Perché gli Incel sono essenziali, e non da rieducare, nel movimento maschile

Agli Incel sono stati riservati dal mondo maschile toni duri, risparmiati alle donne e alle stesse femministe cui non di rado vengono profusi inaspettati complimenti.
Perfino quando si afferma di riabilitarli, degli Incel si parla con degnazione paternalistica e appena dissimulato imbarazzo, dietro cui balugina la ripugnanza verso gli ospiti malaccetti nel salotto buono.
Il lupo travestito da pecora non convince ma andiamo al punto.

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Lettera aperta degli “ex carbonari” ai vecchi e nuovi attivisti del Momas

Cari amici,

ad onta di tutto e benché non sia ancora emerso alla cronaca, stiamo vivendo una stagione diversa del movimento maschile italiano. I tempi della “carboneria” sono alle nostre spalle. Oggi abbiamo a disposizione nuovi strumenti, nuove capacità ed una coscienza ancora più acuta. In particolare, sul piano della comprensione globale del conflitto tra i sessi, con l’uscita del saggio di Santiago Gascó (il secondo tomo in questi giorni), si è perfezionato in Italia il quadro dei testi di riferimento per l’intero movimento maschile (ed anche per i nostri avversari…), opere che sono frutto di una presa di coscienza, di un’analisi, di una riflessione seconde a nessuna.

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Società permissiva nemica dell’uomo

Attenzione: qui non si parla di società permissiva dal punto di vista morale, ma di società centrata sul capriccio individuale e sull’assenza di regole e tutele nei rapporti uomo-donna.

La condizione maschile si può migliorare solo mettendo in discussione alcuni assunti della società “liquida” dei consumi di cose e persone.

La guerra all’uomo iniziata col femminismo che pretende di aver coscienza politica, è in realtà funzionale alla disarticolazione delle strutture sociali e istituzionali fondamentali, che costituiscono un freno alla riduzione dell’essere umano a mero consumatore.

L’estremo permissivismo (a partire dai noti privilegi antimaschili che derivano da mantenimento e false accuse) è nemico di un ordine sociale stabile che parte dall’uomo, dal capofamiglia per arrivare alle complesse istituzioni che, piaccia o no, da sempre hanno fondamenta maschili.

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La donna tradizionale, tabù da rivedere?

Donna tradizionale

Parlare di donna tradizionale suscita un riflesso pavloviano di ripulsa: viene associata alla Shari’a o al Medio Evo, alla rinuncia all’aspirina e all’acqua corrente.
Tuttavia in alcuni paesi del Nord Europa, considerati moderni ed avanzati, molte donne lasciano il lavoro per dedicarsi alla nuova famiglia. Si tratta spesso di donne con elevato livello di istruzione, insegnanti, medici, e il più delle volte sono famiglie molto riuscite.
Come recitava una pubblicità, “We have no nirvanas”: si è abolita la vita interiore, gli stimoli incessanti provenienti dai media ci impediscono di riflettere, di guardare in noi stessi, non si sa più cosa sia un essere umano. La nostra è la civiltà del vuoto di valori umani e culturali, dove conta solo la produzione. Il lavoro è il narcotico per la noia, e la noia lo sprone per il lavoro. Per questo l’idea che occuparsi della famiglia sia un fardello per la donna ha attecchito così bene. Continua a leggere “La donna tradizionale, tabù da rivedere?”

Basta ignorare le donne per migliorare la condizione maschile?

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Sulla rete è molto frequente imbattersi in siti, che suggeriscono agli uomini che il rimedio alla condizione maschile consiste semplicemente nell’evitare il matrimonio e darsi a sterili attività del tempo libero: pesca, ippica e chi più ne ha più ne metta.
Sono consigli superflui: vi è già una marcata tendenza degli uomini, anche quelli non informati sulle tematiche della questione maschile, ad evitare il matrimonio e le relazioni a lungo termine. Lungi dall’avanzare proposte per cambiare le cose, questi siti si limitano a constatare uno stato di fatto e a suggerire di conformarvisi. È sufficiente questo a migliorare la condizione maschile?
Ci si sente rispondere che i nostri governi sono contrari alla famiglia e discriminano gli uomini. Vero, ma presentato così il quadro è alquanto incompleto. Evitare di mettere su famiglia e ritirarsi nel proprio particulare è esattamente l’effetto desiderato dalle leggi e dalla cultura misandrica oggi in vigore.
È troppo semplicistico pensare che basti ignorare le donne e darsi all’ippica per risolvere i problemi maschili: malgrado l’idealizzazione che se ne fa sulla rete, la vita del single medio sarà sempre più vicina a quella di uno schiavo moderno
, che a differenza di quelli dell’antichità non può nemmeno permettersi una famiglia. Il maschio disporrà di un reddito di mera sussistenza, compensato da abbondanti circenses: tv, pornografia, intrattenimento vario che lo manterranno in uno stato di docile, abulica apatia. Continua a leggere “Basta ignorare le donne per migliorare la condizione maschile?”

Lettera aperta a Eliseo nel deserto

Caro Eliseo
estasiun tour sul tuo blog http://eliseodeldeserto.blogspot.it/ mi ha suscitato molte reazioni. Vorrei condividerne qualcuna.
Anzitutto mi stupisce che tu dica che non hai amici maschi eterosessuali. Mi stupisce perchè nella mia esperienza non mi è mai successo di rifiutare una amicizia con chicchessia per la sua tendenza sessuale. Nè mi è mai successo che alcuno dei miei amici mi riferisse qualsiasi cosa del genere.
Perciò vorrei offrirti l’amicizia mia e degli altri utenti di questo forum. In quanto forum sulla Questione Maschile, per quanto ancora in cerca di una identità definita, una iniziale ipotesi minimalista è quella del sindacato maschile, cioè di un gruppo che difende gli interessi dei maschi a prescindere. Ora, in quanto maschio, anche tu sei iscritto di diritto tra i nostri utenti per cui ti offriamo tutta la nostra solidarietà e cameratismo.
Tra noi c’è chi considera l’omosessualità una scelta come altre, chi un peccato, chi una malattia. Ma nessuno si rifiuta di discuterne e di essere solidale con qualunque omosessuale. O perlomeno questa è la linea del forum e chi non la rispettasse sarebbe cazziato all’istante.

Vorremmo però evitare l’empasse delle buone intenzioni: due si trovano ad un tavolo e con la massima buona volontà si impegnano a discutere. Dopo di chè segue scena muta.
Per evitare tale imbarazzante situazione vorremmo già offrirti qualche provocazione.
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L’impossibile (e terminale) riforma del femminismo

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Recentemente si sono verificate da parte femminista alcune apparenti aperture su temi che abbiamo a cuore noi QMisti. Meglio unire che dividere, ma in tali ripensamenti femministi c’è una contraddizione di fondo.
Sembrano più che altro un tentativo malriuscito (forse per mantenere privilegi e visibilità) di traghettare un’ideologia senescente in una società che comincia lentamente a capire, e a cambiare in meglio.
Il femminismo è un ramo secco della storia, che necessariamente cadrà: il fatto che cerchi di assimilare elementi ad esso contraddittori (che hanno solo l’effetto di un diserbante), non è che il segno che ormai si arrampica sugli specchi, non avendo più argomenti né presa sul sentire comune. Continua a leggere “L’impossibile (e terminale) riforma del femminismo”

“Religione laica”: la Repubblica riscopre il padre… e l’acqua calda

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Museo di storia naturale stile cattedrale

Recentemente è apparso su Repubblica (7 settembre) un articolo, in cui si riscopre l’importanza della figura del padre e si vagheggia la costruzione di una religione laica (ammesso che una religione si possa costruire).
È un segnale importante di cambiamento in atto, sia pure ai primi passi.
Particolarmente interessante il fatto che un giornale laicista ponga la figura paterna in relazione a valori trascendenti.
Come ho accennato in un precedente intervento, non si può ridare vera dignità alla figura dell’uomo e del padre, in un contesto di consumismo passivo e femminilizzato, senza un universo simbolico di riferimento.
L’articolo denota che siamo agli estremi languori del pensiero moderno, che ormai si arrampica sugli specchi e anche negli argomenti rivela le sue lacune e contraddizioni. Si cerca di colmarle ricorrendo a un ossimoro, la creazione di una sorta di religione laica, di cui è facile intuire quale scarso seguito avrebbe e che, visto il trattamento che la società riserva a categorie come uomini e padri, con tutta probabilità ricorderebbe certe derive della religione civile romana di neroniana memoria. Continua a leggere ““Religione laica”: la Repubblica riscopre il padre… e l’acqua calda”