Autore Topic: Cinema, uomini, rabbia: "The German Doctor- Wakolda"(El Medico Alèman)(Argenti  (Letto 1495 volte)

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Offline Suicide Is Painless

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Cinema, uomini, rabbia:
"The German Doctor- Wakolda", [El Medico Alèman], Thriller- drammatico, Lucia Puenzo, 2013, [Argentina]

"Nada es más misterioso que la sangre. (Nulla è più misterioso di sangue.)"
Frase di lancio originale del film


"The German Doctor- Wakolda" è una buon thriller d'impianto politico - storico e dallo stile come dal plot, polposi. L'ultimo film da sceneggiatrice e regista di Lucia Puenzo, e tratto dal suo romanzo, è ambientato in Argentina nel 1960. Dato il titolo, è abbastanza facile prevedere in quale direzione andrà la storia. Cioè quella dei nazisti che cercavano rifugio in Sud America dopo la seconda guerra mondiale, materiale sempre interessante e ricchissimo di misteri e teorie revisioniste della Storia, mentre la Puenzo costruisce sapientemente il suo spunto da questa premessa di base.
Per quanto la storia popolare ami dipingere la seconda guerra mondiale come un conflitto epico del bene contro il male ordinatamente organizzato, vi erano e vi sono un sacco di persistenti connessioni- un sacco di fili sciolti che penzolavano dal bordo di questo arazzo storico. Il volo. la fuga dalla giustizia, la protezione che queste persone, i criminali di guerra nazisti ma ovviamente non solo,  si sono concesse una volta che il conflitto ebbe termine, e il disperato desiderio di portare questi criminali davanti alla  giustizia, rende la narrazione di questo film avvincente e ricca di sostanza - ma c'è anche qualcosa di più inquietante di insito nel lavoro della regista argentina Lucia Puenzo, figlia di Luis, regista nel 1986 de "La Storia Ufficiale"(La Historìa Oficiàl), il primo film di quel paese a vincere l'Oscar come Miglior Film Straniero, incentrato sui neonati figli dei desaparecidos della dittatura di Videla, dati poi alle famiglie dei militari e di persone vicine al regime., e da loro poi cresciuti, bambini e poi ragazzi ignari della fine dei loro genitori naturali uccisi, e delle loro famiglie naturali.
Dopo tutto, riconoscendo che la storia dei criminali nazisti di guerra non finisce dopo la firma della resa tedesca dell'8 maggio 1945, significa affrontare la realtà che tali credenze e filosofie non possano essere state sconfitte con un tratto di penna. L'oscurità si annidava e si annida, ancora nel resto del mondo.
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"Wakolda" , dal titolo originale come del romanzo, uscito in Italia con il titolo internazionale anglofono "The German Doctor", si prende il suo tempo per arrivare dove vuole. Nella strutturazione del film, la Puenzo favorisce l'umore sulla storia. Il film passa e trascorre per la maggior parte della sua durata, istituendo un atmosfera inquietante e definendo bene i suoi personaggi prima di discendere in un buon thriller di sostanza alla old style. Non c'è niente di sbagliato in questo, ma vuol dire che "Wakolda" paia andare alla deriva un po' precocemente nella sua fase introduttiva, prima di concentrarsi adeguatamente sul nucleo della storia stessa.
Detto questo, l'atmosfera è assolutamente perfetta. L'Argentina, la Patagonia è assolutamente splendida, e la Puenzo la cattura sapientemente sullo schermo "Wakolda" e' un film difatti pregno d'atmosfera -. Di un palpabile senso di disagio e terrore ancor prima dell'ambientazione temporale e di luogo, il quale è collegato all'apparizione di un misterioso medico tedesco. Bilanciando l'ambiente idilliaco con un senso di claustrofobia e paranoia, la Puenzo dona un senso di importanza a "Wakolda", anche se molto poco sta realmente accadendo. Ma nell'intero film c'è ben poco che la Puenzo non possa rendere bene.
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Ci sono momenti in cui sembra che "Wakolda" sia tenuto insieme dall'obbiettivo della macchina da presa della Puenzo, con la sua decisione di inquadrare Àlex Brendemühl nei panni che fiaccherebbero qualsiasi altro attore, del Dott. Joseph Mengele, come un cattivo raccapricciante molto prima che la sua vera natura sia esplicitamente rivelata. (Non che i titoli di testa lascino molto all' ambiguità.) Allo stesso modo, la Puenzo sembra fissarsi sul volto di Elena Roger per lunghi periodi di tempo, il cui fondersi nel personaggio come eroina sotto pressione incredibile nella prima parte del film, e conferma questa impressione.
L'abilità registica della Puenzo è così sicura che il dialogo del film si sente spesso come superfluo. E' difficile non farsi catturare da ciò che sta accadendo e dal modo in cui la regista inquadra i suoi personaggi e imposta le sue inquadrature. C'è un elegante chiarezza di intenti in tutto questo; in coppia con una cruda bellezza catturata in modo così chiaro, è quindi molto difficile resistere a "Wakolda". E' un lunatico, atmosferico pezzo- ma è realizzato con così abbastanza abilità che funziona splendidamente.
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Allo stesso tempo, vi è a tutto questo adomabrato un senso generale che il film potrebbe condurre pero' con un po' più di attenzione. Per tutto ciò che la Puenzo trasmette, e tutto ciò che dovrebbe ancora essere detto senza essere espresso, c'è un senso che molti dei personaggi del film sembrano depositare fuori da quel che viene mostrato. In particolare, nonostante il lavoro che la Puenzo fa per definire il personaggio di Elena Roger, c'è ancora una sensazione evidente che lo spettatore sappia ben poco di lei fino al momento dei titoli di coda. In realtà, a quel momento lei è ridotta a non piu' di una nota in calce. Questo non può fare a meno di essere percepito come deludente, mentre l'arco di sviluppo del personaggio anch'esso  vero di Nora Eldoc è maggiormente concretizzato, e potrebbe facilmente avere una pellicola tutta per sè.
Per essere onesti, c'è un candore accattivante per "Wakolda". Come con qualsiasi pezzo di riempimento della narrativa nel vuoto degli spazi storici, c'è un timore sempre presente che la Puenzo potrebbe spingersi troppo lontano - che avrebbe potuto trascinare la pellicola accresciutamente nel melodramma o nella sciocchezza sensazionalista. Invece, "Wakolda" è notevolmente dignitoso. Mantiene il suo personaggio omonimo alla giusta distanza, che consente di risparmiare alla Puenzo di dover concedere al personaggio la sua propria finestra sulla narrazione.
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Astutamente, il personaggio si intravede solo attraverso gli occhi degli altri; come ciechi che cerchino di descrivere un elefante. Ci sono punti in cui sembra che "Wakolda" potrebbe tentare di razionalizzare o giustificare o umanizzare il personaggio di Mengele; ma il film si tira sempre indietro. Alla domanda sul perché fa quello che fa, il personaggio può offrire soltanto qualche generico essenzialismo. "Un poeta scrive poesie," egli offre come impossibile giustificazione. "Un pittore dipinge." Lui fa quello che è nella sua natura di fare. Non c'è niente di più di esso; nessun accenno di riscatto o di decenza nella sua condotta.
"Wakolda" offre anche una visione piuttosto interessante nella cultura che ha reso possibile per tali famosi tedeschi sparire in Sud America. La comunità locale è chiusa e segreta, protetta e auto-isolata. Il passato scomodo è letteralmente e convenientemente sepolto, in modo che tali filosofie e ideologie possano marcire nell'ombra, nascoste da ogni sguardo che possa scrutare i loro comportamenti. Esistevano ed esistono queste piccole enclavi anche nella più idilliaca delle localita', per quanto evidentemente alla gente avrebbe fatto piacere credere che tali spiacevoli gruppi ideologici e politici fossero stati banditi dalla comunita' delle brave persone.Il film è stato infatti girato e ambientato a San Carlos De Bariloche, una "Svizzera" argentina in Patagonia, comunita' di tedeschi e dalle costruzioni e attivita' commerciali bavaresi o simili, nella quale vive da trent'anni e fu rintracciato nel 1994 da un giornalista americano, Erich Priebke.
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(In realtà, "Wakolda" solleva alcune domande scomode su diverse delicatissime complicità, in quanto questi fuggitivi cercavano appunto di integrarsi nelle comunità locali, cercando di comprare e fidelizzare tutti. Queste persone erano anche scienziati e medici;. La loro conoscenza ha salvato delle vite e aiutato il bestiame locale.  E vedere che invece, questi personaggi sono il verme che si scava la strada verso il cuore di una società che non vorrebbe avere piu' niente a che fare con loro. Dopo tutto, ci sono da sempre questioni etiche su come i governi del mondo avrebbero dovuto poi utilizzare le conoscenze, le ricerche, il lavoro e le attitudini di alcuni fra questi tali spregevoli criminali di guerra.
"Wakolda" mette in campo nel terzo atto anche una nuova risoluzione che scioglie tutti i nodi e che riscatta facilmente qualsivoglia delle difficoltà riscontrate nella prima parte del film - così come il cappio si stringe e tutti i diversi ordini del giorno entrano in gioco, e pur ponendo il personaggio del titolo in netto contrasto con le persone con le quali era venuto in contatto. La Puenzo struttura bene questo culmine, e la gestione di ogni sorta di drammatica conclusione, senza mai inciampare o perdere di slancio. E' indubbiamente una parte finale molto potente, e molto ben costruita.
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"Wakolda" è un affascinante pezzo di cinema argentino, che dimostra l'ottimo stato di salute anche a livello medio e di genere, di quella cinematografia, a quattro anni dall'Oscar come Miglior Film Straniero per "Il Segreto dei suoi occhi"(El Secreto De Sus Ojos)(2010) di Josè Luis Campanella;  e al quale vale assolutamente la pena dare una visione. "Wakolda" ha infatti rappresentato il suo paese all'ultima edizione degli Oscar per la categoria del Miglior Film Straniero, entrando nella cinquina della Nomination, ma senza vincere.

Suicide Is Painless

Academy of Motion Picture Arts and Sciences of Argentina
 Ha Vinto il Premio dell'Accademia argentina    Miglior Film (Mejor Película) Lucìa Puenzo

Miglior Make-Up (Mejor Maquillaje y Caracterización) Alberto Moccia

Miglior Montaggio (Mejor Montaggio) Hugo Primero

Miglior Production Design (Mejor Dirección de Arte) Marcelo Chavez

Migliori Costumi (Mejor de Diseño Vestuario) Beatriz De Benedetto

Miglior Attrice (Mejor Actriz Revelación) Florencia Bado

Miglior attore non protagonista (Mejor de Attore Reparto) Guillermo Pfening

Miglior attrice non protagonista (Mejor de Actriz Reparto) Elena Roger

Miglior Attore (Mejor Actor Protagónico) Alex Brendemuhl

Miglior regista (Mejor Director) Lucìa Puenzo

Nominato Al Premio dell'Accademia argentina    Miglior Colonna Sonora Originale
(Mejor Música Original) Daniel TarrabAndrés GoldsteinLaura Zisman

Miglior Suono (Mejor Sonido) Fernando Soldevila

Miglior Fotografia (Mejor Fotografía) Nicòlas Puenzo

Miglior Nuovo Attore (Mejor Actor Revelación)Juan I. Martinez

Miglior Sceneggiatura - Adattamento (Mejor Guion adaptado)Lucìa Puenzo
Basata sul romanzo omonimo

Miglior Attrice (Mejor Actriz Protagónica) Natalia Oreiro

Argentinian Film Critics Association
Ha Vinto Il Film Association Awards
Ha VintoIl Silver Condor   Come Miglior Film (Mejor Película)

Miglior regista (Mejor Director) Lucìa Puenzo

Miglior Attrice (Mejor Actriz) Natalia Oreiro

Miglior attore non protagonista (Mejor de Attore Reparto) Guillermo Pfening

Nominato Al Silver Condor    Miglior Attore (Mejor Actor) Alex Brendemuhl

Miglior attrice non protagonista (Mejor de Actriz Reparto) Elena Roger

Miglior Suono (Mejor Sonido) Fernando Soldevila

Miglior Musica (Mejor Música) Daniel TarrabAndrés Goldstein

Miglior Sceneggiatura, Adattata (Mejor Guion adaptado) Lucìa Puenzo
Tratta dal libro "Wakolda" di Lucía Puenzo

Ariel Awards, Messico Anno 2014
Nominato Al Silver Ariel     Come Miglior film latino-americano (Mejor Película Iberoamericana)Lucìa Puenzo (regista)
Argentina

Festival di Cannes Anno 2013
Nominato Al Premio Un Certain Regard Premio Lucìa Puenzo    

Chicago International Film Festival Anno 2013
Nominato All'Audience Choice Award     Lucia Puenzo

CinEuphoria Awards Anno 2014
Nominato Al CinEuphoria    Miglior Attore - Concorso Internazionale Alex Brendemuhl Per "Insensibles"

Migliori costumi - Concorso Internazionale

Premi Goya Anno 2014
Nominato Al Goya                          Come Miglior Film Iberoamericano (Mejor Película Iberoamericana) Lucìa
Puenzo

Havana Film Festival Anno 2013
Ha Vinto Come Miglior Regista    Lucìa Puenzo

José María Forque Awards Anno 2014
Ha Vinto                                             Lucìa Puenzo Come Miglior film latino-americano 
   
Oslo Films from the South Festival Anno 2013
Nominato Al Films from the South Award      Lucìa Puenzo  Miglior Film (regista)

Palm Springs International Film Festival Anno 2014
Nominato                     Lucìa Puenzo Al Cine Latino Award    

Platino Award per il cinema Iberoamericano Anno 2014
Ha Vinto Il Platino Award    
Camilo Vives Miglior Coproduzione Iberoamericana

Lucìa Puenzo (regista)

Historicas Cinematograficas Cinemania (società di produzione) Wanda Vision SA (società di produzione) Pyramide Productions (società di produzione) HummelFilm (società di produzione)
Nominato Al Platino Award    Miglior Film

Miglior Regista Lucìa Puenzo

Miglior Attrice Natalia Oreiro

Miglior Sceneggiatura Lucìa Puenzo
 
Lucía Puenzo ha anche scritto il libro sul quale il film è basato, e ne ha anche scritto la sceneggiatura, oltre che averlo prodotto e diretto.

Per il suo ruolo di Eva, l'attrice Natalia Oreiro ha studiato la lingua tedesca per due mesi prima delle riprese. Più della metà dei suoi dialoghi sono infatti in tedesco.

Il film che ha rappresentato ufficialmente l'Argentina per Miglior Film in Lingua Straniera agli 86th Academy Awards 2014.

La regista ha scelto Natalia Oreiro nel ruolo di protagonista dopo aver visto la sua interpretazione in "Infancia clandestina"(2011)
 
 
Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.