Tiziana Ciprini “Donna3000” ad honorem

Davvero brava questa Tiziana Ciprini.

Concetti profondi, fin troppo per l’uditorio cui erano rivolti.
Pochi li avranno uditi, e ancor meno li avranno capiti.

Cosa volete, i ns. cialtroni là in alto hanno ben altre priorità cui doversi occupare che fare gli interessi di contribuenti che pagano loro lauti stipendi.
La loro prima (ed ultima) apprensione è sempre la stessa … esporsi mai… sempre tenere la poltrona ben salda sotto il sedere.
Per questa ragione, ciò che sarebbe un dovere di  tutti gli uomini (e di molti partiti), lo dice una (sola) donna e a titolo personale.

Cmq sia, per essersi distinta, unica parlamentare ad aver rotto il muro di omertà nel salotto più “onorevole” d’Italia, la redazione del forum sulla questione maschile, conferisce a Tiziana Ciprini, la simbolica onorificenza di Donna3000[1] honoris causa.

1 – Titolo che sta per “Donna del terzo millennio con competenze sulle problematiche di genere e spiccata sensibilità per la questione maschile”.

3 pensieri riguardo “Tiziana Ciprini “Donna3000” ad honorem

  1. Discorso che apparirebbe di alto sentire umanista, se non fosse per una frase: “le importanti leggi sul femminicidio”, che legittima norme incostituzionali.
    Più che le parole, contano i fatti: come intende votare su queste norme, e sulla convenzione di Istanbul?
    Non mi pare affatto diversa da tutti gli altri politici, che si riempiono la bocca di parole come crescita e lavoro disinteressandosi completamente di aziende che chiudono ogni giorno e soprattutto delle file sempre più lunghe di disoccupati alle mense.

  2. Se deve arrivare una donna a dire certe cose a difesa degli uomini, quando questi votano all’unanimità un documento che li incatena all’autopunizione, vuol dire che gli uomini son proprio sottomessi, completamente avvolti nella paura.
    A differenza delle donne gli uomini non necessitano del consenso dell’altro sesso, quelle stesse parole le avrebbe potute leggere uno dei tanti deputati di cinque stelle e se fossero stato piu coerenti non lo avrebbero votato, perchè basta leggere tra le righe per capire che la Convenzione di Istanbul è un impegno verso la repressione l’autopunizione maschile. Eppure lo hanno votato lo stesso, cosa serve votare un documento che di per sè è già un impegno verso un sistema(legislativo e culturale) punitivo verso i maschi(se stessi) ancor piu accentuato di quanto lo è ora e poi fare dei discorsi (pur giusti) che saranno del tutto inascoltati? Era molto meglio che non lo avessero votato e poi il discorso ci sarebbe stato e sarebbe servito a qualcosa.

    1. >Se deve arrivare una donna a dire certe cose a difesa degli uomini, quando questi votano all’unanimità un documento che li incatena all’autopunizione, vuol dire che gli uomini son proprio sottomessi, completamente avvolti nella paura.

      Cmq secondo me qui il discorso fa un po’ acqua, nel senso che si parte dal presupposto, sbagliato, che gli uomini siano tutti sullo stesso livello, che “alcuni non si avvantaggino dai danni fatti ad altri”.
      Concezione ideologica, totalmente errata.

      Non c’è bisogno di postulare la paura, la vergogna, etc per giustificare la competizione tra i maschi e gli esiti prodotti dalla “selezione sessuale”.

      Se fosse così, l’homo homini lupus, non sarebbe mai esistito.

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