Autore Topic: CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX  (Letto 41754 volte)

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Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #30 il: Dicembre 26, 2016, 02:01:40 am »
Citazione da: Frank
Così le rivelazioni di Marroquín sono in realtà il disvelamento della miseria di quella vita da supercriminale a cui di solito le “narconovelas” inneggiano.
Lo stesso Mario Puzo ne Il Padrino, dice che la malavita è:

"Il braccio illegale dei ricchi e persino la polizia ausiliaria della struttura ufficiale e politica, [...] una struttura degenerata della società capitalistica".

Forse è per questo che i media dipingono i mafiosi come i supereroi dei fumetti, col romanticismo del 19° secolo.
Alcuni documentari rivelano che la realtà è ben diversa, specialmente per chi sta alla base della piramide: rischia la vita per due soldi e perde per sempre la sua libertà.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #31 il: Dicembre 26, 2016, 20:53:00 pm »
Esatto.
Come disse un mafioso pentito è una vita altamente stressante.
Il femminismo è l'oppio delle donne.

Offline Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #32 il: Dicembre 30, 2016, 17:25:28 pm »
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.

Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

@@

* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

@@

Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.


Tanto per restare in tema di esterofilia italica...
Non so chi sia l'uomo che gestisce questo blog, e neanche mi interessa saperlo, ma uno che scrive ItaGlia mi ha già detto tutto.

https://homodus.wordpress.com/2014/08/08/itaglia-on-the-road/
Citazione

ItaGlia.. On the road
Posted on 8 agosto 2014 by [Homodus]   

itaGliaE’ estate, o almeno cosi dovrebbe essere, il tempo infame di Luglio sembra essere di altro avviso, che anche l’estate abbia perso la voglia di trovare il paese do sole?

Mentre cerchiamo risposta in questo Agosto incerto, vi agevolo un altra perla trovata su Gnoccatravels.com dell’utente OnTheRoad, anche questo brillante post lo voglio qui, insieme agli altri, a futura memoria! e quando avrò voglia, posterò i nuovi articoli che sto quasi terminando. Buona lettura!

L’Italglia è un bel paese; così come dice il famoso detto popolare. A furia di sentircelo dire ci siamo quasi autoconvinti che lo sia veramente.

Perchè in itaglia si vive bene, non ci manca niente, ognuno rispetta le leggi e le regole, se vali fai carriera, se stai male vai vieni curato nelle migliori cliniche, se vai a lavorare i mezzi pubblici sono sempre in orario e mai fanno sciopero. E’ vero proprio bella la mia itaglia, noi che siamo bravi anche a aiutare tutti quelli che arrivano qua. Fulgido esempio di civiltà e modernità mentale. Il lavoro non manca ce ne per tutti. C’è così tanta offerta che siamo costretti a chiamare le maestranze dall’estero, perchè certi lavori gli itagliani non li vogliono più fare. Incredibile vero?? Eppure i contratti di lavoro dell’itaglia sono tra i più sicuri ed esemplari del globo…basta sentire l’imponenza dei loro nomi : apprendi stato, contratto COCOCO, contratto di inserimeno,

Contratto a Progetto…a progetto….abbiamo il futuro in mano perchè una volta firmato un qualsiasi di questi contratti un giovane ha facile accesso al credito e può costruirsi un bel futuro spensierato nella cara e amata itaglia.

I nostri politici sono i più seri e lavoratori. Ogni settimana leciferano leggi per il nostro benessere e benestare. Siamo il paese con meno macchine blu al mondo. Per la pensione hanno gli stessi diritti dei normali lavoratori; a 65 anni. Quello che dicono fanno, mica sono corrotti come quelli esteri oppure mica fanno gli inciuci come i sud americani o mica inventano leggi che si chiamano come un night club “porcellum”. E poi!! quelli che ci sono sono sempre eletti da noi popolo sovrano!!

Noi che siamo tutti itelligienti e laureati, mica come gli africani che non hanno studiato. Quelli si che possono prenderli in giro i loro polititi.

Noi itagliani abbiamo tutti una casa di proprietà perche da noi costano meno. Mica ci è stata la speculazione edilizia da noi. Poi i nostri comuni sono perfetti, perchè noi li rendiamo tali con le giuste e doveoso tasse, pardon “tributi” – come nel medioevo –

Tarsu Tare Tar Thor…..mi spiace che non ce ne siano altre, perchè i servizi sarebbero ancora migliori.

La cosa più bella che poi l’itaglia ci offre e che noi tanto ci vantiamo, sono due. Il cibo e le donne. E qua nessuno può dire il contrario…che nessuno si azzardi.

La benzina da noi è la più economica al mondo e siamo talmente bravi ed onesti che aiutiamo anche le popolazioni dell’eritrea e etiopia con la tassettina dell’abissina.

Il cibo è il migliore perchè solo noi lo produciamo e lo sappiamo cucinare…..vuoi paragonare il nostro con quello francese, spagnolo, portoghese, orientale o sud americano??? L’itaglia vince sempre. La cucina è solo nostra.

Le donne…poi sono veramente quanto di più raro e perfetto la razza umana sia stata capace di realizzare. Disponiamo di donne super intelligenti, raffinate, dolci, eleganti e di facile approccio..una sorta di miracolo.

Non capisco perchè l’itagliano debba andare all’estero, oppure partecipare ad un forum come GT. Gnocca Travel…..i viaggi della gnocca….i viaggi??? Ma perchè la parola viaggi?? Noi itagliani siamo talmente fortunati ad avere le nostre splendide donne che micca dobbiamo viaggiare per trovarne delle altre. Non capisco questo nome del sito. Potava chiamarsi “AM, ergo amici miei”. Tutti cari e felici amici che si ritrovano la sera per raccontarci le nostre magnifiche giornate trascorse nella nostra bella itaglia con le nostre adorabili donne.

Tornando poi alla parola viaggi che viene usata con la parola gnocca…..ma, non voglio proprio credere che ci sia veramente qualche d’uno di noi itagliano che ha fatto qualche viaggiettino del sesso….ke sporcaccione che sarebbe!!

Miccca ci è bisogni di andare che so in Brasile!! Che skifo! Ma avete visto che glutei alti e duri che hanno quelle donne di la, e poi che pelle liscia e vellutata….uno skifo!! Meglio il culo della mia itagliana, bello cadente e flaccido e poi quella pelle unta e male odorante…io adoro il sebo..mangierei tutte le di lei ghiandole.

Oh!! Poi ci sono quelli che vanno in Thai!! Da quelle nane!! Questi poi sono terribbbili!! Partono per l’oriente per trovarsi la fidansatina, per farsi fare il massiggino, soapy, teen, per andare al go go bar. Cioè questa gente è depravata totalmente. Ma io dicccco con tutte le brave ragazze e

f i g h e che ci sono in itaglia, donne fedeli, ottime casalighe, madri perfette e bombe sessuali c’è bisogno di andare a fare dei viaggi in altri paesi??

Ci sono quelli che vanno anche a cuba o santo domingo, oppure in posti ancora più remoti come l’indonesia o la siberia. Tutti una banda di pazzi psicopatici!!

Mi chiedo veramente se con tutta la fortuna che abbiamo ad essere itagliani ovvero vivere nel più bel paese del mondo, con le donne che te la danno ogni qual volta che gliela chiedi, ci sia qualcuno che spenda soldi per andare a cercare delle meretrici, meglio denominate dai peccatori con il termine volgare: Pay.

Ricordatevi poi tutti voi peccatori che l’itaglia detiene i monumenti e le opere d’arte più belle del mondo. Per questa mia affermazione ho appena discusso con uno di questi esseri depravati che va a giro per il mondo in cerca di donnacce. Voleva farmi credere che tutti i monumenti, le opere d’arte che noi ci abbiamo in realtà non sono da attribuirsi alla nostra amata itaglia ma bensì ad altri regni o

stati indipendenti che vi erano prima del 17 marzo 1861 e che l’itaglia avrebbe acquisito mediante l’unificazione e la conseguente annessione di tutte queste regioni. Vi rendete conto?? Io mi sono messo a ridergli in faccia e gli ho risposto che se così fosse dal momento in cui questa nostra terra è divenuta

itaglia, nessuno itagliano avrebbe creato opere d’arte, ad eccezion fatta per il sig. Benito che ebbe a che fare costruire imponenti e appariscenti monumenti riportanti il suo stile. Credetemi non c’è stato alcun verso di farlo ragionare, questo miscredente continuava a dire che i veri artisti non erano itagliani ma bensì personaggi provenienti da luoghi chiamati Granducato di toscana, impero romano, repubblica di venezia, regno napoleonico ecc ecc. Tutte razze e culture, sempre a suo dire, che poi hanno dato vita alla nostra itaglia e grazie ai quali poi, questa sempre

nostra itaglia, si può vantare di opere altrui.

Che fantasia questo eretico blasfemo!! si è inventato proprio una bella storiella.

Ma noi lo sappiamo che è tutta farina del nostro sacco perchè l’itaglia è la migliore di tutti e noi siamo veramente fortunelli ad essere itagliani!!

C’è per caso qualcuno che pensa il contrario?

Anche il commento di questo tizio la dice lunga sulla stupidità dell'italiano medio:
Citazione
L’Italia può essere un bel Paese da visitare come turista, ma un cesso di Paese per vivere.

Ma all’estero dove siete stati? 4°mondo?

Io ovunque sono stato, stavo meglio che in Italia…alla faccia di chi dice che se ti trasferisci perdi la tua identità e cazzate simili…ahahahah ma ci credete davvero?


Ok, amico, e allora restaci in uno di quei meravigliosi paesi e non rompere più i coglioni.
Perlomeno dimostreresti un minimo di coerenza.

L'unico ad aver scritto un commento sensato è quest'uomo:
Citazione
AntiStronzi
31 dicembre 2014 alle 21:08

StefanoMilan;
L’Italia come Paese avrà i suoi 1000 difetti, e su questo non si discute. Ma visto che la considereresti addirittura da “4° mondo”, perchè anzichè lamentarti su un blog, non prendi la tua bella faccetta, baracca e burattini e ti rechi in una delle tante realtà da 1° mondo che ti affascinano cosi tanto?…
Te lo dico io il perchè: non hai PALLE; ne tantomeno avresti nulla da offrire in un qualsiasi altro Paese, sia essa da 4°-3°-2° o 1° mondo. E’ gente come te che ha rovinato e ancora continua a rovinare il nostro Paese… 1001 chiacchiere e 0 fatti, questa è la funesta realtà che contraddistingue (purtroppo in generale) tutto il popolo italiano nel mondo.
« Ultima modifica: Dicembre 30, 2016, 17:36:34 pm da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #33 il: Dicembre 30, 2016, 17:57:34 pm »
Noto che il tipo in questione ha scritto pure questo articolo, che in buona parte è condivisibile, ma che per altri versi fa veramente cadere le braccia e le palle.
https://homodus.wordpress.com/2014/04/19/uomo-obsoleto/

Qualche esempio.
Citazione
Posso affermare con assoluta fermezza che gli uomini sono da sempre stati manipolati da questa simbiosi, per i fini più vari, ma oggi possiamo vedere il piano finale con l’avvento del femminismo globale, inteso a mutare quello che ormai è l’obsolescenza maschile, non più necessaria.

Praticamente il suddetto non ha fatto altro che ripetere a pappagallo le parole dell'ormai 81enne Esther Vilar.
https://it.wikipedia.org/wiki/Esther_Vilar
Citazione
Esther Vilar, nata Esther Margareta Katzen (Buenos Aires, 16 settembre 1935), è una scrittrice argentina naturalizzata tedesca.
Biografia
Prima di intraprendere l'attività pubblicistica ha esercitato la professione di medico. È conosciuta per il suo saggio mascolinista Der Dressierte Mann ("L'uomo manipolato"), pubblicato nel 1971.
https://it.wikipedia.org/wiki/Der_Dressierte_Mann
Citazione
Der Dressierte Mann
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Der Dressierte Mann
Autore    Esther Vilar
1ª ed. originale    1971
Genere    saggio
Lingua originale    tedesco

Der Dressierte Mann ("L'uomo manipolato") è un libro scritto nel 1971 da Esther Vilar. L'idea principale espressa nel libro è che le donne non sono oppresse dagli uomini, al contrario: sono le donne a manipolarli. Ancora inedito in Italia, una terza edizione è stata pubblicata nel Gennaio 2009.

Indice

    1 Sinossi
    2 Reazione della critica
    3 Edizioni
    4 Note
    5 Collegamenti esterni

Sinossi

Il libro sostiene che, contrariamente a quanto comunemente affermato dalla retorica femminista, le donne nelle culture industrializzate non sono oppresse, ma sfruttano gli uomini tramite sofisticati sistemi di manipolazione.

Vilar scrive, "gli uomini sono stati addestrati e condizionati dalle donne, così come Pavlov condizionò i suoi cani, e ridotti in uno stato di schiavitù. Come ricompensa per il loro lavoro agli uomini viene concesso l'uso periodico della loro vagina". Il libro sostiene la tesi che i giovani vengono incoraggiati ad associare la loro mascolinità alla potenza sessuale, e che questo viene sfruttato dalle donne per ottenere maggiore potere sociale.

Vilar sostiene che le donne usano diversi metodi di controllo: il sesso, l'eccessiva emozionalità, usata per "ricattare" il maschio, e tradizioni e concetti come l'amore per controllarne la vita sessuale, e quindi la mascolinità ad essa associata. Vilar scrive che il matrimonio è sconveniente per gli uomini, e che le donne, alle quali interessa principalmente la stabilità economica che l'uomo può offrire, usano la scusa dell'amore per "incastrarli" in un'istituzione che offre loro più svantaggi che vantaggi.
Reazione della critica

Der Dressierte Mann divenne alquanto popolare, grazie anche ad una certa copertura mediatica sia in America[In tutto il continente o solo negli USA?] che in altri paesi.

Nel 1975 fu invitata ad un dibattito televisivo[1] dalla WDR con Alice Schwarzer, considerata tra le maggiori rappresentanti del movimento femminista Tedesco. Il dibattito fu molto controverso, in particolare per l'aggressività della Schwarzer, che arrivò ad accusare la Villar di essere "non solo sessista, ma fascista"[2], paragonando il suo libro al periodico nazista Der Stürmer.[3]

L'autrice ha dichiarato di avere ricevuto minacce di morte a causa del libro:
« Non avevo immaginato l'isolamento nel quale mi sarei ritrovata dopo avere scritto questo libro. Né mi sarei figurata le conseguenze che avrebbe avuto sui miei scritti successivi e addirittura sulla mia vita privata - continuo tuttora a ricevere minacce di violenza.[4] »


Citazione
Le donne hanno deciso che l’uomo di ieri non sia più utile, è stato sfruttato per bene per creare il benessere odierno necessario affinche le donne possano prosperare senza il loro aiuto,

Citazione
nel corso di poco meno di 50 anni, le donne hanno premuto sull’accelleratore sociale, vogliono sorpassare il maschile? no, in quanto non si sono mai sentite inferiori, questo è stato semplicemente quello che ci hanno voluto far credere per nascondere le loro vere intenzioni e per ovvi tornaconti, non a caso hanno mutuato le stesse caratteristiche maschili che hanno da sempre odiato per sottometterci definitivamente, l’arroganza, la presunzione, il lessico da scaricatore di porto, unito alla loro arma finale, la padronanza dialettica dalla lingua biforcuta, alla manipolazione emotiva ed alla fica, sono tutte da sempre loro armi, e le hanno insegnate agli uomini quando era necessario per i loro scopi, oggi non più, non hanno più la necessità di mandare gli uomini in avanscoperta, al massacro.

Non so se quest'uomo sia uno della "vecchia guardia" oppure no; ma in ogni caso, da appartenente alla "nuova guardia", devo dire che ne ho proprio le palle piene di quei quemmisti che seguitano ad attribuire alle donne poteri superiori a quelli che effettivamente possiedono.
Questi uomini son già perdenti nel linguaggio e fanno discorsi che farebbero morire dal ridere una caterva di musulmani, che non a caso considerano gli occidentali dei deboli, dei debosciati.

Anche frasi come questa,
Citazione
no, in quanto non si sono mai sentite inferiori,

sono ridicole, perché, in realtà, le donne hanno sempre sofferto di vari complessi di inferiorità, altro che cazzi.

« Ultima modifica: Dicembre 30, 2016, 18:07:54 pm da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #34 il: Gennaio 04, 2017, 22:59:24 pm »
Citazione
Frank
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno.
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.


Bene, anche Roberto Saviano ce lo siamo giocato del tutto.

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/
Citazione
Consigli per Saviano: da Amin Dada a Bokassa, 6 esempi di buon governo africano
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Aggiunto da Giorgio Nigra il 4 gennaio 2017.


image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Saviano.jpg

SavianoRoma, 4 gen – Roberto Saviano è un genio. Solo una mente geniale, infatti, poteva partorire l’idea che porterà al definitivo rilancio del Meridione d’Italia: servono sindaci di colore. L’ha detto davvero. Contro corruzione, malavita e malaffare, degli amministratori africani, secondo l’Illustrissimo, potrebbero portare una ventata di buon governo. Del resto dalle loro parti non mancano certamente esempi di buona amministrazione. Ecco allora una lista delle possibili figure di riferimento che i nuovi sindaci venuti dal Continente nero potrebbero prendere ad esempio per governare Napoli, Palermo, Reggio Calabria e Bari.

Come non importare da noi, per esempio, il luminoso esempio del dittatore ugandese Idi

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Amin-Dada.jpg
Amin, il cui titolo auto-conferitosi è: “Eccellenza, Presidente a vita, Feldmaresciallo Al Hadji Dottor Idi Amin, VC, DSO, MC, Signore di Tutte le Bestie della Terra e dei Pesci del Mare e Conquistatore dell’Impero britannico, in Africa in Generale e in Uganda in Particolare”. Si calcola che abbia fatto circa 300 mila vittime. Una volta si presentò a Londra, al cospetto della Regina Elisabetta, con un grande carico di banane, riferendole che servivano a “sfamare il popolo inglese” e vantandosi di avere il potere di controllare i coccodrilli col pensiero.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Bokassa.jpg
O, ancora, perché non farci accarezzare dalla brezza del riformismo ispirato a Jean-Bédel Bokassa: incoronato imperatore del Centrafrica su un trono in oro a forma di aquila di 3 metri d’ altezza e cinquemila invitati al banchetto, sarà accusato di aver fatto uccidere e ucciso in prima persona degli studenti, che in parte avrebbe anche mangiato.

Di certo sarebbe un toccasana per il nostro Sud un governo ispirato a Francisco Macias Nguema, dittatore della Guinea Equatoriale che ha ucciso tra un

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Francisco-Macias-Nguema-2.jpg
sesto e un quarto della popolazione, ha proibito la parola “intellettuale” e ha distrutto tutte le barche dello Stato dopo aver vietato la pesca. Si fece attribuire titoli come “miracolo unico”. Quando fu condannato a morte, nessun soldato della Guinea Equatoriale volle partecipare all’esecuzione, poiché si credeva che avesse poteri magici.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Teodoro-Obiang-Nguema.jpg
Ma ci si può sempre ispirare al suo successore, il nipote Teodoro Obiang Nguema Mbasogo. Nel luglio 2003, la radio di Stato ha dichiarato che Obiang è un dio che è “in contatto permanente con il Signore” e “può decidere di uccidere senza dar conto a nessuno e senza andare all’inferno.” Inoltre, ha sparso voci di cannibalismo. Il figlio è noto per aver comprato, alla modica cifra di un milione di dollari, un guanto bianco ricoperto di cristalli che il Re del Pop americano avrebbe usato nel “Bad” tour a fine anni ’80.

Anche il dittatore del Gambia Yahya Jammeh potrebbe essere preso a modello. Nel maggio

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Yahya-Jammeh.jpg
2008, Jammeh ha detto che avrebbe tagliato la testa a ogni omosessuale nel Gambia, impegnandosi a pulire il paese, e promettendo che la legislazione sul tema sarebbe stata “più severa che in Iran.” Poi ha dato un ultimatum ai gay ordinando loro di lasciare il paese, e che gli hotel o pensioni che ospitavano gay sarebbero stati chiusi. Nel 2007, ha annunciato che poteva curare l’Aids con le erbe.

image: http://www.ilprimatonazionale.it/wp-content/uploads/2017/01/Re-Mswati-III.jpg
Anche Re Mswati III dello Swaziland potrebbe dare una mano nella lotta alla piaga dell’Aids: nel 2001 disse che i sieropositivi (circa un terzo della popolazione) dovrebbero essere “sterilizzati e marchiati”. Poi proibì il sesso alle donne sotto i cinquant’anni di età per un periodo di cinque anni.

Giorgio Nigra

Read more at http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/#rh8FksFMRs6ygcZ1.99
« Ultima modifica: Gennaio 04, 2017, 23:09:54 pm da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #35 il: Gennaio 04, 2017, 23:24:38 pm »
http://zapping.altervista.org/il-paradosso-dellafrica-il-continente-piu-ricco-e-piu-affamato-del-mondo-causa-la-corruzione/


http://acraccs.org/index.php?option=com_content&view=article&id=42&Itemid=993&lang=it


http://zapping.altervista.org/il-paradosso-dellafrica-il-continente-piu-ricco-e-piu-affamato-del-mondo-causa-la-corruzione/
Citazione
Ecco cosa è in grado di fare la corruzione,portare un continente ricchissimo come l’Africa ad essere il più affamato del mondo.Causa?I governanti corrotti.Cerchiamo di spiegarlo ai nostri…..

L’Africa è (ed è sempre stato) il continente più ricco del mondo. Re, imperatori, governanti e mercenari lo sapevano e pensarono bene di sfruttare tale ricchezza. La domanda asiatica di prodotti basici africani è enorme ed in continua crescita in tutto il continente nero, mentre la caduta dei prezzi delle risorse naturali africane, che produsse un deficit cronico nel passato, si ripropone oggi, con conseguenze ancora peggiori per il continente più affamato del mondo.

L’Africa, attraverso un’esportazione equa dei propri prodotti, potrebbe già essersi risollevata dalla povertà. Il problema di base è che fino a quando i governatori africani non cambieranno il proprio modus operandi di predatori cannibali, la situazione non cambierà.

L’Africa possiede più del 10% delle riserve globali di petrolio, un terzo di quelle di cobalto ed altri metalli ed il 40% dell’oro di tutto il mondo. Senza poi parlare dell’immenso potenziale agricolo. Basterebbe cominciare a coltivare le terre dell’Africa in maniera responsabile nei confronti degli africani ed il problema della fame scomparirebbe poco a poco. La povertà di questo continente è nata dalle politiche di re e governanti africani, che hanno sempre voluto che l’Africa restasse una terra di schiavi, così, invece di aiutare il proprio popolo, hanno collaborato al suo sfruttamento ed a quello delle proprie risorse naturali.

È improbabile che diminuisca la domanda internazionale a breve termine dei prodotti basici africani, ovvero quelli provenienti dall’agricoltura e dalla manodopera. La Cina, senza rispettare nessun trattato internazionale rivolto al raggiungimento di un certo equilibrio economico mondiale, ha attualmente quintuplicato i rapporti commerciali con l’Africa. Dal 2003, vedendo l’esito ed il rendimento economico che i cinesi ricavarono da questo tipo di rapporti commerciali, anche Europa e Stati Uniti seguirono le loro tracce. Facile fare affari così: comprare tanto e pagare praticamente niente. Nessuno vede, nessuno sa, nessuno pensa che siano gli stessi uomini che parlano alle Nazioni Unite di pace e sviluppo e riscatto dell’Africa, i responsabili di tali pratiche predatorie. Questa maniera di fare economia con l’Africa si è tradotta in un flusso costante di inversioni per un valore di molte migliaia di milioni di dollari, tanto che il Fondo Monetario Internazionale prevede una crescita del 4,7% del PIL nell’Africa sub-sahariana quest’anno e del 6% nel 2011 (dati ufficiali FMI 2010, ndr.). Circa cent’anni fa, i re africani collaborarono con le potenze imperialistiche occidentali, al fine di detenere la crescita dell’industria locale dell’Africa precoloniale. Questo è uno dei problemi di fondo: la classe politica africana era ed è tra le più marce e corrotte del mondo. Invece di fomentare la produzione interna e svilupparla su larga scala, questi governanti preferiscono importare prodotti dall’Europa a cambio dell’esportazione di schiavi (nel passato) e, oggi, della concessione delle terre africane ad investitori corrotti di tutto il mondo.

africa2I prodotti che l’Africa importa dall’Occidente sono manufatti, alcol e soprattutto armi. Queste ultime sono i principali strumenti che permettono ai governanti di governare senza troppi problemi, uccidendo qualsiasi persona, uomo, donna, giovane o anziano che vada contro le politiche dei potenti. Questo è un sistema che porta molti benefici anche alle potenze neocoloniali, i soci corrotti dei re africani. La situazione dell’Africa non sarebbe così grave oggi, se l’elite di governanti africani non fosse stata sempre in prima linea per sfruttare il proprio continente e venderlo al miglior offerente. Quando si abolì la schiavitù a metà del XIX secolo, i termini delle relazioni tra i governanti africani e colonizzatori occidentali passarono dal commercio di schiavi a quello di prodotti basici. Dopo l’indipendenza, agli inizi degli anni Sessanta, in piena Guerra Fredda, vari governanti africani, approfittarono dello scontro tra Occidente ed il blocco socialista, per mantenere la propria economia cannibale. Questa pratica economica continua ancora oggi con l’aiuto di molti Paesi, tra cui i principali sono: Cina, Iran, Venezuela, India, Brasile, Arabia Saudita, Kuwait e Oman. Le elite di governo africane continuano a cospirare con gli interessi internazionali per cannibalizzare le proprie economie e conservare il potere sulle popolazioni del continente. Invece di invertire nello sviluppo delle economie interne, i governanti africani utilizzano i servizi dei centri sanitari e le scuole solo per sé stessi ed i propri figli. Il resto della popolazione che muoia di fame e se non lavorano come un buoni schiavi o non se ne vanno da soli dal Paese, che vengano arruolati nell’esercito, uccisi e torturati.

Questa cultura di sfruttamento a volontà delle risorse naturali e della popolazione africana è profondamente radicata da sempre nel continente. È una maniera d’amministrare e governare che è esattamente il contrario del concetto di sviluppo interno di un Paese, di spirito d’impresa e creazione di ricchezza e benessere collettivo. Quella africana è la politica del predatore cannibale. I pochi sindacalisti, intellettuali e gente con voglia di vivere e credere ancora nel riscatto dell’Africa, non tentano di cambiare questo stato di cose, non si mettono contro lo Stato africano, aspettano solo, come dicono loro stessi “il proprio turno per mangiare” (fonte: Sanou Mbaye, membro del team dell’African Development Bank – Project Syndicate, ndr.). E che ruolo giocano le ONG, le Organizzazioni Non Governative, tipo Unicef?africa3 Molti di noi sperano che le ONG che operano in Africa possano sanare questa ferita ma non è così. Sebbene alcune abbiano raggiunto grandi risultati nella lotta contro i mali che soffre il continente della fame, è il caso diMedici Senza Frontiere ed Oxfam International, il resto delle ONG costituiscono un’ulteriore colonna del potere imperialistico d’Occidente, un rifugio alternativo per i membri dell’elite africana governante, uomini di potere, che utilizzano la povertà delle proprie genti come fonte lucrativa privata. L’ONG Grain denuncia da anni lo sfruttamento che sta perpetrando la Cina a discapito delle terre africane. La Cina rappresenta il 20% della popolazione mondiale e solo possiede un 7% di terre coltivabili: questo è il motivo che sta alla base degli accordi d’espropriazione delle terre in diversi paesi africani, in accordo con l’elite dei governanti corrotti.

David Sogge, esperto in politiche di aiuti umanitari e consulente del Transnational Institute di Amsterdam, in un recente summit a Barcellona ha detto: “le ONG sbagliano a non tener conto che la priorità degli aiuti per l’Africa è quella di dare gli strumenti alla popolazione affinché essa stessa possa costruire infrastrutture  produttive e nuovi organi di potere che possano fare pressione ai Governi corrotti del continente […]. Le grandi compagnie arabe che producono petrolio hanno creato fondazioni che distribuiscono fondi come biglietto da visita per consolidare la propria presenza in Africa, ad esempio in Angola, gli aiuti provenienti dalle fondazioni falsamente benefiche dei produttori di petrolio, sono maggiori di quelli che destina qualsiasi ONG, la ONU e le altre organizzazioni internazionali […]. Il problema delle ONG è che continuano a trattare gli africani come bambini, infantilizzando le popolazioni, mentre dovrebbero sforzarsi ad aiutare la gente a crescere come cittadini forti ed organizzati […]. Nonostante esistano importanti eccezioni, come Medici Senza Frontiere ed Oxfam International, la maggior parte delle ONG dipende dai fondi dei Governi occidentali e ciò mette in dubbio la propria natura indipendente e l’indipendenza delle stesse azioni umanitarie […]. C’è il rischio che i servizi pubblici dei Paesi africani transitino sempre più verso la privatizzazione, come conseguenza d’essere controllati da organizzazioni internazionali. Le ONG non possono prendere il posto del settore pubblico”.

Agli inizi del nuovo millennio, un gruppo di leader religiosi africani si riunì nell’isola di senegalese di Gorée ed invitò l’elite africana a valutare la propria responsabilità nel traffico di schiavi. La chiamata non fu ascoltata dai governanti corrotti e tutto continuò come prima: guerre, schiavitù, torture, sfruttamento.

Il problema dell’Africa nasce dall’interno. Non ha leader, non ha abbastanza persone al governo che possano essere degne d’essere chiamate persone, la maggior parte sono predatori e cannibali delle proprie terre e della propria gente.

Alcuni dati. Più di 700 miliardi di euro sono “usciti” dall’Africa dal 1970 ad oggi, sottoforma di fuga di capitali (dato del Financial Times 2010, ndr.) e queste sono solo le cifre ufficiali.

Oltre 900 milioni persone soffre la fame nel mondo e la maggior parte delle nazioni affamate si trovano in Africa. 13 milioni di etiopi non hanno cibo sufficiente ed il proprio Governo ha offerto tre milioni di ettari di terra coltivabile a cinesi ed arabi. Questi terreni sono coltivati dagli asiatici con serre altamente tecnologiche e rendono tonnellate di cibo, che sono poi trasportate nei propri Paesi ed immesse nel circuito di mercati e ristoranti! Altri gruppi economici internazionali stanno acquistando in questi giorni nuovi milioni di ettari in Africa per produrre senza dover pagare manodopera ed esportare liberamente. Un esempio: la società d’investimenti newyorkina Jarch Capital ha affittato 800mila ettari nel sud del Sudan.

E l’Europa? Con la direttiva 2009/28/CE, inerente la promozione dell’energia proveniente da fonti rinnovabili, l’Unione Europea si è posta l’obiettivo di produrre, entro il 2015, il 10% di energia utilizzando biocarburanti e le società produttrici hanno già provveduto ad acquistare 4 milioni di ettari in Africa, con la previsione di comprarne almeno altri 13 milioni nei prossimi cinque anni (dati ActionAid, ndr.).

Circa il 60% dei giovani africani, oggi, vuole scappare dal proprio Paese…

Di Matteo Vitiello
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #36 il: Gennaio 05, 2017, 00:00:29 am »
C'è anche la situazione dell'India recentemente evidenziata da Fazer.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sardus_Pater

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #37 il: Gennaio 06, 2017, 00:07:39 am »

Bene, anche Roberto Saviano ce lo siamo giocato del tutto.

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/

E' da quel dì che ce lo siamo giocato, l'antiberlusconiano che pubblicava per Mondadori.
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Offline Frank

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #38 il: Gennaio 06, 2017, 00:16:04 am »
E' da quel dì che ce lo siamo giocato, l'antiberlusconiano che pubblicava per Mondadori.

Vedi, al limite potrei capire uno che dice "servono sindaci finlandesi o danesi", ovvero sindaci provenienti dai paesi meno corrotti del pianeta Terra.
Nonostante io sia un nazionalista, potrei comprendere un'uscita del genere, dettata anche dall'esasperazione.
Ma i negri africani* no, non si può proprio sentire né leggere.

@@

*Il peggio del peggio.

http://www.travel365.it/10-paesi-piu-corrotti-mondo.htm

Citazione

Ecco i 10 Paesi più corrotti del mondo:
1. Somalia - Corea del Nord: 8
3. Sudan: 11
4. Afghanistan: 12
5. Sud Sudan: 15
6. Iraq: 16
7. Turkmenistan: 17
8. Uzbekistan - Libia - Eritrea: 18

Ecco i 10 Paesi meno corrotti del mondo:
1. Danimarca: 92
2. Nuova Zelanda: 91
3. Finlandia: 89
4. Svezia: 87
5. Norvegia - Svizzera: 86
7. Singapore: 84
8. Paesi Bassi: 83
9. Lussemburgo: 82
10. Canada: 81

« Ultima modifica: Gennaio 06, 2017, 00:28:10 am da Frank »
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline Sardus_Pater

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #39 il: Gennaio 06, 2017, 00:19:32 am »
I municipi diventerebbero sede del fancazzismo più radicale e sarebbero riempiti di black mamas petulanti e che urlano anziché parlare :lol: .
Il femminismo è l'oppio delle donne.

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #40 il: Gennaio 09, 2017, 23:48:19 pm »
E' da quel dì che ce lo siamo giocato, l'antiberlusconiano che pubblicava per Mondadori.

Pure gli albanesi lo cazziano...
https://twitter.com/lavdrimlita

https://www.loccidentale.it/articoli/136832/caro-saviano-non-ce-nessun-miracolo-albanese

Citazione
Caro Saviano, non c'è nessun "miracolo albanese"
di

Lavdrim Lita
26 Marzo 2015
Saviano

L'Albania non è quella che viene raccontata dai media italiani: non è cool, come raccontata dal settimanale l'Espresso, non è "l'alba di un nuovo giorno", come dice la Rai. La "rivincita dell'Albania" ha un'altra faccia della medaglia. Quando Saviano scrive di "albanesi alla riscossa", portando avanti la diffusa narrazione del "miracolo albanese", dimentica (o ignora) l'estrema gravità del quadro politico ed economico.

Quella proposta dai media italiani è un'immagine falsa, perché l'Albania non è solo Tirana e suoi bar chic e i call-center italiani, ma anche altre città ridotte letteralmente alla miseria per mancati investimenti e amministrazioni corrotte. Non esiste il miracolo albanese e chi lo afferma mente sapendo di mentire. Non bastano Barbara d'Urso o Ezio Greggio, freschi di contratto con Agon Channel, a fare il benessere. Come ha detto l'intellettuale Fatos Lubonja, "la politica albanese cerca di manipolare i cittadini attraverso i media internazionali sfruttando le debolezze di persone che per stare meglio hanno bisogno di autocompiacersi".

Ufficialmente la disoccupazione in Albania è al 18.3%, un giovane su due è disoccupato, ma in realtà è molto più elevata. La crescita economica del 2% del 2014 non è reale. L'Istat albanese ha affermato ultimamente che circa 46.000 persone hanno lasciato il paese nel 2014, e secondo l'Eurostat 16.500 cittadini albanesi hanno richiesto asilo in un paese Ue. L'emigrazione non si è mai fermata. Certo, molti imprenditori italiani hanno deciso di delocalizzare o aprire nuove aziende in Albania, ma a che prezzo? Il primo ministro Edi Rama ha dichiarato: "investite da noi, poche tasse e nessun sindacato".

L'Albania ha un sistema produttivo simile a quello italiano, basato essenzialmente sulle piccole e medie imprese. La compatibilità dei due sistemi costituisce pertanto un elemento di attrazione del flusso degli investimenti dall'Italia in un contesto di crescita positiva ed in aumento. Nell'ultimo decennio l'imprenditoria italiana ha conseguito un notevole livello di radicamento nel mercato albanese, detenendo tuttora il primato tra le presenze straniere, con circa 400 piccole e medie imprese attive soprattutto nel manifatturiero, nelle costruzioni e nei servizi, tra cui spiccano gruppi industriali medio-grandi (Italcementi, Coca-Cola Albania, Intesa San Paolo e Conad) che operano prevalentemente lungo la costa adriatica e nella parte occidentale del Paese. Ai vantaggi sugli oneri fiscali (flat-tax al 15 %) si aggiunge un basso costo della mano d'opera che conosce l'italiano.

Lo sfruttamento della manodopera a basso costo con maggiori profitti per gli imprenditori, la mancanza dei sindacati e l'assenza di diritti per i lavoratori sono oggi una triste realtà in Albania. Il premier socialista Edi Rama, in un recente incontro in Italia, si è vantato di non avere sindacati o altre forme di bilanciamento sociale per i diritti dei lavoratori. Migliaia di operai e lavoratori sono oggi senza diritti nel paese perché lavorano in nero e in condizioni precarie. La politica del nuovo governo ha dato poche risposte chiare e risolutive.

La povertà crescente, la disoccupazione, la corruzione, l'ingiustizia sociale, il clientelismo, la corruzione non sono state affrontate dal governo ma solamente nascoste tramite un efficace make-up televisivo.La situazione nel paese è tesa, negli ultimi due anni sono avvenuti 165 attentati dinamitardi (circa uno alla settimana) per mano della criminalità organizzata. Fatti di cui i media italiani non parlano, forse per non turbare l'idilliaca rappresentazione dell'eldorado albanese. La mafia si è persino permessa di fare un attentato al padre del ministro dell'Interno per lanciare un messaggio: nessuno è al sicuro. E nessuno indaga a causa dell'intreccio tra mafia e politica.

Ancora oggi, dopo due anni di attentati, la polizia di Stato e il ministero dell'Interno non hanno provveduto alla creazione di un corpo d'élite e alla formazione di agenti capaci di contrastare il fenomeno. Parlare di miracolo albanese in un clima perenne di insicurezza, di attentati, di disoccupazione, di miseria, vuol dire non vivere nella realtà ma in un mondo fantastico utile agli interessi di chi lo propaganda.
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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #41 il: Gennaio 15, 2017, 18:11:57 pm »
Gli italiani popolo esterofilo erano, popolo esterofilo sono e popolo esterofilo resteranno. :sleep:
In tal senso c'è ben poco da fare.
Una esterofilia, unita ad una abissale ignoranza - per quanto riguarda la realtà di altri paesi di questo disgraziato pianeta -, che li porta ad autoflagellarsi continuamente e a considerarsi, sostanzialmente, il peggior popolo del mondo.
Ad esempio: nella vita di tutti i giorni, quante volte ti capita di incontrare qualcuno che, spontaneamente, ti parla delle magagne e dei difetti di altri paesi?
Sbaglio se affermo che non ti capita mai ? *

Con questo non sto certamente asserendo che in Italia funziona tutto a meraviglia e che gli italiani son degli autentici campioni di lealtà, onestà, affidabilità, etc (magari fosse così).
No, affatto, poiché conoscono bene i miei connazionali e i loro inestirpabili difetti.
Ma da qui a credere che il resto del mondo, sia una sorta di eden, ce ne passa.

@@

* Io conosco personalmente solo due uomini che ragionano come me.
Per il resto, buio assoluto.

@@

Per inciso: nonostante provengano da paesi che in quanto a corruzione non hanno proprio nulla da invidiare all'Italia (anzi), stai pur sicuro che non sentirai mai un albanese, un romeno o un bulgaro, fare dei discorsi disfattisti ed esterofili nei confronti della propria patria e dei propri connazionali.
Di certo non li ascolterai mai in pubblico, e in particolar modo se si tratta di albanesi.



Tanto per cambiare...

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/se-pure-canada-ci-d-mazzate-1351303.html

Citazione
piazzapulita52
Dom, 15/01/2017 - 17:00

Le mazzate non ce le dà soltanto il Canada, ma ce le dà il mondo intero! Siamo diventati una barzelletta a livello planetario! CHE SCHIFO!!!

Dunque, "il mondo intero" (?) ci darebbe delle mazzate...
Non il mondo industrializzato, non il mondo occidentale (al limite), no, affatto: secondo questo idiota anche dei paesi di merda come la Corea del Nord, la Somalia, la Nigeria, il Burundi, l'Afghanistan, ecc, ci darebbero "delle mazzate".

Gli italiani: ovvero un popolo assolutamente irrecuperabile.

Sono un nazionalista, ma come ho già avuto modo di scrivere, non amo affatto la maggioranza degli italiani.
Ed infatti se in questo momento potessi, emigrerei altrove*, solo per non sentire più certi discorsi del cazzo dell'italiano medio.

@@

* Di certo non in Sud America o nei paesi dell'est; casomai dall'altra parte dell'emisfero.
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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #42 il: Gennaio 23, 2017, 20:25:55 pm »
Bene, anche Roberto Saviano ce lo siamo giocato del tutto.
Citazione
Roma, 4 gen – Roberto Saviano è un genio. Solo una mente geniale, infatti, poteva partorire l’idea che porterà al definitivo rilancio del Meridione d’Italia: servono sindaci di colore. L’ha detto davvero. Contro corruzione, malavita e malaffare, degli amministratori africani, secondo l’Illustrissimo, potrebbero portare una ventata di buon governo.

http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/consigli-per-saviano-da-amin-dada-a-bokassa-6-esempi-di-buon-governo-africano-55485/


http://www.lastampa.it/2017/01/23/esteri/in-fuga-con-milioni-auto-di-lusso-e-sculture-jammeh-prosciuga-le-casse-pubbliche-del-gambia-mpfFq2zxPyBRQwlZptfRUL/pagina.html
Citazione
In fuga con 12 milioni, auto di lusso e sculture Jammeh prosciuga le casse pubbliche del Gambia
Il presidente al potere per 23 anni scappa con la complicità della Guinea Equatoriale. Assalto dei cittadini al palazzo presidenziale: «Riprendiamoci ciò che è nostro»
REUTERS

Yahya Jammeh all’aeroporto di Banjul prima di lasciare il Gambia. Accanto a lui una soldatessa in lacrime

Pubblicato il 23/01/2017
Ultima modifica il 23/01/2017 alle ore 09:29
Lorenzo Simoncelli
Banjul (Gambia)

Riparte da zero il nuovo Gambia. Senza la feroce dittatura di Yahya Jammeh e senza un centesimo nelle casse dello Stato. L’ex presidente, dopo quasi 23 anni di potere autoritario, ha deciso di farsi un ultimo regalo: prosciugare i forzieri di un Paese considerato tra i più poveri al mondo. Nelle ultime due settimane ha fatto trasferire circa 12 milioni di euro dai conti pubblici direttamente nei suoi forzieri sparsi in Paesi africani che sostengono la sua causa. Come la Guinea Equatoriale, dove ha trovato asilo politico grazie al giudizio favorevole di Teodoro Obiang, da 38 anni al potere, e insieme a Robert Mugabe (Zimbabwe), il Presidente più longevo in carica.

AUTO DI LUSSO E SCULTURE 

Ma non solo. Jammeh, scappato in tempo a bordo di un aereo messo a disposizione dalla Presidenza della Guinea Conakry, non ha voluto lasciare nel palazzo presidenziale nemmeno uno dei suoi cimeli lussuosi. A cominciare dalle macchine. Raggiunto l’accordo, il neo-eletto presidente Adama Barrow aveva dato l’ordine di chiudere il traffico aereo, proprio per evitare quanto, poi, si è verificato. Il Chad ha messo a disposizione un aereo cargo sulla pista dell’aeroporto della capitale del Gambia in modo tale che potessero venire caricate le macchine di lusso collezionate e le enormi sculture che rappresentano Jammeh sornione presenti a decine all’interno del palazzo presidenziale. In extremis, le autorità aeroportuali, sono riusciti a fermare l’ultima tranche di macchine che avrebbero dovuto essere consegnare all’ex presidente in seconda battuta.

ASSALTO AL PALAZZO PRESIDENZIALE 

La notizia è stata confermata da Mai Fatty, uno dei consiglieri più prossimi al nuovo presidente del Gambia Adama Barrow, che ha, invece, smentito come sia stato siglato un accordo che garantirebbe a Jammeh di poter rientrare nel Paese senza essere processato per i crimini commessi durante il suo regno o addirittura essere ammessi per partecipare alle prossime elezioni. Se l’ex presidente ha lasciato il Gambia con aereo privato e macchine di lusso al seguito, i cittadini vessati da anni di difficoltà economiche anche loro lasciavano il Paese in fretta e furia, ma con un sacco della Croce Rossa Internazionale in testa e qualche effetto personale. I militari, fedelissimi di Jammeh, e alcuni di loro in lacrime al momento della sua partenza, hanno protetto il palazzo presidenziale dalla popolazione che ha cercato di forzare l’ingresso. Al grido di «riprendiamoci ciò che è nostro», con la bandiera nazionale e le magliette con l’hashtag #gambiahasdecided sono arrivati fino al tetto di un’ala del palazzo. 

MILITARI IN FUGA 

Nelle ultime ore centinaia di militari hanno abbandonato il palazzo presidenziale dove erano stati radunati per organizzare l’estrema resistenza nel caso le truppe dell’Ecowas, coalizione dei Paesi dell’Africa occidentale, fossero entrate in Gambia. Molti soldati caricavano tappeti e cimeli nelle loro macchine: l’ultimo regalo dell’ex Presidente Jammeh. Intanto alcuni tank dell’esercito senegalese sono entrati in Gambia per preparare l’entrata trionfale del neoeletto capo di Stato Adama Barrow.
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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #43 il: Gennaio 23, 2017, 20:39:45 pm »
http://www.invisible-dog.com/nigeria_giant_ita.html

Citazione
La Nigeria e' uno dei paesi piu' corrotti nel mondo (144simo su 177 per "Transparency International"), dove quasi il 70% della popolazione vive sotto il livello di poverta'. Una corruzione cosi' vorace che viene stimato che, dall'indipendenza ad oggi, circa 400 miliardi di dollari siano spariti nelle tasche di pochi noti. Tra le strutture dello Stato, i piu' corrotti sono i poliziotti, seguiti dalla classe politica e dalla magistratura. Il primato incontrastato in questa gara a chi ruba meglio e' storicamente assegnato all'ex presidente Sani Abacha che negli anni '90 si impossessava sistematicamente del 2-3% del prodotto interno lordo. Ma a questa competizione hanno partecipato un po' tutti i presidenti nigeriani, senza distinzioni di religione o di etnia.

La corruzione al potere

L'attuale, Goodluck Jonathan, in carica dal 2011, sta facendo anche lui abbondantemente la sua parte con la fattiva concorrenza dei suoi ministri. La ministra del Petrolio, Diezani Madueke, e' in forte odore di corruzione anche perche' gestisce la fetta piu' grossa degli introiti dello Stato. Nessuno pero' indaga. Anzi, Jonathan si e' subito dedicato ad attingere dalla stessa torta. E' del febbraio 2014 la decisione di una commissione di inchiesta del Parlamento nigeriano di annullare la vendita dei diritti di sfruttamento del blocco OPL245 con riserve stimate pari a 9 miliardi di barili di greggio. Originariamente assegnato alla Malabu Oil, societa' fondata da un figlio di Abacha e dall'allora ministro del Petrolio, e' stato "comprato" per 1,1 miliardi di dollari dall'Eni - attraverso la controllata Agip - per tramite della Shell. L'esorbitante cifra e' stata pero' filtrata prima dalle autorita' nigeriane e poi dalla Malabu, che ne ha dirottato le somme su tutta una serie di conti intestati a dei prestanome. Il sospetto e' che fra i beneficiari occulti vi sia lo stesso presidente Jonathan. Non e' chiaro adesso che fine faranno i soldi versati dalla societa' italiana e se verranno o meno restituiti.

Ma purtroppo oramai la corruzione in Nigeria e' un evento sistematico. Chi ha potere ruba. In Nigeria pero' sulla corruzione si e' creato un sistema di sopravvivenza e di sussistenza. E' la componente essenziale su cui si basa il sistema economico del Paese. E questo fenomeno e' cosi' diffuso che oramai non fa notizia o scandalo. E' parte delle regole del gioco se vuoi vivere in quella parte di mondo.

Quello che fa della Nigeria un caso speciale, o terribilmente banale a seconda dei punti di vista, e' la sua enorme ricchezza petrolifera che potrebbe, almeno teoricamente, garantire al paese piu' popoloso d'Africa un tenore di vita dignitoso. Infatti tutto gira intorno al petrolio ed al gas che rappresentano il 95% degli introiti di valuta pregiata dello Stato e che quindi alimentano l'intero apparato amministrativo e corruttivo. Un flusso annuo di circa 100 miliardi di dollari che soddisfa gli appetiti di pochi, lasciando nel contempo la stragrande maggioranza della popolazione nell'indigenza piu' assoluta.

A chi tutto, a chi niente

Il 25% dei nigeriani e' infatti disoccupato. Il 70% e' impiegato nell'agricoltura. Il 40% e' analfabeta. L'industria petrolifera, che da sola potrebbe assorbire tutta la disoccupazione, impiega soltanto il 10% della popolazione. Se il reddito pro-capite e' di circa 2.700 dollari l'anno, sono molti quelli che di polli ne mangiano quattro e ancora di piu' quelli che non ne vedono nemmeno uno. L'industria e' inesistente, le infrastrutture scandenti ed il petrolio e' divenuto la tipica manna che in Africa sovente fa rima con disgrazia. Non per tutti, certo. La Nigeria e' uno dei maggiori importatori di autovetture di lusso del continente: Porsche, Ferrari, Mercedes circolano abbondantemente per le strade di Abuja e Lagos. Ma questo non deve impressionare perche' tra i 40 uomini piu' ricchi dell'Africa, 11 sono nigeriani.

Il risultato di questa sperequazione nella distribuzione della ricchezza ha degli inevitabili risvolti sociali, un crescente malcontento popolare che sta rendendo endemiche forme di rivolta e terrorismo. Quello di matrice integralista islamica, come i Boko Haram, trova giustificazione e proseliti non solo per motivazioni religiose, ma soprattutto per questioni economiche. E non e' un caso che sia l'Islam il veicolo di questo risentimento perche' le popolazioni del nord della Nigeria, a maggioranza di fede islamica, sono le piu' povere del Paese.

Nello stato di Sokoto, uno dei 36 Stati federali in cui e' articolata la Nigeria, abitato dagli Haussa e geograficamente posizionato ai confini settentrionali, il tasso di disoccupazione e' oltre l'80%. Nel sud invece, dove sono presenti le riserve petrolifere, la percentuale dei senza lavoro e' la meta'.


Dal malcontento al terrorismo

Il divario sociale tra cristiani e musulmani si traduce in un pretesto per interpretare in chiave religiosa un problema sociale ed economico.

Se nel nord della Nigeria e' Boko Haram a canalizzare il malcontento popolare, nel delta del fiume Niger lo stesso ruolo lo svolge il MEND (Movimento per l'Emancipazione del Delta del Niger). Nel suo logo ufficiale c'e' scritto "non-violento, progresso, liberta'", ma nella realta' anche questo gruppo fa della lotta armata uno strumento di lotta politica. Il MEND non ha una connotazione religiosa, anche se le minacce proferite contro i Boko Haram di vendicare gli attacchi contro le chiese lascerebbero pensare una prevalenza di militanti cristiani.

Quello che invece accomuna il MEND con i Boko Haram e' il comune denominatore anti-establishment. Il movimento, infatti, rivendica i diritti della popolazione locale ad avere maggiori introiti sullo sfruttamento del petrolio (in quell'area ci sono molti pozzi) e lotta anche contro l'inquinamento ambientale che pregiudica lo svolgimento di attivita' alternative, come l'agricoltura o la pesca. Il governo nigeriano ha cercato in passato di negoziare con il MEND, nel 2009 era stata firmata un'amnistia per circa 26mila combattenti, sono stati promessi degli incentivi economici che pero' non sono mai arrivati. Il risultato e' che nel 2013 il MEND ha ripreso la propria lotta armata finanziata da rapimenti ed estorsioni nei confronti delle societa' petrolifere operanti sul loro territorio, con il contrabbando di greggio e di armi. Il ritorno alle armi e' anche coinciso con la condanna per terrorismo a 24 anni di carcere in Sudafrica del leader storico del movimento, Henry Okah.

Un gigante dai piedi d'argilla

Se dai dati statistici la Nigeria e' un paese economicamente florido, con una crescita economica del 6-8% all'anno, sono altri i numeri da tenere invece d'occhio. La crescita demografica e' al 3,8%, il che significa per un paese di circa 300 milioni di abitanti il raddoppiarsi della popolazione nel giro di 20 anni circa. Senza una politica redistributiva del benessere, quel 40% della popolazione che oggi ha meno di 14 anni, sommato al 19% che non supera i 24, danno come risultato il caos e la violenza sociale. Se si proiettano questi dati nel futuro, i problemi sociali della Nigeria di oggi saranno sicuramente minori di quelli della Nigeria di domani. Per quanto possa sembrare un paradosso considerarlo un dato "positivo", il fatto che l'aspettativa di vita media in Nigeria sia appena di 52 anni e' un dato che potrebbe mitigare la crescita demografica. Lo stesso dicasi delle stime della World Health Organization secondo cui le morti infantili in Nigeria rappresentano il 14% del totale mondiale.

Sul piano dei diritti umani, la Nigeria e' da sempre sul banco degli imputati. In teoria c'e' la liberta' di stampa, ma gli arresti o la sparizione di giornalisti sono eventi ricorrenti soprattutto se si scrivono articoli contro i potenti, presidente compreso. Anche il sistema giudiziario e' teoricamente indipendente, ma la corruzione e' quella che determina le sentenze. E la polizia indaga se la paghi, arresta o ti libera se la paghi, accusa o ti assolve se la paghi.

Se i Boko Haram sono accusati a buon titolo di crimini contro l'umanita', e per questo inseriti nella lista delle organizzazioni terroristiche (dal settembre 2013 dal Regno Unito e da novembre 2013 dagli USA), non godono di migliore reputazione le forze di sicurezza nigeriane, additate per la sistematica violazione dei diritti umani. E da quando, nel maggio 2013, il presidente Jonathan ha imposto lo stato di emergenza in alcuni Stati del nord, gli abusi hanno acquisito caratteristica di sistematicita': da un lato le efferatezze dei Boko Haram contro la popolazione, dall'altra gli arresti indiscriminati, le torture, le uccisioni extra-giudiziarie, le estorsioni e violenze commesse da militari e polizia. A questa gara a chi fa peggio si sono poi aggiunti anche i gruppi armati di autodifesa autorizzati dal governo che, con la scusa di difendere la popolazione dagli integralisti islamici, , hanno attivamente contribuito alle violazioni. In mezzo ci finisce come vittima predestinata la popolazione civile, a cui e' talvolta riservato il lusso di scegliere da parte di chi subire le angherie, e fra essa la sua parte piu' vulnerabile, le donne.

Il problema sono quindi le priorita' che si da un paese, o una comunita' internazionale. In Nigeria non si rischia di finire in galera per corruzione, tanto piu' se hai degli amici influenti, o per il fiorente narcotraffico che fa del paese uno dei ponti per l'arrivo in Europa della droga, ma puoi essere condannato a 14 anni di carcere se contrai un matrimonio gay, o a 10 anni se esibisci in pubblico la tua omosessualita'. Questi provvedimenti, in vigore dal 14 gennaio 2014, sono stati fortemente voluti dal presidente Jonathan, in calo di consensi e che ha pensato bene di tirare fuori il classico coniglio dal cilindro. Nel 2015 i nigeriani andranno al voto per eleggere un nuovo presidente e Jonathan non ha ancora sciolto le riserve su una sua ricandidatura.

Bisognerebbe domandarsi perche' tutto cio' avvenga in Nigeria, alla luce del sole e nella disattenzione piu' totale dell'opinione pubblica mondiale. La risposta e' semplice : perche' la Nigeria e' un grande Paese, economicamente e demograficamente emergente, pieno zeppo di petrolio e di materie prime, forte contributore alle missioni internazionali dell'Onu. E questo basta e avanza per assolvere la coscienza di molti.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline Vicus

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Re:CORRUPTION PERCEPTIONS INDEX
« Risposta #44 il: Gennaio 23, 2017, 22:55:16 pm »
Sindaci di colore? Ma se l'Africa è il continente più corrotto in assoluto! Senza dimenticare Sudamerica e India.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.