Autore Topic: Le italiane che non conoscete  (Letto 155379 volte)

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Offline Rita

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #300 il: Giugno 06, 2014, 10:49:45 am »
Va be una nota di colore,per ragioni di lavoro ho a che fare con molte donne anziane e sono tutte molto simpatiche e spigliate,mentre le mie coetanee sono molto più ''rigide''...
se potessi ''ringiovanirle di un 50-60 anni tra loro e le mie coetanee sceglierei 10000 volte loro.

questo secondo me è spiegabile in un altro modo.
L'hai parzialmente spiegato anche tu secondo me nel delineare l'impossibile amicizia fra uomo e donna.
Le donne molto più vecchie di te sanno che non le desideri sessualmente, possono parlare con te amichevolmente senza essere fraintese.
Ma... c'è anche questo da dire, nel momento in cui un uomo ed una donna sono di pari età oppure sono tra loro scopabili è difficile rapportarsi. In qualche modo lo dite sempre. Se non manifesta interesse sessuale va allontanata, scartata e bisogna passare ad un'altra. La rigidità è anche un modo per non dire esplicitamente "non m'interessi sessualmente" oppure per dire "non adesso" per non lasciare spazio a fraintendimenti. Quel che una volta si chiamava "non incoraggiare". D'altronde "incoraggiare" senza avere intenzione viene definito in vari modi poco simpatici dagli uomini  :D ed è giustamente una cosa che non si fa o si dovrebbe fare il meno possibile.

Poi è ovvio, ci sono diversi gradi di sfumature. Ma se provi a metterti nei panni di una donna che (come evidenziato un po' da tutti) si prende i suoi tempi per valutare (il famoso conosciamoci meglio) forse capisci anche il motivi di certi atteggiamente apparentemente più rigidi.

Mi sono capita?
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Offline Rita

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #301 il: Giugno 06, 2014, 10:57:54 am »
Tempo fa qualcuno postò una vignetta di Facebook in cui si vedeva il seguente dialogo tra un ragazzo ed una ragazza:

Lui: verresti con me a prendere un caffè?
Lei: Sono fidanzata
Lui: mica t'ho chiesto di metterci il cazzo nel caffè...


Se non ricordo male chi la postò evidenziò la rigidità femminile.
Boh.. mettiamoci nei panni di questa ipotetica lei.

E' consapevole che non esiste l'amicizia fra uomo e donna. Sa che questo invito al caffè è probabilmente il primo passo verso un obiettivo.

Potrebbe accettare, prendere il caffè e poi stopparlo al passo successivo, a quello dopo ancora... Lui verrebbe qui a lamentarsi che le donne ti fanno perdere tempo e dopo tre o quattro volte che vi vedete per prendere caffè e chiacchierare del più e del meno se ci provi ti dici che voleva solo essere tua amica.

E' stata onesta, secondo me. Ha messo in chiaro che l'obiettivo era strada chiusa.
Però la risposta del ragazzo (e chi la diffuse lo interpretava in quel modo) evidenzia e stigmatizza la rigidità delle ragazze di oggi
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Offline Salar de Uyuni

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #302 il: Giugno 06, 2014, 11:01:57 am »
Per la cronaca l'articolo di Blondet sulle donne iraniane vogliose di cazzo era questo:

" Iran: divagazione sulle donne , Maurizio Blondet 18/02/2007

Arrivo di un aereo a Teheran: «La cabina business al completo, affollata d'uomini d'affari iraniani coi loro bagagli di marca non lascia dubbi sulla […] prosperità della sua borghesia e la profondità dei suoi legami con l'Occidente. L'eleganza italiana, la civetteria delle donne dalle scollature ben modellate e dai sorrisi assassini tradiva tutto ciò che si nasconde sotto i veli estratti dalle borse al momento dell'atterraggio».
Queste righe iniziali del reportage dall'Iran di Bernard Guetta, dove il giornalista di France-Inter ripubblicato da «Repubblica» (Ri-pubblica) racconta l'atterraggio a Teheran, mi hanno colpito. Perché corrispondono alla mia personale esperienza di donne iraniane.
Sono spesso rimasto stupefatto, francamente, dagli sguardi assassini e dalla palese voglia di divertirsi eroticamente e civettare di quelle donne che crediamo islamiche.
Una volta in particolare, ricordo una snella e bella trentenne dai capelli neri: attaccò discorso con noi tre giornalisti italiani in un modo che avrebbe lasciato di stucco persino una sua pari età e pari bellezza italiana, donna «liberata» e (come spesso accade alle italiane belle e trentenni) un po' puttaneggiante.
Come spiegarlo?
Ripeto gli aggettivi che Guetta usa per descrivere un giovane iraniano su quello stesso volo, con cui ha attaccato discorso: «Loquace, frivolo, continuamente occupato a spogliare le hostess con lo sguardo».
Applicati a quella passeggera iraniana dallo sciolto inglese che ho conosciuto su un aereo, sono perfetti.
Poco più avanti Guetta parla di un caffè dove gli avventori (specie le donne) «hanno un'aria meno islamica possibile e persino i veli, leggerissimi e sciolti, sembrano portati più che altro per sedurre».
E' così, è proprio così.
Chiunque sia stato in Iran conosce quelle seduzioni, quegli sguardi, quei veli civettuoli e così contrari a quelli che si vedono in Arabia, o anche sulle marocchine integraliste di Milano.
E' proprio così.
Ma perché sono così le iraniane? Lo sono sempre state?
Non prendete quel che dirò come una risposta.
Prendetelo come una divagazione domenicale, ironica e senza impegno.

Forse le ragazze iraniane sono state rese così dal regime degli ayatollah, ormai detestato dalla gioventù: e la gioventù in Iran è metà della popolazione.
Forse, è la stessa reazione che abbiamo visto nei paesi dell'Est sotto il comunismo, dove le ragazze davano molto (troppo) per un paio di calze di nylon o un buon rossetto occidentale.
Spesso italiani, che si vantavano delle loro conquiste moscovite o rumene, ignoravano completamente la rabbia e il disprezzo che animava quelle ragazze «facili», la natura di protesta «politica» della loro vendetta erotica per un regime che le negava le piccole gioie femminili quotidiane, le civetterie del trucco e del mascara di buona marca.
Vado a memoria, ma all'Est si vendevano allora profumi dozzinali che si chiamavano «Stella Rossa», rossetti «Ottobre Proletario» che si sfacevano: la retorica bolsa di una «rivoluzione» depassée era collegata stupidamente, e direttamente, alla cattiva qualità, alla mancanza di bellezza. Si capiva che l'URSS non poteva durare, odiata dai suoi giovani.
Non so se è così, certo quel silenzio che piomba sull'aereo atterrato a Teheran, quando le donne iraniane eleganti e dagli sguardi assassini indossano in fretta il foulard nero, dice qualcosa di non bello: dice che sono rientrate in una patria che le «opprime».
Un regime dovrebbe avere paura di quel silenzio ammutolito, come di quella rivolta della civetteria. Trent'anni dopo la cacciata dello Scià, che la metà della popolazione non ha nemmeno conosciuto, un regime che trae da quella cacciata la sua legittimità deve in qualche modo cambiare, venire a patti, o sarà depassè, e presto superato.
Ma forse c'è un'altra ragione più impalpabile.
Esito a dirlo, tanto è imbarazzante.
Ma colpiscono i lineamenti di quelle avvenenze iraniane: sono indubitabilmente, palesemente indo-europei.
In altri tempi, si sarebbe detto di razza ariana, come infatti sono i persiani.

E' imbarazzante per chi tende a non credere che il sangue faccia una differenza decisiva nella storia, ed io non ci credo.
E tuttavia - il sangue ha le sue ragioni, che la ragione non conosce - basta percorrere le strade e le case dell'India, l'eleganza delle figlie e delle mogli dei maharaja, la pelle bianca, la sinuosa figura e l'alta statura e talora gli occhi neroblù, per sentirsi fra «gente nostra».
Una sensazione illusoria forse.
Ma è la sensazione che ebbero i greci delle falangi di Alessandro nell'Afghanistan allora buddhista - ancor oggi, certi poliziotti pashtun hanno profili barbuti da Pericle e da bronzi di Riace, cui manca solo l'elmo ellenico - e appena si affacciarono in India.
La lingua in qualche modo somigliava, si stupirono gli jonici.
Ma ancor più della lingua, doveva colpire qualcosa di essenziale: un certo rilievo orgoglioso del corpo, del corpo umano.
Questo è forse, profondamente, ciò che fa di un arya un arya: l'eloquenza del corpo.
In India, la comunione si rivela nell'arta del Gandhara.
La scultura alla greca fu subito, con intima simpatia, adottata in India.
Ci restano quei Buddha giovinetti, dal corpo appena velato da panneggi di mussola trasparente, evocazione di atleti greci dalla grazia adolescente, amorosamente scolpiti da Skopas e da Fidia.
Le giovinette nel fiore della pubertà, le korai ben panneggiate, mai nude, ma dal piccolo seno rilevato e rivelato dell'arte arcaica ellenica.
In Grecia arrivarono dall'India delegazioni di «gimnosofisti», di «filosofi-nudi»: erano yogi, e aprirono greche discussioni e dibattiti sul vero e sul bene, fra la delizie dei greci cui tanto piacque il parlare: il pensiero come «voce viva», che viene dal corpo sonora.
In India, del resto, la scultura anteriore (come la poesia) già invocava quella forma, quello speciale culto del corpo nelle divinità dal seno turgido e dalla vita stretta: l'eroico e l'erotico uniti indissolubilmente.
Anche oggi il sari indiano copre le gambe, ma rileva il seno, e mostra nude le braccia - le bianche braccia - e la curva del ventre.
E il bramino giovane e casto va col il petto nudo senza imbarazzo, come un giovane ateniese del tempo di Fidia.
Lieve, l'orgoglio ariano del corpo - regale e divino, atletico e adolescente - resta nell'induismo più puritano.

L'Islam ha coperto tutti i corpi, anche quelli ariani, anche quelli africani.
Dico la verità (e gli amici musulmani mi perdonino questa piccola malignità), fanno benissimo a coprire le loro donne, caviglie e volto, in informi abiti che non rivelano nulla.
Le donne arabe e beduine, semite, ci guadagnano a non mostrarsi.
Ma le donne iraniane ci guadagnano eroticamente a mostrarsi, e lo sanno benissimo: indomabile, l'orgoglio ariano del corpo vince le velature musulmane, la fa leggère e trasparenti, seduttive.
Stiamo parlando della Persia, la più antica delle culture ariane.
Tra le Termopili e Salamina, l'Ellade ne fermò l'avanzata, e se avesse vinto Serse l'Europa d'oggi sarebbe diversa.
Ma l'impero persiano non fu un dispotismo arbitrario e chiuso: Temistocle, cacciato da Atene, trovò cordiale rifugio nella corte persiana, i persiani e i greci non erano così diversi come gli ellenici per motivi politici pretendevano, tra le due culture ci furono intime compenetrazioni; e l'eleganza corporea fu coltivata là come qui ad Occidente.
Se Roma non avesse debellato Cartagine, allora sì l'Europa sarebbe stata davvero radicalmente diversa, e Roma lo capì tanto bene da voler cancellare quel nemico, da spargere il sale sulla città devastata fino alle fondamenta: non c'era lì possibilità di convivenza e di compenetrazione.
Ma se Persia avesse conquistato Atene, mi illudo, la contaminazione delle due culture sarebbe stata felice, vivibile e feconda.
C'era già.
Alessandro sposò Rossana e si volle politicamente persiano; i pashtun ancora lo esaltano e lo ricordano, quel re della loro stessa razza.
Imperatori romani, fra infinite guerre contro i parti, si ispirarono a questo Alessandro «orientale», a quella Persia imperiale.

Sarà quello che ci dicono le ragazze iraniane dall'aria fine e dagli sguardi assassini, con la sigaretta fra le dita, ribelli?
Sarà il sangue, l'antico sangue indo-europeo, a «parlare» nei loro corpi?
Non dico, ovviamente che gli arabi e i semiti siano più puritani, e men che meno che la sessualità degli indo-europei sia più indomabile.
Al contrario, forse.
Ma la differenza, credo, è nella finezza erotica, consapevole.
L'Islam coltiva arti eccelse ma incorporee: la calligrafia, la musica, il tappeto.
Anche la sua architettura, magica, è priva della nervosa muscolatura «romana», è un sogno di grandi bolle leggere, coperte di piastrelle azzurre e dorate, senza volumi, senza ombre.
Non a caso l'Islam vieta la raffigurazione del corpo umano, ne teme l'eros implicito, l'ombra di «divinità» immanente che rivela quando è perfetto.
Eros non significa crudamente «sesso» nel senso lussurioso.
Noi cristiani raffiguriamo il Crocifisso come corpo nudo virile: il giovane atleta suppliziato.
Per secoli, e specialmente nel Medio Evo cristiano, gli abiti europei hanno una caratteristica che manca a quelli, poniamo, giapponesi: sono essenzialmente «attillati», disegnano il corpo.
Le gambe dell'uomo sono in vista, coperte ma esaltate da calze colorate.
Nella donna, esibiscono la linea del busto, la dolce curva del collo e della nuca.
I giustacuori segnano la sottigliezza della vita.
Vorrà pur dire qualcosa.
L'Iran musulmano e sciita ha qualcosa di profondamente strano, una complessità e una finezza insolita. Ho saputo per caso che tra gli ayatollah esiste una scuola neo-platonica, di cui piacerebbe sapere di più.
Gli iraniani colti conoscono Dante e la sua Commedia, spontaneamente la sentono in qualche modo propria.
Il cinema iraniano, anche sotto gli ayatollah, mantiene una finezza critica e di sfumature rare nel mondo islamico.
La gioventù «occidentalizzata» di là è stupefacentemente vicina nei costumi e nei desideri.
La natalità è crollata anche là, il 60 % degli universitari sono ragazze, e le ragazze non vogliono troppi figli.
«Le faccio vedere dove si rimorchia», dice il giovane iraniano a Guetta, appena a Teheran.
E' volgare, ma non si sente dire in Arabia Saudita.
Si «rimorchia», ma in silenzio e sotto pena di lapidazione.

Sarà sempre stato così? Non so.
Nell'Iran sciita, esiste - ed anche l'ayatollah Khomeini l'ha sancito legalmente - un'istituzione insolita: il matrimonio temporaneo.
Anche di un'ora.
Non è elegante.
E' una legalizzazione del rapporto carnale momentaneo.
Sarà una concessione a qualche erotismo «razziale» non contenibile altrimenti?
Non giurerei.
Ma mi viene da pensare che se mai un giorno l'Islam conquisterà l'Europa, sarà profondamente modificato dai nuovi fedeli.
Forse gli imam del nostro futuro dovranno tuonare, come fa la Chiesa, contro l'edonismo e il relativismo, difendere la morale sessuale, mettersi a discutere di coppie di fatto; dovrà affrontare critiche dissolventi della sua ortodossia, richieste di «apertura» cui non è abituato affatto.
Non sarà elegante.
Sarà la forma inferiore del «Graecia capta ferum victorem cepit», la Grecia conquistata che conquista il conquistatore?
Non so.
Prendetelo come una divagazione ironica.
Il potere che impera sull'Occidente in questi tempi finali, con la sua falsa religione pubblica, impone il mutismo su eventi in corso, gravissimi: vediamo almeno di sorridere.
Petronio, costretto al suicidio da Nerone, passò l'ultima notte, legate a volontà le vene recise, a chiacchierare con gli amici.
Da ultimo scrisse una lettera all'imperatore, dove si prendeva gioco delle sue velleità di artista, poi si sciolse i lacci.
Esempio di «edonismo» indo-europeo che sarebbe bello imitare.
Maurizio Blondet "
Da quando dio e' morto in occidente,pare aver prestato la sua D maiuscola al nuovo oggetto di culto la ''Donna''

Offline vnd

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #303 il: Giugno 06, 2014, 11:06:39 am »
1.
Prendetevi i numeri della prostituzione femminile e quella maschile eterosessuale e poi fate un confronto. Iscrivetevi ad una qualsiasi chat di incontri e poi fate un confronto. Entrate in qualsiasi locale/discoteca nel fine settimana osservate i comportamenti e poi fate un confronto.


2.
Negando la differenza ormonale si da ragione a tutte queste affermazioni ed a tutte le questioni in cui l'uomo sembra più "stupido" od attua comportamenti comunque più "irrazionali" della donna (che in realtà attua invece perché gli tira l'uccello).

1. Innegabile. Anche se la cosa poptrebbe essere spiegata con un maggior spirito d'iniziativa maschile che lo porta a superare regole e schemi (anche questa caratteristica, però, è figlia del testosterone).

1.1.
La tesi crolla se pensiamo ad altro.
Ad esempio, le donne vanno in giro vestite da puttane. Il che è esibizionismo allo stato puro.
Una depravazione.
Gli uomini non lo fanno.
Perché?


2. le donne non sono più liberi dall'influsso degli ormoni più di quanto non lo siano gli uomini.
Il ciclo fa apparire le donne incostanti, quindi, stupide.
Se non altro, un coglione maschio, è coglione sempre.

Certo, loro non possono ammettere di rendersene conto. Ma noi sì.
« Ultima modifica: Giugno 06, 2014, 11:17:14 am da vnd »
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Offline Rita

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #304 il: Giugno 06, 2014, 11:09:16 am »
Salar l'ho letto un po' di corsa. A me sembra però che la tesi del pudore imposto alle donne non sia che aumenti la libidine ma che aumenti la voglia di narcisismo, di esporsi.

Le iraniane e le ragazze dei Paesi dell'est sembrano in attesa di essere liberate, ma non nel senso di scopare, nel senso di farsi vedere, di potersi mettere rossetto, trucco e vestitini carini per sedurre e farsi vedere.
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Offline vnd

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« Risposta #305 il: Giugno 06, 2014, 11:12:30 am »
Tempo fa qualcuno postò una vignetta di Facebook in cui si vedeva il seguente dialogo tra un ragazzo ed una ragazza:

Lui: verresti con me a prendere un caffè?
Lei: Sono fidanzata
Lui: mica t'ho chiesto di metterci il cazzo nel caffè...
...

E' stata onesta, secondo me. Ha messo in chiaro che l'obiettivo era strada chiusa.
Però la risposta del ragazzo (e chi la diffuse lo interpretava in quel modo) evidenzia e stigmatizza la rigidità delle ragazze di oggi

Concordo.

La critica, molto probabilmente, è una innocente provocazione che ha il solo scopo di sondare il terreno e... vedere di bombarne qualcuna nuova.
Che poi le ragazze siano più rigide nel rispetto delle regole che le donne più anziane impongono, credo sia fuori discussione. Ma questa è un'altra storia.
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Offline Rita

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« Risposta #306 il: Giugno 06, 2014, 11:14:19 am »
Che poi le ragazze siano più rigide nel rispetto delle regole che le donne più anziane impongono, credo sia fuori discussione. Ma questa è un'altra storia.

non ho detto proprio questo  :unsure: ma vabbè
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« Risposta #307 il: Giugno 06, 2014, 11:18:16 am »
non ho detto proprio questo  :unsure: ma vabbè

Vero. Infatti è un'altra storia...
 :rolleyes:
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Offline Salar de Uyuni

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #308 il: Giugno 06, 2014, 11:19:50 am »
Citazione
Salar l'ho letto un po' di corsa. A me sembra però che la tesi del pudore imposto alle donne non sia che aumenti la libidine ma che aumenti la voglia di narcisismo, di esporsi.

Riflettici ancora un attimo però...
fermo restando che anche per me la libido femminile è inferiore a quella maschile,bisogna anche capire quanto l'eros è cultura e quanto natura,e quanto ''liberare le donne'' abbia influito sulla loro sessualità,(in negativo ovviamente)...
C'è spazio per un'ampia riflessione,più se vogliamo ''fine'' di quella impostata all'inizio del topic.
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« Risposta #309 il: Giugno 06, 2014, 11:32:47 am »
Riflettici ancora un attimo però...
fermo restando che anche per me la libido femminile è inferiore a quella maschile,bisogna anche capire quanto l'eros è cultura e quanto natura,e quanto ''liberare le donne'' abbia influito sulla loro sessualità,(in negativo ovviamente)...
C'è spazio per un'ampia riflessione,più se vogliamo ''fine'' di quella impostata all'inizio del topic.

Le donne temono il giudizio delle altre donne, specie più anziane, molto più di quanto temano quello dei loro coetanei maschi.

Le babbione, del resto, non potendo competere sul piano ficico tendono a distrarre le giovani dall'obiettivo.

Pensate a quanto siano stati acidi i commenti della triade zanardo-terragni-ravera nei confronti della bacchiddu che avendo ancora un bel culo, aveva pensato bene di mostrarlo per far pubblicità al suo partito.

Occhio che la Zanardo ha aspettato bene di superare gli anta, le prime rughe e il passaggio delle tette allo stato liquido, prima di pubblicare il suo libercolo sul corpo delle donne. Senza però esimersi dal mettere la sua siluette in copertina....

E che dire della ravera?
Quando era giovane e ancora piacente, non aveva forse scritto "porci con le ali"?
Un'innocente porcheria nella quale la nostra descriveva, tra le altre cosee con dovizia di dettagli, un suo rapporto anale?
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Offline Rita

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #310 il: Giugno 06, 2014, 12:12:44 pm »
Le donne temono il giudizio delle altre donne, specie più anziane, molto più di quanto temano quello dei loro coetanei maschi.


ma non è proprio così. Temono il giudizio del filone di moda corrente.

Citazione
Le babbione, del resto, non potendo competere sul piano ficico tendono a distrarre le giovani dall'obiettivo

quale obiettivo? il punto è quello che non si capisce.. qual è l'obiettivo delle giovani ragazze? Non è più sposarsi, non è scopare... qual è secondo voi?
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Offline vnd

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #311 il: Giugno 06, 2014, 12:20:41 pm »

quale obiettivo? il punto è quello che non si capisce.. qual è l'obiettivo delle giovani ragazze? Non è più sposarsi, non è scopare... qual è secondo voi?

Che non vogliano sposarsi... ne dubito.
Purtroppo certi retaggi sono duri a morire.
Fosse vero, sarebbe un problema in meno per gli uomini.
Visto che i peggiori problemi maschili arrivano con il matrimonio.


La riproduzione, però, è un'istinto.
Quanto siano consapevoli le ragazze di  questa pulsione, lo ignoro.
Ma esiste e non potrebbe smettere di esistere solo perché quattro cretine femministe hanno deciso che riprodursi è stupido.
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Offline Cavalier Serpente

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #312 il: Giugno 06, 2014, 13:27:07 pm »
......L'Iran musulmano e sciita.....

Che non sia sunnita è fondamentale per comprenderne una diversita' piuttosto prossima all'unicità, per quanto concerne il mondo islamico.
Mi chiedete se ho mai pensato al matrimonio? Mai!!
E che so' diventato matto?
E che faccio, mi metto un'estranea* dentro casa? (cit. Alberto Sordi)
*Nota personale: "NEMICA" è più consono ed adatto. "Estranea", per uno degli strani casi del destino potrebbe anche essere una brava persona.

Offline Duca

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #313 il: Giugno 06, 2014, 15:02:20 pm »
La tesi crolla se pensiamo ad altro.
Ad esempio, le donne vanno in giro vestite da puttane. Il che è esibizionismo allo stato puro.
Una depravazione.
Gli uomini non lo fanno.
Perché?
Beh, io un look un po' da puttano ce l'ho (nel senso di Roy Dolce, non di un marchettaro da latrina comunale), ma non è che mostrando l'uccello o il culo o altro si conquista una donna, a parte forse qualche ragazzina smutandata di cui non me ne può fregar di meno.
Secondo me una donna si veste, anzi oggi meglio dire si spoglia, innanzi tutto per sé stessa, poi per il discorso della competizione con le rivali, e forse solo alla fine per gli uomini.
Ah, riguardo alle levantine, iraniane in testa, guardate bene sotto quelle palandrane del cazzo che son costrette a mettersi e troverete perizomi, guepière, autoreggenti, intimo da bagascione insomma... provare per credere. :P son senz'altro più mignotte delle nostre, che hanno il cazzo in bocca di continuo ma poi non concludono niente e restano nei locali a far tappezzaria con lo smartphone in mano.

Offline Vicus

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Re:Le italiane che non conoscete
« Risposta #314 il: Giugno 06, 2014, 15:26:29 pm »
Citazione
Nondimeno credo che, paradossalmente, la desclos sia una vera femminista.
Concordo.

Non penso che le donne abbiano meno libido, ma che l'abbiano più difficilmente.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.