Aboliamo il matrimonio: è sfruttamento

Se vi dicessi che da migliaia di anni gli uomini si sposano convinti di aver raggiunto il paradiso dell’eros e scoprono alla velocità della luce che hanno solo scelto un carceriere per la propria libido.

Se vi dicessi che da migliaia di anni le donne gestiscono il proprio potere sessuale per mantenere gli uomini in uno stato di soggezione culturale, economica e politica.

Se vi dicessi che da migliaia di anni le donne lucrano su quello che non hanno tra le gambe e fanno il prezzo che preferiscono per ciò che decorosamente può essere dato solo gratis.

Se vi dicessi che da migliaia di anni il matrimonio rappresenta per le donne un vantaggioso affare nel quale mai capita loro di rimetterci, se hanno solo un pizzico di stronzaggine.

Se vi dicessi che separazione e divorzio sono solo espedienti usati dalle donne (stronze) per continuare a guadagnare da un matrimonio finito.

Se vi dicessi che uomini che hanno fatto la fortuna delle loro famiglie si vedono sbattuti fuori dalla casa che hanno costruito e costretti a dormire sotto i ponti o in auto mangiando alla Caritas.

Se vi dicessi che nella divisione dei ruoli per migliaia di anni gli uomini si sono trovati a dover svolgere i lavori più pesanti, ingrati e rischiosi lasciando alle donne il godere dei frutti del loro impegno nella tranquillità e sicurezza delle loro case.

Se vi dicessi che l’unica ragione per la quale un uomo potrebbe pensare di sposarsi (il sesso) viene da sempre considerato una proprietà esclusiva della donna la quale lo gestisce come meglio le aggrada (contiamo i mal di testa e le mestruazioni e i mal di pancia di cui soffre una donna finché non riceve ciò che pretende?)

Se vi dicessi che una donna può con nessuna fatica guadagnare ciò che un uomo produce in uno o più mesi di duro lavoro.

Se vi dicessi …

Ma che ve lo dico a fare?

Tutti gli uomini sanno che il matrimonio (matri- per l’appunto) è una fregatura, ma molti ci cascano comunque.

Dobbiamo abolirlo? Sarebbe meglio dal punto di vista della salute e del benessere maschile. Come dice Renato Zero: un po’ di sesso e io vi sfuggirò.

Per gli uomini lo stile di vita più vantaggioso consiste nel pagare cash tutto ciò di cui hanno bisogno: sesso, pulizie, lavare e stirare e vai!

Si, forse dovremmo abolirlo. Ma se proprio c’è chi insiste ad entrare per quella porta sulla quale stanno scritte per nulla oscure anzi tanto evidenti quanto funeste, facciamogli almeno il favore di spiegargli cosa ci può guadagnare e cosa ci può rimettere.

Da guadagnare: nulla. Da rimetterci: tutto.

E una volta abolito il matrimonio scopriremo che c’è ancora spazio per la gratuità: lo sappiamo tutti che una amante non soffre mai di cefalea, vero?

 

NB: non prendeteci troppo sul serio, il fatto è che non ci sono risposte intelligenti a provocazioni stupide (leggi QUI)

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Un pensiero riguardo “Aboliamo il matrimonio: è sfruttamento

  1. Gli ebrei. O, meglio, più correttamente dicansi, gli uomini di religione Ebraica ……. Vi domandereste: Cosa centrano costoro con il matrimonio inteso come sfruttamento del maschio? Centrano , centrano! Non come persone, ma come storia che altri popoli hanno imposto loro e che può essere messa in relazione con l’involuzione architettata e non osteggiata anzi incentivata della famiglia, per come oggi la conosciamo e per come giudicata in articolo . Per ragioni talmente complesse che sfido chiunque ad aver ben compreso nel profondo il nesso persecutorio dovuto anche a ragioni economici, politici, religiosi , caratteriali e, perché no, per preconcetti dovuti a superstizione (popolo maledetto) che ha condannato questa comunità ad essere osteggiata per millenni. Ma sembra che tali ostacoli sono stati, sotto qualche aspetto, la loro fortuna. Come la famiglia traviata è stata ed è la fortuna di coloro che tale l’hanno architettata. Tornando agli ebrei, tra le varie pesanti vessazioni che hanno dovuto subire, vi è la seguente: “…… nel Concilio Lateranense del 1215 si stabilì l’esclusione da ogni corporazione ed attività degli ebrei, costretti dunque a sopravvivere di prestito su pegno ed usura, attività condannate dal cristianesimo ma anche dall’ ebraismo.” C’è da aggiungere , tagliando il discorso con “l’accetta” che nel medesimo periodo, in Francia, era considerato deplorevole il far credito, pur stimando tale attività utile allo sviluppo economico collettivo. Al che, i benpensanti di turno ben pensarono , appunto, di affidare questo “deprecabile” (tra virgolette, perché coloro che lo giudicavano tale erano i medesimi che ne coglievano i frutti) servizio, a mo’ di sfregio, agli ebrei che non potendo fare altro per “sbarcare il lunario”, si affinarono a tale attività fino ad essere quegli uomini potenti ed influenti che sono oggi, trasformando necessità in virtù. Talmente influenti che nessuno più riuscì a porre un limite a molteplici pratiche scorrette in quanto le medesime arricchivano anche chi avrebbe dovuto ostacolarle, sanzionandole. Per quanto poc’anzi , i bancari, da personaggi un giorno stimati, si sono visti trasformati ad una categoria guardata a ragione o non, con sospetto.

    Ciò detto, per giustificare il motivo per cui non sono affatto d’accordo con il giudizio che l’articolista ha voluto dare alla famiglia se intesa come aggregato naturale di consimili. Tale valutazione negativa che è stata espressa con la pubblicazione di un decalogo che scoraggia nuove formazioni familiari, è valida rispetto alla famiglia volutamente degenerata a semplice contratto opportunistico, salvando da ogni responsabilità chi la distrugge , è stata voluta da chi ha studiato per renderla tale, approfittando dell’indole naturale della donna; quella di farsi gestire con semplicità – qualità naturale indispensabile per una conduzione lineare e dunque utile alla moltiplicazione indenne della specie – usando sistemi psicologicamente studiati e collaudati, tesi ad illuderla di essere autonoma nelle proprie decisioni.

    Talmente condizionata ad essere convinta nell’autonomia delle proprie decisioni, da sviluppare i risultati citati in quella decade poc’anzi citata elencata in articolo che tanto denaro ha fatto confluire nelle tasche degli ideatori / i, al MASCHILE e che si consiglia di non perpetuarne la fonte (famiglia) per nuovi più globali interessi. Ma non temete, quando sarà la resa dei conti ce ne sarà per tutti. Gli ultimi ad essere colpiti saranno, si, i medesimi fautori del programma di disgregazione sociale attraverso la donna, ma con una violenza inaudita. Già i primi inquietanti cenni di quanto è facile prevedere stanno facendo capolino ai nostri giorni. Un esempio? Andate a farvi unna passeggiata, se vi fanno entrare, presso il quartiere Olgiata in Roma. Vi renderete conto di come vive quella gente all’interno di edifici, si, di lusso, ingabbiati però da robuste recinzioni in ferro, controllate da cani mastini, allarmi e telecamere. A loro volta, queste gabbie sono recintate da una ulteriore immensa altra gabbia in ferro alta almeno quattro metri che contorna l’intero quartiere, controllata a vista da polizia privata. E questo è solo un piccolo esempio di una già consolidata realtà relativa a non pochi quartieri dell’alta (?) società esistente negli Stati Uniti, dove, gli uomini della sicurezza sono autorizzati a sparare a vista chiunque tenti di scalare la recinzione. Ecco, questo è solo l’inizio di quanto pronosticai oltre 35 anni fa quando, guardandomi intorno, definii la comunità moderna “una società destinata ad andare al macero”.

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