La ricetta della Miriano: sussidi statali alla “sottomissione”

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Recentemente la nostra Costanza è tornata a perorare la causa dei sussidi statali alle famiglie (anzi: alla donna), ormai ridotte a specie protetta.
Ammettiamolo: anche senza incentivi, per come funziona l’economia oggi i figli si fanno in tre, col contributo di una coppia e di un ‘terzo comodo’ che non può permettersi una famiglia, ma lavora per mantenere la coppia in questione. Un assegno di mantenimento, obbligatorio per tutti.
La famiglia di cui parla Costanza è quella di pochi privilegiati, ai quali essenzialmente si rivolge. Da novella sceriffa di Nottingham li vezzeggia (anche in vista di candidature politiche?) con proposte di ulteriore drenaggio di denaro in loro favore, da un paese impoverito.
Stupisce, per modo di dire, e delude l’estrema povertà e semplicismo di queste proposte, quasi unicamente centrate sul soldo e senza una vera parola ― scomoda forse ma essenziale ― sulla tutela giuridica e la promozione sociale della famiglia. Fanno molto di più le associazioni dei padri separati.
Come scrisse Proudhon: “Bisogna abolire la famiglia, perché costa troppo”. Poco importa se deliberatamente o meno, è proprio quello che sta avvenendo: il sistema economico, che non potrebbe reggersi senza lavoro precario privo di tutele, non può permettersi più di un limitato numero di famiglie. Per di più questi nuclei familiari, pur avendo talvolta doppio o triplo reddito, faticano a sbarcare il lunario ed è necessario sostenerli… con il lavoro di chi una famiglia non se la può permettere. Un’autentica, oltre che involontaria, paternità surrogata.
Guardiamo poi un attimo queste famiglie di cui Costanza celebra le eroiche virtù: nella stragrande maggioranza, si tratta di gente con un impiego in una grande azienda o in qualche apparato pubblico (assunta per meriti propri, mi affretto a dire). Persino per i lavori precari ci sono molti candidati e chi li ottiene è considerato fortunato.
Queste famiglie, pur con tutte le loro difficoltà, dal punto di vista sociale sono privilegiate, almeno rispetto agli altri che sono tagliati fuori dal circuito del lavoro.
I sussidi sono un futile tentativo di puntellare un modello economico insostenibile: in cosa si oppongono realmente alla deriva denatalista? Abbiamo visto che risultati hanno dato per Fiat e Montepaschi: un’inutile toppa, applicata con tipica mentalità miope da burocrate da chi è incapace, o non ha la volontà politica, di affrontare un problema per risolverlo davvero. Sostenere un numero decrescente di famiglie con sussidi micragnosi non modifica la tendenza di fondo.
Anche in tempi di considerevole penuria si formavano famiglie e ― come non riconoscerlo? ― erano migliori delle attuali: unite, fedeli, solidali. E non perché ricevessero incentivi: ma perché c’era una cultura dello stare insieme, del sacrificio, del servire l’altro. Quasi mai si vedevano in famiglie del passato litigi, separazioni e altre amenità.
Ora, cosa si fa anche a livello politico-legislativo per favorire questa cultura? Per re-insegnare a uomini e donne a volere il bene dell’altro e della famiglia, come è sempre stato finora, invece di cercare il proprio tornaconto? In una società che ha disimparato cosa significhi essere capaci di mandare avanti una famiglia, è sorprendente che la devoluzione delle cure parentali allo Stato non sia ancora subentrata.
Il badare al proprio orticello a spese del resto della collettività è l’equivalente sociale del coniuge che si separa per convenienza, per “vivere la propria vita”. La famiglia non è un lusso ma riguarda ognuno, uomo o donna, e se si vuole salvarla bisogna, più che elargire improbabili sussidi, coinvolgere tutti in un progetto comune.


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4 pensieri riguardo “La ricetta della Miriano: sussidi statali alla “sottomissione”

  1. La parola sussidio mi dà sempre il voltastomaco…
    Tuttavia, non sarebbe male se l’irpef fosse applicato in base alla somma dei redditi fratto i componenti il nucleo familiare.
    Perché… voglio dire… se con uno stipendio ci mangia uno o ci mangiano tre, cambierà qualcosa, o no?
    Un aiuto alle famiglie che restano insieme bisogna pur darlo.
    Altrimenti tra vent’anni la maggioranza sarà composta da ex immigrati, musulmani compresi.
    Ve lo ricordate il Kosovo?

    1. Non dico che sia un’idea sbagliata, la questione però è su chi far gravare queste agevolazioni e se servirebbero davvero a qualcosa.
      Counque, finché il matrimonio civile rimarrà la truffa legalizzata che è oggi, tutte le altre misure saranno di scarsa utilità.

  2. ” La famiglia di cui parla Costanza è quella di pochi privilegiati, ai quali essenzialmente si rivolge. Da novella sceriffa di Nottingham li vezzeggia (anche in vista di possibili candidature politiche?) con proposte di ulteriore drenaggio di denaro in loro favore, da un paese impoverito. ”

    bravissimo, hai centrato il punto. Queste proposte pelose creano ulteriori ingiustizie e verranno sepolte dall’impoverimento progressivo e ineluttabile della nazione. Si tratta solo di aspettare.
    peccato per i guai che nel frattempo colpiranno le persone.
    ma oramai è ora di svegliarsi

    1. “Queste proposte pelose creano ulteriori ingiustizie e verranno sepolte dall’impoverimento progressivo e ineluttabile della nazione. ”
      Non c’è alcun dubbio:)

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