Che sia capito quello che è capitato (alle donne violente)

Marina Terragni e le tre “cattive maestre”

cattive maestreNell’articolo del 7 giugno  è così che  Marina Terragni, conclude la sua “inquisitoria” contro la prima cattiva maestra.

Una condanna che però sa di assoluzione, sicuramente un buon consiglio per  l’avvocato.

Mi sembra già di sentire la difesa: “una donna in cui riemerge chiaro il dramma infantile cui fu sottoposta, prima in età infantile, dalle violenze del padre sulla madre, poi uno stupro adolescenziale quando la cultura della stupro era la prassi, etc etc
Chi potrebbe contestarlo?

Non c’è che dire, le armi ideologiche a supporto delle streghe moderne sono sufficienti affinché la “cattiva maestra” potrebbe quasi dichiararsi lei parte lesa!

Comunque, l’assoluzione morale l’ha già ricevuta.
Pietà e compassione dunque, suggerisce la Terragni, “che sia punita come è giusto”, ma “che sia capito quello che le è capitato perché non (le?) capiti mai più”.

A questo punto sorgerebbe spontanea una domanda banale.
Dove finiscono  quella compassione e quella pietà quando ad essere violento è un Lui?

Prendiamo il caso della seconda “cattiva maestra”, quella di Barletta.

Le indagini sulle conseguenze della violenza subita dai bambini “di una gravità inaudita … colpiti dalla donna, fatti cadere, trascinati e scagliati contro oggetti di ogni genere”  hanno accertato per ciascuno “disturbi socio-affettivi determinati dai maltrattamenti subiti”: “si vede la maestra che con una mano ha un panino e con l’altra prende per i capelli un bambino e lo trascina da una parte all’altra dell’aula; poi tira l’orecchio a un altro perché sta dando un bacio a un compagno di classe

Sig. Terragni, lei lo sa che questi bambini saranno gli uomini “femminicidi” del futuro “violenti in quanto genere violento che uccidono le donne in quanto donne” … vero?

Nessuna riflessione “futurologica”, nessun rapporto di causa-effetto per questi bambini?
Nessuna dietrologia per gli uomini violenti che (forse) furono maltrattai da piccoli da donne e madri violente?
Pietà, compassione…zero?
Come? Per questi occorre “la tolleranza zero”?
Il “pugno di ferro”?
Ancora?

Certo … capisco.

Questi bambini sono quelli che le faranno guadagnare “la pagnotta” per gli anni a venire, e se non loro – la mia vana speranza è che a quel tempo sarà già stata pensionata con ignominia – lo sono quelli che hanno subito “violenze inaudite” prima di loro, 20,30 anni fa nella totale legittimazione  e omertà sociale.

Bene.
A me basta solo che lo sappia.

Animus [1]

1 – Manca la terza cattiva maestra … direte voi.
Indovinate chi è?