Autore Topic: Arti Marziali  (Letto 281947 volte)

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Offline Frank

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Re:Arti Marziali
« Risposta #30 il: Febbraio 21, 2015, 09:33:15 am »
Guardate questa foto.
http://renzogracieportland.com/category/gym-updates/
Già da diversi anni è così, ma negli ultimi tempi certi "messaggi subliminali" provenienti dal mio ex "paese preferito", si sono accentuati ancora di più.
E' quasi impossibile trovare delle foto in cui si veda il contrario - cioè la realtà...
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline Vicus

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Re:Arti Marziali
« Risposta #31 il: Febbraio 21, 2015, 09:38:09 am »
Già dagli anni '60 vige nel cinema (a livello internazionale) il cliché di donne vincenti e ominicchi. Lo sport italiano non fa eccezione, ed è tutta un'enfasi su Pellegrini, Vezzali e Quintavalle (gli uomini dove sono)?
Conosci il judo, la Quintavalle è davvero questa campionessa o è l'equivalente sportivo di Dario Fo premio Nobel?
« Ultima modifica: Marzo 14, 2015, 01:44:58 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline ilmarmocchio

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Re:Arti Marziali
« Risposta #32 il: Febbraio 21, 2015, 12:33:31 pm »
foto ridicola : lei non ha neanche i muscoli tesi.
si tratta chiaramente di una posa :doh:

Offline Frank

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Re:Arti Marziali
« Risposta #33 il: Febbraio 21, 2015, 17:37:56 pm »
Già dagli anni '60 vige nel cinema (a livello internazionale) il cliché di donne vincenti e ominicchi. Lo sport italiano non fa eccezione, ed è tutta un'enfasi su Pellegrini, Vezzali e Quintavalle (gli uomini dove sono)?
Conosci il judo, la Quintavalle è davvero questa campionessa o è l'equivalente sportivo di Dario Fo premio nobel?

Anni fa un mio amico conobbe personalmente il campione olimpico e mondiale di pugilato dilettantisco, Roberto Cammarelle, al quale chiese cosa ne pensasse di Simona Galassi.
Il suddetto rispose che la tipa "non era tutta 'sta gran cosa, né tecnicamente né fisicamente".
Ecco, io posso dirti lo stesso della Quintavalle, nonostante sia stata glorificata dai media - al pari della Vezzali e della Pellegrini.*
Tantomeno la suddetta può essere paragonata a dei campioni di sesso maschile.

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* Tanto per rendere l'idea: la Pellegrini potrebbe essere battuta da un buon cadetto di sesso maschile, mentre la Vezzali può essere paragonata al massimo a un buon under 20.

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ps: una judoka veramente brava è questa statunitense qui, Kayla Harrison:
https://www.facebook.com/kaylaharrisonjudo/photos/a.177912958895671.36925.159696780717289/908878342465792/?type=1&theater
Certo, il suo compagno di allenamenti, Travis Stevens (l'uomo nella foto), quarto alle olimpiadi di Londra, è solito sbatterla per terra...
Entrambi sono specialisti della lotta a terra.

@

Riguardo alla lotta a terra, questa era (ed è) una delle mie tecniche preferite (Ude garami).
« Ultima modifica: Febbraio 21, 2015, 17:57:49 pm da Frank »
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Re:Arti Marziali
« Risposta #34 il: Febbraio 21, 2015, 18:04:20 pm »
foto ridicola : lei non ha neanche i muscoli tesi.
si tratta chiaramente di una posa
:doh:

Esatto, una posa alla quale io non mi presterei mai.

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ps: dimenticavo: Kayla Harrison è una campionessa olimpica, la prima donna statunitense a vincere una medaglia d'oro nel judo.
In precedenza solo la spocchiosa Ronda Rousey era riuscita a vincere una medaglia di bronzo, alle olimpiadi di Pechino.
(Negli USA il judo non è molto diffuso; lo è molto di più la lotta.)
« Ultima modifica: Febbraio 21, 2015, 18:23:42 pm da Frank »
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Re:Arti Marziali
« Risposta #35 il: Febbraio 21, 2015, 18:50:59 pm »
Quali sono le differenze principali col jujitsu?
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Re:Arti Marziali
« Risposta #36 il: Febbraio 22, 2015, 01:59:12 am »
http://www.team-centurion.com/index.php/Judo_e_Ju_Jitsu_parla_un_maestro
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Judo e Ju Jitsu: parla un maestro

di Isao Okano

Quando quello che è ora chiamato judo si chiamava ancora jujitsu, comprendeva tecniche efficaci di combattimento quali calci, pugni, leve, strangolamenti, proiezioni ed immobilizzazioni.
Ma, col passare del tempo, gli aspetti pericolosi sono stati eliminati dando al judo la possibilità di svilupparsi come sport moderno.
Oggi persone di tutte le età possono trarre giovamento fisico dal judo. Questo ha contribuito al rapido sviluppo di questo sport.
Il passare del tempo e la divulgazione internazionale dovevano aver migliorato la qualità del judo ma, sfortunatamente, non si può dire che ciò si sia verificato. Innegabilmente il judo deve crescere e mutare con il tempo, ma quelli che lo praticano devono sempre tenere presenti i suoi aspetti più positivi e adeguare a questi le proprie azioni.
Essenzialmente il judo giapponese si basa sul principio del controllo di una grande forza con il minimo sforzo. Al giorno d’oggi il judo è limitato alle tecniche di proiezione e corpo a corpo; coloro che lo praticano tendono a concentrarsi più sulle prime che sulle ultime, con la logica conseguenza di dare un ’ingiustificata importanza alla taglia fisica e all’organizzazione di gare suddivise in diverse categorie di peso. Inoltre, poiché ci si preoccupa più della vittoria che del vero sviluppo, coloro che prendono parte alle competizioni internazionali di judo danno la precedenza alla prestanza fisica, e orientano i loro allenamenti al fine di potenziarla.
Questo insieme di circostanze ha generato una crisi nel judo moderno, ed è nostra responsabilità cercare di far qualcosa in merito. Per far ciò, molti problemi devono essere risolti: rivedere le regole arbitrali, dedicare maggiore studio all’intero judo, rivalutare la relazione tra judo e jujitsu per rendersi conto dell’importanza dei movimenti del corpo, dei modi per costringere l’avversario a squilibrarsi, dello studio delle posizioni dei piedi.
Il judo oggi è diventato, per così dire, stretto e distorto, ma la sua natura è molto più ampia e profonda di quello che la gente pensa. Contemporaneamente allo sviluppo di un judo che realizzi in maniera più completa il meglio della sua natura, noi dobbiamo porre attenzione –anche se non le applichiamo- alle tecniche di calcio, pugno e leva del jujitsu. Tale studio chiarisce meglio i movimenti del corpo, le tecniche di squilibrio, le posizioni fondamentali e le prese. Questo perché il massimo sforzo deve essere effettuato per ottenere un judoka altrettanto abile nelle proiezioni quanto nelle immobilizzazioni. Il motivo che mi ha spinto a scrivere così è appunto nell’intento di attribuire alla lotta a terra la giusta importanza.
La mia insistenza sulla maggiore importanza della reale pratica del judo, a scapito della semplice teorizzazione ha fatto di questo scritto qualcosa di insolito,e nella sua stesura sono stato colpito da due fattori che sembrano giustificare la stasi attuale dello sviluppo tecnico del judo.
Il primo è la mancanza di buoni manuali d’allenamento. Leggendo molti dei libri più vecchi sul judo, scritti dalla seconda guerra mondiale in poi, mi sono reso conto che la situazione è grave. Infatti malgrado le continue ripetizioni e imitazioni, ben poco di nuovo è stato scritto sull’argomento.
Il secondo fattore è la scarsa competenza degli arbitri internazionali e le regole insoddisfacenti.
Questi due elementi combinati rendono l’uso della lotta a terra difficile se non impossibile negli incontri internazionali.

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[Nota: Isao Okano vinse le Olimpiadi nel 1964]

“Sottomettendosi automaticamente alle tradizioni non si arriva a nessun progresso.
Non è giusto sentirsi spaventati dai cambiamenti, La tradizione non è qualcosa che conserva cocciutamente le vecchie forme davanti a una società e a uno stile di vita che muta di giorno in giorno. Ogni tradizione che ha valore deve costantemente vivere e respirare in modo nuovo; se non ha punti di contatto con il presente non è che un fantasma.
Il presente giace su quello che il passato ha accumulato, e il futuro su una linea di estensione che parte dal presente. Un presente che non è conscio delle sue origini, non ha niente da dire; lo stesso vale per le speranzefuture che vogliano ignorare il presente.”

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http://www.infojudo.com/judo-f-a-q/#4
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4. Quali sono le differenze tra Judo e Ju Jitsu? Il Judo è efficace per la difesa personale?

Il Judo trae la sua origine dalle antiche tecniche marziali delle scuole di Ju Jitsu. Il suo fine ultimo però è lo sviluppo del corpo e dello spirito del praticante tramite una disciplina sportiva, formativa e divertente mentre il Ju Jitsu era soprattutto un metodo più o meno brutale per sconfiggere un avversario in un combattimento reale.

Il Judoka che pratichi Judo nella sua interezza (Randori e Kata), dopo avere terminato l’educazione primaria, sarà introdotto alle forme di combattimento reale (Shinken Shobu Waza) che hanno uno strettissimo legame con le antiche tecniche di Ju Jitsu.

La pratica integrale del Judo Kodokan determina l’acquisizione di una specie di “sesto senso”: rende abili a reagire istintivamente a qualunque azione dell’avversario, sfruttando a proprio vantaggio i suoi movimenti. Il Judoka che studia in modo approfondito il combattimento reale (Shinken Shobu Waza) avrà la conoscenza tecnica per rispondere efficacemente se viene aggredito fuori dal Dojo.

Nel vastissimo patrimonio tecnico del Judo rimane memoria delle antiche forme del Ju Jitsu: il Koshiki no kata (forma delle cose antiche) è infatti un Kata della scuola di Ju Jitsu Kito Ryu.

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Re:Arti Marziali
« Risposta #37 il: Febbraio 22, 2015, 02:11:04 am »
http://www.judoverona.it/index.php?option=com_content&view=article&id=23:la-storia-del-judo&catid=9:storia&Itemid=19
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Storia del Judo

La disciplina che oggi è praticata in tutto il mondo sotto il nome di Judo nasce dal tradizionale Jujitsu o Jujutsu del vecchio Giappone. Le tecniche di quest’ultimo, dopo essere state riesaminate, scelte, sistematizzate e unite a un ideale, divennero quelle del Judo. Prima dell’avvento delle armi da fuoco, in Giappone nei corpo a corpo i guerrieri utilizzavano spade e lance e occasionalmente combattevano a mani nude. Questa tecnica, chiamata Kumiuchi, fu bandita nel 1877 da un decreto che impediva anche l’uso della spada lunga e di quella corta, spesso usate insieme dai guerrieri giapponesi. Questi necessitavano dunque di una tecnica di difesa che permettesse loro di adempire a certi incarichi senza farsi uccidere. Furono studiati dei metodi speciali per colpire con le mani, le dita, il gomito e il pugno, il ginocchio, il tallone e il piede, per torcere o spezzare le articolazioni, per permettere ad una persona disarmata di sottomettere un avversario.
Queste forme di lotta si trasformarono nel tempo a seconda dei vari influssi: nell’Estremo Oriente, ad esempio, si svilupparono il Sumo e la lotta giapponese. I diversi sistemi di lotta, raffinati per necessità di sopravvivenza nei campi di battaglia, in seguito furono tutti chiamati con il nome di Jujitsu. Mentre nel Medio Evo veniva utilizzato  unicamente dai guerrieri giapponesi (i famosi Samurai), a partire del XVII secolo fu praticato da tutti. Questo aveva numerose scuole, che si distinguevano tra di loro per i propri metodi.
In generale il Jujitsu può essere definito come un’arte di attacco e di difesa, il più delle volte senza uso di armi, contro un avversario armato o meno. Dai documenti disponibili al giorno d’oggi, si può dedurre con sicurezza che esso prese forma sistematica nell’ultima metà del XVI secolo e si sviluppò fino all’ inizio del XIX. Attorno al 1860 il Giappone fu testimone di numerosi cambiamenti rivoluzionari; le truppe di Sutsuma, Choshu ed altri si impadronirono del palazzo imperiale, fino ad allora in custodia dello shogun Tokugawa, cui vennero confiscate le terre in seguito all’abolizione dello shogunato. Con la fine del sistema feudale la nazione respingeva la cultura e le istituzioni tradizionali, volgendosi alla cultura dei più “progrediti” paesi dell’Europa e dell’America. Nel 1871 l’ordinanvolto di Jigoro Kanoza che proibiva ai samurai di portare le spade segnò il rapido declino delle arti marziali e il Jujitsu non fece eccezione: le diverse scuole cominciarono a decadere e furono sul punto di scomparire del tutto. E’ in questo contesto che si inserisce Jigoro Kano , l’inventore del Judo.

Kano era un giovane dal fisico debole: troppo fiero per sottomettersi ed insofferente della brutalità dei compagni più forti, decise di farsi rispettare a tutti i costi. Avendo sentito parlare del Jujitsu, decise di apprenderlo. Ma per tutte le inquietudini sociali di cui abbiamo detto, quasi tutti i Maestri di Jujitsu si erano occupati in altre professioni ed era quindi difficile trovare un buon insegnante. Incontrò finalmente Teinosuke Yagi, che gli insegnò i rudimenti dell’arte. Kano considerò il Jujitsu un prezioso bene culturale e sociale da non disperdere, ma lo modificò ed adattò alla necessità del momento fino a trasformarlo in una pratica sportiva, consentendone così una maggiore diffusione.
Fondò nel 1882 una scuola chiamata Kodokan, e cominciò a insegnare il proprio metodo denominandolo Ju-do (via, principio della flessibilità) invece che Ju-jitsu (arte, tecnica della flessibilità).

“Studiai il Jujitsu” dice Kano, “non solo perché lo trovavo interessante, ma anche perché lo ritenevo il mezzo più efficace per l’educazione sia del corpo sia dello spirito.”
C’erano ed esistono tuttora numerose differenze fra Judo e Jujitsu. L’ideogramma Jitsu corrisponde al concetto di “Scienza”, “Arte” o “Tecnica” e si riferisce allo studio e alla pratica dei metodi della lotta nella loro applicazione bellica, sia per le forme di combattimento a mani nude, sia con le armi.
Alcune scuole di Jujitsu indulgevano spesso in tecniche violente e pericolose, sia nelle proiezioni, sia nelle tensioni di gambe e braccia, quindi molte persone ritenevano fosse nocivo.

Tale insegnamento non veniva impartito come applicazione di un principio superiore ma semplicemente come invenzione dei singoli maestri. Inoltre gli allievi più anziani spesso picchiavano o maltrattavano per divertimento i principianti, tanto che il Jujitsu era mal visto e considerato come un’attività la cui influenza sui giovani era negativa.
Kano voleva dimostrare che quanto insegnava non era una pratica pericolosa, non era il Jujitsu che alcuni insegnavano, ma il Judo: qualcosa di totalmente diverso.

L’ideogramma Ju corrisponde al concetto di “Adattabilità”, “Cedevolezza”, “Armonia”, e rappresenta appunto la possibilità di adattassi alle circostanze non opponendo una resistenza fisica e spirituale, ma sfruttando a nostro vantaggio l’energia e la forza che ci viene imposta. L’immagine del bambù piegato al suolo dalla forza tremenda della tempesta e che, quando questa è passata si raddrizza con vigore, o del salice i cui rami cedono sotto il peso della neve facendola cadere sul terreno per poi riprendere la propria posizione naturale, rendono perfettamente il concetto di Ju.
L’ideogramma cino-giapponese Do (o, in giapponese, Michi) corrisponde al significato di “Via”, “Metodo”, e si riferisce al cammino che bisogna percorrere per arrivare alla conoscenza, per vivere un’esistenza da uomo libero, prendendo atto delle problematiche che questa scelta comporta. La disciplina del Judo deve ispirarsi ad un Principio Universale, che consiste nel massimo e più efficace uso dell’energia mentale e fisica, diretto il raggiungimento di uno scopo preciso.
La nascita e gli sviluppi del Judo sono dovuti alla grande dedizione di Jigoro Kano, che dedicò tutta la sua esistenza alla crescita e sull’evoluzione di questa disciplina.

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Offline Vicus

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Re:Arti Marziali
« Risposta #38 il: Febbraio 22, 2015, 02:58:17 am »
Grazie! Jigoro Kano era anche favorevole alla diffusione dell'aikido piuttosto che del karate.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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« Risposta #39 il: Marzo 04, 2015, 20:42:15 pm »
Vicus, cosa ne pensi del fondatore del Kyokushin Karate, ovvero Masutatsu Oyama ?
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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« Risposta #40 il: Marzo 04, 2015, 21:03:09 pm »
Non conosco molto questo stile, ma mi sembra molto simile allo Shotokan (infatti è influenzato da Funakoshi). Mi pare piuttosto centrato sull'aspetto atletico-sportivo, come tutti gli stili nati negli USA, con posizioni abbastanza naturali, almeno rispetto al Goju che praticavo.
L'efficienza del karate dipende dalla padronanza del Ki (energia vitale), che non è data da un mero allenamento fisico e, a differenza del Kung-Fu per esempio.


« Ultima modifica: Marzo 14, 2015, 01:43:54 am da Vicus »
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« Risposta #41 il: Marzo 11, 2015, 00:31:28 am »
Non ne sono sicuro; ma credo sia la prima volta nella storia che un judoka risulta essere lo sportivo più pagato al mondo.

http://it.mediamass.net/people/teddy-riner/miglior-stipendio.html
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Re:Arti Marziali
« Risposta #42 il: Marzo 12, 2015, 13:25:05 pm »
Non conosco molto questo stile, ma mi sembra molto simile allo Shotokan (infatti è influenzato da Funakoshi). Mi pare piuttosto centrato sull'aspetto atletico-sportivo, come tutti gli stili nati negli USA, con posizioni abbastanza naturali, almeno rispetto al Goju che praticavo io.
Il mio shihan non ne parlava, citava spesso lo Shotokan (che richiede soprattutto allenamento fisico) e il Wado (influenzato dall'aikido e che privilegia l'agilità e la lunga distanza).
Il ki è una questione sottile , e richiede una mentalità che desideri risultati a lungo termine  :hmm: .
Io pratico il pa kua più per ragioni mediche , avendone ottenuto un certo beneficio , nonostante richieda una certa pazienza  :lol:  , un giramento di se stessi che però rafforza enormemente le gambe. E fa sempre parte degli stili interni , la differenza si sente . Pure il fatto che aiuta a farti partire in difesa od attacco senza neanche accorgetene . Lavora molto in maniera sotterranea   :sleep: .
« Ultima modifica: Marzo 14, 2015, 01:44:20 am da Vicus »

Offline Vicus

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Re:Arti Marziali
« Risposta #43 il: Marzo 12, 2015, 15:54:39 pm »
Le arti marziali in Oriente approfondiscono le tecniche per anni, mentre in Occidente tendono a privilegiare la quantità sulla qualità.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Arti Marziali
« Risposta #44 il: Marzo 27, 2015, 00:16:59 am »
Vicus, cosa ne pensi di queste tecniche ?  :cool:

Io ne amo due in particolare:
O Soto Gari (Teddy Riner);
O Soto Ko Soto (Automne Pavia).

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Guarda pure questi video.

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