Autore Topic: Fucilazione camerati X MAS da parte degli angloamericani e storia della Decima  (Letto 67608 volte)

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Avviso a vnd :

Non riuscirai a far cancellare il thread .

Personalmente  da adesso in poi mi dedicherò solo a questo thread .
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Standarte
Ma se il diritto bellico dell'epoca è incompleto perché non può aver previsto tutte le casistiche, è lecito considerare le nuove convenzioni nell'esame dei fatti storici.


Le convenzioni dell'Aja  autorizzavano anche l'asportazione dei genitali, degli occhi e del cuore?


All'epoca era già stata siglata la  Convenzione sul trattamento dei prigionieri di guerra, Ginevra, 27 luglio 1929.
Che, tuttavia, visti i suoi limiti sarà abrogata nel 1949.

Questo è doppiamente falso, è quasi femminista.
Io non ho mai scritto che le stupro fosse previsto da alcuna convenzione.
Nè risulta che il CLN abbia considerato lecite certe pratiche.
Il CLN, aveva invece dichiarato di svolgere le operazioni in conformità con le leggi e gli usi di guerra.

Va da se che, aderire o meno ad una convenzione, non è considerabile "crimine di guerra".
E' chiminale far parte di un Paese firmatario ma non applicarla.

Pansa ha scritto dei romanzetti. Nei suoi libri non cita le fonti.
Questo rende inutile la discussione accademica  dei suoi lavoro.

Lo storico che ha trattato gli stessi temi del Pansa ma con stile accademico è Gianni Oliva.


Anche quelli fascisti.

Io non nego nulla.
Preciso:
- il reato commesso da uno sbandato, al di fuori di un'operazione di combattimento, non è ascrivibile a tutte le formazioni partigiane.
- Lo stesso non si può dire per ciò che concerne il reato commesso da un repubblichino in uniforme, per giunta controllato da un ufficiale.

Tu hai parlato di partigiani cattolici.
Rileggiti.

Balle.


6)E quale crimine avrei giustificato per la precisione ?

Riporto il passaggio:
"2)E' falso il passaggio in cui si afferma : "le sevizie particolarmente efferate" ci sono stati se e no 2 casi in cui la Decima ha ecceduto che nel computo delle MIGLIAIA DI AZIONI DI GUERRA condotte dalla X° Flottiglia M.A.S. non sono nulla ; "
Le tue valutazioni personali non mi interessano.
Tanto più se si basano su affermazioni false.


Io mi riferivo ai fatti post bellici tanto cari al Pansa.


E tu l'hai capito benissimo.
E' proprio questo il punto.

I fatti post bellici non possono essere classificati come reati commessi da partigiani.
Visto che le formazioni partigiane erano state sciolte, si tratta indubbiamente di vendette private commesse da cittadini esasperati.
Con la resistenza non c'entrano nulla.

Nemmeno i reati del triangolo rosso sono reati partigiani.
Si tratta di azioni commesse da ex-partigiani comunisti frustrati per la "rivoluzione mutilata".

Ma senza CLN non si può più parlare di partigiani.
Si tratta un inutile tentativo di deliggittimare la resistenza.

Appunto.
Questa è una vendetta privata. Non un'azione partigiana.

Capitava.
Molta gente capisce soltanto i problemi quando ci sbatte il muso.
Chi non aveva figli o nipoti in età da militare, poteva non capire.
Ma la verità è che la maggior parte della gente di montagna era con loro. I partigiani non avrebbero mai potuto sopravvivere per 19 mesi se non avessero avuto dalla loro la popolazione.

E la popolazione fu con loro anche a causa (o grazie) ai crimini commessi dai fascisti.

Ma che cazzo stai dicendo ? Di quale atto isolato parli ?

LA STRAGE DELLA CARTIERA DI MIGNAGOLA AVVENNE QUANDO LA GUERRA NON ERA ANCORA FINITA AD ESEMPIO E FU COMPIUTA DA INTERI REPARTI DELLA BRIGATA PARTIGIANA COMUNISTA GARIBALDI !

La cartiera della morte, di Roberto Roggero







Nomi e riferimenti tratti dal libro di Antonio Serena, "La Cartiera della morte - Mignagola 1945", Casa Editrice Mursia, 2009"
 



La cartiera della morte Di Roberto Roggero
 
Stragi dimenticate
 



LA CARTIERA DELLA MORTE
 




Aprile-maggio 1945: il Paese è nel caos, si scatena la rabbia delle formazioni comuniste. Fra queste una particolarmente feroce agisce nei pressi di Treviso negli impianti delle cartiere Burgo.
 
Nelle settimane seguenti la fine della guerra in Italia, la Cartiera Burgo di Mignagola, zona a cavallo fra Breda di Piave, S.Biagio Callalta e Carbonera, non lontano da Treviso, è adibita a campo di prigionia dove, oltre agli arrestati fra le fila della Guardia Nazionale Repubblicana e Milizia RSI, sono riunite centinaia di persone rastrellate nel territorio, accusate di collaborazionismo o semplicemente sospettate. Il numero delle vittime non è mai stato stabilito con precisione. Solo un centinaio quelle identificate, molte altre, almeno novecento, sono sparite nelle acque del fiume Sile.
 
La banda del “Falco”
 
La formazione partigiana che per prima prende possesso della cartiera è comandata da un tale Piovesan, coadiuvato da elementi che parevano scelti per la loro predisposizione a sadismo e ferocia. Fra questi i tristemente celebri Luigi Pozzi, detto “Volpe” e Gino Simionato, detto “Falco” o “Buriccio”.
 
Secondo varie testimonianze, sono oltre 2.000 le persone prigioniere alla cartiera Burgo, diventata il regno incontrastato della banda di “Falco”, che concede mano libera ai propri uomini, assetati di vendetta, i quali si macchiano di crimini che vanno dalla fucilazione senza processo, a torture, stupri, sequestri di persona, uccisioni a colpi di bastone, piccone o badile, e crocifissioni.
 
Con quella di “Falco”, altre formazioni irregolari imperversano nella zona, come la banda “Cirillo” (Francesco Sabatucci), di Giampaolo Bottacin, di “Paoli” (Vladimiro Dorigo, che aveva autorità sulle formazioni “Fabris”), “Fortunello” (Antonio Sponchiado), “Romi” (Luigi Pagotto), la banda “Piton” (Dionisio Maschio), la “Balilla” (Dino Piaser), la banda “Russo” (Sebastiano Pastrello) e altre, spesso coadiuvate dal regista occulto di molti crimini, il già citato “Volpe”. Tristemente famose anche le formazioni “Matteotti”, nelle quali erano presenti alcuni soldati sovietici, come lo spietato capitano Walter Shadicov, uso a scaricare la propria pistola addosso a coloro che giudicava avere “una faccia antipatica” oppure a massacrare i volti dei medesimi con il calcio di un mitra.
 
Alla “cartiera maledetta” morire per una raffica di mitra era considerata quasi una fortuna, tuttavia, nonostante le prove a carico sull’assassinio accertato di oltre 400 persone (e le centinaia di cui non si è potuto sapere nulla), gli uomini della “banda Falco” vengono successivamente graziati in quanto tali atti sono fatti rientrare nella “lotta contro il nazifascismo”.
 
Il “Falco”, ovvero Gino Simionato, nato a Preganziol il 7 novembre 1920, comandante del battaglione “Falchi delle Grave”, è uno dei più controversi protagonisti della Guerra di Liberazione. Pare giunga nella zona del Piave nel settembre 1944, dopo aver combattuto nel territorio di Valdobbiadene, nei quadri della brigata partigiana “Mazzini”, e si fa subito notare per ferocia e determinazione. Uno dei compagni più assidui è Carlo Bisetto, detto “Zebra” o “Canea”, ex operaio della cartiera, che gli stessi componenti della banda definiscono fra i più crudeli e sanguinari. C’è poi Alfonso Benedetti, detto “Ferro”, uno dei più giovani ma non per questo meno spietato, ex commissario politico e membro di un tribunale del popolo, costretto a fuggire in Francia perché gli stessi compagni lo isolano a causa degli atti di cui si è reso colpevole. Tristemente celebre anche tale Silvio Cadono detto “Senna”, personaggio violento, alcolizzato, temuto dai suoi stessi compagni.
 
La cartiera Burgo è il regno di questi personaggi, che fra l’altro riescono ad ammassare in una località poco lontana, oltre 65 quintali di armi e munizioni, denunciate poi dalla popolazione, stanca degli abusi compiuti in nome di una libertà che ben poco aveva a che vedere con la sconfitta del nazifascismo.
 
 
 
L’Italia nel caos
 
In quella parte del Paese dove la presenza comunista era molto forte, la guerra, e le varie guerre personali, caratterizzano in modo drammatico lo scorcio di storia delle settimane precedenti la resa e dei mesi successivi. Non era raro che anche all’interno delle bande partigiane, rivalità e giochi politici conducessero a tragici epiloghi, un esempio per tutti, le malghe di Porzus. Episodi drammatici accadono non solo alla cartiera di Mignagola, ma in tutto il territorio dell’Italia nord orientale, come i venti giovani Carabinieri che, pur non avendo mai preso parte a nessuna azione militare, sono barbaramente torturati e massacrati alle Cave di Predil.
 
Fra le centinaia di persone uccise nei modi più barbari, alla cartiera i prigionieri venivano solitamente portati all’interno di stanzoni vuoti, per gli interrogatori, spesso condotti da Marcello Caldato noto come “Sauro”, quindi trasferiti in altre stanze dove il sangue sulle pareti e i fori dei proiettili sui muri erano un chiaro segno.
 
Francesco Grifoni, ex maresciallo della Guardia Nazionale Repubblicana, è fra gli arrestati il 30 aprile ’45, accolti a calci e pugni e derubati di ogni avere. Capitava che gruppi di internati venissero costretti a danzare scalzi sui vetri, prima di essere fucilati. Grifoni riferisce poi che le condizioni di prigionia si fanno più drammatiche quando alla cartiera cominciano ad arrivare i partigiani rimasti fino ad allora nascosti sui monti, fra cui molti che erano passati per le mani della polizia fascista o tedesca. Per questi la sete di vendetta è quindi al massimo. La confusione era padrona della situazione, tanto che non vengono nemmeno tenuti registri con i nomi dei prigionieri o elenchi con il materiale sequestrato.
 
 
 
L'intervento del CLN e degli alleati
 
 
 
Inizialmente, il comando delle formazioni “Garibaldi per il territorio di Treviso è situato nella elegante Villa Dal Vesco, i cui proprietari sono assassinati nel febbraio 1945. Poco tempo dopo vengono allestiti posti di blocco armati lungo tutte le strade del territorio, e cominciano gli arresti. Le persone sospettate di collaborazionismo, oppure esplicitamente denunciate sono rinchiuse nella cartiera Burgo.
 
Il 30 aprile una jeep americana con tre militari arriva alla cartiera ordinando la cessazione delle attività. In seguito all'intimazione degli americani, il 1° maggio il comando delle Brigate Garibaldi viene spostato all'asilo parrocchiale di Carbonera, ma arresti, torture ed uccisioni continuano.
 
I sei partiti politici impegnati nella liberazione e riuniti nel CLN (più il Partito Repubblicano) non riescono però ad estendere la propria autorità al settore militare, gestito dalle autorità alleate. Tuttavia il CLN aveva proprie strutture militari con una propria gerarchia, ma i rapporti con le formazioni partigiane combattenti non erano sempre facili e lineari. In particolare, il meglio organizzato era senza dubbio il PCI, con divisioni, brigate e battaglioni. Sui fatti di Mignagola il CLN ordina un'inchiesta, estesa anche ai fatti della Strage di Oderzo, e in seguito alle indagini compiute viene ordinato l’arresto di Gino Simionato, “Falco”, considerato responsabile dell'eccidio.
 
 
 
Processi farsa e testimonianze insabbiate
 
Oltre al quello di Francesco Grifoni (sopravvissuto perché trasferito al carcere di Treviso), i resoconti sugli orrori della cartiera di Mignagola sono diversi, e tutti incentrati su torture, episodi di inaudita ferocia. Testimonianze dirette di persone che porteranno fino alla morte i segni delle angherie subite sia a livello fisico che psicologico, e che non dimenticheranno i volti dei loro aguzzini, come tale “Dante”, al secolo Giovanni Brambullo, il cui passatempo era lo spaccare teste con una vanghetta militare, o un certo Antonio Pol, che si divertiva a mettere il fez fascista in testa ai prigionieri fissandolo con chiodi e martello, gettando poi i corpi nel fiume Sile, oppure sovrintendendo alle esecuzioni dei prigionieri che venivano crocifissi ad assi di legno.
 
Nella seconda metà del maggio 1945, al tribunale di Treviso giungono le prime segnalazioni dei familiari delle vittime, quindi i rapporti dei Carabinieri che segnalano le zone in cui sarebbero sepolti decine di corpi.
 
Ai primi di giugno 1945 il giudice Giovanni Berlanda ordina la esumazione e inizia ufficialmente il procedimento d’inchiesta. Le indagini compiute dal Tribunale Penale di Trieste risultano difficoltose fin dal principio a causa della reticenza di molti testimoni, tanto che in un rapporto dei Carabinieri si legge che “Nessuno vuole parlare...tutti sono terrorizzati, perché i colpevoli sono ancora in circolazione... coloro che potrebbero dare preziose notizie, vivono sotto l'incubo della rappresaglia o della vendetta”. Contro gli autori della strage viene infine istruito un processo nell'estate del 1945.
 
Alle udienze presiedute dal giudice Aldo Loasses è chiamato a testimoniare anche il parroco di Carbonera, don Ernesto Dal Corso: “La maggior parte delle uccisioni avvenne in seguito a processi burla,ai quali presenziavano tali Roberto Polo, Antonio Sponchiado, Giovanni Brambullo, Silvio Zancanaro, Gino Trevisi...(componenti della banda partigiana che aveva arbitrariamente costituito Corte Speciale del Tribunale del Popolo presso la cartiera – ndr)…Ho potuto apprendere dallo stesso Sponchiado che il 30 aprile era giunto l'ordine perentorio degli alleati di sospendere ogni esecuzione. Successivamente, invece, dicono che Gino Simionato abbia ucciso una quarantina di persone  a colpi di badile, ma si parlava anche di gente bruciata viva, amputazioni, pestaggi, insomma, una vera galleria degli orrori…”.
 
Anche il partigiano Marcello Caldato, (“Sauro”), rende testimonianza al processo: “Dopo che dal comando Piazza di Treviso era venuto l'ordine di sospendere le esecuzioni, credo che non ne siano più state fatte, anzi in cartiera lo posso escludere, fuori non lo posso sapere. Delle uccisioni fatte dal Falco, posso dire quanto mi è stato riferito, perché, se ben ricordo, i fatti sono avvenuti nel pomeriggio del 28; non posso dire se tale data sia precisa. Mi è stato riferito che nel pomeriggio sono venuti in cartiera Falco, Barba (Enrico Chiarin – ndr) e altri partigiani con un'autoblinda, reduci da un combattimento sostenuto a Monastier, dove era stato ucciso un cugino di Barba e un fratello di Falco. Hanno chiesto se ci fossero persone già condannate da fucilare. Fu loro detto di no, però so che c'erano 15 elementi della GNR che si erano arresi alla caserma Salsa, dopo aver consumato tutte le munizioni e dopo aver ucciso, sparando, il partigiano Laganà e ferito un altro partigiano, mentre si avvicinavano alla caserma con bandiera bianca per intimare la resa. Mi fu detto che Falco, Barba e qualche altro entrarono nello stanzone dove erano rinchiusi e li fecero fuori tutti a colpi di Sten...”.
 
Un’altra testimonianza è quella del partigiano Aldo Tognana, comandante della Piazza Militare di Treviso, riportata da ”Il Gazzettino” il 22 ottobre 2007: “Quando sono scesi i partigiani dalle montagne sono incominciate le retate. Una mattina passo il ponte di Santa Margherita e non c'era più nemmeno il parapetto del Sile. Era tutto coperto di sangue, di notte avevano portato lì i prigionieri, fascisti e non, li avevano uccisi e gettati nel fiume o bruciati nei forni della cartiera, o ancora sciolti nelle vasche di acido”.
 
Il seguito della vicenda è storia nota. Diversi aguzzini della cartiera sono identificati, arrestati, molti riescono a fuggire oltre confine, rifugiandosi fra le formazioni di partigiani jugoslavi, altri sono condannati a pesanti pene detentive e in maggior parte graziati. Altri fanno perdere le loro tracce. Il “Falco” è processato per l’omicidio dell’attore ventottenne Elio Marcuzzo (uno dei protagonisti di “Ossessione” di Luchino Visconti) e del fratello Armando, accusati di collaborazionismo per avere effettuato la traduzione, dal tedesco all’italiano, di un atto amministrativo richiesto dal Comune di Treviso. Anche questo caso, come gli altri, viene fatto rientrare nella lotta al nazifascismo e compreso quindi nella cosiddetta “amnistia Togliatti”.
 
La sentenza pronunciata nei confronti di Gino Simionato e dei suoi complici è la seguente: “Imputati di omicidio volontario ai sensi dell'art. 575 C.P. in relazione all'art. 81 cpv. C.P. e per taluni casi anche art. 61, n. 4 C.P. per avere negli ultimi giorni di aprile ed i primi di maggio 1945, in Mignagola e in altre località del mandamento di Treviso, con più azioni esecutive di un medesimo disegno criminoso, adoperando talvolta sevizie o agendo con crudeltà, cagionato la morte delle seguenti persone, catturate nel corso dei ripetuti rastrellamenti compiuti da formazioni partigiane impegnate nella lotta contro i fascisti o altri collaborazionisti dei tedeschi invasori o ritenuti tali:...(seguono i nomi delle 33 vittime al momento identificate - ndr) ...Per quanto sia altamente deplorevole la indiscriminazione con cui taluni partigiani o patrioti ebbero a sfogare la mal repressa rabbia, troppo spesso senza accertarsi prima della colpevolezza dei singoli individui rastrellati, fra i quali si trovavano certamente giovani aderenti al movimento contrario non per loro volontà, bensì per necessità o per costrizione; per quanto ripugni il pensiero che questi ultimi abbiano meritato di avere la vita stroncata, per mere apparenze e presunzioni, alle volte fallaci, resta pur fuori discussione l'intenzione, offuscata sia pure da torbide passioni di parte, mirante alla rappresaglia e allo sterminio contro chi direttamente o indirettamente aveva prestato il proprio braccio o la propria mente al servizio del nemico invasore e quindi estranea a ogni motivo o fine di vendetta personale non politica.
 
P.Q.M. visto gli art. 378,591 C.P.P., 151 C.P. e 2 e 4 N.1D.P. 22-6-1946, n.4 e 1 comma primo D.L.L. 17-XI-1945, n.719, sulle conformi conclusioni del P.M. dichiara non doversi procedere a carico degli imputati indicati in epigrafe in ordine ai reati loro rubricati, perchè estinti per effetto amnistia. Treviso, 24 giugno 1954.    Il Giudice Istruttore Favara”.
 
Simionato, prosciolto per i fatti della “cartiera della morte”, viene poi riconosciuto colpevole di altri reati e rimane in carcere dal 1946 al 1954, dopodichè ripara in Francia e se ne perdono le tracce.
 
Questa, come molte altre vicende dell’immediato dopoguerra, accadute in altri paesi liberati, in gran parte non sono stati ancora chiariti o volutamente dimenticati, perché coperti dalla volontà di silenzio dettato dalla ragione di stato nel periodo delle nuove alleanze.




CI SONO PERFINO ATTI DEI TRIBUNALI DEI VICITORI ! TESTIMONIANZE RESE DAI PARTIGIANI !



SAI CHE TI DICO VND ?

CHE NON HAI PROPRIO ALCUNA DIGNITA' NEGARE QUESTI FATTI STORICI SIGNIFICA AMMAZZARLI DUE VOLTE QUESTI POVERI CRISTI CHE SONO MORTI !

MA DEL RESTO QUALE DIGNITA' DI UOMO PUO' AVERE CHI ESALTA I VIGLIACCHI ?

Ma la brigata Garibaldi fu parte attiva di tantissime di queste stragi !

PER LA CENTESIMA VOLTA TI CITO ANCHE L'EPISODIO DI INES GOZZI AD OPERA DEI LURIDI PARTIGIANI COMUNISTI DELLA GARIBALDI DURANTE LA GUERRA !

RICORDATI CHE INES GOZZI E' REALMENTE ESISTITA COME SONO ANCHE RALMENTE ESISTITI I SUOI AGUZZINI MEMBRI DELLA BRIGATA GARIBALDI CHE LE FECERO QUEL CHE LE FECERO DURANTE LA GUERRA E NON DOPO !

Brigata Garibaldi
Questa storia, tratta da “Il Triangolo della Morte” Ed. Mursia, di Giorgio e Paolo Pisanò, ripercorre una delle tante eroiche imprese della Brigata Partigiana per eccellenza: “La Brigata Garibaldi” ovvero il nucleo partigiano che ha combattuto con tenacia e sprezzo del pericolo per la libertà e la democrazia.

Ines Gozzi, una bella ventiquattrenne di Castelnuovo Rangone (MO), è una studentessa universitaria, laureanda in lettere. Conoscendo la lingua tedesca è diventata l’nterprete del locale Comando Germanico. Ciò ha significato la salvezza del paese quando i partigiani hanno ucciso due soldati tedeschi nella zona e questi volevano distruggere l’abitato. E’ stata proprio Ines Gozzi a interporsi e a battersi perchè la rappresaglia fosse evitata. Così, da quel giorno, tutti gli abitanti di Castelnuovo Rangone lo sanno e gliene sono grati.

Ma tutti sanno anche che la ragazza è fidanzata con un ufficiale della Guardia Nazionale Repubblicana e questa è una colpa imperdonabile agli occhi dei “partigiani assassini -salvatori della patria- ed eroi coraggiosi pluridecorati“!

La notte del 21 gennaio 1945 una squadra di partigiani della brigata “Garibaldi” fa irruzione in casa Gozzi prelevando Ines e suo padre.

I due vengono portati in un casolare in aperta campagna e qui, davanti al genitore legato, la ragazza subisce le più atroci sevizie e le violenze più indicibili da tutti i “coraggiosi” componenti dell’”onorata” Brigata Garibaldi.

I partigiani garibaldini ubriachi la posseggono a turno, la picchiano, gli sputano addosso, le tagliano le unghie fino alla carne, gli spengono dei mozziconi di sigaretta negli occhi, poi le urinano addosso.
Tutto questo orrore davanti al padre legato, costretto ad assistere al martirio di quell’unica figlia nell’impotenza e nella consapevolezza che non ne sarebbero usciti vivi. Dopo essersi accaniti contro la povera Ines, i partigiani infieriscono su quel padre che oramai non si rendeva più conto di cosa stesse accadendo tanto era il dolore che gli avevano provocato quei porci stramaledetti!

All’alba del 22 gennaio 1945, dopo la lunga notte di baldoria, i “coraggiosi partigiani garibaldini“  finiscono padre e figlia con numerosi colpi di pistola alla testa. Verranno ritrovati e riesumati alcuni giorni dopo. I
l corpo della ragazza è tanto straziato, tanto sfigurato da dover essere nascosto agli occhi della madre.
Sui muri di Castelnuovo Rangone qualcuno scrive: “Bestie, avete ucciso la nostra salvatrice“.



Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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vnd

La pacchia è finita .

Dato che continui a lordare questo thread da me inizialmente aperto per ricordare i caduti della X°Flottiglia M.A.S. , io personalmente non esiterò ad intervenire ogni volta che tu parli nel forum di sinistra , fascisti e partigiani .

I crimini dei partigiani furono compiuti sia DURANTE che DOPO la fine della seconda guerra mondiale !

Decine di migliaia di persone vennero barbaramente ammazzate dai partigiani ! Le cui atrocità commesse costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità !

Come puoi pensare che sia stato il singolo gesto di qualche sbandato ?

Come fai a dire che decine di migliaia di persone siano state uccise per "vendetta privata" da persone "isolate" ?

Ma per caso hai bevuto alcolici ? :hmm:

Si proprio così la popolazione era con i partigiani.... :D

Tanto è vero che tutti i partigiani venivano catturati proprio grazie alle segnalazioni della popolazione....

Ecco un piccolo elenco di crimini commessi dai partigiani . Adesso mi dici quale di questo è storicamente falso e mai avvenuto...

Indice:

Agrate Conturbia (I morti di)

Acqui Terme (La strage di)

Argenta (La strage di)

Ausiliarie (La strage delle)

Avigliana (Il massacro di)

Base Operativa Est della X^ Mas (I trucidati della)

Battaglione “Sagittario” della X^ (I morti del)

Bersaglieri volontari (I caduti del 3° Rgt)

Biellese (I feroci massacri del)

Bologna (Le stragi di)

Botticino Sera e Santa Eufemia (La strage di)

Brescia (Le stragi di)

Brigate Nere (Il tributo di sangue delle)

Busto Arsizio (La strage nel carcere di)

Cartiera Burgo (Le stragi della)

Casteggio (La strage di)

Cesena (La strage del carcere di)

Codevigo (La strage di)

Collegno (La strage di)

Comacchio (La strage di)

Como (Le stragi di)

Compagnia “Adriatica” della X^ Mas (Il sacrificio della)

Compagnia “D’Annunzio” della X^ Mas (Il sacrificio della)

Compagnia “Sauro” della X^ Mas (Il sacrificio della)

Corriera della morte (La)

Distaccamento “Torino” della X^ (Il massacro del)

Ferrara (Eccidio del carcere giudiziario di)

Finalborgo (La strage di)

Foibe istriane (L’orrore delle)

Folgore (I massacrati del Btg)

Forlì (Le stragi di)

Francavilla Fontana (Brindisi) (Il rogo di)

Gazzaniga (La strage di)

Genova ( Le stragi di)

Govoni (L’eccidio dei fratelli)

Graglia (La strage di)

Guastatori del Genio II Btg (I caduti dei)

Imperia (Le stragi di)

Imperia (La strage del carcere di)

Liguria (Le stragi in)

Littorio (I trucidati della)

Lovere (Le prime vittime)

Lovere (La strage di)

Milano (Le stragi di)

Modena (Le stragi di)

Modenese (nefandezze nel)

Montebello (Gli uccisi del Btg)

Monte Manfrei (La strage di)

Monterosa (L’olocausto della)

Mussolini (I massacri del Btg)

9 settembre (Il sacrificio del Btg)

Oderzo (La strage di)

Omegna (Le stragi di)

Onesti Mario (La strage dei ragazzini di)

“Onore e Sacrificio” (Gli uccisi del Btg volontari mutilati)

Ospedale Psichiatrico di Vercelli (La strage dell’)

Ossero (La strage di)

Ozegna (L’eccidio di)

Padova (Le stragi di)

Pallotti Carlo (La strage della famiglia di)

Parma (Le stragi di)

Pavia (Le stragi di)

Pescarenico (Gli uccisi di)

Ponte Crenna (I massacrati di)

Ponte della Bastia (Gli scomparsi al)

Ponte di Greggio (I trucidati di)

Reggio Emilia (Le stragi di)

Rovetta (La strage di)

Samarate Varese (La strage di)

San Marco (I morti della Divisione

San Possidonio (La corriera della morte di)

Scalfaro Oscar Luigi (Le condanne a morte richieste dal P.M.)

Schio (Il massacro di)

Scuola Sommozzatori della X^ Mas (Il sacrificio della)

Secondo R.A.U. (L’eccidio del)

Sondrio (Le stragi di)

Sordevolo (La strage di)

Stradella (La strage di)

Stremiz Udine (L’eccidio di)
3° Rgt Milizia Difesa Territoriale “G.D’Annunzio” (Le stragi del)

Thiene (La strage nel carcere di)

Torino : L’assassinio dell’Aviere ferito Cristiano Fulvio

Trausella (TO) (Assassinio della levatrice di)

Treviso (Le stragi di)

Urgnano (L’eccidio di)

Valdobbiadene ( Gli N.P. trucidati a)
Varese (Le stragi di)

29^ Divisione SS (I trucidati della)

Vicenza (Le stragi di)

Visconti Adriano (L’assassinio del Maggiore)
Volto di Rosolina (Rovigo) (L’eccidio di)
Zogno (La strage di)

XIV Btg Costiero (Gli uccisi del)

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1)Appunto ci furono 2 episodi di torture ad opera di militi della Decima , ma le azioni di guerra furono MIGLIAIA . Il 99,9% delle azioni della Decima MAS furono azioni legittime di guerra .
Pertanto si può ragionavolmente dire che il comportamento complessivo della Decima fu corretto , pur nella condanna di questi singoli episodi .
Non puoi mica pretendere che io dica il falso .

2)Le affermazioni di Giorgio Bocca partigiano e sempre osannato dalla sinistra dimostra che la popolazione non stava da nessuna parte .
Tutto le forze armate della Repubblica Sociale Italiana assommavano ad 1.500.000 soldati .
I partigiani , invece , oscillavano tra i 50.000 - 60.000 (estate 1944) ed i 20.000- 30.000 (dicembre 1944) .
Ciò vuol dire che la resistenza NON ERA SENTITA NE' PARTECIPATA DA PARTE DEL POPOLO ITALIANO che nel nord contava più di 25.000.000 di persone !
E tu lo dovresti sapere bene , perchè ogni volta che mi capita di parlare con qualche anziano del posto (ed io abito al nord) mi dicono sempre "I fascisti...?Devi vedere quello che hanno fatto i partigiani...!"

Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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I crimini di Pescarenico(Lecco) , di Monte Mafrei (Savona) , di Oderzo , di Rovetta (Bergamo) , di Vercelli , di Valdabbinenei (Treviso) , i crimini contro il 2° R.A.U. , contro la "Monterosa" e la "Littorio" etc. etc. furono compiuti tutti da formazioni partigiane DURANTE la guerra !
Bizzarro popolo gli italiani. Un giorno 45 milioni di fascisti. Il giorno successivo 45 milioni tra antifascisti e partigiani. Eppure questi 90 milioni di italiani non risultano dai censimenti (Winston Churchill) https://storieriflessioni.blogspot.it/ il blog di Jan Quarius

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Fonte : http://www.unmondoditaliani.com/giuseppina-ghersi-violentata-e-uccisa-per-un-tema-che-aveva-ricevuto-il-plauso-di-mussolini-una-martire-da-non-dimenticare.htm

Anche questo avvenne DURANTE la guerra...

GIUSEPPINA GHERSI, VIOLENTATA E UCCISA PER UN TEMA CHE AVEVA RICEVUTO IL PLAUSO DI MUSSOLINI. UNA MARTIRE DA NON DIMENTICARE.

di Mina Cappussi -

LA PICCOLA AVEVA SCRITTO UN TEMA E LA MAESTRA L’AVEVA INVIATO AL CAPO DEL GOVERNO, RICEVENDO I COMPLIMENTI DELLA SEGRETERIA PARTICOLARE DEL DUCE, A TREDICI ANNI, DI QUALE ALTRA COLPA AVREBBE POTUTO MACCHIARSI? COLLABORAZIONISMO, LA SENTENZA DEL TRIBUNALE PARTIGIANO. DOPO INAUDITE VIOLENZE, RASATA A ZERO, IL CAPO IMBRATTATO DI VERNICE ROSSA. FINITA CON UN COLPO DI PISTOLA E GETTATA DAVANTI ALLE MURA DEL CIMITERO DI ZINOLA SU UN CUMULO DI CADAVERI. IL CORPO DISTESO NELLA FILA PER DIVERSI GIORNI. AVEVANO INFIERITO IN MANIERA BRUTALE SU DI LEI, SENZA RIUSCIRE A CANCELLARE LA SUA GIOVANE ETA'. UNA MANO PIETOSA AVEVA STESO SU DI LEI UNA SUDICIA COPERTA GRIGIA. L’ESPOSTO DEL PAPA’ GIOVANNI ALLA PROCURA DI SAVONA. DOPO 65 ANNI E’ GIUNTA L’ORA DI FARE GIUSTIZIA.

(UNMONDODITALIANI) Giuseppina Ghersi (1931 – 30 aprile 1945) era una studentessa di 13 anni dell'istituto magistrale "Maria Giuseppa Rossello" del quartiere “La Villetta” di Savona. Una bambina accorta e diligente, figlia di commercianti ortofrutticoli abitava in via Tallone, attualmente via Donizetti. Dall’esposto del padre, Giovanni Ghersi, presentato al Procuratore della Repubblica di Savona in data 29 aprile 1949, di cui è possibile chiedere copia all’Archivio di Stato di Savona, e che consta di sei cartelle minuziosamente vergate a mano, riportato e parzialmente visibile all’indirizzo: http://www.ragazzidelmanfrei.it/giuseppinaghersi3.php?nws=5 leggiamo che: “Il 25 aprile ‘45, alle 5 pomeridiane” i partigiani, appena entrati a Savona, chiedono ai Ghersi del “materiale di medicazione” che la famiglia non esita a “fornire volentieri”. Il giorno successivo, come di consueto, i coniugi si dirigono verso il loro banco di frutta e verdura, ma in zona San Michele, poco dopo le 6.00 del mattino, sono fermati da due partigiani armati di mitra. Vengono portati al Campo di Concentramento di Legino , situato nella zona dell’odierno complesso delle Scuole Medie Guidobono, dove un terzo partigiano sequestra loro le chiavi dell’appartamento e del magazzino. Dopo circa mezz’ora viene deportata al Campo anche la cognata e i partigiani, senza testimoni, possono finalmente procedere rubando le merci dal negozio e tutti i beni della famiglia presenti in casa. Solo Giuseppina manca all’appello perché ospitata da alcuni amici di famiglia in Via Paolo Boselli 6/8.
 

I Ghersi, ormai detenuti da due giorni senza lo straccio di un’accusa, chiedono spiegazioni ai partigiani che rispondono rassicurandoli. Viene loro detto che si tratta di un semplice controllo e che hanno bisogno di fare delle domande alla figlioletta. Siccome Giuseppina aveva precedentemente vinto un concorso a tema ricevendo, via lettera, i complimenti da parte del Segretario Particolare del Duce in persona, trattandosi di una bonaria quisquilia, i genitori si persuadono circa le intenzioni dei partigiani e, accompagnati da uomini armati, vanno a prendere la piccola. L’intera famiglia Ghersi viene dunque tradotta nuovamente al Campo di Concentramento dove inizia il primo giorno di follia. E’ il pomeriggio del 27 Aprile 1945: madre e figlia vengono malmenate e stuprate mentre il padre, bloccato da cinque uomini, è costretto ad assistere al macabro spettacolo percosso dal calciodi un fucile su schiena e testa. Per tutta la durata della scena gli aguzzini chiedono al padre di rivelare dove avesse nascosto altro denaro e oggetti preziosi.

Giuseppina cade probabilmente in stato comatoso perché, come riferisce l’esposto al Procuratore, “non aveva più la forza di chiamare suo papà”.

Verso sera inizia a piovere e le belve, stanche di soddisfare i propri istinti, conducono Giovanni e Laura Ghersi presso il Comando Partigiano di Via Niella dove viene chiaramente detto che a loro carico non è emerso nulla. Nonostante ciò i partigiani li rinchiudono nel carcere Sant’Agostino.
Giuseppina subisce da sola un lungo calvario di sofferenze finché, il 30 Aprile 1945, viene finita con un colpo di pistola per poi essere gettata davanti alle mura del Cimitero di Zinola su un cumulo di cadaveri. Il corpo viene disteso dal personale del luogo nella fila dei riconoscimenti dove per diversi giorni. Qui viene notato dal Sig. Stelvio Murialdo per alcuni agghiaccianti particolari. Riportiamo, testualmente, dalla memoria del Sig. Stelvio Murialdo: “E proprio il primo era un cadavere di donna molto giovane; erano terribili le condizioni in cui l' avevano ridotta, evidentemente avevano infierito in maniera brutale su di lei, senza riuscire a cancellare la sua giovane eta'. Una mano pietosa aveva steso su di lei una SUDICIA COPERTA GRIGIA che parzialmente la ricopriva dal collo alle ginocchia. La guerra ci aveva costretto a vedere tanti cadaveri e in verità, la morte concede ai morti una distesa serenità; ma lei , quella sconosciuta ragazza NO!!! L' orrore era rimasto impresso sul suo viso, una maschera di sangue, con un occhio bluastro, tumefatto e l' altro spalancato sull' inferno. Ricordo che non riuscivo, come paralizzato, a staccarmi da quella povera disarticolata marionetta, con un braccio irrigidito verso l' alto,come a proteggere la fronte, mentre un dito spezzato era piegato verso il dorso della mano.”

La Sig.ra Ghersi viene rilasciata dopo 12 giorni di detenzione ed è costretta a recarsi presso al sede Comunista del quartiere Fornaci per domandare le chiavi della propria casa. Queste le vengono restituite solo il giorno successivo quando, accompagnata da un caporione del PCI, può riappropriarsi parzialmente dell’appartamento: il funzionario politico provvede infatti a sigillare tutte le camere eccetto una stanzetta e la cucina.

E’ quasi estate e il marito viene liberato dal carcere l’11 giugno senza mai essere stato interrogato per tutta la durata della detenzione. In questa circostanza apprende la notizia della morte di sua figlia e, nonostante il tremendo peso che aggrava il suo cuore, ritrova dentro casa la moglie prossima alla follia.

Il Sig. Ghersi si rivolge alla Questura dove, per via delle ruberie, gli viene corrisposto un acconto di 150.000 Lire mentre un agente si offre d’aiutarlo nella rimozione dei sigilli apposti ai locali della propria casa.

L’uomo, dovendo provvedere a moglie e cognata, viene assunto “per compassione” presso il consorzio ortofrutticolo dove riesce a percepire il minimo necessario per sopravvivere.
 Sembra quasi che le cose tendano verso una certa normalizzazione, quando la notte dell’11 Luglio, a un mese esatto dalla scarcerazione di Giovanni, si iniziano ad avvertire alcuni rumori che svegliano di sobbalzo la famiglia. Un gruppo non identificato di persone cerca di forzare la porta di casa Ghersi che, fortunatamente, non cede.

Giovanni e Laura non riescono più a sostenere l’onere delle violenze subite e fuggono da Savona affrontando una vita di stenti e povertà incontrando in ogni dove il sospetto dei funzionari politici del Pci. Situazione del tutto simile a quella dei profughi istriani che, giunti in Italia, si trovano costretti a fuggire in altri paesi per via della pressione esercitata sul Governo, da parte del Partito Comunista Italiano. “Abbiamo dovuto scappare - si legge nell’esposto del Sig Giovanni - all’alba come ladri, da casa nostra, dalla nostra città , senza mezzi e senza lavoro, vivendo per anni in povertà e miseria, pur sapendo che gli assassini della mia bambina di appena 13 anni, vivevano nel lusso impuniti, onorati e riveriti, con i nostri soldi e di tutti quelli che erano morti o che erano dovuti scappare.

LA MEMORIA NEGATA

Negli anni ’50 il Sig. Stelvio Murialdo insieme ad altri amici decide di fissare un incontro periodico per cercare di dar voce alle storie negate dalla vulgata resistenziale. Nasce il primo gruppo dell’Associazione Ragazzi del Manfrei. Sono anni difficili attraversati da un filo rosso di omicidi come testimonia, ad esempio, il delitto del Commissario Salemi messo a tacere dalla misteriosa “Pistola Silenziosa”. L’unico ambiente che accoglie queste testimonianze è quello del Movimento Sociale Italiano col conseguente isolamento che ne consegue. I familiari delle vittime così come i testimoni oculari sono tacciati di essere dei nostalgici del Fascismo e né i giornali né gli autori di storia locale concedono cittadinanza a simili storie.

Passano i decenni finché, a livello nazionale, sembra aprirsi qualche spiraglio di speranza: il 2005 è l’anno del primo giorno del ricordo per i martiri delle Foibe e, timidamente, nel 2008 alcuni iniziano a chiedere alla locale sede de La Stampa di Savona la possibilità di parlare finalmente di Giuseppina Ghersi. Il Consigliere di Circoscrizione Vito Cafueri chiede, senza successo, che la piccola ottenga una targa in sua memoria nel quartiere Fornaci. Sembra comunque che il clima stia cambiando: l'ex senatore del Pci Giovanni Urbani, all'epoca commissario politico della divisione partigiana Gin Bevilacqua, dichiara: «Sono sceso a Savona proprio quel giorno ma non sapevo di questo episodio che merita di certo un approfondimento negli archivi. Non sarebbe un caso isolato. Venivamo da una guerra civile in cui era successo veramente di tutto» ma le reazioni non tardanoe la Sig.ra Vanna Vaccani Artioli, per 27 anni Segretaria Provinciale e Consigliere Nazionale dell’Anpi afferma: «Mi ricordo Giuseppina Ghersi. Era poco più che una ragazzina ma collaborava con i fascisti. La sua fu sicuramente un'esecuzione». L’infondata accusa di collaborazionismo non può essere ribattuta perché, nel contempo, i parenti di uno dei partigiani probabilmente coinvolti nel fatto, denunciano La Stampa richiedendo un risarcimento che per legge spetta loro visto che il crimine in questione è stato amnistiato dalla Repubblica Italiana e a nessuno può essere imputato. I giornali scelgono di non parlare più del fatto fino all’11 febbraio 2010 quando La Stampa concede un piccolo ritaglio alla notizia dell’interpellanza del Consigliere Comunale Alfredo Remigio che, in sostegno all’iniziativa lanciata dai Ragazzi del Manfrei, chiede che sia “intitolato uno spazio pubblico o, quantomeno, istituito un Giorno del Ricordoin memoria di Giuseppina Ghersi”. Il Comune di Savona respinge la richiesta e in tutta Italia, via internet, sorgono gruppi spontanei in sostegno alla memoria di Giuseppina Ghersi. i Settori dell’estrema sinistra insorgono su vari siti e blog.

L’enciclopedia “libera” Wikipedia nega ripetutamente la possibilità di redigere una pagina a memoria dei fatti, mentre l’Anpi, alla richiesta di collaborazione avanzata dai Ragazzi del Manfrei, risponde col silenzio.
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Nella foto Giuseppina Ghersi e dietro gli "eroi" partigiani...

http://img547.imageshack.us/img547/5024/aesc.jpg

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1)Appunto ci furono 2 episodi di torture ad opera di militi della Decima , ma le azioni di guerra furono MIGLIAIA . Il 99,9% delle azioni della Decima MAS furono azioni legittime di guerra .
Pertanto si può ragionavolmente dire che il comportamento complessivo della Decima fu corretto , pur nella condanna di questi singoli episodi .
Non puoi mica pretendere che io dica il falso .

2)Le affermazioni di Giorgio Bocca partigiano e sempre osannato dalla sinistra dimostra che la popolazione non stava da nessuna parte .
Tutto le forze armate della Repubblica Sociale Italiana assommavano ad 1.500.000 soldati .
I partigiani , invece , oscillavano tra i 50.000 - 60.000 (estate 1944) ed i 20.000- 30.000 (dicembre 1944) .
Ciò vuol dire che la resistenza NON ERA SENTITA NE' PARTECIPATA DA PARTE DEL POPOLO ITALIANO che nel nord contava più di 25.000.000 di persone !
E tu lo dovresti sapere bene , perchè ogni volta che mi capita di parlare con qualche anziano del posto (ed io abito al nord) mi dicono sempre "I fascisti...?Devi vedere quello che hanno fatto i partigiani...!"

E' evidente che frequentiamo gente diversa.
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E' evidente che frequentiamo gente diversa.

Ma a chi vorresti prendere in giro...?
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La pacchia è finita .

Dato che continui a lordare questo thread da me inizialmente aperto per ricordare i caduti della X°Flottiglia M.A.S. , io personalmente non esiterò ad intervenire ogni volta che tu parli nel forum di sinistra , fascisti e partigiani .

I crimini dei partigiani furono compiuti sia DURANTE che DOPO la fine della seconda guerra mondiale !

Decine di migliaia di persone vennero barbaramente ammazzate dai partigiani ! Le cui atrocità commesse costituiscono crimini di guerra e crimini contro l'umanità !

Come puoi pensare che sia stato il singolo gesto di qualche sbandato ?

Come fai a dire che decine di migliaia di persone siano state uccise per "vendetta privata" da persone "isolate" ?

Ma per caso hai bevuto alcolici ? :hmm:

Si proprio così la popolazione era con i partigiani.... :D

Tanto è vero che tutti i partigiani venivano catturati proprio grazie alle segnalazioni della popolazione....

Ecco un piccolo elenco di crimini commessi dai partigiani . Adesso mi dici quale di questo è storicamente falso e mai avvenuto...




Pacchia?
Quale pacchia?

Parteggi spudoratamente per una parte che ha collaborato a far fuori almeno tredici milioni di persone.
Uomini, donne e bambini.

E vorresti dare a me lezioni di storia e civiltà?

Al posto tuo farei meno il gradasso.
Altro che arroccarsi su posizioni indifendibili.




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Ma a chi vorresti prendere in giro...?

No. Chi vuoi prendere in giro tu.

Dici che vivi al Nord.
Ma i tuoi nonni non erano del Nord, vero?

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Pacchia?
Quale pacchia?

Parteggi spudoratamente per una parte che ha collaborato a far fuori almeno tredici milioni di persone.
Uomini, donne e bambini.

E vorresti dare a me lezioni di storia e civiltà?

Al posto tuo farei meno il gradasso.
Altro che arroccarsi su posizioni indifendibili.


E tu invece ne parteggi per una che ne ha causati almeno 100.000.000 milioni...
Uomini , donne e bambini .
E vorresti dare a me lezioni di storia e civiltà? (citandoti)
 

Io ho voluto ricordare la X° MAS non altro . Non ci sto che vengano etichettati tutti come dei "criminali" in quanto la stragrande maggioranza di loro si battè valorosamente e questo è stato ampiamente riconosciuto anche dal nemico .
Non ci sto che i vigliacchi vengano ricordati da eroi .
La guerra fini ad Aprile 1945 perchè il 19 Aprile 1945 venne sfondata la Linea Gotica a sud di Bologna e le truppe inglesi , canadesi , neozelandesi , polacche , indiane , statunitensi , brasiliane , greche  della Francia Libera e del Regno d'Italia dilagarono nelle città del Nord Italia . 
Io crimini compiuti dai repubblichini e dai tedeschi come le stragi di Marzabotto e Sant'Anna di Stazzema , li riconosco e li ammetto e soprattutto li condanno .
Come pure ho sempre condannato gli errori commessi dal fascismo come le leggi razziali del 1938 etc.
Sei tu che neghi i crimini commessi dai partigiani , li sminuisci , li travisi e li giustifichi .
Così facendo tu ammazzi 2 volte tutti gli uomini , donne e bambini che sono morti a causa dei crimini partigiani .
Ma a te non te ne frega niente...
A te interesse che venga propagandato e diffuso il "mito" degli eroi della resistenza...un mito che non esiste...una farsa...una presa in giro...una burla...
Nessun gradasso , io non mi invento nulla , io mi limito solo a riportare dei fatti storici , e se questi fatti storici che riporto tu ritieni che non siano mai accaduti o che siano accaduti diversamente mi citi il fatto storico specifico , mi spieghi le tue motivazioni e si discute di questo .
La tua è solo arroganza tipica dei sinistri nel voler difendere un dogma creato ad arte...
Come un mulo col paraocchi...
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No. Chi vuoi prendere in giro tu.

Dici che vivi al Nord.
Ma i tuoi nonni non erano del Nord, vero?

Dalla parte materna , dalla parte paterna no .
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Tu puoi pure continuare ad andare a piagnucolare da Cosmos in wiki chiedendo che io non sia più un wiki , ma , non puoi di certo pretendere che io scriva ciò che più ti aggrada .
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Offline Massimo

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Scusate di nuovo: TUTTI. Adesso ve lo devo proprio dire:
LA VOLETE PIANTARE UNA BUONA VOLTA CON QUESTA SERIE DI BOTTA E RISPOSTA CHE NON APPRODA A NULLA E NON SERVE A NULLA, SI' O NO?
Sul tema si è già discusso. Adesso questa non è più una discussione: è una EUNUCOMACHIA.
E chi sa il greco conosce il significato della parola. Gli adulti, gli uomini hanno parlato abbastanza.
Adesso vanno avanti a litigare tra loro solo i bambini petulanti. Ora spero si taccia.