Autore Topic: Hilary Clinton: pericolo mondiale  (Letto 39351 volte)

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Offline Fazer

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #180 il: Ottobre 21, 2016, 10:04:50 am »
Negli USA si può votare anche senza documenti :hmm:

Quando appresi questa porcata, rimasi molto colpito.
E questi fessi vorrebbero esportare la loro...democrazia.
Pare che in un certo numero di stati (dove vive se non ricordo male il 38% della popolazione), al momento di votare non venga richiesto alcun documento.
Ma nemmeno in Niger stanno messi così...
Significa che ci si può spostare da un seggio all'altro e votare più volte.
A meno che, allo spoglio, non si confrontino i nomi dei votanti riportati nei registri dei seggi con le liste elettorali generali (sempre che le abbiano, 'sti esportatori di democrazia via Tomahawk e Hellfire).
Ma significherebbe confrontare i nominativi uno per uno... :doh: :doh: :doh: :cry: :cry: :cry:

Offline Vicus

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #181 il: Ottobre 21, 2016, 10:44:20 am »
Ora c'è anche il computer a rendere i brogli più facili, senza nessuna verifica visibile :sick:
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Fazer

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #182 il: Ottobre 21, 2016, 11:20:20 am »
Ora c'è anche il computer a rendere i brogli più facili, senza nessuna verifica visibile :sick:

Chissà quante, delle precedenti tornate elettorali USA, le prefetture e le commissioni elettorali circondariali italiane (avendone ipoteticamente il potere) le avrebbero buttate nel cesso.
Elezioni del genere, qui in Italia, sarebbero carta igienica.
Nonostante anche il nostro sistema di controllo abbia certe lacune.
Ma questi pazzi, che si vantano di avere alle spalle 240 anni di democrazia, al confronto sembrano Bantu...

Online Massimo

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #183 il: Ottobre 21, 2016, 11:28:57 am »
Una profezia: l'Isis, in difficoltà a Mossul, scatenerà i suoi militanti e i suoi attentatori negli USA e li spingerà a fare un attentato devastante che favorirà Trump. L'occasione è ghiotta: con una battaglia campale che si appresta a Mossul con il gran capo che
secondo molti è asseragliato in quella città e che molti musulmani considerano il Mahdi, il Messia dell'Islam, un mega attentato
nella Grande Mela o in una qualsiasi grande città americana farebbe drammaticamente sparigliare le carte e far vincere Trump.
Io, al posto di Al-Baghdadi, giocherei il tutto per tutto a questo punto: tanto più che la Clinton ha stupidamente detto che ora
si deve distruggere l'Isis (dopo averlo fin qui foraggiato e sostenuto sottobanco). Le profezie sono sempre pericolose. Ma mi
sento di fare questa. Non c'è soggetto più pericoloso di chi non ha più niente da perdere. E l'Isis, ridotto oramai alle strette
non ha appunto più niente da perdere. Anzi, ha tutto da guadagnare: distrarre l'attenzione da sè per pilotarla sull'effetto
che un attentato devastante avrebbe sulle elezioni americane.

Offline Vicus

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #184 il: Ottobre 21, 2016, 12:20:40 pm »
Chissà quante, delle precedenti tornate elettorali USA, le prefetture e le commissioni elettorali circondariali italiane (avendone ipoteticamente il potere) le avrebbero buttate nel cesso.
Elezioni del genere, qui in Italia, sarebbero carta igienica.
Nonostante anche il nostro sistema di controllo abbia certe lacune.
Ma questi pazzi, che si vantano di avere alle spalle 240 anni di democrazia, al confronto sembrano Bantu...
I cittadini americani devono anche andare ad iscriversi in apposite liste per poter votare.
Una profezia: l'Isis, in difficoltà a Mossul, scatenerà i suoi militanti e i suoi attentatori negli USA e li spingerà a fare un attentato devastante che favorirà Trump. L'occasione è ghiotta: con una battaglia campale che si appresta a Mossul con il gran capo che
secondo molti è asseragliato in quella città e che molti musulmani considerano il Mahdi, il Messia dell'Islam, un mega attentato
nella Grande Mela o in una qualsiasi grande città americana farebbe drammaticamente sparigliare le carte e far vincere Trump.
Io, al posto di Al-Baghdadi, giocherei il tutto per tutto a questo punto: tanto più che la Clinton ha stupidamente detto che ora
si deve distruggere l'Isis (dopo averlo fin qui foraggiato e sostenuto sottobanco). Le profezie sono sempre pericolose. Ma mi
sento di fare questa. Non c'è soggetto più pericoloso di chi non ha più niente da perdere. E l'Isis, ridotto oramai alle strette
non ha appunto più niente da perdere. Anzi, ha tutto da guadagnare: distrarre l'attenzione da sè per pilotarla sull'effetto
che un attentato devastante avrebbe sulle elezioni americane.
E' la sorpresa di ottobre, tipico stratagemma elettorale (v. Wikipedia) di cui avevo parlato post fa.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

Offline Fazer

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #185 il: Ottobre 21, 2016, 12:31:36 pm »
I cittadini americani devono anche andare ad iscriversi in apposite liste per poter votare.

Che significa? Che diventano elettori solo coloro che si iscrivono a queste liste?
Non ho capito... :unsure:

Offline Vicus

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #186 il: Ottobre 21, 2016, 12:58:49 pm »
Possono votare (anche senza documenti :doh:) solo se vanno ad iscriversi alle liste elettorali del comune di residenza.
Noi ci ritroveremo a difendere, non solo le incredibili virtù e l’incredibile sensatezza della vita umana, ma qualcosa di ancora più incredibile, questo immenso, impossibile universo che ci fissa in volto. Noi saremo tra quanti hanno visto eppure hanno creduto.

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #187 il: Ottobre 21, 2016, 13:48:54 pm »
Possono votare (anche senza documenti :doh:) solo se vanno ad iscriversi alle liste elettorali del comune di residenza.

Presentandosi anche in comune senza documenti, immagino... :doh: :P

Online Frank

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #188 il: Novembre 07, 2016, 23:09:22 pm »
C'è un altro aspetto da considerare: l'elezione di Hillary Clinton avrebbe un forte impatto a livello simbolico, per così dire, per cui saremmo bombardati per mesi e anni da articoli e affermazioni del tipo "Il potere è donna", "c'era una volta il maschio",* "le donne nuovo sesso forte", "i maschi nuovo sesso debole", "il rovesciamento dei ruoli", "come le donne hanno rivoluzionato il mondo", "maschio!, ora comando io!", ecc ecc.
Se poi, come vicepresidente(ssa) fosse eletta un'altra femmina, saremmo a posto del tutto.



@@

* Ovviamente si parlerebbe con ancor più insistenza del "maschio" (con la minuscola) e della "Donna" (con la maiuscola).
Ma questo al Marchi e a tutta la compagnia cantante sinistroide sfugge alla grande.



http://www.ilfoglio.it/cultura/2016/11/06/donne-potere-sesso-maschio-trump___1-v-150461-rubriche_c223.htm

Citazione
Ciao maschio
La guerra del sesso vista attraverso le presidenziali americane (e un giochino un po’ perverso). Egemonia femminile in atto, l’uomo assediato nella trincea dell’erotismo
di Antonio Gurrado | 06 Novembre 2016 ore 06:18

C’è chi si eccita per il ballbusting, pratica erotica che sconsiglio vivamente di provare a casa col vostro partner. Consiste nel far sistemare l’uomo in piedi a gambe divaricate e di spalle alla donna che, di soppiatto, gli si avvicina sferrandogli una repentina e risoluta pedata proprio lì in mezzo, dal basso verso l’alto. Ora, da un sommario esame di diverse testimonianze filmate si evincono alcune costanti del ballbusting. Anzitutto è indifferente che l’uomo sia nudo o in braghette poiché, per espletare tale pratica, più dell’esposizione della pelle conta l’attrito fra la tensione del sapersi prossimo all’impatto e l’estrema vulnerabilità della parte anatomica coinvolta: punto critico cui nessun uomo potrà mai garantire protezione assoluta, nemmeno sapendo che la pedata è in arrivo. La donna è invece vestita sovente in modo provocante, per quanto l’uomo le volti la schiena e quindi possa solo figurarsela. Inoltre si verifica immancabilmente un istante in cui l’uomo, indifeso come un verme, pare quasi sospirare l’amnistia, confidando che magari la donna non sarà così efferata da accontentarlo colpendolo proprio nel modo per cui lui, posizionandosi così, si è volontariamente acconciato.

 

ARTICOLI CORRELATI Avere la vagina ma votare Trump. La pornostar che ribalta l’America Da Los Angeles a Potenza, passando per Miami. Due storie di bellezza e disillusione Il porno che ti affloscia In mezzo a un rodeo, a misurare le distanze con Hillary e Trump La necessità di chiavare molto (e provarlo) per chi vuole la Casa Bianca La reazione dell’uomo bianco. Intervista a Niall Ferguson Una lobby di donne che usa il sesso come arma per il potere: appunti per capire la lotta Trump-Hillary Le più ardite in effetti si esibiscono in finte, tentennamenti, virtuosismi del piede che ritardano il colpo prolungando indefinitamente il piacere dell’attesa di chi dà e di chi riceve, ma sperare è inutile: la pedata arriva sempre, nemmeno la donna più sadica sarebbe tanto crudele da non concederla e lasciare l’uomo lì in attesa in eterno, solitario e fremente. Seguono, è ovvio, contorcimenti, guaiti, spasmi dell’uomo atterrato talmente profondi e sinceri che un osservatore neutrale si domanda se non segnino il confine esatto fra piacere e dolore, anzi, fra dominio e servitù: poiché nel ballbusting non è chiaro chi comandi né chi goda; l’uomo propone ma soffre fisicamente, la donna dispone ma non prova altro piacere che la soddisfazione di potersi dire di averne steso un altro.

 

C’entra la politica, naturalmente, senza la quale ciò andrebbe derubricato fra gli infiniti passatempi possibili. Inizia da qualche settimana a farsi più frequente la variante del ballbusting in cui l’uomo indossa la maschera di Donald Trump, così che l’osservatore neutrale si senta ulteriormente smarrito: chi è la vittima della pedata? Siamo di fronte a un uomo la cui perversione specifica consiste nel venire umiliato mentre è camuffato da qualcuno più potente di sé, e potenzialmente il più potente del mondo? Siamo di fronte a donne che intendono punire la tracotanza del testosterone di Trump e, non potendo farlo di persona, agiscono in effigie colpendo un quidam miserello nell’unica cosa che tutto il suo genere ha in comune col candidato repubblicano? Il pubblico che, guardando il video, dovrebbe eccitarsi o almeno divertirsi è composto di uomini o di donne? Il ballbusting è una pratica erotica o un’azione militante? E’ sesso o politica?

 
Qualsiasi risposta è errata, perché la distinzione non esiste più. Le presidenziali americane sanciranno la fine della campagna elettorale ma, quale che possa esserne il risultato, segneranno il cambiamento irrevocabile del rapporto intimo fra uomo e donna, poiché avranno definitivamente appiattito il dominio di genere nella sfera pubblica su quella privata e viceversa. Basta guardare Trump, che nell’esercizio della propria retorica ama concentrare l’attenzione del mondo su quella medesima vulnerabile parte che lo accomuna a tutto il resto del genere maschile, diventandone una sorta di candidato di bandiera. Basta guardare l’happening del comizio congiunto di Hillary Clinton e Michelle Obama, due first lady la cui principale argomentazione è che nessuno come una first lady conosce i segreti della Casa Bianca e quindi sarebbe in grado di gestire il bottone nucleare; con Michelle che implicitamente minaccia una propria futura candidatura, in vista di un mondo migliore in cui saremo tutti costretti a mangiare broccoli e saltellare, e con Hillary che ha la faccia tosta di lasciar intendere che alla fine vincere non le importa poi tanto quanto difendere, in queste elezioni storiche, la dignità delle donne minacciata da un candidato aduso ad arraffarle dal pelo. Perfino il maggior ostacolo per Hillary, il mailgate, gira e rigira s’inabissa nelle mutande di Anthony Weiner, marito fedifrago dell’aiutante della Clinton, rinomato per l’incapacità di contenersi e per la vocazione a capro espiatorio gravato da una colpa spermatica perenne. E’ dichiaratamente in atto una guerra del sesso, che si irradia dai rapporti di forza a letto e mira a ricalibrare gli equilibri dell’erotismo per mezzo dello scontro politico, a livello governativo, militante, etico e ontologico.

 
Ha fatto rumore il sondaggio elettorale secondo cui, se in America votassero solo i maschi, Trump vincerebbe con discreto margine mentre, se votassero solo le femmine, Hillary lo asfalterebbe. Forse è anche un sondaggio frainteso, se ci si limita a leggerlo come mero riflesso di un dibattito politico spostato dalle idee di governo a cosa significhi essere maschi e femmine: le vanterie da locker room di Trump, l’incapacità di Hillary di impedire i tradimenti del marito e così via. Se lo consideriamo invece entro una prospettiva secolare, probabilmente in futuro gli storici riterranno questo sondaggio scandaloso un trascurabile effetto collaterale del fatto che il terreno su cui si combattono le presidenziali 2016 è la progressiva presa di coscienza della superiorità della donna sull’uomo. Hillary si è proclamata rappresentante dei sogni impossibili delle bambine che volevano diventare presidente; poi, quando ha scoperto che per vincere non le sarebbe bastato essere donna, ha spostato l’attenzione sull’invotabilità di un avversario erotomane, fanfarone, prepotente – in una parola, sul dovere di non votare Trump perché è maschio.

 
Se non l’espressa superiorità, l’asimmetria fra uomini e donne è già nei fatti o, meglio, è già nei preconcetti con cui li interpretiamo. Inutile dire che sui quotidiani un uomo che uccide una donna occupa più spazio dell’inverso, che tuttavia accadendo più di rado dovrebbe fare più notizia. Si sono già spesi fiumi di inchiostro sul paradosso del femminicidio, per cui il caso che io uccida la mia ragazza risulterebbe più grave del caso che lei uccida me. E’ più divertente inseguire questi preconcetti dove si annidano insospettati, ad esempio su un palcoscenico snob: leggo sul Fatto che in uno spettacolo teatrale del Terni Festival una ballerina ha sodomizzato un ballerino con uno strap-on (per i non addentro, una cintura che termina in un fallo sintetico) e il pubblico pare non essersi scandalizzato affatto. Quante sostenitrici di Hillary erano sedute in platea ad applaudire compunte? E, ovvio, se si fosse inscenato l’esatto contrario sarebbe accaduto il finimondo: accettiamo piuttosto supinamente oramai che uno stesso atto abbia valenza diversa se compiuto da una donna su un uomo o viceversa.

 
Tutt’al più si può argomentare che, in questo caso come nel ballbusting, l’uomo si trova in una posizione subalterna perché l’ha deciso lui, quindi paradossalmente sta esercitando sulla donna che ne tortura le pudenda un potere coercitivo finalizzato al proprio stesso piacere. Benissimo, ammettiamolo pure: è giusto un altro tassello aggiunto al preconcetto che ci fa percepire le donne sempre vittime, sempre innocenti, sempre dalla parte del giusto. Altrimenti, tanto per cominciare, non manifesterebbero. Gli scioperi delle donne che recentemente hanno avuto luogo in Polonia e in Argentina sono fondati sul principio che – esattamente come la folla che chiedeva pane ai tempi di Bava Beccaris, o gli operai dei tempi in cui il Primo Maggio non prevedeva concertoni – le donne si proclamino categoria vessata, in difesa della quale bisogna compiere atti di esplicita militanza. In Argentina lo slogan era alquanto falangista: “Se ne toccano una risponderemo tutte”. Ma non dovrebbe essere così per l’intero genere umano? Non dovrebbe ripugnare a tutti noi, in quanto esseri umani, che uno qualsiasi di noi venga ucciso? Le manifestazioni di genere presuppongono invece una sospensione del diritto naturale, quell’idea secentesca oramai tramontata per cui tutti gli uomini costituiscono una comunità sovranazionale, regolata da un’etica razionale condivisa in quanto innata. Chi manifestava in Argentina manifestava anche in favore della divisione del genere umano in due squadre a seconda del genere: “El machismo mata” significa, a un più articolato livello semantico, che da un lato ci sono i cattivi e dall’altro le buone.

 
Lo sciopero delle donne ha una connotazione sessuale dai tempi della “Lisistrata” di Aristofane. Sono passati duemila anni e l’idea che le donne chiudano le gambe per punire gli uomini ha perso di originalità, ormai ce l’aspettiamo; ciò nondimeno è più radicata oggi la consapevolezza che il sesso sia teatro di guerra, che l’erotismo sia strumento di dominio e di ricatto il cui manico è saldo nel palmo di chi se ne proclama vittima. Pensate ai baci indesiderati di Trump: pensate all’improvviso risveglio di donne smemorate che ricordano fugaci sfioramenti di trent’anni addietro, interpretandoli alla luce della recente immagine del candidato repubblicano costruita a seguito del famoso fuori onda in cui si vantava di discutibili conquiste. Ecco. Ora che ci avete pensato, oserete prendervi  il  rischio di un bacio dall’esito incerto sapendo che fra dodici o quindici anni quella donna potrà arbitrariamente decidere di rivangare l’episodio interpretandone unilateralmente intenzioni e contesto, certa di poter contare sul favore di un ambiente pronto a darle ragione a priori in quanto donna?

 
E’ un potere smisurato, che grazie a internet non accenna a trovare limite. Da un lato perché internet è il regno della semplificazione concisa e quindi del facile vittimismo, a botte di hashtag generici e vacui: lo sciopero contro la legge polacca sull’aborto ha traslocato da Varsavia a Bruxelles dove delle manifestanti belghe (sette, a giudicare dalle foto) sono insorte in favore delle consorelle, e lì all’affievolirsi delle concrete ragioni della protesta è corrisposto un incremento degli hashtag sugli striscioni, passando dallo sporadico #czarnyprotest al sistematico #moncorps #mesdroits. In secondo luogo, perché internet mette a disposizione delle donne una forma di comunicazione immediata e capillare  del proprio corpo senza la contropartita della presenza.

 
Basta fare un giro su Facebook per riscontrare innumerevoli esempi di esibizionismo soft (corredati dall’occasionale frase apparentemente profonda benché in italiano stentato), che spingono sempre più in là l’esca della provocazione poiché – a differenza di una normale cocotte ottocentesca – la narcisista che si promette senza darsi non entra mai nella gittata delle grinfie del maschio desideroso, quindi non rischia, ha garantita l’intangibilità. Il dilettantesco selfie al cesso, o in bikini, o reclinata quel tanto che basta a rammentare al mondo la preponderanza delle tette, non è di sostanza diversa dell’ultimo grido del professionismo: il FinDom, ossia quella branca del dominio erotico femminile che consiste nell’esplicita richiesta, da parte di donne con pseudonimo, di versamenti da carta di credito quanto più cospicui e costanti. La novità è che in cambio non si ottiene del sesso né la visione di centimetri di pelle ma la sola lista del superfluo che la donna ha comprato col sudore del tuo lavoro, e il conseguente trasloco della femmina dal ruolo aristofaneo di ricattatrice sessuale a quello post-marxista di padrone e sfruttatore.

 
I soldi sono grimaldello e unità di misura dell’egemonia femminile. Antonella Baccàro, che si occupa di economia sul Corriere, qualche giorno fa ha fatto notare che allo svilimento di Trump in quanto maschio corrisponde il sostegno a Hillary da parte di una lobby di ricche single, ossia – lo traduco in termini più espliciti – di donne che esercitano sull’uomo un totale predominio finanziario (guadagnano di più) ed erotico (ne fanno a meno). Questo è l’orizzonte entro cui bisogna considerare il mito montante del lavoro femminile. Le agiografie delle donne manager, i premi  conferiti da Laura Boldrini a ricercatrici calabresi per il loro essere ricercatrici e calabresi, le iniziative dello stesso Corriere quali la tre giorni “Il tempo delle donne”, i convegni universitari su empowerment & leadership tenuti da professioniste incapaci di reperire sinonimi italiani: tutto contribuisce a fomentare l’asimmetria del nostro preconcetto radicandolo sul circolo vizioso secondo cui, le più meritevoli essendo sempre donne, basti quindi essere donna per sentirsi meritevole, dalla presidenza americana in giù. Cent’anni fa Pirandello aveva già capito tutto con “Suo marito” ma evidentemente, ai tempi nostri, abbiamo bisogno di un sostanzioso ripasso.

 
L’erotismo è la trincea in cui l’uomo è assediato da una superiorità femminile già in atto nella propaganda politica, nella pratica giuridica, nella protesta militante, nella rivendicazione professionale. A voler fare i filosofi, ci si dovrebbe domandare quanto disti il salto al livello ontologico: è possibile, è prevedibile, è magari già all’opera una corrente di suprematismo femminile, tale quale il suprematismo bianco ma molto meno facile da stigmatizzare poiché camuffato da riscatto di una minoranza storicamente vessata? Dobbiamo aspettarci un tempo in cui la donna in quanto tale rivendicherà di essere superiore all’uomo in quanto tale? Interrogarsi al riguardo potrebbe essere un ottimo modo per passare il tempo e ingannare l’attesa. La guerra del sesso è infatti destinata a protrarsi fino all’inevitabile rovesciamento dei tradizionali rapporti di forza: nonostante le finte, i tentennamenti e i virtuosismi, già oggi sappiamo che le donne vinceranno, essendo più inflessibili e meno vulnerabili; l’unico dubbio lasciato alla nostra speranza è sul momento esatto in cui la pedata arriverà.
«Se potessimo vivere senza donne, faremmo volentieri a meno di questa seccatura, ma dato che la natura ha voluto che non potessimo vivere in pace con loro, né vivere senza di loro, bisogna guardare alla conservazione della specie piuttosto che ricercare piaceri effimeri.»
Augusto, 18 a.C.

Offline ilmarmocchio

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #189 il: Novembre 08, 2016, 10:11:44 am »
Basterebbe solo l' episodio dello sciopero sessuale di Lisitrata, per smentire tutta la vulgata femminista :
se gli uomini fossero stati dei violenti maschilisti, lo sciopero sessuale sarebbe sparito sommerso da una valanga di schiaffoni e le gambe le donne le avrebbero aperte.
sulla Clinton :

http://www.cdt.ch/mondo/politica/166085/ha-voluto-la-guerra-in-libia-per-diventare-presidente.html?utm_source=dlvr.it&utm_medium=twitter

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #190 il: Novembre 08, 2016, 10:49:13 am »
I sondaggi dicono che se votassero solo le donne, la Clinton vincerebbe con un notevole distacco, se votassero solo gli uomini vincerebbe Trump con un buon margine.
C'è una componente di genere in queste elezioni?
Da parte delle donne penso proprio di si, Trump non si presenta come un buon femmnista, non sta promettendo leggi super speciali a favore delle donne
E gli uomini?
Vedono in Trump anche in una ottica di presunto (e sperato) anti femminismo o solo per le opinioni politiche in generale. Mha.

Offline ilmarmocchio

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« Risposta #191 il: Novembre 08, 2016, 12:10:29 pm »

Online Massimo

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #192 il: Novembre 08, 2016, 12:45:02 pm »
I sondaggi dicono che se votassero solo le donne, la Clinton vincerebbe con un notevole distacco, se votassero solo gli uomini vincerebbe Trump con un buon margine.
C'è una componente di genere in queste elezioni?
Da parte delle donne penso proprio di si, Trump non si presenta come un buon femmnista, non sta promettendo leggi super speciali a favore delle donne
E gli uomini?
Vedono in Trump anche in una ottica di presunto (e sperato) anti femminismo o solo per le opinioni politiche in generale. Mha.
Sì, c'è una componente di genere in queste elezioni: ed è per questo che le elezioni del novembre 2016 sono le più ideologiche della
Storia degli Stati Uniti. La Clinton ha sperato in una vittoria facile ma dentro di sè trema. Lei rappresenta il sistema finanziario che sta
impoverendo soprattutto gli uomini e l'avanzata delle donne nella società del terziario che spiazza l'elemento maschile occupato
soprattutto nell'agricoltura e nell'industria, colpita a morte dalle delocalizzazioni. Uno studioso americano ha detto: attenzione, non è
affatto scontata la vittoria della Clinton: gli uomini faranno pagare caro alla Clinton ciò che lei rappresenta, cioè tutto questo mentre
le donne vedranno in lei un esempio di affermazione in un mondo di uomini e la voteranno per le ragioni opposte. Chi se ne intende
ha detto (e io sono d'accordo) che l'esito dipenderà tutto dal voto degli ispanici, cioè dei latino-americani, visto che i neri non hanno
manifestato grande interesse in queste elezioni: tra una donna bianca (e molti neri non sono affatto femministi) e un uomo bianco
c'è ben poco da preferire, dal loro punto di vista. Ma sugli ispanici c'è da fare una considerazione: è vero che Trump non li considera
con favore in quanto accusati di portare via del lavoro agli americani residenti, però vengono da una cultura tradizionalista che non
vede di buon occhio una donna alla guida di uno stato e per di più dello stato (per il momento) più potente del pianeta e magari NON
la voterà o voterà addirittura Trump nonostante l'antipatia che ispira. Vedremo stanotte se a prevalere in loro sarà l'avversione per la
persona di Trump o l'avversione per l'idea di avere come capo supremo del paese in cui vivono una donna, per di più arrogante.

Offline Damocle

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #193 il: Novembre 08, 2016, 13:35:39 pm »
La Clinton al comando degli USA potrebbe significare l'inasprirsi di questa seconda guerra fredda tra USA e Russia, con conseguenze potenzialmente catastrofiche.

PS mi meraviglio che negli USA le donne continuino ad utilizzare il cognome del marito.

Offline Sardus_Pater

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Re:Hilary Clinton: pericolo mondiale
« Risposta #194 il: Novembre 08, 2016, 20:06:04 pm »
PS mi meraviglio che negli USA le donne continuino ad utilizzare il cognome del marito.

Evidentemente non sono femministe sino... a tal punto :shifty: .
Il femminismo è l'oppio delle donne.