Autore Topic: contro il lavoro  (Letto 2990 volte)

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contro il lavoro
« il: Settembre 25, 2016, 22:37:16 pm »
nella nostra società il "lavoro" è ancora un elemento dominante, specie per il sesso maschile.

si viene qualificati per il lavoro. 

dopo nome e cognome, "cosa fai nella vita?" intendendo che  "lavoro fai" è la seconda delle classiche domande.

personalmente mi ritengo anche io succube di questo condizionamento e non so decidere quanto sia spontaneo nel mio essere e quanto sia invece imposto dalla società.

segnalo pertanto questa discussione: contro i lavoro
https://forum.termometropolitico.it/711841-contro-il-lavoro.html
Io ho riposto le mie brame nel nulla.
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Offline Vicus

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Re:contro il lavoro
« Risposta #1 il: Settembre 25, 2016, 23:08:59 pm »
Ancora oggi si idolatra il lavoro, che di per sé è un semplice mezzo di sostentamento. Pensi anche tu che il lavoro come lo conosciamo oggi stia diventando obsoleto?
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Jason

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Re:contro il lavoro
« Risposta #2 il: Settembre 25, 2016, 23:38:52 pm »
Il lavoro oggi è come il sesso . Idolatrato fino allo stremo , si deride chi non vi può accedere ( choosy, sfaticati, mammoni* , etc.) , in certe aziende disumanizzato** , e non vi possono soprattutto accedere tutti  . E' come far annusare una bella bistecca ad una persona affamatissima senza che essa possa nemmeno toccarla . Esattamente come viene concepito il sesso oggi .

Sono il primo a criticare la schifezza di quello che è diventata la società scandinava, ma se loro, come pare, hanno deciso di estendere il tetto di 6 ore lavorative al giorno anche ai privati, anzichè 8, hanno tutto il mio plauso . Già lavorare 6 ore al giorno è troppo , però è accettabile . 7 ( dove lavoro io fanno anche 7 ore a volte) siamo appena al di fuori , secondo me .

Discorso diverso ovviamente per gli artigiani , meccanici, etc. i quali hanno piena autonomia lavorativa e quindi hanno un approccio e una reazione al lavoro completamente diversi .


*Che poi usano mammone come offesa, quando essere attaccati alla propria madre non è nulla di offensivo.

** Nella patria della civiltà , ossia gli USA, già molte aziende per non dare ai dipendenti il tempo per andare al bagno, impongono i pannoloni .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

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Re:contro il lavoro
« Risposta #3 il: Settembre 25, 2016, 23:52:25 pm »
Ancora oggi si idolatra il lavoro, che di per sé è un semplice mezzo di sostentamento. Pensi anche tu che il lavoro come lo conosciamo oggi stia diventando obsoleto?

penso che diventerà un bel problema.

siamo passati da un lavoro che dava comunque soddisfazione e riempiva:  la caccia o l'agricoltura o l'artigianato.
in cui è tangibile l'intrecciarsi di legami umani e il frutto del proprio sforzo (senza con questo esaltare periodi duri in cui su quei lavori ci si spezzava la schiena, talvolta letteralmente e non si produceva abbastanza)

ad un lavoro in luoghi chiusi e senza contatti "naturali" con persone e ambiente, prima come operai  in fabbriche e poi nella società del terziario in uffici (almeno nel mondo sviluppato). 
luoghi non naturali dove quelle che tradizionalmente consideriamo "virtù" sono spesso dei difetti.   



io mi pongo le seguenti domande:

è la natura maschile connessa davvero al lavoro?  e in caso positivo (anche parzialmente) cosa succederà  al maschile in caso dovesse finire il lavoro? 

se le macchine e l'informatica andranno a sostituire gli uomini e occorreranno solo un numero percentualmente piccolo di persone che lavorano, cosa succederà alla gran massa che non rientra nei parametri per lavorare?  oggi è in qualche modo visibile il disagio della disoccupazione. e siamo all'11%.


la mia opinione sulla tua domanda è che ogni rivoluzione tecnologica ha prodotti nuovi lavori.
non so quanto la rivoluzione tecnologica dell'informazione possa ripetere questa cosa.
se io posso fare quasi tutto online nei pagamenti che senso hanno tutte le persone agli sportelli bancari?
se presto diventeranno di prassi le auto che si autoguidano cosa servono gli autisti?  (ok la supervisione ma si può fare in remoto o cmq pagandola meno)
se i cinesi comprano la kuka:
http://www.lastampa.it/2016/05/21/economia/la-cina-punta-sui-robot-tedeschi-per-costruire-il-boom-dei-consumi-interni-8gY4wZ9vRPtzJj65XlBCOJ/pagina.html
e già esistono fabbriche quasi totalmente automatizzate, cosa si farà con gli operai?

personalmente la fine sociale del lavoro non mi distruggerebbe.
forse di più la fine del mio lavoro personale in un mondo che lavora.
perchè non mi colpisce la fine del lavoro se fosse totale? perchè ho degli hobby e non mi dispiacerebbe seguirli nè tornarmene in campagna e coltivare un fazzoletto di terra.
le risorse forse per il reddito di cittadinanza vi sono.  ma io diffido molto delle elite. e a gestire questo reddito sarebbero poi elite. questo reddito ci rammollirebbe come gli spettacoli dei gladiatori per i cittadini romani?   

e tu come la vedi?


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Online Frank

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Re:contro il lavoro
« Risposta #4 il: Settembre 25, 2016, 23:53:26 pm »
Il lavoro oggi è come il sesso . Idolatrato fino allo stremo , si deride chi non vi può accedere ( choosy, sfaticati, mammoni* , etc.) , in certe aziende disumanizzato** , e non vi possono soprattutto accedere tutti  . E' come far annusare una bella bistecca ad una persona affamatissima senza che essa possa nemmeno toccarla . Esattamente come viene concepito il sesso oggi .

Sono il primo a criticare la schifezza di quello che è diventata la società scandinava, ma se loro, come pare, hanno deciso di estendere il tetto di 6 ore lavorative al giorno anche ai privati, anzichè 8, hanno tutto il mio plauso . Già lavorare 6 ore al giorno è troppo , però è accettabile . 7 ( dove lavoro io fanno anche 7 ore a volte) siamo appena al di fuori , secondo me .

Discorso diverso ovviamente per gli artigiani , meccanici, etc. i quali hanno piena autonomia lavorativa e quindi hanno un approccio e una reazione al lavoro completamente diversi .

Io non ho mai lavorato sei o sette ore al giorno, bensì otto o nove, mentre per quanto riguarda i  meccanici, i carrozzieri, etc, ne ho conosciuti diversi che lavoravano anche dieci ore al giorno.*

Il problema della riduzione dell'orario di lavoro è che va di pari passo con la diminuzione dello stipendio.

@@

* Un mio amico, meccanico ormai cinquantenne, che iniziò a lavorare in officina a soli 14 anni, mi raccontava che all'epoca lavorava 55-57 ore alla settimana, senza che gli venissero pagati non solo gli straordinari ma anche quello che gli spettava da contratto, che era di 40 ore settimanali.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:contro il lavoro
« Risposta #5 il: Settembre 26, 2016, 02:29:53 am »
Ancora oggi si idolatra il lavoro, che di per sé è un semplice mezzo di sostentamento. Pensi anche tu che il lavoro come lo conosciamo oggi stia diventando obsoleto?
Grazie a robot sì .
 La cultura del lavoro alla fine è una non cultura , senza etica non si va da nessuna parte . E l'etica è stata fatta scappare perché rompeva ...



Offline Vicus

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Re:contro il lavoro
« Risposta #7 il: Settembre 26, 2016, 10:42:30 am »
 
penso che diventerà un bel problema.

siamo passati da un lavoro che dava comunque soddisfazione e riempiva:  la caccia o l'agricoltura o l'artigianato.
in cui è tangibile l'intrecciarsi di legami umani e il frutto del proprio sforzo (senza con questo esaltare periodi duri in cui su quei lavori ci si spezzava la schiena, talvolta letteralmente e non si produceva abbastanza)

ad un lavoro in luoghi chiusi e senza contatti "naturali" con persone e ambiente, prima come operai  in fabbriche e poi nella società del terziario in uffici (almeno nel mondo sviluppato). 
luoghi non naturali dove quelle che tradizionalmente consideriamo "virtù" sono spesso dei difetti.   



io mi pongo le seguenti domande:

è la natura maschile connessa davvero al lavoro?  e in caso positivo (anche parzialmente) cosa succederà  al maschile in caso dovesse finire il lavoro? 

se le macchine e l'informatica andranno a sostituire gli uomini e occorreranno solo un numero percentualmente piccolo di persone che lavorano, cosa succederà alla gran massa che non rientra nei parametri per lavorare?  oggi è in qualche modo visibile il disagio della disoccupazione. e siamo all'11%.


la mia opinione sulla tua domanda è che ogni rivoluzione tecnologica ha prodotti nuovi lavori.
non so quanto la rivoluzione tecnologica dell'informazione possa ripetere questa cosa.
se io posso fare quasi tutto online nei pagamenti che senso hanno tutte le persone agli sportelli bancari?
se presto diventeranno di prassi le auto che si autoguidano cosa servono gli autisti?  (ok la supervisione ma si può fare in remoto o cmq pagandola meno)
se i cinesi comprano la kuka:
http://www.lastampa.it/2016/05/21/economia/la-cina-punta-sui-robot-tedeschi-per-costruire-il-boom-dei-consumi-interni-8gY4wZ9vRPtzJj65XlBCOJ/pagina.html
e già esistono fabbriche quasi totalmente automatizzate, cosa si farà con gli operai?

personalmente la fine sociale del lavoro non mi distruggerebbe.
forse di più la fine del mio lavoro personale in un mondo che lavora.
perchè non mi colpisce la fine del lavoro se fosse totale? perchè ho degli hobby e non mi dispiacerebbe seguirli nè tornarmene in campagna e coltivare un fazzoletto di terra.
le risorse forse per il reddito di cittadinanza vi sono.  ma io diffido molto delle elite. e a gestire questo reddito sarebbero poi elite. questo reddito ci rammollirebbe come gli spettacoli dei gladiatori per i cittadini romani?   

e tu come la vedi?
Secondo me la natura maschile non è necessariamente legata al lavoro per come lo conosciamo.
Oggi tutti i principali lavori (spesso anche di concetto) sono o possono essere automatizzati.
Il reddito integrativo di cittadinanza fu già sperimentato nel '700 (legge Speenhamland) con pessimi risultati: scarsa produttività e scarsa fruizione del tempo libero, la popolazione era così demotivata che vegetava senza far nulla.
Il lavoro del prossimo futuro sarà molto diverso da quello attuale, e si situerà nell'ambito dell'informazione, della soluzione di problemi.
I confini tra lavoro e "gioco" (tempo libero) si attenueranno sempre più. I bambini e anche gli adulti saranno pagati per imparare.
Problemi anche complessi (scoperte scientifiche, ecc.) saranno sottoposti alla generalità della popolazione tramite sondaggi pagati (si fa già ora col software, coi test dei consumatori, ecc,). Quando milioni di persone possono applicarsi a rispondere a un quesito c'è sempre qualcuno che trova la soluzione, molto più facilmente che poche decine di specialisti.
Sembrano ipotesi troppo remote? Già adesso l'informazione genera direttamente reddito (Youtube).
Quel che manca ancora è una mentalità che privilegi l'essere umano al profitto e impieghi la tecnologia a beneficio dell'uomo.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Vicus

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Re:contro il lavoro
« Risposta #8 il: Settembre 27, 2016, 01:05:15 am »
PS: Bisogna recuperare il contatto con la natura e i suoi ritmi, anche in città dove gli spazi dovrebbero ritrovare una dimensione umana.
Comunque le città sono obsolete (v. file allegato), qualunque caffè con TV, riviste e giornali è cosmopolita come Milano o New York.
« Ultima modifica: Settembre 27, 2016, 10:22:26 am da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Sebastiano

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Re:contro il lavoro
« Risposta #9 il: Settembre 27, 2016, 09:04:55 am »
PS: Bisogna recuperare il contatto con la natura e i suoi ritmi, anche in città dove gli spazi dovrebbero ritrovare una dimensione umana.
E' proprio vero
« Ultima modifica: Settembre 27, 2016, 10:22:45 am da Vicus »

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Re:contro il lavoro
« Risposta #10 il: Settembre 27, 2016, 22:27:39 pm »
PS: Bisogna recuperare il contatto con la natura e i suoi ritmi, anche in città dove gli spazi dovrebbero ritrovare una dimensione umana.
Comunque le città sono obsolete (v. file allegato), qualunque caffè con TV, riviste e giornali è cosmopolita come Milano o New York.

si ma in campagna nessuno ci vuole stare.
neanche i pensionati.
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Offline Vicus

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Re:contro il lavoro
« Risposta #11 il: Ottobre 04, 2016, 16:28:56 pm »
L'automazione è una rivoluzione discreta ma epocale che sta cambiando radicalmente la nozione di lavoro: già oggi, disoccupazione a parte, molti impieghi sono sorpassati come il tram a cavalli. I confini tra lavoro e tempo libero stanno sparendo.
E' un'opportunità unica per l'umanità, ma la classe politica è ferma al 19° secolo: vede gli esseri umani come macchine imperfette ed obsolete, da tener buone per un po' con trastulli vari per poi liquidarli completamente.

Wayne O. Evans, psichiatra militare direttore dell'U.S. Army Stress Laboratory di Natik (Massachusetts), e Nathan Mine, eugenista :ohmy: della Columbia University, descrivono efficacemente la distopia in incubazione in certi laboratori del pensiero sociopolitico:

"La cultura americana muove verso una “società sensata”. L’accento vien posto sempre più sull’esperienza sensoriale e sempre meno su filosofie razionaliste o orientate al lavoro. Stiamo andando verso un’era, in cui un lavoro significante sarà possibile solo per una minoranza: in quell’era, afrodisiaci chimici saranno accettati come un mezzo comune di occupare il tempo."

« Ultima modifica: Ottobre 04, 2016, 16:39:54 pm da Vicus »
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Online Frank

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Re:contro il lavoro
« Risposta #12 il: Ottobre 04, 2016, 19:12:35 pm »
Vicus
Citazione
L'automazione è una rivoluzione discreta ma epocale che sta cambiando radicalmente la nozione di lavoro
Citazione
I confini tra lavoro e tempo libero stanno sparendo.

Vicus, perdonami, ma come vivranno i disoccupati di domani?
Chi gli darà i soldi per vivere?


Citazione
in quell’era, afrodisiaci chimici saranno accettati come un mezzo comune di occupare il tempo."

E chi fornirà quegli afrodisiaci chimici?
Lo Stato? Gratuitamente?
Perché è chiaro che un disoccupato non ha soldi in tasca.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline Sebastiano

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Re:contro il lavoro
« Risposta #13 il: Ottobre 04, 2016, 19:22:19 pm »
Vicus
Vicus, perdonami, ma come vivranno i disoccupati di domani?
Chi gli darà i soldi per vivere?
Lo Stato. Ormai un reddito minimo di cittadinanza è irrinunciabile.

Online Frank

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Re:contro il lavoro
« Risposta #14 il: Ottobre 04, 2016, 19:24:27 pm »
Lo Stato. Ormai un reddito minimo di cittadinanza è irrinunciabile.

E cosa ci fai con un reddito minimo?
E lo Stato dove li va (andrebbe) a pescare quei soldi?
Quindi vivremo (vivranno) tutti in una specie di società "comunista", ancor più evoluta, dove lo Stato penserà a tutto?
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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