Autore Topic: Le poesie e gli aforismi di Salar  (Letto 86018 volte)

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #90 il: Gennaio 06, 2017, 22:56:58 pm »
Metto qua perchè non è la solita cosa che scrivo ad personam,se i moderatori ritengono spostino

http://semprecaromifuquestermoblog.blogspot.it/2017/01/femminicidio.html

Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #91 il: Gennaio 07, 2017, 06:12:36 am »
Femminicidio
Ero ipnotizzato dalla notte
mentre riflettevo
gli occhi incavi della luna
sono metafora di qualcosa
ci sono donne che come vermi
si introducono nelle tue pupille
fino a che come parassiti
dopo avere consumato tutte le tue orbite
e reso cieco come i crateri
della luna d'inverno
fino a che con le loro mani ossute
conducono la tua mano ischeletrica
alla fondina della pistola
per poter farsi uccidere
e fare cadere le loro ossa
come perline di una collana srotolotata
solo perchè non hanno più vita
e vogliono giacere con te prigioniero
per sempre
nel letto matrimoniale del vostro cimitero
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #92 il: Gennaio 08, 2017, 17:40:54 pm »
Il sole che desia sull'orizzonte
allunga mani trepide
ombre lunghe di alberi
sui campi bruciati dal tuo alito
ma è tutto inutile
sotto le unghie ti rimangono solo
gemme di primavera
col tuo freddo fai il manigoldo
ti infili nei girocolli delle signore
ma ti sfuggono
per rannicchiarsi nell'abbraccio di un amante
diverso da te,caldo,sciocco,mortale
come piace a loro.
Rimangono ombre lunghe su steppe di neve
stazioni gelide di siberia
semafori rossi su treni di speranze mai partite,
rossi come il tuo tramonto nel bianco immenso della Russia.
Rifiutato da tutti,abandondanato e solo mio caro fratello
comprendi d'essere scartato dalla vita mondana
di San Pietroburgo Mosca e Parigi,
ti ritiri a rimirare la notte artica
arcaico tempio di Yule
eretto su colonne di buio
onice scintillante al teatro della sfera celeste
che si ferma finalmente a guardare
mentre tu,non più umiliato
ma assiso sul trono del nord
suoni alle tastiere d'organo celesti di ghiaccio
da cui si diffondono
sinfonie di aurore boreali
danze del bolshoi della notte artica
la tua platea sono stoppie morte
la via lattea è venuta ad assisterti in punta di piedi
scrosciano applausi della sfera celeste
sono le pallide stelle che tu credi che tremulino.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #93 il: Gennaio 08, 2017, 18:14:24 pm »

Dio di passione
Dio del mediooriente
ti sono scoppiate le arterie
hai schizzato di sangue il mondo intero
quetzalcoatl dei sicomori
ti hanno inchiodato all'albero del bene e del male
chiamando croce
quel che non conoscevano
in uno spasimo di potenza
mentre il mondo ti derideva
hai divelto l'albero dalle sue radici marci
l'hai trascinato
al cospetto luminoso
della veste candida ondeggiante del padre
restituendolo all'antico proprietario
i tuoi muscoli tesi nello spasimo
hai chiesto che conficcassero i chiodi
con più forza
perchè avessi la tensione
per produrre la lotta ultima
sradicare col tuo spasimo
le radici dell'albero del bene e del male
nel profondo cuore marcio del mondo.
Guardavi un punto fisso nel vuoto...
chi guardavi?
il serpente è entrato nella tua bocca
e ha fatto pulizia delle tue viscere
perchè diventassi vero Dio
e quando l'opera è stata compiuta
il cadavere è stato gettato nella fossa
Elohi,lamà,lamà sabachtani
è il rumore del tuo intestino
la tua anima è già trasvolata altrove.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #94 il: Gennaio 08, 2017, 18:47:47 pm »
Gerontion, di T. S. Eliot

Non sei né giovane né vecchio
Ma è come se dormissi dopo pranzo
Sognando di entrambe queste età.

Eccomi, vecchio in un mese arido,
Mentre un ragazzo mi legge, aspettando la pioggia.
La capra a notte tossisce nel campo che sta dietro;
Rocce, muschio, gramigna, ferrivecchi, merde. 1-1

La donna tiene la cucina, fa il tè,
Di sera sternuta, rovistando nello scolo che sgocciola.
Io un vecchio,
Una testa intronata fra spazi ventosi. 1
I segni sono presi per miracoli. « Vogliamo vedere un segno! »
La parola in una parola, incapace di dire una parola,
Fasciata di tenebra. Nella giovinezza dell’anno
Venne Cristo la tigre 2

Nel maggio depravato, corniolo e castagno, albero di Giuda
In fiore, per essere mangiato, per essere spartito, per essere bevuto
Fra i bisbigli; 3

Spole vuote
Tessono il vento. Io non ho spettri,
Un vecchio in una casa con correnti d’aria
Sotto un gomitolo di vento. 4

Dopo una tale conoscenza, quale perdono? 5 Ora penso
Che la storia abbia molti passaggi nascosti, e corridoi tortuosi
E varchi, e che ci inganni con bisbiglianti ambizioni,
E che ci guidi con le vanità. Ora penso che dia
Quando la nostra attenzione è distratta,
E che quanto ci dà lo dia con turbamenti
Così lusinghieri che il dato affama ciò che si desidera. E ci dà
Troppo tardi ciò in cui più non si crede, o se ancora
Ci crediamo, soltanto nel ricordo, come passioni riconsiderate.
E troppo presto dà in deboli mani, ciò che è pensato può essere
Dispensato, finché il rifiuto propaga la paura. Penso
Che né paura né coraggio ci salvino. I vizi innaturali
Hanno per padre il nostro eroismo. Le virtù
Ci sono imposte dai nostri impudenti delitti.
Queste lacrime sono scosse dall’albero che arreca la collera.
La tigre balza nell’anno nuovo. Ci divora. 6
Infine,
Penso che non giungemmo a conclusione, quando m’irrigidii
In una casa d’affitto. Infine,
Non ho fatto questo show senza uno scopo, 7 e non perché costretto
Dalle blandizie dei demoni volti all'indietro.
Su questo, onestamente ti vorrei rispondere.


Ho perduto la mia passione: perché dovrei conservarla
Se ciò che si conserva si contamina?
Ho perduto la vista e l’odorato, l’udito, il gusto e il tatto:
Come li potrò usare per esserti più accanto?
Questi, con mille futili decisioni
Prolungano il profitto del loro gelido delirio,
Eccitano la membrana, quando il senso si è raffreddato,
Con salse pungenti, moltiplicano la varietà
In una desolazione di specchi. 8
Cosa farà il ragno?

Piume bianche nella neve, i richiami del Golfo,
E un vecchio sospinto dagli Alísei In un angolo di sonno.
Padroni della casa,
I pensieri di un arido cervello in un’arida stagione. 9


1-1 Eliot qui descrive le figure di uno stemma araldico
1 Il vento indica la nostalgia e il desiderio impossibile a realizzarsi, come anche il vaniloquio
2 Per chi non vuole accoglierlo la venuta di Cristo ("la tigre") ha sfumature di terrore (cf. Voices of literature)
3 Qui si descrive il sacrilegio di chi profana il Sacramento dell'Eucarestia; si noti la connotazione malvagia, spesso usata da Eliot, del termine bisbigli
4 Di nuovo il tema del vento
5 La conoscenza aumenta la responsabilità dei propri atti
6 V. nota 2
7 Nei versi precedenti Eliot dice cose che non pensa (I made this show), ovvero svela la falsità della storia, dei miti dello "spirito del tempo," del progresso ecc. Cf. ancora Voices of literature
8 I vaniloqui dell'uomo contemporaneo, che parla senza aver nulla da dire
9 Idem. Sull'antitesi inverno-primavera cf. The Waste Land dello stesso autore.
« Ultima modifica: Gennaio 08, 2017, 20:09:31 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #95 il: Gennaio 09, 2017, 13:58:12 pm »
Queste lacrime sono scosse dall’albero che arreca la collera.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #96 il: Gennaio 09, 2017, 13:59:36 pm »
E' di nuovo lui?
L'albero del bene e del male?
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #97 il: Gennaio 09, 2017, 14:08:17 pm »
E' di nuovo lui?
L'albero del bene e del male?
Esatto, questo è saper leggere la poesia!
« Ultima modifica: Gennaio 09, 2017, 14:26:41 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #98 il: Gennaio 21, 2017, 10:29:27 am »
Arco persiano

Non puoi uccidere le nuvole
non puoi mostrare la forma
dell'Unico
puoi solo suonare
una sinfonia di stelle
sul pianoro del deserto
mostrare la coda del pavone
da dove Allah ha preso
la prima penna
di vanità
il primo calamaio
con inchiostro
di notte d'Arabia
ha disegnato sulla sabbia
il tuo nome
Arco Persiano
nera porta del vuoto
notte incornciata nel deserto
visione sublime
ti ergi sulle acque di Isfahan
mi conduci alla sera
mi conduci al riposo
mi conduci al paradiso.
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #99 il: Gennaio 22, 2017, 10:12:44 am »
Torino città post-industriale

Camminare per zone industriali
neve negli angoli più riposti
capannoni
i vetri rotti dei finestroni
un orizzonte rosso in lontananza
le montagne indossano un soprabito grigio di smog
il Monviso sovrasta tutto e buca la trama di lana grigia
tir polacchi si fermano
presso negre sedute di fronte a un fuoco
tutto sembra morto come l'erba gialla e i rovi
che presiedono sovrani
in una chernobyl
senza esplosioni nucleari.
Asfalto divelto acqua nelle buche
dove neon si riflettono caleidoscopici,
a formare universi autonomi.
Industrie sedi del nulla
producono solo cascate di luce artificiale
e coltellate improvvise di antifurti
che ti tagliano lo stomaco
lasciandoti subito le orecchie e la testa vuota
mentre il loro suono si disperde nella città
e cani che abbaiano in lontananza.
Sopra di te
immensi cieli blu gelidi.
Senza nuvole a tenerti compagnia
mi sento ancora più triste,
come vorrei un temporale
mille fulmini e bagliori
come vorrei una giornata d'estate
sarebbe una maschera di carnevale
su questo manichino di ghiaccio
danzeremo insieme
un tango metropolitano
di finta passione
tra mille gocce
e i fulmini che le accendono in un bagliore
fingeremo di essere vivi in una città vera,
ma rigide come la morte
lampade a led
illuminanano
questa camera necroscopica a cielo aperto
le sue finestre
occhi di morto immobili
mi fissano
come cadaveri in un obitorio.
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #100 il: Gennaio 26, 2017, 22:03:26 pm »
I rivi d'acqua
nelle notti invernali
scorrono fra pareti di fango
ghiacciate
oppressi dal gelo
testimoni del male
raccolgono il sangue
degli omicidi
il sangue
dei rituali
di morte e di amore,
il sudore delle puttane
nelle notti di oblio dei sensi.
Testimoni silenziosi
non avere fiducia
nel cielo blu gelido
nelle stelle malvage
l'acqua scorre
scintillante
incurante delle urla
delle unghie piantate nella gelida terra
incurante il tuo cadavere
lo troverai in fondo al fosso
domani mattina
i tuoi occhi coperti di brina
verso l'alto
contempleranno
rami spogli
e l'infinito blu.
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #101 il: Gennaio 26, 2017, 22:06:39 pm »
Scacchi di ombre

Il signore delle nuvole
gioca a scacchi con le ombre
si muovono
rapide
misteriose
nere
ombre
su immense pianure verdi e boschi
si contendono la terra
rimescolano
i nostri sogni
creano desideri
e vane speranze.
Il signore del sole
e il demone del mezzogiorno
assisi sullo zenit
assistono alla partita col tempo,
quando sembra aver vinto
si erge cumulonembo sul monte
ma riceve scacco matto
da un raggio di sole nel meriggio
raduna le sue nubi ancelle
riempie il cielo e piange
pioggia di primavera.
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #102 il: Gennaio 26, 2017, 22:22:25 pm »
Pompe di benzina

alberi d'inverno
freddo di benzopirene
crescono rigogliosi
sui fiumi neri d'asfalto
pieni di frutti luminosi
gialli luminosi
luce artificiale
trovi riparo
al cielo nero inquietante della notte
lasci scomparire
una piccola offerta
in questa chiesa
della solitudine estrema
per poter ricaricare
le tue ruote
di strisce bianche d'autostrade
che si ripetono ritmiche
pulsar nel cielo notturno
di un parabrezza sporco
per rifletterci sopra
luci multicolorate
immense periferie
immensi autotreni
viaggiano vuoti
tabernacoli di acciao e nafta
ospitano il dio del commercio e del denaro
cartelli illuminati
ti mostrano
località lontane
ma vicino a te rimane
profumo di città
profumo di benzina
profumo di solitudine.


« Ultima modifica: Gennaio 26, 2017, 22:35:42 pm da Salar de Uyuni »
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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #103 il: Gennaio 26, 2017, 23:33:56 pm »
raduna le sue nubi ancelle
riempie il cielo e piange
pioggia di primavera.
Aprile è il mese più crudele, generando
"Lillà dalla terra morta, mischiando
Memoria e desiderio, eccitando
Spente radici 1 con pioggia di primavera. 2

1 Le nostre radici culturali, la nostra civiltà

2 La pioggia simboleggia qui la dimensione umana, le aspirazioni terrene (ad es. l'amore, la famiglia ecc.) destinate al fallimento in questa civiltà in decadenza ("La terra desolata"), per questo Aprile, simbolo del rigoglio della natura, appare "crudele" al poeta.
Più avanti è introdotto il tema del'amore romantico, subito sconfessato:

«Mi hai dato dei giacinti per la prima volta un anno fa;
Mi chiamavano la ragazza dei giacinti. »
Eppure quando tornammo, tardi, dal giardino dei giacinti,
Le tue braccia cariche e i tuoi capelli umidi, io non potei
Parlare e gli occhi mi mancarono, non ero
Né vivo né morto, e non sapevo nulla,
Guardando dentro il cuore della luce, il silenzio.






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Re:Le poesie e gli aforismi di Salar
« Risposta #104 il: Febbraio 04, 2017, 00:28:09 am »
Il campanile e la nuvola

Nuvola
ti sei innamorata del campanile
mentre lui
proprompendo nell'azzurro
ha bucato lo zenit
lasciando scendere sulla terra
cronos lo spirito del tempo
erompendo rumore di campane
nell'aria
raggiungendo il cielo
ammaliandola
e con la sua punta
trafiggendola e uccidendola
facendo di lei
cadavere di neve fresca
ma il vento ti ha soffiato via
verso le montagne
verso i laghi
e le immense foreste,
non c'è spazio che per un fugace contatto
quella nuvola che resistesse al vento
è destinata a morire e a diventare
neve sporca
ma il vento rimescola tutto
e ai piedi del campanile
c'è solo polvere
e pozzanghere in cui si specchia
il cielo azzurro e vuoto.
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''