Autore Topic: La donna emancipata è felice?  (Letto 44376 volte)

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Offline zagaro

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #105 il: Novembre 13, 2014, 15:47:00 pm »
 

Io non prendo per i fondelli nessuno. 
E sono stanca di insulti, sospetti, accuse senza fondamento e inviti a levare le tende.
Hai ragione: ho sbagliato ad iscrivermi.   
Questo è il mio ultimo post. Vi ringrazio per l'ospitalità e mi scuso per il disturbo. 
Buon proseguimento.
iihhhhh

ti sei arresa subito?
non avevi messo in conto un 'certo modo guardingo' di porsi dei vari componenti?

Offline Angelo

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #106 il: Novembre 13, 2014, 15:48:33 pm »
Bene. Allora in quel caso si è sacrificato lui per il bene di entrambi o della famiglia.
Magari una soluzione in cui lei continuava a lavorare  part time per esempio e lui avesse rinunciato alla scalata dei vertici dello studio per consentire ad entrambi di godere maggiormente dei figli sarebbe stata una cosa più saggia e più equilibrata per entrambi o no?

E ovviamente però in quel caso l'ausilio di un asilo per qualche ora sarebbe stato necessario.

Guarda che anche nei tempi della donna tradizionale non è che la mamma stava sempre appiccicata al figlio fino a che non andava a scuola, sovente e volentieri erano lasciati in cortile sotto l'occhio di un adulto che poteva anche essere un nonno o una zia. In fondo, la concezione è uguale, alla fine il risultato non cambia se si vive ponendo attenzione ai cambiamenti dell'ambiente.

Rita, purtroppo il mondo che vogliono imporre in Italia non prevederà nessun quadro come quello da te descritto. Omosessualisti, filoatlantisti, pro gender, liberali vari, la maggior parte dei prof. universitari, femministe, femministi, media prezzolati, giornalisti prezzolati, scrocconi di stato, affaristi, mercenari, spie, in sintesi "a munnezz ra munnezz ra sfaccimm ra munnezz ra ggent" *** non permetteranno più che esista quell'immagine da te descritta.
Prima si capirà la quantità di gente che lavora a favore di quel progetto e come lavora e meno possibilità ci saranno, per loro, di "riciclarsi" e di rifarsi una verginità. Una Lunacek sarà sempre una Lunacek. E se una come lei lavora per la mia "estinzione", io lavoro per la sua.

*** il peggio del peggio del peggio dei peggiori esseri umani.
Fuochi verranno attizzati per testimoniare che due più due fa quattro.

Gilbert Keith Chesterton

Offline zagaro

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #107 il: Novembre 13, 2014, 15:52:34 pm »
Per conformarsi ad un modello femminile alternativo allo stereotipo come da propaganda?

Sfruttamento.

Immigrazione ed emancipazione sono sfruttamento.
A guadagnarci non sono mai i direttamente interessati ma chi trae beneficio dal conseguente abbassamento del costo del lavoro.

ci sta una domanda a cui non abbiamo saputo rispondere mai.

come si costruisce il mio io?

io non fatto il lavoro per cui ho studiato, la vita mi ha aggredito da subito.
ma come si dice nelle Isole Spitzbergen 'di necessità ho dovuto far virtù'

certamente anch'io farei a cambio del mio lavoro per un vitalizio, e mi domando allora perchè non dovrebbe farlo anche mia moglie?
siamo essere che viviamo anche di relazione con gli altri

Offline Warlordmaniac

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #108 il: Novembre 13, 2014, 15:56:41 pm »
la monogamia riduce la competizione sessuale tra maschi. Lo si vede in natura, lo si vede anche dal fatto che gli animali poligamici hanno persino un maggior dimorfismo sessuale il che è indice di minor competizione sessuale fra maschi.

Puoi spiegare meglio?

Offline vnd

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #109 il: Novembre 13, 2014, 16:02:18 pm »
ci sta una domanda a cui non abbiamo saputo rispondere mai.

come si costruisce il mio io?

io non fatto il lavoro per cui ho studiato, la vita mi ha aggredito da subito.
ma come si dice nelle Isole Spitzbergen 'di necessità ho dovuto far virtù'

certamente anch'io farei a cambio del mio lavoro per un vitalizio, e mi domando allora perchè non dovrebbe farlo anche mia moglie?
siamo essere che viviamo anche di relazione con gli altri

Cumpà... Mica me ne starei da solo. Mi comprerei un camper e girerei il mondo con la mia compagna. Ti verrei a trovare...

Come ho costruito il mio io?

L'ho preso in quel posto tante di quelle volte che ho dovuto imparare a schiviarli.
Come tutti, credo.
Vnd [nick collettivo].

Offline Artemisia Gentileschi

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #110 il: Novembre 13, 2014, 16:09:45 pm »
Ragazzi però non dimentichiamo un piccolissimo particolare.. Che oggi purtroppo con un solo stipendio raramente si riesce a pagare affitto o mutuo e mantenere una famiglia, anche senza lusso.

Quindi lavorare in due dà se non altro una sicurezza maggiore.

Detto ciò se mi diceste "vai a lavorare dalle 9 alle 17 in ufficio" io piuttosto mi faccio golfo dei poeti a nuoto.  Infatti io non conosco nessuna donna che sia felice di stare lontana dalla propria famiglia a fare buste paga, ad esempio.

Quando anche io avuto lo stesso bombardamento mediatico del "è possibile fare la carriera e avere dei figli" mi sono detta anche no, piuttosto l'eremitaggio in qualche montagna.
Così ho pensato.. E provato ad omologarmi a fare dei lavori del piffero, che mi debilitavano ma che almeno mi lasciavano tempo per stare con mia figlia.
Poi finalmente ho trovato la possibilità di lavorare senza che il lavoro stesso mi prevaricasse.

A me piace camminare, mi piace visitare posti e luoghi ed è una cosa che ho sempre fatto: quindi perché non diventare una guida?
Non sono ricca, ma un pochino di soldini entrano anche così.

Non so se io sia emancipata o meno: ma sono almeno contenta.
"Marta, Marta, tu t’inquieti e ti affanni per molte cose; una sola è necessaria: Maria invece ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta“.

Offline Vicus

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #111 il: Novembre 13, 2014, 16:17:19 pm »
Citazione da: Rita
quando si occupa dei bambini continuando ad alimentare quel binomio donna/bambini inscindibile per cui la felicità della donna e la felicità dei minori sono un tutt'uno.
Occuparsi della famiglia non significa stare appiccicati ai bambini. Anzi, di solito giocano ‘in cortile’ mentre la donna può dedicarsi ad altro. Come si vede in culture extraeuropee, la famiglia felice è un centro di vita sociale, un luogo dal clima conviviale, non una lavanderia né una nursery.
Citazione da: Rita
Dell'uomo, di quel che vorrebbe realmente l'uomo te ne frega qualcosa?
Eccome: ho risposto poco più sopra sul mio personale stile di vita. Giro la domanda: alla donna frega qualcosa di quel che vuole l’uomo da lei? Una che vive per il lavoro e detesta la vita familiare che donna è?
Riguardo al part time: i ruoli familiari dell’uomo e della donna sono fungibili? E’ sufficiente ripartire i compiti al 50% ciascuno, come impone l’eurocrazia per i ‘congedi di paternità’?
Citazione da: Artemisia
Che oggi purtroppo con un solo stipendio raramente si riesce a pagare affitto o mutuo e mantenere una famiglia, anche senza lusso.
Quindi lavorare in due dà se non altro una sicurezza maggiore.
Infatti.
Citazione da: Artemisia
Infatti io non conosco nessuna donna che sia felice di stare lontana dalla propria famiglia a fare buste paga, ad esempio.
Meno male, in molti casi non è così.
Citazione da: Artemisia
Quando anche io avuto lo stesso bombardamento mediatico del "è possibile fare la carriera e avere dei figli" mi sono detta anche no, piuttosto l'eremitaggio in qualche montagna.
Così ho pensato.. E provato ad omologarmi a fare dei lavori del piffero, che mi debilitavano ma che almeno mi lasciavano tempo per stare con mia figlia.
Poi finalmente ho trovato la possibilità di lavorare senza che il lavoro stesso mi prevaricasse.
Quoto al 100%. Il problema non è il lavoro in sé, ma l'idolatria della carriera e l'orrore per la vita familiare.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Warlordmaniac

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #112 il: Novembre 13, 2014, 16:31:05 pm »
La maggior parte degli uomini non compete, si limita a lavorare di squadra.
Deve essere una propensione innata acquisita e conervata in milioni di anni di battute di caccia, nel corso delle quali, chi non è stato alle regole si è estinto.
Sono le donne, invece, che competono, perché, pur correndo meno pericoli, dovevano affrettarsi a raccogliere la frutta, prima delle altre.
A volte, anzi, ho l'impressione che siano gli uomini più femminei a competere tra loro per conseguire la leadership del gruppo.
E' una di quelle strane regole del poker... o della morra cinese.
Esiste sempre una situazione, altrimenti debole, che vince su quella forte.
Potrei spiegare meglio ma non è fondamentale.

Non è detto nemmeno che la monogamia sia una femminilizzazione.

Il capo della tribù primitiva potrebbe essersi accorto che il figlio, più debole di lui, rischiava di non riprodursi.

Concordo nel pensare che la monogamia non è affatto una femminilizzazione ma una semplice necessità di alcuni uomini.

Non sono d'accordo sul fatto, invece, che la maggior parte degli uomini non compete. Non possiamo dirlo. La competizione è sublimata nello sport ed è rimasta, in maniera apparentemente civile, nel lavoro. In politica, ad esempio, abbiamo un mix di entrambe le cose: lavoro e sport, cioè guadagno e fama riconosciuta. E' un mix micidiale dove partendo con dei valori, si cresce politicamente negandoli e rimanendo invischiati nell'ingordizia. Non è un caso che gli uomini sono nettamente più delle donne nella politica (anche se queste ultime sono tremendamente avvantaggiate per motivi di marketing e di regime).

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #113 il: Novembre 13, 2014, 16:43:38 pm »
Puoi spiegare meglio?

Prendi i cervidi tanto per fare un esempio.
I cervi devono competere con gli altri maschi per tenerli lontani dall'harem delle loro femmine e sono sensibilmente più grandi e più forti  delle femmine (e devono pure portare sto popo' di palco di corna in testa che pesa non poco e che le femmine non hanno)
L'esperienza è un pettine che la vita ti dà dopo che hai perso i capelli

Alberto1986

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #114 il: Novembre 13, 2014, 16:53:24 pm »
Ragazzi però non dimentichiamo un piccolissimo particolare.. Che oggi purtroppo con un solo stipendio raramente si riesce a pagare affitto o mutuo e mantenere una famiglia, anche senza lusso.

Quindi lavorare in due dà se non altro una sicurezza maggiore.
.....


Per come è strutturata la società oggi, è impensabile che una donna non lavori. Io, perlopiù, sono assolutamente favorevole. Il punto è che il femminismo non ha liberato nulla, ma ha semplicemente reso doppiamente schiava la donna che desidera avere figli ed una famiglia.
Poi le femministe posso dire quello che vogliono, ma la donna non potrà mai svolgere tutti quei mestieri tipicamente maschili. Ecco perchè la pretesa di avere pari retribuzioni e pari "peso sociale" sono solo l'ennesimo stupido capriccio femminista.

Offline Warlordmaniac

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #115 il: Novembre 13, 2014, 16:54:51 pm »
Prendi i cervidi tanto per fare un esempio.
I cervi devono competere con gli altri maschi per tenerli lontani dall'harem delle loro femmine e sono sensibilmente più grandi e più forti  delle femmine (e devono pure portare sto popo' di palco di corna in testa che pesa non poco e che le femmine non hanno)

Quindi è la differenza fisica tra il maschi o la femmina. Molto interessante.

Da wiki:

Il dimorfismo ha principalmente la funzione di attrarre l'altro sesso: è infatti tipico di animali poligami, dove durante la stagione degli amori i maschi duellano per la conquista di un territorio. In animali monogami, infatti, viene sacrificata la possibilità di avere progenie più numerosa in favore di uno sforzo congiunto per l'allevamento della prole: essendo il partner fisso, le strutture per la difesa dell'harem divengono inutili.
Tuttavia, sembra che le caratteristiche sviluppate dai maschi per attrarre le femmine li rendano svantaggiati rispetto a queste ultime, poiché a causa dei colori sgargianti sono facilmente localizzabili dai predatori ed a causa delle lunghe penne o degli speroni sono molto più lenti ed impacciati nella fuga: ma allora perché un animale evolve caratteristiche superflue, o peggio dannose? La teoria che si occupa di questa questione è la teoria della disabilità: pare che per un organismo vivente il successo riproduttivo conta più della sopravvivenza dell'individuo, e quindi non è importante che un maschio di fagiano comune viva meno della metà di una femmina della stessa specie, se questo gli permette di lasciare quanta più progenie possibile.

Offline Lucia

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #116 il: Novembre 13, 2014, 17:28:29 pm »
Giro la domanda: alla donna frega qualcosa di quel che vuole l’uomo da lei? Una che vive per il lavoro e detesta la vita familiare che donna è?

Ma se non sanno neanche gli uomini cosa vogliono dalle donne.

Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #117 il: Novembre 13, 2014, 17:35:14 pm »
Occuparsi della famiglia non significa stare appiccicati ai bambini. Anzi, di solito giocano ‘in cortile’ mentre la donna può dedicarsi ad altro. Come si vede in culture extraeuropee, la famiglia felice è un centro di vita sociale, un luogo dal clima conviviale, non una lavanderia né una nursery..

però torniamo sempre all'ambiente. Mi parli del passato, delle culture extraeuropee, di cortili e campagne.
Oggi abitiamo mediamente in città e in appartamenti.

 
Citazione
Giro la domanda: alla donna frega qualcosa di quel che vuole l’uomo da lei? Una che vive per il lavoro e detesta la vita familiare che donna è?

non mi continuare a porre l'esempio delle donne che "vivono per il lavoro" perché questa è l'aberrazione dei nostri tempi, ma non toglie il fatto che il lavoro sia stata sempre una peculiarità di entrambi i sessi seppure in misura diversa, e anche il lavoro che non ti faceva stare al centro della vita familiare. Perlomeno da cent'anni a questa parte.

Se OGGI far stare a casa una donna comporta che tu ti debba sbattere 12 ore al giorno al lavoro (e guarda che questo processo è proprio iniziato all'epoca d'oro delle casalinghe, sai quanti uomini oggi ottantenni conosco che facevano il doppio lavoro con la moglie a casa, sicuramente impegnata e più occupata di quanto farebbero oggi mediamente le casalinghe in un appartamento in città?) vanno bene anche i congedi di paternità facoltativi IMHO, così ognuno decide se è più conveniente che se lo prenda la moglie o il marito. Il punto qui è prendersi ognuno le proprie responsabilità
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Offline Rita

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #118 il: Novembre 13, 2014, 17:42:38 pm »
Occuparsi della famiglia non significa stare appiccicati ai bambini. Anzi, di solito giocano ‘in cortile’ mentre la donna può dedicarsi ad altro.

Non ci capiamo proprio. Altro cosa? Una volta si dedicava a tantissime attività come cucinare, pulire le verdure, cucire, filare, tessere, etc. Oggi si dedicherebbe allo studio. Bene.

E intanto il marito che fa? Lavora in fabbrica, in ufficio o ad asfaltare strade. Certo anche lui avrà i vantaggi della tecnologia e asfaltare strade o lavorare in fabbrica oggi è meno gravoso di cinquant'anni fa... ma comunque ha sempre la parte peggiore.

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Offline Vicus

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Re:La donna emancipata è felice?
« Risposta #119 il: Novembre 13, 2014, 18:21:46 pm »
Non ci capiamo proprio. Altro cosa? Una volta si dedicava a tantissime attività come cucinare, pulire le verdure, cucire, filare, tessere, etc. Oggi si dedicherebbe allo studio. Bene.

E intanto il marito che fa? Lavora in fabbrica, in ufficio o ad asfaltare strade. Certo anche lui avrà i vantaggi della tecnologia e asfaltare strade o lavorare in fabbrica oggi è meno gravoso di cinquant'anni fa... ma comunque ha sempre la parte peggiore.
Facciamo esempi concreti. Una famiglia dove entrambi i coniugi lavorano ha parecchi problemi a crescere anche 1-2 figli, perché i genitori tornano entrambi la sera tardi. E' una non-famiglia.
L'anatomia stessa dovrebbe farci capire che i congedi di paternità eurocratici sono contro natura (pochissimi ne usufruiscono, come mai? Tutti uomini egoisti e donne oppresse?) e che il ruolo familiare della donna, lavatrici o non lavatrici, bimbi appiccicati o meno, è preminente.
Anche in città (come ho constatato) è possibile creare un clima conviviale, abitato da esseri umani, non un dormitorio spopolato dalle 9 alle 20.
Quanto al leggere il libro in casa: una mia conoscente ha approfittato del suo tempo libero per scrivere un libro (contro il femminismo). Meglio che lavorare in un centralino, no?
Ma poi, perché tutto questo apparato di treni pendolari, asili nido, congedi, figli portati al lavoro? Per reale necessità economica o perché a casa la donna si annoia? Magari anche per abbassare i salari e favorire la denatalità?
Si può teorizzare quanto si vuole, ma le famiglie più felici, con meno stress e meno tensioni, sono quelle dove almeno la donna ha tempo da dedicare al focolare. Quanto alle culture extraeuropee, sono comunità che vivono in Europa. E in città.

Al di là di tutte le teorie, resta l'impressione di fondo che per le donne italiane la famiglia sia una rogna, il lavoro casalingo quasi un torto, e che gli uomini dovrebbero fare i mammi. Ma allora, come mai non ci sono mammi nelle fabbriche dei sogni, che sono lo specchio fedele dei desideri femminili? Perché quando si ritraggono idilliaci quadretti familiari la donna non è una general manager?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.