Il padrone si suicida: la dinamica del femminicidio

Mariti,  amanti,  fidanzati e fratelli ammazzano le congiunte perché 

1) odiano le donne  

2) hanno perso il potere su di esse

3) agiscono in quanto sicari, in nome e per conto di tutti i maschi italiani

 

Questa è la rivoltante “verità” femminista raccolta, sintetizzata e trasmessa dal termine “femminicidio”

 

Collegno 31 dicembre 2013 – Ammazza moglie, figlia e suocera e poi si suicida

Anche queste tre andranno a sommarsi alle altre 120-130 femmine assassinate da maschi nel 2013, corroborando la “verità” del c.d. “femminicidio”. Come nel caso immediatamente precedente (di 5 giorni fa) dove una donna è stata uccisa dal marito, il quale si è subito suicidato come ha fatto appunto anche quest’ultimo. I responsabili si suicidano in circa il 50% dei casi (degli altri, ovviamente, nessuno sfugge alla massima pena).

suicida

Questo secondo fatto non viene mai ricordato, e la ragione è semplice: è impossibile sostenere che quei maschi uccidono per misoginia o perché hanno perso il potere sulle femmine: se fosse così infatti perché mai dovrebbero suicidarsi? Avete mai saputo di un razzista che dopo aver ammazzato qualcuno si tolga istantaneamente la vita? Di un sicario di mafia che, compiuto l’omicidio, si spari?

“Femminicidio” starebbe ad indicare che è in corso il genocidio delle femmine in Italia. Una menzogna ributtante il cui scopo è l’utilizzo della follia criminale di pochissimi (di cui la metà suicidi) per la criminalizzazione di tutto il genere maschile.
La criminalizzazione dei maschi – strumento principale della potenza femminista – è lo scopo della creazione e della propagazione di quel termine. Nient’altro che questo.

Questo è ciò che va capito e denunciato. Tutto il resto è un depistaggio

 

da Altrosenso: http://altrosenso.wordpress.com/2014/01/01/il-padrone-si-suicida/