Autore Topic: Riflessioni di una femminista zitella  (Letto 13746 volte)

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #45 il: Maggio 27, 2016, 00:11:36 am »
Ma per fare un esempio, c'è differenza fra ucraina e polonia, fra romania e ungheria , fra bulgaria e russia .

Questo è ovvio, come è ovvio che c'è differenza tra Italia e Spagna, tra Portogallo e Grecia, tra Francia e Inghilterra, ecc ecc.
Resta il fatto che anche i paesi dell'est hanno le loro rogne.

http://www.minori.it/it/news/i-numeri-europei-ventisette-paesi-ue-confronto-sui-dati-dellinfanzia
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"I numeri europei". Ventisette paesi UE a confronto sui dati dell'infanzia
24 April 2008 - 12:00am   

Come cambia la vita delle famiglie e soprattutto dei bambini e degli adolescenti nei paesi dell'Unione? Nel Quaderno del Centro Nazionale n.44, "I numeri europei", per la prima volta vengono confrontati i dati dei 27 Paesi, attraverso quattordici aree tematiche.

L'Europa è cresciuta. Agli storici 15 paesi si sono aggiunti i 10 del blocco dell'Est e dal 1 gennaio 2007, sono entrate nell'Unione Europea Bulgaria e Romania. Ma come è la vita di famiglie e soprattutto di bambini e degli adolescenti nei paesi dell'Unione? Non è nuovo questo tema, ma per la prima volta è stato fatto un confronto tra tutti i 27 paesi con risultati interessanti. Il lavoro è stato curato da Gildo Ciccotti, Enrico Moretti e Roberto Riccotti, ricercatori dell'area statistica del Centro Nazionale .

Si tratta del quarto quaderno dei Numeri europei, edizione 2007, che trattano l'infanzia e l'adolescenza in cifre, il n. 44 della collana Questioni e documenti. Il volume, 178 pagine, contiene mappe, tabelle e tavole ricavate da dati raccolti da fonti statistiche provenienti da Eurostat, Onu, Unesco, Oms, Oecd (Organisation for economic cooperation and development) a European centre for drugs and drug addiction.

La ricerca copre quattordici aree tematiche che vanno dai matrimoni e divorzi alle interruzioni di gravidanza dagli incidenti stradali all'uso di tabacco, alcool e droghe, toccando anche il tema delle nascite, l'istruzione, il lavoro e i dati sui suicidi. Un panorama piuttosto ampio al cui interno troviamo anche alcune riflessioni. Sono un contributo di Donata Bianchi, sociologa del Centro nazionale, sul monitoraggio sul maltrattamento all'infanzia di Donata Bianchi e un articolo di Pierluigi Brombo, funzionario del Comitato economico e sociale europeo, sull'integrazione scolastica dei minori immigrati.

Le comparazioni sottolineate nel volume fanno emergere con forza fronti sui quali i bambini e gli adolescenti dell’Unione mostrano opportunità diversificate in termini di fruizione e accessibilità dei propri diritti. Sulla base dei dati raccolti è infatti auspicabile l’implementazione di politiche coordinate ed efficaci a livello europeo.

"Per la prima volta abbiamo una fotografia dei 27 paesi con i dati comparabili. E' interessante osservare in che modo stanno cambiando le famiglie a livello europeo - osserva Moretti - una delle cose che ci ha colpito durante la raccolta e l'elaborazione dei dati è stata la percentuale di bassa natalità dei paesi dell'est Europa, molto vicini ai paesi dell'area mediterranea mentre hanno un'alta percentuale di separazioni e divorzi molto vicina ai paesi del nord Europa".

Se l'Italia, secondo i dati del 2004, ha un quoziente di natalità di 9.7, troviamo Lettonia e Lituania con 8.8, Slovenia e Bulgaria con 9.0, Polonia con 9.3, distanti dai paesi del nord Europa che vedono l'Irlanda con un quoziente di natalità 15.3, Francia con 12.9 e Regno Unito con 12.0 e Svezia con 11.2.

Colpisce il numero delle spose minorenni in Romania: ogni 1000 matrimoni, nel 2004, risultano essere oltre 45. Segue il Portogallo con 15,11 e la Grecia con 12,05. L'Italia è a 1,69 (dati 2002) mentre la Svezia è con 0,46 in fondo alla classifica.

Alto il numero dei divorzi nei paesi dell'est Europa, molto vicino alla tendenza dei paesi nordici. A parte il Belgio che nel 2004 ha raggiunto 72,1 divorzi ogni 100 matrimoni, l'Estonia raggiunge il 69,1, seguita dalla Repubblica Ceca con il 64,3 con l'Ungheria con 56,3. In Italia siamo attorno al 17% (2003) mentre il Spagna arriva al 23,6% e in Grecia al 24%. In Italia amenta il numero delle coppie che hanno figli fuori dal matrimonio, anche se la percentuale (15%) è bassa rispetto al 55% della Svezia e al 42% del Regno Unito.

Ma che rapporto hanno i ragazzi con tabacco, alcool e stupefacenti? I dati sui ragazzi e ragazze tra 15 e 16 anni ci dicono che su 100 minori della stessa età la media è uguale (35) sull'uso del tabacco nell'ultimo mese mentre 30 ragazzi hanno fumato nella vita almeno 40 volte contro 37 ragazze. Austria, Bulgaria e Germania sono i paesi dove i 15enni fumano di più mentre la maggiori fumatrici sono le ragazzine bulgare.

Dall'indagine, nell'ultimo mese, ha preso almeno tre sbronze il 14% dei maschi e il 9% delle ragazzine. La Danimarca ha il primato con il 30% dei maschi, seguita dall'Irlanda con il 27% e da Austria e Regno Unito con il 22%. I paesi che vedono le ragazze sbronzarsi maggiormente sono Irlanda e Regno Unito (25%) seguiti da Danimerca (21%) e Finlandia (17%).

Pare invece che l'uso della cannabis tra i 15-16enni dia il primato alla Repubblica Ceca dove (dati 2003) la utilizzano 44 ragazzi su 100. Seguono la Spagna con il 41% e Francia e Regno Unito con il 30% (in Italia siamo al 19%). Cipro e Irlanda invece hanno il maggiore uso di inalanti con il 18% mentre a Malta li utilizzano il 16% e in Grecia il 15% (Italia è al 4%).

Il paese che fa maggiore uso di anfetamine è l'Estonia (7%) mentre ecstasy e altri allucinogeni vengono utilizzati dai ragazzi cechi (rispettivamente 8% e 6%) seguiti dai minorenni del Regno Unito (5% e 2%) e dai giovani spagnoli con il 3% (in Italia l'ecstasy viene assunta dall'1% mentre LSD e altri allucinogeni arrivano al 2%).

Un'indagine interessante che sicuramente ci fa capire meglio cosa succede nell'Europa del terzo millennio e un utile strumento per gli addetti ai lavori. (sp)
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #46 il: Maggio 27, 2016, 00:30:31 am »
Intanto in Germania uno studioso finalmente ammette il legame tra le porcate gender ed il femminismo... Scusate il parziale commento fuori luogo. Questo è l'articolo --->

http://www.ilgiornale.it/news/mondo/femminismo-e-sintesi-marxismo-e-liberalismo-1263955.html

cit.

Lei indica nell’emancipazione, anche femminile, una delle principali cause della distruzione della famiglia e della stabilità ad essa connessa. Ed è per questo stato accusato di essere un complottista. Come risponde?

Rispondo con i fatti, che mostrano come la distruzione della famiglia stia avvenendo concretamente tramite l’adozione di determinate misure politiche ed economiche, a prescindere da qualsiasi ipotetico complotto. In Germania questo è evidente in tutti gli schieramenti politici che formano il governo. Le presunte politiche a tutela della famiglia consistono nell’incentivare la donna a lavorare a tempo pieno e a detassare gli asili nido e i doposcuola. Questo è esattamente ciò che genera l’allontanamento delle persone che compongono il nucleo famigliare.

Bel pezzo.
Condivido in pieno anche questa affermazione.
Citazione
Le foto provocanti che vengono postate sui social non hanno solo la funzione di suscitare l’interesse dei maschi, sono invece anche e soprattutto un messaggio all’interno del mondo femminile.

E riguardo a quest'altra condivisibile affermazione di Martin Voigt,
Citazione
A teorizzarle sono stati nel secondo dopoguerra i filosofi neo-marxisti della Scuola di Francoforte, gli stessi che hanno dato l’input alla rivoluzione culturale del 68, che è stata il più grande momento di affermazione politica di tali teorie. Il movimento del 68 puntava alla rivoluzione culturale tramite l’abolizione delle disuguaglianze sessuali col fine di raggiungere un’equiparazione sociale e politica tra uomo e donna. La lotta alla disuguaglianza e l’annullamento delle differenze tra gli esser umani è il primo scopo dell’ideologia marxista. La scuola di Francoforte ha semplicemente applicato tale concetto alla dimensione sessuale e ha generato una grande rivoluzione sociale tramite la liberalizzazione umana dei comportamenti sessuali. Il 68 è stato, in questi termini, una vera rivoluzione perché ha introdotto una nuova cultura, per la quale la libertà degli individui corrisponde alla propria libertà sessuale. Essa ha distrutto i paradigmi culturali che c’erano precedentemente e che erano basato su concetti come la fedeltà e l’onore che oggi sono diventati totalmente tabù.
segnalo questa vecchia discussione aperta su uomini 3000.

http://questionemaschile.forumfree.it/?t=780616&st=15
Citazione
In bambini e bambine vi è il germe innato della differenza sessuale.
Ma l'idea che sia la disposizione genetica che spinge a selezionare gli stimoli dell'ambiente secondo il ruolo sessuale, contraddice la tesi molto popolare e in voga non solo fra le femministe, ma anche presso molti e stimati ambienti scientifici, secondo la quale la differenza sessuale è frutto esclusivamente dell'ambiente culturale, il prodotto di una secolare educazione agli stereotipi.
I dubbi intorno a questa concezione sociogenetica hanno cominciato ad addensarsi in seguito all'esperienza di asili alternativi sorti dopo il '68.
All'epoca, molte giovani coppie di genitori decisero di rompere con i ruoli sessuali tradizionali impartendo ai figli un'educazione non repressiva e sessualmente neutra.
L'idea era che le differenze tra maschi e femmine sarebbero andate così via via scomparendo, anzi non sarebbero sorte affatto.
In Germania, tra le varie iniziative, vi fu l'organizzazione di asili autogestiti da cooperative di genitori, che furono battezzati "Tante-Emma-Laden", le botteghe della zia Emma.
In questi Kinderladen o botteghe dell'infanzia, si cercò di praticare una cultura della non-violenza e di favorire l'affermarsi di comportamenti solidali e reciproci.
I promotori dei Kinderladen intendevano soprattutto mettere in discussione i tradizionali ruoli sociali, per cui, per esempio,le bambole erano tabù per le femmine.
Gli psicologi Horst Nickel e Ulrich Schmidt Denter, all'epoca ricercatori presso l'Università di Dusselfort, ed essi stessi simpatizzanti di un'educazione antiautoritaria, si prefissero di documentare il progetto dei Kinderladen dal punto di vista scientifico.
Misero quindi a confronto lo sviluppo di circa 400 bambini in età compresa fra i tre e i cinque anni provenienti in parte da scuole tradizionali e in parte da quelle alternative.
In un primo momento, i rilevamenti sembrarono confermare le aspettative: le attività di gioco nei Kinderladen palesavano una minore tendenza alla conflittualità.
Ma la ragione era che, in caso di contrasto, le bambine cedevano subito, senza colpo ferire.
Si scoprì così che le differenze comportamentali erano ancora più pronunciate nei bambini cresciuti nelle antiautoritarie "botteghe di zia Emma", i quali si avvicinavano agli stereotipi sessuali più dei bambini educati tradizionalmente.
I maschi erano più aggressivi e inclini all'uso della forza e le femmine più paurose e portate a cedere ai maschi in situazioni di esasperata competizione.
Le femmine imparavano a "difendersi" solo verso i cinque anni.
La conclusione fu scoraggiante: gli stereotipi che gli studiosi si aspettavano di trovare negli asili tradizionali erano ancora più "ingombranti" nei Kinderladen alternativi.
Successive ricerche hanno avvalorato i dubbi sulla tesi sociogenetica della differenza sessuale.
L'educazione agli stereotipi maschio-femmina durante i primi anni di vita non è mai tanto sistematica da spiegare l'insorgere di comportamenti specifici solo attraverso la socializzazione.
Questo vale in maggior misura per le categorie "autoaffermazione e aggressività", dove le differenze di comportamento vanno ben al di là di quanto possa incidere l'esempio trasmesso quotidianamente dai genitori.


Citazione
Anche l'esperienza dei kibbutz israeliani, animati da uno spirito egualitario e dall'obiettivo di "emancipare" le femmine dagli "svantaggi" della maternità, ha dimostrato in maniera incontestabile la diversità esistente fra i due sessi.
Nei kibbutz l'accesso alle professioni era aperto a tutti indiscriminatamente, le femmine erano educate a non porre eccessiva cura nell'aspetto esteriore e invece di crescere in nuclei familiari tradizionali i bambini erano allevati in speciali comunità per l'infanzia.
In modo affine ai Kinderladen tedeschi, anche nei kibbutz l'educazione era strettamente unisex e mirava a estirpare gli stereotipi maschio-femmina.
Tra il 1956 e il 1958 l'antropologo americano Melford E.Spiro dedicò un'ampia ricerca alle conseguenze dell'educazione innovativa applicata ai kibbutz israeliani.
E fu il primo a sorprendersi scoprendo che i piccoli israeliani sviluppavano le classiche preferenze per giochi maschili e femminili.
A dispetto di tutti gli sforzi degli educatori, particolarmente spiccata era la preferenza delle bambine per giochi mamma-bebè.
L'antropologo andò oltre: tornò a controllare i soggetti del suo studio dopo un intervallo di vent'anni.
Le bambine dei kibbutz, ora adulte, erano diventate donne "emancipate", tenaci nel perseguire gli stessi obiettivi professionali dei colleghi uomini?
Avevano sviluppato gli stessi interessi professionali dei maschi della loro generazione?
Al contrario.
Spiro constatò una specie di controtendenza: la maggior parte delle femmine cresciute nei kibbutz era tornata coscientemente ai ruoli tradizionali, con l'annessa divisione dei compiti.
Invece di continuare la lotta per "l'emancipazione" impegnandosi nell'eliminazione di pregiudizi e ingiustizie, queste femmine cresciute all'insegna dell'ideale della parità dei sessi ora chiedevano di dedicarsi ai figli e al focolare domestico, contrapponendo a quell'ideale unisex una scelta di vita ispirata ai ruoli tradizionali.
Spiro, fino ad allora fautore della tesi sociogenetica dei ruoli sociali, concluse "ipotizzando" l'esistenza di "fattori preculturali determinanti": fattori biologici, dunque, che determinano in modo decisivo le costanti comportamentali di maschi e femmine.
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Offline Vicus

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #47 il: Maggio 27, 2016, 02:32:35 am »
A teorizzarle sono stati nel secondo dopoguerra i filosofi neo-marxisti della Scuola di Francoforte, gli stessi che hanno dato l’input alla rivoluzione culturale del 68, che è stata il più grande momento di affermazione politica di tali teorie. Il movimento del 68 puntava alla rivoluzione culturale tramite l’abolizione delle disuguaglianze sessuali col fine di raggiungere un’equiparazione sociale e politica tra uomo e donna. La lotta alla disuguaglianza e l’annullamento delle differenze tra gli esser umani è il primo scopo dell’ideologia marxista. La scuola di Francoforte ha semplicemente applicato tale concetto alla dimensione sessuale e ha generato una grande rivoluzione sociale tramite la liberalizzazione umana dei comportamenti sessuali. Il 68 è stato, in questi termini, una vera rivoluzione perché ha introdotto una nuova cultura, per la quale la libertà degli individui corrisponde alla propria libertà sessuale. Essa ha distrutto i paradigmi culturali che c’erano precedentemente e che erano basato su concetti come la fedeltà e l’onore che oggi sono diventati totalmente tabù.
Questo andrebbe tenuto presente quando si parla di sesso, instintualità maschile ecc.: il problema non è il sesso ma la sparizione di determinati valori culturali e civili essenziali (oggi è la parola onore ad avere un significato equivoco) e l'assurzione del sesso a valore politico, fondante della società.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline TheDarkSider

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #48 il: Maggio 27, 2016, 10:28:43 am »
Infatti.
Rifletto sul fatto che, mentre far digerire Dio, patria, nazione, fedeltà, onore, rispetto, unità, solidarietà etc (aggiungi a piacere) sia da sempre stata impresa ardua, far digerire smutandamento e arrivismo sia stato così facile da apparire...sospetto.
Come se la gente le avesse nel sangue, queste cose.
E' bastato, come si dice oggi, sdoganarlo.
Fazer, non per fare il maestrino ma che l'uomo abbia qualcosa di profondamente guasto nel proprio animo l'hanno detto e scritto in tanti a partire da migliaia di anni fa.

Non e' uno scoperta rivoluzionaria.

Kant nel '700 parlava di legno storto da cui non puo' uscire niente di diritto, ma la stessa teologia cristiana, ed quella ebraica da cui deriva, parlano di peccato originale che, dopo la caduta dell'uomo dall'Eden, colpisce tutti gli uomini fin dalla nascita.
Questa profonda intuizione, che magari alle lezioni di catechismo ci pareva come un'assurdita' buona solo per menti superstiziose, rivela invece una verita' assoluta: gli uomini, tutti gli uomini, nascono con difetti o tare congenite nella loro anima.

Se preferisci adottare un linguaggio scientifico, la teoria del peccato originale si traduce cosi': gli uomini, tutti gli uomini, nascono con tendenze genetiche ben definite, prime fa tutti egoismo ed egocentrismo, che solo una mente e una societa' ben disciplinata da regole chiare e perentorie possono tenere a bada.

E, per concludere, la seconda legge della termodinamica ci dice che tutto nell'universo tende all'entropia, cioe' tende a passare dall'ordine al caos, il che vuol dire che in assenza di regole tutto, compreso le societa' umane, si dirigono inevitabilmente verso il disordine e il caos.
"Le donne occidentali sono più buone e tolleranti con gli immigrati islamici che le stuprano che con i loro mariti."
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Offline TheDarkSider

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #49 il: Maggio 27, 2016, 10:40:52 am »
Questo è ovvio, come è ovvio che c'è differenza tra Italia e Spagna, tra Portogallo e Grecia, tra Francia e Inghilterra, ecc ecc.
Resta il fatto che anche i paesi dell'est hanno le loro rogne.

http://www.minori.it/it/news/i-numeri-europei-ventisette-paesi-ue-confronto-sui-dati-dellinfanzia
Sono d'accordo che i paesi dell'Est hanno le loro belle magagne, voglio solo aggiungere una precisazione: non considero la rep. Ceca un paese dell'Est, culturalmente e' Mitteleuropa, cioe' Europa centrale, stessa regione a cui appartengono Austra e Germania per dire.
D'altronde se prendi una mappa vedi che Praga e' piu' a ovest di Vienna e di alcune regioni italiane come Puglia e Basilicata: e' piu' meno alla stessa longitudine di Napoli.

Inoltre, siccome conosco bene il posto, posso dire che e' uno dei paesi piu' radicalmente atei del mondo, alla pari dei paesi scandinavi. I cechi credono solo nella birra e nella becherovska (un intruglio infernale di alcol e erbe aromatiche), sono completamente scristianizzati.

E' mia opinione che senza il comunismo ora sarebbe allo stesso stadio di sviluppo di Austria e Germania.
 
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Offline Fazer

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #50 il: Maggio 27, 2016, 10:44:14 am »
Non e' uno scoperta rivoluzionaria.

Non lo è, certo.
Io cercavo di arginare in qualche modo quelli che continuano a parlare di propaganda nefasta che agirebbe sul cuore puro del "buon selvaggio".
Non condivido il pensiero di coloro che credono ad un 68 che avrebbe in qualche modo costretto gli altrimenti "naturalmente onesti" a comportamenti idioti oltre che deleteri per la società.
Ma non credo nemmeno al "legno storto". Non si tratta IMHO di tare, difetti, limitazioni, ma di quelle armi che la natura ci fornì per assicurarci la sopravvivenza (a scapito dei più deboli), armi che la "civiltà" non è riuscita a spuntare ma solo a celare in qualche modo.
Il 68 è stato solo un badile che ha dissotterrato l'ascia di guerra.
Persino lo "smutandamento" potrebbe essere letto in chiave di competizione sulla spinta di impulsi vecchi quanto la razza umana, e finora tenuti a freno in qualche modo, chissà...

Offline TheDarkSider

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #51 il: Maggio 27, 2016, 11:53:48 am »
Comunque il pezzo linkato da Angelo e' straordinario in termini di chiarezza e rigore del messaggio, io lo metteri in evidenza.

In particolare i passaggi finali sono da apprezzare:


La dedizione di tutto il proprio tempo al lavoro e non agli affetti e ai figli viene visto come la miglior forma di emancipazione, che è la battaglia numero uno del femminismo. In questi termini possiamo tranquillamente dire che neomarxismo e liberalismo abbiano trovato la propria sintesi nel femminismo e nella teoria gender, che lotta per l’uguaglianza totale in nome della soddisfazione delle richieste del mercato. In Germania durante le manifestazioni della sinistra di ispirazione marxista viene spesso gridato lo slogan “no family, no border, no nation”. Sono concetti estremamente liberali che vengono fatti propri dai marxisti, mostrando la sovrapposizione delle due ideologie. In nome di un estremismo individualistico utopico

Perché utopico?

Perché non corrisponde alla natura del uomo. Che è innata e non muta, anche se cambia la società. L’uomo non è un mero animale che vive solo di cibo e istinti sessuali. Tutti noi abbiamo una vocazione sociale, cerchiamo rapporti non solo sessuali ma anche e soprattutto di fedeltà. Non puntiamo solo a riprodurci, ma a dare ai figli la stabilità che permetta loro di crescere serenamente.

Cosa si aspetta per il futuro?

Il fallimento della società fondata su questi paradigmi. Quello in corso è un progetto, anche economico, a breve termine. Finirà per creare non una società ma un insieme di individui emancipati, concorrenziali e infelici. Per fare grandi progetti sarebbe necessario cambiare totalmente rotta. Investedno sulla stabilità e sulla crescita felice delle nuove generazioni.
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Offline TheDarkSider

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #52 il: Maggio 27, 2016, 11:59:23 am »

Ma non credo nemmeno al "legno storto". Non si tratta IMHO di tare, difetti, limitazioni, ma di quelle armi che la natura ci fornì per assicurarci la sopravvivenza (a scapito dei più deboli), armi che la "civiltà" non è riuscita a spuntare ma solo a celare in qualche modo.
Chiaramente i termini "legno storto", "peccato", "tare", "difetti" sono elaborati avendo come prospettiva la costruzione di una societa' perfetta o ideale, come puo' essere il Paradiso cristiano o la societa' di eguali liberaldemocratica o marxista.

Per queste costruzioni il tessuto spirituale/psicologico dell'uomo e' del tutto inadeguato, per questo si parla al negativo di tare o difetti.
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Offline Jason

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #53 il: Maggio 27, 2016, 13:29:44 pm »
Fazer, non per fare il maestrino ma che l'uomo abbia qualcosa di profondamente guasto nel proprio animo l'hanno detto e scritto in tanti a partire da migliaia di anni fa.

Non e' uno scoperta rivoluzionaria.

Kant nel '700 parlava di legno storto da cui non puo' uscire niente di diritto, ma la stessa teologia cristiana, ed quella ebraica da cui deriva, parlano di peccato originale che, dopo la caduta dell'uomo dall'Eden, colpisce tutti gli uomini fin dalla nascita.
Questa profonda intuizione, che magari alle lezioni di catechismo ci pareva come un'assurdita' buona solo per menti superstiziose, rivela invece una verita' assoluta: gli uomini, tutti gli uomini, nascono con difetti o tare congenite nella loro anima.

Se preferisci adottare un linguaggio scientifico, la teoria del peccato originale si traduce cosi': gli uomini, tutti gli uomini, nascono con tendenze genetiche ben definite, prime fa tutti egoismo ed egocentrismo, che solo una mente e una societa' ben disciplinata da regole chiare e perentorie possono tenere a bada.

E, per concludere, la seconda legge della termodinamica ci dice che tutto nell'universo tende all'entropia, cioe' tende a passare dall'ordine al caos, il che vuol dire che in assenza di regole tutto, compreso le societa' umane, si dirigono inevitabilmente verso il disordine e il caos.

Quoto .

Fazer, che gli uomini hanno certe "tarle" di natura lo sappiamo . Per questo il ritorno alle regole è cosa buona e giusta per tutti .
Me ne fotto della "natura" , la  natura potrebbe pure spingere a rubare e fare rapine ed accumulare soldi su soldi fregandomene della morale, ma se non lo si fa ci sarà un motivo .

Così come le donne , se fino ad un certo periodo difficilmente mollavano i mariti per capricci personali o per scopare il maschio alpha di turno , ci sarà pure un motivo .
Innanzitutto le parole "costrizione" leviamocele di torno . Visto che l'entità più "totalitaria" possibile è il corpo umano stesso : mangi dolci fino a schiattare ? Beh sai, i dolci sono così buoni e ne mangerei sempre, peccato che poi il corpo ti dice che se tu mangi dolci fino a schiattare poi ti becchi malattie come diabete, ictus , infarto etc. Oh si che peccato , il corpo te lo impedisce anche se ti piace ma che gli importa ? O ti regoli tu da solo oppure finisce male, non hai altre scelte .

Così le regole . Vuoi parcheggiare in sosta vietata per pura trasgressione ma non puoi perchè ti arriva la multa ? Alla legge (quella giusta ) non importa se tu lo vuoi fare ma non puoi, importa che tu non lo faccia e basta, e se lo fai paghi .

Mi sembra che i nostri antenati, pur non avendo internet , ste cose le sapevano lo stesso e si sono dati e trasmetti certi codici etici e morali, usi e consuetudini che facevano sì che la società si fondasse sulla famiglia per secoli . E mi sembra che tutto ciò abbia sempre funzionato .

Dite che invece le donne sono naturalmente delle schifose e che a loro invece piace vivere da libertine dissolute ? E allora perchè sono le femmine moderne , e non quelle di una volta, a prendere in profuse quantità il Lexotan ?

Ocio che i burattinai dietro le quinte queste cose le sanno benissimo, hanno introdotto il libertinismo ed il libero smutandamento ( di conseguenza il femminismo) proprio cercando di sfruttare il lato primitivo* del cervello .

* ecco , il termine corretto per rispondere a fazer è questo : lato primitivo . Perchè noi siamo sempre animali . Animali sociali .Quindi noi possiamo , vogliamo e dobbiamo tenere a bada questo lato primitivo .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America

Offline Jason

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #54 il: Maggio 27, 2016, 13:33:19 pm »
Domanda provocatoria : ma secondo voi, se fosse passato, tramite la televisione ed i "modelli sociali", il messaggio che suggerisce agli uomini "scopate con chiunque, lasciate le vostre mogli , smutandatevi , tanto sono gli altri ad essere bigotti e clericali, lasciate perdere le cazzate della chiesa " , non ne avrebbero approfittato lo stesso gli uomini ?
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Offline ilmarmocchio

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« Risposta #55 il: Maggio 27, 2016, 13:52:01 pm »
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TheDarksider : Questa profonda intuizione, che magari alle lezioni di catechismo ci pareva come un'assurdita' buona solo per menti superstiziose, rivela invece una verita' assoluta: gli uomini, tutti gli uomini, nascono con difetti o tare congenite nella loro anima.

da agnostico, quoto e ribadisco : verità assoluta

p.s. l' articolo linkato del giornale è di valore assoluto, per me da mettere in evidenza

Offline Frank

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #56 il: Maggio 27, 2016, 18:42:15 pm »
I cechi credono solo nella birra e nella becherovska (un intruglio infernale di alcol e erbe aromatiche), sono completamente scristianizzati.

Sì, la conosco bene...
Piaceva pure a me.  :cool:
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline Frank

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #57 il: Maggio 27, 2016, 18:49:04 pm »
Citazione

Dite che invece le donne sono naturalmente delle schifose e che a loro invece piace vivere da libertine dissolute ?

Jason, non stravolgere le parole altrui, perché il sottoscritto le ha definite "moralmente schifose" e non "sessualmente schifose".
Non è la stessa cosa.

Citazione
Frank

Quello che è veramente schifoso di queste cerebrolese moderne, è il fatto che non fanno assolutamente nulla per essere apprezzate e amate.
Provocano continuamente e rompono sistematicamente i coglioni.
Sono infantili, stupide, complessate, stronze, competitive in maniera idiota e autolesionista.

Quello che io mi chiedo è come possano essere state definite in passato il "gentil sesso"; il "sesso amorevole, paziente, gentile, delicato", ecc, quando nei fatti sono l'esatto contrario di ciò che è stato narrato per secoli dagli stessi uomini.


Citazione
Frank

Io una volta non c'ero, come non c'eri tu, Jason, e nessun altro di noi: ma sono straconvinto che fosse il patriarcato a renderle "migliori" e "benevole".
Finito il patriarcato è emerso quel che realmente sono: delle schifose.
Ma non sessualmente, bensì moralmente.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
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Offline Warlordmaniac

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #58 il: Maggio 27, 2016, 19:33:34 pm »
Domanda provocatoria : ma secondo voi, se fosse passato, tramite la televisione ed i "modelli sociali", il messaggio che suggerisce agli uomini "scopate con chiunque, lasciate le vostre mogli , smutandatevi , tanto sono gli altri ad essere bigotti e clericali, lasciate perdere le cazzate della chiesa " , non ne avrebbero approfittato lo stesso gli uomini ?
Smutandatevi per chi?
Se sono le donne stesse a lanciare messaggi seguiti da fatti, gli uomini obbediscono.

Offline Jason

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Re:Riflessioni di una femminista zitella
« Risposta #59 il: Maggio 27, 2016, 20:20:37 pm »
Sono d'accordo che i paesi dell'Est hanno le loro belle magagne, voglio solo aggiungere una precisazione: non considero la rep. Ceca un paese dell'Est, culturalmente e' Mitteleuropa, cioe' Europa centrale, stessa regione a cui appartengono Austra e Germania per dire.
D'altronde se prendi una mappa vedi che Praga e' piu' a ovest di Vienna e di alcune regioni italiane come Puglia e Basilicata: e' piu' meno alla stessa longitudine di Napoli.

Inoltre, siccome conosco bene il posto, posso dire che e' uno dei paesi piu' radicalmente atei del mondo, alla pari dei paesi scandinavi. I cechi credono solo nella birra e nella becherovska (un intruglio infernale di alcol e erbe aromatiche), sono completamente scristianizzati.

E' mia opinione che senza il comunismo ora sarebbe allo stesso stadio di sviluppo di Austria e Germania.

Beh, alcune delle sette sataniche peggiori del pianeta provengono proprio dalla repubblica ceca - il famoso triangolo infernale , ai vertici Torino, Lione e Praga - purtroppo anche la nostra Torino - . Ovviamente non saranno mai pericolose come le sette americane .


Ho letto che la percentuale di ateismo in repubblica ceca è addirittura del 64 %, fino a due anni fa .
Ecco perchè paesi come la repubblica ceca sono completamente diversi dalla Polonia o la Russia .
«La folla che oggi lincia un nero accusato di stupro presto lincerà bianchi sospettati di un crimine».
Theodore Roosvelt, Presidente degli Stati Uniti d’America