerra nucleare. Una donna che oggi raggiunga il potere senza violenza di mezzo... suppongo ci siano ragioni per cui potrebbe essere superiore. Ma poi mi ricordo della Thatcher...".


Come mai il personaggio più pulito e simpatico del romanzo è Tunde, l'unico protagonista maschile, il giovane reporter africano?
"Tunde non viene dall'Africa, viene dalla Nigeria. Un paese specifico. L'Africa non è un'area omogenea piena di violenza, concetto che mi sembra un po' razzista. La Nigeria è un luogo affascinante, vibrante, con una popolazione giovanile di alto livello tecnologico e culturale e una classe media in crescita".


Lei è ebrea, eppure pochi anni fa ha scritto un libro su Gesù. Che cosa è Gesù per lei?
"Era un ebreo, il più famoso nel mondo. Mi sembra che molte delle sofferenze degli ebrei siano venute dall'appartenenza di Cristo alla nostra comunità - ovviamente per il fatto di essere stati incolpati dai primi cristiani della sua morte: puntare l'indice sui potenti romani era più difficile. Così, mi interessava incontrare Gesù come un ebreo, senza tutti gli strati di colore che il pensiero delle chiese gli ha dipinto addosso. E volevo anche allargare l'angolo con cui guardiamo quel periodo storico. Ad esempio Giuseppe racconta come a un certo punto i romani crocifissero duemila ebrei in un solo giorno e li esposero in fila sulla strada che porta a Gerusalemme".

Nelle "Ragazze elettriche" c'è una voce mistica, forse Dio Madre, che ispira la leader religiosa del movimento e le suore stesse diventano la rete spirituale e materiale del potere femminile. Sono la fede e la religione a guidare la storia?
"Credo che oggi si ignori l'impulso religioso. Tutte le culture fino a 50, 60 anni fa avevano una qualche idea del sacro. Stiamo provando qualcosa di nuovo e audace, società senza dei e religioni. È un esperimento affascinante, ma non penso significhi che l'impulso religioso sia scomparso. La vedo come una meteora che colpisce il sacro: i suoi frammenti si spargono dappertutto, e le nuove deità diventano magari le celebrità, o i viaggi per il mondo in cerca di arricchimenti intellettuali e spirituali quasi fossero pellegrinaggi, o l'ossessione per il cibo salutare, il corpo sano, l'ingordigia dell'online. Se vorrei tornare al vecchio ordine? No. Mi pare comunque un argomento su cui riflettere".

Margaret Atwood l'ha influenzata nella sua scelta distopica?
"Stavo progettando questo libro quando ha deciso di farmi da mentore. Quindi forse è stato il romanzo a farla scegliere. Tuttavia non credo che il libro sia distopico: il mondo in cui si muove è quello di oggi".


Ragazze
Elettriche diverrà una lunga serie tv...
"Sto scrivendo il pilot. Sono emozionatissima - penso che la tv sia il medium della nostra era. La serie amata? Buffy l'ammazzavampiri, i personaggi sono perfetti, reali. Un miracolo".

«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

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Re:Ragazze elettriche...
« Risposta #2 il: Novembre 17, 2017, 19:51:05 pm »
http://www.ilfoglio.it/bandiera-bianca/2017/11/14/news/dite-ad-asia-argento-che-le-donne-non-renderanno-il-mondo-migliore-163360/

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Dite ad Asia Argento che le donne non renderanno il mondo migliore
Le donne vinceranno la guerra dei sessi, ma questo non porterà che a un semplice capovolgimento dei ruoli
di Antonio Gurrado
14 Novembre 2017 alle 16:12

Per capire chi stia vincendo la guerra dei sessi si può leggere “Ragazze elettriche” (ne ha già parlato Annalena qualche giorno fa). Per i pigri, basta guardare le figure. Il romanzo di Naomi Alderman (edizioni Nottetempo) è illustrato da Marsh Davis e, verso la fine, presenta due statue: un uomo con barba e orecchini, dalle labbra protese in modo sussiegoso e una mano adagiata sul petto; una donna nuda onusta di monili, con la vagina in vista e in posa sfacciata. Si tratta di un re sacerdote in steatite e di una danzatrice in bronzo, reperti archeologici della civiltà di Mohenjo-Daro, risalenti grossomodo a quattromilacinquecento anni fa. In questo romanzo distopico, dove le donne scoprono il potere di fulminare i maschi a nude mani e ne approfittano per prendere il sopravvento onde dominare in eterno, i reperti vengono invece presentati a didascalie invertite rispetto alla reale catalogazione archeologica: l’uomo diventa un giovane servo utilizzato come oggetto sessuale, la donna una regina sacerdotessa in aggressiva attesa di venire adorata. Atti e gesti restano identici ma basta cambiare il contesto per invertire l’egemonia.

Mancando elementi per giudicare dei rapporti di forza fra i sessi al tempo di Mohenjo-Daro, gli archeologi hanno automaticamente attribuito alla bellezza del maschio un ruolo di potere e ricchezza, alla bellezza della femmina un ruolo di bassa sensualità. Se il mondo fosse dominato dalle donne, come nella finzione romanzesca, gli uomini sembrerebbero sempre schiavi o puttani e rileggerebbero millenni di storia interpretandola in chiave lacrimosa. L’attuale illusione è che l’uomo sia moralmente spregevole di per sé (“La colpa è degli uomini”, dice Laura Boldrini) e che la ribellione delle donne porterà a un mondo migliore (“Noi abbiamo il potere”, scrive Asia Argento su Instagram). La guerra dei sessi cerca di correggere eticamente una mera contingenza storica; l’uomo perderà ma il contesto non diventerà migliore, sarà solo capovolto.


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Per capire chi stia vincendo la guerra dei sessi si può leggere “Ragazze elettriche” (ne ha già parlato Annalena qualche giorno fa).

...  :hmm:
Le femmine starebbero vincendo la c.d. guerra dei sessi ?
Mmmm... interessante...
Eppure son convinto che alla lunga lor signore e signorine si faranno la bua, così come son sicuro che le risorse si staranno scompisciando dalle risate nel leggere simili idiote affermazioni.


Citazione
La guerra dei sessi cerca di correggere eticamente una mera contingenza storica; l’uomo perderà ma il contesto non diventerà migliore, sarà solo capovolto.

Sèèè... vabbè.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline ilmarmocchio

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Re:Ragazze elettriche...
« Risposta #3 il: Novembre 17, 2017, 19:53:38 pm »
la donna elettrica esiste : la torpedine :w00t:

Offline Fazer

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Re:Ragazze elettriche...
« Risposta #4 il: Novembre 17, 2017, 21:17:31 pm »
Ai tempi della guerra fredda si chiamava MAD (Mutual assured destruction).
Ecco l'unico risultato che stanno ottenendo.
A saperlo ci saremmo risparmiati decenni di test nucleari e paranoie assortite...

Offline Vicus

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Re:Ragazze elettriche...
« Risposta #5 il: Novembre 17, 2017, 22:37:55 pm »
C'è un film molto simile dell'antifemminista Ivan Retiman, La mia super ex ragazza. Come nel libro del topic aveva superpoteri e si materializzava nell'ufficio di lui in preda alla gelosia appena scambiava qualche innocua parola con una collega. Da vedere.
« Ultima modifica: Novembre 17, 2017, 23:13:12 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Alberto1986

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Re:Ragazze elettriche...
« Risposta #6 il: Novembre 18, 2017, 15:25:57 pm »
....
http://www.repubblica.it/cultura/2017/08/29/news/naomi_alderman_le_donne_al_potere_cattive_come_gli_uomini_-174138584/

Se le femmine potessero, tramite ingegneria genetica, modificare i loro geni ed eliminare la loro zavorra della femminilità in modo da acquisire la forza fisica maschile ed automaticamente indebolire drasticamente e fisicamente gli uomini, state pur certi che compierebbero i peggiori atti criminali della storia umana. La storiella della "violenza sulle donne" e della cosiddetta "parità" è solo un modo subdolo e vigliacco per ottenere il potere bypassando il problema, per loro insormontabile, dello scontro fisico con il sesso maschile, strategie subdole nelle quali solo dei maschi occidentali coglioni e donna-dipendenti quali sono quelli odierni occidentali, potevano cadere. "Le donne non si toccano nemmeno con un fiore", "prima donne e bambini", ecc. ecc., sono frasi e modi di comportamento inventati dagli uomini. A ruoli invertiti loro non solo non si sognerebbero minimamente, neanche per un attimo, di inventare regole morali del genere, ma non ci penserebbero un secondo a schiacciarci. Quando si capisce tutto questo, si capisce la natura femminile.
« Ultima modifica: Novembre 18, 2017, 16:22:45 pm da -Alberto86- »