Autore Topic: C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)  (Letto 102920 volte)

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Offline Sardus_Pater

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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #195 il: Settembre 30, 2018, 07:49:34 am »
C'è Glenn Close, è detto tutto. Meno male che ci sono tutte queste donne a scrivere libri da premio Nobel, specialmente su Facebook. La gran parte delle spettatrici si identificheranno con la protagonista.

Sei perfido :lol: .
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #196 il: Settembre 30, 2018, 11:08:32 am »
E' la realtà :unknown:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #197 il: Dicembre 06, 2018, 01:10:46 am »
Un altro film di merda (del 2002) che vidi diversi anni fa è questo.





Praticamente la nanerottola in questione (1,60 per 57 kg) spacca tutto, ammazza tutti e picchia tutti quelli che le si parano contro a colpi di kung fu, spade, pistole, mitra e quant'altro.
Insomma, la solita puttanata cosmica, che definire irrealistica è un eufemismo.
Ah, ovviamente il regista di tale ridicolo film è un uomo.
Stavolta però non si tratta del solito statunitense ma di un thailandese (sì, i coglioni leccaculo infestano pure l'Oriente).

https://translate.google.it/translate?hl=it&sl=en&u=https://en.wikipedia.org/wiki/Wych_Kaosayananda&prev=search
Citazione
Wych Kaosayananda , noto anche come Wych Kaos o Kaos , è un regista thailandese .

Figlio del diplomatico thailandese Kaosayananda, visse e studiò in Pakistan , dove suo padre fu inviato a Islamabad come ambasciatore. Il suo debutto alla regia è stato Fah , pubblicato nel 1998 , che all'epoca era il film con il budget più alto nella storia dell'industria cinematografica thailandese , ma non è riuscito nel botteghino tailandese.

Il suo secondo film e debutto americano (che ha diretto con il nome abbreviato "Kaos") è stato il thriller del 2002 Ballistic: Ecks vs. Sever , che al momento del rilascio è stato ampiamente studiato da critici e spettatori come uno dei peggiori film mai realizzati . Nel marzo 2007, Rotten Tomatoes ha classificato il film numero 1 nella lista dei film "Il peggiore dei peggiori". [1]

Il film di Kaosayananda Ballistic include Zero Tolerance , The Lost Medallion: Le avventure di Billy Stone e Tekken 2: Kazuya's Revenge . [2]
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #198 il: Dicembre 18, 2018, 18:47:37 pm »
Ennesima cacata di film in cui la super femmina di turno fa il maschio alfa.  :doh:
Ormai è un delirio.

https://www.ilmessaggero.it/pay/edicola/sandra_bullock_bird_box_difendere_figli-4178835.html

Citazione
Sandra Bullock in Bird Box: «Ora divento una dura, anzi, un maschio alfa, per difendere i figli»
Martedì 18 Dicembre 2018 di Ilaria Ravarino

«Se ti levi la benda muori. Se guardi muori. Se non fai quello che ti dico muori. È chiaro?». Mette una certa inquietudine Sandra Bullock in versione riot girl postapocalittica negli intensi primi piani di Bird Box, efficace thrillerone natalizio distribuito da Netflix dal 21: machete in mano e coltello fra i denti, il premio Oscar per The Blind Side, a 54 (insospettabili) anni è a suo agio nel ruolo di una madre decisa a portare in salvo – costi quel che costi – i suoi bambini.

Diretta dalla danese Susanne Bier su adattamento del bel bestseller di Josh Malerman, Bullock interpreta Malorie, tra i pochi sopravvissuti a una misteriosa epidemia di suicidi che ha decimato la popolazione mondiale. E da cui sembra ci si possa salvare solo in un modo: privandosi della vista.


Nel film Malorie maneggia fucili, pugnali, machete, coltelli, pagaie. Incinta. Al nono mese.
«E allora? Le madri sono fortissime. Purtroppo vengono sempre rappresentate come principesse Disney, delicate, con gli uccellini che cantano intorno. E invece possono essere aggressive come orsi. In questo film Malorie è la leader. Anzi, il maschio alpha. E fronteggia la paura più grande per un genitore».


Cioè?
«Che ai tuoi figli possa accadere qualcosa per cui non li hai preparati».

Lei a cosa prepara i suoi due bambini?
«I miei bambini sono afroamericani: li ho dovuti preparare alla possibilità di essere discriminati. Non posso far finta che non accada. Ma senza terrorizzarli. Spero che il mondo cambi nei prossimi dieci anni. Voglio che siano felici, che diventino brave persone. Che vadano a Harvard o facciano i ciabattini, per me è lo stesso».

E i social network? Li prepara anche a quelli?
«Non voglio passare per un’ingenua: mi interessa sapere come funzionino prima che i miei figli inizino a usarli. Ma non ho profili miei. Dovrebbero essere lo specchio delle nostre vite, e invece li usiamo per mentire».

I suoi figli hanno avuto un baby sitter d’eccezione: George Clooney.
«Posso scrivergli le referenze, è bravissimo. Quando abbiamo lavorato insieme (per Gravity, ndr) li ha letteralmente stalkerizzati riempiendoli di foto. Lo beccò un paparazzo, scrissero fiumi di articoli sul suo ritrovato spirito paterno. In realtà a quel tempo non aveva al fianco la persona giusta. Guarda adesso che fine ha fatto, due anni dopo. I miei bambini lo adorano».

In Bird Box ha dei primi piani bellissimi. Non tutte, dopo i vent’anni, li portano con la sua classe.
«Io li odio. Quando non giri per il cinema, i primi piani sono una maledizione. Non ci sono filtri, con il video vedi tutto, non puoi barare. Sfido qualsiasi attrice a piacersi. Grazie al cielo puoi sempre supplicare qualcuno di photoshopparti. Il photoshop, nel mondo del digitale, è il tuo migliore amico. È come quando fai una copertina per un magazine: non dico che devi cambiarti i connotati, ma insomma, nemmeno infliggere al pubblico tutti i dettagli».

E il mito della bellezza naturale?
«La bellezza oggi è costruita a tavolino, al cento per cento. Del resto se ti svegli con l’allergia, come è capitato a me, e hai gli occhi rossi e gonfi, e devi andare sul set, cosa fai? Supplichi l’esperto. E con l’età, siamo sinceri, va sempre peggio».

Hollywood pretende la bellezza eterna?
«La pressione c’è, ma per fortuna io non mi sono mai accreditata come l’attrice sexy o la bomba del sesso. Sono sempre stata la ragazza della porta accanto, quella simpatica che non rappresentava un ideale assoluto di bellezza. Quindi vivo tutto con più rilassatezza. Mi sento una comica, far ridere gli altri mi fa sentire bene».

Si piace sui red carpet?
«Certo. Ma mi viene anche un po’ di tristezza. Perché non posso mica mantenermi così, con quei capelli, quei vestiti, quei tacchi. Sul tappeto rosso non sono io. Devo farlo per lavoro e certo non mi lamento. Ma mi rendo conto che è tutta solo una grande fantasia. Poi torno a casa, mi faccio una doccia, mi strucco. A volte spavento mio figlio».

Scusi?
«L’altro giorno è piombato in camera urlando perché aveva visto un ragno in bagno. Erano le mie ciglia finte, le avevo dimenticate sul lavandino».

Il segreto del suo successo?
«Non si vede? Mai prendersi sul serio».
 
Ultimo aggiornamento: 14:41
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #199 il: Dicembre 23, 2018, 01:49:56 am »
Paura su Manhattan (1984)



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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #200 il: Gennaio 03, 2019, 16:15:21 pm »
Novant'anni fa nasceva Sergio Leone.
http://www.rainews.it/dl/rainews/media/90-anni-fa-nasceva-Sergio-Leone-il-rivoluzionario-del-cinema-9b041dcf-e81e-421d-84f4-ba07a772481e.html

Citazione
90 anni fa nasceva Sergio Leone, il rivoluzionario del cinema Avrebbe compiuto novant'anni il 3 gennaio, il regista Sergio Leone, scomparso trent'anni fa, in questo 2019 un doppio anniversario. Il ritratto di Loretta Cavaricci 03 GENNAIO 2019 -

Se fosse ancora vivo, chissà cosa direbbe dei film odierni, ultra infarciti di femminismo e di femmine dominanti e guerriere... nonché di maschi idioti e succubi delle suddette.
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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #201 il: Gennaio 13, 2019, 15:51:02 pm »
E' una trasmissione di cacca che ha a che fare con la Tv e non con il cinema; ma alla fine della fiera siam sempre lì.

http://www.today.it/media/tv/dottoressa-gio-prima-puntata-anticipazioni.html

Citazione
Dottoressa Giò, le anticipazioni della prima puntata
Al via da domenica 13 gennaio, in prima serata Canale 5, la nuova stagione della serie tv con Barbara d'Urso

Redazione
13 gennaio 2019 14:59

Dopo più di 20 anni dall'esordio in camice verde, domenica 13 gennaio, in prima serata su Canale 5, Barbara d'Urso torna nei panni della "Dottoressa Giò". Quattro puntate dirette da Antonello Grimaldi, in cui la protagonista è al centro di una storia a metà tra il genere medico e quello d'indagine, dove vengono affrontate tematiche attuali, prima fra tutte la violenza contro le donne.

Dottoressa Giò, dove eravamo rimasti
Ripercorrendo la storia, Giò è una dottoressa moderna e al passo coi tempi. La sua vita è segnata dalla perdita del bimbo che aveva in grembo durante una colluttazione nata per difendere una paziente. Questo dramma personale porta anche alla rottura del suo matrimonio. Ma Giò, donna forte, tenace e sensibile, ne esce rafforzata e svolge la sua missione di medico, aiutando le proprie pazienti non solo dal punto di vista professionale, ma anche da amica e confidente.

Dottoressa Giò, la trama
In questi anni che è stata lontana dalla televisione, la dottoressa Giorgia Basile, per tutti Giò, ha raggiunto l'apice della carriera diventando primario di un reparto di ginecologia e ostetricia di un policlinico romano. Ha avuto soddisfazioni dalla sua vita professionale, meno da quella privata. Non si è più sposata, ha avuto poche relazioni senza farsi troppo coinvolgere, e soprattutto non ha avuto figli, anche se un po' lo sono tutti quelli che ha fatto nascere. Però, due anni fa, a causa di un incidente avvenuto proprio nel suo reparto, Giò è stata temporaneamente allontanata dalla sua professione e dall'ospedale dopo essere entrata in conflitto con il potentissimo e ambiguo professore Sergio Monti (Christopher Lambert). La moglie di Monti, Michela, si è infatti tolta la vita gettandosi da una finestra dell'istituto e nonostante Giò sapesse delle violenze che la vittima subiva da Monti, quest'ultimo ha accusato proprio Giò di essere stata inadempiente e aver contribuito così al suicidio della moglie. Scagionata dalle accuse, Giò può finalmente riprendere il lavoro. E' felicissima di farlo ma, a seguito di quanto accaduto, il suo interesse si concentra sul proteggere tutte quelle donne che sono vittime di violenze fisiche e psicologiche. Per questo è determinata a costruire un centro di aiuto per le donne all'interno dell'istituto. Il suo progetto si scontra però con quello della medicina robotica, voluto a tutti i costi dal nuovo primario Paolo Zampelli (Marco Bonini).

L'uomo ha dalla sua parte due importanti alleati come la dottoressa Anna Torre (Camilla Ferranti), direttrice sanitaria dell'ospedale, e lo stesso Monti, che spingono in quella direzione non solo per interessi medici. Giò e l'ambizioso Zampelli sono diametralmente opposti nel modo di intendere la professione e i loro progetti sono inevitabilmente antagonisti ma il loro scontro di personalità è destinato ad evolvere nel nome di un'intesa reciproca crescente. I due si ritroveranno insieme anche per tentare di capire cosa sia successo la notte in cui la moglie del Dott. Monti era precipitata da una finestra dell'ospedale. Le giornate di lavoro si susseguono senza tregua per Giò, che affronta ogni situazione con la sua sensibilità e la sua professionalità, aiutata nella sua opera da alcuni colleghi di vecchia data e tanti nuovi giovani specializzandi, ognuno con la propria storia. Quando non lavora, Giò passa gran parte del suo tempo libero rilassandosi e confidandosi con la sua amica del cuore Sandra (Alessia Giuliani), una giornalista battagliera, che con i suoi articoli di denuncia tenta di supportare la dottoressa nella sua lotta contro quel potere oscuro ben rappresentato da Monti. E' questo il conflitto principale che dovrà affrontare la nostra protagonista: Giò sa bene quanto Monti sia potente e pericoloso, ma non conosce ancora cosa sia disposto a fare per coprire le sue azioni presenti e passate.   

Dottoressa Giò, prima puntata: le anticipazioni
Giorgia Basile viene investita e resta a terra priva di sensi. A soccorrerla l'amica Sandra, poi un flashback di quattro mesi. Giò ha fatto alcune scelte che le sono costate care, pur di difendere donne vittime di violenza, e per questo non indossa più il suo camice. E' arrivato però il momento della resa dei conti, in tribunale.


Al pari del cinema, la Tv è realmente diventata inguardabile.
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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #202 il: Febbraio 03, 2019, 23:58:33 pm »
https://www.ilprimatonazionale.it/spettacolo-2/the-mule-eastwood-escluso-oscar-politicamente-scorretto-103416

Citazione
“The Mule” di Eastwood escluso dagli Oscar: troppo politicamente scorretto?
Di Lorenzo Zuppini - 3 Febbraio 2019

Roma, 3 feb – Certo, Clint Eastwood non è il principe del bon ton politically correct osannato dai liberal statunitensi, difatti una fetta di mondo lo tiene sul palmo della mano sia come attore, sia come regista e sia come libertario della parola e del pensiero non conforme. Lo disse anche dopo la vittoria di Trump che finalmente il popolo americano sarebbe stato libero di dire “figa” e di tenere una 44 magnum sotto il cuscino senza doversi preoccupare delle reprimende degli isterici pacifisti che, qua come là, del mondo non hanno mai capito niente e tantomeno ne comprendono il principio di realtà.
Oggi questo adorabile eretico si ripresenta al pubblico con l’ennesimo film che lo vede inaspettatamente anche protagonista, avendo, dopo Gran Torino, dato le dimissioni dai cast.
Si tratta de Il Corriere – The Mule, che uscirà in Italia il 7 febbraio. È tratto da un storia vera e narra delle vicissitudini di un ottantenne solo e al verde che si mette a fare il corriere della droga per il cartello messicano di Sinaloa, ossia quello di El Chapo, personaggio noto anche per la serie Netflix che riguarda la sua vita di signore della droga.

I signori dell’Academy, quelli che decidono quali film dovranno spartirsi gli Oscar, han deciso di non nominare il capolavoro del “buono dagli occhi di ghiaccio” lasciando spazio ad altri filmetti sulla cui qualità esprimiamo qualche dubbio, sopratutto perché The Mule avrebbe meritato ben più di una nomination. Chissà perché, allora, lo hanno bastonato. Il dubbio sorge spontaneo e riguarda il linguaggio non conforme a certi dettami linguistici utilizzato da Eastwood. Apostrofa certi interlocutori nel film con “lesbiche” o “negri” o, riferendosi a dei latini, “tutti uguali”.

Insomma, visto il braccio di ferro in corso tra Trump e i dem sul muro al confine col Messico, si rende ancora una volta evidente quale posizione abbia voluto prendere il mondo patinato di Hollywood composto da star del cinema e da giudici per le nomination che non nascondo la loro partigianeria ideologica.
Ammettere alla gara un film come quello significherebbe far segnare un gol a quel mostro di Trump che si sgola da anni sulla necessità di creare una barriera fisica per opporsi ai flussi migratori incontrollati provenienti dal Messico, fornendo quest’ultimo anche un bel po’ di manodopera al narcotraffico che da Sud investe gli States.
Vorrebbe dire prender coscienza del mercato della droga nato e cresciuto in quei luoghi (gli shit holes, sempre per dirla alla Donald) e dal quale è possibile difendersi anche tramite il rafforzamento delle frontiere, dei confini, dei controlli e della rudezza dei modi. Appunto, tutti concetti che il vocabolario liberal di quelli alla Meryl Streep non concepisce né ammette. Perché loro sono per il “volemose bene”, per la pace mondiale, per i peluche e i lumini sui luoghi degli attentati, e imegin ol de pipol cantata in dolente coro.

Il chilometro zero a parte quando ne servono settemila per portare ogni mattina il latte fresco al figlio artificiale di Elton John estratto dalla sua mamma naturale. Il surriscaldamento globale in estate e il freddo troppo polare quando è inverno, ed è sempre immancabilmente colpa dell’uomo bianco occidentale e della rivoluzione industriale. E la foresta amazzonica fatta a pezzi dalle ruspe cattive e gli oceani ingombri di plastica proveniente dalle nostre spiagge. Macchine elettriche, biciclette elettriche, cervello idem eccezion fatta quando a Leo Di Caprio, guru dell’ambientalismo mondiale, serve un panfilo di 50 metri per caricarci sopra venti ragazze avvenenti. Chissà da dove prendono la fantasia per riuscire a fare tutte queste fondamentali distinzioni.


Ecco, Clint Eastwood li manda tutti a cagare coi suoi film come Gran Torino in cui mostra le ombre del multiculturalismo imposto (anche) dalle sue parti. Lezioni che il mondo perbenista non vuol ascoltare. Sentenze di condanna di cui loro non vogliono perdere atto. E roghi per gli eretici che osano infrangere la sacra vetrina del politicamente corretto. In quegli Stati Uniti d’America in cui le statue di Cristoforo Colombo, presenti fino a poco tempo fa nelle università, vengono rimosse perché considerato un vile conquistatore. Un mondo impazzito in cui l’irrazionalità prende il sopravvento sul buon senso, e le buone intenzioni sui sentimenti di affetto che ognuno di noi dovrebbe provare per quella cosa inanimata detta Patria, altro termine divenuto tabù.

Non vincerà un Oscar, ma poco importa: a noi basta poter rimarcare la differenza con quelli là.
Loro hanno Benigni, noi Clint Eastwood.

Lorenzo Zuppini
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Offline gluca

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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #203 il: Febbraio 04, 2019, 01:31:49 am »
In quegli Stati Uniti d’America in cui le statue di Cristoforo Colombo, presenti fino a poco tempo fa nelle università, vengono rimosse perché considerato un vile conquistatore
Se non fosse stato per lui, ancora si pulirebbero il culo con le foglie strappate dagli alberi.
Da infilarglici un palo di un semaforo, nel culo.
Come i tedeschi coi greci, che quando Pericle faceva erigere il Partenone, loro erano nell'età del ferro e manco avevano idea di cosa fosse la scrittura, ergo, probabilmente, comunicavano coi rutti.
E adesso vanno lì a spadroneggiare come una mandria di lanzichenecchi ubriachi.

Offline Sardus_Pater

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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #204 il: Febbraio 04, 2019, 12:17:59 pm »
THE MULE andrò a vedermelo al cinema. Un Clint non si può perdere mai.

GRAN TORINO (visto a sua volta sul grande schermo) era principalmente un film di formazione dove il giovane immigrato imparava una lezione di vita dal vecchio uomo simbolo di valori virili in procinto di essere annientati. Poi, è vero, dava uno sguardo piuttosto chiaro sui lati oscuri del multiculturalismo.
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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #205 il: Marzo 03, 2019, 02:39:45 am »
Caccia a Ottobre Rosso (1990)


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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #206 il: Marzo 03, 2019, 04:01:21 am »
Grande film, che ha avuto parecchie imitazioni. Bisogna però notare che ha inaugurato un filone di riabilitazione del comunismo in Occidente, idealizzandolo come un'ideologia virile e di solidi principi e omettendone l'aspetto fortemente repressivo nonché la propaganda propinata alle masse fino all'istupidimento.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #207 il: Marzo 03, 2019, 17:45:08 pm »
Comunque anche in Oriente son messi veramente male...


Cinesine di 50 kg (a dir tanto...) che spaccano tutto e cinesini che gli leccano il deretano...
Roba da matti.
Definirle delle scene irreali è poco e guarda caso, come accade già in Occidente da decenni, a vincere son sempre le femmine.
Insomma, il mondo alla rovescia.
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« Risposta #208 il: Marzo 03, 2019, 18:09:20 pm »
Qui, invece, a spaccare tutto è una bionda che io potrei mettere a nanna in una manciata di secondi.



Questi film cinesi fanno ancora più cacare di quelli statunitensi.
Nelle parti che recitano, quei maschietti cinesi risultano essere ancora più deficienti di tanti attori occidentali.
Insomma, alla fine della fiera il rincoglionimento maschile è ormai mondiale e a quanto pare, a livello mediatico, la guerra contro il maschile si è spostata anche in Oriente.


@@

Per concludere:


Mah...  :doh:

Lo sport, la fisicità e tutto ciò che è prettamente maschile, è ormai "territorio di conquista" dell'ideologia femminista, che peraltro può espandersi solo grazie alla coglionaggine dei maschietti odierni.
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Re:C'era una volta il cinema (discussione generale su film e serie tv)
« Risposta #209 il: Marzo 04, 2019, 00:24:28 am »
Comunque questa è la differenza che passa tra la realtà e le puttanate femministe mediatiche, "sponsorizzate" dai soliti maschietti leccaculo, perennemente piegati a novanta gradi.

https://www.thesun.co.uk/video/tv/sas-who-dares-wins-airs-woman-punched-in-head-by-male-rival/

Citazione
SHE WHO DARES SAS: Who Dares Wins – Moment woman is punched in the head during brutal beating by male rival A MIDWIFE was brutally beaten by a male rival who punched her in the head during a tough watch of SAS: Who Dares Wins. Louise Gabbitas, 29, is seen battered and bruised during a boxing match with a 27-year-old student called Nathaniel
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