Autore Topic: Cinema, uomini, solitudini, e rabbia: "Le Ultime ore del Che"(Documentario)(Ital  (Letto 1432 volte)

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Offline Suicide Is Painless

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Cinema, uomini, solitudini, e rabbia:
"Le Ultime ore del Che"

biografico, docufilm, storico, Romano Scavolini, 2004, [Italia]


“La vera rivoluzione dobbiamo iniziare a farla dentro noi stessi.”
Ernesto “Che” Guevara

“Papà cansado”(Papà è stanco)
La frase in codice con la quale venne annunciato via radio da La Paz che il Che era stato catturato.

Prodotto e distribuito in dvd dall' Istituto Luce nel 2006 per una serie di documentari d'autore, “Le Ultime ore del Che” è uno splendido ed emozionante documentario realizzato da Scavolini nel 2003, circa cinque anni prima del dittico capolavoro di ricostruzione girato da Steven Soderbergh con Benicio Del Toro.

Prodotto da Francesco Papa, il documentario si avvale come voce narrante di un contributo veramente d'eccezione: Franco Nero.

Scavolini si è avvalso dei materiali, di riprese e foto inedite, resi pubblici dagli archivi del Dipartimento di Stato Usa nel 2002.
Narrando di come la CIA ordinò l'assassinio di Ernesto Che Guevara, l'8 di ottobre del 1967.
Dopo 18 ore di un vero calvario, come da ordini il Che venne ucciso.

Scavolini è qui nuovamente riuscito a ritornare il reporter free-lance in grado di rintracciare dopo quarant'anni testimoni importanti tra le tante persone che sono scomparse, anche barbaramente uccise, e a raccogliere con vibrante partecipazione documenti eccezionali nella sua opera di ricostruzione dell'intera “ultra-covered” vicenda. Tra le quali quella del generale Federico Arana Serrudo (l'allora Capo dei servizi segreti boliviani) o del generale Jaime Nino de Guzman, il quale parlò
con il Che proprio prima dell'uccisione a sangue freddo del Comandante, e ne trasportò il cadavere dalla scuola de La Higuera a Vallegrande, dove fu mostrato ai giornalisti e ai reporter che gli scattarono le celeberrime foto da “Pietà michelangiolesca”..

Veramente una testimonianza eccezionale, infine, il toccante racconto dell'infermiera Susana Osinaga, la quale prese in consegna il cadavere del Che e che come ha a raccontare nel filmato: "I suoi occhi erano bianchi e spalancati. Pareva Gesù Cristo".

"Ho messo in rilievo solo l'aspetto umano della vicenda e presto realizzeremo un film che ha già destato l'interesse di alcuni produttori internazionali. Cerco così di fare un po' di luce sul mistero della morte del Che", disse alla presentazione Scavolini, prima che fosse presentato anche in numerosi festival internazionali con successo di critica e forte partecipazione del pubblico come a Berlino 2004, e a vincere alcuni premi nelle rassegne dedicate ai documentari.

Grazie al suo documentario è emerso con inusitata chiarezza come e quanto in seguito alla sua cattura e al successivo arresto, tra i militari boliviani non ci fosse nessuno che avesse voluto realmente prendersi la responsabilità di uccidere Guevara. Questo finchè non furono gli americani già presenti da tempo nelle operazioni di repressione della guerriglia sul campo, con alcuni marines, istruttori miltari e consulenti della CIA-come rivela e conferma l'eccezionale testimonianza di uno degli intervistati-, a far pervenire l'ordine di ucciderlo direttamente al presidente della Repubblica il Dittatore Renè Barrientos, anch'egli successivamente ucciso nel Golpe di Hugo Banzer su diretta indicazione e volere degli Stati Uniti.

Il documentario di Scavolini e un'occasione eccezionale per conoscere la vicenda anche a chi non ha letto i molti libri sull'argomento, e che non viene mai toccato in nessun libro di testo delle scuole italiane, per inciso, pur essendo uno dei fatti storici più importanti del periodo degli anni '60 e non solo per la storia di Cuba e delle sue fondamenta come ho potuto leggere da qualche parte. E dei personaggi come Fidel Castro che ne hanno retto le sorti per cinquant'anni, involontariamente anche grazie al martirio del Che e alla statura e al credito storico e rivoluzionario che gliene è derivato.

“L'umanizzazione” della rivoluzione dunque, per merito di un medico che rivoluzionario era diventato, dovendo quindi prendere delle decisioni anche molto pesanti e difficili e compiere delle azioni che l'avrebbero reso il più famoso rivoluzionario del suo tempo e non solo, ma sempre sapendosi restituire e restituendo un'immagine ben chiara delle sue sofferenze come delle -poche- gioie di uomo.

Le più note rivoluzioni del Sud America hanno visto il suo appoggio e la sua partecipazione, da militare autodidatta ha scritto oltre che la storia del suo tempo e della rivoluzione cubana e insieme ai suoi compagni, alcuni dei libri di guerriglia considerati i migliori mai scritti, anche dai militari e da personaggi nel campo opposto al suo.

Una storia scritta e che tuttora nonostante tutto gli sopravvive, tra un embargo strangolante, attentati vari e ogni tecnica di sabotaggio e spionaggio militare messa in campo da parte degli americani, continuando incredibilmente a perdurare, e non soltanto sulle t-shirt o nei murales di ogni città fino al più piccolo centro dell 'America centro-meridionale.

Il documentario di Scavolini questo lo mostra bene e non soltanto nelle sue conclusioni grazie ad una partecipata, non asettica e distaccata aderenza al personaggio e alla sua tragica fine come giustamente qualcuno ha detto, ma neppure come spesso è capitato, meramente didascalica ed enunciativamente militante.

“La vera rivoluzione dobbiamo iniziare a farla dentro noi stessi.” come diceva appunto il Che.

Scavolini ha con questo progetto realizzato una delle sue opere documentarie più importanti, se non la più riuscita di tutte, sia per il valore intrinseco dell'opera stessa che per la sua imponenza d'insieme e di materiali da dover tenere omogeneamente unificati. Unendo la reperibilità di un lavoro certamente molto difficoltoso e ostacolato, delle fonti e delle informazioni come dei documenti quasi tutti segretati per oltre quattro decenni e ancora oggi enormemente coperti dalla censura, con una struttura dell'opera dunque di complessa costruzione, in quanto si è basata come detto all'inizio di questa mia rece sulle interviste a quei testimoni che non sono stati visti scomparire od uccisi, dopo che avevano preso parte o furono stati più o meno volontariamente, coinvolti dai fatti de La Higuera e di Vallegrande. Testimoni che sono infatti in un modo o nell'altro sparsi in ogni continente, in gran parte spariti o assassinati negli anni successivi all'uccisione del Che, vuoi per vendetta da parte di organizzazioni armate di sinistra come la Baader-Meinhof, vuoi perchè erano stati identificati come a conoscenza di verità troppo scomode e pericolose dagli stati direttamente coinvolti nell'operazione: la Bolivia e gli Stati Uniti.

In definitiva, un documentario storico veramente rilevante e appassionante come pochi altri hanno saputo essere negli anni 2000, di grande e rinnovato interesse per il genere, molto ben curato, impeccabile anche sotto l'aspetto tecnico e registico, ma questo per Scavolini non poteva e doveva soltanto essere, che una conferma.

Le interviste, le testimonianze storiche, e i fotogrammi provenienti da documentari anch'essi storici sono molto ben miscelati, ripuliti con buona tecnica per renderli più limpidi ma privi di interventi atti a modificarli o alterarli in un qualche modo.

Suicide Is Painless

PARTECIPAZIONI - PREMI - NOMINATION


Anno    
 Mese     
Manifestazione    
Sezione    
Premi

2006    
ott    
Roma DOC Fest    
Memorie d'Archivio    
-

2005    
dic    
Premio Libero Bizzarri - DOC Film Festival    
Italia Doc    
1

2004    
ott    
Mostra Internacional de Cinema de São Paulo    
Perspectiva Internacional    
-

2004    
apr    
CPH:PIX Copenhagen International Film Festival    
Latin Reality    
-

2004    
feb    
Berlinale    
Panorama    
-

2003    
dic    
bATiK Film Festival    
Anteprima    

Neil McCauley/Robert DE Niro [ultime parole]:- "Visto che non ci torno in prigione?"
Vincent Hanna/Al Pacino :-"Già."
Noodles:"I vincenti si riconoscono alla partenza. Riconosci i vincenti e i brocchi.Chi avrebbe puntato su di me?"
Fat Moe:"Io avrei puntato tutto su di te."
Noodles:E avresti perso.